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Cemento a Tuerredda: io sto con Todde ma la Mavuli (sostenuta dal Pd) purtroppo ha ragione

Sulla cementificazione della costa di Tuerredda e Capo Malfatano si è sviluppato in questi ultimi giorni sulla Nuova Sardegna un interessante dibattito tra lo scrittore Giorgio Todde e Gian Piera Mavuli della Casa dei Diritti. In estrema sintesi cosa dicono i due? Todde ripropone lo stranoto schema sorian-ambientalista secondo cui quelli come Tuerredda sono solo interventi di speculazione che non portano ricchezza vera al territorio ma che anzi lo impoveriscono perché è l’ambiente il vero capitale da preservare. La Mavuli risponde che il progetto è stato studiato da bravissimi architetti, che rispetta l’ambiente, che porterà turismo di qualità e dunque ricchezza in un territorio oppresso dalla disoccupazione.
Niente di nuovo, si dirà: è da almeno vent’anni che il dibattito si è polarizzato su questi due estremi. Oggi però Todde interviene nuovamente sulla Nuova Sardegna e propone un’argomentazione che condanna la sua posizione contro il cemento a Tuerredda (e quindi anche la mia, perché io la penso esattamente come lui e sottoscrivo ogni parola) ad essere clamorosamente perdente. L’argomentazione è la seguente: “Non mi importa che due sindaci di diverso colore politico abbiano condiviso il progetto di Malfatano”.
Il nodo è, ahimé, tutto qui. A Todde può non importare che destra e sinistra si siano comportate allo stesso modo ma questa concordanza di intenti ha fatto la differenza e ha condannato Tuerredda alla devastazione. E’ vero che, come dice Todde, bisogna investire sull’istruzione ma nelle zone ad altissima disoccupazione anche un’azione di pura speculazione come quella condotta dai Benetton, dalla Montepaschi e dalla Marcegaglia dà una speranza a chi ha come alternativa solamente l’emigrazione.
Giacché non si può chiedere agli speculatori di non fare il loro mestiere e di non seguire la loro vocazione, bisogna invece chiedere a chi doveva opporsi perché non lo ha fatto. In un comunicato stampa passato praticamente inosservato da tutte le redazioni, la settimana scorsa il Gruppo di Intervento Giuridico (che sulla vicenda Tuerredda ha esso on line un bel dossier) si chiede: “Il Partito Democratico è dalla parte degli speculatori?”. Eh già, perché il Pd di Teulada ha dato il via libera politico al progetto di Tuerredda. Siete sorpresi? Io no perché, per debolezza o per convinzione, per paura di perdere voti o perché ci credono veramente, nei cosiddetti “territori” i partiti di centrosinistra hanno spesso e volentieri la stessa posizione degli adoratori del Piano Casa.
La posizione favorevole del Pd di Teulada forse non è stata determinante per l’approvazione del progetto ma sicuramente spiega molte cose e ci spinge a cambiare il piano del confronto. Perché è evidente che manca in Sardegna una forza politica che coerentemente e a tutti i livelli (comunale, provinciale e regionale) difende i valori ambientali da discutibili operazioni immobiliari. Che ne pensa il Pd provinciale della presa di posizione del Pd di Teulada? E il Pd regionale? Non lo sapremo mai. Ma è grazie a questo silenzio che le persone come la Mavuli vinceranno ogni confronto sul progetto di Teulada.
Se alla mancanza di un vero movimento ambientalista capace di incidere nelle scelte politiche aggiungiamo lo scollamento tra gli intellettuali più impegnati e i partiti di centrosinistra, non ci è difficile capire come si sia arrivati al disastro di Tuerredda (ma io penso anche all’Anfiteatro romano di Cagliari, a Tuvixeddu…). Gli intellettuali militanti di questo non possono non tenere conto, perché altrimenti rischiano non solo di restare isolati ma anche di fare da “foglia di fico” a forze politiche che mandano allo sbaraglio le avanguardie e poi alla prova dei fatti non vedono l’ora di fare i patti col diavolo.
Le considerazioni come quelle di Todde sono sacrosante ma se non hanno un aggancio alla realtà politica rimangono solo delle belle parole destinate ad essere irrise dalla Mavuli di turno che, come dice lo scrittore, “si esprime proprio come un sindaco”. Dimenticando però che nel nostro sistema a prendere le decisioni che cambiano la vita della gente sono i sindaci e i politici e non gli scrittori o i giornalisti. Infatti a Tuerredda si continuerà a costruire, nonostante le proteste.

Leggi qui l’articolo di Giorgio Todde:
http://www.sardegnademocratica.it/articolo/26352/il-caso-di-capo-malfatano.html

Leggi qui il dossier del Gruppo di Intervento Giuridico:
http://gruppodinterventogiuridico.blog.tiscali.it/2010/08/24/cronaca-di-una-speculazione-edilizia-annunciata-malfatano-e-tuerredda/

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8 Comments

  1. Tirerò acqua al mio mulino, lo dichiaro in apertura, ma vorrei obiettare qualcosa sia a Vito Biolchini sia a Stefano Deliperi.

    Dire che non ci sia una sola forza politica a livello comunale, provinciale e regionale che metta l’ambiente tra le sue priorità non è vero. Per poco che conti, iRS è una forza politica – per ora piccola, ma in ascesa – che fa dei beni collettivi (compresi il paesaggio e l’ambiente, nonché la qualità della vita che da essi dipende) l’oggetto privilegiato della propria proposta politica.

    In questo senso mi sento di dover rispondere a Deliperi che gli indipendentisti – almeno, alcuni – non sono affatto assenti e tanto meno muti. Proprio a Teulada, qualche settimana fa, abbiamo partecipato a un dibattito (a cui erano presenti tra gli altri Franciscu Sedda e Ornella Demuru) in cui abbiamo avuto modo di esprimere la nostra prospettiva sul tema.

    Con Vito concordo invece sulla necessità di non leggere tutto attraverso la lente di una pretesa contrapposizione netta tra centrosinistra e centrodestra e nemmeno tra un Soru paladino dell’ambiente e i cattivi cementificatori. Intanto, in generale, la classe politica sarda nel suo insieme non brilla per lungimiranza e attaccamento al bene comune. Inoltre, in particolare, l’azione politica di Soru è stata molto velleitaria e ben poco concreta, tanto che in molti ambiti il suo lascito è minimo o inconsistente.

    Certo è che applicare soluzioni semplicistiche a questioni complesse porta sempre a fallire, anche quando i principi da cui si parte siano sacrosanti.

    Rimane lo sconcerto per la faciloneria con cui si rischia di compromettere luoghi di bellezza incomparabile, in nome del profitto di pochi (e in gran parte non del luogo), con progetti dall’impostazione superata e senza alcuna vera pianificazione economica, sociale e ambientale. Questo, al di là dei puc e della regolarità burocratica delle autorizzazioni eventualmente ricevute.

    Omar Onnis (Esecutivo Nazionale iRS)

  2. Sophie says:

    Frequenstando spesso la zona interessata ho notato che già da alcuni anni (con presidente Soru) sono iniziati i lavori di urbanizzazione nelle zone interessate dal cemento.

    Se si fosse bloccato sul nascere questo problema, oggi non si sarebbe presentato…

  3. Franco says:

    Segnalo che è uscito il comunicato stampa del PD sul tema

    • E’ vero! Colpo di scena! Unione Sarda di oggi, sabato 16 ottobre 2010, a pagina 37: “Basta con il cemento a Tuerredda, il Pd provinciale sconfessa il Pd di Teulada”.

  4. povera Sardegna..o dovrei dire povero Sardistàn, se l’alternativa fosse solo di tipo “estetico-culturale”. Quella speculazione edilizia d’antàn di Malfatano è follìa pura innanzituto perchè ci riporta indietro di 30 anni. Arrivano i progettisti “furbi” e si fanno autorizzare un progetto. Poi lo vendono (guadagnandoci, pur avendo investito 4 soldi) a imprenditori di primo piano con relazioni politico-sociali di primissimo piano che iniziano i lavori e cercano – con gli amministratori locali disponibilissimi – di cambiare i metri cubi da alberghieri a residenziali. Così arrivano molti soldi, freschi, immediati. La Giunta Soru poteva intervenire e far acquistare per due soldi l’area per farla gestire dalla Conservatorìa delle coste. Non l’ha fatto. Il P.D. non s’è distinto in alcun modo dal P.D.L. In fondo c’è solo un’innocua “L” di differenza 😉
    Noi ecologisti continueremo una “battaglia” che non è solo ambientale, ma politico-sociale.
    E gli “indipendentisti”? Muti come pietre.

  5. Elisabetta says:

    Però Vito in sostanza un «aggancio alla realtà politica» c’era eccome, e tu stesso l’hai ricordato in apertura: la politica di Soru era in questo senso illuminata. Che nell’illuminazione ci fossero coni d’ombra o lampadine fulminate non cambia granchè la sostanza dell’unico vero progetto politico – profondamente politico – in campo ambientale e, a medio lungo termine, occupazionale ed economico.
    Ad affossare quel progetto quella politica è stato proprio quel PD che oggi «per debolezza o per convinzione, per paura di perdere voti o perché ci credono veramente, ha spesso e volentieri la stessa posizione degli adoratori del Piano Casa». Quel PD e chi, per altre discutibili ragioni, ha preferito comunque regalarci alla orrenda giunta Cappellacci e al vuoto culturale di cui il paesaggio è prima vittima.

    • Non lo so, la questione per come l’hai posta tu ci porta molto lontano. Io non credo che Soru abbia perso le elezioni perché ha avuto contro tutti gli speculatori del mondo e parte del Pd legato al mattone. Anche nella sua politica urbanistica c’erano molte crepe. Dico però che nemmeno Soru in quattro anni e mezzo è riuscito a bloccare il progetto di Tuerredda! Segno che bloccare il cemento sulle coste non è uno slogan ma una difficile battaglia che va combattuta su più fronti (culturale e normativo assieme) e che non sempre si vince, anche quando c’è la volontà politica. In realtà, quando dico che Todde deve trovare un aggancio alla realtà politica mi riferisco a quella attuale, nella quale la posizione di Soru è, se non invisibile, sicuramente in minoranza. Con questo non voglio esprimere un giudizio di merito ma solo fotografare la realtà. Dov’è Soru oggi? Cosa dice, a parte difendere il suo operato?

  6. Sono per il turismo di qualità, ma niente cemento a Tuerredda. E’ pieno di case sfitte a Teulada, che si faccia un albergo diffuso.

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