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Cagliari 2015: “Ecco come si vive in una scuola occupata in cui il comune ha fatto togliere l’acqua”

[youtube https://youtu.be/-cNTzhA7ThM] 

Il video “Cagliari 2015 H2O” del gruppo anonima.eu

All’improvviso, i poveri. Ieri il sindaco di Cagliari Massimo Zedda se li è trovati davanti e non è che abbia avuto molto da dire se non “vediamoci uno dei prossimi giorni”. Il video girato dal cronista dell’Unione Sarda sotto il Municipio di via Roma racconta più di cento articoli (articoli che, peraltro, non sono mai stati scritti) la disperazione di famiglie di giovani con figli che oggi a Cagliari si ritrovano senza casa e senza lavoro. E per colpa del comune, perfino senz’acqua.

“Poveri”: così si sono definiti loro, questi abitanti di alcune scuole occupate a cui l’amministrazione di centrosinistra ha incredibilmente tolto l’acqua, stravolgendo il senso del decreto Lupi che voleva impedire che negli stabili occupati gli abusivi potessero allacciare nuove utenze, non certo usufruire di quelle già attivate.

Una situazione incresciosa giacché, come ha fatto notare il consigliere comunale di Sardegna Sovrana Enrico Lobina, in altre città Sel (il partito del sindaco, che afferma di non aver disposto lo slaccio dell’acqua ma numerosi elementi gli danno dato torto, perfino una dichiarazione di fronte a testimoni dell’amministratore delegato di Abbanoa Alberto Ramazzotti) sta conducendo una battaglia per consentire che agli occupanti abusivi venga riallacciata l’acqua. Misteri della politica.

Sia come sia, a pochi mesi dalle elezioni comunali la città inizia a rendersi conto che esistono delle sacche di povertà estrema, e che il problema della casa è rimasto di fatto senza risposta. Perfino in questi anni di amministrazione di sinistra.

C’è una città che non ha voce ed è per questo che il video girato dal gruppo anonima.eu (Paolo Beccari, Orietta Fossati e Maria Elisabetta Pini) è particolarmente importante: perché consente a donne e uomini di raccontarsi in prima persona. Guardatelo, resterete toccati da tanta dignità.

Dal video è scaturita una petizione on line perché agli abitanti delle scuole occupate venga riallacciata l’acqua. Sarebbe il minimo, visto che nella Cagliari del 2015 case popolari da assegnare proprio non ce ne sono.

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21 Comments

  1. Robin Hood says:

    Onore a Cilla!

  2. REGOLE CHIARE, SANZIONI CHIARE – L’audio di questo video è toccante, è proprio all’inizio al minuto 1.05, la chiave di questo reportage, la vergogna. La prova la figlia nei confronti del compagno di scuola, la prova di riflesso la madre. Conosco una persona che distribuisce viveri tra i poveri, dice che in tanti hanno smesso di chiedere, per lo stesso motivo: la vergogna. Il mio desiderio è che queste persone smettano di provare vergogna, se la debbono proprio rivivere sia per la violazione di una regola, una regola chiara, certa. Ma in questo nostro paese le regole sono sempre più sfumate, sempre più difficili da interpretare, i controlli per farle rispettare sempre più ondivaghi. Prendo ad esempio i chioschetti del Poetto così ci capiamo al volo. Ero ragazzo quando andando al mare consumavamo un panino e una birra acquistati in un baretto che stava dentro ad un container. Poi i gestori di questi baretti hanno aggiunto un ombrellone, poi una tensostruttura, poi una locale chiuso con il plexligass, poi sono arrivati i concertini, poi le sfilate di moda, poi la trasformazione in ristoranti, è sufficiente riguardare le foto satellitari del prima e dopo per capire che il piccolo container come un tumore si è allargato e cresciuto a dismisura. Regole? Nessuno si è accorto che qualcosa non andava? Forse c’erano, forse qualcuno ha cercato di farle rispettare, il risultato è stato uno solo: la ruspa finale, e nel frattempo? Nei commenti su questo articolo di Vito leggo dei soliti luoghi comuni dei finti poveri. E’ così difficile scrivere delle regole chiare, con delle sanzioni altrettanto chiare e applicare queste sanzioni in modo altrettanto netto? Mi dichiari di essere povero, bene, ti assegno un alloggio con queste regole, ad esempio è tua la manutenzione dello stabile, sono a carico tuo il costo dei servizi, (come giustamente una donna intervistata diceva). Alla scadenza di un anno i controlli, hai mantenuto tutto come richiesto? Si prosegui, no? Via e subentra un’altra famiglia. E’ stato riscontrato che non avevi i requisiti (possiedi il famoso macchinone da 25.000 euro) per usufruire di un alloggio popolare? Multa e via la casa ad un’altra famiglia. REGOLE CHIARE, SANZIONI CHIARE

  3. Vanni Lanni says:

    Vito, smetti di rovistare nella cacca e sincerati delle cose. Tagazzu poveri! I poveri sono gli onesti lavoratori che fanno carte false per pagare un affitto. Non questi (ben visibili nel video dell’unione)

    • Vanni, il link non lo pubblico perché non sono in grado di dimostrare la veridicità delle tue affermazioni né tu (con un nome e un cognome palesemente finti) mi sembri affidabile. Comunque bentornato in questo blog (tanto lo so chi sei).

  4. l’acqua negata….. e… l’acqua sprecata….a Cagliari si nega l’acqua alle famiglie che occupano alloggi “abusi ” di necessità è ma si continua ad usare l’acqua potabile per irrigare parchi e giardini….mentre si continua ad ignorare il riutilizzo dell’acqua sotterranea che viene buttata nelle fogne per esempio…basta passare in via Nuoro davanti al Comando dei Carabinieri vi è un tubo nel palazzo di fronte che scarica l’acqua nella fogna 24 su 24 e questo e solo un esempio……..ma basta fare una piccola ricognizione in città per trovare tanti altri casi….

    • Perché dovrebbero essere usate le acque nere per il verde pubblico? Va be’ che potrebbero essere ricche si utili sostanze organiche… per le piante, ma non mi risulta che sia possibile utilizzarle… a meno che non si vogliano respirare afrori fognari o si voglia provare il brivido del rischio colera… E poi perché dovrebbe essere messo sullo stesso piano l’innaffiamento dei parchi e dei giardini o la rete idrica colabrodo con il tema della negazione dell’acqua a chi ne ha diritto?

      • non ho citato le acque nere…parlo dell’acqua sotterranea che si trova sotto alcuni palazzi…..il parcheggio di piazza Repubblica …il parcheggio di via Manzoni e li esempi potrebbero continuare…

  5. Fourthciucciu says:

    In presenza di bambini, anziani o disabili il Sindaco deve forzare la mano e consentire il riallaccio dell’acqua, anche commettendo un reato, il Sindaco di Bologna si è beccato una denuncia in Procura per lo stesso motivo ma giustamente ha privilegiato l’aspetto umanitario rispetto alla legalità, alla faccia di tanti giustizialisti un tanto al chilo.

    Diverso il caso delle prepotenze di alcuni abusivi non bisognosi che, fregandosene delle graduatorie e di chi ha più titoli per avere gli alloggi, con violenza occupa case o edifici pubblici pretendendo di avere gratis quello che tutti gli onesti pagano.

  6. Avevo sei anni, da tre giorni papà, cassaintegrato, usciva di casa alle cinque del mattino per rientrare la notte tarda. Non andava a lavorare, ma sentivo vociferare dai grandi che ‘altrimenti lo arrestavano’. Mamma era incinta di otto mesi, e in quei giorni mie zie, solo le donne giravano per casa dalla mattina presto. Pensavo che mamma dovesse partorire. Era una mattina di novembre, rientravo da scuola, prima elementare. Quartiere Sant’Elia,cosidetta zona A, il vecchio borgo. Ogni strada pullulava di polizia, vigili, ambulanze. Macchine e furgoni carichi all’inverosimile di mobili, materassi, valigie, biciclette e giocattoli. Arrivai davanti al cancello di casa e spaventata entrai. Il cortile di casa, luogo dei miei giochi di bambina era pieno di vicini con martelli e bastoni. E poliziotti,tanti poliziotti in tenuta antisommossa (lo capii negli anni) e mitra in mano. Mamma in cucina con quel suo viso da combattente che ho sempre conosciuto, seduta su una sedia. Mi disse”andiamo a vivere in un altra casa”. Ci stavano sfrattando. Ci stavano mandando via da una casa che era stata nostra (per effetto di una coabitazione poi definita e risolta con accettazione da parte del comune della nostra residenza) per cinque anni. La nostra, improvvisamente, era diventata una residenza abusiva, e qualcuno, per effetto di un meccanismo clientelare, aveva scelto la nostra come sua nuova residenza. Andammo via senza tante storie, non diedero il tempo di poterne fare. Sono passati 31 anni,nel tempo le cose per noi sono migliorate, per fortuna, non per gran merito. Mi ritrovo ora a lottare per il diritto alla casa di altre persone. Non è vero, non lotto per altre persone. Lotto per me stessa, per la mia famiglia. Perché io oggi ho la fortuna (?) di vivere una realtà lavorativa che mi permette, bene o male di potermi pagare un affitto. Ma non escludo, e ne sono consapevolmente convinta, che nella situazione di quelle famiglie costrette a vivere, vivere poi è un parolone, sopravvivere in strutture fatiscenti, prive di acqua e delle più elementari esigenze che una società civile dovrebbe offrire, potevo esserci io. Poteva esserci chiunque. Perché, che dir si voglia, quelle situazioni non te le crei, ti cadono addosso come macigni. La “povertà” è una malattia contagiosa, che può colpire chiunque, non si senta nessuno escluso. E per tutti i sapientini e benpensanti che affermano le varie “non hanno voglia di lavorare”, troppo comodo vivere gratis,di assistenzialismo”, “io lavoro, mi spacco la schiena e pago un mutuo, perché loro devono avere tutto gratis”, beh cari signori, tornate quando avrete da offrire una società che mette tutti in condizioni di avere una vita dignitosa, un lavoro,una casa, un futuro.Solo allora potrete “decidere” della vita altrui e poter sentenziare una selezione naturale. Fino a quel momento come di mia abutudine ABOP.

  7. Chissà quali orrendi spettri rievoca la parola “edilizia pubblica”. Vorrei ricordare che almeno il 20% degli alloggi costruiti a Cagliari dagli anni ’30 è edilizia pubblica. Molte delle prestigiosissime abitazioni di San Benedetto (la stessa piazza, via Farina) furono edificate durante il fascismo; interi rioni (La Palma, CEP, Sant’Elia, Mulinu Becciu ecc…, San Michele) in buona parte sono/erano edilizia popolare (INA casa, IACP) sorta dagli anni 60. E’ lapalissiano: chi non può né prendere in affitto una casa né tanto meno comprare una casa DEVE poter vivere in un luogo dignitoso, pubblico a costi calmierati. Ovvio? Forse no. Si preferisce la miseria di persone che con dignità (e giustamente) occupano gli spazi abbandonati dall’amministrazione. Civiltà vuol dire anche – o forse soprattutto – farsi carico di quelle situazioni.

  8. Monica says:

    Sempre che di poveri si tratti. Nel corso degli anni ho conosciuto tante persone che povere non erano e che hanno occupato scuole in disuso per farsi dare la casa popolare. Sfrattati hanno mandato mogli e figli da parenti e sono andati all’albergo dei poveri per scavalcare la graduatoria. Qualcuno chiese ai miei, che allora si facevano il mazzo vivendo in ristrettezze per risparmiare per comprarsi la casa, chi glielo facesse fare quando facendo i furbi avrebbero potuto avere la casa gratis. Uno arrivò a dire loro che i soldi che loro risparmiavano lui se li mangiava in gamberoni. E comunque ho visto che qualcuno si è arrangiato e ha ovviato al distacco dell’acqua comprando una pompa lunghissima da attaccare alla fontanella più vicina e riempire così i serbatoi. 🙂

    • …e magari hanno anche i soldi per comprare l’ifono… quando invece dicono che gli servono per la bbombola… Mio cuggino mi ha detto che una volta gli hanno tolto un dente da sveglio e che se l’è rimesso da solo… Scusa l’ironia. Mi sembra complicato affrontare la questione della presunzione di non-povertà fondandola su esempi soggettivi o sul ‘sentito dire’. Quì si tratta di un diritto (quello all’acqua) negato. Il diritto deve essere ripristinato. Gli intervistati non hanno titoli per occupare una scuola? Bene, l’amministrazione comunale si assume le proprie responsabilità (dar loro un alloggio dignitoso) e la collettività si fa carico dei bisogni (primari) di chi non è in grado di soddisfarli, senza giudizi e/o pregiudizi. Poi di casi singoli se ne può parlare a bizzeffe. So solo che quando manca la coesione sociale (o solidarietà) una comunità si frantuma in individui e regna la legge cane-mangia-cane.

      PS. E si si riempiono i serbatoi di acqua, fanno benissimo.

      • Francesco says:

        beh, basta farsi un giro sotto i parcheggi dei palazzi popolari, occupati regolarmente o meno, e contare quante auto da 25 mila euro ed oltre ci trovi parcheggiate… se si facessero controlli SERI sui redditi effettivi di chi ha in uso le abitazioni credo ne vedremo delle belle…

      • Resta comunque il fatto che a) non si può/deve fare di tutt’erba un fascio; b) l’amministrazione (!) comunale è deve ripristinare l’acqua dove l’ha fatta slacciare; c) quando ci son minori la loro tutela (ovvero un tetto sotto il quale vivere dignitosamente, un luogo per lavarsi, vestirsi, nutrirsi o essere nutriti, giocare e studiare, essere accuditi ecc…) deve essere garantita. Sulle auto da 25.000 euros e più, sul benessere che sembra trasparire in taluni individui beneficiari di alloggi comunali, sulla necessità che siano effettuati controlli – pur condividendo il principio che possa sorgere un dubbio sulla legittimità delle situazioni – credo che si tratti di un problema differente da quello indicato nel video.

    • Ospitone says:

      Vero…esiste anche questo,ma “tante” persone non sono “tutte” le persone e anche se fossero solo due le famiglie/persone realmente bisognose vanno tutelate.Sempre

    • Monica says:

      Non parlo per sentito dire. Ho visto fior di professionisti accedere a case popolari e ho visto persone veramente indigenti cercare di fare di tutto per continuaee a pagare l’affitto e non fare la domanda per la casa popolare. Detto questo, io auspico controlli severi. Se sono abusivi e hanno i requisiti per accedere alle case popolari, gli si dia la casa, non l’acqua in situazione abusiva. E, nell’attesa li si ospiti in strutture apposite. Ma se non avessero diritto e fossero solo dei furbi li si sbatta fuori, facendosi carico eventualmente di bambini, anziani e disabili. Ma i controllo andrebbero fatti su tutti, in maniera tale che, se fisse venuto a mancare il requisito che ha fatto assegnare la casa popolare, la stessa venga riassegnata a chi ne ha reale diritto. Chiedo scusa ma ho avuto modo di entrare a contatto con storture tali che mi fanno dubitare delle reali esigenze di chiunque. 🙂

  9. Supresidenti says:

    Grazie Vito

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