Ambiente / Politica / Sardegna

Cappellacci impallina De Benedetti! La Regione dice no a Sorgenia: bocciata la centrale solare a Macchiareddu. Addio a investimenti per 250 milioni di euro!

Ora è ufficiale: la Regione ha bocciato definitivamente per motivi di incompatibilità ambientale il progetto presentato dalla società Sorgenia per la realizzazione a Macchiareddu di un gigantesco impianto solare termodinamico. La delibera che blocca senza appello la realizzazione dell’opera è stata approvata dalla giunta Cappellacci lo scorso 23 dicembre ed ora è consultabile sul sito della Regione Sardegna a questo indirizzo:

http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_274_20120105095536.pdf

Detta così, mi rendo conto di non avervi eccitato. Ma se vi dico che l’investimento previsto era di 250 milioni di euro (sì, avete capito bene: 250 più sei zeri) e che Sorgenia è di proprietà l’imprenditore Carlo De Benedetti (l’editore di Repubblica e de L’Espresso), allora le cose cambiano.

Ma che cos’è il solare termodinamico? Questo articolo lo spiega bene:
http://www.terranews.it/news/2009/07/sole-specchi-energia-il-termodinamico-cresce

E se vi dicessi che da sempre il Pdl è contro il solare termodinamico? Leggetevi questa analisi:
http://ladridimarmellate.blogspot.com/2009/07/insolazione-gasparri.html

E se pure vi dicessi che in tempi non sospetti qualcuno aveva messo in collegamento il no di Cappellacci alla necessità di favori re invece la cricca di Verdini? Scriveva Giorgio Melis il 9 giugno 2010 nel suo articolo dal titolo Ugo, i’ vorrei che tu, Flavio e Denis: bella cricca. Cappellacci non scappi, parli:

C’è una grossa notizia che pare non interessare nessuno, almeno in Sardegna. La rilancia solo “Libero” con un titolo che collega la vicenda all’affaire principale: “I progetti di Verdini rovinavano gli affari di De Benedetti”. Ovvero, la centrale solare nel Casip di Macchiareddu – sembrerebbe di capire – era d’intralcio: comunque è stata stoppata. Tranne un criptico cenno, l’informazione sarda se n’è disinteressata del tutto. Benché se ne sia accennato nella conferenza stampa del Casip (Emanuele Sanna e Oscar Serci) sull’inchiesta giudiziaria per possibili infiltrazioni mafiose nel famigerato ex Casic. Ci sarà qualcuno che in Consiglio regionale chiederà spiegazioni appaganti a Cappellacci anche su questo punto grandemente significativo, forse riconducibile – secondo “Libero – a un’unica connection dell’oscura partita sull’energia?

E’ vero anche che quando il progetto partì, c’è chi sosteneva che Soru voleva fare una favore a De Benedetti.

Insomma, questa è la notizia. Ora a voi i commenti.

Tags: , , , ,

32 Comments

  1. Pingback: Solare termodinamico, la Sardegna volta le spalle al futuro | TTecnologico

  2. Anonimo says:

    Io sono favorevole al solare termodinamico e alle FER in generale. Questa, in particolare, ha l’elemento positivo della continuità produttivo.
    Penso però che Soru, a suo tempo, in greve (e grave) conflitto di interessi perché De Benedetti aveva capitalizzato Tiscali per 70 m.ni di euro, avrebbe dovuto seguire un procedimento più trasparente. Far redigere un progetto preliminare per pochi soldi e mettere a gara il tutto. Anche perché la componente di incentivo pubblico del business non era irrilevante e in questi casi è corretto, ma pure legittimo, fare delle gare. Penso che ci sarebbero state diverse grosse società disposte a partecipare alla gara a parità di requisiti richiesti

    • agripodda says:

      x Anonimo – non mi pare che nessuno degli altri interventi eolici o fotovoltaici realizzati negli ultimi anni a Macchiareddu siano stati messi a gara: se tu vuoi investire nella zona industriale gestita dal Cacip chiedi se ci sono aree disponibili, le acquisti, chiedi le autorizzazioni e i nullaosta previsti dalle innumerevoli normative vigenti e poi ci realizzi le opere, sia che agisca da imprenditore individuale o da azienda privata. Sorgenia ha chiesto le autorizzazioni come le ha richieste un qualsiasi pinco pallino: purtroppo dei motivi che poco hanno a che fare con gli interessi del territorio e, più in generale, dell’intera Sardegna, hanno negato questa opportunità (per essere più chiari leggere l’articolo del 9/6/2010 di Giorgio Melis suggerito da Biolchini, che è fin troppo esaustivo)

      • Anonimo says:

        Non sono d’accordo. Stiamo parlando di un accordo di programma. Questo istituto è un partenariato pubblico privato. E’ previsto un apporto pubblico, se non in soldi in servizi o concessioni. All’interno di questo accordo è prevista anche la pubblica utilità, urgenza e indifferibilità che consente una serie di agevolazione in materia espropriativa.
        Dimmi quale dei grandi impianti a cui tu accenni hanno avuto questo trattamento, fatte salve le linee di connessione AT / MT.
        Secondo te Moratti a Ulassai o Greentech sul Grighine o Friel a Villalcidro. Neanche per sogno. Neanche l’Enel ha avuto questo tipo di agevolazioni. Questi sono in genere contratti sottoposti a royalities oppure a servitù di superficie limitate nel tempo.
        L’accordo di programma Sorgenia è altro. Ci sono un mucchio di società che avrebbero realizzato quella roba, con quegli incentivi e quegli utili certi derivati. Ecco perché doveva essere messa a gara. Soru in questo è stato carente.
        Aggiungo ancora:
        Conosco i responsabili del servizio SAVI e non ho ragioni per pensare che siano corrotti dalla politica, cioè dire che boccino per pressioni di Oppi. Anzi finora ho sempre visto persone molto serie, spesso di cosiddetta sinistra, che hanno ragioni per fare favori a politici o imprenditori di cosiddetta destra o torti alla cosiddetta sinistra.
        Bisognerebbe smetterla di insultare liberamente e dietro l’anonimato.

        Il nostro ospite quando scrive ci mette culo e faccia, io no, io sto anonimo, come gli altri.

      • Serenamente,pacatamente: ma che modo di argomentare!! No scusa, Agripodda, fammi capire: per il semplice fatto che in passato le aree del Casic sono state assegnate a chi meglio si riteneva utile, senza bando, senza selezione pubblica e senza criterio, si dovrebbe forse continuare giustificare l’allegro andazzo? Ma li leggi i giornali o ti limiti a citare solo l’agiografo soriano? Se è così ti informo che proprio quel becero modo di procedere del Casic ha messo nei guai diversa gente (http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2011/08/04/news/blitz-della-finanza-negli-uffici-del-cacip-4738215
        http://lanuovasardegna.gelocal.it/cronaca/2011/08/05/news/nuove-perquisizioni-al-cacip-4744500
        http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/202102 ) Per quanto riguarda Sorgenia anche le pietre sanno che all’epoca la società non ha chiesto preventivamente se c’erano aree disponibili, non le ha acquistate, non ha chiesto né le autorizzazioni e né i nullaosta, semplicemente ha cercato di mettere i carri davanti ai buoi pensando di fregare tutti in curva con un vantaggiosissimo accordo di programma, che tagliò fuori altri soggetti che avevano presentato domanda prima di quella società. E’ storia, informati. Ma poi basterebbe leggersi le osservazioni del Siva della Regione per capire che ti sei arruolato d’ufficio tra i supporters di De Benedetti: perché non presenti il tuo curriculum a Sorgenia? Vedi, io sono una piccola imprenditrice che rischiava di vedersi espropriati i suoi 2830 mq (dove ho una piccola attività di equitazione e coltivazione di erbe aromatiche) a prezzi da fame per fare una cortesia a De Benedetti, con un sistema di rapina che si cercava di legittimare proprio con quell’accordo di programma, nel silenzio di gente come te. Per capirci, valga per tutti l’articolo stampa dell’altro giorno di Sardegna Quotidiano (http://www572.megaupload.com/files/8b58fab1850aeee62a9fd07fdf9594d2/Pagine%20da%20SARDEGNANQCagliari_06.01.2012.pdf ). Ti pare un modo corretto di gestire la cosa pubblica, i beni comuni, di fare gli interessi della collettività? Mi fai una cortesia? Palesati con nome e cognome, così se mai tu avessi intenzione di candidarti in qualche amministrazione pubblica del territorio mi eviti il rischio di votarti, grazie.

      • agripodda says:

        x Lisa: senza polemica alcuna, ma ho già fatto un esperienza amministrativa pubblica, mettendo in pratica l’insegnamento che “durante il mandato elettorale non ti devi ne cambiarti l’auto ne investire in terreni e/o mattone”. Questo per evidenziarti con quale equilibrio ho sempre valutato quale posizione prendere, e sopratutto quando di è trattato di aree CACIP e di progetti per lo sviluppo del territorio locale e dell’intera area vasta. Oggi, libero da impegni amministrativi e senza condizionamenti di sorta, prima di tutto ti consiglierei di verificare se hai debiti pregressi ICI dal 2006 in poi (ti ricordo che la tua attività ricade in zona D e non in zona E agricola e quindi non è esente), comincia a calcolarti l’IMU per il 2012 (equitazione= stalle, etc. etc.) e per il futuro augurati che nelle aree in questione non si programmi la realizzazione di altro intervento come per esempio la futura discarica di appoggio delle ceneri termocombuste dei rifiuti di tutto il Sub Ambito A1 di Cagliari, prodotte dei forni inceneritori poco distanti (struttura sempre più necessaria e che molto presto tornerà al centro dell’attenzione pubblica): allora si che non ci saranno Soru, De Benedetti o Sorgenia che tengono!!! Good bye

    • Anonimo says:

      Mettere a gara un progetto non si può, è vietato dalla legge: Art 1.3 del DM 10/09/2010 “Ai sensi dell’ordinamento comunitario e nazionale, non possono essere indette procedure pubblicistiche di natura concessoria aventi ad oggetto l’attività di
      produzione di energia elettrica, che è attività economica non riservata agli enti pubblici e non soggetta a regime di privativa (…)”
      Perchè non informarsi prima di uscire con soluzioni strampalate?

  3. agripodda says:

    per completezza d’informazione: 1) non è assolutamente vera l’affermazione che la centrale Sorgenia avrebbe sottratto tutte le aree disponibili nell’agglomerato industriale di Macchiareddu (località indicata genericamente, in realtà l’area individuata è nota come Coccodi), 2) la realizzazione dell’impianto avrebbe anche garantito l’occupazione di 200 persone su tre turni per 24 mesi, non solo le 20 alte e altissime figure professionali a regime (e comunque di questi tempi non era disprezzabile); 3) l’impianto a regime poteva garantire una percentuale attorno al 30-40% del fabbisogno energetico degli insediamenti industriali presenti nelle aree Cacip di Macchiareddu, energia verde; 4) tra le opere previste c’era anche la definitiva messa in sicurezza del Rio Coccodi, quello che con la eccezionale portata d’acqua dopo le pioggie eccezionali dell’11/12/13 novembre 1999 ha devastato la strada dorsale consortile, obbligando l’allora Casic a tenerla chiusa al traffico per un paio d’anni.
    (ex consigliere comunale del comune dove dove sorgere l’impianto)

    • Massimo says:

      Sempre per completezza di informazione, agripodda vada a leggersi il contenuto dell’accordo di programma (qui di seguito nella versione con firme e cartina: http://www.sardegnaeliberta.it/docs/sorgenia.pdf). Si conteggino quindi i posti di lavoro a regime dell’impianto – a regime e dell’impianto, non del possibile indotto che è tutto da dimostrare! – e si faccia attenzione al passaggio in cui dice che il Cacip mette a disposizione tutte le aree di proprietà (40 ettari), ovvero che le altre, private, dovranno essere oggetto di espropri (sai come saranno contenti gli agricoltori della zona!). Questo è quanto, fin tanto che qualcuno non mette a disposizione, concretamente, altra documentazione che dica il contrario.

      • agripodda says:

        x massimo: conosco molto bene i contenuti di quell’accordo di programma (e ho anche partecipato a tutti gli incontri fra l’allora amministrazione comunale interessata, di cui ero componente, e l’entourage di Sorgenia), ti confermo i venti posti a regime come tu affermi (quasi tutti ingegneri e tecnici ad alta specializzazione), ma ribadisco che per la realizzazione dell’impianto e della canalizzazione del rio Coccodi sarebbero stati impegnati circa 200 fra operai e manodopera specializzata per due anni. Sulle aree interessate confermo le tue informazioni sui 40 ha Cacip, ma non sei sufficientemente informato sui restanti 160 ha che sono privi di condotte irrigue del Consorzio di Bonifica, ricadono interamente in zona D (aree di sviluppo industriale del PUC vigente nel comune interessato), in larga parte sono di proprietà di privati che non sono ne coltivatori diretti e neppure imprenditori agricoli professionali, sono aree il cui sfruttamento agricolo è limitato al pascolo di ovini o a qualche bosco di eucaliptus (a meno che non vuoi provare a seminare ad esempio del grano, consapevole che le rese migliorsono fra i 5 e i 10 quintali ad ettaro: se sei proprietario di un terreno in quella zona fai una prova: se sei un masochista e vuoi lavorare in perdita…). Nel comune interessato l’attività agricola e quella zootecnica, fortunatamente, sono concentrate al di fuori delle aree individuate a suo tempo dal gruppo Sorgenia, pertanto anche tu cerca di portare documenti e argomenti più convincenti a favore delle tue tesi!!!

      • Massimo says:

        Intanto qui chi ha portato e richiamato documenti, a cominciare dall’accordo di programma, è il sottoscritto. E bastava leggerseli. Così come sarebbe bastato leggere – per restare all’aspetto tecnico della validità dell’iniziativa – la valutazione del SIVA contenuta nella delibera della Regione indicata da Vito. Su questi si sarebbe dovuto ragionare. Andando invece alle opinioni, è evidente che abbiamo due concezioni diverse di sviluppo e del bene pubblico. E anche, permettimi, di trasparenza. Io non sono tra quelli che si stracciano le vesti perchè viene detto no – motivatamente, dal punto di vista tecnico e giuridico – a 250 milioni di investimenti (sulla carta) dell’ultimo dei Tycoon che sbarcano in Sardegna. E non sono neppure pregiudizialmente contrario al solare termodinamico. Però non faccio il tifoso a prescindere, ragiono e valuto tutte le componenti in campo, non solo quelle fanno comodo ai miei interessi (che siano economici, professionali o di categoria poco importa). Grazie a Dio ho la memoria lunga e l’esperienza passata delle tante cattedrali nel deserto, delle tante colonizzazioni industriali e speculazioni all’insegna della privatizzazione degli utili e socializzazione dei costi, mi fa diffidare di ogni mega iniziativa che venga strombazzata da fittizi numeri e ragioni sociali di richiamo, che si sono sempre dimostrati degli specchietti per le allodole. Non è che siccome “solare è bello” (e De Benedetti un figo) ci devono passare sulla testa tutte le speculazioni e boiate di questo mondo. Non è che siccome questa è una terra affamata dobbiamo digerire tutte le furbate dell’ultimo di turno, quasi avessimo l’anello al naso. Poi sono e resto un liberale, però di quelli accorti. Mi spiego. L’ex Casic – e con esso la Regione amministrata all’epoca da Soru – se avessero voluto seriamente battere la strada del solare termodinamico a Macchiareddu avrebbero dovuto fare un bando pubblico, determinare l’entità concedibile delle loro aree e imporre nel bando vincoli e ricadute positive sulla comunità locali. La faccio breve: la tua iniziativa produce 10 di utile? Bene, io mi impegno ad agevolarla il più possibile, ma di questo utile 5 rimane in Sardegna (nelle diverse componenti) e 5 nelle tue tasche. E tanto per iniziare si parte con un piccolo/medio intervento, giusto per vedere come funziona, non sia mai una boiata. Si chiama precauzione, si dice fare l’interesse pubblico. Niente saldi pre-elettorali di fine stagione o regalie di sorta. Allo stato dell’arte, quello che invece sarebbe restato in Sardegna, con quel vergognoso accordo di programma, sono i 20 posti di lavoro stabili e 200 ettari di terreni in meno. Come sappiamo bandi pubblici non ve ne sono stati, c’è stata invece una cosa stile ummaumma (e non mi soffermo sui conflitti di interesse di qualcuno). 200 posti di lavoro – in grandissima parte operai – per due anni, per realizzare le opere? Embe’? Ma vogliamo tornare con queste argomentazioni alla Costa Smeralda, alla più recente Tuerredda, o a quella boiata del termodistruttore di rifiuti di Ottana per giustificare la validità di un investimento? Non mi pare che il rischio potesse valere la candela e ora le motivazioni del SIVA l’hanno dimostrato, fino a prova contraria. In ultimo c’è la parte dell’intervento che sarebbe ricaduta su aree che non sono pubbliche, nè nella disponibilità dell’ex Casic. Non mi soffermo oltre, richiamo tutti alla lettura dei documenti e delle opinioni che ho reso accessibili in precedenza e al perverso sistema che si erano inventati lorsignori con l’accordo di programma, per poterci mettere le mani sopra a costi irrisori, sulla testa degli algtri, un vero schifo. Altro non ho da aggiungere e la polemica finisce qui, almeno per quanto mi riguarda. Dico in ultimo solo una cosa: Dio ci scampi e liberi dagli amministratori che pensano di fare gli interessi pubblici strizzando un occhio agli ex soci in affari e chiudendo l’altro per non vedere i propri conflitti di interessi. Ad ognuno il proprio mestiere.

  4. Massimo says:

    C’è qualcuno che si prende la briga di conoscere il progetto in questione, di leggere tutti i documenti, prima di partire in quarta con la tifoseria pro solare termodinamico senza ma e senza se? Ps. A dichiarare che il progetto avrebbe sviluppato a regime non più di 20 posti di lavoro è stata la stessa Sorgenia (ma non è una questione di posti di lavoro, o meglio non solo, le questioni sul tappetto sono ben altre!!) . Si leggano le carte prima di coprirsi di ridicolo. E magari qualcuno vada a scoprire la realtà “industriale” di Macchiareddu prima di facilitare la sottrazione di tutte le aree disponibili in un sol colpo, a costi ridicoli (per alcuni), pregiudicando ogni altra iniziativa futura. Della serie: il guadagno per pochi, fuori dall’Isola, le perdite invece le socializziamo, nell’Isola.

    • Sardinian Observer says:

      Spiacente per te ma quel progetto lo conosco molto bene. E lo difendo proprio per questo.

      Si copre di ridicolo chi parla di Macchiareddu senza conoscere quella zona industriale. Pregiudicando quale altra iniziativa futura? Forse qualche altro impianto altro eolico che occupa 3 persone o fotovoltaico che occupa 4 persone?

      In ogni caso il progetto di Sorgenia è solo un aspetto, non certo, a mio modesto parere, il più importante.

      Ringrazio Vito per aver aperto questa discussione, in attesa che la stampa sarda si accorga del problema…

      • Massimo says:

        Ecco, bravo. Fai un salto al Cacip e chiedi quali iniziative future potrebbero nascere se invece di concedere tutti i 40 ettari a Sorgenia venissero accolte le domande che giaciono in qualche cassetto. Scirarì.

      • Neo Anderthal says:

        Scusate, ma a Macchiareddu ci sono chilometri quadrati liberi, altro che 40 ettari.
        Lo sa e lo può vedere chi ci passa anche per sbaglio.
        Magari il problema fosse che 40 ettari sono troppi e impediscono altri insediamenti -e gli agricoltori della zona non ci sono, visto che i terreni sono espropriati dall’ex CASIC ora Cacip, perché zona industriale. Ci sono solo dei pastori -credo che siano tollerati benché semiabusivi-.
        Poi va bene tutto però, se qualsiasi produzione di energia comporta un impatto di qualche genere, il solare termodinamico è tra quelli meno impattanti. Preferiamo continuare ad affidarci alla sola SARAS?
        Non sarà il caso di diversificare e dare spazio anche a questa possibilità?

      • Massimo says:

        A Macchiareddu, località, ci sono chilometri quadrati liberi, ma non nelle disponibilità del Cacip, che ne ha concesso 40. Gli altri 160 (tanto è poco) andrebbero espropriati, con un metodo subdolo, a due lire, per fare poi ricco De Benedetti. Siamo dinanzi ad un nuovo colonialismo industriale.

      • Neo Anderthal says:

        Perfetto: si facciano gare, si valuti il miglior offerente, che sia Sorgenia o altro non me ne importa pressapoco nulla, e si mandino avanti i progetti -ci potrebbe o dovrebbe pensare un assessorato all’industria capace di promuovere, per esempio-.
        Oppure/anche, si dotino di apposite dinamo le bici da spinning delle palestre di Cagliari e Provincia, obbligatoriamente. Perché mandare sprecata tanta energia generosamente prodotta?

  5. efisio says:

    pare ci sia un po’ di confusione (forse ha ragione l’ing. vacca che l’ignoranza è il pericolo maggiore di questa nostra società).
    il solare termodinamico è ben altra cosa rispetto al fotovoltaico.
    si tratta di una vera e propria centrale termoelettrica in cui la caldaia a carbone od a olio combustibile è sostituita da un fluido termovettore riscaldato da un insieme di specchi che dirottano i raggi solari verso il suo ‘contenitore’.
    altro che tre progettisti e due guardiani, in una centrale di questo tipo ci lavorerebbero diverse decine di persone!
    quanto al tasso di suolo occupato in rapporto all’energia prodotta, se vi pare che possa essere un problema in una regione che ha 70 abitanti per chilometro quadro chiedetevi almeno come mai non lo sia in stati che hanno una densità di 90 abitanti per chilometro quadro come in spagna o ancora negli stati uniti.

    ma già in questo blog si stanno facendo ragionamenti troppo alti per uno come capellacci, figuriamoci se ha segato il progetto per motivi tecnici! e quanto alle commissioni tecniche regionali abbiamo già avuto esempio della loro lungimiranza scientifica visto che avevano scartato per ‘scarsa rilevanza scientifica’ il progetto di una scienziata sassarese che per lo stesso progetto ha ottenuto un anno dopo riconoscimenti e soldi dalle organizzazioni internazionali…

    • Sardinian Observer says:

      efisio, concordo dalla prima all’ultima riga del tuo commento: troppi (politici compresi) si improvvisano esperti senza conoscere a fondo i problemi (e le soluzioni)

      Aggiungo solo che:
      1) il solare termodinamico consente di accumulare energia (non elettrica) garantendo un funzionamento praticamente costante (a differenza di tutte le altre fonti rinnovabili) e per questo decidere di non usarlo in Sardegna suona proprio come un nonsenso tecnologico (e politico);
      2) la centrale Sorgenia è solo una delle opportunità perse con questa scellerata decisione della Giunta Cappellacci: esistono realtà imprenditoriali, accademiche e di ricerca cui si assesterà un colpo mortale;
      3) nel mondo si sperimentano soluzioni alternative agli specchi parabolici nelle quali la superficie occupata non deve necessariamente essere pianeggiante e quindi cade anche l’obiezione relativa agli impianti a terra.

  6. Sono d’accordo con Massimo: il punto è che gli impianti a terra tolgono moltissimo spazio ad eventuale altro lavoro e non c’è un grande ritorno in termini di posti di lavoro. Ossia c’è lavoro per i progettisti finchè c’è la parte progettuale, poi per gli elettricisti e gli operai, ma il cantiere è breve in genere, e infine per un paio di guardiani: e vengono occupati centinaia di ettari.
    Le energie rinnovabili dovrebbero essere un completamento delle nostre vere industrie, sui loro tetti.

  7. Io lavoro nel campo delle rinnovabili, e mi è già capitato di scontrarmi con la Regione Sardegna o con i consorzi di Comuni per questioni simili. Non conosco i motivi della bocciatura, ma dato che è il mio mestiere so con esattezza cosa chiederanno il consorzio e la regione, e in genere se la conferenza di servizi viene bloccata per qualche motivo il progetto non viene bocciato, ma semplicemente sospeso, perchè viene fatto arrivare molto prima agli enti che devono esprimersi, quindi il parere preliminare o i motivi di dissenso genericamente vengono espressi prima, ed è molto difficile che venga bocciata per scelte progettuali inadeguate. Quindi secondo me se è stato sospeso, deve essere un motivo davvero esistente di violazione delle leggi vigenti, spesso capita di trovare enormi contraddizioni tra leggi statali e regionali sulle rinnovabili, perchè la regione non può bocciare un progetto avente diritto di essere solo perchè è contro le energie rinnovabili. Inoltre credo che gli investitori non si lascino bloccare così facilmente e dato istruire la pratica è una cosa costosissima nel caso di un progetto così grande.
    Ma il punto è che un impianto a terra, come il solare termodinamico occupa terreno libero che potrebbe essere altrimenti usato per altro, e anche se è vero che tanto l’area è in abbandono, è comunque un’area industriale, quindi si ruba spazio ad altri tipi di industria per 20 anni (durata del conto energia).

    • Sardinan Observer says:

      Leggo “si ruba spazio ad altri tipi di industria” e non credo ai miei occhi… Ma stiamo scherzando? Ma se la Sardegna è zeppa di pale eoliche in zone pregiate e di fotovoltaico in terreni agricoli (su serre fantasma) tutte autorizzate regolarmente dalla Regione… Qui stiamo parlando di una zona industriale in agonia. Con l’uscita dall’Obiettivo 1 la Sardegna può sperare solo nel terziario avanzato, nel turismo e nelle rinnovabili. Le industrie sono come le miniere: non esistono più… O davvero pensi che ci siano industrie pronte a sbarcare a Macchiareddu da qui a 20 anni?

      P.S. nel caso del solare termodinamico la porzione di ambiente deturpato (contando anche lo smantellamento delle strutture e lo smaltimento dei materiali) è la più bassa a parità di energia prodotta.

  8. antonio says:

    La notizia è che la sardegna ha perso 250 milioni d’investimento privato in una zona che già ampiamente degradata, se il metro è quello di Cappellacci non dovrebbe esistere ne la Saras ne Enichem ne Syndial insomma tutti a fare gli allevatori o camerieri a Forte village

  9. efisio says:

    E quando Pistorio voleva aprire ST Microelectronics a Cagliari e la giunta Pili-Anedda-Floris lo fece scappare a Catania?
    Il centrodeestra sardo ce l’ha nel dna di far scappare gli imprenditori puliti (Capellaci per altro ha ereditato anche de is accabadoras l’arte di aiutare le imprese esistenti a morire) cosi’ fa trovare il terreno sgombro agli uomini d’onore con i quali i politici babbei hanno sempre da fare ottimi affari.
    La Sardegna affonda e Capellaci da’ il suo ‘onesto’ contributo, ovviamente siamo tutti tornati a sorridere.

    Intanto, a qualcuno risulta che questa giunta regionale abbia risposto al meno del 30% delle interrogazioni del consiglio?
    Un belle’esempio di rispetto dei ruoli, di democrazia sospesa. Altro che governo Monti

  10. a me però che de Benedetti faccia soldi con il sole m’importa pochino e non credo l’impianto creato grandi benefici alla Sardegna. E’ il sistema he deve cambiare,
    qui si sta solo discutendo di chi deve guadagnare a spese nostre.

  11. Massimo says:

    Boh, dire che “Cappellacci impallina De Benedetti” non è proprio esatto. Non difendo Cappellacci – che ha fin troppo da farsi perdonare – però mi guardo bene dal dimenticare la Sor(u)genĩa. Diciamo bene come stanno le cose: a impallinare la Sorgenia del Gruppo De Benedetti, in verità, è stato il Servizio della sostenibilità ambientale, valutazione impatti e sistemi informativi ambientali della Regione (SAVI). Con motivazioni mica da niente, contenute in oltre 20 pagine di rilievi tecnici, dettagliatissimi. Che andrebbero letti per benino, giusto per rendersi conto del tipo di impatto che quell’impianto avrebbe comportato sul territorio. L’investimento era di 250 milioni di euro? Embe’? Allora diciamo anche quanti posti di lavoro avrebbe comportato quell’impianto, a regime: venti. Embe’? Simpatica la chiosa finale, quel “è vero anche che quando il progetto partì, c’è chi sosteneva che Soru voleva fare una favore a De Benedetti”. “Sosteneva” o documentava? Tutto qui? Damnatio memoriae! Capisco che con la memoria bisogna tornare indietro di tre anni, però è bene ricordare per benino come stavano le cose. O no? Ecco, qualche utile contributo (attenzione alle date) lo si trova di sotto. Per chi ha voglia di non fermarsi alle apparenze. Io, caro Vito, quella stagione mica l’ho dimenticata. Arridatece la “Gioconda”? No, grazie. Nè con l’uno e nè con l’altro.

    http://blog.libero.it/admetalla/6177720.html

    http://digilander.libero.it/ad_metalla/Accordo%20Programma%20Sorgenia.pdf

    http://www.loccidentale.it/articolo/perch%C3%A9+soru+e+berlusconi+in+fondo+s%27assomigliano.0064468

    http://digilander.libero.it/ad_metalla/Sorgenia_Rassegna%20Stampa.pdf

  12. Sardinian Observer says:

    Il solare termodinamico è una tecnologia ottima: rende di più, costa meno, è quella che danneggia meno l’ambiente di qualsiasi altra fonte energetica, non richiede minerali pregiati (come il fotovoltaico odierno) e (a differenza di eolico e fotovoltaico) consente l’accumulo. Basta documentarsi e si nota la differenza.
    La Sardegna è stata la culla del primo sistema ideato da Carlo Rubbia (il quale ha dovuto virare verso la Spagna per incapacità italiche) e ha maturato competenze notevoli (riconosciute a livello internazionale).
    Impedirne lo sviluppo localmente è una follia (o un crimine).
    Ma in Sardegna (eccetto Vito Biolchini e Giorgio Melis) l’informazione o non vede o tace colpevolmente.
    E l’opposizione in Consiglio Regionale cosa fa? Dorme!
    Che tristezza.

  13. maniacus says:

    Caro Vito,
    ho letto con molta attenzione ciò che hai scritto e ciò che hai consigliato di leggere, ebbene a tutto questo manca ancora qualcosa: manca il progetto per la grande centrale a “biomasse” della POWER Crop che dovrà sorgere proprio a Macchiareddu e che è stato approvato (direi meglio imposto) dalla Giunta Cappellacci.
    Sarebbe troppo lungo raccontare tutta la storia ma consiglio di leggere:
    1)Delibera VIA n°6/31 del 12/02/10 “Proceduta di Valutazione di Impatto Ambientale….. relativa al progetto Polo energie rinnovabili di Macchiareddu nel comune di Assemini”;
    2) Determinazione n°47 del 10/03/2011 “Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) rilasciata dalla Provincia di Cagliari.
    In sostanza una Centrale elettrica alimentata a legna e ad olio vegetale di circa 50 MWe. costo 140milioni di euro,che rientra nell’accordo di riconversione produttiva dei lavoratori ex Eridania di Villasor
    Altri documenti interessanti che potrai facilmente scaricare da internet sono:
    ENEA: L’impatto ambientale di centrali elettriche alimentate a Biomasse
    molto interesante anche: La verità sugli zuccherifici in italia

    L’iter autorizzativo oltre alla VIA e AIA prevede l’Autorizzazione Unica da parte dell’Assessorato all’Industria (vedi verbale conferenza di servizi del 28/02/11).

    Un progetto analoghi sono stati proposti dalla stessa Società anche in altre Regioni (Toscana, Abruzzo, Emilia Romagna) anche con risvolti giudiziari, c’è un progetto analogo anche nella provincia di Sassari, fortemente contestato, come mai qui tutto tace?

  14. Massimo says:

    Qualcuno avvisi Giorgio Melis che al massimo, a Macchiareddu, si trova il “Cacip” e non il “Casip” 🙂

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.