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E certo che a Cagliari bisognerebbe liberarsi delle vie intitolate a Endrich e Sorcinelli! E non solo perché erano fascisti

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Sì, in effetti non è una cattiva idea quella di liberarsi di Terrapieno Enrico Endrich e di piazza Ferruccio Sorcinelli. Perché è una vergogna che a Cagliari le passate amministrazioni comunali di centrodestra abbiano omaggiato con il massimo riconoscimento laico due protagonisti di un periodo terribile come quello fascista. Enrico Endrich fu podestà di Cagliari, Sorcinelli addirittura l’organizzatore delle prime squadracce in Sardegna.

Poi è chiaro che i due furono anche altre cose. Endrich fu avvocato, deputato e senatore dell’Msi, esperto d’arte, e per molti “un gentiluomo”. Sorcinelli fu invece imprenditore minerario ed editore per decenni dell’Unione Sarda (“Dove il Duce vuole” bene in evidenza sotto la testata in prima pagina).

Ora la richiesta del consigliere comunale delle Federazione delle Sinistre Enrico Lobina è (oltre che di favorire il bilinguismo) quella di cancellare Endrich e Sorcinelli dallo stradario e rivedere il regolamento toponomastico per impedire che a Cagliari ci siano strade e piazze intitolate a personaggi legati al periodo fascista.

La destra cagliaritana è già insorta sui giornali, ed era prevedibile. Sorprende invece la posizione del direttore di Sardegna 24, Giovanni Maria Bellu, che ieri rispondendo ad una lettera al giornale ha “salvato” Endrich, peraltro con le stesse argomentazioni utilizzate dalla destra: “Il podestà era un gentiluomo”.

E quindi? E allora? E con ciò?

In realtà, per comprendere i motivi che dovrebbero spingere l’attuale amministrazione di centrosinistra a cancellare Terrapieno Endrich e piazza Sorcinelli bisogna comprendere il contesto in cui queste due decisioni furono adottate. Perché a mio avviso queste due intitolazioni devono essere cancellate, ma non solamente perché i due “gentiluomini” in questione erano organici al regime fascista.

Le argomentazioni di Bellu sono utili per sostenere la nostra tesi secondo cui Endrich e Sorcinelli pari sono. Il direttore di Sardegna 24 invece salva il podestà e abbandona l’imprenditore al suo destino. E infatti Bellu si spiega il motivo di Terrapieno Endrich ma nulla dice di piazza Sorcinelli, come se fossero state due logiche distinte a determinare l’identico risultato. E invece no, la logica è stata la stessa.

Partiamo dunque da Sorcinelli. Perché l’amministrazione Floris gli ha dedicato una piazza, peraltro in una zone importante della città (tra viale Trieste e viale Trento)? Perché era anche lui “un gentiluomo”? Mmm, forse no. Leggiamo allora l’Unione Sarda di oggi e sentiamo a riguardo le parole del sindaco Emilio Floris. Straordinarie.

Sorcinelli? Non l’ho conosciuto e non conosco la sua storia. Quindi non posso dire niente”.

Fantastico. Il sindaco dedica una piazza ad una persona di cui non sa dire neanche due parole in croce? Com’è possibile?

Emilio Floris ha detto la verità. Perché se non sa dire nulla di Ferruccio Sorcinelli, di sicuro non gli sfugge l’importanza dei Sorcinelli a Cagliari, a partire dal camerata Ferruccio in poi. Quella infatti è stata una intitolazione più che ad personam, ad familiam. Nella migliore delle tradizioni casteddaie.

Nei 17 anni di dominio incontrastato del centrodestra a Cagliari, le amministrazioni Floris e Delogu hanno omaggiato i poteri forti cittadini in vari modi. Ai Sorcinelli è toccata una piazza. E non solo a loro.

Torniamo dunque indietro di qualche anno e rievochiamo la vicenda del Terrapieno Endrich. La proposta viene avanzata, dalle colonne dell’Unione Sarda, dallo storico Lorenzo Del Piano e si concretizza sotto l’amministrazione del sindaco Mariano Delogu (che del podestà-avvocato fu praticamente allievo).

Siamo nel 1995. La destra conservatrice e reazionaria abbandona il ghetto in cui i partiti l’hanno confinata da decenni. Berlusconi sdogana i missini, chiamandoli a ricoprire incarichi di governo. Ora nell’arco costituzionale ci sono anche loro.

L’ultradestra nazionale, inebriata da tanto successo, vuole prendersi le sue rivincite. Non basta governare, comandare non è abbastanza. Serve una rivincita culturale. È necessario affermare che quelle posizioni ideologiche così duramente osteggiate per decenni non solo dai comunisti ma anche dai democristiani, ora hanno un pieno diritto di cittadinanza.

Ve lo ricordate? Sui giornali e nelle tv spadroneggia Marcello Veneziani a dire con orgoglio: “Siamo stati fascisti? E allora?”. I missini adesso fanno parte della maggioranza parlamentare. Sono ministri, senatori e deputati in numero mai neanche immaginato prima. Governano le città importanti.

Come Cagliari, appunto. Una città che dal dopoguerra non ha mai conosciuto un’amministrazione di centrosinistra (a parte la parentesi Ferrara), le cui élite si caratterizzano per essere espressione di una cultura politica conservatrice, se non anche reazionaria.

Endrich, (l’uomo integerrimo che però nelle sue memorie non prende certo le distanze dal Regime ma anzi afferma “Il fascismo è stato una necessità”), è il loro campione. In più, è il vessillo di una nota famiglia di destra che ora si prende le sue belle rivincite politiche e scala in tempi rapidissimi le gerarchie del potere nazionale.

Così è nato il Terrapieno Endrich. Come manifestazione culturale dell’ultradestra cagliaritana, e come omaggio feudale ad una famiglia che che riassaporava il gusto delle stanze del potere: non più all’opposizione ma con il bastone del comando in mano. Come tanto tempo prima. Come nel Ventennio.

L’intitolazione del Terrapieno (a due passi dallo studio di Endrich, mica in una zona periferica di Pirri dove è confinato Cesare Pintus, antifascista e primo sindaco del dopoguerra a Cagliari) è solo la prima delle intitolazioni ad familiam decise dal centrodestra negli anni in cui ha governato Cagliari. Altre sono seguite.

Manifestazioni di arroganza pura. Senza alcun senso del pudore, con sfacciataggine. Con l’obiettivo di cambiare il senso della nostra storia condivisa. Per fare della Resistenza una parentesi nella storia italiana (e non più il fascismo, così come nella tesi di Croce).

Per questo Terrapieno Endrich e Piazza Sorcinelli dovrebbero sparire. Non solo perché i due sono stati la rappresentazione ufficiale del fascismo in città (podestà l’uno, organizzatore di squadracce l’altro; mica artisti o uomini di lettere, ma uomini di apparato, uomini del Regime che mai sconfessarono, anzi) ma anche perché sono state frutto solamente di un interesse privato di alcune famiglie, e questo con l’intenzione di imporre anche a Cagliari una egemonia culturale di stampo ultraconservatore e reazionario. Altro che destra europea.

Sconfitte dalla storia, le famiglie Endrich e Sorcinelli appena hanno potuto si sono volute prendere questa rivincita, alla faccia della città. Perché a Cagliari comandano le famiglie, e tutti se lo devono ricordare. Sempre. A questo servono i nomi delle piazze e delle strade: per ricordare alla gente comune chi è potente e chi no.

Ora, se il centrosinistra nazionale ha sempre fatto la guerra alle leggi ad personam, perché a Cagliari non dovrebbe cancellare la vergogna delle intitolazioni ad familiam?

 

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32 Comments

  1. Thorgen says:

    …Quanto ai fascisti cagliaritani nello specifico (come in generale, del resto), l’unico vero distinguo da fare tra essi, a mio avviso, è quello tra chi rivestì cariche importanti nel governo della città, e chi, come Porrino, no: ovvero tra chi aderì convintamente al fascismo, ne fu protagonista nel governo della città, e magari ne trasse anche partito personalmente; e chi invece vi credette soltanto, o operò al suo interno ma non con ruoli direttivi. Giacché il fascismo – con buon pace di Giovanni Fantola, che sembra mettere tutte le idee e tutte le pratiche politiche sullo stesso piano – è quella fetentissima, spregevole ideologia che esiliò al confino o buttò in carcere tanti italiani, intellettuali e non, uccise Amendola e i fratelli Rosselli; proclamò le leggi razziali, togliendo agli ebrei italiani pane – e spesso anche onori – conseguiti col sudore della fronte, ci buttò in una guerra sconsiderata e profondamente ingiusta, perchè guerra d’aggressione e non di difesa; e infine degenerò nella vergognosa, infame vicenda della Repubblica di Salò, con i suoi rastrellamenti e la consegna di 8000 ebrei, come Primo Levi, direttamente ai nazisti. Quella stessa ideologia, il fascismo, contro la quale insorsero tanti italiani perbene, amanti della libertà e della democrazia, e contro la quale nacque la nostra Repubblica.
    Quindi, caro Fantola, cari tutti, no, gli italiani, i nostri nonni, i nostri zii, eccetera, NON erano affatto tutti uguali: come non lo era il fascismo rispetto all’antifascismo.

  2. Thorgen says:

    Mi dispiace contraddirti, caro Vito, ma prima della guerra non tutti erano praticamente fascisti: mio bisnonno, il regista napoletano Edoardo Bencivenga, col quale l’allora giovanissimo Vittorio de Sica mosse i primi passi da attore, perse il lavoro proprio per aver rifiutato di prendere la tessera del partito fascista, appunto conditio sine qua non per lavorare, al contrario di tanti più celebri suoi colleghi di allora. Questo io lo chiamo – con licenza parlando – avere i coglioni.

  3. In un articolo di Mario Sconcerti dedicato ad Arrigo Sacchi ieri sul Corriere della Sera, ho trovato una frase fa al caso nostro e che potrebbe essere tranquillamente riferita ad Enrico Endrich: “Gli va dato atto di coerenza, ma la coerenza ha poco a vedere con la realtà. Racconta solo se stessi”.

  4. La questione è immediata da spiegare. A Cagliari c’è un terrapieno intitolato a Enrico Endrich e una piazza intitolata a Ferruccio Sorcinelli, queste due persone sono state esponenti del Partito Nazionale Fascista durante il ventennio: sulla base di questo è stata presentata una mozione al Sindaco per “eliminare alcuni gravi retaggi fascisti presenti nei nomi delle vie di Cagliari”. Presentata in questo modo, la proposta di eliminazione è sicuramente fondata. Se, però, ci si sofferma sul perché in una città si decida di dedicare un luogo a una determinata personalità, allora tutto cambia drasticamente. Ma chi era Enrico Endrich? Enrico Endrich è stato podestà di Cagliari dal 1928 al 1934, e oltre questo è stato politico, avvocato penalista, esperto d’arte, prefetto. E’ a lui che si deve l’inizio della brillante carriera del più importante architetto cagliaritano (fino ad ora), ovvero Ubaldo Badas: proprio Endrich gli commissionò il progetto del terrapieno, nonchè la scuola Mereu e i Giardini Pubblici. Inoltre Endrich, divenuto deputato nel 1953, si dimise nel 1955 per protesta contro l’approvazione di vitalizi per gli ex-parlamentari (attualmente un gesto così clamoroso sarebbe impensabile). Chi era Ferruccio Sorcinelli? E’ stato un industriale aretino vissuto molto tempo in Sardegna, a lui si deve la salvezza dell’Unione Sarda nel 1920 (la acquistò) e l’idea vincente di sfruttare il carbone delle miniere del Sulcis per la produzione di energia elettrica. E c’è anche Vittorio Tredici: podestà di Cagliari, presidente del Cagliari Calcio, ed esponente del PNF prima e dell’MSI poi, ma anche Giusto tra le Nazioni.

  5. Alessandro says:

    E’ falso dire che prima della guerra “un po’ tutti erano fascisti”. Manlio Brigaglia ha pubblicato un libro in due volumi, negli anni ’80, che contiene una lunga lista di perseguitati politici dal fascismo. Ad essi occorre aggiungere coloro che pur non esponendosi ridevano del fascismo come di ogni governo, cioè la maggioranza delle persone.
    Per me è una storia anche familiare. Mio nonno, un botanico e farmacista che ha classificato tutta la flora officinale del Gennargentu, e la cui opera scientifica è citata ancora oggi come una referenza, si rifutò di iscriversi al PNF e per questa sola ragione veniva spesso illegalmente arrestato e infine gli venne requisita la sua farmacia, a Nuraminis.
    Dov’erano i Sorcinelli e gli Endrich mentre le persone venivano arrestate o perseguitate per le loro idee? Stavano coi delinquenti, per cui erano delinquenti pure loro. Non scherziamo col fascismo e prendiamo esempio da paesi civili come la Germania, o la Spagna.

    • amos cardia says:

      > si rifutò di iscriversi al PNF e per questa sola ragione veniva spesso illegalmente arrestato e infine gli venne requisita la sua farmacia, a Nuraminis.

      Saludi Alissandru,
      apu traballau duus annus a Nuràminis ma custu fatu no mi dd’ant mai contau. Ma nuraminesu fiat? Ita ddi narànt a jaju tuu? Innui potzu agatai s’obra sua?
      Gràtzias.

  6. Anonimo says:

    Caro Vito,

    mi sembra evidente che la toponomastica di Cagliari necessiti di una mis à jour.
    Per non scontentare nessuno, la mia proposta è di lasciare la piazza a Sorcinelli, ma intitolandola alla nipote Alessandra, quella che prendeva 10.000 euro a botta da Berlusconi, naturalmente per motivi di studio.
    Dopo la nipote di Mubarak, la nipote di Sorcinelli. Mi sembra un buon modo di adeguarsi ai tempi che cambiano.
    Cosa ne pensi? Cominciamo a raccogliere le firme?

  7. Giovanni Fantola says:

    “Ovunque vai cerca di lasciare un buon ricordo di te, che la gente possa apprezzare che il tuo oprato è fatto con onestà”, questo insegnamento paterno è, secondo me, estremamente importante nella scelta della toponomastica. Chiunque abbia lasciato un buon ricordo ed operato con onestà per la nostra città, merita di essere ricordato con una via o una piazza. Il resto sono simpatie/antipatie, riferimenti politici o ideologie. Le amministrazioni comunali dovrebbero, con lungimiranza, pensare a questo. Antonio Carta (chirurgo) e Gian Marco Pinna (infermiere perfusionista) vittime, insieme ad Alessandro Ricchi (al quale è dedicata la piazza davanti al Brotzu), della tragedia del Cessna, hanno operato con onestà: per regalare un cuore ad un cardiopatico sardo, hanno perso la vita. Io penso che meritino di essere ricordati come esempio per la nostra città.

  8. Il piazzale davanti al conservatorio è stato intitolato a Ennio Porrino, grande musicista nonchè fascista (fra le altre cose compose un inno per la R.S.I.).
    Fra tutti i musicisti sardi è stato scelto proprio lui per dare il nome a una piazza, guarda un po’.

  9. stavo per scrivere anch’io che ci sono molte cose + importanti della toponomastica ma le motivazione che adduce biolchini mi convincono i nomi bisogna toglierli per i motivi per cui sono stati messi ovvero clientelari compiacienti delle familgie casteddaie..ergo via quei due e chissa quali altri e dentro Martiradonna Scopigno e Nanni Loy!!!

  10. Stefano Lai says:

    Sono un Sorcinelli e Ferruccio, mio bisnonno non l’ho conosciuto nemmeno io, ma scrivo questo commento non per polemizzare ma per dialogare: è sempre costruttivo. In “Marcia su Roma”, Lussu, l’illuminato scrittore, ne parla come di un nemico leale e in Sardegna la rivoluzione industriale l’hanno fatta sopratutto Scano, quello della via che esiste da più di 50 anni, e nonno Ferruccio: non solo imprenditore minerario, ma imprenditore di tanti settori peraltro non sardo che venne a investire una montagna di soldi nell’isola. Miliardi di oggi che, guarda caso, non esistono più. Non dico che abbiamo le pezze al culo, ma non siamo certo in auge. Io vivo del mio lavoro, e mio fratello pure. Vorrei conoscere un Sorcinelli che attualmente ricopre una carica politica o un posto di potere. Oppure uno che ha avuto una corsia preferenziale: mi viene in mente Rolando, primario di oculistica, che avrebbe meritato quel posto da tanti anni ma è stato sempre osteggiato proprio dai poteri forti. Il figlio è al Casip ma ha un curriculum che fa paura, ingegnere senza un voto sotto il 30. La mia famiglia poteva tranquillamente farne a meno della piazza, tanto che nelle immagini della inaugurazione mia madre e noi due figli non c’eravamo. Prima della guerra peraltro un po’ tutti erano fascisti, ma sono d’accordo con te che chi ha avuto ruoli importanti è maggiormente responsabile. Un inciso: non vuole essere un ammorbidente, perchè ahimè sul fascismo la penso come te e vorrei conoscere il loro parere. Purtroppo però non ho conosciuto nemmeno nonno Nando, che nel dopoguerra fece diventare l’Unione Sarda un quotidiano indipendente, giornale nel quale io ho collaborato e nel quale sarei potuto entrare velocemente facendo causa visto che ho articoli firmati dall’inviato Stefano Lai, di mamma Sorcinelli. I vecchi cronisti avevano un ottimo ricordo di nonno e se fosse stato per loro sarei stato assunto( spero per meriti). Ma Grauso comprò il giornale e ostacolò la mia assunzione. Il presidente, Borghesan, mi disse che non c’entrava la mia attività di giornalista e il direttore di allora non potè fare nulla. Non si tratta di Fabio Maria Crivelli, noto antifascista di sinistra e in sella anche nel periodo sorcinelliano, ma di Filippini, che mi risulta fece l’assessore alla Cultura nella giunta Delogu e prese il posto di Crivelli, chiamato più volte a fare il direttore anche dall’avvocato Salvadori che nel 1965 acquistò la testata.
    Scusa la lungaggine ma era doverosa e poi mi serve per sfogarmi un po’ in questo periodo difficile, vista la vertenza a Sardegna 1 dove lavoro proprio come giornalista professionista.
    Ti saluto
    Con affetto e stima( spero reciproca dato che abbiamo anche lavorato insieme a Sardegna 1 e nel breve periodo di Radio Press, quando era appena nata, ci siamo divertiti seppur per poco.
    Stefano Lai

    • Caro Stefano, grazie per il tuo intervento. Mi rendo conto che in questo dibattito, la posizione di chi è imparentato con i personaggi storici di cui stiamo parlando (perché comunque di personaggi storici si tratta) non è semplice. Grazie per aver compreso che nessuno vuole dare valutazioni che esulano da una implicazione pubblica e politica. Il rispetto per per persone e per i vincoli familiari non deve mancare mai. E infatti hai ragione tu, prima della guerra erano praticamente tutti fascisti, e anche mio nonno lo era. Ma non è di questo che stiamo parlando. Grazie per le tue parole di saggezza, e in bocca al lupo per tutto. E’ una professione sciagurata la nostra, altroché. Tieni duro. Un abbraccio, Vito

  11. Valleyman says:

    Il corto in questione è stato presentato al concorso “Cagliari in Corto” nel 2000?
    Se si, come mai è sparito dalla pagina ufficiale? http://www.incorto.it/index2.html

  12. giovanni says:

    Ma queste intitolazioni ledono la liberta’ o la dignita’ di qualcuno? Ci sono cose più’ serie su cui proporre delle mozioni , soprattutto in questo momento.

    • efisio says:

      Offendono il buon nome della citta’, la memoria di chi ha subito le vigliaccate degli squadristi, il pudore di un paese civile e democratico.
      Ma su un punto in parte concordo: di cose più serie possono non essercene, di cose più urgenti sicuramente si.

    • Neo Anderthal says:

      Certamente l’intitolazione di una piazza al capo delle squadracce lede e gravemente la dignità della stessa Città di Cagliari, e così pure la analoga intitolazione di un viale-passeggiata al ex Podestà. Il tutto aggravato dalla beffa della dedica a Emilio Lussu di una aiuola spartitraffico.
      Quanto ai tempi, quale sarebbe il momento adatto? Per qualsiasi argomento c’è sempre chi eccepisce “i problemi più urgenti non sono quelli”.
      Credo invece che sia urgente ricondurre la memoria storica, anche attraverso l’omaggio della toponomastica, al ruolo fondativo che le compete.

  13. Monica says:

    Perfettamente d’accordo su tutta la linea. Le vie e le piazze andrebbero intitolate a persone veramente meritorie, tenendo conto del bene che hanno fatto per la comunità. Il bene che certi personaggi hanno fatto a se stessi, alla propria famiglia e ad amici e sodali se si vuole può essere riconosciuto dai beneficiari in privata sede per conto proprio e a proprie spese.

    • Valentina Serra says:

      Intestiamo il Terrapieno a prof. Roberto Coroneo. Sarebbe doveroso rendergli un pò di amore, lui che messo una vita intera di Studi al servizio della Cultura, quella vera.

  14. Nella mozione si parla di “ruoli di primo piano” e non semplicemente di adesioni e sopratutto si rimanda a valutazioni circostanziate. Se uno è stato fascista e poi ha fatto la Resistenza e ha fondato la gran parte della sua vita sull’antifascismo è un conto. Se uno è stato podestà, ha organizzato le squadracce casteddaie e non ha mai fatto un passo indietro rispetto a quelle scelte è un altro conto e secondo me, che ho elaborato la mozione, e secondo tutti i sottoscrittori, costui non può diventare un simbolo positivo per la città.

  15. Che popolo di servi. Ce l’abbiamo proprio nel dna.

  16. Gigi Zorcolo says:

    mah, caro Vito, al di la’ delle vicende Endrich e Sorcinelli, io credo che sia sbagliato voler mettere nel regolamento della toponomastica che e’ “vietato intitolare luoghi pubblici a persone che abbiano avuto ruoli nel partito fascista”.
    Secondo questa regola un grande come Indro Montanelli, tanto per fare un nome, non avrebbe il diritto di essere ricordato con una strada, perche’ da giovane era vicino al fascismo e scriveva per i giornali del regime.
    Al recentemente scomparso Giorgio Bocca, per fare un altro nome, verranno sicuramente intitolate strade e piazze qua e la’ per l’Italia (Pisapia lo ha gia’ detto), eppure tutti sanno che era un attivista fascista che addirittura firmo’ il manifesto sulla razza, salvo poi diventare antifascista e partigiano nel momento in cui c’era da saltare sul carro dei vincitori.
    Tornando alla nostra toponomastica, molto piu’ semplicemente il regolamento dovrebbe imporre a qualunque giunta di intitolare vie e piazze solo a persone che in qualche modo hanno dato lustro alla citta’ in maniera onesta e meritoria, indipendentemente dal loro credo politico e dal contesto storico in cui hanno vissuto e lavorato.

  17. Disterrau says:

    sono dáccordo con eliminare i nomi di quei due personaggi dalle vie di cagliari …..ma perche´non concentrare il dibattito sulla nostra storia in quanto sarda mettendo tutta la toponomastica di Casteddu e di tutta la Sardinnya in sardo? Avrebbe anche delle buone ricadute in termini turistici e sopratutto ci ricorderebbe della nostra storia , perche´attualmente non abbiamo memoria storica dato che non studiamo nemmeno la storia della nostra terra. Boleus su sardu in donnya arruga ……..

  18. A. Mongili says:

    In realtà, la mozione ha come primo firmatario Marco Murgia (PD) e porta la firma di tutti i capigruppo della maggioranza e sardista. Questo va detto perché fa parte di una riflessione condivisa che riguarda le regole con cui si potrebbe impedire a qualsiasi giunta di usare l’ecologia grafica e toponomastica delle nostre vite quotidiane come se fossero proprietà personali o, come dice giustamente Vito Biolchini, di famiglie o gruppi di famiglie.
    Il problema non è essere infatti gentiluomini, ma essersi schierati contro la democrazia e a favore della dittatura, ed avere lucrato posizioni personali di potere grazie a tali compromissioni.
    Un tradimento della polis che una città, se è polis e non altro, non può ammettere.

  19. Roberto says:

    Bisognerebbe fare piazza pulita anche degli onori ai Savoia.

  20. ittasinanta says:

    Sul sito dell’Ugnone c’è un sondaggio.
    Io ho votato. Mi chiedo, il 2% che ha votato “non so” itta fiara pensendi?

  21. Chi era Sorcinelli? Possiamo leggere, a pag. 139 dell’edizione Einaudi del ” Il cavaliere dei Rossomori” di Giuseppe Fiori la descrizione che ne da il neo prefetto di Cagliari Asclepìa Gandolfo, nella lettera riservata che scrive a a Mussolini il 16 gennaio 1923.

    […] Appena io giunsi a Cagliari, la questione Sorcinelli mi apparve subito importante, per le qualità dell’uomo e perchè da più parti, accennandosi alla sua moralità pubblica e privata, lo si indicava come uno dei principali ostacoli all’espandersi del Fascismo nell’Isola, non volendo gli uomini onesti trovarsi in sua compagnia […] Davanti all’opinione pubblica generale, che insiste a considerarlo un uomo molto bacato, ho creduto assumere informazioni a fonti oneste e sicure […] L’opinione pubblica sassarese ha viva ripugnanza per il commendator Sorcinelli, perchè lo giudica […] pessimo cittadino, molto intelligente ma proclive al mal fare. Egli infatti ha dovuto abbandonare Sassari per l’ostilità di quasi tutti i cittadini […]
    Le parentesi di sospensione sono nel testo…

  22. efisio says:

    Come non condividere lo sdegno, il fastidio per il tributo che suo malgrado la citta’ e’ costretta a dare a chi ne ha scritto le pagine più nere (nel senso di tristi e tragiche) della sua storia.
    Dissento solo sulla tempistica; mi sembra, infatti, che impegnare la nuova amministrazione su un tema ideologico, quando ancora non si sono visti gli effetti e le ricadute (che auspichiamo siano positive) delle sue politiche per la citta’ e per i cittadini cagliaritani, possa scatenare un dibattito controproducente in tempi non ancora maturi.
    Insomma aspetterei a fare i conti con chi oltraggia la storia d’italia, della sardegna e di Cagliari.

  23. Anonimo says:

    MA SOPRATTUTTO… LA TERRAZZA DEL BASTIONE INTITOLATA A UMBERTO I?! UMBERTO I DICO, MICA QUEL GENTILUOMO (STAVOLTA SERIAMENTE) DI UMBERTO II CHE EBBE LA DECENZA DI ANDARSENE MA UMBERTO I, CHE FACEVA SPARARE SULLA FOLLA! NON SONO A PRIORI CONTRO I SAVOIA MA LUI ERA VERAMENTE UN PEZZO DI MERDA!

  24. amos cardia says:

    Di acòrdiu cun Lobina e Biolchini a su 100%.
    In su 2006 deu e atrus emus pigau sa pròpiu chistioni, po is bias e is pratzas intregadas a is Savojas in totu Sardìnnia. Si pongu innoi un’artìculu de “Sardegna Oggi” http://www.comitau.org//Mangaras/arrassinna/soru_come_zapatero.pdf e unu de “Il Sardegna” http://www.comitau.org//Mangaras/arrassinna/maccioni.jpg.
    A Giuanni Maria Bellu no ddu connòsciu de manera personali, duncas mi potzu sballiai puru, ma mi parit che medas professoris de manu manca (frassa) chi apu tentu. Chi naramu una cosa giusta deu, issus si intendiant bogaus de campu e insandus arrespundiant cun calancun’atra cosa a su contras, tanti po si fai biri. Chi no essi cumentzau a chistionau deu, issus iant’essi nau sa pròpiu cosa chi intamis femu narendi deu. Teneus genti de manu manca chi, tanti po si fai biri, est disposta a nai cosa de dereta puru. Ma speru de mi sballiai…

  25. Stefano reloaded says:

    Cesare Pintus è stato fortunato. Che dire di Emilio Lussu, a cui è stata intitolata un’aiuola spartitraffico, come a un Silvio Lippi qualsiasi? Oltretutto contigua a viale Gen. Armando Diaz.

  26. Matteo Massa says:

    Sarebbe arrivato il momento di intitolare un pezzo della città a Nanni Loy, e il terrapieno Endrich riqualificato andrebbe benissimo. 🙂

  27. Maria Chiara says:

    mi viene in mente la vicenda della lapide messa in questi giorni per gli omicidi di Acca Larentia del 7 gennaio 78, e gli scontri che ne sono seguiti. ci sono certo delle differenze tra le due vicende, ma si parla sempre di “memoria”. anche perché i forti conflitti degli anni ’70 arrivavano direttamente da quelli degli anni della Resistenza. di sicuro c’è che la nostra Costituzione nasce dall’antifascismo: intitolare vie cittadine ad esponenti del ventennio è stata davvero una grave macchia della passata amministrazione cagliaritana.
    http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_gennaio_7/acca-larentia-celebrazioni-e-polemiche-1902774612928.shtml

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