Politica / Sardegna

Gazzosa romana per Ugo “Ikea” Cappellacci: “Con Monti apriamo due tavoli!”. Finisce nel nulla l’atteso vertice con il governo. Non ci credete? Ecco il video!

Come lo vogliamo definire? Un incontro inutile? Inconcludente? Un flop? Il vertice romano tenutosi questo pomeriggio tra la delegazione sarda guidata dal presidente della Regione Ugo Cappellacci, e quella governativa capeggiata nientemeno che dal presidente del Consiglio Mario Monti, si è concluso con un solenne brindisi a base di gazzosa. Gazzosa purissima, però. Roba di classe che circola solo nelle migliori cantine della capitale.

Perché il risultato del vertice tanto atteso è (tenetevi forte) nientemeno che… l’apertura di due tavoli riguardanti i vari problemi sul tappeto! Cioè, boh, capito?? Come tutti i sardi, Cappellacci è andato a Roma e ha fatto un salto da Ikea e torna in Sardegna nientemeno che due tavoli! Come se della vertenza entrate, dei trasporti marittimi, di Equitalia e dei fondi Fas il governo non ne sapesse già abbastanza per poter dare quantomeno una prima risposta. Invece no. La delegazione sarda ha parlato, quella romana ha ascoltato e ha detto: “Ok ragazzi, di tutte queste cose ne riparliamo prossimamente. Tutti d’accordo?”.

Per rendersi conto dell’inconsistenza del risultato ottenuto oggi dalla Sardegna guardatevi il video della conferenza stampa finale, protagonisti il presidente Cappellacci e il sottosegretario alla Presidenza, Catricalà. Un quarto d’ora di aria fritta, segno che il vertice non ha portato a nulla se non a generici impegni.

Che dire? Il presidente Cappellacci incassa comunque la sua effimera vittoria politica. Allunga la vita del suo esecutivo e soprattutto coinvolge l’opposizione in una tattica di brevissimo respiro, impedendo al centrosinistra di continuare a denunciare l’inconsistenza di questa giunta regionale. E ha ragione il portavoce del Presidente Cappellacci a rinfacciare al capogruppo del Pd, Giampaolo Diana, il silenzio davanti a Monti, a fronte di dichiarazioni di fuoco rilasciate al termine del vertice.

La verità è che non bastano mille vertici con il presidente del Consiglio per colmare l’inconsistenza del centrodestra sardo che disgraziatamente governa la Regione da due anni e mezzo, e la confusione del centrosinistra isolano.

L’isola sconta la pochezza di Cappellacci, la sua subalternità a Berlusconi nei primi tragici anni di questa legislatura. Perché il vertice di oggi avrebbe dovuto tenersi qualche anno fa, quando realmente si poteva avviare un confronto politico serio, quando le dimissioni di Cappellacci dal Pdl potevano essere un’arma potente e non quella farsa che si è dimostrata essere, quando i parlamentari sardi di centrodestra potevano far cadere il governo Berlusconi e non ora che non contano assolutamente nulla.

Ora ci si dovrà accontentare dell’attivazione di tavoli tecnici, cioè lo smembramento della Vertenza Sardegna in una serie di partite singole dove la Regione verrà imbrigliata dai funzionari ministeriali che porteranno per le lunghe la soluzione di ogni singolo problema. Leggete cosa ha scritto oggi Paolo Maninchedda sul suo blog riguardo la vertenza entrate e vi renderete conto che i tavoli tecnici sono peggio delle paludi vietnamite se prima non c’è un chiaro impegno da parte del Governo in grado di orientare la valutazione dei funzionari.

La delegazione sarda doveva affrontare politicamente il tema della crisi, non ridurlo ad una sommatoria di vertenze, doveva portare a casa qualcosa di più della promessa generica ad affrontare i problemi dell’isola. Serviva invece l’impegno (tutto politico) che i problemi della Sardegna sarebbero stati risolti. L’impegno non è arrivato.

D’altra parte, chi sono i parlamentari sardi in grado di influenzare il governo e più in generale di contare qualcosa sul piano nazionale? Pisanu? Cicu e Pili che sulla vertenza Alcoa presentano al parlamento due documenti contrapposti? Antonello Soro? Chi?

Con il vertice di oggi è stato toccato il fondo. Il quadro politico sardo è ancora più confuso, l’orizzonte ancora più incerto. Un modo per uscirne c’è: sono le elezioni. E vedrete che davanti allo stallo in cui Cappellacci ha condotto la Sardegna, nel vicolo cieco di un confronto improduttivo con il Governo nazionale, gli alleati del Pdl supereranno le ultime esitazioni e, dopo la tornata amministrativa della prossima primavera che segnerà una nuova batosta per il centrodestra, manderanno a casa Cappellacci. Scommettiamo?

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VERTICE COL GOVERNO, IL COMUNICATO STAMPA DEL PRESIDENTE CAPPELLACCI

Roma 2 febbraio 2012 – Insularita’, questione entrare, trasporti, vertenze industriali, fondi fas, problematiche legate al sistema di riscossione: sono questi i temi al centro dell’incontro tra il governatore Ugo Cappellacci e il presidente del Consiglio Mario Monti svoltosi questo pomeriggio a Palazzo Chigi. “E’ stato un incontro positivo – ha dichiarato Cappellacci, al termine del confronto -. Abbiamo ipotizzato un percorso che, attraverso la costituzione di una serie di commissioni miste governative e regionali, deve portare ad affrontare non solo le emergenze, ma anche quei nodi storici che nel tempo hanno limitato lo sviluppo della nostra Isola”.

Il governo ha preso atto dello spirito della Regione Sardegna, presentatasi con una delegazione che e’ un esempio di quell’Italia dialogante che intende crescere sulla base di processi virtuosi. “A fronte di questa composizione che rappresenta tutto lo schieramento politico-istituzionale – ha spiegato Cappellacci –  c’e un processo che vede l’intera societa’ sarda coesa che prova a trovare una sintesi comune su problemi molto antichi. Problemi che oggi danno luogo a manifestazioni particolarmente forti di malessere con un’escalation preoccupante. Non sono manifestazioni a tutela di interessi di parte, ma il grido di una terra che soffre a causa di problemi antichi. Abbiamo avviato un percorso di leale collaborazione istituzionale – ha concluso Cappellacci – che auspichiamo possa portare quanto prima a risultati significativi sia sul fronte delle emergenze sia su quello della rilancio del nostro sistema economico-sociale”.

Roma, 2 FEBBRAIO 2012 – “Andiamo avanti in un clima di correttezza istituzionale e di dialogo, ma senza sconti”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, dopo l’incontro a Palazzo Chigi. “La Sardegna deve essere coesa, forte e determinata. La questione entrate, l’insularità e tutte le altre materie che compongono la vertenza Sardegna sono battaglie rispetto alle quali si può e si deve portare avanti – conclude il Governatore – una battaglia comune, come comune e’ la determinazione di rivendicare ciò che spetta alla nostra Isola affinché i diritti del popolo sardo possono avere piena effettività”. 

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6 Comments

  1. Io credo che non bisogna chiedere favori allo Stato italiano, quei tempi sono finiti. Per iniziare sarebbe opportuno far valere quello che oggi ci troviamo sottomano, e cioè il nostro Statuto Autonomo.

    Lo Statuto ci permette con l’art. 9 di riscuotere noi i nostri tributi istituendo una Agenzia delle Entrate sarda e poi dare le quote spettanti, secondo l’art. 8, allo Stato. Attualmente invece accade il contrario: l’agenzia delle Entrate italiana riscuote i tributi, solo che poi non ce li restituisce.

    Il nostro Statuto ci permette, con l’art. 12 l’applicazione di zone franche sul nostro territorio cosa che, soprattutto nelle aree industrializzate, non sarebbe una bestemmia.

    Il nostro Statuto ci permette all’art. 51 di mettere fine a procedure dannose per la Regione, tipo Equitalia. Ed attenzione, anche qui non ci stiamo mettendo in posizione di subordinazione, stiamo solo imponendo ciò che PER LEGGE è nostro diritto.

    Il nostro Statuto ci permette con l’art. 5 di adattare le norme di integrazione ed
    attuazione in materia d’istruzione e questo ci permetterebbe di apportare quelle migliorie come l’introduzione seria della lingua sarda, storia generale della Sardegna, storia dell’arte sarda, geografia economica e turistica della Sardegna.

    Noi non dobbiamo più chiedere favori, ma solo portare proposte adeguate a quelli che oggi sono i nostri diritti.

    In merito a queste richieste mancate, che derivano dall’italo-centrismo e dall’insicurezza dell’essere sardi, ho scritto sul mio blog un post che rifletteva sul “Blocco della Sardegna” che potrete trovare qui:

    http://inlibertade.blogspot.com/2012/01/al-termine-di-una-settimana-caldissima.html

    Enrico Piras

  2. Vittorio Sella says:

    Nel leggere i quotidiani sardi che si sono occupati del viaggio di Capellacci a Roma nell’ambito della vertenza Stato-Regione mi ha colpito una dichirazione dell’ex Ministro degli interni Beppe Pisanu, ora presidente della Commissione Antimafia. A raccocglierla è stato l’inviato Giuseppe Centore della Nuova, il quale ha scritto con virgolette che la Sardegna è percorsa da “fermenti pericolosi e violenti da isolare, anche con la buona politica”. Centore non dice altro, ma credo che su queste poche parole messe in relazione al malessere della Sardegna ci sia bisogno di chiarimenti da parte dell’ex minsitro sardo.Che ci sia l’urgenza delle risposte da parte dello Stato sulle vertenze in atto è fuori dubbio. Ciò che non si riesce a capire è il significato di quella frase, parrebbe dichiarata all’indirizzo del Capo di Governo e del Governatore della Sardegna. Non credo che quelle parole siano state pronunciate come flatus vocis, utili a ricordare la disperazione che la Sardegna sta vivendo. Ho colto significvati ‘nascosti’ nelle parole dell’ex minsitro.Che cosa sono “i fermenti pericolosi e violenti da isolare”? Mi chiedo quali siano e chi li dovrebbe isolare. Chi analizza la realtà sarda sulla base delle cronache quotidiane, sa che i fermenti di protesta esistono:sono i caschi degli operai che battono nei marciperi romani, nei porti sardi per richiamare la crisi industriale e la necessità di sviluppo. Sa che i fermenti sono i passi dei pastori sardi che urlano la loro condizione di sardi che denunciano la perdita di valore del prezzo del latte. A loro si sono aggiunti i disperati delle partire iva che non reggono il pesso delle tasse. Non credo che nella mappa dei ‘fermenti pericolosi’ sia da iscrivere ‘l’ indipendentismo educato in camicia bianca e cravatta’ che caratterizza i salotti cagliaritani. Che le condizioni della Sardegna siano ‘esplosive’ è un dato di fatto, come è nota l’assegna di una idea di sviluppo in grado di reagire al crollo delle tante Imprese di marca coloniale che hanno usato la Sardegna come terra marginale. Che senso ha allora parlare di ‘buona politica’, se è noto che gli imperativi morali non hanno spostato di una virgola la realtà delle tante vertenze aperte nel rapporto Regione-Stato? I fermenti di protesta sono legittimi e dovuti, spesso sono stati tardivi rispetto alle risposte che ancora tarderanno a venire. Senza quei fuochi di malessere il pacco delle vertenze sarebbe rimasto nelle negli Uffici del Palazzo Regionale.
    P:S. Per capire come va l’informazione in Sardegna consiglio l’analisi a confronto delle paginate sul Tavolo Romano da parte della Nuova e dell’Unione. La ritengo formativa per chi si occupa di comunicazione e condizionamento dell’opinione pubblica.

  3. Oh Vito, eh quanti giri di parole? Non mi starai mica imparando il politichese od il sindacalese mica!!! Bastava semplicemente dire che Ughetto da Rottendarm e tutta la sua corte (nani e ballerine compresi!) non contano più un cazzo. Punto!
    Hasta la vista al de vulgare eloquentia!

  4. Vito, sei troppo ingeneroso. Il “nostro” presidente Cappellacci ha ottenuto un risultato molto al di là di ogni aspettativa. Ha, addirittura, avuto l’attenzione di Monti per uno spicchio di giornata. Dalle parti di Porta Metronia, al di qua del Tevere, direbbero “mei cojoni” 😉
    Da Fantozzi a Monti, poi..che salto di qualità.
    La verità è che oggi la Sardegna – o meglio il Sardistàn – non conta proprio nulla.
    E molto lo dobbiamo ai “nostri” rappresentanti.
    Stefano Deliperi

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