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Una road map per Tuvixeddu. Perché ormai la questione si risolve solo con una forte azione politica, non con le carte bollate

Avete notato? Gualtiero Cualbu non ha battuto ciglio. Se ad una qualunque altra persona al mondo avessero detto “Ehi amico, lo sai che stiamo per darti 77 milioni di euro?”, questa avrebbe organizzato caroselli e quaranta giorni di feste come ai tempi degli imperatori romani. Invece lui no. Perché l’imprenditore sa bene che il lodo arbitrale che gli riconosce un indennizzo di 77 milioni di euro per lo stop dell’accordo di programma di Tuvixeddu (l’area cagliaritana sede di una necropoli punica e interessata da decenni da un progetto residenziale) è solo l’ennesimo round di una storia lunga quanto intricata. Perché tutto ancora può succedere.

Intanto però riprendono le polemiche, le contestazioni, i rinfacci, le ricostruzioni acrobatiche di una vicenda molto complessa ma che ruota su un punto ben preciso che ora vado ad illustrare (e vi prego di cogliere il nocciolo della questione, senza fare troppi distinguo su alcuni passaggi volutamente tagliati con l’accetta perché sennò non ne usciamo).

Posto che, per via delle nuove normative, a Tuvixeddu e dintorni non si può più costruire, è pensabile che la vicenda si chiuda solo con l’estinguersi di tutti i numerosi procedimenti penali e civili in corso? E quanto tempo dovremmo aspettare allora?

E soprattutto, è pensabile che la vicenda Tuvixeddu si possa chiudere senza che le amministrazioni pubbliche non riconoscano la necessità di pagare un indennizzo, un risarcimento, un qualcosa (chiamatelo come volete) ai privati?

La vicenda di Tuvixeddu non può essere così lunga, complicata e dolorosa, manco fosse la riproposizione cagliaritana delle dinamiche che vediamo da anni svilupparsi tra Israele e Palestina (e il paragone suoni ironico per la nostra incapacità di volare alto, non per banalizzare il dramma mediorientale). Qui ci serve una road map, un percorso vero, serio, praticabile, credibile, con tempi ed, eventualmente, costi, ben definiti. Una road map per restituire la necropoli ai cittadini e che veda coinvolti soggetti istituzionali, le associazioni ambientaliste e i privati che hanno legittimi interessi nella faccenda.

Perché ciò che spaventa non sono i 77 milioni di euro eventualmente da pagare (qualcuno dica a Cappellacci che Abbanoa ha 800 milioni di euro di debiti e non mi sembra che la politica sarda se ne stia occupando, anzi) ma lo stallo totale da parte delle istituzioni. Dov’è la Regione? Che fine ha fatto la proposta di legge che più di un anno fa il centrosinistra aveva presentato per realizzare il parco di Tuvixeddu? E dov’è il Comune di Cagliari? Perché non si dà avvio al progetto di copianificazione? E a che punto è il processo di adeguamento del Puc al Ppr?

La politica deve assumersi con coraggio e responsabilità il compito di risolvere una volta per tutte questa vicenda. Lo deve fare pronta a rinunciare a qualcosa, senza sperare che la soluzione di Tuvixeddu passi per via giudiziaria. Serve una mediazione coraggiosa e responsabile. Basta carte bollate, ora serve una soluzione politica. Ma con la campagna elettorale per le regionali ormai iniziata tutto questo rischia di essere solo una assurda utopia.

 

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7 Comments

  1. Riccardo76 says:

    Tuvixeddu, centro storico, Poetto, Parco Molentargius-Saline, servitù militari, tanto per dirne alcune: possibile che Cagliari non sappia valorizzare le immense potenzialità di questi splendidi luoghi? Degrado nel centro storico, coi turisti sconcertati, spaesati e cagliaritani rassegnati, servitù militari oramai sorpassate dalla storia (il cui unico pregio è stato quello di evitare almeno la cementificazione di Calamosca e del colle S.Elia ) che precludono ai cittadini di poter vivere pienamente i luoghi della città, chilometri di spiaggia urbana nel degrado e senza servizi, Poetto cagliaritano ancora senza piste ciclabili, la vicenda Tuvixeddu che sembra la brutta copia della Guerra dei cent’anni (ma vogliamo pure altri palazzoni?), Parco Molentargius-Saline al 10% delle sue potenzialità (e non c’è un solo cartello in città che lo indichi, i turisti e molti cagliaritani non ci sanno arrivare). Possibile che a questa città interessi solo lo stadio del Chiàgliari e scenda in piazza solo per questo?? Ci sono città al mondo che hanno 1/100 delle bellezze che ha Cagliari e le curano e valorizzano 1000 volte meglio!Possibile che in questa nostra Cagliari l’unico sviluppo possibile sia considerato quello del mattone?

  2. franco daga says:

    facciamo un riassuntino: per evitare di pagare gli espropri che manderebbero in bancarotta il comune, cagliari fa un accordo con cualbu: costruiranno in alcune zone, in altre faranno il parco. insomma sono tutti contenti. Saltano fuori gli ambientalisti che protestano, tutto finisce male. Un dato è certo. gli espropri sono da pagare e anche i danni ai privati. Morale della favola il danno del comune di cagliari sarà trasferito alla regione e quindi tutta la sardegna dovrà contribuire alla soluzione di un problema tutto cagliaritano. ricordiamo qualche tempo fa il caso del comune di Ollolai, condannato a pagare 1.200.000 euro per l’esproprio di un piccolo terreno per case popolari (con quella somma forse si ppotrebbe pagare tutta ollolai). Comunque alla fine il comune che ha un bilancio di 1.800000 euro complessivo si è fatto un mutuo e se lo è pagato: perchè anche cagliari non si paga tutto?

    • robespierre says:

      Credo che se tutto dovesse andare come molti temono, e poichè no sono Cualbu lo temo anch’io, i soldi degli espropri dovrebbe pagarli Cagliari, mentre i 77 ml la Regione perchè è lei che ha messo in discussione l’accordo di programma. Molte persone dimenticano che viviamo in uno Stato di Diritto.

  3. fortzaccagliari says:

    Caro Biolchini, il problema è semplicissimo
    sanno tutti benissimo che metterci le mani significa essere scottati

    pagare? nessuno vuol pagare, col rischio che poi la corte dei conti dica che hai pagato male
    col rischio che la minoranza dica che hai pagato male
    col rischio che i giornali e gli elettori dicano che hai dato soldi ai ricchi anziché destinarli ai poveri

    dare il permesso di costruire? con i procedimenti penali in corso? con le sentenze del consiglio di stato? col rischio di ulteriori danni ? mai nella vita
    tra l’altro, nessuno ti direbbe grazie: non cualbu (e ci credo…), non gli elettori, non i tumulati nelle tombe puniche

    perciò, nessun vantaggio, tanti rischi
    meglio lasciar le cose come stanno, prima o poi arriverà un ufficiale giudiziario che farà giustizia, ma intanto, occupiamoci d’altro

  4. robespierre says:

    Non dimentichiamo che a questa vicenda è strettamente connessa anche quella degli espropri illegittimi che il Comune fece per costruire le case popolari di via Castelli (Vero obbrobrio di cui nessun ambientalista parla). I proprietari di quei terreni sono rimasti buoni sinora, con l’illusione di poter recuperare qualche milioncino dall’accordo di programma per Tuvixeddu. a questo punto, penso che ai 77ml di € che andrebbero a Cualbu, se ne potrebbero aggiungere un bel po’ destinati ai vecchi proprietari che rimasero a suo tempo senza indennizzi, in parole povere, unu burdellu.

    • anonimo says:

      Caro Robespierre, è sconsigliabile parlare di cose che non si conoscono non perché sono misteriose ma perché, semplicemente si è ignoranti. La storia legale di Tuvixeddu inizia dagli espropri e se n’è parlato diffusamente, mentre lei evidentemente faceva altro, anche tra quelli che lei chiama (chissà a chi si riferisce) ambientalisti. Per i settanta milioni di euro non si preoccupi. Non andranno nelle tasche sbagliate.

  5. in qualità di prossimo presidente delle RAS, ecco la mia soluzione per il problema Tuvixeddu:

    Si avvia un processo legislativo che tolga i vincoli da tuvumannu, si da un milione di euro agli altri proprietari dei terreni di tuvumannu e per il resto si concede a cualbu di costruire li con però il vincolo di ridurre le cubature, non costruire case di lusso e creare una area verde alberata sempre su tuvumannu accessibile alla cittadinanza, in aggiunta gli si da anche un indennizzo di massimo una decina di milioni di euro.

    Votatemi.

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