Politica / Sardegna

Inquisiti in lista, la prima sconfitta di Pigliaru. Ecco come e perché il Pd vuole far dimenticare ai sardi la questione morale

L’aveva pensato bene il Pd il modo per far perdere le elezioni al centrosinistra: presentare un candidato presidente impresentabile, proporre alleanze impresentabili, candidare candidati impresentabili. Due delle tre condizioni non si sono verificate solo perché il livello di impresentabilità di Francesca Barracciu (dato dal suo coinvolgimento nell’inchiesta sui fondi ai gruppi unitamente alla sua inadeguatezza al ruolo, emersa immediatamente dopo la vittoria alle primarie) rischiava di trasformare una “sconfitta programmata” (ovvero “perdo le elezioni, ma in Consiglio faccio entrare le persone giuste”) in una disfatta; e poi perché l’incredibile alleanza con i sardisti ha avuto troppo poco tempo per essere proposta e digerita.

Il Pd è riuscito invece nell’intento di dare il via libera alla candidatura dei consiglieri coinvolti nell’inchiesta sui fondi ai gruppi e accusati di peculato. Non di tutti: perché alcuni (Mario Bruno, Chicco Porcu, Giuseppe Cuccu, Tore Mattana), opportunamente avevano già fatto un passo indietro. Ma è il dato politico che conta: candidando gli inquisiti per peculato (Gavino Manca, Franco Sabatini e Marco Espa, salvati ipocritamente da un codice etico già superato dei fatti), il Pd prova ad eliminare la questione morale dal tavolo della campagna elettorale. Errore gravissimo (i grillini non si presentano e ci sono tre consiglieri regionali del centrodestra agli arresti…) ed incomprensibile agli elettori: i quali si chiederanno adesso per quale motivo la Barracciu è stata costretta a fare un passo indietro.

Sia detto con franchezza: la candidatura degli inquisiti per peculato è la prima sconfitta del candidato alla presidenza Francesco Pigliaru. Che aveva (e ha ancora, per poche ore) tutti gli strumenti e gli argomenti per imporre “liste eccellenti” (come le hanno chiamate i promotori di una petizione on line). Bastava che dicesse al Pd che lui non avrebbe firmato il collegamento alle liste nel caso in cui gli inquisiti si fossero ripresentati. Una minaccia? Certo: ma per il bene dell’alleanza e della sua stessa candidatura, adesso evidentemente indebolita dalle decisioni assunte dall’ennesima maratona notturna e in extremis del Pd.

Subendo la candidatura degli inquisiti, Pigliaru rischia di perdere buona parte del vantaggio competitivo di cui disponeva. Il suo disimpegno sul fronte della questione morale è grave perché lo rende è meno difendibile dalle critiche di chi (come Michela Murgia) lo considera una “foglia di fico” o di Gianfranco Sabattini che su Democrazia Oggi lo ha esortato a non essere “il coperchio per tutte le pentole”.

Certo, Pigliaru è ancora in tempo, può ancora esercitare il potere di cui dispone: basterebbe dire “Non sono soddisfatto della presenza nelle liste di candidati sotto inchiesta per peculato, è una scelta tutta del Pd” per rimediare in parte all’errore. Lo farà? Non sarà semplice, visto che la candidatura di Gavino Manca (per lui anche una deroga per la terza legislatura, un risarcimento dopo la beffa alle parlamentarie dello scorso anno) è stata sponsorizzata da Luca Lotti (uno dei più stretti collaboratori di Matteo Renzi) e quella di Espa fortemente supportata da Renato Soru. Ma una presa di distanze dalla decisione del Pd è quello che gli elettori del centrosinistra si attendono.

Pigliaru deve mostrare autorevolezza e forza politica: accettando gli inquisiti, rischia di mostrarsi succube delle decisioni del Pd. Davanti all’elettorato, la figura forte e credibile è la sua: se avesse detto no agli inquisiti, avrebbe acquisito un capitale di credibilità tale da poter anche fare a meno del sostegno degli apparati, sarebbe diventato un candidato realmente capace di suscitare l’entusiasmo degli elettori “normali”. A Pigliaru non mancheranno altre occasioni per prendere le distanze dalle logiche distorte di questi partiti: ma la prima, la più ghiotta, rischia di andare definitivamente perduta.

Com’era prevedibile, il Pd degli indagati sta cercando in tutti i modi di escludere la questione morale dai temi della campagna elettorale, e anche l’incomprensibile tentativo di imbarcare i sardisti (che sembrava essere inizialmente solo il portato della candidatura di Francesca Barracciu e che invece poi è stato fatto proprio dal segretario Silvio Lai) va letto in questa chiave. Il Psd’Az in alleanza avrebbe messo in estrema difficoltà gli unici due partiti che con coraggio hanno da subito detto no agli inquisiti: i Rossomori e il Partito dei Sardi. Con il Psd’Az nel centrosinistra, le formazioni di Gesuino Muledda e Paolo Maninchedda sarebbero entrate in crisi: è andata male.

Ora però vorrei capire una cosa: esiste un modo a sinistra perché il parlare di questione morale non danneggi Francesco Pigliaru? Oppure con la candidatura degli inquisiti il tentativo del Pd di espellere questo tema dalla campagna elettorale è definitivamente riuscito?

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44 Comments

  1. Antonino Sannia says:

    Condivido quanto espresso da Deliperi, idiozie da Pd. Aggiungiamo che sono dentro gli indagati ed è fuori Gianvaleriosanna Sanna, unodeipochimpolitici seri ed onesti che on. Ha ottenuto la deroga peri veti incrociati dei soliti capi bastone.
    Ora il prof Pigliaru non puo utilizzare in campagna elettorale la questione morale, è evidente.
    Mail Pd di questo ne varierò. Che faccian bronzo che hanno Lai, anche lui indagato, e soci.
    Hanno sparato sempre come Berlusconi ed ora lo copiano.
    Nascondetevi!
    Antonino Sannia

  2. Carlo Murtas says:

    Anche se a molti Pigliaru dà l’impressione di muoversi con eccessiva prudenza, a me sembra che stia trovando il giusto equilibrio tra rigore morale e spirito garantistico, che sono entrambi elementi necessari per ricostruire una Sinistra come si deve. Lo dimostra la moral suasion che ha funzionato nei confronti di diversi consiglieri indagati che hanno rinunciato alla candidatura, tra i quali ci sono le anche le prime linee dei c.d. renziani della prima ora, e non è poco. Certo, a fronte dello spirito garantistico di cui Pigliaru sta dando ampia testimonianza, sarebbe stata auspicabile una maggiore responsabilità da parte di qualche altro Consigliere, sicuramente sensibile alla questione morale e moralmente integgerrimo, che purtroppo non riesce a cogliere l’importanza sostanziale e non solo simbolica che ha per il Centrosinistra sardo l’esigenza di presentare delle liste con candidati che non siano sfiorati dal benchè minimo sospetto di aver commesso un grave reato quale il Peculato; e lo dico da garantista convinto e da passato sostenitore, non pentito, di alcuni Consiglieri indagati per Peculato.
    La situazione della Barracciu era sostanzialmente diversa per la carica che sarebbe andata a ricoprire; la sua candidatura era indifendibile, e non solo per l’espediente utilizzato per giustificare le condotte contestate che l’ha esposta a fare una figura ridicola che sicuramente non meritava, se non altro per rispetto della sua lunga militanza e del lavoro svolto in passato; ma soprattùtto per aver dimostrato di non saper trattare proprio con quei soggetti politici e sociali con cui doveva confrontarsi per costruire l’alleanza del fronte progressista.
    Sono altresì d’accordo con chi sostiene che la questione morale è sicuramente cosa più grande e più complessa, resta comunque il fatto che i Consiglieri indagati del PD diversamente da quelli di altri partiti, stanno dando il loro utile contributo per affrontarla; speriamo che, se vogliono veramente dare una mano alla difficile impresa di Pigliaru, a quelli che hanno già dimostrato grande sensibilità rinunciando alla candidatura se ne aggiunga qualcun’altro.

    • Trizio82 maurizio piras says:

      Ma di quale contributo parliamo?
      Il PD candida indagati e difende ministri indifendibili!
      E dai!
      Il PD sardo merita una bella lezione!
      Se dovesse vincere pigliaru spero solo che il PD ne esca male a vantaggio degli altri partiti della coalizione.
      Dai dai! Per ogni cosetta dietro alla voce di Roma!
      Questa è solo tifoseria

  3. Paolo Cantarella says:

    Oggi Pigliaru ha parlato di dispersione scolastica. Sono pronti 3 dipartimenti e due facoltà per gli inevitabili tavoli, ricerche, discussioni e progetti. Gli accademici sono pronti a drenare le poche risorse per la cultura verso gli atenei. E gli altri settori culturali? Alla fame, è ovvio. Questo film si è già visto con Soru e la mitica Elisabetta Pilia che era un prolungamento di Pigliaru. Do you remember?

  4. Fourthciucciu says:

    non capite la fine strategia del centrosinistra, meglio perdere che governare una Sardegna che dichiarerà fallimento in meno di 5 anni, Ughetto è o non è un commercialista? porterà i libri mastri in tribunale mentre i sovranisti si diletteranno di identità nuragica, il PD di regole precongressuali, SEL proporrà Uras come segretario ONU e la Murgia scriverà un libro di memorie intitolato “Accabbadda di mi segais is callonis”
    Arridateci il PCI.

  5. indagati o non indagati, basta seguire da vicino qualche campagna elettoralr e vedrai (per esempio in ogliastra) che ci sono impegnati, ferie o non-ferie, più forestali nella campagna elettorale che nello spegnimento dell’incendio di Laconi e dintorni! Tanto per citare l’ultimo. Entrare nel partito democratico significava lavorare per costruire un partito nuovo….invece……..

  6. Mirko Monty says:

    Hai scoperto il vero obiettivo del PD, arrivare secondi e farsi una tranquilla opposizione per altri 5 anni.
    Non a caso Pigliaru oggi ha dichiarato: “L’assoluzione di Ugo Cappellacci è una buona notizia. Non ci interessa vincere”.
    Incredibile? Invece è vero!
    Va bene… poi ha anche aggiunto: “in Tribunale ma con il consenso dei sardi”
    Ma questi sono dettagli trascurabili.

  7. Francesco Utzeri says:

    Alt fermi tutti siamo su “scherzi a parte”, ho pensato leggendo che il Pd si è scoperto improvvisamente garantista. Tutto quello che si era detto sulla Barracciu e sulla neccessità di un passo indietro per garantire liste pulite, era tutto uno scherzo. E la barracciu che fà, approva in silenzio. Evidentemente, il fiele sputato dopo la sua cassazione, è stata una panacea per la sua rabbia O non è che le hanno “garantito” una poltrona altrettanto prestigiosa ?

  8. Stefano says:

    Mi sembra ingiusto, perché sproporzionato, dare dal PD del partito degli indagati, quando questi sono 3 su 60. Ossia il 5%. Gli elettori hanno l’opportunità di votare il PD senza votare gli indagati

    • Stefano, questo suo breve intervento, ha un significato profondo e rappresenta l’elettore medio del Pd (quello che Silvio Lai vorrebbe come elettore medio). Ma io, che sono un elettore medio, non riuscirò a votare Pd che ti concede, bontà sua, la scelta tra inquisiti e non. Che profonda vergogna, caro Stefano.

      • E Ganau? Cosa dice, caro Stefano, della candidatura di Ganau? Certo, lo si presume innocente. Però le chiedo (provi a rispondere) le sembra opportuno candidarlo?
        Sarà una batosta, molto pesante perché altri cinque anni di Cappellacci saranno la fine della Sardegna. D’altronde lo decideranno i sardi e dunque va bene così.

  9. Indiscreto says:

    Vito,
    queste elezioni sono forse l’apice del degrado della politica in Sardegna, e i giochetti di specchietti e partite a scacchi, di bluff e di mosse ingannevoli, sono tali che rischiano di trarre in inganno anche i più consumati dietroscenisti.
    Vedi cosa è avvenuto con gli abilissimi renziani, quelli sardi, dalle convinzioni mutevoli e dalla consumata abitudine al triplo e quadruplo gioco su ogni sponda possibile – e ben oltre i confini del centrosinistra – molto più esperti dello stesso Renzi che spesso si crede troppo furbo e dimentica il “potere dell’archivio”, oggi “la rete non perdona”, implacabile nel conservare le tracce di ogni incoeRenza.
    Hanno dato a bere che loro si battevano contro la presenza di indagati nelle liste del Pd, ingaggiando battaglia contro Marco Espa, ma sulla base dei risultati, ossia il Gavino Manca pluriderogato e messo in lista benché indagato, è evidente che il tutto è il risultato di un compromesso di quelli che fanno vomitare. Voi (Soru e, dicono, i civatiani, pur essendoci qui qualche situazione un po’ più complessa, come il commento su altro post dell’intelligente Jacopo Fiori lascia comprendere) vi tenete l’indagato Espa, noi buttiamo dentro l’indagato Manca.
    E questo è decisamente il meno di ciò che si sa, ma data la mole di doppi e tripli giochi in corso, come ho detto, anche i più consumati dietroscenisti, come era Minzolini quando non si era ancora fatto fedelissimo berlusconiano, rischiano di essere ingannati.
    In queste elezioni il peggior nemico, per molti, è il miglior amico, almeno quello che lo sembra.
    Votate Cappellacci, almeno si va sul sicuro.

  10. Ecco siamo di nuovo al punto di partenza. .a pigliaru in cu…e buonanotte ai suonatori.

  11. Maximilien-François-Marie-Isidore de Robespierre

  12. Non è un problema essere inquisiti, sono inquisiti a destra e a sinistra e dunque non sarà un tema della campagna elettorale. Chiuda qua Biolchini, anche se, una volta tanto, l’intuizione è giusta.

    • Fleetingf says:

      Be! No! A sinistra si ha la presunzione di dividerli in in inquisiti buoni e cattivi.
      Dopo la sceneggiata dell’ avviso di garanzia della Barraciu, dovreste quantomeno avere il buon gusto di tacere
      Saluti

      • Sono d’accordo con lei, del tutto, gentile Fleetingf. E forse era poco chiaro il mio piccolo intervento. Non sono molto bravo con le parole. Volevo dire che i candidati inquisiti si elidono a vicenda e suscitano lo stesso orrore. Gravissimo passo falso di Pigliaru che non ce l’ha fatta. Eppure li aveva tutti in pugno. Così, carichi di inquisiti, perdono e perdono malamente. Ganau, inoltre, non è solo inquisito ma rinviato a giudizio. Per l’obbligatorietà dell’azione penale può capitare di essere inquisiti, ma per essere rinviati a giudizio occorre anche il parere di un giudice che valuta se c’è “succo” nell’azione del pubblico ministero. E’ molto diverso. In tutt’e due i casi, comunque, ci si ferma, si aspetta e ci si difende.Ma non ci si candida.

  13. tortoheliepress says:

    OGLIASTRINI fra i circa 50 candidato alle elezioni regionali solo uno e’ inquisito per peculato, Franco Sabatini. Per un importo pari a 56 mila euro di soldi pubblici usati ad oggi senza giustificazione, SOLDI NOSTRI. Avete altri 49 candidati da votare, toglietevi L’ANELLO DAL NASO!

  14. Non mi interessa commentare le candidature ventilate (fra parentesi: alle regionali, con questa legge, un conto è farsi candidare, un conto è essere eletti), quanto una di quelle negate.
    Si tratta di quella di Gianvalerio Sanna, consigliere e assessore – almeno nel mio personale (ma motivato) parere – molto attivo e degno. L’ho avuto molte volte come contro parte, ma mai come antagonista: abbiamo sempre dialogato.
    Mi dispiace che il consiglio regionale ne venga private, con motivazioni flebili e di mero principio. Spero che ci ripensino.

  15. Giorgio Atzeni says:

    E’ già evidente che Pigliaru non è all’altezza di un ruolo politico così delicato e rilevante. Forse è un bravo tecnico (forse) ma non è in grado di reggere la pressione dei partiti. Anche se vince si dimetterà alla prima tensione. A quelli di sinistra non resta che votare Michela Murgia.

  16. Costantino says:

    Maninchedda ringrazia il suo prezioso megafono. Ogni cosa che dici e ininfluente tanto si vede come sei di parte

  17. El_Condor says:

    Si parla di tutto…ma la cosa che manca è certamente la “sostanza” dei PROGRAMMI, senza i quali tutte le parole sono aria. Questo manca ovunque…sarà per questo che il 54% dei sardi non sa chi votare? Non si può pensare di “scrivere” un programma per il governo di una Regione disastrata e maltrattata come la nostra in una settimana o anche in un mese! Per capire e sviluppare un PROGRAMMA DI GOVERNO degno di questo nome è necessario studiare, conoscere e confrontarsi con tutte le eterogenee realtà che compongono la nostra Terra.

    Conosco il Prof. è so che in questi giorni starà lavorando alacremente su un documento che lui definirebbe: “sintetico, chiaro e preciso” …mi verrebbe anche “condiviso”, so che lo direbbe ma in fondo la cosa non gli interesserebbe tantissimo.

    Ma il tempo è tiranno e tutto è già passato.

    Credo che per quanto chiaro il programma sembrerà un mero elenco di slogan che non verrà compreso dalla nonnina di Baradili; perché è a quella nonnina che si deve guardare se si vuole essere efficaci nella comunicazione e non certo alle austere e superbe aule accademiche (che vi posso garantire capirebbero meno della nonnina)

    C’è da dire che in questo casino(‘) che è la politica sarda (senza andare a scomodare vette più alte) è molto molto difficile far bene anche con le migliori idee ed intenzioni; In quanto, da tempo, oramai le idee, la visione di “futuro” che deve essere alla base della politica, non esistono più e sono state soppiantante dalla “simpatia” e da fazioni partigiane, che nulla hanno a che vedere con la “P”olitica.

    Quindi, caro Prof., mi spiace, ma devo concordare con Biolchini, l’accettare la candidatura di Espa&C. è stato una concessione che non poteva permettersi.

    In questa situazione Lei ha un’unica possibilità se vuole realmente GOVERNARE la Sardegna: prendere più voti personali della somma dei voti delle liste che la sostengono. In caso contrario sarà sempre sotto scacco!

  18. …ma dove vai a scivolare Biolchini! Certo che Romina Congera e Valentina Sanna sono dei “capibastone” (per dirla come Barracciu)che in questa tornata elettorale stanno sfruttando furbescamente il loro potere per un posto al sole!! Roba da matti…

  19. Giovanni Panunzio says:

    Il Pd promuove gli indagati e li trasforma in “candidati”. Che strano modo di fare pulizia! Nella confusione creatasi un fatto è certo: per la prima volta moltissimi sardi non andranno a votare. E l’obiettivo degli oligarchi e dei plutocrati è quasi centrato! Se fossero persone responsabili, gli indagati Pd ammessi nelle liste farebbero un passo indietro, per il bene del Pd, andando oltre il Pd, e soprattutto per rispettare gli elettori, tutti gli elettori! Invece sono ingordi: pensano solo ai loro serbatoi di voti sicuri, in cambio di iniziative “ad usum delphini” (avvalorate da missive di sostegno che circolano in queste ore, online e nei Palazzi), anche “a costo” di stare all’opposizione e abbandonare la Sardegna all’oblio. Sono ipocriti, falsi… più falsi di una banconota (a proposito di fondi ai gruppi) da 15 euro.

  20. A me sembra tutta una scemenza. I candidati consiglieri, se indagati, saranno puniti, o potranno esserlo, dagli elettori, mentre per “la” Barracciu ( anche se Michela digerisce male il “la”) no, non è possibile perchè unica, ovviamente, candidata presidente per la sua coalizione. Non vedo dove sia quindi lo scandalo nel consentire la candidatura ai consiglieri indagati, ma non condannati o inquisiti, e il no alla candidata presidente per lo stesso motivo. Poi, se a passare da indagati a inquisiti o condannati saranno i consiglieri che eventualmente saranno eletti, verrano espulsi e si va avanti, lo stesso non sarebbe per il o la presidente. Ecco la differenza tra il candidato consigliere e presidente. Sembra tutto un romanzo, come se l’unica missione fosse quella di scandalizzare ad ogni costo, e distruggere. E chiaro, io sono di tutt’altra sponda politica, ma non mi piace questo genere di “Politica” tesa solo ed unicamente al massacro.

  21. Stefano Deliperi says:

    la scelta di Pigliaru come candidato presidente è molto buona, una volta tanto, invece la scelta di candidare indagati è semplicemente idiota.
    Un indagato non può nemmeno partecipare a un concorso pubblico, mentre potrebbe diventare un legislatore.

    • Francesco says:

      Sei certo che un indagato non possa partecipare a un concorso pubblico? Forse per soli procedimenti penali, ma verificherei meglio la circostanza.

      • Stefano Deliperi says:

        è “indagato” chi è sottoposto a “indagini” in un procedimento penale e la disposizione è presente in tantissimi bandi di concorsi pubblici.

  22. Su Brigungiosu says:

    Lo dico fuor di polemica e senza retorica: davvero davvero, nel profondo del cuore, qualcuno ha creduto che il nome Pigliaru sarebbe bastato a fare del PD un vero partito di sinista, portatore di moralità e buona politica?
    Supponiamo per un attimo che questa “sinistra” arrivi a formare un governo regionale. Con questi chiari di luna ho paura anche solo a immaginare che triste futuro ci aspetta. La destra di Cappellacci è stata terribile, ma questi signori non mi fanno ben sperare.
    Sotto sotto lo sappiamo tutti: dx e sx si stanno già rimboccando le maniche per le larghe intese in salsa sarda.

  23. Vito, sulla “questione morale”, quella sollevata da Berlinguer, ha scritto un articolo piuttosto lucido Giommaria Bellu. A te non piace, ma per una volta ha ragione, incluso il paradosso di Barracciu. E c’entra poco con l’inchiesta sui fondi. Poi si può spacciare Maninchedda per il “puro” della vicenda ma sono balle: la questione morale riguarda i partiti e i rapporti con il potere. Su questo l’esclusione di Barracciu è solo un espediente per non parlarne, da cui il paradosso. Ergo, Pigliaru “è” una foglia di fico, solo che facciamo finta di nulla. In più, pensare che Pigliaru abbia davvero voglia di puntare i piedi significa capire poco di rapporti di forza dentro un partito. Il candidato governatore esprime la fazione del PD che ha vinto e deve mediare le esigenze dei vincitori con la necessità di non spaccare il PD. Non altro.
    Nel frattempo, non si parla d’altro se non del “vinciamo poi si vedrà”. Ma cosa dovremmo vedere? Abbiamo di fronte uno che ha governato con Soru combinando poco, che ha idee non diverse da quelle che ispirano il governo Letta e dovrebbe governare assieme a gente che ha governato con Cappellacci per poi cambiare bandiera. Questo sarebbe il nuovo? Il poco di nuovo e sensato dentro il PD lo esprime Barca: Pigliaru è l’esatto opposto! Forse dovremmo parlare di questo, non di chi vince: davvero “questo” PD è migliore di Cappellacci?

    • Ognuno parla di quello che vuole, porta all’attenzione dell’opinione pubblica i suoi argomenti e poi si vede quello che succede. Sul ragionamento di Bellu ribadisco i miei dubbi: viene sempre applicato in maniera selettiva. Tu parli di Pigliaru e di Maninchedda e io strumentalmente (solo strumentalmente, perché il ragionamento di Bellu lo rigetto in toto, lo trovo poco lucido e anzi acrobatico) ti rispondo: e Romina Congera? Cosa ha combinato con Soru? E Valentina Sanna? Non è stata forse portata in politica da Paolo Fadda? E Zappadu, passato opportunisticamente da Grillo a Sardegna Possibile? Il ragionamento di Bellu (che, ripeto, io non condivido) viene applicato a tutti o solo ad alcuni?
      Su Barca e Pigliaru sei poco informato! I due hanno recentemente preso parte ad una iniziativa comune a Cagliari organizzata dall’associazione Big Bang Sardegna, che io ho moderato. E ho potuto constatare quanto i rapporti tra i due siano stretti, di lunga data ed improntati a stima reciproca.

      • Vito. Certo che puoi parlare di ciò che vuoi! Che c’entra? Però non stiamo parlando di politica, quella che deriva da polis, tanto per intenderci, ma di giochi di potere per le posizioni di sottogoverno. Cui Pigliaru, a proposito di Barca, non si sottrae. Lascia stare i rapporti personali di stima: ma ti sembra che condividano la stessa idea di partito? Ajò, siamo seri! E non confondiamo un altro fatto: quando Barca ha amministrato ha fatto molto bene, al contrario di Pigliaru, che non è attrezzato e l’ha dimostrato!
        Quanto al ragionamento di Bellu, “deve” essere applicato a tutti, è chiaro! Su Congera, Sanna e Zappadu hai ragione, ma ciò dà ragione a me: continuiamo a parlare di salto della quaglia, corsa alla cadiredda e non di ricette per la Sardegna.
        Buon lavoro.

      • simone says:

        puntoG, troppo facile, troppo scontato…
        quando si parla di salto della quaglia si usa un luogo comune che denota poca lucidità di analisi.
        e quando si parla di cadiredda occorre dire anche quale…
        se no siamo tutti bravi a a fare analisi politiche

      • Caro Simone, tanto per essere chiari, lamento il fatto che si parli “solo” di cadiredde e salti della quaglia senza discutere di ricette. Ricette, non programmi, se capisci la differenza. Prima di parlare della lucidità altrui impara a capire quello che leggi.
        Se poi sei interessato agli esempi guarda quello che scrive Vito. Salto della quaglia? Da Maninchedda in poi, passando per Sel che candida gli indipendenti ex-riformatori. Non ti basta? Cadiredde? Ma guarda tutti gli inconcludenti “onorevoli” piddini attaccati come cozze allo scranno regionale, quelli della “questione morale” di Barracciu che vale a corrente alternata. Non ti basta?

      • simone says:

        caro saccente G, io ho sempre da imparare. tu sul tuo sito tacci maninchedda di manifesta incapacità e di salti della quaglia che lo avrebbero portato a chissà quale cadiredda. non spieghi niente, perchè è evidente che ti sta sul culo e ti da fastidio che non sia anche lui indagato. ma in frangenti del genere è più appropriato dire “il tale mi sta sul culo”.

  24. fausto says:

    Il primo autogol….cominciamo bene!!!!! Se il buon giorno si vede dal mattino!!!!

  25. anonimo says:

    Si tratta di suicidarsi e di far morire il partito per quattro, cinque nomi, a partire dal sindaco di Sassari Ganau e passando per i nomi qui fatti. Ma ce n’è vari altri. Il suicidio di Pigliaru è sorprendente. Un suicidio politico, elettorale, un’alterazione irreversibile del suo nome immacolato. Confido nelle ultime ore, ma credo e temo che avremo liste invotabili e che non sarà certo sufficiente il voto disgiunto (Pigliaru per la presidenza e altri partiti per il consiglio). D’altronde quando ci si trova nella parte discendente di una parabola è difficile fermarsi, molto difficile. Si deve arrivare sino alla fine.
    Ma è difficile da spiegare l’azione di chi si strozza con le sue mani.
    Prepariamoci a cinque anni di centro destra e – fatto ancora più grave – all’assenza di un’opposizione, peggio di come è avvenuto nell’ultima legislatura.

  26. Francesco says:

    La questione morale, come ricordava Bellu qualche giorno fa (e per quanto mi riguarda non c’era bisogno che me lo ricordasse lui), non va confusa con le situazioni soggettive dei singoli candidati (che potrebbero anche essere innocenti). La questione morale ha a che fare con l’invasività dei Partiti nei gangli vitali e produttivi della società. Antonello Cabras non è indagato per peculato, ma siamo certi che la commistione fra politica e potere bancario sia da giustificare e perseguire? Paolo Fadda non è indagato, ma fa politica da una vita, ed è ancora sulla cresta dell’onda, ma ci si indigna per la richiesta di deroga di un consigliere regionale al terzo mandato (come prevede il regolamento). Renato Soru non è indagato per peculato, ma il codice etico del PD si sofferma sull’incompatibilità fra chi ha interessi nel mondo dell’informazione e chi intende fare politica. Non credi che la questione morale non possa essere ridotta alla questione delle singole fedine penali?

    • Certo, ma intanto si parta dalle singole fedine penali e dai procedimenti in corso, che è il minimo indispensabile. Altrimenti si fa solo confusione e si rischia di mettere tutto e tutti sullo stesso piano. E anche l’interpretazione che Bellu fa della questione morale non mi convince per nulla, visto che viene applicata in maniera selettiva (non ho mai letto la sua teoria riferita a Romina Congera o a Valentina Sanna, ad esempio) e alla fine si conclude con un assurdo logico: che la Barracciu facendosi da parte, è diventata paladina della questione morale. Bizzarrie.

      • Francesco says:

        Allora, tenterò di spiegarmi meglio, mettiamo da parte Bellu (che ho letto di fretta) e concentriamoci su Berlinguer (su cui non si riflette abbastanza). L’etica sottesa alla ‘questione morale’ è altra cosa dalle vicende dei singoli indagati. Si possono candidare venti consiglieri non indagati alle elezioni ma tutti i problemi del rapporto fra politica e società restano sic et simpliciter. Non si è risolto il conflitto fra potere politico e bancario, fra mondo dell’informazione e politica, fra politica per servizio e carriere fondate sulla politica. Non si tratta di iniziare dal singolo (il consigliere indagato) per procedere col gruppo (il Partito), perché l’etica, i valori di riferimento dell’azione politica, orbitano ad un livello superiore e altro rispetto alla sfera d’azione dei singoli politici, siano questi indagati o meno. Col paradosso che un Partito politico senza indagati può condurre legislature dagli esiti terribili perché rinuncia a discutere quei rapporti menzionati prima fondando la propria etica unicamente sulle fedine penali dei suoi uomini. Un’altra cosa: l’appello che circolava su Internet mi dava l’impressione di circoscrivere la questione morale al solo Consiglio Regionale, ai soli candidati – e non agli eletti con i medesimi avvisi di garanzia, fra cui il segretario regionale – e solo per questioni giuridiche (avvisi e rinvii a giudizio). L’intenzione dei proponenti era sicuramente nobile, quella di avere delle liste al di sopra di ogni sospetto, ma molti sottoscrittori a mio avviso non hanno compreso che la questione morale trascende le vicende biografiche dei consiglieri regionali.

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