Politica / Sardegna

La Asl unica? Sarà il Vietnam elettorale di Pigliaru e di tutto il centrosinistra

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Sardegna 2017: saranno questi gli effetti della Asl unica?

Non ho mai capito come, ad un certo punto della legislatura, al presidente Francesco Pigliaru sia balenata l’idea di risolvere i problemi della sanità sarda imponendo alla sua maggioranza l’istituzione della Asl unica. Il provvedimento non era contenuto nel programma elettorale votato dagli elettori di centrosinistra appena due anni prima ed era stato anzi un cavallo di battaglia di uno dei partiti del centrodestra (i Riformatori).

Peraltro, in un momento di generale confusione istituzionale generata dal collasso del precedente sistema nel quale in Sardegna i confini amministrativi, sanitari ed elettorali coincidevano, la Asl unica ha aumentato la conflittualità tra i territori: Sassari è assurta così ad un ruolo guida non giustificato né da motivi geografici (Oristano o Nuoro sarebbero state più plausibili) né tantomeno di praticità (in tal caso, sarebbe stato meglio lasciare tutto a Cagliari), ma soltanto sulla base di uno sconcertante “risarcimento” a seguito dell’istituzione dell’Area metropolitana di Cagliari.

L’impressione è che, quasi esasperato da dinamiche che aveva ampiamente sottovalutato e che quindi non è stato in grado di governare e in un clima di renzismo trionfante, il presidente ad un certo punto si sia travestito da “uomo forte” e abbia imposto una semplificazione che in realtà non semplifica nulla, se è vero come è vero che perfino l’ex assessore della giunta Soru e ora senatrice del Pd Nerina Dirindin, dalle colonne di un giornale molto seguito da chi si occupa di politiche sanitarie (l’inserto “Sanità” del Sole 24 Ore), ha avuto modo di liquidare la riforma.

Oggi comunque la Asl unica è una realtà con la quale tutti dobbiamo fare i conti, primo fra tutti il presidente Pigliaru, la sua giunta e tutta la maggioranza di centrosinistra che governa la Regione.

Non passa giorno infatti che dalle stesse fila del centrosinistra partano bordate contro l’assessore Luigi Arru e il manager Fulvio Moirano. Il quale, peraltro, con grande sincerità, ha già dichiarato che gli obiettivi di risparmio impostigli dalla giunta per il primo anno (cento milioni su un bilancio compressivo di tre miliardi e tre) sono eccessivamente ambiziosi e che soprattutto dipendono dalla nuova rete ospedaliera che il Consiglio regionale deve varare.

Sta infatti al parlamento dei sardi decidere come redistribuire i posti letto nel territorio, stabilendo quali sono gli ospedali principali dove si erogheranno prestazioni complesse e quali invece quelli chiamati a offrire prestazioni di base, secondo la filosofia “hub and spoke”.

Un provvedimento del genere da solo connota una intera legislatura e ha bisogno di essere sostenuto in maniera straordinariamente forte da quella parte politica che lo propone. Oggi invece la Giunta regionale e il centrosinistra sardo sono allo sbando: mancano due assessori, il partito di maggioranza è senza segretario da un anno ed è in preda a continue convulsioni, per non parlare poi del quadro politico complessivo (si andrà ad elezioni politiche in primavera?), e come se non bastasse anche il presidente è assente dalla scena, ricoverato da un mese all’ospedale Brotzu di Cagliari.

Nove giorni fa il vicepresidente Paci (vicepresidente forse ancora per poco, visto che Radio Palazzo dà per certo in tempi brevi il passaggio di consegne con l’assessore Erriu) aveva tranquillizzato tutti, sostenendo che non c’era il rischio che il presidente si dimettesse per le sue condizioni di salute. Sta di fatto però che Pigliaru è ancora ricoverato e che nessuno oggi scommette più sulla conclusione naturale della legislatura nel 2019, e c’è anzi chi dà per certe le dimissioni entro il 2017 (in che mese nessuno lo sa, perché chiaramente la scelta è rimessa al presidente stesso), al massimo nei primi mesi del 2018.

Il primo difficilissimo anno di vita della Asl unica, che sarà contrassegnato da furibonde polemiche quotidiane, inevitabili contraccolpi negativi, posizioni strumentali amplificate da organi di informazione che spesso parlano cose che non capiscono, per non dimenticare il populismo da tres arrialis dei sindaci, autoproclamatisi chissà per quale motivo la “parte sana” della politica sarda, andrà così a coincidere con il periodo di campagna elettorale: e per Pigliaru e per tutto il centrosinistra sarà un Vietnam.

Riforme così ambiziose vanno fatte subito, all’inizio della legislatura, quando il consenso è al massimo e si hanno davanti cinque anni per fare in modo che gli effetti del cambiamento siano positivi e visibili a tutti, e non invece in un momento di debolezza politica e di incertezza istituzionale.

Il presidente Pigliaru e tutti i partiti che lo sostengono (perfino quelli che si sono opposti alla riforma) pagheranno carissimo questo azzardo.

Ai sardi resteranno solo le polemiche intorno ad un tema cruciale per il nostro sviluppo e del quale quasi tutti (i politici e i giornalisti per primi) parlano solo per slogan e frasi fatte. Servirebbe invece un dibattuto serio e competente, stimolato soprattutto da quelle forze che si dichiarano alternative a questo centrosinistra (prime fra tutte le formazioni dell’autodeterminazione) e che invece rischiano di alimentare un populismo da quattro soldi portato avanti da amministratori locali che hanno capito che per finire sui giornali basta protestare e non proporre.

Perché è indubbio che la sanità sarda deve cambiare: ma in pochi hanno il coraggio e la competenza per dire come e perché.

 

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6 Comments

  1. Una domanda: gli 80 milioni e fischia per il fantasmagorico, ultramegagalactico, ospedale MATER OLBIA sono stati stanziati?

  2. Non ho visto niente di sinistra da una giunta di sinistra

  3. salvatore angelo firinu says:

    Ad averne di personalità oneste e capaci la Regione Sardegna non si troverebbe in questa situazione. Senza voler sparare slogan, e purtroppo è la realtà, in consiglio regionale siedono mezze calzette incapaci e pure ascari vendutesi al renzismo sporco e avventuriero del governo nazional-nazista italiano. Certo che le forze che si definiscono indipendentiste nazionalitarie, se continuano a scorrere in kentu arrezolos ( rigagnoli) non avranno la forza di contrapporsi al regime di pigliaru e soci e il popolo, stanco più che mai, riprenderà a disertare le urne.

  4. Pigliaru, vuole risparmiare con la sanita’ dando un superstipendio al nuovo manager Fulvio Maiorano, come esempio del risparmio Pigliaru, ha qualche problema abbastanza serio , e se questo è il suo metodo del risparmio ha fallito in partenza,per di piu’la ridicola e costosa trasferimento della sede ASL, ora ATS, da Cagliari a Sassari ,con eventuali trasferimenti di impiegati da Cagliari, a Sassari,almeno che’ non ci saranno nuovi ed eventuali assunzioni di personale nel sassarese per la nuova sede e quindi nuovi costi per la sanita’ sarda , dopo questa buffonata al signor Pigliaru , non le rimane altro che dare le dimissioni e anche in fretta.

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