Politica / Sardegna

La morte di Doddore Meloni è una sconfitta senza attenuanti per la magistratura sarda

Doddore Meloni (1943-2017)

No, non si può certo dire che Doddore Meloni fosse un “leader indipendentista”: perché tutte le volte che negli ultimi anni era riuscito a mettere in piedi una lista prendeva letteralmente una manciata di voti, molti meno anche delle altre formazioni della grande galassia dell’autodeterminazione che pure non hanno mai brillato per consenso. La sua era piuttosto una battaglia solitaria, una avventura al limite dell’autolesionismo, suo e della causa che diceva di voler sostenere.

La Repubblica di Malu Entu, i Doddollari, i misteriosi rapimenti e altre trovate simili (molto amate dai giornalisti ma molto meno dai sardi, che alle urne lo hanno sempre, giustamente, snobbato), erano solo delle performances che paradossalmente finivano per riportare l’ideale indipendentista in quel ghetto dal quale faticosamente stava provando ad uscire. Non posso nascondermi che per anni ho pensato che se qualcuno avesse voluto screditare l’idea di indipendentismo, avrebbe dovuto fare esattamente quello che Doddore stava facendo. Cioè finire sempre sui giornali grazie a iniziative controverse, spesso dal sapore esclusivamente pubblicitario.

Ma questo era il personaggio: molti titoli, tante provocazioni (alcune sacrosante – come l’uso del sardo nelle aule giudiziarie -, altre meno), e alla fine sempre pochi, pochissimi voti.

Com’era possibile quindi avere paura di lui? Era evidente a tutti che se c’era qualcuno in Sardegna che non poteva rappresentare alcuna minaccia per lo Stato italiano, questo era proprio Doddore Meloni. Perché allora la magistratura sarda ha gestito la sua detenzione come peggio non si poteva?

Fin dalle modalità di arresto (assolutamente spropositate) si è capito che la permanenza in carcere di Doddore Meloni è stata approcciata in maniera discutibile. Non solo: una volta iniziato lo sciopero della fame e della sete, è apparso chiaro a tutti che la situazione rischiava di degenerare. E non si può dire certo che la politica e l’opinione pubblica abbiano taciuto: non solo le sigle indipendentiste ma anche altre (come Forza Italia) hanno chiesto alla magistratura di valutare l’opportunità che la detenzione di Meloni in carcere venisse sospesa.

Non solo: ci sono state delle associazioni che hanno detto chiaro e tondo che Doddore non poteva più stare in cella, ma ci sono stati anche dei magistrati che hanno messo nero su bianco il contrario. Chissà se stanotte prenderanno sonno.

Forse pensavano di avere a che fare con un personaggio; ma una volta finito in carcere Doddore Meloni è diventato semplicemente una persona: non un leader politico ma un uomo di 74 anni che aveva intrapreso uno sciopero della fame e della sete e che come tale doveva essere trattato. Ad essere preservata doveva essere innanzitutto la sua salute e non certo l’onore di uno Stato che, anche se Meloni si era dichiarato “prigioniero politico”, da lui non poteva subire alcun danno.

Questo sacrificio di Doddore Meloni non solo è inutile ma andava assolutamente evitato: perché non c’è niente di più prezioso della vita umana e lo Stato la deve sempre preservare. La magistratura isolana, colpita dalla sindrome di Creonte senza che davanti non ci fosse alcuna Antigone, è invece rimasta sorda alle sollecitazioni di chi chiedeva di affrontare questa situazione in maniera radicalmente diversa: più giusta e più umana.

Doddore Meloni non poteva e non doveva stare in carcere.

Così non è andata e la rabbia ora è tanta: un uomo è morto e la magistratura e le forze dell’ordine (a prescindere da ciò che dirà l’autopsia) non hanno capito che la situazione rischiava di degenerare: e questo è molto, molto grave. Adesso sarebbe opportuno che qualcuno fosse chiamato a risponderne, se non in sede giudiziaria, almeno in quella politica. A tutela di tutti i cittadini (e non solo degli indipendentisti) che con questo potere dello Stato devono fare i conti ogni giorno.

Condoglianze alla famiglia di Doddore Meloni e ai suoi compagni di strada.

 

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28 Comments

  1. Biadu su populu chi no teniri abbisongiu de erois. E prus pagu ancora de martiris.gratzia a tui Benigno. Ora che Doddore è morto da cittadino che era stato affidato dalla magistratura alla custodia di un istituto per scontare una condanna, dobbiamo dimenticare le azioni politiche e il reato per il quale era stato giudicato, ma analizzare e denunciare perchè un uomo di 74 anni, che decide per scelta politica che dobbiamo tutti rispettare in democrazia di iniziare uno sciopero della fame e della sete ( dal quale dopo pochi giorni non si può tornare indietro. e non è neppure rilevante che Doddore avesse deciso di arrivare alla morte come Boy Sands, un rivoluzionario dell?IRA deceduto assieme ad una decina di altri giovani donne e uomini. Uno stato di diritto che non è l’Inghilterra dell’IRA dello scorso secolo, siamo l’Italia dove ai terroristi pluri condannati a vari ergastoli e criminali mafiosi gli si tutela costituzionalmente la salute e si fanno dibattiti televisivi per settimane, capisco che Doddore si rendeva antipatico, ma la democrazia non distingue in cittadini simpatici o meno, E’ purtroppo vero che siamo ancora l’Italia che fa morire in carcere per lesioni successive all’arresto vari giovani ( che non facevano politica ma si erano resi antipatici ad stato debole, che reagisce malamente a chi lo sputtana. Piuttosto nonostante le richieste di vari deputati e parlamentari che non godono a loro volta di simpatia televisiva ha portato ad una disattenzionemediatica .durata 68 giorni. Siamo tutti colpevoli di non essere intervenuti in modo più rilevante, a posteriori di se e ma, io stesso mi sento colpevole, ma ora si tratta di avere giustizia per come è morto Doddore Meloni, dobbiamo pretendere ed ottenere di conoscere tutto ciò che è accaduto durante la detenzione, solo così difenderemo la memoria di un antipatico irriducibile, Mi aspetto che al di la degli atti che intenderà fare la famiglia, si formi un comitato di giuristi e sanitari che chiedano verità e giustizia.

  2. onesto says:

    analisi perfetta,resta la stonatura di sig andrea nel commento,mi fa semplicemente orrore,mi dispiace come faccio normalmente non poterlo diglierlo in faccia,per fortuna al mondo non siamo tutti uguali.viva la democrazia viva la liberta,anche a se non tutti la meritano.

  3. pauleddu says:

    ogni morte lascia disperazione. ogni cittadino possiede diritti e doveri, anche fosse nella nuova repubblica di Sardegna. l’articolo di Vito, che condivido, mette in evidenza le responsabilità dello stato – magistratura e classe medica. il magistrato non ha fatto altro che prendere atto di un responso medico. le responsabilità le deve accertare la magistratura. ( sic!). oramai si rende necessario definire o ridefinire il concetto di indipendenza. quella di doddore non era una battaglia per l’indipendenza, era quella di uno che voleva restare nel palcoscenico/teatro della politica interpretando un copione scritto da lui e recitabile solamente da lui. la lotta per l’indipendenza è una cosa seria – non est unu sciopino in su bar de sa bidda- può diventare una cosa dolorosa. quando si dice che si vuole liberare i sardi dall’oppressione e da tanto altro mi chiedo: ma i sardi perché non rispondono a queste chiamate- sia elettoralmente sia con movimenti di massa, sia……… mi è stato risposto che i sardi non hanno capito. invece credo che i sardi abbiano capito ed i sardi camminano su questa terra sarda con tutti i due i piedi distinguendo le burle dalle battaglie serie.

  4. Luca Carta Escana says:

    Con la morte di Meloni termina la caricatura fatta da La Nuova Sardegna e L’Unione Sarda (e rispettivi gruppi editoriali) in tutti questi anni? Un esercizio quantomeno stucchevole, se non portato avanti nel tentativo di screditare un’intera area di pensiero (variegata e plurale, e questo è un bene). Perché se il personaggio ci metteva del suo, viene da chiedersi come sarebbe andata se avessimo assistito a un’infuocata campagna per la sua liberazione. Guardando all’ottima sintesi fatta da Fois sul Corriere della Sera, il punto sembra essere proprio questo: noi Sardi intendiamo restare spettatori subendo gli eventi oppure essere protagonisti? Meloni, a modo suo, rifiutò di fare parte della prima schiera. I partiti indipendentisti tentarono di fargli capire a più riprese i danni che rischiava di arrecare alla causa, e legittimamente lo mollarono. Ora resta da capire se lui fosse troppo avanti (non lo credo), oppure noi troppo pavidi (chissà). L’augurio per il domani è che le organizzazioni indipendentiste (attualmente ridotte all’osso) facciano prevalere l’interesse della nazione; non strumentalizzino la morte di Meloni; sostengano la famiglia e l’avvocata Puddu in tutti i modi possibili (collette comprese), senza temere la magistratura italiana in Sardigna. Pretendendo giustizia per un uomo che, piaccia o meno, è morto per le sue idee. Quanti di noi ne sarebbero capaci?

  5. Mariano says:

    Biolchini sono articoli come questo quelli che screditano la vita e l’ideale indipendentista di Doddore. Può deriderlo quanto vuole ma fermarsi ai doddollari o ai fatti di Malu Entu (assolto su tutta la linea) e dimenticarsi del referendum consultivo sull’indipendenza della Sardegna che senza motivo valido è stato impedito dal tribunale di Cagliari o del fatto che alle ultime elezioni politiche è stato il movimento indipendentista più votato nel sulcis e con un buon seguito nel resto dell’isola nonostante fosse la prima partecipazione e addirittura sminuire la conquista della lingua sarda nei tribunali italiani di ogni grado, è lasciarsi volontariamente la benda sugli occhi e sputare su tutto il lavoro suo e del suo movimento. Doddore era ed è un leader, un ispiratore del puro senso di indipendenza per tantissime persone; e se si facesse un giro nei tanti paesi dell’isola chiedendo di lui troverebbe certo gente contro di lui (senza un apparente valido motivo) ma altrettanta gente che lo appprezzava e lo stimava! La falsa indignazione per un morto dopo averlo schernito e deriso è l’insulto più grande.

    • Mi dispiace, ma penso che lei abbia capito poco di quello che ho scritto. Non ho assolutamente sminuito la sua battaglia per la lingua in tribunale (dovrebbe leggere meglio quello che ho scritto), né screditato nessun ideale. Rimando al mittente l’accusa di falsa indignazione: mi si può accusare di tutto, ma non di ipocrisia.

  6. La ex Cirielli prevede i domiciliari per ultrasettantenni che non hanno mai subito condanne penali. Doddore qualche annetto se l’era già fatto.
    E in ogni caso era dentro per reati fiscali. Evasione fiscale. Ovvero il reato che sta mangiando il Paese (quello vero, non quello sognato) da dentro, da decenni. Il male italico par excellence. Aveva una marea di processi a carico, ma di cosa stiamo discutendo? Se io domani sera esco di casa, mi ubriaco, piscio su una volante della polizia, mi arrestano e poi una volta in carcere mi dichiaro prigioniero politico perchè anarchico, i giudici che dovrebbero fare? Liberarmi o farmi un pernacchione?
    Bisogna essere seri e smetterla di farla tanto tragica. Sapeva molto bene a cosa andava incontro con lo sciopero della fame, dispiace certo la fine che ha fatto, per lui e per i familiari, ma da qui a dire che i magistrati sardi dovrebbero dormire male ce ne passa caro Biolchini.

    • Il suo cinismo è agghiacciante.

      • “Cinismo”, questa me a segno. Buona giornata anche a lei Biolchini.

      • Con la differenza che Meloni non si è dichiarato indipendentista dopo aver pisciato su una volante della polizia ma, a modo suo, lo è stato tutta la vita. Poi lei è ovviamente libero di credere che in carcere lo abbiano tenuto, moribondo, per i suoi reati fiscali.

    • Andrea, il “reato” che sta mandando in vacca l’Italia è il debito pubblico alimentato da una classe politica di parassiti, sia statali che locali. Ma lei continui pure a credere alla narrazione dell’evasione fiscale, nel frattempo sotto il suo naso i nostri politici continuano a spendere e spandere i soldi delle sue tasse nelle più spericolate iniziative pubbliche (non ultima quella di salvare banche di partito dopo averne sperperato i soldi).

      Dovrebbe vergognarsi per il suo cinismo verso Doddore, è morto un uomo anziano in cella, non conta più cosa avesse o non avesse fatto, conta che la struttura pubblica l’ha abbandonato a sé stesso.

    • Non ti conosco, ma da come ti sei presentato com questo post, posso affermare con certezza assoluta che non capisci un cactus!

  7. Benigno Moi says:

    LE CHIACCHIERE E IL DISTINTIVO
    Questa morte assurda, che purtroppo per Doddore finirà per diventare l’atto politico più significativo della sua vita, conferma la politica liberticida del Ministro degli interni Marco Minniti (uomo non di D’Alema e neppure di Napolitano, ma di Cossiga: (http://www.fondazioneicsa.it/index.jsp?id=166&inizio=1&dettaglio=7) e l’insignificanza del Ministro della giustizia Andrea Orlando che, con i suoi Stati Generali dell’Esecuzione Penale, ha prodotto solo chiacchiere. Appunto.
    Biadu su populu chi no teniri abbisongiu de erois. E prus pagu ancora de martiris.
    Condoglianze, alla famiglia, e a noi tutti.
    B. Moi

  8. Grazia Pintore says:

    Ieri,ho letto questa notizia sul “Fatto Quotidiano”e mi sono indignata per i commenti sfavorevole verso quest’uomo da parte di alcuni sardi che,molto probabilmente,non conoscevano la sua vita.E’ veramente una sconfitta per la magistratura sarda.

  9. Marcello says:

    Complimenti ai medici, ai magistrati e alle forze dell’ordine coinvolte. Condoglianze sgomente a chi è stato vicino. Faccio parte anche io degli ignavi che non si erano resi conto della gravità della situazione.

  10. Marisa says:

    Storia triste…..chissa’ perché ho pensato subito ad Aldo Scardella…due storie diverse…ma penso che chi ha deciso per la loro detenzione ha comunque dormito…e dormirà…

  11. Marlowe says:

    Non conosco i processi di Doddore e sinceramente non ne ho mai avuto particolare stima. A mio avviso però quello che dici avrebbe senso se si ritenesse ingiusta la sua detenzione…. non ho gli elementi per dirlo e non posso contestarlo. Ma se la condanna è giusta non credo che lo sciopero della fame e della sete possa costituire un lasciapassare dalle patrie galere. In caso contrario quali conseguenze aberranti potremmo subire?

  12. Maddalena says:

    Grazie Vito per l’articolo, condiviso in tutto, domanda, chi risponde di questo ennesimo omicidio di stato? Era così pericoloso? Domande che resteranno senza risposte.

  13. LUCIDA says:

    Sei il più bravo. So che non conta che sia io a scriverlo, però lo sei. Abituati.

  14. Stefano Fratta says:

    Sono d’accordo su tutto. Non si sarebbe mai dovuto verificare un epilogo del genere per una persona che non ha mai compiuto atti di violenza contro le persone e non ha mai rappresentato un pericolo per nessuno.

  15. Francesco Utzeri says:

    Da Sardo e sardista, non ho mai approvato le azioni di questo personaggio che, a mio parere screditavano l’azione indipendentista; non di meno ho poco approfondito le vere cause di quelle che sono state le sue disavventure giudiziarie, che la stampa imputava a tutt’altra causa rispetto alle rivendicazioni nazionalistiche. Il suo gesto estremo mi ha però colpito tantissimo perché, a prescindere dalle condanne subite, politiche o meno, mi dicono che un personaggio scomodo, come pare fosse lui per la magistratura, non ha alcuna speranza d’essere ascoltato da uno stato barbaro e cinico, nei confronti delle popolazioni deboli come la nostra.

  16. Antonio says:

    Condivido punto per punto. Su una cosa soltanto vorrei tranquillizzarti: il magistrato (o la magistrata) che ha negato la libertà a un uomo che tutti sapevano morente, questa notte dormirà benissimo. Come sempre

  17. Bravo!Concordo su tutto.Che brutta storia!

  18. Sos bintos sun totus sos sardos. Prus de tottu sos indipendentistas chic ki no an galu cumpresu it ‘est su colonialismu. E no an galu cumpresu cantu galu siat longa sa pelea Po sa libertade e ki custa no est unu jogu.

  19. Assolutamente d’accordo Vito, come ho avuto modo di esprimere oggi, rimango basito del fatto che nessuno intenda chiedere l’accertamento delle responsabilità del regime di detenzione che Meloni ha subito, a prescindere dalle sue iniziative politiche: http://www.globalist.it/news/articolo/2001488/doddore-meloni-l039indipendentista-che-emulava-le-gesta-di-bobby-sands.html

  20. Gianna says:

    Grazie Vito, condivido in pieno tutto quanto hai scritto!

  21. Gianni Campus says:

    Mi associo alle condoglianze
    Gianni Campus

  22. Mari Petru says:

    Bellu scrittu
    Petru

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