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Pastori sardi e scontri di piazza: che ci faceva ieri un ex brigatista in via Roma?

Con il passare delle ore tutto si comprende meglio.
Io ieri ho seguito in via Roma la manifestazione del Movimento Pastori Sardi dalle 14 alle 17.10. Dopo il collegamento con il notiziario, mi sono spostato in redazione e ho chiesto ad un collega di darmi il cambio, “Giusto un’oretta, che tanto la situazione è tranquilla…”. Poi ovviamente sono tornato davanti al Consiglio non appena sono iniziati gli scontri.
Intorno alle 18 e 10 ho imboccato la via Roma e qualcuno, scambiandomi per un poliziotto (qualche ora prima invece una ragazza mi aveva chiesto se fossi un carabiniere…) mi ha detto: “Dottore, stia attento da quella parte”, indicandomi il viale Regina Margherita.
Ho fatto le scalette della Darsena e, arrivato davanti al ristorante di Pomata, ho visto un signore ci una certa età, baffoni bianchi, giacca militare e casco argentato in testa, che spostava i cassonetti in mezzo alla strada per provocare un blocco. “Questa faccia l’ho già vista”, mi sono detto, “Questo non è un pastore…”, e intanto ho raccontato tutto in diretta per Radio Press. Il signore dai baffoni bianchi mi sembrava che stesse chiedendo l’aiuto di qualcuno.
Il signore l’ho poi rivisto dopo, di fronte al Consiglio, nei momenti immediatamente successivi agli scontri veri e propri, parlare con qualcuno del Movimento.
Ora posso affermare con una certa sicurezza che, secondo me, quel signore col casco argentato era il noto ex brigatista che da anni vive a Cagliari.  Non ho altro da aggiungere.

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24 Comments

  1. Complimenti pèe ril Blog e il post da NotitiAE:
    Un ultimo post per conoscerci…
    http://wp.me/pZKvG-9h

    In bocca al lupo per vito

  2. Per chi conosce cagliari non ci vuole molto a capire chi sia…
    cmq c’era lui… si vocifera di sciarpette da curva nord… e chissà cos’altro…

  3. BlekMacigno says:

    Il nome del brigatista (una persona di secondo piano, che ha pagato abbondantemente il prezzo delle sue idee) è facilmente reperible su google e anche su facebook.

    Non vedo come la sua presenza sia associabile ai disordini.

    Disordini che, purtroppo, siamo ben abituati a vedere.
    Disordini che in più di un’occasione (Cossiga dixit) sono stati provocati ad arte non dai manifestanti ma proprio dai servizi dello Stato per avere così il duplice obiettivo di
    spostare l’opinione pubblica e garantire lo sfogo liberatorio dei manganellatori.

  4. maurizio scanu says:

    potevi fare a meno di scrivere l’articolo e passare l’informazione direttamente alla Ministero degli Interni.

    • No, non mi interessa. Faccio il giornalista, non l’informatore delle forze dell’ordine. E poi penso che certe cose loro le sappiano benissimo, non hanno certo bisogno di questo blog.

    • No, non mi interessa. Faccio il giornalista, non l’informatore delle forze dell’ordine. E poi penso che certe cose loro le sappiano benissimo, non hanno certo bisogno di questo blog.

  5. Kazahk says:

    Tecnica studiata molto efficiente… la stampa individua i cattivi e i buoni, in una lista tipo quelle della scuola elementare… se c’è solidarietà per chi manifesta, non è il caso di chiamarli infiltrati… sono solo delle persone che manifestano solidarietà… ai piani alti del potere sanno bene chi sono gli infiltrati, quando ti ritrovi a manifestare e al tuo fianco hai delle persone incappucciate che stranamente non si occupano di manifestare ma di “devastare”, creare caos e fare in modo che le colpe vengano atttribuite ai manifestanti… ora volete proprio che ve lo dica da dove provengono i veri “infiltrati” ? Fate una ricerca video su youtube sul g8 di Genova del 2001… anfibi molto simili a… tecniche e preparazione fisica tipica di…
    Qui ci si sveglia signori cari, o si soccombe… il diritto di sciopero è diventato solo una leggera velina che si assottiglia sempre più… segnali di una dittatura globale del terzo millennio…

  6. E allora? il noto brigatista, essendo originario di Bitti e avendo molte amicizie nel mondo agro-pastorale, penso avesse tutto il diritto di manifestare insieme a loro. Forse ora è sua la colpa degli scontri?

    • Nessuna colpa per carità, non sono un giudice. Ma manifestare non vuol dire rovesciare dieci cassonetti e provocare un blocco stradale, non credi?

      • Alessio Deiana says:

        Sono d’accordo con te Vito.
        Non mi riferivo però al blocco stradale e all’autore principale di questa idiozia, su cui risparmio commenti superflui visto che l’episodio si commenta benissimo da sè.
        Ma delle colpe addossate dalle forze dell’ordine (non da te) ai cosiddetti infiltrati, il 99% dei quali non stava costruendo barricate in mezzo alla strada.

  7. Alessio Deiana says:

    Io faccio questa piccola riflessione.
    L'”ex brigatista” era in piazza insieme a molti altri compagni estranei al mondo pastorale.
    A me per esempio sono arrivati sms, da persone assolutamente tranquille, pacifiche e civili, il cui tenore era: “andiamo a sostenere i pastori, stiamogli vicino”. Molti sono andati per curiosare, altri perchè si sentono toccati dal tema, altri ancora per solidarietà. Molti altri ancora non possono essere definiti sicuramente stinchi di santo, compresa la persona a cui vi riferite, anche se per la quasi totalità di queste persone l’unica colpa è quella di appartenere all’area cosiddetta antagonista e in quanto totale stra-conosciuta dalla polizia cittadina: gente che non si tira indietro quando c’è da manifestare oppure fisicamente allo sgombero dei senegalesi da Giorgino, per esempio. Basta questo per addossargli la colpa degli incidenti?
    Sì, e mi spiego:

    a) la polizia ha dichiarato che nel corteo c’erano degli “infiltrati”. Vero, se per “infiltrati” si intendono persone che non svolgono la professione della pastorizia. Io non la svolgo, ma posso andare in corteo insieme ai pastori, perchè mi sento vicino a loro, perchè sono figlio di quella cultura, perchè so cosa significa alzarsi alle quattro per mungere 50 pecore che non danno da mangiare alle famiglia, per mille motivi. Non sono un “infiltrato”, sono un cittadino che manifesta insieme ad altre persone. La definizione di “infiltrati” mi viene data solo se mi si vuole identificare negativamente, se mi si vuol porre in cattiva luce, è comoda quando mi si vuole addossare la responsabilità degli incidenti. Non c’è bisogno di tirare in ballo questa definizione, altrimenti.

    b) dico così perchè, fino a prova contraria, i cosiddetti “infiltrati”, non hanno provocato la carica che secondo me era già stata decisa a priori, per sgomberare i portici del consiglio regionale. Infatti non c’è traccia della “fitta sassaiola” di cui si parla. Tutto qui.
    Se gli “infiltrati” avessero voluto provocare degli incidenti avrebbero avuto mille modi per farlo. Il lancio di due lattine non giustifica quella carica. E’ invece probabile, come ammesso dai dirigenti della questura che i poliziotti abbiano passato una giornata pesante, con diversi momenti di tensione e l’assedio finale con i dipendenti del consiglio bloccati dentro sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: hanno fatto partire la carica, alla quale si sono “abbandonati” poi con il consueto entusiasmo sfociato nell’orgia di manganellate, nella esplosione di lacrimogeni ad altezza d’uomo e nella reazione di chi si è sentito attaccato a freddo senza motivo.

    Poi, accorgendosi di aver forse calcato un po’ la mano, come al solito, l’equazione è stata:
    persone estranee al mondo pastorale(infiltrati)=provocatori=sassaiola(inventata?)=carica.
    Per la serie: “non è colpa nostra, siamo stati costretti”.
    Versione condita da almeno due bugie evidenti: 1) fitta sassaiola; 2) nessun lacrimogeno ad altezza d’uomo.

    Prova ne sia il fatto che altrimenti, i cosiddetti “infiltrati”, ripeto, stra-conosciuti, sarebbero stati fermati molto prima.
    Questa è la mia opinione.

    Altrimenti ne dovrei esprimere una peggiore: visto che gli infiltarti sono conosciuti, anzichè fermarli, si è preferito lascirgli mano libera per giustificare la reazione. Ma non ci voglio credere.

  8. legolas82 says:

    caro vito,
    ti posso postare 1 piccolo racconto assolutamente a tema?
    in poche righe riassume l’anima disperata del MPS… commovente:
    http://www.facebook.com/profile.php?id=1499472966#!/note.php?note_id=460006481896&id=780359024

  9. un indizio per tutti:
    “…prezzi popolari…”

  10. altamentecritico says:

    Pazzesco! Ma il nome dell’ex brigatista?

  11. Stefano says:

    Si comprende meglio che in via Roma c’erano anche professionisti del fare casino.
    Quello che resta da capire è se fossero lì motu proprio o se avessero contatti con l’MPS o se siano stati mandati da altri.

  12. Sophie says:

    È chiaro, sono semplici ed ignoranti pedine nelle mani di chi vuole creare disordini e caos.

    L’ho sempre pensato, ed ora ne ho la conferma.

  13. Roberto Deiana says:

    Rifletto: Per conquistare uno stato che per noi oggi è Normalità ci sono stati spargimenti di sangue, violenza e sacrificio di vite umane… Chi dice che la nostra quotidianità sia però quella giusta? E’ giusta per chi detta le regole e scrive la Storia…Se oggi o domani arrivasse la rivoluzione… per i nostri figli la loro civilità sarebbe corretta e noi, vecchie cariatidi, avremmo vissuto in un mondo “sbagliato”.
    Penso ai Borbone, ai monarchici, ai fascisti… noi oggi diciamo che loro erano in torto e noi in ragione… ERGO: Chi ha il potere oggi cerca in tutti i modi di mantenerlo e screditare chi prova a cambiare le cose! Ecco perchè tra i pastori e la polizia io sceglierò sempre i pastori!!!

    • Sophie says:

      Pure quando sono il torto?
      Pure quando chiedono cose assurde?

      Questo modo di pensare non mi piace.

  14. Mossad says:

    E quindi? Cosa si dovrebbe comprendere meglio? Mi sfugge un po’ il senso generale. Forse che ex agitatori cercano una seconda vita infiltrandosi nel movimento? Oppure, peggio ancora, che questi signori siano in realtà semplici pedine utilizzate da qualcuno a cui fa comodo?
    Ma chi è questo noto ex brigatista? Il nome non si può fare?

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