Elezioni politiche 2013 / Politica / Sardegna

Dall’elezione di Boldrini e Grasso una lezione al M5S (ma anche al centrosinistra sardo)

Con l’elezione alla presidenza della Camera e del Senato di Laura Boldrini e Piero Grasso, il Pd di Pierluigi Bersani ha assestato un colpo durissimo alla credibilità del Movimento Cinque Stelle, chiuso in un angolo il Pdl di Silvio Berlusconi e condannato all’irrilevanza il centro di Mario Monti. Ora il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dovrà dare l’incarico di formare il nuovo governo ad un esponente del Pd che, una volta ottenuta la fiducia alla Camera, si presenterà al Senato e qui metterà ancora una volta in difficoltà i grillini.

Che dovranno scegliere tra il sostenere un governo del Pd contro la volontà di Grillo e Casaleggio, oppure decretare la fine della legislatura dicendo no ad un programma di governo basato su pochi e qualificati punti, tra cui magari anche una legge sul conflitto di interessi che metterebbe definitivamente in ginocchio Berlusconi.

A quel punto, in caso di ritorno alle urne, il Pd si troverebbe in una situazione di estremo vantaggio, potendo facilmente dimostrare che alla sua volontà di rinnovamento il Movimento Cinque Stelle ha preferito riportare il paese nel caos, dando peraltro una nuova chance a Berlusconi.

Quello di Bersani è stato dunque un vero e proprio capolavoro politico. Ma come è stato possibile? Semplice: mettendo sul tavolo due nomi come quello della Boldrini e di Grasso, provenienti da un mondo che con il centrosinistra dei partiti non ha nulla da spartire. Entrambi infatti sono non solo alla loro prima esperienza parlamentare ma addirittura nelle istituzioni: né BoldriniGrasso hanno fatto la trafila da funzionario di partito, sindaco, consigliere o assessore regionale, presidente della Regione, tanto cara alla nomenclatura del Pd e di Sel. Eppure oggi Boldrini e Grasso sono alla guida dei due rami del parlamento, con una credibilità altissima presso l’opinione pubblica.

Morale della favola: se il centrosinistra ha il coraggio di scegliere uomini e donne al di fuori del solito giro dei partiti, se non ha paura ad aprirsi alla società e di coinvolgere in un progetto politico condiviso persone di valore che fino ad oggi sono state lontane dalla politica perché la politica è sempre stato il luogo dove tutto era già scritto a favore dei soliti noti (e spesso anche dei soliti incompetenti), se il centrosinistra ha il coraggio del cambiamento e non teme realmente di rinnovarsi, allora per il Movimento Cinque Stelle non c’è proprio futuro.

Se invece il Pd e Sel continueranno a predicare bene e a razzolare malissimo, se continueranno a voler salvare le rendite di posizione dei loro vertici a scapito delle forze vive presenti nella società, allora i grillini continueranno ad animare i peggiori incubi del centrosinistra.

La lezione vale ovviamente anche per il centrosinistra sardo, che nonostante il disastro firmato Ugo Cappellacci ora teme (e a ragione) di perdere le prossime elezioni regionali. Il motivo è semplice: se l’unico obiettivo è quello di salvare la nomenclatura dei consiglieri regionali e dei funzionari di partito, è evidente cha la sconfitta è dietro l’angolo.

E non sono certo le primarie a salvare l’anima del centrosinistra. Basta guardare chi il Pd e Sel isolani hanno mandato a Montecitorio e a palazzo Madama. Tutti uomini e donne rigorosamente di partito, gente il cui percorso politico (fatte anche le opportune differenze) non è minimamente paragonabile a quello di Laura Boldrini e Piero Grasso. Due personaggi da sempre fuori dai giochi di palazzo a cui però oggi paradossalmente il centrosinistra si aggrappa per poter dare una speranza a questo paese.

Meditate gente, meditate.

 

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53 Comments

  1. Ahahaha….m5s sempre! Ahahaha

  2. MA CHE BRAVI QUESTI DEL PD, FINALMENTE CI SONO ARRIVATI. GIA NELLE PRECEDENTI ELEZIONI POLITICHE AVREBBERO POTUTO VINCERE, AVEVANO IN CASA LE NUOVE LEVE GIA FORMATE, SAREBBE BASTATATO CHE MISTER “BAFFO” E MISTER “UN LIBRO ALL’ANNO PER CAMPARE” SI TOGLIESSERO DALLE BALLE, ED ORA NON STAREMMO A PARLARE DEI GRILLINI.
    P.S. SPERO CHE LA POLVERE NON VENGA NASCOSTA SOTTO IL TAPPETO, I GRILLI NELLA POLVERE CI SGUAZZANO ALLA GRANDE.

  3. Giuseppe says:

    C’è da dire una cosa chiara: la candidatura di un outsider alle primarie è un grosso rischio per gli “esterni” ai partiti: ad esempio Giuliana Sgrena, candidata SEL, non è passata alle primarie.
    La stessa Laura Boldrini è stata messa nel listino bloccato di SEL perchè c’era il timore che non passasse le primarie.
    E questo perchè di fatto la capacità e lo spessore di una persona non si traduce automaticamente in consenso elettorale. Sarà per colpa dei partiti o dogli elettori che votano soltanto i nomi di grido, non sò.
    Sta di fatto che sarebbe bello mettere tutti candidati fuori dal sistema per vedere che succede, nella relativa risposta elettorale e nei lavori della politica tutta. Ma qualche partito sarebbe disposto a rischiare di avere un tonfo di dimensioni colossali?

  4. Carlo Murtas says:

    ‘E vero, quello che sembrava l’inetto Bersani pietrificato al momento della caduta del governo Berlusconi, l’inetto Bersani che ha blindato le primarie perdendo una parte di potenziale elettorato, l’inetto Bersani della disastrosa campagna elettorale, con l’elezione di Boldrini e Grasso, sembra trasformato in un grande mattatore della politica.
    In realtà, si è stancato di essere l’inetto Bersani e di farsi ridurre alla macchietta di Crozza e sta tentando, con l’aiuto delle nuove leve ( si parla non a caso di Giovani Turchi), che sembra vogliano rifiutare l’eterno ruolo di “giovani promesse” tipico della manovalanza politica coptata dall’alto, finalmente di fare politica, per es. decidendo l’apertura alle persone competenti e di prestigio sociale, come si conviene per la responsabilità della seconda e della terza carica della Repubblica.
    Piuttosto nei paesi normali succede che quando uno non ne azzecca una dà le dimmissioni e toglie il disturbo; nella pittoresca politica italiana l’inamovibilità garantisce che uno, a furia di sbagliarle tutte, alla fine una l’azzecca pure, ma speriamo che sia la prima di una lunga serie.
    Può essere questa bella esperienza, come auspica Biolchini, di aiuto per il disastrato centrosinistra sardo ? Certo che può esserlo, altro che; anche se è presumibile che i nostri dirigenti sardi alla fine tenteranno di salvare le proprie rendite di posizione nonostante la pochezza politica dimostrata in questi anni; anche le recenti vicende dell’Ente Lirico e del Banco di Sardegna non danno segnali positivi.Staremo a vedere.

  5. Alessà, lascia perdere. Sei una persona intelligente e stai difendendo l’indifendibile. In pochi giorni i parlamentari del M5Shanno già fatto pentire i loro elettori più attenti e si sono contraddistinti per quello che sono: dei miracolati.
    Per ora:
    -Non hanno presentato un atto formale che sia uno alla camera e al senato (mozioni, ddl, etc)
    – Si sono contraddistinti solo per cravatte orrende, ricerca di fotografi e di telecamere, apriscatole e bicchieri con il nome, oltre a volgarità gratuite che manco la lega.
    – C’è un antispecista, uno che crede all’omino del cervello, una che falsifica curriculum, una che non sa che ruolo abbia Mario Draghi, una che rilascia dichiarazioni nonsense sull’Unione Sarda, un’altra che difende il fascismo.
    – Alla camera il M5s ha mantenuto una stupida equidistanza e non ha voluto nemmeno ragionare su un nome a 5 stelle come la Boldrini. In quel ruolo abbiamo avuto Casini, Fini, Bertinotti, Irene Pivetti. Se rifiuti di ragionare su Laura Boldrini vuol dire che il vero partito ottuso sei tu, non il PD.
    – Il M5s e’ l’unico gruppo ad essersi spaccato al primo voto in Senato.
    – Ha criticato le costose astensioni del PD di venerdì e poi si è astenuto (o almeno ha provato ad astenersi) sabato
    – la decisione sul voto in senato è avvenuta a porte chiuse e tra urla e insulti come manco nella dc.
    – Il capogruppo e il leader hanno sostenuto due posizioni diverse dando la rappresentazione di un partito spaccato.
    – Le parole della capogruppo alla camera del M5S su Laura Boldrini sembrano quella di una tra le tante amiche di Silvio in parlamento. Ma non si vergogna?
    – Lo sfogo di Grillo sabato notte è di uno che non ci sta con la zucca

    Se questo è l’inizio ne vedremo delle belle.

    • Alessio says:

      Completamente basito dal tuo commento
      come si fa a dire che ancora non è stato presentato un atto formale? Ma se sono a Roma da 10 giorni, per favore.Chi è che ha votato mov 5 stelle convinto che avrebbero cambiato il paese in due mesi? ipocrisia allo stato puro.
      Secondo, non capisci che è una presa di posizione per non perdere il consenso elettorale ottenuto? Tra l’altro cosa sarebbe cambiato nelle due ipotesi di consenso dissenso rispetto alla Boldrini? nulla quindi inutile discuterne, sapevano già tutti come sarebbe andata.
      Terzo lo sfogo di Grillo è quello di una persona che si è rotta le scatole così come 1 persona su 4 in questo paese e tantissime altre che invece hanno canalizzato la rabbia in altre scelte politiche.
      Quarto stendo un velo pietoso sulla tua rappresentazione dei parlamentari m5s, se il criterio per valutare l’operato di un parlamentare è ricordare la sigla della bce o una delle altre attribuzioni da te citate.. be.. continuiamo a vivere in questo bel paese senza cambiare nulla che tra qualche anno ci rimarranno solo i ricchi e gli ignoranti perchè tutti gli altri andranno a cercar fortuna altrove.

  6. Gianni says:

    Sommessamente, qualcuno mi dica il numero dei bambini violentati da Franceschini, e altri crimini, per eventuale destinazione a forno crematorio.
    Ringrazio sentitamente quello che darà la cifra più alta.

  7. Commercialista comunista says:

    E ci voleva proprio il M5S per farglielo capire… o per meglio dire.. adotterà certe decisioni solo per non perdere voti nei confronti del M5S. Senza queste pressioni avrebbe proseguito inperterrito col vecchio metodo. Quindi W M5S!!

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  9. La Fine del Lirico says:

    Pierluigi Bersani, nella scelta dei nomi Boldrini e Grasso, è stato sagace e generoso, anche se questo non porterà a niente, perché anche ammesso che si riesca, escludendo il PDL, a fare una strana maggioranza al Senato con Lega, montiani e qualche grillino dissidente, risulterebbe tanto eterogenea da non poter fare altro, fino a giugno o più probabilmente ottobre (ma sanno tutti che Bersani preferisce votare a giugno, perché il tempo gioca a favore di Renzi). Una legge elettorale che, con un simile supporto alle spalle, non potrebbe che essere un proporzionale con sbarramento, utile sia ai montiani che preferiscono “giocare a fare la DC”, sia alla Lega che sta molto scomoda nei panni di alleato dell’impresentabile Berlusconi. Meno al PD, che comunque senza il premio di maggioranza non riuscirebbe a riportare in Parlamento la pletora di funzionari di partito e giovani “falso-nuovi” nominati con primarie farlocche che, poveretti, come ha rivelato il sempre molto “arguto” Pippo Civati, hanno dovuto sborsare 30.000 euro a testa per la candidatura. E si andrebbe comunque all’ingovernabilità e alla necessità di larghe intese.
    Ovviamente, il gioco di Bersani, fuorviato dalle letture faziose della realtà apportate dalla setta SEL e dall’inutile e parolaia sinistra PD dei Fassina e dei Civati – che si basano sul presupposto schematico “il voto a Grillo significa che bisogna andare a sinistra”, ignorando che come dicono tutti gli analisti seri di flussi elettorali e molti degli stessi attivisti del Movimento 5 Stelle, un buon 40% dei voti grillini viene da elettori già pidiellini e leghisti – vorrebbe essere diverso: si va a votare a giugno senza cambiare neanche la legge elettorale, la nuova e giovane nomenklatura dei nominati sarà salva, non si faranno le primarie per mancanza di tempo (e così Renzi, salvo scissioni, è servito), ci si va con un programma spiccatamente di sinistra (e con un bel tocco di giustizialismo) per recuperare le “pecorelle smarrite” che hanno votato 5 stelle e si vince. Peccato che anche nel contesto di questo scenario Bersani, per pura ambizione personale di fare a tutti i costi il premier che sta determinando una gestione verticistica e autoritaria del PD non dissimile da quella di Grillo e Casaleggio nei 5 stelle, e per altre paturnie autistiche quali quella di voler a tutti i costi mantenere l’unità con gli acchiappanuvole vendoliani, veri responsabili della sconfitta non avendo saputo competere a sinistra coi grillini, rischi comunque di andare a sbattere, e di determinare la vittoria del centrodestra, perché chi può garantire che al di là della solita diatriba berlusconismo-antiberlusconismo, che ha ampiamente stufato chi non sia Galli della Loggia o Flores D’Arcais (“intellettuali dei miei stivali”, diceva giustamente Bettino Craxi) o qualche svitato del “popolo viola”, gli italiani, avendo visto entrambi all’opera nel fare solo fumo mentre il Paese va verso il baratro, non esprimano un sentimento di ripulsa verso le sciocchezze radical-chic e premi ancora una volta non so se Berlusconi (che a questo giro potrebbe magari fare un passo indietro), ma sicuramente chi appare lontano da queste logiche, seguendo lo stesso sentimento che per decenni ha fatto le fortune della DC?
    No, Bersani è un uomo disperato, privo di strategia, e comunque come tutti i politici di vecchia “forma mentis” (che possono essere tranquillamente anche i ragazzini senza arte ne parte di cui ha riempito le liste) commette l’ennesimo errore di sottovalutazione del Movimento 5 Stelle: non si è visto forse come è andata con la fine annunciata di Grillo, dato verso l’irrilevanza, dopo le polemiche intrecciate su Favia e Salsi, parlamentarie farlocche e quant’altro?
    Il vero avversario del vento grillino, che esprime un afflato non so se “religioso”, ma di sicuro di “onda nuova” che vuole davvero spazzare via tutto il vecchiume, non è rimediabile nella politica tradizionale: si chiama Papa Francesco, un uomo che, nonostante la macchina della diffamazione si sia già attivata riciclando la spazzatura veicolata in Argentina da ex terroristi, truffatori e corrotti del giro dei Kirchner, pare abbia dimostrato ampiamente in quel Paese complicato, e dimostrerà ampiamente alla Chiesa universale ma anche all’Italia alla quale ha fatto comprendere di tenere molto, come si possa essere davvero vicini agli “ultimi” senza cadere nelle sciagurate ideologie radical-chic di cui tanto si ammantano Sel, Fassina e Civati, ma anche larga parte degli “attivisti” grillini (gli elettori sono una cosa ben diversa). La Chiesa, con una guida nuovamente autorevole, invita alla pace, alla concordia e, sul solco di San Francesco (non a caso Grillo, a cui potrete dire di tutto ma non che non sia formidabile nel fiutare il vento, ha proposto una forse improbabile equiparazione del M5S al francescanesimo) respinge la barbarie del giustizialismo, che per papa Bergoglio significa solo il partito peronista a cui pare sia vicino (pare di una tendenza più schiettamente prossima all’esempio di Peron ed Evita, non al radicalismo kirchnerista), ed è un invito che sembra sposarsi con quelli fatti da Napolitano e perfino per certi versi da Pietro Grasso, che è un autentico uomo di Stato che potrebbe essere anche un magnifico Presidente della Repubblica.
    Questo potrà portare a due sole soluzioni: larghe intese, se gli uomini dello scontro e dell’odio (Berlusconi soprattutto, ma anche, sia pur con responsabilità decisamente diverse, Bersani e Vendola) sapranno fare un passo indietro e pensare solamente al bene del Paese, oppure che Grillo recepisca appieno il messaggio, smorzi quegli eccessi di radicalismo e di odio che sembrano esserci nel modo di rapportarsi di taluni attivisti del M5S, e riesca, davvero, a diventare partito di maggioranza se non assoluta, preponderante in modo da avere solide maggioranze in entrambi i rami del parlamento. Che la “nuova DC”, secondo una logica totalmente diversa e che forse potrebbe anche fare del bene, alla fine sia il M5S? Chissà.

  10. Boldrini e Grasso ,due personaggi sui quali stendere un velo ,pietoso.
    se si votasse domani ci sarebbero non poche sorprese!

  11. grazia pintore says:

    Boldrini è di SEL Grasso è del PD,persone degnissime ma,nonostante tutto,Grillo vuole punire quelli del Movimento 5 stelle che li hanno votati.Ripeto il merito di questa vittoria non è di Grillo ma di persone che,ragionando in autonomia,vogliono un cambiamento e non la distruzione totale.Se non si fa un nuovo governo chi risolverà i problemi degli esodati e i piccoli imprenditori che si ammazzano perchè lo stato non paga i debiti?Quando Grillo è andato a trovare i minatori sardi, ha promesso di risolvere i loro problemi o di lasciarli nella disperazione?Per ricostruire bisogna rimboccarsi le maniche ed agire.

    • efisio erriu says:

      Ai minatori ha detto che dovrebbero chiudere tutte le miniere e tornare all’agricoltura e al turismo (che non è del tutto una scemenza), ma loro non lo sanno e non l’hanno certo votato per quello

  12. Riccardo76 says:

    Vito, come fai a considerare “un capolavoro” quello di Bersani, quando in realtà la sua è una scelta disperata, fatta in una notte,quando ha compreso che tutti i suoi calcoli erano sballati, visto che il M5s non lo segue e il Pdl si tira indietro da solo dai giochi? Bersani è il Segretario che è riuscito a “non vincere” ciò che era già vinto, l’uomo politico di lungo corso che per inseguire i Grillini ha inventato gli “8 punti” ( ma non poteva presentarli in campagna elettorale, come dice giustamente Crozza), l’artefice del gioco delle parti col Pdl, perchè entrambi hanno già deciso di andare al voto a giugno…non capendo che la gente in quel caso davvero li inseguirebbe coi forconi…dove sta il capolavoro? Abbiamo finalmente due altissimi nomi degni di ricoprire il ruolo di Presidente di Senato e Camera scelti, assurdamente, come ripiego e perchè gli altri partiti han deciso di non ostacolare la loro elezione.Che amarezza…altro che capolavoro.

  13. Continuate a ragionare su premesse sbagliate.

    Non riuscite nemmeno ad leggere 10 righe sul blog di Grillo per quello che sono. Dovete interpretare, rileggere, per passare subito al giudizio ed alla condanna. Senza neanche fermarvi un attimo a pensare che forse avete interpretato male, che forse prima della “rilettura” sarebbe opportuno leggere.

    Pensate davvero che il voto a Grasso sia merito della ritrovata astuzia politica di Bersani ?
    Il merito maggiore ce l’ha il Pdl. Candidando la persona più incandidabile dell’universo hanno spostato il peso, dalla “forma” alla “sostanza”, nel modus operandi classico del M5s. E’ stato un evento più unico che raro. Non è stato un voto per Grasso: è stato un voto contro Schifani.
    Nei prossimi passi che si faranno non ci sono momenti simili che si presenteranno. Si tratterà di scegliere o rifiutare una proposta; non di comparare due proposte. Sul piatto della bilancia della “sostanza” non ci sarà “mafia vs antimafia”. I piatti si riequilibreranno.
    Se Bersani pensa di farsi forza del risultato ottenuto per presentare un esecutivo irricevibile, si schianterà irrimediabilmente. Avete presente quei video in slow motion di proiettili che impattano su lastre di metallo? Rende bene l’idea: il proiettile arriva, impatta, comincia ad accartocciarsi e si frantuma in mille pezzettini fino a scomparire.
    Volete provare a fare il proiettile? Compratevi un buon casco.

    Ora, per fare chiarezza sul concetto di “forma e sostanza”.
    La “forma” è il rispetto del regolamento che si sono dati. Non è cosa da poco: si parla di coerenza. E la coerenza in politica, almeno per il M5s, è tutto. Si potrebbe praticamente dire che la “forma” è anche “sostanza”. Per questo la diatriba è tanto forte.
    Dicevo prima, però, che il piatto della bilancia della “sostanza” vedeva la possibilità di una rielezione di Schifani. La possibilità non era remota (circolavano voci di un accordo sottobanco dei montiani, in cambio della prima carica dello Stato).
    Di fronte a questa eventualità la “sostanza” ha acquisito un peso maggiore della “forma”, soprattutto in quelle persone che vivono la lotta alla mafia come un carattere identitario.
    Se fosse stato eletto Schifani, ieri sarebbe morto il M5s in Sicilia. Non ci sarebbe stato nessun “ma” possibile.
    Io avrei votato come i ragazzi siciliani, sapendo comunque di doverne rendere conto. e loro lo sanno benissimo.
    Perché adesso la “forma” deve essere rispettata, anch’essa.

    Cosa dice la “forma”?
    Voi avete trasformato un “vorrei che dichiarassero il loro voto”, di Grillo, in un “fuori i traditori”. E un “ne tragga le dovute conseguenze” in un “dimissioni per i traditori”.
    Tutto sbagliato.
    La richiesta di dichiarazione del voto è un semplice adempimento formale, in linea con la filosofia di trasparenza del M5s, filosofia che assume peso importante di fronte all’alone di oscurità che ha sempre avvolto le mosse politiche dei partiti…
    Le dovute conseguenze invece non sono le dimissioni: Grillo non può decidere le dimissioni di nessuno, soprattutto di un parlamentare, che per il M5s è la massima espressione democratica possibile. E’ lui stesso ad affermare questo concetto. Grillo ha invitato i parlamentari al rispetto formale del regolamento che hanno sottoscritto, invitando questi a spiegare, prima di tutto, le proprie ragioni.
    Spiegare le ragioni del voto è fondamentale e serve a dissipare l’insinuazione di inciucio e tradimento.
    Successivamente devono presentarsi all’assemblea di tutti i parlamentari del M5s che, analizzata e compresa la posizione, decideranno a maggioranza se espellere o no quelli che non hanno rispettato il regolamento. In caso di votazione positiva (per l’espulsione), questa dovrà anche essere confermata dagli iscritti (quelli delle parlamentarie), sempre a maggioranza.
    In caso fosse confermata l’espulsione anche così, allora i parlamentari non saranno più considerati del M5s. Potranno comunque continuare a fare i parlamentari. Nessuno può pretendere le dimissioni. E infatti queste non sono previste nel regolamento.
    Tra l’altro tutto questo giro formale credo che non sarà necessario, perché una volta che le posizioni sono chiarite, anche i parlamentari saranno d’accordo nel mantenere i colleghi al loro posto.
    L’importante è che si faccia chiarezza e che il regolamento sia rispettato, anche in questi casi limite, più unici che rari.

    Chiaro?

    • Daniele says:

      Sono chiari i fatti. E’ chiaro, dai verbali della seduta del Senato, che per Grillo e per i senatori 5 stelle non c’è differenza tra Grasso e Schifani. E’ chiaro che in una delle peggiori crisi sociali del nostro Paese, i grillini non abbiano l’umiltà di riconoscere delle valide figure di garanzia, su cui riuscivano ad accordarsi perfino la DC e il PCI ai tempi dei peggiori conflitti della storia repubblicana. Si trattava di nominare gli arbitri, e i 5 stelle hanno cercato il pretesto per menare le mani come dei bulli fuori da una discoteca. E’ chiaro che, messi da parte le spillette, gli apriscatole e gli iphone, i grillini non abbiano idea del modo concreto in cui intendono mettere in pratica le promesse. Parlano in virtù di una ingiustificata e delirante superiorità morale sugli altri parlamentari. E intanto Grillo non perde occasione di attaccare la Costituzione e le sue istituzioni

  14. o non sarà che gli elettori del PD, se vogliono che il PD candidi personaggi come Boldrini e Grasso , saranno sempre più costretti a votare M5S, per evitare candidature come Franceschini e Finocchiaro?
    E visto che la “credibilità altissima” Boldrini e Grasso ce l’hanno perché “provenienti da un mondo che con il centrosinistra dei partiti non ha nulla da spartire” non avendo “fatto la trafila da funzionario di partito, sindaco, consigliere o assessore regionale, presidente della Regione, tanto cara alla nomenclatura del Pd e di Sel” ?
    A questo punto a che servono partiti come PD e SEL che essendo “il luogo dove tutto era già scritto a favore dei soliti noti (e spesso anche dei soliti incompetenti)” devono alla fine “scegliere uomini e donne al di fuori del solito giro dei partiti” ?

  15. Neo Anderthal says:

    Chi voleva dipingere Bersani come una specie di “lollone” incapace ha avuto una bella risposta, così come la ha avuta chi premeva e preme per qualche accordicchio “di garanzia” o di “intesa democratica” con Monti e col PDL (vedi il “Novissimo Renzi”).
    Bersani, credo certamente non da solo, ha fatto e posto in atto una strategia che sembra stranissima e non lo è, quella di iniziare (o forse continuare) ad essere Democratici, davvero, cominciando a far rappresentare una parte sostanziale della società italiana e dello stesso elettorato democratico che non poteva e non può essere impersonata da Franceschini o dalla Signora Finocchiaro/Fidelbo.
    Con un partito dalla stazza elefantiaca, e pluri-pluri incrostato da correnti, coerenze, fedeltà e rendite di posizione varie ed eventuali, questo percorso non è facile e forse nemmeno interamente possibile, ma Bersani sembra avere imparato e soprattutto -per adesso- tratto profitto dalla lezione, dopo aver condotto una campagna elettorale pessima, dopo aver peccato di prudenza, cercando di “fare catenaccio” nella convinzione di avere il 3 a1 alla fine del primo tempo per poi praticamente perdere contro avversari più attrezzati al contropiede corsaro che alla azione aperta.
    Ma questo è ieri. Da domani si vedrà quanto e come i Grillini hanno voglia di tornare a casa a mani vuote, magari non votando e quindi votando contro un governo di alto profilo che verrà proposto se, come quasi certo, dovesse fallire il tentativo di avere Bersani come premier.
    Oppure se, esclusa la partecipazione e quindi la “compromissione” con l’aborrito “Sistema”, vorranno almeno mettersi nella posizione dicontrollo determinante e di critica esterna che, anche come strategia, avevano indicato scelto e proposto agli elettori che li hanno premiati al di là delle loro stesse attese.

    • Nome (obbligatorio) says:

      Non c’è bisogno di dipingerlo; è un “lollone” incapace. Basta vedere i risultati del suo partito alle scorse elezioni. Si ritrova in parlamento con quei numeri grazie ad una legge elettorale indegna che alche lui, insieme ai suoi pari, ha contribuito a conservare.

      • Neo Anderthal says:

        Gentile Nome, per sostenere che Bersani abbia -non da solo- fatto una campagna elettorale incredibilmente sbagliata, bastano i fatti e i numeri, quelli parlano chiarissimo.
        La legge elettorale non si è cambiata perché semplicemente non conveniva, e soprattutto non conveniva e non conviene ai -quasi tutti- partiti e specialmente a quelli che basano la loro ragione d’essere su un Capo Carismatico. È ovvio che in massima parte chi vota Berlusconi vota LUI, non la lista che neppure conosce, e questo sistema vale a maggior ragione per Grillo.
        Bersani, dal canto suo, non ha neppure voluto il nome sul simbolo.
        I “pari” di Bersani chi sono, poi? Gasparri e Alfano, magari?
        Un pochino di realismo non guasterebbe.
        Bersani come comunicatore efficace e leader trascinatore per vincere le elezioni vale più o meno come un palombaro in tuta per vincere la Milano-Sanremo, ma è una persona preparata e per bene (in my humble opinion) e comunque è un democratico, e lo ha dimostrato ad ogni occasione, con le primarie e in altre.
        E siccome è un democratico, che guida una struttura pesante e con una storia ingombrante come il PD, che gli vieta una agilità “corsara” che probabilmente non sarebbe in ogni caso nelle sue corde, lascerà che le esigenze e le ragioni degli elettori e dei democratici fuori e dentro il partito prendano gradualmente il sopravvento sugli equilibri tra i notabili.
        Se, pungolato o costretto dalla consistenza del M5S, non lo farà andrà incontro alla rovina definitiva, e con lui il PD, che non ha in Renzi un personaggio in grado di unire le diverse anime presenti.
        La prospettiva di una dissoluzione del PD mi sembra dannosissima, non per il PD in quanto tale, ma per il paese, perché nel bene e nel male il PD è e resta una parte fondamentale della democrazia italiana.
        Non si illudano i Grillini che le cose possano cambiare all’improvviso e su base volontaristica, con il loro impossibile 100%, non ci sarà nessuna tabula rasa, i cambiamenti sostanziali richiedono tempi lunghi.

        P.S. sulle questioni regionali sottoscrivo il ragionamento di Vito, e aggiungo “deus bollara”, riguardo alla apertura di un dibattito e di un rinnovamento decisissimo del personale e delle opzioni politiche nel campo della sinistra.

  16. Rachel says:

    MEDITATE GENTE MEDITATE…
    Intanto in Sardegna nulla cambia…..e sappiamo bene chi andra’ nei posti che contano un giorno, grazie a questi giochini silenziosi…e i master IN CORSO!!!!

    http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_5_20130312180736.pdf
    NEL PAESE DEI CONCORSI TRUCCATI E SCENOGRAFATI.

  17. Balla ca nono says:

    E dalli,Vito! Come da me ampiamente previsto, e dalla storia, la macchina da guerra per la spartizione del bottino del PCI/PD prende tutto per se. Peraltro Grasso è persona degnissima che merita. Però non so se tu ti rendi conto, ma è una malattia congenita dei tifosi di quella parte, che assestare un duro colpo alla credibilità dei 5 stelle, mettere in un angolo il PDL, condannare monti all’irrilevanza, significa assestare un duro colpo alla maggioranza degli italiani. O vuoi mettere in dubbio che gli elettori di monti siano più vicini al centrodestra che alla sinistra? E’ logico quindi che il compagno napolitano affidi l’incarico al compagno bersani.

    • Neo Anderthal says:

      A menare durissimi colpi alla credibilità dei 5 stelle ci pensano già Grillo & Casaleggio, perché affibbiare -anche- questa colpa al centrosinistra?
      L’irrilevanza -pratica- di Monti l’hanno sancita gli elettori, e la marginalizzazione del PDL è una operazione di obbligatoria igiene democratica.
      Il “compagno” Napolitano affiderà l’incarico a Bersani perché è la persona che una maggioranza -relativa, ma maggioranza- di elettori hanno indicato.
      Bersani non riuscirà a formare un governo -credo- ma in ogni caso il tentativo gli spetta.
      O vogliamo per caso fare entrare in gioco gli scatenati “onorevoli” nominati da Berlusconi che in sua difesa,a Milano hanno assediato tutti assieme l’ufficio della P.M. Boccassini?
      Sono impresentabili, come ha giustamente sottolineato la Annunziata, davanti all’annichilito Angelino.
      http://www.youtube.com/watch?v=ky-NTD1ReuA

      • Balla ca nono says:

        O N.A.i tuoi compagni hanno meno del 30% degli italiani andati a votare e l’impresentabilità degli elettori è opinabile; o pensi che più del 70% degli italiani sia meno presentabile del tuo meno del 30%? Il tuo PCI/PD è stato sconfitto dalla storia prima ancora che dagli elettori; gli è crollato in testa il muro di berlino e bisognerà che si arrenda a pagare dazio: o vorresti cavartela solo con qualche bernoccolo? Il tuo compagno napolitano non è sempre quello che è stato d’accordo coi carri armati in ungheria? E tu vorresti comandare in italia col relitto del PCI? Cominciate a togliere le mani dalla rai pubblica ( e cioè anche del 70% degli italiani che vorreste far fuori ) e fatevi la campagna elettorale coi soldi vostri.

  18. Massimo says:

    Si può anche convenire, ma solo pazialmente. Scrivi: “Quello di Bersani è stato dunque un vero e proprio capolavoro politico. Ma come è stato possibile? Semplice: mettendo sul tavolo due nomi come quello della Boldrini e di Grasso, provenienti da un mondo che con il centrosinistra dei partiti non ha nulla da spartire”. Ebbene, sei proprio sicuro di questa analisi, oppure l’arrivo della Boldrini e di Grasso lo si deve ad altro? Secondo me, almeno su questo punto, sbagli di grosso. Io penso invece che abbia ragione Bellu, quando scrive: “Perché è del tutto evidente che se le cose fossero andate come i vertici del Partito democratico ipotizzavano quando – a campagna elettorale in corso – disegnavano il futuro governo (fino ai posti di sottosegretario) oggi alla presidenza del Senato avremmo due rispettabili politici di lungo o lunghissimo corso: Dario Franceschini alla Camera e Anna Finocchiaro al Senato. Se Pier Luigi Bersani nella notte tra il 15 e il 16 marzo ha deciso di candidare Laura Boldrini e Pietro Grasso è stato perché ha tardivamente raggiunto la consapevolezza del fatto che le elezioni sono state alla fine vinte per un soffio perché centinaia di migliaia di elettori hanno fatto per l’ultima volta lo sforzo di turarsi il naso. Per l’ultima volta. Se non fosse successo, oggi altro che Bodrini e Grasso! Saremmo qua a ragionare sulla possibilità dell’elezione di Silvio Berlusconi alla presidenza della Repubblica.” Ciao. ( http://www.sardiniapost.it/pronto-intervento/il-movimento-5-stelle-fara-nascere-il-partito-democratico/)

    • Caro Massimo, il tuo ragionamento sarebbe stato corretto se il M5S avesse votato per Grasso e Boldrini. Invece non solo non lo ha fatto, ma adesso Grillo addirittura invita i “traditori” ad andarsene! Il M5S si prende meriti che non ha (non ha candidato né Grasso né Boldrini e non li ha neppure votati) confermando quella “deriva psichiatrica” che caratterizza il movimento di Grillo. L’elezione di Grasso e Boldrini la si deve solo al Pd e all’intelligenza del suo segretario che ha giustamente capito che di fronte all’inconsistenza dei grillini bisognava rispondere con nomi di altissimo livello. Altro che “uno vale uno”.

  19. Asia, la sua riflessione non fa una grinza. senza 5 stelle avremmo franceschini e finocchiaro. È pieno di grinze, invece, il ragionamento del tenutario, ma farà il suo lifting. E se anche il Pd indigeno cambierà eliminando i suoi bronzetti saremo contenti, contentissimi.

  20. efisio erriu says:

    Basta fare le domande giuste ed ecco che saltano fuori le risposte giuste.
    Due nomi altamente simbolici, certo figure extra-apparato ma soprattutto di rottura anche col passato berlusconiano se si pensa che sullo scranno di (Bossi-)Fini ora siederà la donna che ha più contrastato quei provvedimenti in sede ONU (riscattando in parte l’immagine dell’Italia in sede internazionale tanto vituperata dai provvedimenti razziali dei governi berlusconi), se si pensa che sullo scranno dell’avvocato della mafia ora siederà un altro uomo di legge che al maxiprocesso però stava dalla parte dell’accusa a fianco di Falcone e non contro.
    Grillo ha risposto che per lui Schifani o Grasso pari sono (d’altronde ci ha fatto una campagna elettorale su questo assunto), ma per il momento la sua strategia di spaccare il Pd gli si è ritorsa contro.
    Certo M5S cerca di capitalizzare a suo vantaggio quanto successo prendendonsi i meriti di questi nomi trascurando che Grasso e Boldrini non sono stati cercati su Marte, ma sono in Parlamento, perché il Pd e i suoi elettori ce li hanno messi e così se il Pd gli uomini di cambiamento li ha trovati lì, Berlusconi (che sicuramente di questa domanda di cambiamento se ne fotte) non ha trovato di meglio che … Schfani.
    Ma se ha risposto male Grillo e ci ha sbattuto il muso, che dire di Monti che va a offrire il suo voto a Berlusconi in cambio della presidenza della repubblica? E’ questo il riformismo di Monti? Anche loro da spaccatori (alla ricerca di alleanze coi renziani) si sono poi spaccati.
    Ovviamente anche Berlusconi fa un passo avanti nella sua strategia win-win. Ora le elezioni si avvicinano (e non dovrà più farsi la pipì negli occhi per scappare dai processi) oppure si riconsolida il legame coi montiani (tra cui prevedo defezioni) che potrebbe portarlo ad un governo di coalizione che gli garantirà l’immunità.
    E se Grillo vuol davvero capitalizzare il suo voto può, a fronte di certe proposte del Pd, fare come ieri o fare come qualche suo illuminato parlamentare siciliano..

    L’importante che il Pd stavolta abbia fatto la cosa giusta, leggendo il voto degli Italiani che hanno visto in Bersani una persona affidabile ma troppo legata alle logiche di partito (e le scelte sulle liste dopo le primarie lo han palesato) e soprattutto all’esperienza con Monti (tanto da temerne una riedizione a rapporti di forza invertiti) e per questo e non altro (non certo perchè vuole abolire i sindacati) han votato Grillo.
    L’importante è che questa scelta abbia pagato, procedendo su questa strada a trarne vantaggio sarà l’Italia, pazienza per Berlusconi (c’è sempre Antigua), pazienza per Grillo (c’è sempre l’Ecofeudo), pazienza per i vari Finocchiaro, Bindi, Franceschini o Letta (c’è sempre un contributo da fornire a chi di loro sicuramente ne sa meno di regolamenti parlamentari) e pazienza per Silvio Lai (per lui c’è sempre uno specchio per riflettersi e autoverificarne l’esistenza).

    • Neo Anderthal says:

      Efisio, tutto giusto, salvo il fatto -per nulla secondario- che la Boldrini in parlamento ce la ha portata SEL e non il PD.

      • efisio erriu says:

        Errore imperdonabile! Soprattutto perché non rende merito delle scelte coraggiose di SEL, che ha sacrificato non poco la sua visibilità in nome di un progetto di cambiamento, di equità, di rivalorizzazione del lavoro.
        Ho sempre temuto di Sel soprattutto i suoi elettori, infatti, in tanti hanno votato Grillo e ieri son stati ben ripagati sia loro sia coloro che han votato Sel.

  21. grazia pintore says:

    La presenza di Grillo è uno stimolo per il cambiamento ma è altrettanto vero che la sua scarsa democrazia è sotto gli occhi di tutti,altrimenti non chiederebbe le dimissioni dei grillini che hanno votato 2 persone così perbene.Sono convinta che nel Movimento 5 stelle,oltre agli invasati succubi di Grillo,ci sono persone che pensano con la loro testa e che vogliono,realmente,ripulire il parlamento.

    • Nome (obbligatorio) says:

      A proposito di scarsa democrazia forse sarebbe il caso di dare un’occhiata a come sono stati nominati i parlamentari di PD, PDL e lista Monti. Ma forse gli invasati succubi di PD, PDL e liste Monti varie non riescono a cogliere la differenza perché in fondo non vogliono cambiare proprio niente perché il Sistema marcio fa comodo anche e soprattutto a loro. Cercate voi di ragionare con la vostra testa perché mi pare che non abbiate capito granché di quanto è successo alle scorse elezioni!

  22. Diciamocelo chiaramente: Bersani ha scelto la logica del non apparato proprio grazie ai grillini.
    Se non li vedesse come presenza incombente cui è -e sarà- costretto a rapportarsi, non avrebbe giocato queste carte allettanti.
    Ricordiamo però che i senatori del M5S hanno scelto LIBERAMENTE per chi votare,
    Ci sono state indicazioni di maggioranza, ma lo stesso Casaleggio , poco prima della quarta votazione, ha dato carta bianca.
    Grillo, riferendosi a Bersani, ha affermato: “Il vero risultato è avergli fatto cambiare i candidati”.
    Il loro peso parlamentare comincia a farsi sentire.

    • Certo, come no? E altrettanto liberamente ora Grillo invita alle dimissioni i senatori che hanno osato votare secondo coscienza per impedire che al Senato sedesse un politico già sotto inchiesta per mafia invece che l’ex procuratore nazionale antimafia… Ma per carità.

      • La base chiede i nomi e le dimissioni, perché ragiona all’ingrosso e non capisce che non deve cadere nella trappola delle catalogazioni e dei pregiudizi ideologici, ma deve scegliere per il bene del Paese.
        Mi auguro che Grillo non faccia passi falsi.
        Non vorrei essere nei suoi panni.

      • efisio erriu says:

        E dai che essere nei suoi panni male non deve essere: società in costarica, ville al mare sparse in Italia, sito pieno di pubblicità poco etica e poco solidale ma molto contributiva…

      • Francesco Sechi says:

        Ma è indubbio che se non ci fosse stato il M5S a quest’ora avremo alla Presidenza Franceschini e Finocchiaro o qualche altro prodotto della vecchia politica. Se si dovesse sfasciare il M5S è probabile che questo resti come unico atto dell’auspicato rinnovo. Che poi questo sia stato voluto dai grillini o indotto dagli stessi fa nulla l’essenziale che ci sia stato.

    • Domande says:

      E se la vera sorpresa venisse da una smentita ai pregiudizi? A quelli dei vertici del M5s, che davano per scontata l’obbedienza, e a quelli di tutti gli altri, che vedevano i “grillini” come una massa informe, acclamante, acritica e incapace di affermare giudizi individuali?
      Perché Grillo censura chi ha agito secondo coscienza?
      Perché se qualche parlamentare M5s ha scelto un simbolo della lotta contro la mafia anziché il suo opposto, gli anti-Grillo gioiscono delle fratture interne al movimento anziché gioire della libertà di coscienza manifestata così limpidamente da rappresentanti del Popolo Italiano?
      E se tutti stessimo parlando a vanvera e intanto quindici sconosciuti avessero, scientemente,reso onore ai più alti valori della Repubblica?

  23. Francu says:

    E come avevo previsto qualche peone grillino che si é trovato in parlamento faticherá a dire no a un governo e quindi tornare alla sua anonima vita da vegano, no tav, no global, no job. A bersani avevo consigliato più concretamente di mettere mano al portafogli con posti di sottogoverno, incarichi ecc, ma mi ha colpito positivamente con le scelte di rottura. Si porterà qualche grillino appresso a costo zero. Ovviamente voteranno la fiducia ufficialmente per garantire un governo al paese, per senso di responsabilità, qualcuno scoprirà la poca democrazia di Grillo ecc. In ogni caso siamo solo all’inizio. Sarà un piacere…

    • efisio erriu says:

      E già, veniamo al mondo per diventare o dei Scilipotti o dei benefattori col portafoglio gonfio costretti a pisciarsi gli occhi per fuggire dalla giustizia persecutoria.
      A breve arriverà la primavera con i suoi mille colori e le loro sfumature, peccato per i daltonici che non potranno che distinguere solo tra il chiaro e lo scuro

      • Che bella risposta Efisio! Buona primavera a tutti. E grazie ai 5Stelle per esserci, non troppo numerosi. Se si riandasse al voto (spero di no), sappiamo che un’ALTRA Italia è possibile.

      • francu says:

        Anche io sono commosso, mi viene da piangere. Ah no deve essere l’uveite.

      • efisio erriu says:

        Spero per te che l’uveite non te la sia fatta venire perchè hai la giusta alle calcagna, ma sia per non partire soldato….

      • efisio erriu says:

        Se si rivota vince Berlusconi, come accaduto in Grecia, e addio sogni di gloria

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