Politica / Sardegna

I tormenti di Irs: per Sale è “troppo chic”. Ma la domanda è: che vuol fare il partito indipendentista dei voti che chiede ai sardi?

“Irs è un partito troppo chic”. Lo dice Gavino Sale, intervistato dalla Nuova Sardegna di domenica (ecco il link). Parole pesanti, pronunciate da chi Irs lo ha fondato e che ora minaccia una scissione. Ho come l’impressione che dietro la facciata delle dichiarazioni ci siano questioni personali irrisolte e irrisolvibili, uno scontro per la leadership che difficilmente si concluderà con una composizione.

Molte cose dette da Sale sono vere: “Irs è cambiato”. E infatti da soggetto secondario nella scena politica sarda è riuscito a ritagliarsi, soprattutto nelle ultime amministrative, un ruolo di rilievo, eleggendo diversi consiglieri provinciali e perfino un sindaco (a Perfugas).

Su di chi sia il merito di questa crescita il dibattito è aperto: Sale rivendica la giustezza di una scelta che parte da lontano, Sedda e Demuru evidentemente pongono l’accento sulle svolte attuate negli ultimi anni.

Quella di Irs mi è sembrata anche una rivoluzione estetica: da partito delle campagne a partito anche delle città. A Cagliari Irs ha aperto la sua sede nazionale e nel capoluogo per la prima volta quest’estate ha tenuto la sua festa nazionale. Forse è anche per questo che Sale dice che dentro Irs ora “si fa troppo salotto”.

Così come non è piaciuta l’assenza dei militanti dalla protesta dei pastori. Ricordo bene un intervento di Sedda e Demuru sulla Nuova Sardegna in cui, sostanzialmente, prendevano le distanze dalla protesta di Floris e richiamavano la necessità di interventi strutturali.

Sale dice: “Eravamo un movimento, ci stiamo trasformando in un partito”. E’ un bene? E’ un male? Qual è la forma organizzativa migliore per gestire un consenso sempre crescente? Oppure avere più voti è solo un problema e allora è meglio restare pochi ed essere minoranza per sempre?

Irs risolverà i suoi problemi interni e la vita andrà avanti. Movimento o partito, cosa vuol fare Irs dei suoi voti? Quando inizierà ad avere una politica di alleanze? O continuerà a restare nel rassicurante ghetto di chi non si mischia mai con gli altri? Starà sempre all’opposizione o per governare aspetterà di avere il 51 per cento dei consensi? Insomma: cosa farà Irs con i voti che raccoglie e raccoglierà sempre più? Serviranno a qualcosa o saranno inutili come quelli dati alle forze che, per scelta propria o altrui, non vogliono condividere con nessuno nemmeno un pezzo di strada?

Stare nel ghetto dorato dell’irresponsabilità di governo ad oltranza, questo sì che è veramente chic.

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30 Comments

  1. In Italia tra i simpatizzanti della Sinistra si e sempre discusso in questi ultimi anni su chi poteva essere luomo giusto per contrastare la deriva fascista e populista che il Paese ha intrapreso con l arrivo di Berlusconi. la lotta e sempre stata tra correnti prestabilite all interno della Sinistra tra colori che arrivavano da una cultura dall ex-PCI chi dalle parrocchie o dai movimenti radicali o ambientalisti.

  2. lord adams says:

    Chi di INDIPENDENTISMO FERISCE, di INDIPENDENTISMO PERISCHE.

  3. @ gentarrubia:

    Non credo che Soru sia così estraneo al contesto di IRS e tantomeno ai Rossomori (mediti meglio le sue parole)…ma comunque…le ricordo che noi non siamo un partito, perché se avessimo voluto aggiungere ridicolo al ridicolo, creare l’ennesima microsigla indipendentista non ci sarebbe costato nulla.
    Le ricordo infatti che siamo semplici cittadini/elettori Sardi, non professionisti della politica. Ma se dei cittadini 5 anni fa sono arrivati a dover aprire un canale di critica verso una certa politica, si vede che il quadretto indipendentista non brillava per buoni risultati…
    In Sardegna esistono attualmente 9 sigle territoriali (autonomiste e indipendentiste), escluse la Lega Nord Sardinia e l’MPA, che hanno altre origini. Non so a lei, ma a me viene il prurito nel vedere una delle minoranze internazionali (come la Sardegna) con il più alto numero di sigle territoriali concorrenti tra loro.

    Il protagonismo inutile non ci interessa, ci interessa piuttosto la crescita politica dei movimenti indipendentisti. Il discorso è che senza critica costruttiva non ci sarà mai crescita collettiva. Non rimpiango nulla di quanto fatto sin’ora, perché senza mezzi e finanziamenti era il massimo che si potesse fare.

    E perché dovrei contestare il dono di una bandiera sardista quando terzi, i 4 Mori, li calpestano abitualmente o li hanno anche donati e personaggi ben peggiori del Primo Ministro italiano?

    A noi della propaganda e dell’ideologia fine a se stessa ci interessa ben poco, ci interessano solo i soggetti disponibili al dialogo ed a migliorare la propria politica.

    • Per Bomboi Adriano:
      “A noi della propaganda e dell’ideologia fine a se stessa ci interessa ben poco, ci interessano solo i soggetti disponibili al dialogo ed a migliorare la propria politica.”
      Mi sembra esattamente il contrario.
      Dalle sue risposte leggo un affetto prolisso ed esclusivo per la sola ideologia indipendentista, che non si traduce affatto, a detta sua, in azioni concrete per migliorare la propria politica.
      Ogni tanto non fa male spostarsi dalla propria posizione per vedere come, dal di fuori, questo attaccamento puntiglioso all’ideologia appaia vuoto di spunti costruttivi e indifferente per l’elettore.
      E’ evidente che chi ha votato IRS ultimamente l’ha fatto non certo per l’estensione e la profondità dell’ideologia indipendentista, ma perchè SPERAVA di vedere meglio protetti i diritti dei Sardi.
      E di certo questo elettorato non proviene dai microscopici bacini d’utenza dei paesini sperduti, ma da centri principali.
      Ora, usciamo da questo inutile cavillare?

  4. matteo murgia says:

    alcune settimane fa ricordo una apertura in pompa magna della sede casteddaia di irs, musica discussioni e l’immancabile tv. da allora quella bella serranda è sempre chiusa, ci passo davanti tre o quattro volte al giorno ma nessuna persona dentro. lo dico perchè mi avrebbe fatto piacere passare e sentire cosa sono queste “innovazioni” politiche portate dalla “nuova” classe dirigente. forse sale vuole un partito o movimento che le sedi le apre e parla con le persone in carne ed ossa. per il momento i casteddai di irs mi offrono solo la possibilità di parlargli attraverso il blog di biolchini. poi tutta questa retorica sui progressi elettorali di irs (che ha aumentato i voti, non discuto questo) tanto da arrivare al 3%. si con quella cifra spetta di diritto un posto da assessore nella prossima giunta soru. l’indipendenza della sardegna intanto potra ancora attendere. inutile dire che per me Gavino Sale è un signore e che di gente come lui la sardegna ne avrebbe davvero bisogno. intellettuali intelligenti ce ne sono tanti, gente che spacca i coglioni all’eni e che gli obbliga a spendere milioni di euro per la bonifica a porto torres rischiando le ritorsioni (si amici, ritorsioni tipo una casa che brucia o peggio pure) ahinoi ce ne sono poche. uno è gavino sale da banari.

  5. Per osservatrice:
    forse lei non ha capito la situazione.
    Se l’attuale classe dirigente ha saputo sviluppare il movimento lo si deve a quelle tematiche che hanno attirato tante nuove persone e che sono state ANCHE E NON POCO introdotte dall’associazione U.R.N. Sardinnya.
    Le ricordo che la IRS da 1% di elettorato conosciuta dal 2002 (fondazione ufficiale) al 2005 era la stessa di Sedda, Pala, Sanna e Sale che lei esalta.
    L’IRS che un po ha saputo crescere è posteriore al 2005 (anno di approdo della nostra associazione nell’indipendentismo). E che le decine e decine di dettagli innovativi siano frutto di casualità o antecedente preparazione dei suddetti signori, francamente, faccio fatica ad immaginarlo. Anche perché il sottoscritto si impegnò in prima persona e per primo (subendo una serie di insulti e censure continue, anche da qualcuno di quegli stessi signori) presso lo spazio di dibattito di IRS per introdurre quegli stessi temi che hanno fatto avvicinare tante persone al movimento, come lei.

    Il discorso è che oggi, eliminati alcuni ritardi culturali del vecchio indipendentismo, bisogna superarne altri che impediscono a movimenti come IRS di consolidare una propria credibilità nell’elettorato. Ed io non sono del tutto convinto che i soliti personaggi (per cui potrei spendere ore a parlare della loro “evoluzione”) siano pronti a fronteggiare la situazione.

    Mi auguro che le divisioni vengano messe da parte, che gli “intellettualismi” vengano ridotti al necessario (ma qualcuno si è fatto prendere la mano…) e che il movimento ritrovi compattezza (inclusa l’ala più movimentista di Sale).

    • O Bomboi Adriano! ma com’è che lei e le sua fantomatica associazione vi siete fatti scippare da Sedda & family tutto questo patrimonio intelletuale che tanto millanta? com’è che non vi siete presentati alle elezioni con queste linee programmatiche innovative?
      ma saprattutto com’è che invece di candidarvi, alle elezioni regionali del 2009 avete invitato i lettori della vostra web a votare PSD’AZ (anche IRS e .U.I.). Gettate fango su Soru e sui RossoMori e appoggiate il PSD’AZ di Giacomo Sanna che regala la bandiera della Sardegna a Silvio Berlusconi? E poi criticate le posizioni di Michela Murgia sulla Lega?
      Ayó, o Bomboi! a ita ses joghendi? e po kini ses joghendi?

      un saluto indipendentista

  6. indipendentista says:

    Questo commento è per la signora Osservatrice, per Michela Murgia e per tutti gli altri di Irs che scrivono 24 ore su 24 nei blog. Sono sempre di guardia e pronti a scrivere perchè se non possono censurare chi non la pensa come loro (come fanno sul loro forum) cercano di scrivere molto sembrando molti di più… Ma sono quattro gatti e adesso che i loro nodi e le loro contraddizioni stanno venendo al pettine hanno solo molta paura.

    A loro chiedo: mi spiegate con quale faccia gli attivisti di Irs o il vostro direttivo accusa Gavino Sale di protagonismo, di mancanza di democrazia o di troppa esposizione ai media?

    Ci siamo sorbiti per mesi, durante le vostre ultime elezioni dove avete eletto una donna solo perchè era la ragazza del vostro ideologo, la faccia eternamente sorridente e sempre in favore di telecamera della vostra neo-segretaria in tacchi a spillo, Velina Demuru o come si chiama insieme quella del suo compagno Semi-Ottico Sedda.
    Hanno infestato internet, radio, televisioni e giornali con le loro inutili parole, i loro proclami e le presentazioni dei loro libri.
    Anche se si sforzano non convincono nessuno con i loro sorrisi falsi e gialli come i tulipani dei loro manifesti (che sono sardi tanto quanto loro).

    Perchè anche quando sembrano giovani questa politica arrogante che fanno è vecchia.
    Politica di clan, tutta fatta in famiglia.
    Dentro Irs in quest’ultimo anno ha comandato la famiglia Sedda. Giuanneddu, il figlio laureato e la sua nuova fiamma. Padre, Madonna e Spirito Santo.

    Peggio delle televendite in tv. Bisogna ignorarli e cambiare canale.
    E invece queste persone arroganti, incapaci e opportuniste hanno anche avuto credito e spazio pure nei luoghi dove intervenivano per parlarsi addosso e sparare a zero su chi li ospitava. (Ad esempio dentro Sardegna Democratica dove lo hanno fatto anche per colpa di gente ingenua come Alessandro Mongili e sono intervenuti solo per parlare male di Soru).

    L’unico che ha sempre avuto qualcosa di vero o sincero da dire alla gente e ai Sardi, l’unico in grado di dialogare con gli altri partiti e movimenti ( sardisti o indipendentisti), l’unico in grado di rendersi conto che si devono cercare punti in comune tra tutti i partiti, se si vuole il bene della Sardegna era ed è Gavino Sale.

    Per questo loro hanno fatto di tutto per metterlo in ombra e mandarlo in esilio. Perchè era l’unico in grado di mettere in discussione l’egocentrismo di quattro ragazzini (anche se hanno 40anni) che vorrebbero fare gli umberto eco della politica sarda. Si ispirano a Gramsci (con quale coraggio) ma risultano intellettuali tanto quanto emilio fede.

    Ora spero che sia proprio Gavino Sale (insieme ai pochi sani di mente rimasti dentro quel movimento) a mandarli tutti a casa questi. Così avranno il tempo di scrivere altri libri inutili sulla fantastoria della Sardegna e delle sue bandiere.

    La Sardegna e la sua Indipendenza sono cose da fare. Cose troppo inportanti per lasciarle dire o pensare a gente come quella. Falsi indipendentisti all’acqua di rose, in grado solo di ammirarsi allo specchio dicendo ai propri quattro parenti convinti quanto siamo belli, quanto siamo intelligenti.

    • Lo vendi a chili il rancore?

    • osservatrice says:

      quello che non hai capito è che non faccio parte di IRS, non partecipo alle riunione nè ai forum, ma voto. Sono finita qui perchè ascolto radio press….E ho iniziato a votare IRS quando per caso ho sentito parlare Sedda. Gavino Sale per me era ed è folkloristico e poco credibile, come tanti altri tra gli indipendentisti.

      Per il resto dei tuoi commenti, la misoginia che ne emerge è palese, e per uno che fa vanto di essere Sardo mi sembra veramente ridicolo. Nella Sardegna cheIO amo la donna è rispettata, e ha pari diritti da secoli, e se l’unica cosa che riesci a dire contro Demuru è che usa i tacchi a spillo, bhe, caro “indipendentista”, non fai altro che confermarmi le differenze morali e culturali tra i due gruppi.

      un’ultima cosa, parli di Sale come Bondi parla di Berlusconi, tutto il mondo è paese….non ho mai creduto nel potere salvifico di fantomatici leader messia….

  7. Alessandro Mongili says:

    iRS è una delle autentiche novità politiche in Sardegna. Ha modificato il discorso politico e la comunicazione. Il discorso politico non è più solamente dominato dall’economicismo, per cui ciò che avviene in Sardegna appare sempre come un’articolazione locale, ma necessaria, di tendenze generali (in genere espresse in modo vago o mediate da “dati Istat” o altre “verità”), ma ha assunto una densità storica che forse non è stata abbastanza colta (anche perché quasi nessuno conosce la nostra storia). E’ nuovo e si pone come nuovo. Però non ha veramente innovato il tipo di organizzazione politica, che appare ancora quella di un gruppuscolo (ho letto con stupore che gli iscritti a iRS con diritto di voto sono 200), come testimoniano queste dinamiche che sono veramente da anni ’70 (mi riferisco all’epos minimo Sedda-Demuru vs Sale). Rimango convinto del fatto che il vero cambiamento sarà quello di un partito, movimento, organizzazione o rete (chiamatelo come vi pare) inclusivo e realmente contendibile, insomma democratico. E questo varrà quaranta volte più di una bella parola d’ordine. Sarà veramente un passaggio di indipendenza politica della società sarda che varrà dieci “nuovi statuti”.

  8. Per osservatrice:
    Ho replicato nel merito dell’intervento posto da Michela Murgia e che è stato anche postato in questo articolo. Perché tale intervento riporta inesattezze.
    Se permette infatti, sono stato io a parlare di COMUNICAZIONE ad un indipendentismo che non tollerava neppure la vista di una bandiera europea. Banalità? Può darsi. Altrove lo sono certamente, non però in un ambiente conservatore ed estremamente autoreferenziale come quello dell’indipendentismo Sardo.

    I libri di Sedda sul dinamismo identitario sono posteriori agli interventi fatti dalla nostra associazione presso gli spazi di dibattito di IRS. L’ultimo, in particolar modo, i “Sardi sono capaci di amare” è un testo che non introduce alcuna novità più di quanto non fosse già stata adottata da grandi formazioni nazionaliste internazionali o da U.R.N. Sardinnya negli scorsi anni. Inoltre non segue alcun serio metodo politologico, ed è stato autoprodotto dalla coop editoriale della Demuru.

    Ben vengano gli elementi che la hanno convinta ad essere indipendentista, ma Biolchini oggi nel suo articolo pone un quesito legittimo attinente ad una parte (ancora minoritaria) della politica Sarda: che intende fare IRS con i voti conquistati?
    La mia risposta è che forse l’attuale esecutivo di IRS oggi non è adeguato a portare avanti tale elettorato verso un progetto politico che possa tradursi in una maggiore capacità amministrativa. E forse proprio perché sostanzialmente esso accusa Gavino Sale degli stessi problemi di cui loro sono partecipi e promotori: un decisionismo verticale sulle scelte del movimento, con una ristretta base estremamente fidelizzata e senza nessuna possibilità per la restante base di incidere sull’azione politica.
    Tutto ciò perpetua inoltre i crismi del settarismo, che storicamente è uno dei mali del fenomeno indipendentista (e non solo).

    Michela Murgia, come tanti, e come lei, sono arrivati a posteriori, ma lo sviluppo dell’indipendentismo lo si deve anche a persone che si sono applicate per tradurre in realtà le banalità di cui parlavo poc’anzi.
    Diversamente, dubito fortemente che con la prima IRS di Sale, Pala, Sanna e Sedda, lei sarebbe diventata indipendentista.
    Affermare ciò non è una gara: è completezza d’informazione.
    Ed è necessaria, specie se a fornire pubblicamente le inesattezze sono note scrittrici (di parte) con un vasto seguito di pubblico alle spalle. Cosa che una piccola associazione come la nostra non ha (essendo circoscritta al circuito dell’autonomismo/indipendentismo), e pertanto il livello di difesa del nostro lavoro (perché è stato un lavoro più difficoltoso di quanto si potrebbe pensare) è impari.

    Cordiali saluti.

    • osservatrice says:

      quello che Lei non ha capito del mio discorso è che l’attuale elettorato esiste perchè esiste la nuova classe dirigente. Senza si tornerà a numeri ridicoli a mio modesto parere, il mio voto, come quello di tanti altri che conosco, certo non rimarrà su irs….

      Ribadisco che chi ha detto per primo cosa sono questioni di lana caprina che veramente alla gente che va a votare non interessano ma a quando pare sono per lei fondamentali….

  9. Mossad says:

    Dal momento che a Cagliari e dintorni vive il 51% dei sardi, sarà il caso che l’IRS si metta il problema di come convincere questa percentuale di “cittadini” (i pastori sono pochi in Sardegna) a votare per il partito. il resto sono chiacchiere: convincete i cittadini, sono loro la forza demografica dell’isola.

  10. Per “osservatrice”: se potesse mettere un nome ed un cognome sarebbe cosa gradita.

    Le mostro le grandi “innovazioni culturali” dei 3 fondatori di IRS di cui erroneamente (o di proposito?) parla la Murgia con Su Cuncordu: http://www.sucuncordu.net/index2.htm
    In questo link, se clicca su “iscientzia”, troverà persino scritti in cui, in pieno stile nazional-ottocentesco, si sosteneva la diversità dei Sardi.

    Il sottoscritto si impegnò personalmente nei vecchi spazi di discussione di IRS dal 2005 (fino alla censura totale del 2007) per introdurre tutti quegli elementi (a partire dall’europeismo per arrivare fino alla riforma dell’immagine e della comunicazione) che hanno contribuito alla crescita ideologica (ed anche elettorale) del movimento. Nonostante ciò non venga riconosciuto.

    Dispiace non solo questo, quanto il fatto che oggi, dietro la scusa del protagonismo di Sale, si voglia in realtà evitare di estendere il diritto sulle scelte politiche di IRS ai sostenitori, ciò perché NON Sale – ma i soliti pochi – perderebbero l’influenza diretta sul controllo del movimento.

    Ass.ne U.R.N. Sardinnya – http://www.sanatzione.eu

    • osservatrice says:

      Gentile signor Bomboi,

      mettere nome e cognome su un forum pubblico è una scelta personale, e dato che è ininfluente per lei sapere chi scrive, temo si debba accontentare.

      Non capisco il suo discorso, ma crede davvero che un discorso di indipendentismo possa avere qualcosa di assolutamente originale nnel 2010? Per fargliela semplice è come se lei accendesse un fuoco, si filmasse e sostenesse di essere stato il primo a farlo.

      Quello che lei erroneamente definisce “innovazioni culturali” in realtà è COMUNICAZIONE. Ascoltando i discorsi di Sedda e Demuru, e leggendo i libri di Sedda emerge per la prima volta, anche negli scettici come me, la possibilità di una via diversa, perchè è facile dire vogliami l’indipendenza, siamo indipendentisti, ma sono cose che senza dietro un progetto non significano assolutamente nulla.

      Lei si preoccupa del primato delle affermazioni e del fatto che le vengano riconosciuti meriti (ma è una gara?), alla gente che guarda da fuori interessa invece il lavoro concreto che c’è dietro, la serietà delle persone e la possibilità concreta che questo progetto possa avere un futuro. Mi chiedo poi perchè le scelte all’interno di un partito debbano farle i “simpatizzanti”. chi decide chi sono i simpatizzanti? In base a cosa? Dovrebbero fare le primarie aperte a tutti? Chi si impegna in prima persona ha il diritto di scegliere da chi farsi rappresentare, mi sembra una cosa così ovvia…..

  11. banana says:

    sono in quattro e non fanno altro che litigare su chi sia il custode della verità..

  12. osservatrice says:

    finalmente con la nuova dirigenza IRS è passato da un movimento “folkloristico” ad un partito credibile che si batte per l’indipendenza ed è questo il motivo per cui ha preso il mio voto come quello di molte altre persone che sinceramente del folklore non sanno che farsene. Magari il signor Sale dovrebbe tener conto che anche persone che non vivono la campagna possono interessarsi alle istanze di IRS e che focalizzarsi su lotte settoriali non porterà a nessuna crescita.

    Se poi, in una terra che fa vanto della cultura del suo popolo, essere colti diventa un limite, allora IRS si apparenta al movimento dei pastori sardi, o degli agricoltori, quindi settoriale, che hanno il nostro appoggio ma in cui non tutti ci possiamo riconoscere.

    La cultura ha sempre portato alla crescita dei popoli e alla loro indipendenza, e se le azioni sul campo erano necessarie per poter avere spazi sulla stampa, ora questi spazi si ottengono senza la necessità di gesti eclatanti, grazie all’autorevolezza che i nuovi dirigenti hanno ottenuto.

    Bisognerebbe ringraziare le nuove generazioni che si impegnano, ma a quanto pare, come nel resto dell’Italia, meglio distruggere che lasciare le luci della ribalta.

  13. A differenza di ciò che dice la Murgia, preciso che l’attuale esecutivo di IRS non ha mai fornito alcuna rivoluzionaria “elaborazione culturale” dell’indipendentismo. E che i presupposti del sedicente non-nazionalismo sono stati tracciati dall’associazione U.R.N. Sardinnya nel 2005 con ben altri intenti. Gli stessi che hanno influenzato la crescita di IRS, nonostante si faccia finta di non saperne nulla. Per ilo resto, rimando a questo link: http://www.sanatzione.eu/2010/11/lettera-a-gavino-sale-su-irs-sui-5-anni-di-u-erre-enne-e-sui-3-della-semiotikpolitik/

  14. tziu peppe says:

    la resa dei conti è alle battute finali e ora cominciano a muoversi tutti gli attori. da qui al 2 gennaio ne vedremo parecchi di scambi di opionioni on line come questi:

    http://www.michelamurgia.com/di-cose-sarde/indipendenza/il-tempo-di-crescere

  15. docpretta says:

    Gavino Sale è il padre padrone dell’IRS se non vene siete resi conto. Finchè era al centro della scena tutto bene, ora che la maggioranza non è più d’accordo con lui, ecco che demolisce tutto. Ecco uno spunto interessante a proposito:

    http://www.michelamurgia.com/di-cose-sarde/indipendenza/il-tempo-di-crescere

  16. docpretta says:

    Ajo companzos! sempre da soli e mai male accompagnati! duri e puri alla meta! noi non stiamo con voi ma neanche con quegli altri. STIAMO MALE ANCHE CON NOI STESSI!

  17. Ospitone says:

    Personalmente ,penso che il consenso vs. I.R.S sia stato un processo costruito nel tempo, lentamente,faticosamente, con connotazioni ben precise e tutte volte a non farne un classico partito Italiota ( tutto “bizantinismi”,poco democratico,staccato dalla base, salottiero,snob etc.). Questa dirigenza, ne ha solo raccolto i frutti.Le osservazioni di G. Sale le condivido. Qualcuno ha perso la bussola; molte parole pochi fatti…sembrano passati dalla “Pinnetta” al “Loft”. La forza di I.R.S. è nel coinvolgimento di tutti,nessuno escluso,nella chiarezza dei linguaggi,nella presenza “fisica” sul territorio,nella coerenza dell’azione politica.Perdere questo patrimonio, per la fretta di andare a governare con il primo che passa sarebbe un suicidio. A proposito le”Pinnette” sono secoli che stanno in piedi. “Belle sigura”

  18. Anonimo says:

    Spero che IRS resti un partito indipendentista e quindi che non ci sia nessuna forma di alleanza con nessun partito “italiano”, altrimenti non sarebbe più IRS.

  19. Francesco Pinna says:

    Sono mesi che sento dire dai Sedda e Demuru che vorrebbero una scissione. Altro che Sale…

  20. Banana says:

    a me Irs sembra ormai in mano a un gruppo di teste d’uovo che si sono perse nelle loro fantasie indipendentiste smarrendo qualsiasi contatto con la realtà vera… ho letto con molto interesse l’intervista a Sale. di sicuro lui rappresenta una forma organizzativa e ideologica ormai superata, ma non sono sicuro che Sedda, Demuru e tutti gli altri intellettuali siano in grado di far crescere quel movimento..

    • ho sentito stralci dell’intervista su Radio Press, credo a Sedda, e proprio riguardo al tema delle alleanze ha fatto una considerazione interessante e, a mio giudizio, comprensibile. sostanzialmente “noi non siamo come Esquerra de Catalunya, non abbiamo i numeri ne conseguantemente la forza contrattuale per contare qualcosa nel momento che si fa un’alleanza”.
      se consideriamo la gestione delle “non primarie” a Cagliari da parte dei partiti minori dell’alleanza di centrosx, come dargli torto?
      anche io ho visto con interesse che la sede natzionale fosse fissata a Cagliari, che qui sia stata fatta sa Festa Manna e, ancor di piú, le posizioni espresse sulla vertenza dei pastori.
      mi sambra un partito che cresce e si emancipa dal indipendentismo da tzilleri. tocat a biri ita sutzedi…

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