Ambiente / Sardegna

Il Movimento Pastori Sardi dice sì al cemento di Tuerredda! Come? Non sapete cosa dire? Ci siete rimasti male? E perché?

Sarebbe bello che i conti tornassero sempre, che nessuno incrinasse le nostre certezze. Che i buoni facessero sempre i buoni, e i cattivi i cattivi. Perché la vita sarebbe più semplice, le certezze assumerebbero una durezza granitica e l’unica variabile indipendente della nostra esistenza sarebbe rappresentata, in fin dei conti, solo da noi stessi.

E i giornali quanto ci aiutano in questa rappresentazione della realtà! Quanto è rassicurante la loro retorica, la loro capacità di dire esattamente quello che vogliamo sentirci dire. La realtà viene piegata alle nostre esigenze. Il motore della quotidianità viene smontato, e se rimontandolo avanza qualche pezzo, beh, possiamo anche farne a meno e vedere se la macchina riparte lo stesso.

Tutto questo pippone introduttivo per dirvi che nessuno ha il coraggio di trarre le conclusioni da una notizia apparsa qualche giorno fa su Sardegna Quotidiano (il giornale che nessuno compra ma che in tanti leggono), secondo cui il leader del Movimento Pastori Sardi, Felice Floris, si è detto favorevole alla realizzazione del contestatissimo intervento turistico-residenziale di Tuerredda.

“Come?”, direte voi. “Com’è possibile?”. “E perché no?”, rispondo io. Ma io vi capisco. Capisco che dopo mesi di retorica pastorale, di slogan culturalmente fragili come “Siamo tutti pastori”, “Se muoiono i pastori muore la Sardegna” e banalità simili, dopo che si è fatto dei pastori il simbolo della nuova resistenza sarda, adesso mettere assieme i pezzi della realtà sia molto difficile.

Ma è bene dirlo e ripeterlo: nella Sardegna di oggi, i pastori non sono più portatori di nessuna identità culturale collettiva, se non la loro. Non hanno valori in grado di essere validi per tutti, se non quelli che l’intera collettività decide di acquisire. I pastori rappresentano una risorsa importante nella nostra isola ma non possono pretendere di esercitare un’egemonia culturale.

 

 

Nella Sardegna del 2011 dire “Siamo tutti pastori” è una baggianata che ci espone a figure ridicole. Perché poi i pastori vanno per la loro strada, i pastori vanno da Briatore, i pastori sono a favore del cemento sulle coste (“Perché la collettività locale ha deciso così” dice Floris), e noi non sappiamo più cosa pensare.

Ma non è Felice Floris che sbaglia: siamo noi in errore, perché che per comodità vogliamo pensare che tutto sempre torni, che i buoni sono sempre buoni, e i cattivi sempre cattivi. Ma per fortuna non è mai così.

 

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51 Comments

  1. Pingback: Le sirene | Questoblog

  2. vorrei segnalare un articolo che parla del futuro di Tuerredda* tra qualche anno.
    * e altri luoghi simili di cui ancora non si parla o di cui si è già discusso.
    http://www.mediterraneaonline.eu/it/08/view.asp?id=2436

  3. Caro Vito,
    ieri sono stato tutto il giorno ospite di Fortunato Ladu, numero 2 dell’MPS. Abbiamo parlato di politica e agricoltura, ed anche di Tuerredda. Mi ha detto che lui e Felice Floris (n. 1) non hanno preso posizione su Tuerredda. Anche perchè, semplicemente, non hanno una posizione.
    Magari ce l’ha Andrea Cinus, che è dell’MPS ed è anche di Teulada e, a quanto mi dicono, ha preso posizione a favore del progetto residenziale, che io vedo come un grande errore.

    Vi do questa notizia a prescindere dal mio giudizio di politico sull’MPS e sulle politiche agricole in Sardegna in generale, che è tra l’altro facilmente reperibile sul web. Tra l’altro, a breve uscirà uno studio mio e di alcuni colleghi sull’agricoltura sarda alla luce degli ultimi dati del censimento sull’agricoltura.

    Enrico

  4. A. Mongili says:

    Sono a bocca aperta per il commento di Biolchini e i suoi titoli, piuttosto. La solidarietà ai pastori era per la loro lotta, per la difesa del loro reddito e delle loro attività produttive. Non certo per la loro funzione messianica. Per cui, spegnete il proiettore con cui sperate di annullare ogni diversità e occupiamoci piuttosto tutti quanti degli scempi sulle coste. E, sia detto fra parentesi, visto il peso diverso che le diverse fazioni e i diversi gruppi sociali hanno avuto nel determinare lo sviluppo della Sardegna, sia i pastori che gli indipendentisti hanno responsabilità incredibilmente minori rispetto ai sindacati ufficiali e alla sinistra tradizionale. Verrebbe proprio da chiedersi: perché questo odio?

  5. Fosse x i pastori, avremmo incendi tutto l’anno x far mangiare le delicate erbette in primavera alle bestie, fosse x i geometri rappresentanti delle comunita’ locali avremmo palazzoni che neanche Oxha in riva al mare, s’io fossi foco mio caro Biolk… ma Lei, che ne sa, un di’ dira’: E il bene comune? E le future generazioni? (e… niente capi indiani, please)

  6. Concordo pienamente con Vito. L’MPS fa i suoi interessi, punto e basta. Non rappresenta nè il bene nè il male, così come qualsiasi altro sindacato o associazione di categoria.

    • deltap2 says:

      L’MPS fa i suoi interessi? Per il momento è dentro una gabbia..Come tutti del resto: una gabbia che si chiama Sardegna

  7. Gentile Biolchini, le sue domande sono, credo, fuori luogo. Dal movimento dei pastori dardi mi aspettavo esattamente quello che è accaduto. Nessuno stupore. Li considero una terribile espressione dei tempi. Attualmente tra le peggiori. Saluti cordiali.

    • No, son sono d’accordo. L’Mps esprime i suoi valori e i suoi obiettivi. Che non sono quelli che certa retorica attuale vorrebbe farci credere. E infatti quando i pastori vanno da Briatore o sono a favore di Tuerredda, qualcuno preferirebbe far finta di niente. Tutto qui.

  8. vitigno bovale says:

    L’MPS è un movimento politico organizzato scaturito da bisogni veri e problematiche soverchianti, avanza istanze concrete e inciampa in errori politici (dal mio e forse vostro punto di vista) madorrnali… che volete, loro non hanno la pretesa di cambiare il mondo ma insultarli a cosa può condurre? comunque l’ MPS non rappresenta tutto il mondo pastorale cosi come i teuladini non possono decidere in propio se distruggere o meno un pezzo di Sardegna. Per uscire da questo vicolo cieco proviamo la retromacia e cerchiamo il dialogo con queste persone, chi è politico da politico, chi è gionalista da giornalista e chi è semplice cittadino da semplice cittadino…
    ps mi piace il post di Amos Cardia

  9. sardinian observer says:

    Il tema proposto da Vito ha una seconda lettura, oltre al banale (ma mica tanto) volete andare al mare gratis o fare i camerieri ai nababbi: mediaticamente la posizione dei (di quei) pastori acquista un valore che non ha? Il pastore assurge al ruolo (abusivo) di oracolo da interpellare? E ancora: chi deve decidere se preservare o cementificare (posto che si tratti davvero di preservare e non di rovinare solo più lentamente?
    Secondo me la risposta è una sola e fortemente devastante (e ovviamente impopolare): non siamo in grado di decidere perché se affidiamo la decisione a chi vive vicino a un luogo meritevole di conservazione (o meglio di EDUCATA FRUIZIONE altrimenti detta fruizione sostenibile) il rischio di far prevalere la pancia sulla testa è alto. D’altronde lo stesso Ovidio impone il suo (sacrosanto) desiderio di fare quel che ha sempre fatto, non credo che gliene freghi molto della conservazione della costa come valore.
    Ma se invece diamo ad altri (ovvero a chi NON vive accanto alla zona in questione) allora stiamo scontentando chi essendoci nato si ritiene padrone (il che, almeno per la Costituzione Italiana, non è).
    Mio padre direbbe: bellu ziccheddu ‘e brodu…
    Sardinian Observer sempre più triste di vedere la sua Terra maltrattata e sfruttata.

    • Gentile Sardinian, una sola obiezione, ma molto significativa e non per mio merito. Lei si sorprenderà nel sapere che Ovidio Marras considera la terra, senza distinzione tra costa, mare e interno, un immenso valore, superiore anche ai milioni di euro offertigli. Ovidio è un uomo notevole e coraggioso. In Sardegna ne sarebbero stati sufficienti pochi altri come lui e non saremmo nella condizione attuale. Neppure esisterebbero, si immagina che meraviglia, i blog. Saremmo tutti contenti e senza la necessità di un luogo dove sversare la bile. La superiorità di Ovidio conferisce serenità. E con serenità le ricordo, gentile Sardinian, che non si tratta di dare ragione a Ovidio, ma di dare torto a chi distrugge il patrio suolo che non è di nessun singolo, per quanto abbiente. La verità, caro Sardinian, in questo caso si è riassunta in Ovidio. Rifletta bene, dopo essersi informato, sul suo straordinario caso. Saluti.

      • Sardinian Observer says:

        Non mi sorprende affatto! E la ringrazio per la precisazione.
        Dove posso trovare altre informazioni su Ovidio?
        Grazie
        Sardinian

  10. e molto semplice, anche il movimeto dei pastori sardi si son venduti hai poteri fortidi questa regione ,e meno male che sono duri e puri,!!!! chissa’ cosa ne pensa di questa nuova posizione dei pastori sardi, il grande amico di felice floris, il futuro assessore briatore

  11. sardinian observer says:

    Sono stato a Tuerredda due domeniche fa. Splendido panorama e mare puliti. Ma spiaggia sporca e quasi tutta invasa dal gestore di un servizio di noleggio ombrelloni e sdraio. Con tanto di tavola calda a 30 metri dal mare accanto ai cessi chimici nascosti male. Parcheggio a pagamento al sole di cui non si capisce l’utilità. Cestini introvabili. Orribile.
    Pensando al nascente mostro alberghiero penso che sicuramente diventerà tutto più bello e pulito, solo che costerà 100 volte adesso. E quindi alla botte piena (per pochi) uniremo la moglie racchia (per tutti gli altri).
    Insomma se ora Tuerredda fa schifo (non va di contemplare il mare se poi tutto intorno è orripilante) allora con un hotel di lusso sarà tutto luccicante ma off limits. Meglio una cagata gratis o una reggia da guardare dall’esterno? Io mi tappo il naso e preferisco la prima.

  12. Ho avuto a che fare con Felice Floris diversi anni fa, quando trascinò inutilmente a Bruxelles circa 1000 persone! Tra loro anche sindaci. Dopo qualche anno in stand by è riapparso con il suo “movimento”, a far danni in un settore che, insieme al turismo, alla cultura e all’agricoltura, potrebbe costituire senz’altro la salvezza per la nostra Isola. Floris è una figura tipica nel desolante panorama sardo e, come tutte quelle figure, ha ampio spazio nei media che amplificano opportunamente le loro baggianate. Il problema è che troppo spesso quelle baggianate si traducono o legittimano scelte politiche infauste. E’ grazie a questi improvvisati portavoce della desolazione che oggi facciamo i conti con saras, servitù militari, chimica sporca, gasdotti inutili, distruzione del nostro ambiente e mafia energetica. Ed è così che le nostre future generazioni faranno i conti con i rifiuti tossici, la “chimica verde”, la desertificazione, la cementificazione dell’Isola e, inesorabilmente, la fuga dalla Sardegna.
    Sicuramente qulcun@ mi darà dell'”esagerato”. Che lo faccia pure. Nel frattempo continui a seguire le avventure di Felice Floris.

  13. E il movimento dei lavoratori di call-center cosa ne pensa della cementificazione di Tuerredda?

  14. caro vito c’è fame. tutto qui. non allarghiamo il discorso a valori culturali. è solo un discorso di fame.

    • quanto a dire che i pastori sono una classe sovvenzionata e bla bla bla… c’è solo da rabbrividire. le categorie produttive almeno portano roba in tavola, non solo scartoffie. sapete quanti burocrati campano sull’agricoltura e sull’allevamento? sapete quanto inquinano?

      • deltap2 says:

        Molti pascoli sono inquinati e molte pecore vengono nutrite con mangimi. Il pastore di un tempo non c’è più, Ed i mercati,,, è tutto cambiato! Solo i politici vorrebbero che la lopro condizione di privilegiati durasse in eterno

  15. Mio nonno è stato un grande pastore. Ha dedicato tutta la sua vita al lavoro per portare avanti la famiglia. Il suo “hobby” era la poesia, quando la stanchezza glielo permetteva. Non aveva modo di lamentarsi e tempo da perdere non ce n’era perché le bocche da sfamare erano tante. Non esistevano gli aiuti economici, forse non esisteva manco la Sardegna intesa come Regione. La Sardegna era un’agolo d’Italia affamato, un po’ forse come lo sta diventando oggi. Se dovessi proiettarlo al giorno d’oggi non credo avrebbe avuto tempo di pranzare con Briatore, di andare a Roma per protestare, di rilasciare dichiarazioni alla stampa su questioni lontane dal montdo pastorale. Mi piace ricordarlo così: forte, umile, al di sopra di ogni decisione politica… Insomma lontano da questo Movimento Pastori.

  16. Alessandro Diana says:

    A mio modesto parere, Felice Floris cavalca i disagi altrui per proprio tornaconto personale, per avere visibilità e potersi aprire la strada verso una futura carriera politica, ora sfruttando un disagio, ora appoggiando altra protesta ed, a volte, dicendo cose che sono lontane anni luce dalla realtà, come quella riferita alla costruzione sulla nostra spiaggia di Tuerredda. In realtà, ogni qual volta c’è stata la necessità di dare avvio alle lottizzazioni che prevedevano la cementificazione selvaggia di alcune zone, gli amministratori locali non si sono quasi mai opposti alle richieste di concessione edilizia dei potenti di turno, pur sapendo che così facendo si arrecava un danno alle proprie coste. Ben venga che ci siano persone fortemente radicate nelle proprie origini da rifiutare, anche dietro milionarie lusinghe, di vedere la propria terra deturpata da mostri di cemento utilizzabili per le vacanze dei ricconi.
    Ho conosciuto Ovidio, mi pare che dietro il viso corrugato da tanta fatica e dedizione al proprio mestiere di allevatore di bovini, vi sia anche e soprattutto la necessità di evitare che la casa dove ha vissuto una vita, che bene si adatta all’ambiente circostante, ultimo baluardo di una civiltà che ancora resisteva intatta fino a pochi anni fa, venga ad essere abbattuta per soddisfare il desiderio dei miliardari di costruire faraoinici resort fruibili da pochi miliardari per pochi mesi l’anno. Seguiamo l’esempio di un uomo tenace come Ovidio, abbandoniamo i commenti politici fini a se stessi di Felice Floris e salviamo le nostre coste fintanto che siamo in tempo!

  17. non so che cosa vi aspettavate dai “pastori”.
    Non è mai utile nè giusto generalizzare, ma non c’è mai stata alcuna “categoria” così sostenuta da soldi pubblici “a perdere” come quella agro-pastorale. Senza alcuna altra finalità che quella elettorale. Senza controlli. Senza nemmeno il minimo impegno a rendere più efficiente ed efficace un settore dove ognuno vuol fare come gli pare, in contrasto con qualsiasi criterio economico.
    La presa di posizione sulla vergognosa speculazione immobiliare di Malfatano e Tuerredda non mi meraviglia per nulla, così come non mi meraviglia che “qualcuno” abbia ammazzato i cani e uno dei gatti del “pastore-agricoltore-pescatore” Ovidio Marras, “colpevole” di voler continuare a esser “padrone in casa propria”.
    Spero che questo serva ad aprire gli occhi di molti sardi.
    Per chi volesse farsi un’idea su quanto sta accadendo a Malfatano: http://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2011/05/27/cronaca-di-una-speculazione-edilizia-annunciata-malfatano-e-tuerredda/ ; http://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2011/08/05/nebbie-di-cemento-su-malfatano-e-tuerredda/ ; http://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2011/09/08/ne-sardi-ne-eroi/ .
    Stefano Deliperi

  18. ………………………………………………………………………………………………………………………

  19. I pastori, di cui ho grande rispetto, non sono mai stati portatori di nessuna identità collettiva sarda. La cultura pastorale non è, nè è stata cultura egemone in sardegna, neppure limitatamente alla sardegna rurale, franco determinate aree. Nelle zone a cultura contadina prevalente, il pastore occupava le posizioni più marginali.

  20. Fede Belgio says:

    penso che non sia un discorso semplice, gli abitanti del territorio hanno certamente diritto ad esprimere il loro parere e la loro linea… e fare i puri con la costa degli altri dopo che si é svenduta la propria é sempre di dubbio gusto… pero’ non mi pare che tutto questo giustifichi il più che probabile scempio di una delle più belle cale del Mediterraneo per guadagnarci certo ben poco in termini di posti di lavoro e di impatto economico per il territorio (senza contare che già adesso, senza l’albergo, Tuerredda é diventata per 2 mesi l’anno un parcheggio per sdraio, yacht, gommoni etc)

  21. Floris non ci rappresenta niente.
    Non ha nessun carisma culturale e politico.
    E’ un ignorante,anche per i programmi che ha proprosto.
    Con questa uscita stupida ha firmato la sua fine di leader.
    D’ora in avanti se mi chiedono solidarietà per l’MPS se c’è lui .sto a casa .

  22. Neo Anderthal says:

    “Noi sardi non abbiamo bisogno di pensare in grande”. Un “indipendentista”, o almeno uno che si considera tale, ha scritto su questo blog un concetto del genere poche settimane fa.
    Ecco un esempio lampante dei possibili risultati di questa impostazione.
    Si svenda quindi al migliore offerente -perché unico ad accedere all’asta riservatissima- un patrimonio incalcolabile, in cambio di posticini di lavoro come sotto-subordinati o come manodopera temporanea e neppure stagionale. Qualche mancia per lavoratori delle costruzioni. Qualche promessa di ripetere lo schema, che mi dicono sia quasi da caserma, che governa Forte Village. Naturalmente solo per i prescelti, le persone più fortunate, che potranno porsi al servizio delle luminose iniziative della Marcegaglia, cui già è stato semi-regalato un complesso alberghiero mai partito a La Maddalena, resto del G8 mai fatto.
    Mi ricordo bene un aneddoto, che se non è vero fu inventato bene, dei tempi in cui il Principe Karim Aga Khan andava acquistando estensioni di terreno sulla costa gallurese.
    Un anziano contadino ricevette la proposta di acquisto di una “tanca” di grande estensione, un po’ trascurata perché molto vicina al mare e quindi non troppo produttiva, e si dice che all’offerta rispose: “Un miliardo non mi basta, voglio almeno cento milioni!”.
    Siamo ancora a questo punto, per molti versi. La battaglia contro il Parco del Gennargentu, qualsiasi siano stati gli errori di impostazione, lo ha dimostrato ampiamente.
    La lotta infatti è stata molto più orientata a “su connottu”, contro le possibilità di evoluzione e in favore di rendite anacronistiche e di appropriazioni indebite, che in favore di qualche modello alternativo.
    Anche allora si è buttata via una occasione storica.
    D’altra parte cosa possiamo aspettarci da chi non vuole farsi carico della responsabilità di migliorare -nella produzione, nella trasformazione del prodotto e nella sua commercializzazione- insiste in modi di produzione talvolta fermi al neolitico, pretende ancora le provvigioni e le esenzioni che nei decenni furono garantite a tutto il mondo rurale, senza rendersi conto che tutto questo non c’è più?

    • Daniele Addis says:

      Gia, peccato che quei pastori di indipendentista abbiano poco e nulla, tra pellegrinaggi da Napolitano e meeting con Briatore. Fanno piuttosto parte della categoria degli elemosinanti convinti che ci sia bisogno dell’aiuto esterno e che da soli non ce la potremmo mai fare… Puro stile autonomista tipico degli arcitaliani

      • Daniele, gli indipendentisti che cosa hanno fatto per scongiurare lo scempio ambientale (e identitario 😉 ) annunciato di Malfatano e Tuerredda?
        Stefano Deliperi

      • Daniele Addis says:

        Tra chi raccoglie le firme e protesta ci sono anche gli indipendentisti. E il PD e SeL che fanno, difendono la costituzione e fanno discorsi retorici nel mentre Che i loro amministratori autorizzano il cemento?

      • Daniele, puoi essere più preciso? Dove e quando raccolgono le firme e dove e quando protestano gli indipendentisti? A Teulada mi risulta che ci sia P.D., P.d.L., P.S.d’Az. (toh, indipendentisti) ufficialmente a favore del progetto edilizio a Malfatano e Tuerredda. SeL non mi pare che esista. Ma io t’ho fatto una domanda precisa. Dammi, se puoi, una risposta precisa.
        Stefano Deliperi

      • Daniele Addis says:

        Come non esiste SeL, là non esistono neanche le altre formazioni indipendentiste. Io vivo all’estero e Rina Pinna tra gli indipendentisti mi ha inviato la petizione da firmare così come ha fatto con molti altri.
        Per i sardisti non rispondo, così come immagino Lei non voglia rispondere per il PDL o il PD, apertamente a favore del progetto.
        Comunque, può darsi che gli indinpendentisti abbiano fatto troppo poco o anche nulla su quel frangente, ma da qui a dare a loro le responsabilità morali perché a delle persone che si sentono italiane da capo a piedi piace svendersi il territorio per un tozzo di pane ce ne passa.

      • vabbè, Daniele, mi pare che la consueta foga indipendentista obliteri un po’ di cose.
        Ti aiuto.
        I vari partiti e movimenti indipendentisti ufficialmente non hanno preso alcuna posizione sullo scempio ambientale (e identitario) di Malfatano e Tuerredda.
        Il vuoto, il nulla pneumatico.
        Non so chi sia Rina Pinna nè che “petizione” tu abbia ricevuto. Né, tantomeno, se l’abbia sottoscritta e a chi sia stata inviata.
        Posso solo dirti che – agli occhi di chi si batte da anni in tutti i modi e con notevoli costi personali contro questa (e tante altre) spudorate speculazioni immobiliari – gli indipendentisti inattivi e imbelli valgono quanto quelle “persone che si sentono italiane da capo a piedi” e a cui “piace svendersi il territorio per un tozzo di pane”. Cioè nulla.
        Nulla come quanto avete fatto e hanno fatto per difendere un bel pezzo della propria Terra. Il resto sono solo chiacchiere e potete pure farle fra voi.
        Stefano Deliperi

      • Neo Anderthal says:

        Chiarisco ad uso dell’amico D.A.
        Non ho affermato che la acquiescenza manifestata dal MPS verso lo scempio di Tuerredda abbia una origine “indipendentista”. Voglio solo sottolineare che per difendere la disgraziata operazione si è fatto ricorso a un atteggiamento, che è assai diffuso tra i presunti e autonominati “veri sardi”, tra cui qualche malinteso indipendentista. Quello riassunto da parole d’ordine come “non ci serve pensare in grande” e dal truce “padroni in casa nostra”, che estende disponibilità illimitate a qualsiasi cosa “nostra” anche da sfruttare e distruggere.
        In questo senso parla chiaro la cieca ostilità alle ipotesi sul Parco del Gennargentu, dove si è preferito cedere alla pressione di interessi anche minimi ma immediati, invece che ragionare in grande e in prospettiva futura, anche solo valutando il tutto in termini di mero sviluppo economico e non anche nei termini corretti di una tutela ambientale.
        Come giustamente osserva Deliperi non mi pare di ricordare una presa di posizione in merito alla questione Tuerredda né degli “sfanculatori” indipendentisti coalizzati alle recenti comunali di Cagliari né de ProGres-sisti. Mi sarà di certo sfuggito.

      • Daniele Addis says:

        Ok, ma mi sembra un po’ paradossale imputare una mancata presa di posizione ufficiale ai partiti indipendentisti quando invece vi sono stati altrettanti silenzi o prese di posizione a favore del cemento da parte dei partiti italiani in Sardegna. Anche l’uso strumentale del “padroni in casa nostra” di fronte alla svendita del territorio per buttarci sopra il cemento alla Marcegaglia lo trovo piuttosto incongruo con un richiamo alla responsabilità degli indipendentisti di fronte allo scempio.
        Quanto all’assurdo “non serve pensare in grande”, non vedo da che parte attribuirlo ad un pensiero indipendentista. Io personalmente sono indipendentista proprio perché penso in grande e non in quanto mera periferia in attesa dell’aiuto (che si attende illudendosi) di un altro stato, soprattutto se auello stato è l’Italia.

      • Neo Anderthal says:

        Prendo atto con vivo piacere.
        Rilevo però che a dire la fesseria a proposito del “non ci serve pensare in grande” è lo stesso “amico” indipendentista che si è prodotto -con un tuo parziale e contorto appoggio- nei commenti al post sulla possibile eliminazione della festa del 25 aprile, nell’altra pensata fantastica
        “le lotte partigiane lasciamole a chi le ha fatte e subite. Noi sardi non c’entriamo un cxxx”.
        Mi pare comunque -per SeL sono certo- che il PD regionale si sia espresso criticamente, mentre il partito in sede locale approvava.
        D’altra parte è possibile e per certi versi quasi normale, in un partito popolare e vasto, che questo tipo di contraddizioni si producano, molto meno normale che non si prenda una posizione ufficiale e definitiva, che vincoli anche le articolazioni locali.

      • Daniele Addis says:

        E per quanto riguarda ProgReS aggiungo questo: http://www.progeturepublica.net/contributi/unu-contu-nostru/

  23. Ecco qua, gentile Biolchini, riprodotto il clima da lavandaie abituale. Mi dispiace. É la conseguenza del porre i problemi in perfetto stile cerchiobottista. Il tema è interessante e per fortuna non è presentato come scoop. Un piccolo passo in avanti. Buon lavoro.

  24. Montisalv says:

    Giusto per chiarire: l’ambiente è un bene collettivo di valore costituzionale, appartiene a tutti e non agli abitanti del singolo Comune, circoscrizione o ente locale del cavolo, nel quale é troppo facile corrompere qualche amministratore e ottenere le concessioni, a maggior ragione sventolando qualche posto di lavoro per la comunità….
    Se fosse giusto fare così, la tutela dell’ambiente non sarebbe una competenza esclusiva dello Stato. Quindi, non me ne frega niente della comunità locale, Tuerredda, Chia e tutti i siti ambientali così rari e belli appartengono a TUTTI, e non ai quattro gatti che abitano nei dintorni!
    Detto questo, pienamente d’accordo con Vito: non esiste un’entità collettiva dei pastori sardi, esistono 15.000 sardi che di mestiere fanno il pastore, ognuno di loro la pensa (giustamente) come vuole, e l’unica cosa che hanno in comune è qualche interesse economico condiviso.

    Infine, i leader di queste associazioni sono molto spesso persone che perseguono solo il loro interesse personale. Non c’è molto altro da aggiungere; purtroppo…

  25. matteo murgia says:

    ammetto di esser stato tra quelli “abbagliati” dal fascino dei pastori sardi (forse a causa delle mie origini contadine), e ti confesso che, se fosse stato un fine settimana come tanti altri, ma purtroppo non è stato cosi, avevo voglia di scrivere qualcosa sull’argomento. pero un paio di considerazioni le voglio fare. Primo: il comune di teulada e i teuladini prendono i risarcimenti per la base militare (l’elemosina s’intende). noi a giba ci prendiamo solo il cancro. Ora un pseudo referendum (1400 firme le raccolgo in due giorni usando la stessa correttezza con cui sono state raccolte a teulada) mi dice che il villaggio va bene, perche i teuladini dicono si. sforzandomi di rimanere calmo dico a questi signori che il “comune” di teulada non è uno stato indipendente (ah, le storture dell’indipendentismo) e che la spiaggia di tuarredda è mia (e dei gibai) quanto la loro (i teuladini). tra le altre cose noto in pessimo tempismo per questa presa di posizione che viene a pochi giorni dall’intimidazione subita da ovidio marras (lungi da me voler collegare le due cose, ma se se ne esce con un comunicato cosi il responsabile del collegamento è chi ha scelto i tempi di questa presa di posizione ovvero l’mps). concludo dando la disponibilità mia e di altri amici al gruppo di intervento giuridico (lettori di questo blog) per una campagna di VERA informazione nella costa meridionale della sardegna. a felice floris consiglio, se non lo ha già fatto, di trovare i collegamenti tra gli allevamenti argentini di benetton (uno dei padri di quest’opera, mi pare) e lo stato da fame dei pastori sardi di cui tanto si lamenta. a si biri..

  26. Gianluca says:

    Non ci son più valori 🙁

  27. Scusate, ma non dovevamo far decidere agli abitanti il futuro dei territori ?. Non era il Comune l’ente più vicino alla volontà dei cittadini ? Forse gli ambientalisti e gli intellettuali che hanno a cuore la salvaguardia del territorio non hanno ben spiegato alla “gggente” come stanno le cose. Inoltre non idealizzerei troppo la figura del sig. Ovidio potrebbe dare delle delusioni.

    • ma per carità. Tuerredda, l’ogliastra, piscinas, Chia non dovrebbero essere gestiti dai bifolchi locali, ma da un commissario del popolo che decida cosa è meglio anche per loro!!! é gente che non ha idea di cosa voglia dire avere un tesoro tra le mani. E poi scusate Tuerredda è patrimonio del mondo intero e solo per sfiga si trova a teulada

    • matteo murgia says:

      i cittadini si informano, si dibatte e poi si fanno i referendum. ed io che non sono teuladino ma che in quella costa ci sono cresciuto ho diritto quanto i teuladini a dire la mia. a pigai po su culu a casinu.. e poi, fragu de dinai in giru ci n’dari meda…

  28. katie morosky says:

    spacciau s’ollu ‘e proccu?

  29. ascù se a Teulada vogliono fare i camerieri in casa d’altri (perchè quello che nascerà non è roba loro) che si arrangino. A propò ho bisogno di una zeracca e di un giardiniere. Pastori di Teulada fatevi avanti!!! 5 euri all’ora e non de prusu asinunca pigu una rumena

  30. amos cardia says:

    Saludi ‘Idu, gràtzias po custa noa.
    Una letzioni po totu is arratzistas chi pratzint sa Sardìnnia in duus, pensendi chi nci siant SARDI DI SERIE B e SARDI DI SERIE A: Casteddu e is tzitadis chi iant a espressai I SARDI COLONIZZATI E CORROTTI e sa Brabaxa e is montis chi iant a espressai I SARDI LIBERI E PURI. Mi siat mi siat…

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