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Pigliaru presidente! Battuto Cappellacci, demolita la Murgia (è lei la vera sconfitta di queste elezioni)

Francesco Pigliaru ha vinto: è lui il nuovo presidente della Regione Sardegna. Se la percentuale complessiva dei votanti, anziché fermarsi al 52 per cento fosse stata più dignitosa, avremmo potuto parlare di trionfo per il candidato del centrosinistra. Però un sardo su due non è andato alle urne e questo elemento non può non pesare sulla valutazione generale da dare al voto.

Se quella di Pigliaru è una vittoria quantomeno incompleta, la sconfitta di Ugo Cappellacci e di Michela Murgia è invece totale, senza attenuanti e senza ombre. Il presidente uscente è stato spazzato via. Qualcuno pensava che con una affluenza bassa i mille favori da lui concessi in extremis si sarebbero trasformati in voti: non è andata così. Cappellacci per cinque anni ha governato malissimo, e oggi ha ricevuto il conto della sua incapacità.

La sconfitta più bruciante è però quella di Michela Murgia. Proprio lei, che ambiva a convincere gli indecisi, è stata punita severamente, quasi oltremisura, dall’astensionismo. La scrittrice vedeva nei dubbiosi un serbatoio da cui attingere a piene mani, ma aveva evidentemente fatto malissimo i conti. Il suo risultato personale è ampiamente sotto le attese.

Ci sarà tempo e modo per riflettere su questa Caporetto politica della Murgia e della sua coalizione, ma di sicuro una cosa è certa: la candidata non potrà certo dire di essere stata oscurata dai media, locali e nazionali. Anzi, visti anche i modestissimi risultati ottenuti dalle tre liste a suo sostegno, potremmo dire che la Murgia è stata sostenuta da una bolla mediatica di dimensioni colossali. Non sempre le profezie si autoavverano, e non è bastato ai sostenitori della scrittrice comportarsi per mesi come i vincitori designati, esibendo atteggiamenti spocchiosi che ora si svelano per quello che sono sempre stati: evidenti manifestazioni di lontananza dal mondo del reale, da un’isola che volevano governare ma dalla quale sono stati platealmente ridimensionati. Ma di questo parleremo ancora.

Perché Pigliaru ha vinto? Di sicuro i sardi si sono sentiti rassicurati da una figura così autorevole e con un bagaglio di competenze incontestabile. Ora sta al nuovo presidente dimostrare di essere all’altezza del momento di crisi che la nostra isola attraversa. Dovrà governare in maniera convincente anche in nome e per conto di tutti coloro che non si sono recati alle urne, e non sarà facile. Dovrà essere un presidente di rottura e non di continuità con certe pratiche politiche ben conosciute anche a sinistra. Per Pigliaru la vera sfida comincia ora. E il primo mese sarà decisivo.

Una cosa è certa: da stasera la destra non governa più la Sardegna. E questa la ritengo di per sé un’ottima notizia.

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73 Comments

  1. Sì, l’importante -se ne dimenticano in tanti in questo blog – è che Cappellacci e cemento armato se ne siano tornati a casa dove continueranno a sorridere. La Murgia si è sciolta come neve al sole per motivi che lei stessa comprende e non ha alcun bisogno dei maestri di pensiero dei blog. Gli indipendentismi vari sono esplosi come una granata e sono caduti qua e là,come da tradizione. L’unica speranza sta nella scelta di assessori di capacità indiscutibili e nel mantenimento delle promesse da parte di Francesco Pigliaru che ha salvato la ghirba dello schieramento che rappresentava e lo ha fatto con il suo nome. Sennò avremmo subito la rovina definitiva. Ricordate i nomi dei candidati del centro sinistra che circolavano? Ho ancora i brividi.

  2. @antonello
    …incazzato, ah?
    Buon divertimento anche a te.

  3. Alessandro says:

    Non sono andato a votare. Lo avrei fatto se si fossero candidati i 5S, ma vergognosamente, temendo che una sconfitta fosse di cattivo auspicio per le europee, Grillo ha preferito non partecipare. Ha vinto il migliore o sicuramente il meno peggio. La sinistra di Pigliaru garantirà un conservatorismo illuminato all’isola. I veri problemi si risolvono comunque altrove, a Roma, ma soprattutto a Bruxelles: fino a quando in Europa non si prenderà atto che esistono realtà svantaggiate, quale quella sarda, che ricevono i contraccolpi più pesanti dal processo di selvaggia globalizzazione in atto e pertanto devono usufruire di un aiuto particolare, non ci sarà vera ripresa. Cappellacci regge tutto sommato, lo zoccolo duro berlusconiano è infatti radicato nell’isola come ovunque in Italia. Ma la grande gioia è vedere ancora una volta sconfitti gli indipendentisti. Tutto sembrava giocare a lavoro favore: la crisi economica, il “pompaggio”mediatico della Murgia, il Fatto Quotidiano è, per esempio, sceso in campo a suo favore in maniera quasi scandalosa, l’assenza dei 5S. Insomma si erano create le condizioni perchè la femminista-indipendentista ottenesse un grande risultato, ma la Sardegna è stata meravigliosa e l’ha bocciata. Il 10%, viste le premesse, è davvero un flop. Allora, avanti Sardegna! Avanti Italia!

    • Bella Alessà!!! avanti Italia!
      grande Italia!
      per vedere quanto gliene fotte della Sardegna basta guardare un qualsiasi quotidiano…
      nel “Fatto”, giornale che più di sinistra non si può, la notizia della vittoria di Pigliaru è, in prima pagina (si fa per dire) al 26° posto.
      Avanti italia!
      bella, Alessà!

  4. giancarlo says:

    Scusate tanto, ma stiamo dimenticando un’altra lista che in realtà ha fatto flop. Si tratta di SEL. Leggo su l’Unione che Zedda parla del risultato di Cagliari 8,4 % con soddisfazione, attribuendolo al buon operato del Comune di Cagliari.
    Ma per favore ! Andate a vedere chi ha preso voti a Cagliari: Casu oltre 1700, Claudia Zuncheddu oltre 1500, totale 3200 voti che mai e poi mai appartengono a Sel. Non quelli di Casu, che sono suoi personali, non quelli di C. Zuncheddu, che aveva lo stesso numero di voti alle precedenti elezioni ed è a distanza siderale da Sel (e forse questo apparentamento sia pur da indipendente alcuni non lo hanno capito).
    Fate pure la tara, ma se togliamo una quota importante di questi voti Sel torna il partito ormai moribondo che è.
    Certo la scelta di utilizzare dei portatori di voti è stata vincente (per il partito ma non per i due candidati), ma il giochino non si potrà ripetere …quindi non mi pare che l’elettorato abbia premiato Zedda , ma che invece Casu e Zuncheddu abbiano nascosto un evidente disagio. Putroppo Zedda continua a non capire (o fa finta di …). Quello che non ho capito io è se Sel lo abbia capito. Attendiamo gli eventi e speriamo in bene.

    • Prima di invitare gli altri a leggere i dati, leggili bene tu dati di Cagliari, e quelli della Provincia, scoprirai che hai scritto solo corbellerie.
      A livello regionale SEL poi ha preso oltre 35.000 voti…..svegliati dall’incubo Giancarlo

      • giancarlo says:

        Dear John, i dati bisogna non solo leggerli, ma anche capirli. Guarda l’incidenza del voto in città rispetto alla circoscrizione, fai la tara, otterrai quello che ho scritto. Dicevo soltanto che il buon Zedda si “bulla” attribuendo al suo operato il risultato di Sel a Cagliari: così non è !
        Continuate pure a dormire, tu e lui. Sogni d’oro, good night and good luck.

      • Allora facciamo così, che siccome io penso di capirli meglio di te solo e semplicemente perchè alle scuole elementari mi hanno insegnato a leggere i numeri anche senza interpretarli,e pure a fare le somme algebriche , ti riporto quello hai scritto :
        “Leggo su l’Unione che Zedda parla del risultato di Cagliari 8,4 % con soddisfazione, attribuendolo al buon operato del Comune di Cagliari.
        Andate a vedere chi ha preso voti a Cagliari: Casu oltre 1700, Claudia Zuncheddu oltre 1500, totale 3200 voti.”
        Ecco,poi ti riporto i dati del Comune di Cagliari:
        – ZUNCHEDDU CLAUDIA: 712 (voti)
        – CASU PAOLO 834 (voti)
        Per fare la somma di questi due candidati fatti aiutare da quelli che inviti a leggere i dati del Comune di Cagliari, e vediamo chi tra noi due intuisce se 712+834 fa 3200.
        Fai tu la tara, ora, che io vado a dormire, ma da addormentato sono comunque più sveglio di te.
        Poi non ci vuole neanche molto a capire che se un partito non candida Casu e Zuncheddu magari ne candida altri, i quali è da vedere se prendono molte meno preferenze.

    • Andrea says:

      Giusto per chiarezza, i candidati “indipendenti” erano Zuncheddu, Casu e Codonesu che nel collegio hanno preso rispettivamente:
      1) Zuncheddu: 1.589
      2) Casu: 1.466
      3) Codonesu: 1.137
      Nella città di Cagliari hanno ottenuto:
      1) Casu: 834
      2) Zuncheddu: 712
      3) Codonesu: 355
      Ritengo che la scelta di convincerli a stare in SEL sia stata lungimirante, perchè ha consentito al partito di crescere e alla coalizione di avere il premio di maggioranza. E’ grazie a questi “indipendenti” se oggi a Cagliari possiamo vantare ben due consiglieri regionali (peraltro giovanissimi). Per cui le dietrologie su Massimo Zedda e i bilanci sui suoi successi/insuccessi direi di posticiparli: il Sindaco verrà valutato per quello che ha fatto alle prossime elezioni comunali. Quello sarà l’unico banco di prova attendibile.

  5. Pingback: Il commento: Pigliaru vince grazie ai sovranisti, ma Murgia non rinunci

  6. Caro Vito, una piccola nota personale sulla tua frase conclusiva” Una cosa è certa: da stasera la destra non governa più la Sardegna. E questa la ritengo di per sé un’ottima notizia.” Io non credo che la destra non governi piu’ la Sardegna…perche’ vero e’ che si cambia casacca, ma gli interessi comuni di destra e sinistra rimangono…non vorrei che la gente pensasse “o finalmente arriva l’onesta sinistra al governo” sbagliato! interessi di destra tanto quanto iteressi di sinistra, diversi nel metodo ma non nel contenuto, anche invertendo l’ordine dei fattori, il risultato non cambia.

  7. Pingback: Cappellacci/Berlusconi hanno perso … la Sardegna deve vincere…. | Fondazione Sardinia

  8. Simone says:

    be’ se nelle coalizioni italiote ( che tu sicuramente avrai votato ),possono coesistere Centro democratico,rossomori,sel,psi e dall’altra parte fratelli d’italia,psd’az e udc…non vedo il motivo per cui,per un obbiettivo unico e molto + nobile,non si possano coalizzare,tutte le varie anime indipendentiste…..

  9. Ora Pigliaru deve azzeccare la Giunta.

    Attenzione: no politici, sarebbe l’errore più grande.

    Verifichi con serenità le competenze ed eccellenze presenti in Sardegna in ogni ambito, e avvi dei colloqui con i papabili, senza farsi condizionare dai partiti.
    Se poi, la Giunta fosse al femminile, sarebbe grandioso!
    🙂

    E sopratutto: volti nuovi!

    P.s. Ma si sa già qualcosa?

    • Purtroppo i nomi si sanno già.
      Tra questi: Barracciu, Uras, Mongiu, Sanna…
      —-

      Se l’avessi saputo, non avrei votato per Pigliaru.
      Confidavo sull’attribuzione di assessorati a persone competenti, e provenienti dalla società civile.
      Invece, leggo nomi di professori ( giusto per confermare che si diceva di Pigliaru che avrebbe portato avanti una sorta di governo Monti) eppoi, il solito parterre di politici.

      Non solo, pensavo che avrebbe fatto in modo di aumentare la presenza femminile almeno in Giunta…

      Che delusione; spero non siano i veri nomi a cui affidare gli incarichi.
      ————

      #cominciamomale

  10. peppetto says:

    Marcello “Soviet” Cadeddu Milano 08/05/1964 319
    Alessandro Mongili Cagliari 01/01/1960 147

    Vito, questa cosa mi fa ricordare la barzelletta del cavaliere bianco e del cavaliere nero. Hanno fatto incazzare il cavaliere nero (Biolchini) ed ecco i risultati.

  11. Simone says:

    Caro Vito,son contento della tua felicita’ per la vostra vittoria elettorale ( di Pirro ),con il primo partito che non va a votare e il restante 48% si divide le briciole.
    Questo tuo entusiasmo per la vittoria di Pigliaru,mi ricorda vagamente,quella per la vittoria di Zedda,con tanto di fuochi d’artificio in piazza del Carmine e la presenza tua e di elio sul palco,inebriati dal futuro cambiamento.
    Ora,son sicuro,che anche questa volta,scenderai dal carro dei vincitori,perche’ sappiamo benissimo la fine che fara’ questo governicchio manovrato da Roma,questo governicchio votato da persone,che,ahime’,come te credono ancora alla suddivisione italiana e italiota tra sinistra buona e destra fascista,calpestando le nuove istanze che partono per una volta dalla nostra terra,calpestando,chi,utilizza la parola Indipendentismo come bandiera innovativa,per una politica stagnante e pregna ancora di parole come fascismo e anti-fascismo ( basta pensare che esiste ancora l’anpi….)
    In tutto questo entusiasmo,ti sei dimenticato di dire,che i partiti indipendentisti-sovranisti,insieme superano abbondantemente il 23%,e di conseguenza,un partito unico,senza le vetuste e anacronistiche posizioni destra-sinistra italiota,sarebbe il primo partito in sardegna,in queste elezioni regionali/nazionali.
    Forse,il nostro momento sta per arrivare ( citazione storica del sinn fein) ma nessuno di voi se ne rende ancora conto,e continuate ad esaltarvi per questo cambiamento mascherato,dove alla fine chi commanda a casa nostra sono sempre le segreterie di Roma ( vedi caso Barracciu ).
    Indipendentzia po sa natzioni Sarda!

    • Dimentichi un passaggio importante del tuo pseudo 23% di un altrettanto indipendentismo utopico: stai parlando di un 23 % di ideali eterogenei e diversi tra loro. Pensi che possano dialogare A Manca pro s’Indipendetzia e PSD’AZ e Murgia con Gigi Sanna? Mi piacerebbe darti ragione, ma io ci ho messo una pietra sopra. In Sardegna regna sempre: POCOS, LOCOS Y MALUNIDOS! Quanto alla Barracciu: l’incipit di Renzi non è mai esistito ed è stato largamente smentito.

    • Emanuele says:

      Peraltro, come è noto, il Sinn Féin è un partito che rifiuta le vetuste e anacronistiche posizioni destra-sinistra. Sì, sì, le ritengono un’invenzione inglese…

    • ninosardonico says:

      E zente ki cominzat a rejonare pro su bene de totus e de donzunu.

  12. eleonora says:

    Non ho votato Michela Murgia, ma capisco la sua rabbia per una legge elettorale che priva di rappresentanza chi prende 75000, raccolti sull’intero territorio regionale, mentre premia “piccoli” politici locali, che sanno fare raccolta. Ad esempio l’exploit del sindaco di Elmas, che al di fuori dei paesi limitrofi nessuno sa chi sia, fa riflettere: nel suo paese prende circa 1400 voti, normalissimo e fisiologico numero, poi arriva a più di 4000. Sarebbe interessante analizzare perchè il suo secondo bacino di elettori, pare, sia a S.Elia e capire se c’è un legame con la prima dichiarazione da eletto che riguarda le ripresa del progetto dello stadio del Cagliari nel territorio di Elmas, progetto per il quale è inquisito insieme al presidente Cellino. Ai giornlalisti seri l’ardua sentenza

  13. claudio says:

    C’è poco da stare allegri… La vera sconfitta è della democrazia! È inaudito che chi arriva terzo, quarto, ecc., non entri nemmeno in consiglio regionale a rappresentare le persone che l’ hanno votato. Questa è dittatura mascherata. È una legge elettorale vergognosa, fatta con il benestare del PD. Poi ci chiediamo perché c’è un astensionismo così alto.

    • arricardu says:

      chi si è astenuto non si può lamentare, ha fatto decidere gli altri…..l’indipendentismo per me ha perso proprio perché m. murgia ( tirriosa, sempri a matza bruta) non ha proposto nulla di concreto!

      • muttly says:

        E no, se togli la possibilità di essere rappresentato se non scegliendo tra due soli raggruppamenti non sta più in piedi che si lascia decidere ad altri

      • arricardu says:

        che la legge elettorale sia una cagata mi pare ovvio, ma il “polo” indipendentista lo sapeva, eppure quelli di progress con la murgia non hanno voluto fare alleanze con gli altri indipendentisti pensando di prendere i voti dai “grillini”, non hanno presentato alcun programma serio, hanno dimostrato inesperienza mista a superbia…..nelle amministrative sarà pure peggio!

  14. Paolo Bozzetti says:

    La cosa più triste di questa giornata è stata rendersi conto che, nonostante abbia vinto quello che è stato il tuo partito per quasi trent’anni, in te non trovi gioia.
    La cosa più bella è stata vedere che, anche se per un pelo, Cappellacci è andato via.
    Le urne hanno dato il loro responso, pieno di numeri da interpretare.
    Pigliaru e il PD hanno vinto: il mio augurio è che le prime parole di Pigliaru, una volta raggiunta la vittoria, si avverino veramente, sopratutto nel senso che riescano, con il loro governo, a migliorare la nostra vita.
    Tutte le perplessità, i dubbi e le critiche, anche feroci, espressi in questi mesi, rimangono valide.
    Credo che almeno duecentomila sardi si siano aggiunti alle schiere degli astensionisti: è come se Sassari e Olbia non fossero andate a votare.
    La situazione è preoccupante, ho i miei dubbi, ma mi auguro che sopratutto chi ha vinto, capisca che il tempo dei giochetti e dell’ignavia deve terminare.
    Non ho mai fatto previsioni (né mi interessava farlo), quindi non devo accampare meriti né giustificare errori ma due cose, ancora, devo dirle.
    La prima è ringraziare di cuore Michela Murgia e tutte le persone di Sardegna Possibile.
    Non li conosco, mi auguro che i fattia la loro esperienza è stata veramente generosa e interessante, capace di ridare fiducia a tanti che, come me, ci sentiamo traditi dai nostri rappresentanti politici. Il metodo e la passione dimostrata sono sicuro che germoglieranno, quà e là, nuove idee e nuove qualità.
    Ne abbiamo bisogno.
    Un altro apprezzamento va a Francesca Barracciu, di cui ho iniziato a seguire le attività dopo che ha rinunciato a candidarsi.
    Tanti di voi avranno di lei una differente idea, ma io, invece, ho scoperto che sicuramente deve essere una donna tenace, generosa e coraggiosa, per come si è impegnata nella campagna elettorale al servizio di Pigliaru.
    Voi direte che avrà avuto i suoi tornaconti, ma i modi e la grinta con cui lo ha fatto (per chi come lei è stata “tradita” o non difesa, come meritava, dal suo partito) raccontano qualcosa di più profondo e di valori che pensavo oramai in disuso (spero che anche i suo compagni di partito se ne rendano conto, sopratutto rendendosi conto che i numeri del distacco tra Pigliaru e Cappellacci raccontano di soli ventimila voti).

    • Paolo Bozzetti says:

      Scusate, il periodo su Michela Murgia doveva essere cos+:
      “La prima è ringraziare di cuore Michela Murgia e tutte le persone di Sardegna Possibile.
      Non li conosco personalmente, ma la loro esperienza è stata veramente generosa e interessante, capace di ridare fiducia a tanti che, come me, ci sentiamo traditi dai nostri rappresentanti politici.”
      Grazie

  15. Pingback: Elezioni sarde, demolita Michela Murgia | TEVIS & PARTNERS

  16. Mauropiliaco says:

    Vito, guardati i voti di Mauro Pili, e riconoscigli il merito della vittoria di Pigliaru, sii cavaliere, Pili si è sudato questa vendetta personale, nell’indifferenza pressochè totale dei media, e penso stia giustamente stappando champagne, onore al merito, c’erano momenti in cui temevo di vedermelo spuntare pure dal cesto della roba sporca, e non da Agosto. Parla anche di Pili, non temere di ridimensionare la vittoria di Pigliaru.

    • Non saprei, secondo me il progetto politico di Pili è più distante rispetto a quello di Cappellacci di quanto non siano i progetti di Pigliaru e Murgia. I voti di Pili non li riconosco nel campo della destra in senso stretto, per questo ho difficoltà a dargli il merito della vittoria di Pigliaru. Dire che Pili ha danneggiato Cappellacci significa non riconoscere originalità alla sua posizione politica.

    • Leonardo says:

      Se Cappellacci ha avuto come insidia Pili, Pigliaru ha avuto Murgia, che ha preso più del 10%. Non si può mai dire dove sarebbero andati i voti, ma Cappellacci perde tra i 160 e 170 mila voti, rispetto 5 anni fa, pare proprio non essere stato un gran presidente, quindi non è neanche detto che tutti i voti di Pili sarebbero andati a Cappellacci.

  17. Per me Cappellacci cade per mano fraticida.
    da un confronto nelle circoscrizioni tra i voti Presidente – voti Lista risulta:
    CAGLIARI : Cappellacci – 4,02 % ; Murgia + 4,44 %

    CARBONIA IGLESIAS : Cappellacci – 4,98 % ; Murgia + 3,49 %
    MEDIO CAMPIDANO : Cappellacci – 4,00 % ; Murgia + 4,35 %
    NUORO : Cappellacci – 4,20 % ; Murgia + 2,69 %
    OGLIASTRA : Cappellacci – 3,35 % ; Murgia + 2,34 %
    OLBIA TEMPIO : Cappellacci – 3,76 % ; Murgia + 2,42 %
    ORISTANO : Cappellacci – 4,81 % ; Murgia + 3,73 %
    SASSARI : Cappellacci – 4,37 % ; Murgia + 2,94 %

    Questi dati dimostrano, come gli elettori abbiano votato con una legge che non conoscevano, chiaramente per colpe non loro ma di una scarsa informazione e per cause intrinseche di una legge contorta ed illogica.
    Praticamente elettori truffati perchè indotti a sbagliare.
    Elettori truffati perchè non credo siano così fessi da esprimere un voto inutile.
    Infatti dare il voto ad un Presidente minore è inutile, per almeno due motivi:
    1) il primo perchè, esclusi i primi due classificati, tutti gli altri non vengono eletti magari prendano il 30%;
    2) perchè se vuoi aiutare un Presidente minore bisogna dare il voto alla/e Lista/e, collegata/e in quanto il voto al Presidente minore vale zero.
    Se non ricordo male la vecchia legge stabiliva, uno sbarramento sia per le liste che per il Presidente, mi sembra col 5% il candidato Presidente entrava in Consiglio, questa differenza tra nuova e vecchia normativa non è mai stata messa in evidenza in maniera chiara e netta.
    Ora non credo di esagerare affermando che questa legge contorta ha indotto in errore decine di migliaia di elettori.
    Purtroppo Cappellacci ha generato qualcosa che gli è ritorto contro, ma di quello non mi frega nulla, mentre non sopporto che si prendano per i fondelli gli elettori.

  18. Il centrosinistra ha vinto perché gli attori locali del Pd sono “macchine elettorali” e son riusciti a “portare”cittadini al voto. Chi avrebbe voluto votare Sardegna Possibile sono quelli che poi non sono andati a votare.

    • Bel modo di vedere la realtà…come dire che io sono miliardario, ma i miei soldi sono nelle banche nei conti correnti di altre persone…eccerto.

    • Leonardo says:

      Questa interpretazione che chi vince è solo per……. in realtà non è rispettosa nei confronti di chi ha votato. Il responso delle urne va rispettato, qualunque esso sia. Troppo facile fare gli astensionisti attivi ed incazzati e poi dire che il risultato è stato determinato da quell’astensionismo. Se gli elettori fossero andati a votare, magari avremmo avuto 1 o 2 consiglieri di Sardegna possibile, tolti alla compagine di Cappellacci. Ma se gli elettori vogliono stare a casa per fare sentire il loro dissenso, si assumono tutte le responsabilità e magari la prossima volta faranno un’altra scelta.

  19. «Mentre Franciscu Sedda (forse) entra in Consiglio regionale, i sardi bocciano Sardegna Possibile: sarà pure possibile ma non è credibile». http://www.cagliarifornia.eu/2014/02/mentre-franciscu-sedda-forse-entra-in.html

    • Mi dovrebbe spiegare per quale motivo entrerebbe in consiglio lui che ha preso solo 450 voti e non invece uno degli altri due candidati del suo stesso partito nella stessa circoscrizione che ne hanno preso molti di piu’!

      • Solitamente in una frase si leggono anche le parole tra parentesi. Tra parentesi c’è un “forse”. Il post è stato scritto quando ancora non c’erano dati precisi sulle preferenze espresse dagli elettori (mancavano tutte le sezioni di Macomer) e molto lontani dall’essere definitivi. Momento in cui poteva essere plausibile ipotizzare che il segretario del Partito dei sardi, candidato nel feudo di Maninchedda (e non a Cagliari come aveva sempre fatto), potesse ereditare le preferenze di quest’ultimo. Così non è stato. Ma il punto cruciale non è il successo elettorale personale di Sedda: il punto cruciale è la sua vittoria politica resa ancor più evidente dalla deludente performance di Sardegna Possibile.

      • infatti il problema caro Garzia non sono le idee politiche (che sono comunque e spesso confuse) di tanti sovranisti e indipendentisti in circolazione. Il problema, mai come in questo caso, sono le persone che quelle idee cercano di portare avanti senza nemmeno capirne il senso. Sono le persone che, da sardo, trovo ridicole e imbarazzanti. Persone inutili e improponibili, per il futuro della Sardegna, quanto lo sono i loro piccoli partiti, fatti a immagine e somiglianza delle loro ancora piu’ piccole vanita’ personali o familiari. E uno come sedda di partiti e anche di vanita’ di questo tipo, alle spalle, ne ha tantissimi. Vedrai che fine fara’ a breve anche questo nuovo partitello PdS con dentro lui e Manichedda. 2 galletti vanesi nello stesso pollaio delle vanita’ sono troppi!

  20. Dire che Murgia sia la vera sconfitta non è esatto. Sarebbe meglio separare la frontwoman da Sardegna Possibile.
    A mio avviso, Murgia e Pigliaru (Pili in seconda battuta) sono i veri vincitori. Murgia vince, Pigliaru trionfa. Pili ride sotto i baffi perché ha dato una ginocchiata alle palle di Cappellacci (che ha accusato il colpo e se ne ricorderà a lungo, assieme al nuovo cognome gentilmente offerto da Berlusconi: la mancata vittoria è opera di Pili!)
    Murgia vince perché ha ottenuto una visibilità che il mestiere di scrittrice non le ha mai concesso. Sulle reti nazionali (a parte la comparsata da Lerner, con relativa figura di Cappellacci) Murgia non c’è mai andata, né mai ci andrà come scrittrice. Così si è costruita una patente di intellettuale (autoassegnata) attraverso questa campagna elettorale. D’ora in poi sarà comunque considerata un punto di riferimento politico locale… come intellettuale (!), nonostante sia una nullità dal punto di vista della capacità di analisi.
    Sardegna Possibile, al contrario, ha perso. Senza se e senza ma, al netto delle dichiarazioni di circostanza riguardo la legge elettorale che penalizza le minoranze. E ha perso perché non esprime una qualsivoglia politica… e perché dentro Gentes e Comunitades c’era una strana miscela di bizzarri intellettuali e vecchi marpioni trombati e riciclati. Insomma, Murgia e SP sono due separati in casa con obiettivi diversi: a Murgia entrare in Consiglio non interessa, diventare “la” intellettuale sarda invece sì; alla lista sarebbe interessato, moltissimo, acchiappare qualche seggio e invece no: nisba! Chi ha vinto chi ha perso?
    Pigliaru trionfa perché ha vinto contro il PD. Poi dovrà governarci assieme… e con una coalizione che promette un casino inverecondo già dalla formazione dell’esecutivo. Non mi pare che sia persona molto portata al sorriso, quindi potrà continuare nelle proprie abitudini. Mi piace pochissimo, lo considero di destra, e mi fa piacere (sciocca consolazione) che avrà da divertirsi.
    Resta, invece, un quesito interessante: come mai tanti intellettuali/politici/giornalisti hanno sovrastimato Murgia?
    Spero che Vito dedichi un post a questo argomento, perché potrebbe essere una riflessione che aiuta a capire, tra le altre cose, perché la metà dei sardi con diritto di voto si è astenuta. (E perché le liste di destra hanno preso più voti di quelle di centro sinistra).

    • Francesco says:

      Dire che la Murgia non aveva visibilità come scrittrice, dato che ha vinto il premio campiello e che è che ha fatto dei lavori ottimi finora, mi sembra un’affermazione molto stupida, quasi come dire che non esprime una “qualsivoglia” politica.
      Ma dopotutto è abbastanza chiaro dalle sue parole che non conosceva né il programma politico di SP né le persone delle sue liste che lei si arroga il diritto di chiamare “bizzarri intellettuali e vecchi marpioni”.
      Sono persone comuni, gente con cui abbiamo a che fare tutti i giorni, gente come noi, che vogliono solo una Sardegna migliore come tutti noi che siamo andati speranzosi a votare, ma che ancora una volta ci troviamo nelle mani dei soliti “noti”.
      SP era davvero una possibilità per cambiare le cose, ma come sempre noi sardi abbiamo buttato via l’occasione offerta da quelle poche persone ancora oneste che davvero forse avevano anteposto il bene comune a quello personale.
      Vogliamo chiamarla sconfitta?
      Bene, numeri alla mano di questo si tratta, ma ricordiamoci che SP ha ricevuto 70.000 voti e per un partito nato 7 mesi fa direi che è un risultato che invece va ben oltre ogni più rosea previsione che chiunque potesse fare…. e senza sponsor come Renzi, Berlusconi e qualunque altro “big” sia intervenuto per le campagne elettorali degli altri candidati!
      Purtroppo ci sono ancora troppe persone come lei, come detto più volte proprio dalla Murgia “la Sardegna non è ancora pronta ad un indipendentismo, finché non cambierà prima la mentalità”, quando capiremo che solo noi sardi possiamo sapere cosa è meglio per noi, forse allora saremo pronti ad andare avanti con le nostre gambe e una nuova Sardegna sarà davvero possibile.

      • Caro Francesco,
        dire che sono stupido rappresenta molto bene il modo di fare di Murgia&SP, basato sugli insulti, sugli slogan e del tutto privo di contenuti; mi piace, molto, perché grazie anche a questo modo di fare gli elettori hanno deciso che sarebbero rimaste, entrambe, candidata e lista, fuori dalle scatole; spero che Murgia e il bizzarro coacervo di personaggi che l’ha seguita (tra condannati, indagati, ex PD ex UDC ex dituttounpò) e si è nascosto dietro di lei, continuino così: continueranno a restare fuori dalle scatole.
        Per fortuna.

      • Francesco says:

        se lei leggesse bene qualcosa, una volta nella vita, vedrebbe che non mi sono certo permesso di dire che lei è stupido, ma è più facile argomentare con insulti come lei invece sta facendo, piuttosto che capire davvero il senso delle parole.
        ma sono lieto che SP non abbia preso voti da persone come lei, fortunatamente siamo gente per bene (e adesso, forse un insulto glielo sto facendo… o forse no?!)

      • Caro Francesco,
        figurati se ho desiderio di litigare.
        Sei lieto che Murgia&C non l’abbiamo votata?
        Anche io: siamo lieti in due. Visto che siamo d’accordo?
        L’importante è che se ne stiano fuori dalle scatole!

      • Pier Franco Fadda says:

        Guardi che essere arroganti e inutilmente supponenti non consente di avere più visibilità e credibilità. Di Vittorio Sgarbi ne è già nato uno e credo abbia anche preso un po’ all’anima. Il valore letterario e la popolarità di Michela Murgia li determinano i lettori e gli editori. Per ora danno ragione alla scrittrice di Cabras, uno dei pochi scrittori italiani che può vivre, bene, del proprio lavoro creativo. Il senso delle sue affermazioni rimane misterioso quanto il punto che si, spiritosamente, attribuisce 🙂

      • Supresidenti says:

        senza offesa ma da quando lei è comparso su questo blog lo leggo meno volentieri.. cosi, giusto per darle un piccolo riscontro sul pubblico.. buon divertimento.

  21. Alle 20.08 sembra quasi certo che Pigliaru Presidente batte Cappellacci;
    —-
    Inoltre è probabile che Le liste di Cappellacci battano le Liste di Pigliaru.
    Ora sembra che la nuova pseudo-legge elettorale dia il premio al Presidente vincente e non alla Coalizione di Liste vincente.

    Ora mi chiedo non c’è una contraddizione nel fatto che per lo sbarramento si considerano i voti delle Liste mentre per il Premio di maggioranza quello del Presidente ? Dove sta la coerenza, la logica, l’equiparazione tra candidati, e soprattutto tra gli elettori, siamo alla legalizzazione dell’assioma “bisogna educare” gli elettori.
    ——
    Questa nuova legge più la si osserva nel dettaglio e più risulta maleodorante.

  22. ninosardonico says:

    COPIO E INCOLLO SENZA COMMENTI. NOTARE LA DATA….
    SOTTO IL VESTITO NIENTE: LE ELEZIONI REGIONALI IN SARDEGNA.

    Le elezioni regionali sarde presentano da tempo un quadro abbondantemente pregiudicato negli esiti elettorali, in quanto complessivamente “precostituito” nelle modalità politiche. Sarebbe stato certamente necessario e anche possibile sovvertire a tempo debito questa precostituzione del modo e questa predefinizione del risultato: ma per responsabilità diverse ciò non è stato, e dunque tale situazione richiede una comprensione del presente
    passaggio elettorale e una riorganizzazione radicale rispetto alla situazione politica che esso segnerà.

    La disastrosa condizione politica ed economica italiana ha manifestato con largo anticipo in Sardegna la sua direzione rovinosa, dovendo scaraventare con urgenza e senza più finzioni le incombenze coloniali più stringenti: deindustrializzazione, regime usuraio dei trasporti aerei e marittimi, blocco totale delle reti occupazionali, cuccagna di incentivi per le multinazionali dell’energia e dei rifiuti, zona franca integrale (in tutti sensi) per il ministero italiano della difesa, pusher di riferimento dell’industria militare internazionale
    nel grande ghetto mediterraneo.

    Sono questi, e soltanto questi, i parametri fondamentali del vero e unico “programma di governo” imposto alla Sardegna; tutti i cosiddetti “programmi” sventolati in queste settimane dai candidati governatori e dalle loro liste non sono altro che penose espressioni di giochi di ruolo in apparente confronto politico nelle tribune tv e nelle
    manifestazioni di piazzetta. E’ quindi necessario anzitutto, per onestà e sano realismo, tenere ben fermo il fatto che oggi e per i prossimi anni vige in Sardegna un solo Programma di Governo, che è quello imposto dallo Stato italiano, dalle sue cricche dirigenti , dalle sue clientele, e quindi dalle compatibilità europee di cui queste sono l’espressione politica e speculativa.

    Un serio ostacolo alle previsioni dei governi italiani degli ultimi vent’anni sull’utilizzazione della Sardegna è venuto essenzialmente dai referendum del 2011 sul nucleare e sull’acqua, laddove l’azione politica di diversi movimenti antagonisti e indipendentisti ha guidato un pronunciamento elettorale che con una maggioranza indiscutibile del 98% ha bocciato le politiche di devastazione territoriale e di privatizzazione dei beni comuni. A tale risultato è immediatamente seguito, da parte dei partiti di governo italiani e dei loro complici minori, il lavoro ai fianchi su questo embrione di alternativa politica, da una parte con l’apertura di diversivi futili quali la zona franca, e dall’altra con un costrittivo giro di vite sulla legge elettorale stessa; ma non vanno taciuti gli errori politici dei movimenti allora vittoriosi, ivi comprese le effimere e illusorie sembianze politiche di movimenti sociali quale la cosiddetta “consulta rivoluzionaria”; così, nonostante la diffusione di comitati popolari contro le speculazioni sull’energia e sui rifiuti, e di forti movimenti di categorie in crisi quali pastori, agricoltori, operai e artigiani, le componenti che erano state protagoniste della lotta referendaria non hanno avuto la capacità di dare seguito alla strutturazione unitaria del fronte di opposizione e sono a vario titolo cadute nelle trappole dell’opportunismo elettoralistico e del settarismo.

    In vista della meta, si può dare per certo ora che la vittoria aritmetica alle prossime elezioni sarà da ascrivere a quello che può con ragione essere definito “il fronte del rifiuto”, ovvero una quota del 40-50% dell’intero corpo elettorale che non andrà a votare, e che lo farà non per qualunquismo, ma proprio in quanto defraudata del diritto reale di rappresentanza. Questa parte di società sa che il “Programma” reale di governo è già scritto e che le parti politiche deputate ad eseguirlo sono appunto il dichiarato centro-destra e il sedicente centro-sinistra, ovvero i due schieramenti reazionari di sistema. Vi è quindi, nel restante 50% di corpo elettorale che comunque andrà a votare (comprensivo della quota rilevantissima di chi vi andrà obtorto collo o obturato naso), una equa spartizione tra centro-destra e centro-sinistra: diciamo il 20% degli elettori per una coalizione e un 20% per l’altra. Il restante 10% sarà ripartito fra le altre quattro squadre: metà di tali consensi sarà acquisito da Michela Murgia, mentre il resto finirà a scalare fino a cifre inferiori all’1% sui nomi di Pili, Sanna e Devias. E’ abbastanza chiaro che se fosse presente in modo non indecente una lista del Movimento Cinque Stelle il risultato di queste quattro liste sarebbe ancor più prossimo al fiasco: dunque, scimmiottando pseudoprogrammi di governo, nessuna di esse è stata in grado di corredarli di un realistico e minimo programma di opposizione, cioè l’unica cosa ragionevole da fare nella situazione data, piuttosto che compiacersi di invenzioni linguistiche inesistenti in Sardegna, quali quelle che appunto etichettano le liste associate a questi quattro fiaschi.

    E’ possibile effettuare una rassegna breve delle motivazioni che hanno indotto alla sconclusionata presentazione di queste ultime quattro squadre. La presentazione di Mauro Pili è il prodotto del coagulo fra il narcisismo del personaggio e le lobby declassate del centro tradizionale, mentre la presentazione di Sanna è la risultante di ripiego dell’ultima ora di una sommatoria composita, inesorabilmente insabbiata nei precedenti mesi di trattative. Ma i due casi più sconcertanti sono proprio quelli che presentano la grave responsabilità delle due scelte opportuniste e settarie a causa delle quali è diventato impossibile portare alle elezioni regionali un fronte unitario di massa quale quello radicato nella prova referendaria contro il nucleare e per l’acqua pubblica, e sviluppato nei movimenti di lotta popolare dei mesi successivi. Resta sconcertante la scelta essenzialmente autoreferenziale e retorica di Sardegna Possibile (Michela Murgia), così come ancora più sconcertante la scelta autoreferenziale ed esibitoria del Fronte Unidu (Pier Franco Devias).

    La presentazione di una lista minoritaria a fini di pura visibilità è sempre discutibile, ma può avere una sua giustificazione. In questo caso invece non si è trattato di una scelta di visibilità, ma semplicemente di una voglia di protagonismo e di un azzardo la cui inconcludenza elettorale comporta un catastrofico danno politico per quella stessa causa in nome della quale ci si è proposti alle elezioni. La candidatura Murgia, e ancor più quella di Devias, non solo non servono ad alcuna realistica ipotesi di governo, ma sono destinate a non servire o addirittura a rendere più debole ogni possibile ipotesi di opposizione. Si tratta di una seria situazione di complicità con quella stessa macchina politica che ha lavorato tre anni per tagliare fuori l’indipendentismo antagonista già vittorioso nei referendum dalla possibilità di una autonoma rappresentanza politica. Che la roulette elettorale possa poi consentire nel futuro Consiglio regionale sia una minoritaria presenza critica interna al centro-sinistra (Irs, Sel, ecc.), sia una presenza critica tra le minoranze non coalizzate (Sardegna Possibile, Fronte Unidu, Zona Franca), può essere possibile a condizione di una vittoria di Pigliaru. Non è dato prevedere ora quale piega potrebbe prendere un simile esito, misero ma forse ancora desiderabile. Ma una vittoria di Pigliaru, se si considera la sua stretta osservanza renziana e la concezione dogmaticamente liberista, assomiglia anche nel suono oltrechè in una storia che si ripete, a una pura e semplice vittoria di Pirro, e quindi alla equivalenza di fatto con una vittoria di Cappellacci.

    Non va taciuto il fatto che in particolare nei travestimenti di sinistra di questa scena, ivi compresa l’intensa campagna di Michela Murgia e la frammentata costruzione di Devias, appare totalmente oscurata la ragione politica di una lotta anticoloniale capace di ricondurre le sue radici alle contraddizioni rovinose della presente fase storica; assistiamo quindi a un trionfo di luoghi comuni che appare deprivato di senso unitario e di credibile cognizione della realtà: come Sardegna Possibile si compiace di travestirsi genericamente da Gentes, da Comunidades o da Progres, sposando le brillanti nicchie di capitalismo sardo o di innocuità intellettuale, così il Fronte Unidu evita accuratamente l’analisi sulle forme oscure dello sfruttamento, sui migranti, sulla generazione fantasma che ogni giorno abbandona la Sardegna senza speranza alcuna, sulla dimensione internazionale dello scontro di classe, sulla irrinunciabilità della prospettiva socialista da riaprire in dimensione europea. Infine, sulla sostanziale accettazione da parte della ex sinistra radicale di un netto e militante collateralismo col PD “senza se e senza ma”, appare inutile tornare, poiché questo vuoto parla da solo: memore della penosa operazione Ingroia (per tanti versi simile alle autocandidature anticipate di Murgia e Devias) ciò che ora resta di quella storia politica gioca sull’opportunismo puro.

    Cosa resta dunque da fare, oggi? Il dato politico più importante, alla vigilia della prova, è l’onda di rifiuto che si conta nei numeri del non voto. Questo dato, benché senza riscontro istituzionale, non è affatto neutro nel suo significato politico: esso va sostenuto e motivato in modo paziente e chiaro: pur essendo il portato di centinaia di migliaia di opzioni individuali, esso va innalzato come segno di una volontà collettiva di nuova partecipazione politica e di ricostruzione della prospettiva. A questo chiamiamo tutti quei settori di movimento e di lotta che riconoscono questa necessità e per questo, in coerenza con quanto esplicitato da noi in questi mesi, dichiariamo la nostra posizione di astensione alle elezioni regionali dellaSardegna e di rifiuto della sua macchina di inganno, confidando nella saggezza di tutti quelli che si vanno convincendo ogni giorno di più di questa drammatica situazione e impegnando noi stessi nel rilancio della lotta anticapitalista, internazionalista e anticoloniale.

    SIS-MA, SINISTRA INDIPENDENTISTA SARDA.
    6 febbraio 2014

  23. sezioni regionali scrutinate: 1550 su 1836 – Sezioni circoscrizionali scrutinate: 1435 su 1836

    Cappellacci 39,81% ;
    Pigliaru 42,39 ;
    ——
    liste Cappellacci 43,75% ;
    liste Pigliaru 42,47% ;
    Dati aggiornati alle ore: 19:32 del 17/02/2014

  24. Io, più che in ciò che ha detto e fatto Michela Murgia in questa campagna elettorale, trovo un po’ di spocchia e supponenza in questo articolo. Dire che “se la percentuale complessiva dei votanti, anziché fermarsi al 52 per cento fosse stata più dignitosa, avremmo potuto parlare di trionfo per il candidato del centrosinistra” è una speculazione quantomeno ottimistica, dato che, essendo l’elettorato di centrosinistra tradizionalmente più rispettoso del diritto/dovere di voto, percentuali di votanti basse hanno sempre avvantaggiato il centrosinistra più che il centrodestra. E consiglierei di tener d’occhio gli aggiornamenti dello spoglio, soprattutto con riferimento ai dati sulle liste collegate ai due principali contendenti, per correggere, in “quantomeno incompleta”, relativo alla vittoria del Professor Pigliaru, l’avverbio “quantomeno” con “largamente”. Una coalizione uscente che ha così malgovernato, dovrebbe uscire sconfitta da queste elezioni con ben più di tre punti scarsi di distacco.
    Ciò detto, per fortuna la coalizione che sostiene Pigliaru, se le percentuali rimangono queste, avrà anche il super premio di maggioranza, e quindi, come si usa dire, “tutti i numeri per governare”. Ed il Professore è persona per bene e preparata. Speriamo faccia bene.

  25. de acordu cun s’analisi pro Murgia, si est cumportada in custos meses cun presumia chi no teniat contu de sos eletores e de sos ateros partidos chi chereiant faghere s’alleantzia cun isse. Ma soe cuntenta ca perdende issa at perdidu einaudi e berlusconi.

  26. Voglio complimentarmi con Vito Biolchini: ho seguito i suoi interventi che precedevano le elezioni. Ha azzeccato tutti i risvolti, tranne uno: considerava sottostimata la percentuale di Mauro Pili. Poco male.
    L’affermazione del centrosinistra è per me psicologicamente utile anche a livello nazionale. In sintesi: avevo piene le scatole del governo Letta. Era una zavorra per il centrosinistra. Sono certo che Renzi ridarà entusiasmo.
    Non sono d’accordo con Vito sull’analisi degli sconfitti. A mio parere Michela Murgia ha fatto il colossale errore di correre da sola. Un peccato di presunzione.
    Ma io la capisco, e vi spiego perché. Lei è una scrittrice (non come Truman Capote, per intenderci, ma molto valida). Specie con la crisi che divampa, la concorrenza fra tutte le persone che appartengono all’Arte è micidiale. Conosco diversi artisti, in vari campi, e so quel che dico.
    Uno scrittore oggi in Italia ha bisogno di essere al centro dell’attenzione. Se un improvviso oblio cade su di lui/lei, si perdono colpi e la notorietà sfuma.
    Murgia ha per me partecipato con una lista propria alle elezioni soprattutto perché si parlasse di lei: nel bene e nel male, ma che si parlasse.
    Naturalmente lei non lo ammetterà mai, ma la realtà è questa.
    Ha preteso troppo, ha perso, ma non credo che se la prenderà più di tanto. In tutta Italia il suo nome, appunto per le elezioni, è corso anche troppo. E sono certo che otterrà benefici per la sua professione.
    Parliamoci chiaro: anche Salman Rushdie, seppur per motivi completamente diversi, per ottenere notorietà mondiale non esitò a far stampare i suoi famosi Versi Satanici e sapeva bene che sarebbe stato bersaglio di rappresaglie. Ha scelto la sfida e non credo si sia pentito.
    Caro Vito, assai più grave per lui ma entusiasmante per me esti sa zappulara chi ari pigau Ugo Cappellacci. Ho parlato con molti suoi sostenitori prima del voto, ed erano sicurissimi della vittoria finale. Un parente di un attuale assessore mi diceva che l’avrebbero messa in c. per sempre a quelli che definiva -intellettuali da strapazzo- come Pigliaru.
    Come si fa a non essere contenti?
    Lo ricordate Cappellacci con le sue battute dispregiative tipo -assessoru- o il Topo Gigio che attendeva come prossimo avversario?
    Voi, come sempre, farete l’elenco di tutti i -se- e -ma- che hanno accompagnato questa vittoria. Io vi leggerò.
    Per conto mio, non sopporto e spero sparisca dalla circolazione politica Silvio Lai.
    Forse non ci rendiamo pienamente conto del significato di questa vittoria, stasera brinderò con lo champagne, e badate che sono praticamente astemio.
    Un sardo su due non ha votato.
    Vito Biolchini, forse sarebbe il caso di dedicare un articolo su questo specifico tema.
    Però è sintomatico il fatto che il sardo su due che ha disertato le urne, ha evitato anche di votare un partito indipendentista. Ed anche questo è un appunto di sicuro interesse.
    W Pigliaru, W la Cultura.

    • Pier Franco Fadda says:

      Questa storia di Michela Murgia che si candida in cerca notorietà è la più grande fesseria della storia. Non so quanti siano gli scrittori italiani che riempiono le piazze. Lei, prima che si parlasse di candidature, lo ha fatto a Bologna, non a Nuoro o Cabras. Il suo ultimo romanzo, L’Incontro, è entrato nella classifica dei libri più acquistati. Io faccio il libraio, e so quel che dico. Ma che artisti sfigati frequenta se la sua visione del mondo culturale è questa?

      • Pier Franco Fadda says:

        Naturalmente lei sarà anche convinto che Roberto Saviano o Giulio Cavalli speculino sulle minacce ricevute dalle mafie a causa dei loro scritti e insistano a denunciarle solo per lucrarci sopra…

  27. Da un lato era ciò che desideravo (con tutti i limiti dovuti allo sconcerto della situazione nazionale che sta “travolgendo” il PD e l’intero Centro Sinistra). Dall’altro sono terrorizzata, perchè lavoro ormai da anni – da precaria ndr – in una struttura pubblica dove i Riformatori la fanno da padroni… che sarà di me e dei miei colleghi ora?
    Se verremo rimpiazzati senza la minima pietà, significherà davvero che abbiamo la Sardegna – e l’Italia – che ci meritiamo, ma che non guarda minimamente al MERITO!

  28. P. Paolo Masala says:

    Il titolo del pezzo poteva anche essere: ” I veri vincitori sono i candidati diretti da Roma. Pigliaru presidente con la bellezza del 21.2% dei sardi con diritto al voto.”

    • Hai ragione, ineccepibile. Tuttavia è così anche a livello nazionale, praticamente sempre, o giù di lì, e in parecchie nazioni, quasi ovunque. Se si vanno a contare le % effettive sugli aventi diritto, tutte le cosiddette “maggioranze” sono in realtà le minoranze più qualificate fra le minoranze…

  29. Supresidenti says:

    Vito, nemmeno un cenno al fatto che 50000 voti non eleggono nessuno. e non dirmi che lo sapevamo perchè non è una risposta. intendo, chi fa il commentatore come te può tralasciare un dato come questo?

    Una cosa è certa: da stasera la destra non governa più la Sardegna. E questa la ritengo di per sé un’ottima notizia. Anche se non si può dire che chi a sinistra ha votato una legge elettorale come questa abbia a cuore la costituzione.
    potevi chiuderla cosi la tua vittoria.

    sai com’è, che sei dell’anpi faresti bene a ricordartelo sempre.

    mancu malisi ca esti accabau tottu. spassiariri.

    • Supresidenti, Kelledda lo sapeva DA AGOSTO che questa era la legge elettorale e questo era il rischio che correva. Al Fatto Quotidiano che il 20 agosto le diceva delle insidie della legge elettorale, rispondeva così: “Per il 10 per cento non ci saremmo neanche messi: puntiamo a vincere e può bastare il 30 per cento”. Scusami, non mi faccio prendere per il culo da nessuno. Anpi o non Anpi.

      • Supresidenti says:

        vito ho aggiunto una frase al tuo articolo, e siccome ti conosco come sincero democratico e antifascista te l’ho scritto. il riferimento all’anpi era un riferimento alla resistenza e a chi è morto per il diritto di voto e per la libertà. Poi arriva un consigliere qualunque e la costituzione ce la mettiamo nel sedere.
        si, ricordo quell’articolo, e la risposta non l’abbiamo data ne io ne te. ripeto, hai trascurato una cosa che solo a sentirla, sbarramento al 10%, a me fa venire i brividi.
        a si biri.

      • Francesco says:

        … ciò che non si sopporta è che cdx + csx hanno organizzato una legge elettorale antidemocratica e spero faccia la fine del porcellum, è anticostituzionale!

    • Mauropiliaco says:

      concordo con Supresidenti, personalmente trovo scandalosa la soglia di sbarramento prevista, e penso che non solo Sardegna Possibile, ma anche Unidos, avrebbe meritato di entrare in consiglio regionale.

  30. montesquieu says:

    Troppo tranchant ma non ingeneroso il giudizio sulla MURGIA, anche xchè ,come forse i flussi dimostreranno, è stata inifluente nella vittoria del Prof.
    Mais le jeux sont fait.Rien ne va plus.La forbice si chiuderà intorno al 1%
    Oh !Nobile vate Biolchini aspettiamo in fremente attesa il responso di Stampunieddu su queste sempliciotte questionioncelle:
    Riuscirà il prode Pigliaru a consolidare sopra il 40% e ottenere così il super premio di maggioranza, evitando così di chiedere il soccorso dei sardisti per avere una maggioranza tranquilla?
    Riuscirà a formare una Giunta autorevole in grado di traghettare la Sardegna fuori dal gorgo della crisi che la sta inghiottendo?
    Tutto il resta è noia o poco più Amen

  31. Francu says:

    Oh vito custas funti callonarasa. Laghi cellino ha bogato a lopez. E aggiorna le tue previsioni con me. Hai inzertato la murgia al 12 ma cannato su casteddu con lopez in sella tutto l’anno e il cagliari 11 in classifica. De linna!

  32. Il “porcheddum” ha ottenuto il suo scopo. Il sistema clientelare ha retto nonostante tutto… l’indipendentismo è al 10%. Altri commenti non servono.

  33. Non mi sembra giusto affermare che quella della Murgia sia una sconfitta; l’aver convinto il 10% dei sardi che le sarebbe stata un ottimo Presidente della Regione è un eccezionale successo, in una Sardegna normale avrebbe dovuto avere non il 10% ma 10 Voti solamente, i suoi e quelli dei parenti di primo grado, già quelli di secondo grado avrebbero votato per Pigliaru !!!

  34. Sardisco says:

    Ebbene si, il sogno è svanito. La murgia di cabras è stato un flop , un tonfo vero. Non ha saputo unire, non ha voluto unire, non ha concesso spazi e condivisione, non ha cercato di accogliere ed oggi ne paga le conseguenze. Pigliaru ha vinto; la sardegna sono anche quel 48% di non votanti e bisognerà doverosamente ascoltare con attenzione.

  35. Pigliaru vincerà, ma lo spoglio non è ancora finito, e lo scarto si sta attenuando.
    Nella circoscrizione di Cagliari, la più importante, è in vantaggio Cappellacci 41,14 contro 40,36 (liste Cappellacci 44.93% ; liste Pigliaru 41.31%) circoscrizione CAGLIARI: Sezioni circoscrizionali 366 su 577 ; Sezioni regionali 395 su 577.
    Dati aggiornati alle ore: 18:30 del 17/02/2014

    Se nella circoscrizione di Cagliari la coalizione del Presidente vincente perde di quasi 4 punti percentuale non sarebbe una gran vittoria.
    Direi che sarebbe più prudente attendere, la fine dello spoglio.

  36. adriano says:

    la cosa interessante di queste elezioni sono le percentuali che hanno preso il PD e FI, in netto contrasto con quelli che tutti i sondaggi vengono diramati dai mass media. Quindi……

  37. Parturient montes, nascetur ridiculus mus…
    Ma mi sa che la montagna non l’ha neppure partorito il topolino… abortito! In realtà chi conosceva i numeri verosimili, e non il riscontro su Facebook, non si meraviglia ora di leggere che Michela Murgia è poco oltre il 10%.

  38. che Ugo Cappellacci & Co. se ne ritorni mestamente a casa è un’ottima notizia, o Vito.
    Un’ottima notizia per i sardi e per l’ambiente della Sardegna.
    I migliori auguri al nuovo Presidente Pigliaru, ne ha bisogno!

    Stefano Deliperi

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