Politica / Sardegna

Abolizione del patto di stabilità: è vera gloria? Una cosa sola è certa: ora la Sardegna deve riformare la sua sanità

 L’assessore regionale al la Programmazione e Bilancio, Raffaele Paci

La notizia dell’abolizione del patto di stabilità per la Regione Sardegna appartiene a quella categorie di notizie che, nove volte su dieci, i giornalisti hanno difficoltà a valutare e a collocare nel giusto contesto. È evidente che la materia è molto intricata e complessa, non essendo certo assimilabile ad un fatto di cronaca o ad un evento sportivo. E dunque in questi casi cosa si fa? O si prende per buona la versione governativa (con trionfalismi annessi e connessi), oppure si rimane sul vago e non si caricano i toni, in attesa di capire meglio.

I giornalisti quindi non possono far altro che chiamare qualche politico di fiducia e farsi spiegare dal suo punto di vista il senso del provvedimento (spacciandolo poi per proprio) o mettere in fila le reazioni di partiti e sindacati. In questo modo il giornalista butta la patata bollente nelle mani del lettore, che di questi temi generalmente ne sa meno di lui. E così mi sembra che sia andata anche stavolta (con l’interessante eccezione della pagina dedicata oggi dall’Unione Sarda).

Qualcosa comunque è evidentemente successo nell’incontro tra i rappresentati dello Stato e del Governo e il presidente Pigliaru e l’assessore Paci. I nostri volevano solamente l’innalzamento del tetto di spesa bloccato dal patto di stabilità, e invece sono stati spiazzati dalla proposta romana. Che Paci spiega così:

“In parole semplici significa che noi ci impegniamo a rispettare il pareggio di bilancio ma non subiamo ulteriori vincoli, siamo liberi di spendere tutte le nostre entrate iscritte a bilancio. Il nostro bilancio sarà più chiaro e trasparente, smetteremo di creare una enorme quantità di residui, ossia di promesse che poi non è possibile mantenere.
Allo stesso tempo, attraverso gli accantonamenti previsti dalle manovre nazionali di risanamento finanziario, anche la Sardegna contribuisce alla riduzione del debito pubblico.
Il nuovo sistema ci obbliga anche ad essere virtuosi e efficienti, perché le risorse che saremo in grado di risparmiare dagli sprechi, le potremo utilizzare liberamente per attuare le nostre politiche di crescita.
È una svolta nella politica di bilancio della Sardegna della quale siamo molto soddisfatti. La giunta regionale ha dimostrato di essere credibile, di operare in una logica di leale collaborazione con lo Stato e all’interno di questa ritrovata unità di intenti è stato possibile trovare questo accordo che rafforza la nostra sovranità e responsabilità”. 

Tutto ok: ma i due miliardi e quattro che lo Stato deve alla Regione (la metà riguardante la cosiddetta “Vertenza entrate” e l’altra metà di tasse riscosse che dovrebbero far liberare da subito risorse oggi bloccate dal patto) che fine fanno? Quando arrivano? Domanda più che lecita visto che per questo Pigliaru e Paci avevano ingaggiato lo scontro a Roma. Fra dieci giorni lo Stato farà una proposta alla Regione che appare però evidentemente al ribasso: si parla al massimo di 400 milioni di euro da spendere da qui a fine anno, un terzo di quello che la giunta chiedeva fino a pochi giorni fa.

Non solo: si conferma che la Regione è costretta ad accantonare circa 600 milioni di euro all’anno per contribuire alla riduzione del debito pubblico. Quindi lo Stato continua ad essere sleale con la Sardegna.

Bene la logica del pareggio di bilancio, ma in che modo Governo e Stato si impegnano a colmare i giganteschi deficit strutturali di cui la nostra regione soffre? Perché, come giustamente fa notare Paolo Savona, non è condivisibile l’idea del governo secondo cui il provvedimento “rappresenta la soluzione strutturale al problema della Regione Sardegna”!

La Sardegna esce dalla crisi con più risorse e più poteri. Non avere vincoli è già un buon punto di partenza ma se non arrivano più risorse è necessario avere ancor più poteri e ancora meno vincoli per decidere in assoluta autonomia quale debba essere il nostro futuro. Di nuovi poteri per la Regione invece non si parla. E nemmeno di risorse aggiuntive.

Domanda: basta questo provvedimento per far ripartire l’economia sarda?

Le prossime settimane ci consentiranno di capire quali sono i reali contorni di questo accordo. Una cosa è certa: ora la Regione sarà costretta una volta per tutte ad affrontare seriamente il tema della riforma sanitaria. Perché (ed è bene ricordarlo) che gli ospedali e l’assistenza i sardi se li pagano con soldi propri, per effetto dell’accordo stipulato da Soru nel 2006. Quindi non sarà più immaginabile avere ogni anno un buco tra i 200 e i 300 milioni di euro, soldi sottratti allo sviluppo e agli investimenti.

Pigliaru non può più allontanare l’amaro calice. Non fosse stato per la vicenda San Raffaele e per la protesta dei malati di Sla, di sanità in questi primi mesi di attività non se ne sarebbe mai sentito parlare. Quindi è venuto il momento i guardare negli occhi il mostro. Non sarà facile, perché si tratterà di togliere alla politica sarda la più cospicua forma di finanziamento indiretta e diretta di cui oggi (dopo l’abolizione dei fondi ai gruppi) dispone.

 

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18 Comments

  1. Pingback: Accordo Stato-Regione sul patto di stabilità, ecco il testo integrale! Ora, c’è qualcuno che ce lo sa spiegare? Intanto Piersandro Scano… - vitobiolchini

  2. Gentile L2212, rispondo in cima ai suoi commenti per evitare l’incolonnamento di questo blog che rende illeggibili le cose.

    Parto da alcune sue parole:
    Acquisizione o sequestro di centrali e infrastrutture regionali di proprietà del demanio italiano, Pareggio di bilancio, pazienza se moriremo di fame, identità offuscata, vantaggi di una gestione di governo a misura dei sardi….

    Le ho messe in fila queste sue affermazioni per farle capire non solo quanto siano generiche ma anche quanto siano superficiali e illusorie di fronte alla realtà dei fatti che ho cercato di evidenziarle finora (evidentemente con nessun successo dato che sto parlando con chi non intende ascoltare).

    Sarò sincero con lei, credo che questo modo ridicolo di vedere le cose sia uno dei mali comuni (senza nessun gaudio) che rovinano da tempo quest’isola.

    Nei fatti, nessuno dei ns. politici o amministratori, passati, presenti e anche futuri (se queste sono le premesse del corpo elettorale che gli indipendentisti andranno a rappresentare), ha idea di come si raggiunga un pareggio di bilancio, in uno stato (o in una regione) dove la maggior parte delle risorse provengono da fiscalità’ indiretta e attività non produttive. Così come non sia idea di come si possano attrarre investimenti produttivi senza fiscalità di vantaggio, che significa rinunciare alle entrate fiscali per lungo tempo, e senza contemporaneamente spendere miliardi per costruire le infrastrutture mancanti o mantenere in vita quelle esistenti, che non è’ affatto detto ci vengano regalate dato che appartengono ad altri.

    Non si ha, non ce l’hanno i politici sardi o italiani che siano, come non l’hanno i tecnici di cui si circondano, e non l’avete nemmeno voi indipendentisti o sovranisti, nessuna idea di come si passano mantenere i livelli minimi di wellfare attuali in Sardegna senza rinunciare a diritti relativi acquisiti nella sanità, nella pubblica istruzione, nella cultura o nella spesa sociale o senza condurre la pubblica amministrazione in tutte queste sue aree, verso il dissesto in cui si ritrovano da decenni.

    Per quanto riguarda la tanto proclamata indipendenza dei territori, non si ha nessuna idea del come arrivarci. Un referendum? Un trattato di scissione? Un patto di non belligeranza con l’Italia? Una annessione alla Corsica o al Canton Ticino? Una rivendicazione in sede UE oppure ONU? Ci si arriverà con un processo democratico o con una guerra civile? In quanto tempo? Oppure si fa velocemente un golpe militare con la Brigata Sassari? Io sono sicuro che avete in mente una strategia forse molto più plausibile visti i precedenti.

    Sono sicuro che molti dei vostri rappresentanti politici hanno in mente un processo lungo, democratico e pluridecennale di graduale occupazione elettorale o politica, sulla base di promesse illusorie, di tutte le poltrone pubbliche da parte di esponenti di provata sardita’ e fede indipendentista. A lungo andare questo garantirà l’indipendenza almeno quella economica (a spese del contribuente italiano) di tutti gli indipendentisti e sovranisti disoccupati e il miglior wellfare possibile per le loro famiglie. Se questo è’ quello che avete in mente, ammettetelo, ci fareste miglior figura. Perché così almeno qualche sardo, l’indipendenza a spese dello stato italiano, l’avrebbe.

    Se così non fosse e qualcuno di voi fosse mosso davvero da ideali, allora la cosa mi spaventa. Perché’ in qualsiasi modo intendiate arrivarci, all’indipendenza, sono anche sicuro che non avete idea del dove o del quando possano essere reperite le risorse o la forza economica, sociale, politica e anche demografica che sarebbero necessarie per far fronte, alle assurdità di cui si parla, come sequestri, acquisizioni o nazionalizzazioni straordinarie delle infrastrutture esistenti perché credo che lei parlando di queste cose non si renda nemmeno bene conto di cosa significano. O di cosa significhi, banalmente, mantenere in esercizio ordinario una infrastruttura di qualsiasi tipo, una volta acquisita in modo violento o meno.

    E’ anche evidente che, quando parla di DIRITTO al possesso, come Sardi, delle cose dello stato italiano che abbiamo in sardegna, lei non si rende conto di cosa siano i diritti dei popoli o dei territori, oggi in occidente.

    Apra gli occhi. NON esiste nessun giudice a Berlino. E tanto meno a Roma o Bruxelles. il resto del mondo, al pari degli europei ci si pulisce il culo con le specificità di noi sardi.

    Quelli che lei crede siano diritti naturali di un popolo, mi dispiace deluderla, derivano solo e sempre dalle guerre e dalla forza dei vincitori nei confronti dei vinti. Si tratti di Vienna o di Yalta, i confini degli Stati sono disegnati non sulle specificità dei popoli che li abitano ma sul loro potere economico, insieme al sangue delle lotte e delle rivoluzioni che sono stati in grado di fare e di vincere in passato. Noi Sardi, finora, le guerre le abbiamo fatte sempre dalla parte sbagliata e le abbiamo perse tutte.

    Quindi non credo lei sia talmente ingenuo da pensare (come sembrano asserire alcuni) si possa oggi ottenere l’indipendenza senza costi. O senza qualche rivoluzione, violenta o non violenta che sia. Non ci si siede mai a tavola gratis. Nessuna rivoluzione e’ un pranzo di gala. Per questo motivo mi dica quanto denaro oppure quanto sangue pensa che i sardi siano disposti a spendere per arrivarci stavolta da vincitori al termine di una guerra.

    Perché oggi queste guerre, a meno che lei non abbia un esercito e pensi di poter occupare le centrali, i porti, gli aeroporti o le televisioni con la forza, sono sopratutto economiche e conta il peso specifico, economico e politico di un territorio, non i diritti del suo popolo o la sua specificità’. Conta anche il peso demografico che nelle moderne democrazie si traduce in peso elettorale.
    Altrimenti Kurdi, Palestinesi o Ceceni, giusto per prendere tre popoli con una forte specificità e diritti naturali sui propri territori, non imbraccerebbero le armi e morirebbero invano da decenni per ottenere una qualche forma di stato indipendente che i ricchi catalani probabilmente avranno a breve in futuro.

    • Santo cielo, ma le rilegge le cose che scrive? E sarei io quello superficiale? Può elencare tutte le parole che vuole, ma definirle “superficiali ed illusorie” senza argomenti validi la fa solo sembrare patetico. Ed in particolare sul pareggio di bilancio, ma ci tornerò tra un po’.

      “Nei fatti, nessuno dei ns. politici o amministratori, passati, presenti e anche futuri (se queste sono le premesse del corpo elettorale che gli indipendentisti andranno a rappresentare), ha idea di come si raggiunga un pareggio di bilancio, in uno stato (o in una regione) dove la maggior parte delle risorse provengono da fiscalità’ indiretta e attività non produttive….Non si ha, non ce l’hanno i politici sardi o italiani che siano, come non l’hanno i tecnici di cui si circondano, e non l’avete nemmeno voi indipendentisti o sovranisti, nessuna idea di come si passano mantenere i livelli minimi di wellfare attuali in Sardegna senza rinunciare a diritti relativi acquisiti nella sanità, nella pubblica istruzione, nella cultura o nella spesa sociale o senza condurre la pubblica amministrazione in tutte queste sue aree, verso il dissesto in cui si ritrovano da decenni. ”

      “nessuno dei ns. politici o amministratori, passati, presenti e anche FUTURI”
      Dato che si tratta di preparazione necessaria, che è possibile acquisire tramite studi o consultando esperti in materia le cose sono due:
      1- Lei ha poteri di preveggenza
      2- Ritiene che i sardi siano geneticamente stupidi ed incapaci di imparare e governare, e che non siano neanche fisicamente in grado di rivolgersi a persone competenti.
      Le possibilità ci sono, ed i tecnici consultabili in materia pure. La smetta con le cazzate. Se giudica le possibilità di un governo da quello che è stato fatto precedentemente da forze politiche DEL TUTTO DIFFERENTI per obiettivi e modo di lavorare non capisce nulla di come funziona l’evoluzione di una società, ed ha problemi nel ragionamento logico.

      Per quanto riguarda l’indipendenza:
      “Come?”
      In tutti i modi necessari, che verranno impiegati a seconda della situazione che si verrà a creare. La Catalogna, magari grazie al fatto che i suoi abitanti riflettono a dovere sulle proprie necessità, sta seguendo una via. L’Irlanda ne ha seguito un’altra e l’India un’altra ancora. Non si ha la ricetta sicura perché È IMPOSSIBILE PER CHIUNQUE DARLA ORA. E con chiunque intendo chiunque, dato che bisognerebbe regolarsi a seconda delle azioni dell’Italia, dell’ONU etc. Neanche i catalani sono certi al 100%, ma per loro è ok verificare lungo la strada e per noi no, a quanto pare! Il referendum sarebbe comunque il primo passo, e tutti vorrebbero un’azione non violenta, se è quello che le interessa sapere.

      “A lungo andare questo garantirà l’indipendenza almeno quella economica (a spese del contribuente italiano) di tutti gli indipendentisti e sovranisti disoccupati”
      Al di là del simpaticissimo processo alle intenzioni, soprattutto verso persone che hanno lavorato per anni rimettendoci solo soldi, tempo ed altro (per cui non vedo perché non gli sarebbe convenuto entrare nel PD, a quel punto), forse un concetto non le è entrato in testa (o cerca inutilmente di ignorarlo perchè scomodo): pareggio di bilancio.
      I poveri piccoli “contribuenti italiani” non pagheranno un accidente, perchè il patto È GIÀ STATO FATTO, che le piaccia o no. E tra il governo Renzi e Pigliaru, non dagli indipendentisti. Il punto non è “pazienza se moriamo di fame”, come ha scritto lei inventandosi di sana pianta una mia posizione, ma “oramai ci tocca, per cui lo scopriremo se moriremo di fame o meno, che lo vogliamo oppure no”. Che dice, ora è abbastanza comprensibile anche per lei?

      “E’ anche evidente che, quando parla di DIRITTO al possesso, come Sardi, delle cose dello stato italiano che abbiamo in sardegna, lei non si rende conto di cosa siano i diritti dei popoli o dei territori, oggi in occidente. ”
      Come? Ma sta scherzando? È lei che evidentemente con capisce assolutamente nulla di come funziona la separazione di un’area da uno stato di appartenenza. Tutta la gestione pubblica DEVE passare al nuovo governo, perchè appunto lo stato estero non ha più alcun’influenza. Oppure cosa, secondo lei gli ospedali rimarrebbero sotto la gestione del Ministero della Salute Italiano? O le scuole sotto il Ministero dell’Istruzione? Ma mi faccia il piacere.

      “Quindi non credo lei sia talmente ingenuo da pensare (come sembrano asserire alcuni) si possa oggi ottenere l’indipendenza senza costi. O senza qualche rivoluzione, violenta o non violenta che sia. Non ci si siede mai a tavola gratis.”
      Di nuovo: Catalogna, Paesi Baschi, Scozia. Per l’appunto, loro ci hanno lavorato per anni. A gente come lei forse è difficile comprendere che è un processo lungo, non è che se si vota indipendentista l’anno prossimo ci stacchiamo (purtroppo). Prima si lavora sull’indipendenza economica e culturale assoluta. I catalani sono ricchi perchè hanno pensato ai loro interessi e non si sono fatti mettere i piedi in testa, e così i baschi. La Sardegna avrebbe molte più possibilità di loro, solo che grazie a gente come lei che giustifica i governi centralisti e sminuisce le nostre lotte (come appunto, la restituzione dei miliardi che ci sono stati rubati che ha fatto partire questa discussione) siamo ancora a questo punto.

      “una qualche forma di stato indipendente che i ricchi catalani probabilmente avranno a breve in futuro”
      Appunto.

      • Guardi credo che a questo punto, ogni discussione tra le i e me sia inutile. Io non ho doti di preveggenza e non sono più’ intelligente di molti altri sardi, ma evidentemente sia io che loro a differenza sua abbiamo abbastanza buon senso per vedere quello che lei è altri come lei evidentemente non vedono.infatti la maggioranza dei sardi non crede nel vostro progetto di indipendenza e non vi vota.

        Perché’ questo progetto di indipendenza seppure abbia l’afflato ideale che sarebbe ingiusto non riconoscervi manca di qualsiasi ragionamento logico, politico, sociale ed economico. E le sue parole lo dimostrano. il Pareggio di bilancio che lei liquida con poche frasi, come ho cercato di dimostrale con decine di righe, statistiche ecc. non può’ esistere in una Sardegna indipendente, a meno di non arrendersi tutti all’assenza dei servizi di base e ad altri 50 anni di stenti e privazioni ben peggiori di quelle a cui abbiamo assistito per arrivare al punto di default in cui ci troviamo. E per quanto riguarda l’agire di chi si professa indipendentista non faccio processi alle intenzioni ma constato solo alcuni fatti visibili.

        I fatti visibili sono che gli indipendentisti come lei, che forse sono la base penso più’ sana di questo movimento, purtroppo sono anche degli ingenui e non hanno in realtà’ nessuna idea di come si possa arrivare all’indipendenza.
        I loro rappresentanti, quelli almeno che finora essi hanno votato, da parte loro non hanno nessuna competenza della complessità del governare nemmeno il proprio condominio e nel frattempo alcuni furbetti del quartierino tra loro cercano, come tanti politicanti prima di loro la miglior sistemazione possibile per le proprie terga innanzitutto. Ricordare il recente episodio del duopolio tra assessore lavori pubblici e relativo amico di partito trombato e premiato con consulenza da tecnico/non tecnico sarebbe fin troppo facile e quindi non vado oltre. la saluto.

      • “la maggioranza non vi vota”
        http://www.fallacielogiche.it/index.php?option=com_content&task=view&id=33&Itemid=47
        Fallacia logica: Argomento ad populum. Il fatto di essere (attualmente) la maggioranza non implica affatto l’aver ragione (ci sono ottimi esempi nel collegamento).

        “il Pareggio di bilancio che lei liquida con poche frasi, come ho cercato di dimostrale con decine di righe, statistiche ecc. non può’ esistere in una Sardegna indipendente”
        Il pareggio forzato di bilancio, dal prossimo anno, tramite l’accordo tra Pigliaru e Renzi, ci sarà comunque, Sardegna indipendente o meno. Cosa che le ho già detto e ripetuto.
        Non è questione di “secondo me è possibile” o no.
        Ci sarà. Lei sta facendo finta di non sentire.

        “sono anche degli ingenui e non hanno in realtà’ nessuna idea di come si possa arrivare all’indipendenza”
        Di nuovo, mi tocca ripetermi. Ci sono più strade (referendum e dichiarazione unilaterale, appello all’ONU, unione con altri partiti per ottenere una modifica della costituzione etc.), e non si può sapere addirittura anni prima quale sarà necessaria. Le circostanze influenzano il tutto. Punto.

        “non hanno nessuna competenza della complessità del governare nemmeno il proprio condominio”
        Ad ogni nuovo partito/candidato si fa sempre questa stessa obiezione. Peccato che poi nessuno spieghi mai quali sarebbero queste fantomatiche “competenze”. Competenze che gli attuali politici dovrebbero poi avere, ma che a quanto pare non gli ha evitato di causare tutti i danni che ci ritroviamo.

        “recente episodio del duopolio tra assessore lavori pubblici e relativo amico di partito”
        Schifezza condannata da tutta l’area sovranista e ancora maggiormente da quella indipendentista.

        Probabilmente in effetti è inutile continuare, d’altronde il fatto che abbia dovuto ripetere più volte tutto quello che ho scritto dimostra che lei non vuole ascoltare. Vabbè, fa niente.
        Saluti.

  3. Il link di sardegna statistiche e’ questo: http://www.sardegnastatistiche.it/index.php?xsl=1952&s=255199&v=2&c=10273

    Quanto alle cose che dice, il costo dell’energia e’ un problema ma deve considerare che la produzione e’ in mano a soggetti pubblici/privati di un altro stato. Se defiscalizza l’energia non otterrebbe gettito. A meno di non nazionalizzare le centrali. E in questo caso dovrebbe prima acquistarle, o sequestrarle. 🙂
    Sul debito, posso dirle che ritengo la trattativa un bluff e sono pronto a scommettere che nessuno ha fatto davvero i conti della serva dato che ci si è’ fermati alla sola parte fiscale. Si finge di trattare solo perché’ lo stato non vede e la regione non sente. Quel debito riguarda ovviamente decenni di gestione scompensata. Ma dubito che anche se mai riuscissimo a riscuotere il maltolto gli amministratori regionali che ci ritroveremo, indipendentisti e sovranisti compresi saprebbero farne tesoro. Due anni di avanzo di amministrazione al massimo, poi subito in disavanzo. Fino al default.

    • “A meno di non nazionalizzare le centrali. E in questo caso dovrebbe prima acquistarle, o sequestrarle.”
      Appunto. È esattamente quello che bisognerebbe fare. Visto comunque che tutta la gestione “pubblica” da parte di un altro stato dovrebbe comunque passare a noi per diritto.
      Soprattutto, poi, cambierebbe molto la gestione delle nuove centrali, costruite successivamente (e meglio, senza dubbio).

      “Sul debito, posso dirle che ritengo la trattativa un bluff e sono pronto a scommettere che nessuno ha fatto davvero i conti della serva dato che ci si è’ fermati alla sola parte fiscale. Si finge di trattare solo perché’ lo stato non vede e la regione non sente.”
      Di nuovo, è assurdo pensare che lo stato non sia in grado di accorgersi se ha un debito di 10 e più miliardi o meno. A quel punto chiudiamo il “Ministero dell’Economia e delle Finanze”, perchè non serve a nulla.

      “Ma dubito che anche se mai riuscissimo a riscuotere il maltolto gli amministratori regionali che ci ritroveremo, indipendentisti e sovranisti compresi saprebbero farne tesoro. Due anni di avanzo di amministrazione al massimo, poi subito in disavanzo. Fino al default.”
      Questa è solo una sua ipotesi, ma dare fiducia o meno a partiti che non hanno colpe che gli possono essere addossate, dato che non sono stati ancora al governo (per gli altri può darsi), non vuol dire che non dovremmo cercare di riavere i nostri soldi.

      Per quanto riguarda il link: non ho trovato il dato dei 9 miliardi di cui parla. C’è il reddito totale, ma è decisamente maggiore.

      • Ecco vede, gentile L2212, perché io dubito di chi, in nome del proprio anche rispettabile ideale politico, ha spesso visioni distorte e non riesce a guardare con obiettività’ alla realtà’ anche solo per fare i conti della serva? In questo TUTTI i politici sono la perfetta rappresentazione della maggioranza di noi sardi o Italiani. L’italia che emerge dalle statistiche e’ un paese che ha oltre metà del suo territorio economico e sociale vicini alla bancarotta. E si regge ancora solo grazie alla sussidiarietà. E’ sicuro di aver sfogliato i file del link che le avevo indicato? Perché i dati sui redditi sono nel primo PDF relativo alle statistiche regionali. In bella evidenza. Tabella 3 di pag. 15. Reddito da lavoro DIPENDENTE 9 miliardi 274 milioni. Un dato altrettanto interessante e’ nella tabella 4 successiva riguardo le PENSIONI. Il vs. nuovo stato indipendente di Sardegna dovrebbe garantire ogni anno oltre 5 miliardi e mezzo solo per quelle. Senza contare il fatto che risultano praticamente inesistenti i dipendenti nelle imprese. Volendo semplificare, assumendo come rappresentativa della situazione imprenditoriale la tabella 6 che certifica i redditi da lavoro autonomo, si dimostra, nel caso avessimo dubbi, che siamo gli ultimi in Italia e le ns. partite IVA superano di poco i 600 milioni di euro. Quindi, anche se questo e’ un mio ragionamento da profano e non da economista illuminato non credo lei possa negare l’evidenza. La maggior parte di quei 9 miliardi di stipendi dovrebbero comunque uscire da casse pubbliche. Ho parlato di due anni di tempo per il default, anche partendo dagli ipotetici 10miliardi che l’Italia ci dovrebbe restituire, per questo motivo.

      • Al di là che i miliardi sono ormai 15 (erano 10 nel 2006), passiamo ad altro:
        I 9 miliardi di reddito dipendente ed i 5 di pensioni non vengono dall’Italia, la stragrande maggioranza viene dalle nostre tasse. E, sempre per parlare di conti della serva, indipendenza o meno, col pareggio di bilancio da ora in poi TUTTE le spese saranno a carico nostro, così come è stato per la sanità. A quanto pare è possibile, o vorrà dire che moriremo di fame. Il problema è che in questo caso non abbiamo i nostri miliardi arretrati, nè la gestione dei trasporti necessaria alle nostre esigenze economiche, nè quella della già citata energia. Inoltre: beni culturali tragicamente sottovalorizzati, industria della cultura idem, inquinamento ambientale (che non giova certo all’immagine turistica, nè all’export dei prodotti) ed una “pianificazione” industriale fatta, per usare un francesismo, col culo.
        Per chiudere il tutto, il fatto di avere la nostra identità offuscata da quella italiana ci toglie visibilità a livello internazionale, con tutti gli svantaggi derivanti (come zona provinciale italiana non siamo interessanti, come nazione con la sua cultura unica e le sue particolarità sì. Se qualcuno vuole vedere l’Italia va a Roma e Firenze, non a Selargius. Se viene in Sardegna, o compra prodotti sardi, è perchè è la Sardegna quello che gli/le interessa).
        Se già dovremmo essere in grado di reggere adesso (e lo vedremo tra breve, chiaramente), tutte le eventuali spese aggiuntive di uno stato indipendente sarebbero ampiamente controbilanciate dai vantaggi di una gestione ed un governo a misura dei sardi.

        Sintetizzando: conti fatti bene o meno tra poco tutte le spese saranno a carico nostro (indipendenza o meno), ma con l’indipendenza avremmo mezzi economici nettamente superiori per farvi fronte.

      • Ecco, come volevasi dimostrare… La genericità delle sue risposte e la superficialità delle affermazioni e’ la migliore conferma di quanto ho detto finora. Lei ha idea di come si raggiunga un pareggio di bilancio in una regione o peggio in uno stato le cui uniche risorse sono le entrate di fiscalità non produttiva? ha idea di quali siano i costi da sostenere per creare infrastrutture mancanti che servono ad attirare investimenti (in qualsiasi campo, economico o culturale) oppure di quanto denaro serva per mantenere quelle fatiscenti esistenti? Noi, con le nostre forze, in sardegna non siamo in grado di mantenere nemmeno i livelli minimi di welfare. infatti la sanità di cui tanto si riempie la bocca non solo non è’ in pareggio ma è’ una voragine. Ma la colpa non è’ dei sardi che votano chi l’ha amministrata. No la colpa e’ sempre altrui.

      • “Ecco, come volevasi dimostrare… La genericità delle sue risposte e la superficialità delle affermazioni e’ la migliore conferma di quanto ho detto finora.”

        Argomenti reali, please. Non impressiona nessuno con gli insulti.

        “lei ha idea di come si fanno misure di bla bla bla…”

        Tagliando spese ed enti inutili e puntando sullo sviluppo delle industrie utili e compatibili col territorio.
        Esattamente come fa qualunque stato o regione al mondo che si trovi in difficoltà economiche. Anche l’Italia ha buchi enormi nelle pensioni nella sanità e quant’altro, ma chissà perchè secondo lei per l’Italia sono magicamente risolvibili mentre per noi è impossibile. Cos’è, i sardi sono stupidi? Non vada sul qualunquismo, quelle misure dovremmo farle anche se non fossimo indipendenti.

        “Ma la colpa non è’ dei sardi che votano chi l’ha amministrata. No la colpa e’ sempre altrui.”

        No, la colpa è esattamente dei sardi che votano chi l’ha amministrata, in quanto hanno votato gente (partiti italiani) interessati solo ai loro interessi, ad una poltrona a Roma e che rispondevano e rispondono ad ordini mandati dal continente, anche se per noi dannosi. Il punto è che lei difende loro e la loro organizzazione, mentre attacca gli indipendentisti che in queste faccende non sono mai stati coinvolti e che non hanno nessuna responsabilità in voragini e danni di alcun genere.

  4. Vito,
    la cosa è un po’ più complicata di quanto potrebbe sembrare. Ma solo perché c’è molto che non si dice mai. Ad esempio che la vertenza entrate è in gran parte una bufala. Perché i soldi reclamati sono in realtà conferiti dallo stato per spese teoricamente a carico della RAS.
    Il punto è che se davvero si facessero i conticini salterebbe fuori che siamo noi a dover dare soldi allo stato. Non viceversa. Questo però è un discorso scomodo che nessuno si sente di poter fare. Men che meno Pigliaru.
    Sul patto di stabilità. In realtà non è stato deciso niente. Se non che dobbiamo garantire il pareggio di bilancio. Quindi i soldi da “investire per lo sviluppo” li dobbiamo trovare segando la spesa. Anche perché “quelli nostri disponibili” è un’altra bufala. Come la vertenza entrate.
    Purtroppo, come dicono in Germania a Renzi, sono momenti in cui there isn’t tripp for cats.
    Dal mio punto di vista, a Roma hanno detto: “La giunta Pigliaru deve dimenticarsi di poter attivare consenso spendendo quattrini!”. Che tradotto in francese significa: Per le promesse elettorali… cazzi vostri. Arrangiatevi!
    Da cui deriva: se volete spendere prima dovete tagliare. Molto di più. Perché bisogna anche ridurre il debito.
    Se poi qualcuno (come ad esempio Michela Murgia, velatamente) invocasse l’indipendenza, dovrebbe prendere un foglio Excel e calcolarsi il volume totale dei tributi esigibili in Sardegna. Poi la somma dei costi relativi ai servizi. Inclusi quelli attualmente a carico dello stato. Di cui spesso ci dimentichiamo. O facciamo finta. Sfortunatamente il primo è di gran lunga inferiore alla seconda.
    Da cui: questa roba, ad esempio,
    http://naracixiri.wordpress.com/2014/05/30/finalmente-la-cancellazione-degli-svincoli-specialmente-quello-di-villagreca-che-ce-sempre-pula-acquattata/
    può anche essere carina da leggere. Ma non si risolvono i problemi con le battute di spirito.
    Ed è un vero peccato perché la giunta Pigliaru, quanto a battute di spirito, non è seconda a nessuno. Altro che Crozza.
    Ciò detto, paghiamo oggi il sistema clientelare che abbiamo tirato in piedi. Noi sardi. Buttando nel cesso i quattrini quando c’erano. Sarà anche vero che molti se li sono presi i “continentali” (chissà quanti si ricordano di Rovelli). Ma, se anche fosse, glieli abbiamo dati noi. Facendoci pagare pane e castagne. E sentendoci furbi.
    PS – Lo stesso sistema che impera ancora oggi. Incluse le castagne. Tanto per la precisione.
    E poi potremmo chiedere l’annessione alla Russia. Che ci regala il gas, la vodka e il caviale da incrociare con la bottarga. Per ottenere il famoso bottale. Da diventare ricchi tutti quanti. Meglio delle macchine ad aria compressa di Massidda. Altro che!

    • “Ad esempio che la vertenza entrate è in gran parte una bufala. Perché i soldi reclamati sono in realtà conferiti dallo stato per spese teoricamente a carico della RAS.
      Il punto è che se davvero si facessero i conticini salterebbe fuori che siamo noi a dover dare soldi allo stato. Non viceversa. Questo però è un discorso scomodo che nessuno si sente di poter fare. Men che meno Pigliaru.”

      Nessuno ha fatto i conti? Certo, come no. Immagino che dato che si tratta di 2 spicci (appena 15 miliardi di euro, adesso) nessuno avesse interesse a farli. Non li avranno fatti di certo nè la giunta Soru nè no lo stato, che si sono messi d’accordo per dimezzare e rateizzare il debito, non dandoci poi neanche quella metà tra l’altro. Ma meno male che ci pensa ilPuntodiG!

      “Quindi i soldi da “investire per lo sviluppo” li dobbiamo trovare segando la spesa. Anche perché “quelli nostri disponibili” è un’altra bufala.”
      Un’altra rivelazione shock! Dovremo informare tutti i partiti, le giunte presente e passata ed i giornalisti di tutta la Sardegna, che sicuramente avranno sbagliato nonostante il tempo ed i mezzi per verificare le nostre risorse! Meno male anche qui, altrimenti sai che figuraccia?

      La prossima volta, caro ilPuntodiG, citi qualche fonte ed argomenti, prima di spararle così grosse.

      • Non sono certo un economista come Pigliaru o i tanti sovranisti e indipendentisti che si riempiono la bocca con questa vertenza entrate da qualche anno. Ma i dati a volerli guardare un poco ci sarebbero. Sul sito SardegnaStatische della Regione hanno pubblicato le statistiche fiscalità dell’ultimo triennio. Ho paura che siamo molto lontani dai 15 miliardi di cui parli e molto più’ vicini alle cose che dice PuntoG. Se andiamo a vedere il reddito imponibile Irpef complessivo di circa un milione di contribuenti sardi non supera i 9 miliardi all’anno. Contribuiamo a livello nazionale meno della Calabria. E ci sono anche oltre 4 miliardi di pensioni. Anche coi tributi locali non c’è molto da stare allegri. Del reddito da lavoro autonomo non si può’ parlare dato che raggiunge appena i 600 milioni anno. Di quello di impresa per carità’. Alla fine probabilmente NESSUNO tra i tanti che parlano ha davvero fatto i conti della serva. Io ad esempio Non sono così certo che qualcuno se ha riempito la colonna delle entrate sia in grado di aver certezza di quella delle spese. Vi chiedo di farlo voi. Io metto le prime descrizioni che mi vengono in mente: Sanità, Pubblica Istruzione, Servizi sociali e previdenza, servizi a domanda individuale, manutenzione delle Infrastrutture e viabilità’, manutenzione del Patrimonio immobiliare disponibile e del demanio indisponibile, spese correnti di tutte le strutture della PA, risorse umane e materiali ecc. Questo se dovessimo realmente avere una forma di sovranità’ de facto. Al raggiungimento dell’indipendenza dovremmo aggiungere le spese per il mantenimento di una qualche sovranita’ monetaria (e non sono rose e fiori anche aderendo all’euro e all’UE come nazione dovremmo rispettare gli stessi vincoli e imposizioni attuali per battere moneta) e da stato sovrano dovremmo farci carico della sicurezza e polizia e anche di spese militari della difesa (a meno di non delegarle ma allora che indipendenza sarebbe con delle caserme in mano ad uno stato estero? 🙂
        Insomma, voi indipendentisti/sovranisti che siete anche tutti economisti, convincetemi con i conti della serva e una banale partita doppia che si può’ fare e allora forse avrete il mio voto.

      • Potrebbe passarmi il link riguardante il reddito imponibile Irpef che cita? Non conosco bene il sito e non l’ho trovato. Comunque:

        “Contribuiamo a livello nazionale meno della Calabria.”: In questo caso viene considerato il fatto che siamo regione autonoma inquesto caso? O che siamo totalmente noi a pagarci la sanità?

        “Alla fine probabilmente NESSUNO tra i tanti che parlano ha davvero fatto i conti della serva. Io ad esempio Non sono così certo che qualcuno se ha riempito la colonna delle entrate sia in grado di aver certezza di quella delle spese.”
        Purtroppo neanche io sono un economista (lo so, vorrà dire che mi cacceranno dall’insieme degli indipendentisti), anche se cercerò di rimediare quei dati. Il punto è un altro: non è possibile che nessuno li abbia mai fatti, in quanto lo stato non si sarebbe mai messo a cercare un accordo con la regione se non avesse avuto la certezza di doverli ai sardi, quei famosi 10 miliardi (al tempo), ed invece così è stato. Mi pare difficile da credere che non solo alla regione, che li dovrebbe riscuotere, ma neanche al ministero dell’economia, che dovrebbe “sganciarli” nessuno abbia fatto i conti.

        Le spese riguardanti la completa indipendenza possono essere calcolate solo tenendo in conto una gestione totale di cose come il costo dell’energia (che, ricordiamo, e qui i dati ce li ho, se vuole, ma può cercarsi anche i vari speciali sulla questione, ad esempio quello recente di A. Muroni, produciamo in misura maggiore di quanto consumiamo), che permetterebbe alle nostre aziende di essere più produttive, o quello dei trasporti, con passaggio mezzi e persone nettamente più vantaggioso. Sono cose che rivoluzionerebbero la nostra economia, rendendoci certamente più ricchi rispetto a come siamo ora. Per cui fare i “conti della serva” con la situazione attuale vorrebbe dire falsarli.

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  6. Su bixinu says:

    Mettere le mani sulla sanità? Facessero un po’ d’attenzione a ciò che stanno combinando le AASSLL…dal momento che quella cagliaritana sta esternalizzando gran parte dei servizi amministrativi (la delibera si trova pubblicata all’albo pretorio on line della ASL 8), nonostante il rapporto tra personale sanitario e personale tecnico-amministrativo sia troppo alto e ormai abbondantemente fuori controllo rispetto agli standard fissati l’anno scorso dalla regione. E il tutto col ricorso alle cooperative, per aggirare la brutta aria che tira sulle agenzie interinali. Ma soprattutto senza spiegare cosa avverrà del personale amministrativo presente in azienda. Ma pensare che vi sia un accordo di co-gestione di questa operazione mi sembra brutto. O no?

  7. Francesco says:

    Insomma, si tratterà di “affamare la bestia”, con tutto ciò che ne deriva.

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