Cagliari / Sardegna

Requisire le terze case sfitte per darle ai senzatetto, e perché no? Contro la crisi servono politiche coraggiose e innovative

requisizioni

La proposta è semplice e l’ha avanzata a Cagliari il consigliere comunale della Federazione delle Sinistre, Enrico Lobina. Cosa fare per quelle migliaia di famiglie che, pur avendone pieno diritto, attendono inutilmente da anni l’assegnazione di un alloggio popolare? Semplice: il comune requisisce le terze case sfitte da almeno un anno e le assegna temporaneamente e in via del tutto eccezionale per diciotto mesi alle famiglie che ne hanno veramente necessità. Per un anno e mezzo il comune paga al legittimo proprietario un affitto, e al termine del periodo l’appartamento torna ovviamente nella disponibilità del privato. Si chiama “requisizione temporanea”.

Stiamo parlando della terza casa sfitta: cioè, del signor Pistis che ha la prima casa di proprietà in cui vive, ne ha una seconda sfitta, e ne ha una terza anch’essa vuota da almeno un anno. Ecco, solo in questo caso la terza casa sfitta verrebbe presa in affitto dal comune e girata ad una famiglia in stato di necessità per un periodo stabilito.

Nessun attacco bolscevico alla proprietà privata ma anzi uno strumento che (ricorda Lobina) nel secondo dopoguerra fu utilizzato dal sindaco di Firenze Giorgio La Pira per dare una risposta immediata a dei bisogni dei cittadini.

Certo, bisognerebbe capire quante terze case sfitte esistono a Cagliari per comprendere che tipo di ricaduta avrebbe questo provvedimento. D’altra parte, lo stesso Lobina riconosce che la requisizione temporanea non può essere l’unico strumento per affrontare la crisi abitativa in città.

Però a me la proposta sembra culturalmente interessante perché ci obbliga a fare i conti in maniera seria con questa crisi che stiamo vivendo, una crisi che non può essere affrontata con misure standard ma con azioni innovative. L’economia è in recessione (è di oggi la notizia che il livello dei redditi è tornato quello del 1986), tutti parlano di crisi senza precedenti ma gli strumenti per affrontarla sono sempre gli stessi e tutti drammaticamente inefficaci.

In ogni ambito, le amministrazioni locali devono avere più coraggio, perché il rischio è che poi i problemi restino sempre lì, totalmente irrisolti. Il senso più profondo che io vedo nella proposta di Lobina è questo: diamoci da fare, troviamo una soluzione ai problemi e non nascondiamoci dietro le formule di rito. Facciamo qualcosa. Anche a Cagliari.

Per cui, ci sono migliaia di persone che in città hanno bisogno di una casa subito e non possono certo aspettare la costruzione di nuovi alloggi popolari (che peraltro nemmeno sono stati progettati). Che si fa? Si cercano soluzioni alternative oppure si allargano le braccia e si lascia tutto com’è?

 

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41 Comments

  1. klement says:

    Se la paura è la devastazione, il Comune potrebbe requisire le case già sgarrupate e compensare i proprietari facendole rimettere a nuovo appena finita la locazione

  2. agostino incerti says:

    sono daccordo sul taglio della spesa politica, sopratutto quando è la più costosa d’europa.Perchè con il numero che sono e il costo che hanno non si riducono loro ?

  3. Gianni says:

    Vorrei continuare sulla questione, anche perchè ripensandoci bene qualcosa non mi quadra.
    Ma siamo sicuri che questa non sia una strategia per estorcere denaro alle casse comunali? Ovvero, i proprietari delle case, che non riuscendo ad affittarle a causa della crisi, e pagando tasse spropositate, hanno intenzione, con la collaborazione della politica, di farsi pagare gli affitti di case che, altrimenti, resterebbero vuote, con conseguente perdita economica dei proprietari? Non mi stupirei se fosse così, perchè non è vero che non si trovano case in affitto, si trovano eccome, il problema è trovarle a prezzi che non siano da usura!

  4. Gianni says:

    Signor Biolchini,
    credo che queste idee estremiste siano pericolose.
    Da convinto elettore di sinistra ho notato negli anni una degenerazione delle idee e degli ideali di questa corrente.
    Si è passati dal socialismo all’ “autodistruzionismo”, specie nel nostro stato.
    Credo che questa proposta, nel caso in cui venga attuata, costituirà una grande operazione di privazione delle libertà personali. Un cittadino può avere più di una casa, giustamente, e nessuno può sindacare sul numero di immobili posseduti. Tuttalpiù ci si può chiedere se i mezzi per acquisirli siano stati leciti, ma per questo ci sono le forze dell’ordine, che potrebbero impiegare più proficuamente il loro tempo nella ricerca di evasori & co.
    Non è mia intenzione difendere “i ricchi”, anche perchè credo che non ne abbiano bisogno, e io attualmente sono disoccupato e a dieta forzata, senza un soldo in tasca (anche avere internet in casa incide pesantemente sul mio bilancio economico).
    I signori alle quali vengono queste brillanti idee, che tanto aborrono le dittature, come possono criticarle quando le loro idee e le loro legislature superano per negazioni delle libertà, le stesse dittature tanto odiate?
    Non è questo il metodo per risolvere i problemi, cari miei sinistrorsi.
    Per fare i Robin Hood bisogna essere onesti e immacolati, non furbetti!
    Nessuno che pensi a tagliare un po’ la spesa politica, eh?

  5. Mariella Setzu says:

    L’idea di Enrico Lobina mi sembra molto interessante. Anzitutto si può proporre che chi ha case sfitte,su base volontaria le renda disponibili per un affitto pagato dal Comune ad una famiglia senza mezzi. Magari andando anche a conoscerla prima questa famiglia. Forse scoprirà una realtà di cui non si era mai reso conto, e dall’altra parte potrebbe scattare un meccanismo per cui sì, la tua casa la uso ma la rispetto, perché non è un’anonima proprietà del comune, ma è la casa di qualcuno che ho conosciuto. Se ci aspettiamo che la politica risolva i proplemi della cittadinanza senza mai dare una mano in prima persona sbagliamo. A maggior ragione se consideriamo una realtà circoscritta come Cagliari: una cara città che inesorabilemente perde abitanti, perché preda di un mercato immobiliare assai speculativo.

  6. Michele says:

    A me questa idea sembra un prolasso di un emorroide cerebrale.
    mi sembra di ricordare che viviamo nel libero mercato,
    ammesso che esistano terze case sfitte in numero adeguato, se un proprietario la vuole tenere sfitta, magari perchè da li a poco tempo servirà ad un figlio, o è in trattativa per affittarla a prezzi decenti, non vedo perchè non lo possa fare.
    sono sicuro che ci sono parecchi proprietari di immobili sfitti che sarebbero disposti ad affittare la casa senza che l’azione venga imposta.
    Consideriamo anche che il diritto darebbe senza alcun dubbio ragione ai proprietari qualora questi dovessero intentare una causa verso il comune, ed a questo punto il comune dovrebbe sborsare molto di più per i rimborsi.
    Pensavo che l’idea di Lobina non potesse riscuotere successo, ci vedo dentro molta propaganda e poca sostanza

  7. chi ha la 2° casa sfitta per più di 6 mesi si trova raddoppiato l’IMU per la 3° casa triplicato, 4° quadruplicato e così via.. risultato? fine degl’affitti in nero, fine di prezzi pazzi( conviente tenerla affittata al giusto) fine dei palazzinari che fanno bello e cattivo tempo. Tutto senza sequestrare nulla, hai la 2°/3° casa sfitta da più di 6 mesi e te la occupano, mi spiace per te, prosima volta abbassa il prezzo e vedi che un affittuario lo trovi! FINE del problema case in città!

  8. Anonimo says:

    proposte degne di un comunista della DDR. Penosi…

  9. Anonimo says:

    e vero caro consigliere LOBINA, servono poliche coraggiose e innovative, chieda le case sfitte dei suoi colleghi del presente e del passato cosi tutti quanti risarciranno finalmente gli abitanti di questa citta’ ,forza e coraggio visto che lei e un grande innovatore !

  10. Anonimo says:

    Io avrei un paio di domande. Ma chi avanza proposte di questo genere e, di conseguenza, chi le appoggia, in che razza di mondo vive?
    Ma, soprattutto, ha una vaga idea dell’assurdità di tali proposte? Ed ancora, non conoscono i principi basilari del diritto e della legge?

  11. Anonimo says:

    PERCHE’ IL SIGNOR LOBINA, NON CHIEDE I DANNI E LE CASE DI CHI PER VENTANNI HA GOVERNATO CAGLIARI E LA SARDEGNA,MA PER LUI E PIU’ GIUSTO CHIEDERLO HA DEI NORMALI CITTADINI , MA VISTO CHE E UN POLITICANTE NON LO FARA’ MAI GIUSTO !

  12. Davide says:

    Il problema non sta tanto nell’ obbligatorietà ma nel prezzo che il Comune sarebbe disposto a pagare ai proprietari: se questo è parecchio superiore al prezzo di mercato l’ iniziativa funzionerebbe, nel caso opposto sarebbe destinata al fallimento. E’ facile immaginare che i proprietari degli immobili sarebbero immediatamente disposti a dare in locazione i propri immobili a un prezzo leggermente più basso pur di non vedere eroso il proprio valore da chi li avrebbe in forma gratuita e quindi conducendoli senza alcuna responsabilità.

  13. paolo zedda says:

    I problema sollevato da Enrico Lobina è davvero urgente. Ho avuto esperienza dietta. Nel mio comuna ci sono molte famiglie che hanno bisogno di una casa e molti proprietari di casa che non vogliono dare dare la loro abitazione a famiglie bisognose. Mi spiego meglio: se il proprietario di un appartemento capisce che il richiedente usufruisce di un aiuto dei servizi sociali non glielo concede, per paura di subire dei danni o di non ricevere più il pagamento una volta che gli aiuti pubblici sono terminati.. Ho seguito personalmente una famiglia con due bambini che aveva subito uno sfratto. Erano disperati. Moglie e figli dormivano in una scuola, il padre in macchina. Il comune era disposto a pagare anticipatamente l’affitto di un anno, fino a 450 euro mensili. Beh, almeno otto proprietari, che avevevano pubblicato l’annuncio per affittare la loro casa, hanno negato la disponibilità appena si sono resi conto che chi la richiedeva era aiutato dai servizi sociali. L’intervento diretto in questi casi potrebbe essere di grande aiuto. L’amministrazione comunale potrebbe fare da garante, prendere le abitazioni in affitto per tre anni e pagare la pigione a prezzi di mercato . Probabilmente a queste condizioni sarebbero i proprietri stessi ad offrire la loro disponiobilità.

  14. Archivista says:

    Proposta da bocciare, sapore d’altri tempi. Più fantasia please,

  15. Anonimo says:

    Allucinante sta proposta. Allucinante…..

    • Anonimo says:

      nooooo e giusta , almeno che non tocchi i loro parenti e amici ecc, devi sapere che sono i classici argomenti dei pseudo uomini di sinistra, a chiacchere sono da cintura nera, a fatti sono proprio fatti male.

  16. Giorgio says:

    Non sarebbe prima il caso di ridefinire il diritto alla casa?
    Sarà davvero un diritto avere una casa senza pagare quanto serve?
    Sarà proprio un diritto avere la casa a Cagliari?
    Si tratta di un nuovo tipo si “ius soli”: lo “ius ratapignata”, oh Antonnello!?
    Mi risulta, a occhio, che l’hinterland non sia così avaro di case sfitte,
    e dopo l’hinterland c’è il Medio-Campidano, il Parteolla, il Sarrabus…
    L’Urbanesimo non era qualcosa dei secoli scorsi, o abbiamo nostalgia
    di un grasso sotto-proletariato urbano da mungere?
    Si capisce che ho dei dubbi?

  17. Credo che l’idea di Enrico vada nella giusta direzione ma che sia realmente inattuabile per una serie di ragioni. Prima di tutte il fatto che requisire una proprietà è, nella UE, di fatto impossibile da un punto di vista del diritto. E poi in Italia si troverebbero quindicimilioni di sotterfugi per sfuggire alla mannaia.
    Penso al fatto che il Brasile di Lula, per risolvere il problema delle favelas, è andato direttamente nella direzione opposta rispetto a quella suggerita da Lobina, e cioè ha regalato e redistribuito proprietà privata fra coloro che abitavano negli slum.
    Sarebbe utile, questo sì, rendere conveniente ai proprietari l’affittare gli appartamenti piuttosto che tenerli sfitti.
    Questo potrebbe essere fatto da un lato innalzando le tasse sui metriquadri inutilizzati, sia facendo in modo che sia il Comune a farsi garante per gli affitti nei confronti dei privati.
    Ma questa proposta c’è già da tempo ed è del PD cittadino: si chiama “housing sociale” ed è un esperimento che in altri comuni come Torino funziona da qualche anno, ma nessuno ne parla e non suscita dibattiti. Chiaramente perché è una proposta che viene dal PD.

  18. Gianluca Argiolas says:

    Come ne ho parlato tempo fa con Lobina, sequestrare, perchè tali azioni sono atti di sequestro forzato, nn servono a nulla.
    Non possiam imputare ai cittadini le incompetezze delle amministrazioni comunali.
    Io ho proposto di fare dei controlli attraverso l’agenzia delle entrate ed i vigili comunali che vanno di persona a controllare se realmente la casa è sfitta o ci son degli studenti che pagano in nero.

    POi ho consigliato, sempre se si può, fare un equo canone in modo tale da aiutare le famiglie e le giovani coppie.

  19. Anonimo says:

    visto che ci siamo andiamo anche a fare la spesa sociale, sembra una di quelle cazzate che ogni tanto spara beppe grillo o doddore meloni, ,fatte gli splendidi con le propieta’ altrui, SI VEDE CHE E NATO UN NUOVO PARTITO CAGLIARITANO . UNIDOS CON CONTRADDIZIONE CONTINUA.!

  20. Anonimo says:

    sapevate che ci sono molte case sfitte a tuvixeddu, e in piazza santa gilla, la proposta vale anche per le propieta’ cualbu, e zuncheddu ,oppure no ?

  21. Antonello Pabis says:

    Credo anch’io che la proposta sia più che azzeccata. Bravo Enrico Lobina! E se il bisogno di case dovesse dimostrarsi superiore alla disponibilità, non mi limiterei alle terse case. Che senso ha tenere le case vuote? Per ostentare la propria ricchezza. Per poter dire la casa è mia e ne faccio ciò che voglio? Certo non è sufficiente a risolvere il problema ma è una risposta seria all’emergenza. Ovviamente, se Zedda dovesse riconoscere la bontà della proposta (ma ne dubito) dovrebbe anche affrontare con urgenza un confronto con tutte le forze politiche e sociali sul Piano Casa che la città di Cagliari non ha.

    • muttly says:

      C’è un grosso errore di fondo, vengono considerate sfitte anche le seconde e terze case che invece vengono date a parenti che non possono permettersi un mutuo. Anche l’Imu non tiene conto di questo purtroppo.

  22. A Non IMHO says:

    caro Vito, una cosa è l’intuizione di un politico frutto di una ricerca su yahoo answer (chi mi sa citare una legge che nessuno conosce? 10 punti a chi risponde) , altro è la realtà

    pensare di invocare una legge del secolo scorso, oggi,tentuto conto che nel frattempo c’è stato qualche cambiamento (penso ad esempio all’entrata in vigore della costituzione, giusto per citare fatti marginali) mi sembra quantomeno pressapochista.

    chiunque oggi volesse requisire un immobile dovrebbe pagarlo al valore di mercato, assumedosi la responsabilità erariale del fatto.
    Ritenete che esista un solo dirigente comunale disposto a giocarsi pensione e tfr su questa proposta?

    chiarito questo, parliamo di cose serie e lasciamo i proclami populistici e irrealizzabili a chi ha i capelli brizzolati e parla con accento genovese

  23. Anonimo says:

    e quindi una mia propieta’ sfitta la devo dare ai senzatetto ma siete diventati tutti fascisti ?visto che ci siamo avrei un po d’oro mi sa che lo regalo allo stato cosi’ sistema l’econimia voi ci state ?

    • muttly says:

      Si chiama affitto tu dai la casa e qualcuno ti da dei soldi, fai un affare se non riesci a trovare nessuno che la vuole abitare quella che per te è una reggia e per gli altri un pò meno 🙂

      • Anonimo says:

        A chi dare la casa lo sceglierei io se permetti, ovviamento con regolare contratto registrato. Pensasse invece il sindaco a reintrodurre le agevolazioni per i proprietari con i canoni agevolati (L31/98), gli affitti scenderebbero e molti potrebbero permetterselo…altro che requisizioni del popolo.

      • muttly says:

        Esistono tipi di denaro diverso per pagarti un affitto e leggi diverse per gestire problemi e danni ?
        Fino a prova contraria è chi paga che fa una cortesia a uno dei tanti che offre.

      • Michele says:

        Io non permetterei mai ad una delle famiglie in lista al comune per alloggi popolari di entrare in una mia proprietà, avete visto come si curano dei beni comunali quando ne entrano in possesso?
        purtroppo esistono anche famiglie dignitosissime tra questi, ma aimè sono una percentuale troppo bassa

      • muttly says:

        Non credo infatti che siano per chi è da anni in attesa quanto per chì deve usufruirne per poco tempo. Padri separati che devono pagare alimenti e mutuo ma non possono vivere nella stessa casa con la moglie, persone che perdono il lavoro e non possono più pagare un mutuo. Le famiglie in lista di attesa chiedono invece una casa per periodi molto lunghi e sono situazioni molto diverse.

      • D’accordissimo con Anonimo, così si deve fare in un Paese civile, altro che atti d’imperio!

  24. E’ di un anno e mezzo fa, ma sempre attuale. Tranne lo squatting che in Inghilterra è diventato reato nel settembre del 2012: PROPRIETA’ PRIVATE: LE CASE SFITTE E LA TASSA PER IL POPOLO http://www.cagliarifornia.eu/2011/07/proprieta-private-le-case-sfitte-e-la.html?m=0

  25. Caro Vito,
    vedo che hai compreso appieno il senso della proposta che, infatti, non è un Ordine del giorno o una mozione, bensì una proposta prettamente politica. Se infatti non vi è la volontà e una seria discussione sul tema….beh…di Ordini del Giorno sono pieni gli armadi del consiglio comunale. E lo dice una persona che si dedica molto alla presentazione di proposte di delibera, mozioni e ordini del giorno.

    Enrico

  26. Ottima proposta,
    sicuramente Luigi Einaudi avrebbe approvato e inserito tale panacea nelle sue lezioni pubblicate col titolo “Il problema delle abitazioni”. Lettura istruttiva sull’argomento.

  27. Ma in città le case sfitte quante sono ?
    Perché io ricordo che sono circa 6000.
    E tra queste bisogna contare anche quelle affittate in nero agli studenti.
    E se fosse così ne rimangono ben poche.

    • Alessandro Sabatini says:

      ma soprattutto: di quelle 6000 quante sono terze case?

    • TriplaG says:

      Quelle affittate in nero a studenti (e no) sono semplicemente da considerarsi sfitte

      • Si lo so.
        Ma se tu requisisci una casa sfitta (presunta tale), e invece ci abitano studenti universitari in nero, stai sommando un secondo torto, fatto agli studenti, oltre a quello già causato dal nero.
        Mi spiego meglio: gli studenti che abitano in nero sono vittime di un giro mafioso, che per eludere il fisco, li priva pure dei diritti di cittadinanza. Se a questo si aggiunge pure il Comune che gli requisisce la casa, ti rendi conto che la situazione passa dal drammatico al grottesco ?

  28. muttly says:

    Sarebbe corretto chiamarlo affitto forzoso altrimenti qualcuno pensa che gli stiano sequestrando la casa

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