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Comunali a Cagliari: le inconfessabili paure che tolgono il sonno a Fantola e Zedda: il ballottaggio e le liste sotto il 40 per cento

Ormai ci siamo: la campagna per le Comunali a Cagliari è iniziata, le liste sono state presentate e i candidati cercano furiosamente voti. Si vede però che c’è crisi. Poche “immaginette” in giro, pochissimi manifesti, i 6×3 monopolizzati dai candidati sindaci maggiori e da qualche illustre sconosciuto (domanda più frequente di questi giorni: “Ma custa Ilenia Sulanas, ma chini esti?”).

Entro la settimana tutte le liste verranno presentate alla stampa in tristi appuntamenti che non servono a nessuno se non ai candidati per avere l’illusione che “stiamo andando bene”.

In realtà, non sta andando bene nessuno. La campagna non decolla e non decollerà. Di idee per la città manco a parlarne. E i due candidati maggiori fanno i conti con le loro paure più segrete. Vediamo quali.

Massimo Fantola resta il favorito. Nonostante il berlusconismo in crisi, nonostante la Giunta Cappellacci in caduta libera, nonostante un comune lasciato allo sbando dal centrodestra, nonostante le faide del Pdl cittadino, nonostante la candidatura del finiano Ignazio Artizzu, nonostante tutte queste cose Fantola ha le maggiori chance di diventare sindaco. Perché la sua candidatura non è stata frutto del caso, ma anzi è stata sapientemente e meticolosamente costruita giorno per giorno da almeno un anno.

Fantola è stato abile nel proporsi senza imporsi, al punto che il Pdl alla fine non ha avuto scelta: l’unico candidato possibile era veramente solo lui.

Fantola sa però di aver già giocato tutte le sue carte a disposizione. Non ci sono più margini di trattativa con i berlusconiani, a cui non può più chiedere nulla. Per questo il candidato del centrodestra sa di dover vincere al primo turno. Perché se dovesse andare al ballottaggio, il Pdl prenderebbe in mano le operazioni e lui si ritroverebbe completamente ostaggio di un partito che mal sopporta la sua candidatura e che gli farebbe pagare lo smacco di essere arrivati al ballottaggio.

Solo con una vittoria al primo turno Fantola avrebbe la forza per imporre la sua giunta: in caso contrario, sarebbe in balia del Pdl, delle sue logiche da fine impero che imporranno una squadra di assessori berlusconiani.

L’ho già detto e lo ripeto: complice anche la sempre più vicina uscita di scena di Silvio Berlusconi con la conseguente implosione del centrodestra nazionale, se Fantola dovesse vincere (tanto più se l’affermazione dovesse arrivare al ballottaggio) in pochi mesi Cagliari potrebbe conoscere le stesse convulsioni che hanno abbattuto a Olbia il sindaco Giovannelli. Questa è la mia previsione, ma spero di sbagliarmi perché la città è già allo sbando così e non merita altri mesi alla deriva.

Fantola dunque teme il ballottaggio e per vincere al primo turno ora ha anche accettato di cambiare il suo profilo. Non più quello di in candidato moderato ma quello di un esponente classico di centrodestra, appiattito sugli stilemi berlusconiani. Al ragionamento inizia a preferire l’accusa gratuita (“il centrosinistra odia gli imprenditori”), la provocazione. E il massimo lo avremo quando Fantola sarà costretto a salire sul palco con Berlusconi, per un comizio che già si preannuncia imperdibile. A quel punto l’indentificazione sarà totale, ma anche necessaria per sperare di portare a casa la vittoria.

Anche Massimo Zedda deve fare i conti con un partito alleato, il Pd, che vive male la sconfitta alle primarie. Ma, paradossalmente, il candidato del centrosinistra deve fare il tifo per i suoi ex avversari. Il motivo è molto semplice: se le otto liste che lo sostengono non dovessero superare la soglia del 40 per cento, anche in caso di vittoria il centrosinistra non avrebbe la maggioranza del consiglio comunale e si dovrebbe tornare alle urne.

Una situazione già vista l’anno scorso ad Iglesias, dove l’affermazione di Pierluigi Carta è stata vanificata dalla debàcle delle sue liste del centrosinistra. E infatti il consiglio è stato sciolto e ora si torna a votare.

Questa questione del 40 per cento turba i sonni di molti. Perché la lista presentata dal Pd è, a detta di tutti, inconsistente. Non è composta da persone inadeguate, per carità. Ma è evidente che gli apporti esterni al partito sono deboli, e con appena cinque consiglieri uscenti ricandidati l’idea di dover raggiungere almeno 20 per cento fa tremare le vene ai polsi.

Massimo Zedda, da parte sua, fa quello che sa fare. Non è un fulmine di guerra, non infiamma i cuori. Ma è giovane (mentre il suo avversario non lo è più) e a soli 35 anni può vantarsi di essere diventato prima consigliere comunale, poi regionale, poi di avere sconfitto alle primarie nientemeno che Antonello Cabras. Definirlo un vincente non è azzardato. Zedda poi è un prodotto della politica e sa cos’è la politica in Sardegna. E questo per molti settori della borghesia e del ceto medio dirigente cittadino inclini al cambiamento, è molto rassicurante.

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13 Comments

  1. Sono di Cagliari, ho 34 anni e vi assicuro che purtroppo la città è composta prevalentemente da borghesi arricchiti (padri e figli) o da morti di fame che si atteggiano a borghesi perchè frustrati.
    Per non parlare dei numerosissimi anziani ex democristiani. Zedda non ha speranze e Cagliari continuerà a restare un paesuncolo bigotto popolato da ignoranti, furbi e arricchiti.

  2. Alessandro Mongili says:

    Con tutto il rispetto per le sagge elukubracii presenti in codesta rispettabile pagina biolchiniana, torru a preguntai: MA CHINI ESTI YLENIA SULANAS? E, egregio signor Wytold, con la ipsilon, il che è fondamentale, con la ìpissilon!

  3. Sasuke says:

    Mi sembra che non stiate considerando una cosa: Cagliari è una città di vecchi. Molti non vanno a votare perche’ disillusi, molti nemmeno camminano bene. I giovani hanno il cervello bruciato dalla cazzate che sentono a Studio Aperto, quando lo guardano.

    Il mio intervento è volutamente provocatorio ma il messaggio nella sostanza e’ questo.

    Ho assistito ad una campagna elettorale (da lontano perche’ non vivo a Cagliari) basata sull’ascolto dei cittadini, il che fa molto web 3.0, ma non ho sentito proposte concrete, non ho visto una calendarizzazione. Io voglio un Google Calendar condiviso con il mondo(eeeessssagerato) compilato dalle due coalizioni con scritto cosa faranno e quando. Poi se il giorno dopo la scadenza non hanno fatto quello che dovevano fare, prendono calci in culo. Esattamente come succede a me sul lavoro.

    E poi, banale banale, mettete un numero verde, pubblicizzatelo su Videolina e la domenica del voto i volontari vanno a prendere a casa gli anziani e tipo boy scout accompagnano il vecchio a votare.

  4. Vi posso assicurare che le altre volte questo attegiamento non era cosi marcato!

  5. Dalla mia esperienza fatta in questo primo mese di campagna elettorale (sono un candidato) vi posso assicurare che ci sarà un grosso, grossissimo problema di astensionismo! la maggior parte delle persone dice : “non dovevo andare a votare! ma chi sono i candidati sindaci? Berlusconi chi ha messo? e quello di sinistra chi è? Zedda? e chi è?”.
    Questa è la situazione che ho trovato finora!

    • Felice Castelli says:

      DER, scusa ma non ci dici per quale sindaco fai la campagna.
      se la fai a destra tutto si spiega e probabilmente hai ragione, se la fai a sinistra non credo che sia vero quello che dici.
      io ho sensazioni molto diverse dalle tue:
      se parlo con gente di destra (o con i classici indecisi e ondivaghi o gente abituata a votare per pura clientela) l’atteggiamento e le risposte sono come dici tu di disinteresse e ignoranza, se parlo con gente di sinistra sono invece di grande partecipazione e di speranza perché finalmente in questa città può davvero cambiare in meglio tutto.
      di solito se sono di sinstra ci metto circa 5 minuti a coinvolgere e convincere le persone della bontà del progetto Di SEL e della candidatura di Massimo Zedda.
      se sono gli altri però vedo comunque un interesse e disponibilità a “cambiare idea” che non mi sarei mai aspettato.
      ma dopo lo sfascio della giunta Floris e le farse tipo gli asfaltini pre-elettorali che sono una barzelletta per tutti, anche a loro in fondo qualche dubbio è giusto che sia venuto …
      io ho buone speranze 🙂

  6. Marco Anedda says:

    Biolchini, è la prima volta che leggo nelle tue righe la constatazione che la vittoria di Zedda si fa sempre più lontana.

    • Davide says:

      In realtà si fa più vicina. Il tasso di astensionismo ai ballottaggi degli elettori cdx è storicamente molto alto (vedasi la sconfitta di Floris lo scorso anno).
      Rimane il problema della futura stabilità, che però potrebbe essere risolto grazie alla convergenza con consiglieri eletti tra le liste indipendentiste, del PCL, del M5S, della civica o al limite di FLI. Se nessuno degli schieramenti più ampi avrà la maggioranza in consiglio è logico che i seggi mancanti apparterranno a queste formazioni.

  7. e Artizzu? che fine ha fatto?

    è troppo silente, che stia trattando con Fantola per il secondo turno?

  8. marghe says:

    AGGITTORIU!

  9. Monica says:

    Se Fantola dovesse vincere sarebbe ne più ne meno una specie di figura cartonata costretta a seguire le linee tracciate dal capo, ne più ne meno come Cappellacci in regione. Zedda è un’incognita, ma se continuiamo a fidarci di unu connottu disastroso per paura del nuovo, Cagliari rimarrà sempre una città con potenziali inespressi, una incompiuta.

  10. Soviet says:

    Mi sembra un ragionamento corretto, anche se in poitica non sempre la logica prevale. Il centrodestra non è un monolite: è vero che la candidatura di Fantola è stata preparata con un certo anticipo, ma la squadra che l’ha preparata non schierava certo tutto il pdl. PEr semplificare, Fantola parte con un gruppo che potrebbe avere come riferimento ideologico più il terzo polo che il centrodestra a trazione Pdl-Lega. Il polo civico fa da foglia di fico e permette di sfruttare un programma elettorale che ha una sua coerenza interna (aldilà della valutazione che si può dare sulle singole proposte e sull’impatto d’insieme). Ma è chiaro che non conterà nulla anche nel caso in cui (e dio non voglia!) Fantola vinca al primo turno. È chiara la ragione: può cambiare lo spartito, ma se i suonatori sono più o meno gli stessi (e saranno gli stessi in caso di vittoria del centrodestra), la musica non cambierà perché andranno a memoria e continueranno a suonare quello che sanno fare meglio.
    L’imponderabile per Fantola potrebbe riguardare due aspetti: il risultato di Artizzu e FLI e i non pochi nemici che ha all’interno del centrodestra. In effetti, per una resa dei conti con Fantola non ci sarebbe niente di meglio che fargli perdere le elezioni, andare con un consiglio comunale debole e tornare al voto prima della fine della consigliatura: per chi è abbastanza cinico da mettere i propri interessi di parte o meglio personali su quelli della città (e non dubito che ci sia un’abbondanza di candidati di questo tipo) potrebbe essere un’opzione neppure troppo remota.
    Massimo Zedda ha due problemi: il Pd in crisi di identità e mezzi finanziari infinitamente inferiori (anche perché il partito maggiore della coalizione non si sta certo dimostrando munifico!) rispetto a quelli messi a disposizione di Fantola.
    Massimo non fa squadra da solo, ma è un buon capitano di un collettivo che può funzionare ed è vero che è fondamentalmente un vincente (non solo per il fattore C alla Sacchi o alla Prodi, ma anche per un’indubbia e fenomenale abilità nel costruzione di rapporti one to one). Inoltre, può disporre di una squadra di giovani entusiasti e molto motivati che funzionameno meglio di hostess o steward pagati per distribuire volantini. Le iniziative promosse non da Massimo, ma attorno a Massimo, pur ricevendo poca attenzione dai media hanno comunque coinvolto molte persone (vedi le due iniziative “giochi, sogni e bisogni” che si sono tenute in Piazza Giovanni e in Piazza San Michele), l’iniziativa sulle servitù militari all’Ex Ma’ ed altre tutte organizzate in autogestione e completamente autofinanziate.
    Certo, il 40% dei consensi di lista lo si potrà ottenere solo se il Pd si mette a lavorare ventre a terra per vincere queste elezioni. SEL credo che il suo dovere lo farà, un po’ perché rappresenta una novità in crescita, un po’ perché è il partito che esprime il candidato sindaco.
    Ultima considerazione: se il Pd non fa risultato a Cagliari sarà chiara la sua responsabilità nell’esito delle elezioni e questo non potrà che avere un effetto devastante sul consenso che raccolgie e sul suo peso specifico. Mi auguro che i dirigenti del Pd ci riflettano a fondo: il loro destino e quello del loro partito a Cagliari è strettamente legato al risultato di queste elezioni.

    • Neo Anderthal says:

      Sono completamente d’accordo a metà col Mister.
      Secondo il mio umile parere non esiste la minima possibilità che Fantola, anche nel malaugurato caso di una sua vittoria al primo turno, possa sottrarsi alle “logiche da fine impero del Pdl, che imporranno una squadra di assessori berlusconiani”.
      E’ ostaggio, nella migliore delle ipotesi. Oppure rappresenta solo un pia illusione, di un centrodestra “friendly” e amichevolmente disposto al polpettone onnicomprensivo e benevolente, sensibile alle istanze della società civile, ma molto e molto diversamente pronto ad ascoltare quelli che contano.
      E siccome sono i fatti, quelli che contano, niente è meglio del governo del Fare.

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