Cagliari / Elezioni comunali a Cagliari 2016

Aperto, inclusivo, alternativo, identitario: nasce il laboratorio politico “Cagliari Città Capitale”

Casteddu

Il cielo sopra Casteddu (foto Olliera)

Stamattina allo Spazio Search di Cagliari è stato presentato questo documento (le cronache della conferenza stampa le trovate su Sardinia PostCastedduonline e Cagliaripad).
Ad illustrarlo sono stati il consigliere comunale Enrico Lobina (Sardegna Sovrana), il presidente di Sardegna Sostenibile e Sovrana Pierluigi Marotto, la presidente di Sardigna Libera Claudia Zuncheddu, la rappresentante di ProGreS Casteddu Ilaria Mura Perra e Fabrizio Usai del Circolo Chavez.
Per informazioni e adesioni si può utilizzare la mail, cagliaricittacapitale@gmail.com mentre il laboratorio è presente anche su facebook con la pagina Cagliari Città Capitale. C’è molto da fare, ora partiranno i tavoli tematici (e io non mi tirerò indietro), il percorso è appena iniziato e sarà lungo e (si spera) entusiasmante. Perché nessuno ha voglia di farsi logorare dai giochetti del centrosinistra cagliaritano.

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Patto Costitutivo del Laboratorio
“CAGLIARI CITTA’ CAPITALE”

Le sottoscritte associazioni culturali, organizzazioni no profit, circoli e movimenti politici, operatori della cultura e delle professioni portatori di competenze ed espressione della società e delle comunità cagliaritana, sottoscrivono il presente patto costitutivo per la creazione del Laboratorio “Cagliari Città Capitale”, con l’obiettivo di dare vita e contenuti dal basso, attraverso un processo inclusivo ed identitario autonomo e distinto dai tradizionali schieramenti di centrodestra e centrosinistra, ad un programma politico-amministrativo e ad una coalizione civica in vista della scadenza elettorale del 2016. I contenuti culturali, politici e di governo fondamentali sono declinati come segue:

 

1 – L’Autonomia e il suo modello di sviluppo hanno concluso il loro ciclo

Le politiche di austerità europee hanno comportato, nello specifico italiano, una centralizzazione dell’organizzazione statuale, che ripudia il principio della sovranità popolare. In Sardegna la fase autonomistica non ha saputo sviluppare benessere duraturo e rispettoso dei beni comuni primari (suolo, aria, acqua), mortificando le naturali vocazioni e i saperi propri della nostra terra. Ciò è avvenuto per responsabilità delle élite locali, che non hanno saputo o voluto dare risposte all’altezza dei bisogni di benessere e di pari opportunità del popolo sardo.

Consideriamo pertanto conclusa la fase dell’Autonomia e riteniamo urgente e necessario aprire un processo culturale, sociale, economico e politico nuovo che dia speranza e concretezza emancipativa alla Sardegna. Assumiamo il principio di Autodeterminazione del popolo sardo e della Nazione Sarda, cosi come sancito dall’ONU e ratificato dalla Conferenza di Helsinki, e un modello di sviluppo sostenibile, come elementi distintivi e valoriali di riferimento, così che possa essere esercitato a tutti i livelli politici ed istituzionali il principio di sovranità e di autogoverno.

Questo progetto e i suoi contenuti di merito si pone oggettivamente, sul piano sociale, politico, economico e culturale, in alternativa ai progetti espressi e tutt’ora in corso sul piano locale, sardo ed italiano sia nel centrodestra che nel centrosinistra, costituendo di fatto e in diritto l’elemento discriminante per la definizione di accordi e/o alleanze elettorali, politiche, istituzionali.

A questo laboratorio aderiscono pertanto persone e organizzazioni che hanno radicamento in Città e in Sardegna, soggettività di comunità e di rappresentanza del territorio che abbiano la volontà e la capacità di svilupparsi in modo plurale, inclusivo e identitario, con caratura internazionale e visione euro mediterranea, con forti connotati di indipendenza e non subordinazione organica e gerarchica a segreterie o direzioni esterne.

 

2 – La Città di Cagliari, tra crisi sociale e inadeguatezza del quadro di riferimento istituzionale

A Cagliari negli ultimi quattro anni (2011-2014) gli abitanti sono diminuiti più che nel quadriennio precedente (2008-2011). Gli iscritti ai Centri Servizi per il Lavoro, nella sola capitale, sono passati da 29.700 (maggio 2011) a 37.070 (dicembre 2014). Il tasso di disoccupazione, dal 2007 a oggi, è passato dall’11% al 19%.

L’assenza, per responsabilità della Regione, di un quadro di riferimento istituzionale certo sull’articolazione dei poteri sub-regionali, e la mancata forte spinta riformatrice nel governo del capoluogo unitamente alla rinuncia del Sindaco e della sua maggioranza a porsi alla testa dei Comuni sardi nel contrasto alle politiche governative di spending-review non hanno consentito alla Città di porsi come la locomotiva di un nuovo progetto di sviluppo sostenibile, capace di mettere in rete comuni e città sarde e questi in relazione con la Regione Autonoma della Sardegna e con i processi di area vasta di carattere sub-regionale connessi all’efficienza e all’efficacia nella gestione e allocazione dei servizi e articolati per competenze e vocazioni dei territori, secondo il principio di adeguatezza e sussidiarietà.

Occorre pertanto dar voce e rappresentanza a un punto di vista organizzato e organizzabile sia per il riscatto da un’esistenza segnata dalla povertà, l’emigrazione e la solitudine di larghi ceti popolari sia per la positiva iniziativa delle forze imprenditoriali, intellettuali, della cultura e dei servizi, che intendono concorrere alla creazione di lavoro e ricchezza diffusa orientata ai fini sociali, in un quadro di sviluppo economico sostenibile e rispettoso dell’uomo e dell’ambiente.

 

3 – Esercitare le prerogative democratiche e di governo legate alla sovranità popolare

Le elezioni rappresentano un momento importante, anche se non esclusivo, per l’esercizio delle prerogative legate alla sovranità popolare. Quelle di Cagliari del 2016 rappresentano uno snodo strategico, perché con l’elezione Sindaco della città capitale si determineranno condizioni oggettive di attribuzione di ruoli e competenze, sia per via della costituenda Città metropolitana, sia per l’oggettiva urgenza a legislazione vigente di una governance dei processi Area vasta che oggi consta più di 400.000 abitanti su settori quali mobilità, uso e pianificazione del suolo, politiche commerciali, ciclo dei rifiuti.

Questo nuovo scenario istituzionale impone un forte, radicale e consapevole esercizio di direzione e coordinamento istituzionale in capo al Sindaco metropolitano e contestualmente di esercizio delle prerogative di alta amministrazione e governo dell’esecutivo nel rispetto del ruolo di indirizzo, programmazione e controllo del Consiglio Comunale, a cui devono essere ricondotte e rese coerenti con gli indirizzi generali di governo, l’insieme delle scelte strategiche e di assetti negli Enti, nelle Agenzie, nelle società a partecipazione pubblica, compresi l’insieme della strumentazione pubblica operante nella sanità, nell’istruzione, nei trasporti e nel credito.

 

4 – Costruire il percorso Agenda 2019

Il progetto per Cagliari Città Capitale, per sua natura e portata dei temi e dei ruoli di governo e di rappresentanza oggettiva, costituisce una tappa decisiva di un percorso più generale che definiamo Agenda 2019.

Siamo consapevoli che senza lavoro non c’è libertà, e senza autodeterminazione in Sardegna non c’è esercizio vero dei poteri sovrani. L’attuale deriva neo centralista e semicoloniale va combattuta con la costruzione di una alleanza sociale, culturale politica ed economica, che abbia forza, capacità e intelligenza di imporre l’apertura, nella società sarda e nella Regione una nuova stagione politica, istituzionale e di governo per l’Autodeterminazione del popolo sardo.

 

5 – Democrazia, partecipazione e crisi della rappresentanza

Con questa proposta politico-culturale-istituzionale e di governo vogliamo contribuire come cittadini singoli o associati, al dibattito sulla crisi di rappresentanza dei corpi intermedi e sugli effetti nefasti che ha prodotto e produce dall’assenza di luoghi di partecipazione e discussione collettiva al progressivo distacco tra governanti e governati, che si traducono entrambi in tassi di astensione dal voto oltre la soglia di guardia e che mettono a serio rischio il carattere democratico del sistema perché favoriscono una altissima concentrazione di potere in poche mani, pur in presenza di una bassissima rappresentanza e legittimazione dell’investitura popolare di governo.

Il punto fondamentale non è l’unificazione elettoralistica di indipendentisti, sovranisti e cosiddetta sinistra, o l’elevazione aprioristica di steccati pregiudiziali. Avanziamo queste idee-concetto per costruire una risposta a carattere processuale, articolata ed inclusiva, che possa essere percepita come un’alternativa credibile dai Sardi.

Il valore dato agli interessi della Sardegna non sarà più subordinato a quelli dello stato italiano. Questa ambizione e questa sfida si pongono sia per il livello amministrativo locale, sia per il valore che assume per tutta la Sardegna. Intendiamo agire attraverso l’iniezione di potenti forme di democrazia dal basso, anche attraverso l’introduzione del metodo delle primarie per la scelta del candidato sindaco.

Intendiamo richiamare fortissime discriminanti sul piano etico e del rinnovamento, che richiedono forte coerenza tra le scelte programmatiche contenute nel concetto di sostenibilità e nel principio di autodeterminazione e le collocazioni politico-istituzionali attuali e future di tutti i protagonisti che assieme a noi accetteranno la sfida.

Cagliari, 18 giugno 2015

 

Hanno sottoscritto il documento:

Organizzazioni
Assotziu Consumadoris (Marco Mameli)
Circolo Chavez (Giacomo Loi)
Circolo Me-Ti (Gianfranco Bitti)
Costituente Sardista (Efisio Pilleri)
ProGreS (Fabio Usala)
Sardegna Sostenibile e Sovrana (Pierluigi Marotto)
Sardigna Libera (Claudia Zuncheddu)

Adesioni individuali
Fernando Codonesu (Terra Pace e Solidarietà)
Paolo Erasmo (Agriculture)
Gaetano Lauta (Banca Etica)
Franco Meloni (Aladin Pensiero)
Mauro Naitza (dirigente sportivo)
Marta Onnis (Gruppo Umano Solidarietà)
Maria Elisabetta Pini (Alternativa)
Salvatore Porta (Agriculture)
Francesca Tanda (Sardegna Possibile)
Fabrizio Usai

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7 Comments

  1. Gabriele Burricchis says:

    Oh Biolchini ti sei già stufato di Maninchedda? Cacchio se sei volubile. Tanto lo sappiamo che ci metterai poco a disAmorarti anche di questa ammucchiata. Massimo Zedda docet. P. S. tanto le elezioni le vince Massidda!

  2. La strada si aprirà cammin facendo, con il pessimismo della realtà che ci circonda e l’ottimismo della volontà che non si rassegna.

  3. Francu says:

    Molto bene! Mi é bastato leggere i nomi dei firmatari e fondatori per capire che non mi interessa

  4. Pierluigi P says:

    bene, programmi prima delle tattiche o della alleanze. Questa la vera novità. Potenzialmente può raccogliere voti in un’area che non è rappresentata in Sardegna (o quasi) e che rappresenta un terzo dei sardi e delle sarde. Il lavoro è tutto da svolgere, ma non posso che fare un grandissimo augurio a chi si sta mettendo in cammino, e a li chi seguirà

  5. Sono in tutto sette sigle, prenderanno 6 voti. E si scanneranno per capire chi ha tradito

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