Sardegna

Turismo in Sardegna/1 “Informazioni? Mi chiami al telefono. E cambio non ne ho”. Elio Arthemalle in gita a l’Asinara e Terralba con Achille Campanile

L’amico Elio Turno Arthemalle inaugura la rubrica “Turismo in Sardegna, ovvero cosa c’entrano i prezzi dei traghetti con il crollo delle presenze?”. È ovvio che il prezzo dei collegamenti marittimi c’entra, eccome se c’entra, ma forse sarebbe il caso anche di iniziare a parlare di qualità di servizi. I tre episodi che Elio ci racconta sono straordinari. Tutti ovviamente possono contribuire, l’importante è riferire episodi di questa estate 2012. E buone vacanze in Sardegna!

***

Caro Vito,

il primo luglio del 2012 l’Italia ha perso la finale degli Europei e (fatto assai più importante), nella stessa data il sottoscritto è stato testimone privilegiato di alcuni piccoli episodi che potrebbero tornare utili in un dibattito sul turismo in Sardegna.

Quel giorno ero all’Asinara, un paradiso: la grazia di dio in terra.

Entusiasmo, nel mio piccolo gruppo d’amici. Uno, il più volenteroso, s’avventura su una stradina che mena ad un ufficio informazioni.

«Buongiorno. Mi scusi, ho sentito che è possibile pernottare, qui»
«Sì»

Pausa.

 «Ah. Ehm, ecco: come si fa? A chi mi devo rivolgere»
«Guardi, c’è un sito»
«Un sito?»
«Un sito internet. Lì c’è tutto»

Pausa.

«Va bene. Sì, l’ho visto, il sito. Ma vorrei chiedere qualche informazione in più. Tipo: è possibile affittare una sala conferenze?»
«Il sito, il sito. Lì c’è tutto. C’è un numero di telefono. Chiami e chieda. Si metta in contatto»
«Ah, devo telefonare? Ma con chi mi metto in contatto, nel caso?»
«Con noi»

Pausa.

«Con voi? Tipo, con lei?»
«Sì, certo»
«Per telefono?»
«Certo»

Pausa

«Grazie, arrivederci»
«Arrivederci»

Il mio amico ci riporta il dialogo surreale appena avvenuto e, non pago, parte alla ricerca di qualcosa di fresco da bere.

È la controra. Non un rumore, l’aria ribolle. Sembra improbabile immaginare presenze umane al di là dei muri calcinati dal sole.

Ma lui è cocciuto, e scova un distributore automatico di bibite. «Accidenti, solo banconote». Quando servono non ci sono mai, le monete. Passa di là qualcuno che a prima vista sembra un addetto all’accoglienza. In realtà è Achille Campanile.

«Salve, ha il cambio di cinque euro?»
«Sì.»
«Ah bene. Me li cambia, per cortesia?»
«Eh, non posso»
«Scusi?»
«Se do a lei le monete, come faccio? E se un altro mi chiede di cambiare? Cosa gli dico?».

Va be’, poi ci ridi su. L’Asinara è stupenda, e le disfunzioni vengono tranquillamente archiviate come episodi bizzarri, simpatici condimenti di una bella giornata di mare.

Torniamo verso Cagliari. Qualcuno vuole vedere almeno il secondo tempo di Spagna-Italia. Troviamo su internet una pizzeria a Terralba. Chiediamo se possiamo prenotare e vedere la partita da loro. Sì, si può.

Ci troviamo in una sala semivuota. Ci danno un tavolo. All’altro capo del locale, appeso al muro, un televisore da tinello domestico. Trentadue pollici, non di più. Dal nostro tavolo si intravedono a malapena i colori delle maglie.

«Ci scusi, per telefono le avevo chiesto se era possibile vedere la partita…»
«Il televisore è acceso»
«Ma da qui non vediamo. Non può spostarci su quel tavolo vicino alla tv?»
«Purtroppo no»
«Perché?»
«Lì ho unito due tavoli e ho fatto un tavolo da otto. Voi siete in quattro»
«Ah. E non può dividerli? O è un tavolo prenotato? »
«Non è prenotato. Ma ormai è apparecchiato così, mi capisce?»

Intanto la partita va avanti e non alimenta il buonumore.

«Senta per favore. Da qui non vediamo un cazzo di niente, scusi il termine. Non capisco dove sia il problema a farci sedere di là»
«Guardi, voglio accontentarvi. Io vi faccio sedere al tavolo lungo. Voi però mi promettete di sporcare solo dove siete seduti, e non l’intero tavolo?»

Giuro che le cose sono andate così, né più né meno. Non che da questi aneddoti si possano distillare chissà quali verità: mi chiedo però se tutti coloro che pontificano sulle risorse turistiche sarde sappiano sempre di cosa stanno parlando.

Buone vacanze, amico mio (e abarradìndi in domu!).

Elio

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59 Comments

  1. la gentilezza non si insegna in nessuna scuola e in nessun master
    o ce l’hai o non ce l’hai

  2. Monica says:

    Sinceramente io ogni tanto viaggio, ma non mi e` mai capitato di essere trattata a pesci in faccia da altre parti come mi e` capitato in Sardegna. Saro` stata fortunata, ma ovunque io sia andata il fatto che avessi due bambini non ha mai creato i problemi che crea a Cagliari, anzi, in Inghilterra in Albergo a ognuno di loro e` stato regalato uno zainetto con colori e album da colorare, e in diversi pub colori e disegni da colorare in attesa del pasto erano a disposizione dei bambini. Le esperienze peggiori le ho avute a Villasimius dove anni fa vigeva il doppio prezzo, piu` alto per i turisti, negli alimentari del paese, e dove in una famosa pizzeria al centro del paese dopo avermi lasciato in attesa per due ore rispetto all’ orario concordato per telefono il pomeriggio,mi invitarono a sparecchiare il tavolo che avrebbero dovuto prepararmi ” perche` cosi` facciamo prima”, e piu` di una volta ho sorpreso i commercianti del posto a parlare in sardo male e con fastidio dei clienti con gente del posto pensando che nessuno capisse. Senza fare di tutta l’ erba un fascio, raramente il rapporto qualita` prezzo in Sardegna e` positivo. I servizi latitano, molti trattano i turisti come se stessero facendo loro un favore a calcolarli. Io penso anche che la toilette pulita sia il minimo che una persona si debba aspettare in una citta` a vocazione turistica, ma sarebbe meglio iniziare a metterne a disposizione di toilette. Io tutte le estati vado una settimana in un paesino sulle alpi francesi. Quest’ anno una settimana in pensione completa in albergo con piscina, per 2 adulti e 2 bambini dal 18 al 25 agosto mi costa 800 euro, comprensiva di trekking con guida, baby club e escursioni per i bambini, parc aventure per tutti e volendo anche canioning e altre attivita`. E il cibo che ci viene servito e` ottimo e abbondante e fresco. E il biglietto che faccio per uscire dalla Sardegna costa quanto quello dei turisti per arrivare qui. Il biglietto dei traghetti sicuramente pesa, ma se il rapporto qualita` prezzo fosse ottimale, continuerebbero a venire. Invece costa meno andare a Sharm in hotel 5 stelle all inclusive che affittare una casa qui.

  3. alessandroalfonso says:

    Ciao a tutti, come sa l’amico Vito mi occupo di turismo, anche pò più di quello che avrei pensato sette anni fa 🙂 ho rapporti con centinaia,svariate centinaia, di operatori turistici, strutture ricettive di vario livello, agenzie di trasporti, guide, chi più ne ha più ne metta. Ho un’idea piuttosto chiara, data dal giorno per giorno, dei problemi del turismo in Sardegna. Posso dire due cose a commento dell’articolo di Elio, e le dico tutt’e due con buona convinzione.
    a) Il costo dei traghetti ha influito MOLTISSIMO sul calo delle presenze ITALIANE in Sardegna. A questo posso aggiungere il dato che gli italiani rappresentano l’80% del flusso turistico in Sardegna e fate voi le somme.
    b) I cani dell’ospitalità, così bene descritti da Elio, ci sono in tutto il mondo. Li ho trovati a New York, li ho trovati a Londra, li ho trovati a Barcellona (quanti!), e li ho trovati, l’ultimo viaggio fatto, ad Amsterdam. Non è una nostra esclusiva. Togliamocelo dalla testa.

    Detto questo, il problema della cultura dell’ospitalità è un problema serio e si deve lavorare per migliorarne ogni aspetto? Assolutamente si. Quali sono gli strumenti? Formazione, training on the job (imparare facendo), formazione, training on the job, formazione, training on the job. Cominciando dopo il diploma ed entro i 24-25 anni, in 3-4 anni si diventa professionisti, si sa fare quel lavoro, che è uno dei pochissimi, in Sardegna, per il quale i soldi arrivano dalle tasche dei clienti e non da quelle della pubblica amministrazione (o indotto).

    • Quintale says:

      Caro Ale, Vediamo se questa volta riusciamo a litigare o la dobbiamo finire sempre a volerci bene più di prima. Avanzo una tesi: con fatica, ritardo e caddozzate come quelle descritte da tutti ci stiamo attrezzando a convivere con questa bella industria pesante chiamata turismo. Temo solo che nel momento in cui avremo imparato a gestirne i processi da un lato l’industria sarà di molto cambiata, spiazzandoci, dall’altra avremo definitivamente gettato al cesso le risorse, tutte nostre e tutte già presenti nell’isola, per essere protagonisti nel turismo che verrà. Che ne dici ? p.s. ovviamente sulla ricetta formazione, pratica, formazione mi trovi d’accordo.

      • alessandroalfonso says:

        Caro quintale, a parte che tutto quello che dici tu è, per definizione, autorevole, molto più di quello che dico io che baso tutte le mie idee sull’esperienza, che tento di rielaborare solitamente dopo le 23.00… ti posso dire che l’esperienza di questi sette anni mi racconta di un mondo, quello del turismo, che sembra cambiato moltissimo ma in sostanza è rimasto lo stesso… cambiano i player, cambiano i media (i contenitori attraverso cui si vende), ma è un mercato che per definizione mantiene una grande base territoriale (hai voglia, alla fine… puoi andare a formentera, puoi andare alle canarie, puoi andare in grecia, però La Pelosa di Stintino in Europa non la trovi), sulla quale impatta di prepotenza la strategia complessiva legata purtroppo a chi la risorsa territorio la gestisce (e qui… lasciamo perdere)… e dall’altra parte ci sono 3-4 operatori che fanno il mercato (i grossi TO da una parte, che sono rimasti davvero 4-5 in tutta europa, che vendo principalmente tramite agenzia, e i grandi hub su internet, come booking.com, expedia, hotels.com, e pochi altri, che disintermediano) e che si permettono pure il lusso di manipolarlo, utilizzando in maniera indiscriminata e fraudolenta i cosidetti strumenti 2.0… il vero incubo del mondo ricettivo, al momento, come sai, si chiama tripadvisor, di proprietà di expedia… due recensioni negative fatte da gente che probabilmente nella tua struttura non ci ha mai messo piede ti può fare vendere il 30% in meno…
        Venendo a quello che dici tu non so se la Sardegna si stia attrezzando per l’industria turismo, io purtroppo sono un pò convinto che i numeri veri si facciano ancora con il modello colonialista, quindi acquisto da parte di qualche fondo pensione americano/europeo/italiano di qualche ettaro di terra baciata da dio, turisti chiusi dentro wonderland, e il primo che li fa uscire schiaffi. Credo non sia un caso che il principale esempio di gruppo turistico in Sardegna si chiamasse Colony Capital. Ma possiamo parlare di Costa Smeralda, ma parliamo del Forte Village, parliamo del complesso Chia Laguna Resort, tutti operatori con cui noi lavoriamo eh, sia chiaro, ma che non hanno un interesse territoriale. Sono qui per fare soldi, punto. Sai come la penso io sul turismo… sono fortemente e pesantemente convinto del fatto che se il turismo non impatta positivamente nella qualità della vita di TUTTO il territorio, c’è qualcosa che non va.
        Riguardo al fatto che il giorno in cui arrivassimo a capire l’industria, ci ritroveremmo soli alla meta perchè tutto è cambiato, ti posso dire che mantengo con una certa gelosia, e ormai è un esercizio al quale mi sono abituato, archivi di profezie, di scenari, di tecnologie che avrebbero dovuto spiazzare il mondo, con personaggi che si sono fatti pagare davvero tanti soldi per fare queste profezie, e ce ne fosse una azzeccata… non sappiamo dove andrà il mercato, è banale ma è così. Ti posso dire una cosa, di cui giorno per giorno mi convinco sempre di più… gli investimenti per il futuro vale la pena farli sulle persone, da una parte responsabilizzandole (e pagandole) di più e dall’altra appunto con la formazione, molta formazione, a me quella che piace di più è quella in cui si fanno le cose, non quella in cui si leggono tanti libri… anche l’apprendimento delle lingue… vai a farti due stagioni in UK, una in Normandia, una a Pechino, e poi torna… ma anche no… poi migliorare la qualità del CRM, in Europa secondo me siamo anni luce indietro… per finire migliorare la qualità delle informazioni a supporto del processo decisionale del cliente, scendendo più nel dettaglio e dimostrandosi competenti e autorevoli su quel prodotto servizio… è in questo senso che noi abbiamo sempre parlato di specializzazione sulla destinazione. A supporto di tutto questo una buona dose tecnologica e capacità di innovare (se è il caso, come ben sai a noi è successo dato che eri presente, buttando al cesso tutto quello che si è fatto). Ritengo tuttavia che fino a quando un gruppo anche nutrito di persone sveglie, in consiglio comunale di Cagliari qualcosa si vede (purtroppo molto meno in giunta, che non so perchè ma è in piena sindrome da giunta Soru, incapaci di comunicare, perseverare autem diabolicum) ma si deve arrivare in Regione e possibilmente in parlamento, non si decidono a darsi da fare in prima persona, mi verrebbe da dire anche aldilà di steccati ideologici e fesserie di un mondo che non c’è più, non credo che riusciremo a progredire granchè. Serve competenza, velocità mentale, caparbietà e palle d’acciaio anche da parte di chi decide per la pubblica amministrazione, altrimenti hai voglia a fare i miracoli. Per ora io sento parlare di DMO, realtà aumentata, QR Code, Sardegna Turismo 2.0 con 4 twit di merda spediti dalla BIT (la più inutile manifestazione fieristica in Italia, un pelo sotto la fiera campionaria della Sardegna), e altre decine di queste boiate che servono solo a fare conferenze stampa, pagare qualche consulente anziano e senza idee o lanciare nel firmamento della politica legata al turismo qualche giovane promessa di cui per ora abbiamo una granitica certezza: non sarà mantenuta. Di dati seri, quelle cose a cui noi siamo affezionati, numeri, tabelle, etc etc, quelli indispensabili per cominciare a parlare, manco l’ombra. Senti numeri a caso lanciati con il pallottoliere e ti cadono le braccia. Vivono in realtà aumentata. Che ti voglio bene te l’ho già detto troppe volte per ripertelo anche qua, o forse ci sono ricascato.

      • quintale says:

        Ammazza quanto scrivi. Come sai per me il turismo è due cose. Una industria pesante sia come impatti che come capacità di innovazione vera (e qui rientrano i tuoi discorsi sul modello di sviluppo coloniale che condivido, sul marketing che cambia forma ma non sostanza etc.) e una questione POLITICA, ovvero di visione. Allora il mio discorso sul turismo sardo parte da un dato. Un terzo dei visitatori li conosciamo (poco, perché la politica rifiuta in mala fede totale di produrre statistiche affidabili per poter fare i suoi giochi strategici / patetici) almeno due terzi no. Ogni analisi DEVE partire da qui. Poi vado oltre. Quello che vediamo è il declino di un modello di turismo decotto, quello della vacanza popolare di fascia bassa. Certo, con i traghetti a buon prezzo vengono ancora ma stiamo facendo un gioco pericoloso, quello della guerra tra poveri. Qual’è dunque la visione mia personale ? Primo mi fa terrore la monocultura turistica. Secondo per avere gli impatti diffusi di cui parli e che anche io voglio il fenomeno va governato. Ma non con i focus group farlocchi, i geni del marketing territoriale acrobatico e gli spot con un Bombolo del terzo millennio in salsa sarda. Occorre riconoscere che non sappiamo quasi nulla sia del presente che delle tendenze e che università e industria a stento si parlano e che se anche lo facessero la politica sarebbe in vacanza altrove. Terzo seconde case: quante sono ? cosa producono ? cosa potrebbero produrre ad esempio se usate come un sistema di ospitalità diffusa con servizi di livello alberghiero ? Una volta abbiamo vagheggiato l’ipotesi di un luogo di discussione di cose turistiche sarde in modo almeno decente. Siamo ancora li, temo.

  4. Pingback: Turismo in Sardegna/2 “A Gavoi affittano stanze, ma non a chi ha bambini. E all’Isola di San Pietro, niente caffè!”. Regina Madry tour 2012 « vitobiolchini

  5. Domenica 1 Luglio, aeroporto di Cagliari bloccato per due ore. Il mio volo imbarcato con un’ora di ritardo e poi altri 55 minuti dentro l’aereo senza refrigerazione, una cosa folle. Nessuna informazione preventiva, nessun diritto di rimborso o indennizzo grazie alla Carta dei diritti dei passeggeri che in realtà e’ la carta della posizione dominante delle compagnie aeree. Purtroppo ho sentito tanti commenti sull’opportunità di scegliere la sardegna come meta delle proprie vacanze l’anno prossimo. 🙁

    • ZunkBuster says:

      Ah quando la leggenda metropolitana ha incolpato il Sultano dell’Oman e invece si trattava di manovre di aerei militari a Decimo?

  6. Messaggio di servizio per l’anonimo che ha scritto un commento su turismo e la vicenda MAN di Nuoro. Se veramente hai fatto parte della commissione giudicatrice, un commento così me lo devi firmare col tuo nome e cognome. Altrimenti non te lo pubblico.

  7. Nuragica d’origine, residente all’estero con compagno gallese. ogni volta che torniamo in Sardegna e’ un continuo fare buon viso a cattivo gioco di fronte alla sistematica scortesia di commesse, ristoratori etc. e prezzi che manco a Venezia. Se non avessi famiglia e radici a Cagliari la Sardegna sarebbe l’ultimo posto dove penserei di andare. E tutti i miei colleghi che in Sardegna ci sono andati (lavoro per un’organizzazione internazionale e i miei colleghi vengono da tutto il mondo) hanno tutti riportato episodi “alla Elio”. Nessuno mette in dubbio che ci siano tante persone che si fanno un mazzo tanto per migliorare il livello dei servizi, e quando le incontriamo ci piace ringraziarle, scambiarci due chiacchiere in piu’ ed esprimere la nostra soddisfazione in maniera palese. Mi viene in mente la giovane proprietaria di un B&B in Castello che fa un lavoro fantastico di accoglienza in modo semplice, pulito e molto attento alle esigenze dei turisti. Ma quelli che “remano contro” accogliendoti con musi lunghi e “non sporcate tutto il tavolo” sono ancora molti, troppi. E come dice giustamente qualcuno di voi commentatori, perche’ dovrei spendere i pochi risparmi faticosamente racimolati in un anno di lavoro dandoli a gente che non mostra nemmeno un briciolo di cortesia?

  8. Anonimo says:

    svegliaaaaaaa , ma se abbiamo battuto il record modiale de su ballu tundu, svegliaaaaa. un ex custode

    • MammaTigre says:

      E quindi? Io ero lì ed è stato bello dedicarlo alla memoria di Andrea Parodi. C’erano anche turisti che hanno ballato tu ballu tundu tra le 262 persone.

  9. Anonimo says:

    E Ainis?

  10. San Teodoro, fine giugno, 10 del mattino.
    Io e i miei compagni di sventura ci dirigiamo verso un bar e chiediamo tre caffè. Semplice.
    Risposta: “ehm, no, non abbiamo montato la macchinetta”.

  11. Sovjet says:

    Premetto che io non sono un esperto: da ragazzo sono andato sempre a casa dei miei nonni a Fluminimaggiore e quando ho viaggiato ho trovato un’accoglienza a volte buona, a volte ottima, altre volte da dimenticare, così come succede in Sardegna.
    Il punto però non è come mi sono trovato io e neppure le punte di eccellenza che possono trovarsi in Sardegna (per dire, Forte Village è una dei migliori resort al mondo e sta in
    Sardegna), ma la qualità media espressa dal sistema turistico isolano, la capacità di attivare sinergie, la professionalità degli operatori. Noi, come in altri campi, non possiamo essere competitivi sui prezzi con i paesi del Nord Africa e neppure con la Croazia. E io credo che non sia neppure il caso: la Sardegna poco si presta alla vacanza di massa: le sue spiagge più belle soffrono il peso antropico, la bellezza stessa dell’isola probabilmente è dovuta anche alla scarsa presenza umana. Questo però dovrebbe spingere a investire in qualità e professionalità. Il turismo è settore dove contano gli investimenti in strutture, ma conta molto di più la relazione, la cortesia il rapporto tra operatore e cliente.
    In questa direzione si dovrebbe lavorare e penso esistano indicatori che siano in grado di misurare la qualità del sistema turistico di una regione, aldilà dell’aneddoto, che a volte è singnificativo, altre è fuorviante.
    Altrimenti si potrebbe tirar fuori anche un’aneddotica del turista cafone da cacciar via a calci nel culo!

    • MammaTigre says:

      Concordo con te Soviet. Spesso i disservizi ci sono davvero, altre volte dipende molto da come ci poniamo noi nei confronti di chi ci ospita… Quella dell’infopoint è inaudita ma le altre, viste da qui, sono “gazzosa” tanto per dire di essere scontenti di qualcosa. Non esageriamo…

  12. Sono d’accordo con chi dice che non è il caso di fare di tutta l’erba un fascio: semplicemente l’amico Elio è stato sfortunato, ci sono tanti esempi di ottimo turismo anche qui in Sardegna: Gli consiglio se possibile di utilizzare maggiormente il mezzo internet in quanto ci sono moltissimi siti dove gli utenti possono votare il servizio ricevuto, e quindi dare consigli anche agli utenti futuri, su posti che è meglio evitare o su posti in cui vale la pena andare.

    • ZunkBuster says:

      Non sono completamente d’accordo. Meglio guide cartacee fatte bene, scritte da chi ha viaggiato veramente (e possibilmente padroneggiando un po’ d’inglese, se non la lingua locale), su cui un autore e un editore ci mettono la faccia, piuttosto che siti internet zeppi di segnalazioni fatte da utenti con identità spesso fantasiose (a volte per evitare querele, altre semplicemente per trolleggiare), che non sempre sono affidabili. Non solo quelle negative, ma anche quelle positive, spesso cammellate dai meccanismi distorsivi del social web. Nelle cartacee le segnalazioni dei posti “negativi” semplicemente non le trovi, ma trovi analisi costi-benefici dei posti comunque meritevoli (incondizionatamente o previo qualche avviso ai naviganti). Ovviamente un prodotto editoriale di questo genere si può benissimo veicolare anche via web. Ma di segnalazioni non filtrate e spesso contrastanti mi fido poco.

  13. Pochi giorni fa, a Cagliari, in cittadella dei musei una signora chiede dove sono i servizi igienici.
    Le spiegano che i servizi igienici per il pubblico sono all’esterno del museo archeologico.
    Consistono di un bagno alla turca per gli uomini e di un bagno alla turca per le donne.

    La signora risponde che è già andata, ma che sono impraticabili tanto sono sporchi.

    La signora rinuncia ad andare in bagno.

    • Si vede che non le scappava…
      A parte gli scherzi, qualche volta basterebbe – quei bagni – dotarli di un banalissimo tubo opportunamente sospeso a parete, perchè chiunque – uscendo, come sarebbe logico, ma anche entrando – possa provvedere alla pulizia.
      L’ho imparato – e apprezzato – in Marocco, a mio vantaggio: la mia ammirazione – già alta – per il popolo marocchino è cresciuta di molto.
      Tornando all’esperienza citata, posso dire che sono molto peggio i bagni chimici, come quelli che si trovano spesso in posti civilissimi, come la Svezia.
      Provare per credere.

    • Anonimo says:

      se la signora rinuncia ad andare in bagno non teniara mera gana , altrimenti quello che scrivi e una c…..a

  14. Ci vuole cultura ,cultura del lavoro ,della professionalita in tutti i sensi .. Ed in tutti i settori collegati in questo caso all’accoglienza turistica . chi si muove e perché ha la possibilità di farlo ,quando si muove generalmente (oggi un Po meno)guarda si i costi ,ma sopratutto i servizi che trova se io mi trovo bene e sono soddisfatto sono contento :mi pesa meno la spesa che ho sostenuto ,se vado al ristorante ,o a mangiare con la famiglia in un locale e mi trattano bene quando esco la prima cosa che dico e ..un Po caro ma siamo stati bene ,e li se posso ci torno e così fanno tutti ,su questi particolari il pensiero e un Po tutti questo ,il viaggio e sempre una cosa che pesa ,e un costo per raggiungere una meta e rimane sempre un peso da affrontare ,economico fatica stress a volte incazzo.. Ma passa tutto quando sei arrivato se trovi un ambiente professionale che ti far stare bene che prende ma ti DA e purtroppo troppo spesso questo non succede e il turista ,sono sicuro che anche a malincuore non torna ,trova altre mete e haime il peggio e che convincerlo a tornare anche dopo che le cose cambiassero non Sara così facile ,i primi a dirlo siamo noi ricordate quel detto (SU MOENTI SARDU DU CODDASA UA OTTA SCETTI)e noi sardi non ci accorgiamo del male che da soli ci facciamo e tutto perché ? Ritorno li ,cultura professionalita saper come si fa un mestiere !!!

  15. efisio erriu says:

    Niente di nuovo dal fronte sardo. Chi ha letto questo post si sarà certamente rivisto non in una ma in diverse sue esperienze, tant’è che una tale scena lascia stupito solo chi ha messo il naso fuori dalla Sardegna ed avendo ricevuto ben altri trattamenti allibisce vedendosi trattato in quel modo.
    Da noi gli zotici hanno soldi e chi ha soldi fa impresa, il settore del turismo, per quanto delicato possa essere e per quanto fondamentale possa essere il sapersi rapportare al prossimo, qui da noi segue la medesima regola: spesso si tratta di zotici riconvertiti che hanno fiutato l’affare immediato e stagionale.
    Ah ma quello era un dipendente di un ente pubblico regionale?
    Il discorso cambia poco, per questa giunta bisogna lavorare sulla promozione, si va in giro per fiere a mettere lo stand col logo Sardegna, così ci facciamo un bel viaggetto anche noi poveri assessori zotici riconvertiti alla politica che abbiamo fiutato l’affare. Investire a casa nostra? Macchè poi diventano davvero bravi e si accorgono che non abbiamo fatto una mazza….

    PS senza offesa per i tanti operatori soprattutto di nuova generazione che investono in ospitalità e per farlo hanno prima studiato come si fa. I primi danneggiati da questi zotici della politica e del turismo son proprio loro

  16. Valentina Serra says:

    Essere un popolo di millenaria cultura mica dà da mangiare, Anonimo. Il fatto che in Sardegna si debba pagare 70 euro per una minerale e vantarsi che si è intravista Simona Ventura, mi pare una vera assurdità. Quello è un turismo veramente carissimo! Quel tipo di servizio, caro e “fighetto” ti appaga anche dalla scortesia che magari si può ricevere da una cameriera sotto pagata e sfruttata? Il fatto che poi mettano dei totali incapaci a ricevere negli uffici turistici è un affare di vecchia data che ci sta rovinando. Il rimandare tutto a internet è solo una graziosa scusa per poi far cadere la linea e la speranza di avere una qualche informazione sui luoghi che desideri visitare.
    Così tanto per essere pessimista, qualcuno ricorda la bella frase che campeggia in viale Poetto “A fora sos turistas?” e di certo in questo caso è il caso di ricordarsi quel detto “pira cotta, pira crua…”

  17. robespierre says:

    Noi qui in Sardegna passiamo da un eccesso all’altro, dobbiamo dimostrare sempre e comunque che siamo un popolo ospitale, spesso lo facciamo in maniera alquanto ipocrita che rasenta il servilismo ma quando questa qualità serve veramente ecco venir fuori il peggio del sardo pellita. Mi fanno letteralmente rivoltare lo stomaco le danze folk nei porti e negli aeroporti, basterebbe trattare il turista con cortesia e onestà, curare maggiormente la pulizia e il decoro dei luoghi, essere noi stessi, come riusciamo a esserlo quando apriamo attività in Italia o all’estero. Dobbiamo renderci conto che non si può ripulire dalle erbacce un terreno vicino al mare, creare una cooperativa, piazzare un ombrellone e chiedere 6 o 7 € per parcheggiare, così come è da pazzi creare 100 musei della tradizione contadina o 7000 cooperative per gestire i nuraghi( ci fosse almeno qualche guida che parla le lingue). Basta leggere le recensioni su Tripadvisor, Booking o Routard, oltre a quelle positive ve ne sono altre negative (of course) ma ciò che fa riflettere è il fatto che a distanza di mesi o di anni certe note negative vengono ribadite, ergo, l’operatore turistico sind’est affuttiu e a qusto punto dovrebbero intervenire gli enti preposti. Concludendo: l’agricoltura è morta, l’industria lo è quasi, cosa vogliamo fare da grandi?

  18. Anonimo says:

    Ognuno ha quello che si merita! Il personaggio che ha reso il racconto delle sue avventure dall’Asinara a Terralba è stato trattato esattamente come si meritava! E si capisce dal tono di strafottenza contenuto nei discorsi riportati che avrebbe meritato benissimo di essere preso a pedate nel posteriore!

    • Ma allora ce l’hai anche con il mio amico, non solo con me! Non bastava dire che non ti piace Buongiorno Cagliari invece di fare tutta questa cagnara?

      • Anonimo says:

        L’importante è che dove lavorate ora, almeno, paghino i dovuti contributi previdenziali ai propri dipendenti! Per il resto ho capito che non vi piace quando qualcuno la pensa diversamente da voi. Imparate a confrontarvi senza riserve mentali e, soprattutto, a comportarvi sempre civilmente!

    • ZunkBuster says:

      Ti conosciamo mascherina …

    • Neo Anderthal says:

      Il personaggio. Ma chi, Armandino o Sig. Ittadinanta?

    • Per anonimo: ma ci sei o ci fai?

  19. Mi ricorda una lunga lettera inviata all’On. Pierpaolo Vargiu nel 2010, dall’acquario di Cala Gonone e oltre: http://www.sanatzione.eu/2010/12/lettera-allon-pierpaolo-vargiu-sulla-tutela-e-la-promozione-della-sardegna/

    Dal link: “Qualche giorno fa con amici abbiamo deciso di visitare il neonato acquario di Cala Gonone, presso Dorgali (NU).
    In precedenza abbiamo fatto sosta nel locale di una stazione di servizio (non dico quale).
    Entrandovi ho salutato, ma dalla cameriera – finta orba – non ho ricevuto alcuna risposta, se non da parte di una cliente occasionale trovatasi anch’essa di passaggio. Ho pensato: “Che cortesia! Che ricettività! Se questa signorina vendesse bare, da domani non morirebbe più nessuno!”.
    Medesimo comportamento all’uscita. Ci sarà stato un lutto in corso?”

  20. Callaghan says:

    Il modello romagnolo non può, per ovvie ragioni sulle quali non mi voglio soffermare, essere importato in Sardegna. Ciò non significa che alcune buone pratiche non possano essere d’esempio per il nostro modello di turismo. E dal momento nel mio corpo scorre un buon 25% di sangue romagnolo, sono quasi fiero di evidenziarne tre: 1) lo sviluppo turistico si programma a medio/lunga scadenza e i primi risultati si vedono dopo almeno cinque anni, bisogna avere pazienza e non smettere di crederci; 2) è fondamentale il fattore “conoscenza” intesa come istruzione, formazione continua e ricerca a tutti i livelli dal manager al cameriere, dal piccolo albergatore al funzionario del comune, dal cuoco all’operatore call center del numero verde. Con questo voglio dire: il turismo non si improvvisa ma è frutto di un’investimento di lunga durata nel tempo; 3) sul turismo bisogna crederci anche quando tutto sembra andare male: tenere i negozi, i bar, i locali aperti anche quando non ci sono clienti, concentrare le ferie a gennaio/febbraio e lavorare come matti nel resto dell’anno, non scoraggiarsi mai, sorridere sempre e avere fiducia anche quando tutto sembra andare male. Mi rendo conto, pensando al restante 75% di sangue sardo, che questa è la cosa più difficile perchè è una cosa non la si può imparare a scuola o nei corsi di formazione.

  21. Anonimo says:

    Complimenti per la generalizzazione… avrò piacere di indicare al simpatico Elio dei locali dove si mangia divinamente e il servizio è ottimo. Vorse le sue disavventure sono dovute al fatto di volere risparmiare, ma, come ovunque, la qualità si paga.
    Riguardo alla crisi del turismo in sardegna, sarebbe ora che iniziassimo a venderci non come un popolo di colonizzati sfigati, ma per quello che siamo. Il popolo con una civiltà fra le più antiche del mediterraneo.

    • Neo Anderthal says:

      Complimenti per la generalizzazione, caro Anonimo. Mi pare che Elio non abbia per nulla generalizzato, ma abbia riferito tre episodi circoscritti.
      Generalizziamo pure e chiediamoci: sono successi episodi simili a persone che conosciamo o a noi stessi? Io personalmente ne potrei elencare almeno una decina visti/subiti di persona.
      Cosa poi c’entrerà la cultura millenaria non lo so proprio, di sicuro chi magari oggi viaggia “al risparmio”, ed è trattato male da gente che non sa lavorare, farà pessima propaganda alla nostra isola -dalla civiltà millenaria, non sia mai detto il contrario-, e allora ciao anche al turismo danaroso e alla qualità, che non troverà nessuno a pagarla.
      Un problema serio, serissimo, è che non solo la grazia e le buone maniere sono qui scambiate per servilismo, ma davvero non esiste l’idea che si debba essere in grado do produrre e organizzare -ed essere orgogliosi- del lavoro ben fatto.

    • Cioè praticamente se vuoi risparmiare devi aspettarti la scortesia? Buono a sapersi. Quanto sovrapprezzo è previsto per un buongiorno o per essere sistemati, a locale vuoto, in un tavolo decente?

      • ZunkBuster says:

        Anche se sei un chiagliaritano, a parte le ovvie eccellenze di professionalità e cortesia, basta entrare in un qualsiasi bar di Chiagliari per vedere. Il banconiere di turno intento a fare i cavoli suoi, faticosamente realizza che c’è un cliente, continua a fare i cavoli suoi per un altro minuto, poi quasi scocciato si avvicina e chiede cosa vuoi. Si mette a farti il caffè di malavoglia, di regola si dimentica di versarti la mezza minerale che gli hai chiesto contestualmente (e devi sempre ricordarglielo). Nel frattempo arriva un amighixeddu. Incominciano a chiacchierare. Il tuo caffè è pronto, ma aspetta. Con un’occhiataccia riesci a fargli fare il breve tragitto dalla macchinetta al bancone prima che diventi freddo. Assolutamente sconfortante. In questo cazzo di posto si improvvisa tutto, senza attitudini e professionalità. E’ chiaro che così non si va molto lontano.

    • barbara says:

      ahahahahahahahahahahahahahah! pitticca sa scusa! “oooh su criticu, ponirì a una parti ca seu discendenti de is nuraggicus, ascumpré?!” 😀
      sarebbe il caso che anzichè pensare che dobbiamo VENDERCI imparassimo a lavorare con professionalità, sia per il turista extralusso che per il turismo familiare.

      • Neo Anderthal says:

        Esatto. Li vogliamo i soldi della gente comune -che non sono moltissimi soldi per ognuno di loro, ma sono moltissime persone, quindi…-? E allora trattiamo le persone con cortesia, anche con gratitudine, perché hanno scelto di servirsi da te e non da un altro, perché hanno scelto la Sardegna e non la Grecia o chissà che.

    • efisio erriu says:

      È ovvio che stai scherzando, nel 2012 cose del genere seriamente non le direbbe nemmeno Capellaci, figuriamoci una poersona normale

    • enrico says:

      Si ,vendiamoci x quello che siamo, a quanto è l’aliga? O forse i popoli millenari possono permettersi di trasformare ogni strada di campagna della tant amata isola in una discarica senza essere considerati cad dozzus?

  22. Alessio M. says:

    Io spero che tutti voi siate al corrente de fatto che la sardegna non é solo questo! Sono episodi tristissimi,ma per quanto riguarda in settore alberghiero ci sono tanto luoghi d’ eccezione,io personalmente non sono un amante delle vacanze ” desperados” , non mi é mai capitato di trovarmi sul luogo e dovermi affidare ad un sito internet per un buon ristorante, piuttosto azzardato lanciarsi all avventura, in un’isola par gran parte spopolata, con un po’ di informazione e previsione in sardegna si possono fare delle fantastiche vacanze! Bisogna essere solo abbastanza intelligenti da organizzarsi prima..ed é comunque vero che dal punto di vista turistico la sardegna potrebbe offrire molto di piú, ma negli anni si é sempre piú preparati ed accoglienti, quindi nel futuro sará sicuramente meglio.. Concludo augurando buone vacanze a tutti!

    • Neo Anderthal says:

      Ha ragione Alessio.
      Concludendo: o petzenti! Ma cosa credi che puoi fare i cazzi tuoi come in -quasi- tutta Europa, che vai su internet e trovi informazioni affidabili e aggiornate, e gente che parla le lingue e sopratutto che sa di cosa parla, agli uffici informazione?
      Così fanno i desperados, bisogna essere intelligenti ed organizzarsi prima! Gli uffici di informazione sono messi lì per trovare un posticino al cugino scemo dell’usciere del Comune, che porta voti al vice-assessore, mica avrai creduto che servano davvero a dare informazioni, e magari a risolvere situazioni e dare una mano…
      E sveglia!

      • ZunkBuster says:

        La regaliamo al nostro amico una guida Routard? Se non sei pratico del posto ci funti meda manerasa per informarsi, compreso internet, se chi scrive ha veramente viaggiato e non finge per imbrodarsi con gli amici. E mica l’alternativa ai “turistos faidate” che magari hanno la scarogna di non parlare italiano è solo Alpitour.

  23. Questo post è un incanto. Voglio dire…la situazione circa l’accoglienza turistica è drammatica, e lo dico scrivendo da una Regione (Liguria) che ha fatto della rude e scostante insofferenza verso il visitatore un capolavoro. Ma questo post…coglie perfettamente lo spirito che anima i celebri dialoghi di Campanile, li cristallizza, come sale da cui evapori la dolcezza dell’acqua; fa dell’ottusità ricettiva una letteraria indolenza, una sonnolenza pacata. Concede al restio dispensatore di cambi il fascino dell’ebetismo balneare…la Vigile Scolta è proprio a due passi e il polpo, appena rimesso in acqua dopo la sbatacchiata allo scoglio quotidiana riposa tranquillo. I cavalloni si rincorrono liberi e finalmente soli… Se il turista potesse prepararsi alla mediocrità prevedendola da questo punto di vista, forse capirebbe che anche quella fa parte della vacanza….
    È sempre un piacere passare da qui. Buona estate

  24. ZunkBuster says:

    Diciamocelo che il rapporto qualità-prezzo, in Sardegna, fa schifo. Natura incomparabile, molte attrazioni archeologiche ok, ma per il resto gli operatori pretendono di campare solo su questa rendita di posizione. La Sardegna è bella, i turisti vengono da se. Peccato che, a parte i traghetti non proprio economici, poi trovi spesso prezzi proibitivi, scarsa professionalità, e non manca di sera la noia mortale (a meno di non ficcarsi in certi locali per fighetti, pieni di gente che nella vita di tutti i giorni stai bene attento ad evitare). Chiunque avesse una cazzo di casetta vicino al mare o in campagna si è aperto l’agriturismo e si è improvvisato ristoratore ed albergatore, altrimenti solo alberghi a quattro stelle o a tre stelle con prezzi a quattro. Questa è la realtà, mentre gli studenti che escono col diploma in tasca dalla scuola alberghiera di Alghero devono andare a lavorare fuori o, se restano qui, spesso trovano lavoro solo come camerieri. Una volta mi son trovato a “organizzare” le vacanze in Sardegna per un’amica olandese: ho dovuto enumerare località e costi per ore, un po’ in inglese e un po’ in olandese, finché non le ho trovato una sistemazione adeguata alle sue tasche in Ogliastra (io, per motivi di lavoro, avevo potuto a mala pena accompagnarla sul posto). Perché gli stranieri mica son scemi, e se sentono puzza di “presa per il colletto” puntano verso la Croazia o la Grecia. Oppure vengono in camper, permettendo il dirigente Mossa del Comune di Chiagliari 😀 .

    • Supresidenti says:

      ottimo consiglio l’Ogliastra, forse uno dei pochi posti dove gli autoctoni non si sono venduti per 4 soldi. docce gratis, parcheggio gratis e birretta al prezzo dello tzilleri de sa bidda.. anche io consiglio ai miei amici che vengono nell’isola di andare da quelle parti..

      • Gianfranco Carboni says:

        Bona su presidente seu de acordiu cun tu.

      • Anonimo says:

        A Tortolì, spiaggia di Orrì, il parcheggio dell’auto costa uno sproposito…

      • A Tortolì,lungo mare Orrì,esistono anche le aree parcheggio gratuite,in prossimità di quelli a pagamento,che sono a spina di pesce lungo la strada,a meno di 40 metri dalla spiaggia.Liberi di scegliere

      • Anche io ho notato che in Ogliastra ci sia, almeno per quanto riguarda la mia esperienza, una migliore organizzazione ed attenzione al turismo; un esempio su tutti è un camping di Torre di Barì in cui ormai da anni trascorro almeno qualche giorno ad agosto: prezzi più che adeguati anche in alta stagione, personale sempre disponibile e cortese, bagni e docce nuovi e soprattutto sempre puliti , possibilità di noleggio biciclette, canoe e quant’altro, lavanderia e in più sanno darti informazioni su qualsiasi tipo di attività tu voglia fare, dal trekking alla gita in quad , ai ristoranti e le sagre (sulla carta questo posto è catalogato come un due stelle: io sono stata in camping a 4 stelle che avevano i bagni ridotti peggio di quelli di una stazione). Mentre in tanti altri posti ci si perde in un bicchiere d’acqua: a Piscinas c’è un unico campeggio che dista circa 2km dalla spiaggia; premesso che il camping è piccolo e i bagni sono pochissimi, la metà dei quali sono le odiosissime turche (no dico nel 2012 ancora le turche anzichè i water, scherziamo???) e la pulizia lascia un poco a desiderare ma ho visto di molto peggio; la cosa assurda è che, pur essendo così lontani dalla spiaggia, non abbiano pensato di mettere una decina di biciclette da affittare per il tragitto camping-spiaggia; quindi se uno non ha voglia di prendersi la macchina (e non so voi, ma io se vado in vacanza la macchina me la voglio dimenticare, finchè è possibile) si deve fare una lunga camminata o sullo sterrato (mangiando la polvere delle macchine che ti scorrazzano affianco incuranti) oppure una biblica arrampicata sulle dune (che comunque consiglio almeno una volta in quanto molto suggestiva). Non mi capacito ancora del fatto che non abbiano pensato a fornire un servizio così semplice e penso neanche tanto costoso da mantenere.
        Decisamente dobbiamo smettere di poter adagiarci sugli allori cullandoci sulla certezza delle nostre bellezze naturali: non dico di trasformare in rimini ogni nostra spiaggia, per carità, ma un po’ di servizi e professionalità in più sono assolutamente necessari.

      • ZunkBuster says:

        E poi vuoi mettere che in uno stesso giorno la mattina puoi andartene in spiaggia a Cea, il pomeriggio cambiare totalmente scenario e arrampicarti su Perda Liana, il tutto magari soggiornando a Lanusei da dove raggiungi entrambi i posti facendo pochi chilometri? Se vai a Villasimius, spiagge bellissime per carità, ma intanto gli alberghi hanno un rapporto qualità-prezzo sconfortante (i camping non so, sono andato in campeggio solo da bambino e non da quelle parti) e poi ti rinchiudi in un recinto fatto di vita di spiaggia, alla fine noiosa, e di sera discoteche e locali dove a parte i numerosi “continentali” trovi orde di quel fighettume casteddaio che quando sei a Casteddu magari preferisci evitare (roba da Libarium o da Spazio Newton per rendere l’idea). Come diversivo puoi andare a cenare in uno di quei ristoranti fatti apposta per mettere il colletto ai “continentali” dove ti servono robaccia. Se per caso hai bisogno di fare una puntata a Cagliari, prova a sbagliare orario e provi l’ebbrezza della coda fantozziana di ore ed ore, che se parti da Lanusei armandoti di santa pazienza alla fine ci metti di meno prendendo l’Orientale Sarda. No grazie, meglio l’Ogliastra.

  25. AnnaAddis says:

    Per racconti ancora più succosi, bisognerebbe chiedere ai turisti stranieri, dato che gli operatori turistici in grado di parlare almeno un po’ d’inglese sono una minoranza…

    Il problema numero uno, appunto, è la scarsa cultura turistica. Per anni ci siamo cullati nell’idea di essere una località turistica perché i turisti, in qualche modo, arrivavano. Però non abbiamo fatto nulla per migliorare l’offerta dal punto di vista qualitativo, concentrandoci semmai sull’aumentare la quantità di posti letto. Per poi lamentarci quando la gente sceglie altre destinazioni.

    Avremmo dovuto far sì che gli istituti professionali nel settore turistico diventassero fiori all’occhiello, non parcheggi per figli del proletariato non abbastanza studiosi per poter fare il liceo. Avremmo dovuto sfornare esperti in gestione delle imprese turistiche davvero in grado di poter fare quello che sta scritto nel loro diploma di laurea. I datori di lavoro, quando le cose andavano bene, avrebbero potuto pagare dei corsi di perfezionamento ai propri dipendenti più bravi (molti dei quali restavano disoccupati da ottobre in poi) per poi offrire un servizio ancora migliore l’anno seguente. Avremmo dovuto puntare sulla de-stagionalizzazione, ma qui si torna al punto dell’inglese, perché quelli che potenzialmente possono apprezzare i nostri miti autunni vengono dal nord Europa, mica da Roma.

    Per finire, un aneddoto, per quanto non avvenuto in terra sarda. La guida che ci ha accompagnato per una visita della medina di Fes, in Marocco, oltre a essere super-professionale, parlava perfettamente italiano e inglese, oltre ovviamente all’arabo e al francese. Gli ho chiesto se avesse mai vissuto in Italia, ma la risposta è stata che aveva dovuto frequentare un corso biennale per fare la guida turistica, durante il quale aveva scelto di studiare l’italiano. E non parlava un italiano scolastico, ma una lingua ricca di modi di dire, e continuava a fare paragoni tra ciò che vedevamo e monumenti analoghi in Italia. Altri suoi colleghi accompagnavano gruppi di tedeschi e spagnoli, parlando nelle rispettive lingue e suggerendo analogie con ciò che presumibilmente era loro familiare. La guida ci ha anche spiegato che, per esempio, con i turisti israeliani seguono un percorso diverso, e mostrano loro le zone anticamente abitate dalla comunità ebraica.

    Ho pensato che se in Sardegna fossimo in grado di offrire un servizio del genere, probabilmente avremmo ancora frotte di turisti.

  26. Francesco says:

    E ma allora sfondate una porta spalancata!
    Ho la fortuna di viaggiare molto per lavoro, sopratutto all’estero ed il confronto tra la civiltà ed il servizio in qualsivoglia Paese sviluppato e non rispetto a quanto descritto e’ sconfortante.
    Gli esempi vicini e lontani si sprecano, ma parto dagli amici tedeschi che hanno colonizzato una parte di Italia al Lago di Garda. Servizio, cortesia, prezzi decenti, sorriso sulle labbra sempre e comunque sono la regola. La spiaggia intorno al lago e’ di ghiaia quando va bene, l’acqua verde scuro e per niente trasparente. Ma li puoi fare di tutto, ci sono servizi, pulizia per tutti ed a prezzi ragionevoli. Vogliamo parlare della inciviltà che ci contraddistingue nell’abbandoni dei rifiuti grandi e piccoli sulle strade? E’ anche questo un esempio di quanto non siamo in grado di tutelare in un ottica di sviluppo durevole quel paradiso in terra che Dio ci ha dato: la Sardegna. Ormai mangio molto meglio in Ristorante a Berlino o Londra che in molte città italiane e a Cagliari e tutto senza essere rapinato.
    Sorvolo sui prezzi delle “case vacanze” in Sardegna in queste settimane….
    Il caro traghetti può essere una delle concause delle minori presenze turistiche ma a mio parere la vera causa e’ la mancanza di cultura nel servizio turistico. Oggi il turista medio ha grandi opportunità a costi decisamente inferiori a quelli proposti in Sardegna.
    Quindi anche in questo settore piuttosto che cantieri e betoniere ci vuole formazione e buone prassi da seguire. Gli esempi non mancano.

  27. Supresidenti says:

    ma poitta unu depiri enni in sardinia dopu un annu de traballu mali pagau e si fai pigai po su culu innoi? in sant’anna arresi esti sa stessa cosa. ma si is cuncessionis funti tottus de is accozzaus e non de chini teniri gana de traballai, bastara castiai a su poettu. si ci fiada una gara pubbrica donia cincu annus calincunu moveru su su de cu inveci de giogai cun cussu de is attrus.
    bonu fine xida a tottus e donei attenzioni a non si fai frigai su dinai in sa spiaggia..

  28. robespierre says:

    Complimenti! Era ora che qualcuno infrangesse il dogma della “crisi del turismo in Sardegna dovuto al caro traghetti”. Finiamola di nasconderci dietro al dito e scaricare tutte le colpe sugli altri, il fatto grave è che a farlo non sono solo gli “operatori turistici” dell’Asinara o di Terralba, ma anche chi dovrebbe fare in modo che tutto ciò non accadesse.

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