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Sì alle auto elettriche ma anche alle discariche tossiche: la deriva psichiatrica della giunta Pigliaru

 

Per chi vuole capire le cose del mondo, la lettura dei giornali è sempre qualcosa di altamente istruttivo. Perché le notizie, anche se pubblicate a distanza di pagine o su quotidiani diversi, dialogano tra di loro, aprendoci nuovi scenari e suggerendoci chiavi di lettura originali.

“Fondi regionali per auto elettriche” leggiamo ad esempio nella prima pagina di oggi dell’Unione Sarda. “Progetti innovativi per adeguare i trasporti dell’Isola alla tutela dell’ambiente. È l‘obiettivo della giunta regionale” puntualizza il quotidiano, ed è oggettivamente una buona notizia che denota una sensibilità nei confronti dei temi della sostenibilità da parte del centrosinistra che governa alla Regione.

Chi invece legge la notizia pubblicata sulla Nuova Sardegna a pagina 14 (“Portovesme, incontro con Pigliaru. Si cerca una soluzione per la nuova discarica: senza permessi stop agli impianti”) sarebbe indotto a farsi un’idea completamente diversa. Dell’ambiente a questa giunta e a questa maggioranza che governa la Regione non importa un granché visto che stanno cercando in tutti i modi di autorizzare l’ennesimo ampliamento della discarica di Genn’e Luas (“giunta ormai al nono argine” ci avverte l’Unione Sarda a pagina 28), che dovrebbe ospitare gli scarti di lavorazione della fabbrica che produce piombo e zinco. Una discarica di rifiuti tossici altamente nocivi.

Dodici giorni fa il Coordinamento per l’attuazione del Piano Sulcis (“dietro la regia del responsabile Salvatore Cherchi”, si legge nel comunicato stampa), ha redatto un rapporto “sulle bonifiche dei suoli e della falda nell’area Industriale di Portovesme che riepiloga le principali azioni di bonifica e/o di messa in sicurezza dei suoli e della falda acquifera realizzate nell’area industriale di Portovesme, con investimenti a carico totale delle aziende che le hanno in attuazione (Alcoa, Portovesme srl, Eurallumina, Enel, Ligestra)”.

La Portovesme Srl spenderà 29 milioni dei complessivi duecento milioni di euro che verranno spesi per bonificare l’area. E mentre tutto questo avviene, la politica (quella stessa politica che si vanta di portare avanti le bonifiche) preme perché quel territorio venga ulteriormente inquinato.

E quando anche il decimo argine (sempre che venga autorizzato) sarà esaurito, cosa succederà? Si farà una battaglia per l’undicesimo? Fino a quando la Portovesme Srl intende realizzare discariche su discariche?

Il buonsenso vorrebbe che si smettesse di inquinare una zona già interessata da operazioni di bonifica: invece no. Per la Giunta Pigliaru è normale continuare a inquinare un territorio soggetto a interventi ambientali così poderosi.

Una persona che vuole una cosa e il suo contrario sarebbe invitata caldamente a chiarirsi le idee incontrando qualche specialista. In Sardegna invece questa è la normalità della politica: sì alle auto elettriche ma anche alle discariche di rifiuti tossici.

Le politiche ambientali sono credibili solo se vergono portate avanti con coerenza, valore che questa amministrazione Pigliaru (accompagnata da Confindustria e sindacati, sia chiaro) sembra non conoscere. Le auto elettriche sono solo un penoso specchietto per le allodole perché le scelte cruciali assunte da questa giunta hanno sempre preso la strada opposta a quella della sostenibilità.

La Sardegna vuole tutto e il suo contrario (e gli esempi li potete trovare voi stessi). Così un’opinione pubblica già esausta, tramortita da queste contraddizioni, finisce al tappeto e non pensa più, non ragiona più, subisce tutto, si arrende.

E alla fine, stanca della politica, non va a votare.

 

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5 Comments

  1. Nuccio Monello says:

    La terra andrebbe protetta e coltivata … non violentata, inquinandola.
    Eviteremmo di importare nell’isola oltre i 2/3 del suo fabbisogno agroalimentare.
    Sveglia Sardos !

  2. Ma scusate, vogliamo che Portovesme Srl chiuda? perché è evidente che senza la nuova discarica sarà impossibile continuare il ciclo produttivo. Oppure continuiamo a fare i finti tonti, e credere che davvero queste industrie siano in grado di sostenere economicamente produzione e bonifiche? La Regione, chiunque sia il Presidente, non ha scelta, ha l’obbligo di tutelare i posti di lavoro

  3. Pillai Francesco says:

    Siamo alla frutta. Sembra una sagra questa esperienza di governo regionale. Torrone e mortaretti.

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