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Ci scrive Alessandro: “Mio figlio rischia di lasciare l’Università per colpa della Regione, e io sono disperato”

Cartoline dalla Sardegna di oggi, gennaio 2013. Drammi che magari finiscono anche sui giornali, ma le priorità poi alla fine sono sempre altre. La parte di questa lettera che mi ha sconcertato di più è questa: “I funzionari della Regione sono mesi che alzano le spalle e ci suggeriscono di protestare”. E allora proviamo a protestare. C’è qualcuno che può darci, una risposta, una speranza? Grazie Alessandro per la tua testimonianza, tieni duro.

***

Buongiorno direttore carissimo,

ti rivolgo un appello: potresti un giorno, nel tuo seguitissimo blog, scrivere del fatto che da settembre 2011 i “contributi fitto-casa per gli studenti universitari fuori sede” sono congelati (dicono dal patto di stabilità, ma i finanziamenti per i gruppi e le associazioni culturali sono usciti regolarmente e dallo stesso assessorato!!) e io, se non arrivano, non so come far proseguire gli studi a Venezia a mio figlio, il quale non è fuori corso, sta studiando con profitto e merito, e invece di essere premiato rischia di essere allontanato dal suo percorso formativo e culturale?

Sono letteralmente disperato e so che sono tanti i genitori nelle mie stesse condizioni. I funzionari della Regione sono mesi che alzano le spalle e ci suggeriscono di protestare.

Non credo di poter aggiungere altro perché sarebbe un ripetere quello che ho scritto moltiplicato nel tempo, per tutte le volte che sono andato e ho telefonato per sentire sempre la stessa risposta.

So bene anche io come funziona il patto di stabilità e so quali sono le logiche che portano gli assessorati ad autorizzare una spesa piuttosto che un’altra, ma volevo solo evidenziare l’orrore del sistema, una specie di “scelta di Sophie” su quale figlio far morire, perché di questo si tratta: scegliere quale ramo tagliare, quando la cultura dovrebbe essere salvata in toto, perché negare la possibilità di studiare a chi vorrebbe fortemente farlo e lo meriterebbe è uccidere il corpo del paese, negare all’arte di esistere, vuol dire uccidere l’anima del paese.

Usa per intero questo nostro carteggio, credo che sarà sufficiente a far capire quanto sono asciutti ormai i miei occhi, quanto sono chiusi i miei pugni e quanto è assordante il mio urlo.

Grazie amico mio e amico della verità.
Ti ringrazio e ti abbraccio

Alessandro

 

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25 Comments

  1. Pingback: Ci scrive Alessandro: “Fitti casa per i fuorisede sbloccati! Chi merita di essere ringraziato e chi no” - vitobiolchini

  2. Signor Alessandro,
    voglio condividere con lei la mia storia…
    anche io sono una studentessa che è rimasta “fregata” dalla “gentile Offerta” della regione …
    è vero … forse non ci dovevamo poi contare più di tanto! Ho certamente imparato che i conti si fanno con i soldi che si hanno e non con quelli che si avranno … forse alla fine non bisognerebbe mai osare troppo nella vita… forse…
    fatto stà che i miei genitori purtroppo hanno altri 5 figli e non hanno potuto darmi un centesimo per sostenermi in questo mio progetto, perciò … baracca e burattini ho preso e ho fatto da sola!
    Certo ho degli amici che in caso di estremo bisogno non mi hanno mai fatto mancare un piatto di pasta ,e nei momenti più disperati i miei hanno cercato di darmi qualcosa, fossero stati anche solo 20 euro come è successo!
    Ma in questa situazione drammatica , in cui non si capisce più che fine faremo noi giovani ( e anche i meno giovani), in cui ormai sognare stà diventando un lusso doloroso, i progetti si fanno sempre più scarni e sempre più a breve termine beh … questo voltafaccia della regione non lo accetto! Tanto più che cercare lavoro e sopratutto trovarlo, stà diventado un’impresa epica! Tra lavori a singhiozzo e situazioni di sfruttamento in cui sembra quasi di dover ringraziare i “padroni” …

    NOn ci sto! Ora basta , e’ tempo che capiscano che gli impegni vanno rispettati!
    Il bando è stato chiuso, i fondi stanziati , ed è stata baipassata senza alcun rimorso la
    la legge regionale 7 maggio 2012, n. 10 recante “Modifiche alla legge regionale 15 marzo 2012, n. 6
    che prevedeva una delega per il congelamento dei fondi , a beneficio quindi dei fondi per l’istruzione!

    http://www.sardegnademocratica.it/istituzioni/cappellacci-non-riconosce-fitto-casa-1.29965

    Per questo motivo stiamo riunendo le forze per provvedere a una lettera formale di protesta con nomi e cognomi, e se non otterremo risposte vedremo di proseguire per vie meno “leggere”!
    E’ tempo che TUTTI QUANTI rispettino le leggi! NOn solo i comuni cittadini torchiati da chiunque gli passi avanti!

    STIAMO RACCOGLIENDO I NOMI E I CONSENSI QUà!
    http://www.facebook.com/pages/Bando-fitto-casa-2011-2012-per-studenti-in-atenei-fuori-dalla-Sardegna/529506200414820

    Auguro fortuna a voi e a me …ma nel mentre facciamo qualcosa per spingerla verso di noi!
    Sara.

    • alessandro (Cagliari) says:

      Grazie per l’intervento e mi dispiace per la tua vicenda che è anche la nostra, sono felice che anche tu conosca la pagina FB che mi hai segnalato e che scoperto da pochi giorni. Evviva la battaglia continua e l’esercito si rinforza.

  3. La Regione Sardegna, con i suoi silenzi, il suo altezzoso menefreghismo e qualunquismo, ha sbattuto una porta in faccia a l’unico patrimonio inestimabile rimasto, a fantastici super- formati giovani professionisti, pieni di idee e progetti, cresciuti con il valore della legalità e del rispetto per le istituzioni, (uccel di bosco da parecchio un po’ ovunque) che guardano con delusione e ira alla Padrona Classe Politica, derubati dell’amore e dell’orgoglio per il luogo natio, e che non torneranno mai e poi mai.
    Noi abbiamo lottato per distinguerci ancor prima di essere minorenni, e abbiamo iniziato a realizzarci con le nostre forze lontano da casa, ci siamo specializzati in materie innovative con forza ed entusiasmo: noi si, noi ci rialzeremo e scapperemo più lontano possibile da una terra che ci ha presi a calci e disprezzati, e che si sbriciolerà velocemente, privata di noi.
    Noi ci siamo guadagnati il diritto di pretendere.

    Pur dubitando che queste parole scuotano le coscienze sopite dei Signori occupanti le poltrone regionali, pur sapendo che mi dovrò occupare personalmente di diffondere il mio pensiero, spero che le mie parole raggiungano qualche vero responsabile di questo scempio.

  4. studente fuori sede says:

    sono studente fuori sede anchio e sono esattamente nella stessa barca. si va avanti avendo la fortuna di poter contare su amici o parenti che in qualche modo anticipano, però perchè devo ricorrere a prestiti quando ho una borsa di studio che mi spetta e che non arriva? è assurdo! e chi non ha altre possibilità non riesce a continuare gli studi…..

  5. alessandro (Cagliari) says:

    Appena mi ha appena comunicato di aver preso 29 nell’esame di oggi! E io gli ho comunicato quanti, a partire dal maestro Vito e a finire con l’On. Gianvalerio Sanna (che ha presentato oggi un’interpellanza in Regione), lo stanno sostenendo. Grazie!

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  7. Giampaolo says:

    Alessandro hai ragione da vendere! Le alzate di spalle alla Regione Sardegna dimostrano l’ignoranza ed il menefreghismo che pervade in genere determinati uffici.

  8. Anvedi says:

    purtroppo chi studia fuori diventa un corpo estraneo per gli isolani, si reinserisce (quando avviene) solo per conoscenza e non per merito.
    @Alessandro: buona fortuna per il futuro

  9. MammaTigre says:

    Dove meritocrazia fa rima con bugia.
    Ma non mollate!!! Un abbraccio di incoraggiamento!

  10. Mankallio says:

    E’ la stessa università che ha reso infernale la vita di migliaia di studenti-lavoratori-padri-madri-fuoricorso minacciando di radere al suolo la loro carriera da un momento all’altro? Salvo poi fare dietrofront dopo un doppio ricorso al tribunale e sentenza del Consiglio di Stato a sfavore della università medesima?

    • alessandro (Cagliari) says:

      Se parliamo della Cà Foscari, mi sarebbe molto utile sapere particolari su quello che hai scritto. Grazie

  11. grazia pintore says:

    Non vorrei dire una bestialità ma quando c’era Soru alla Regione non dava degli incentivi agli studenti?Come mai i sardi si sono lasciati abbacinare da Capppellacci.Se mi sono sbagliata mi scuso.Mi rendo conto che la situazione sia degli operai che degli studenti in Sardegna è drammatica ma,in qualche modo, bisognerà reagire.

    • senzasenso says:

      Purtroppo il patto di stabilità non è una scelta di Cappellacci, nè di Soru.
      E’, come dice efficacemente il signore “una specie di “scelta di Sophie” su quale figlio far morire”.
      Purtroppo credo anche che non sia vero che sforare porterebbe a conseguenze meno peggiori (a meno che non si tratti di un’azione forte e coordinata di molte regioni).

  12. Tachipirina says:

    Da ex studentessa fuori sede vorrei chiedere al signor Alessandro quale sia il senso di accedere ad un finanziamento regionale per studiare in un’altra regione. Forse sono cambiate le cose, ma ai miei tempi (parlo di 13 anni fa) si usava fare domanda per le borse di studio e lo studentato all’ente per il diritto allo studio della regione nella quale si frequentava l’università, e non alla regione di appartenenza. Avete percorso anche questa strada? E se si, i due contributi sono cumulabili?

    Per il resto capisco bene la difficoltà. Dopo il 3° anno per un cavillo burocratico persi borsa di studio e alloggio. La tentazione di lasciare gli studi fu grande. Ma riuscii a farcela con un piccolo prestito e con lavori interinali (che chissà, però, se si trovano ancora). Posto che non dovete rinunciare a far valere le vostre ragioni, se vi è stato negato un diritto, il consiglio è quello di tenere duro. Perché anche in questo paese senza sbocchi e meritocrazia una laurea serve, e lasciare un percorso incompiuto significa negarsi la possibilità di farsi valere con armi meno spuntate di quelle che si avrebbero col peso di una rinuncia sulle spalle.
    In bocca al lupo!

    • alessandro (Cagliari) says:

      Grazie per la solidarietà, purtroppo la risposta è già nella sua prima parentesi: (13 anni fa). Ora tante cose sono cambiate, mai come negli ultimi 5 anni il Governo nazionale e di riflesso quelli locali, hanno, in scienza e incoscienza (o progetto) lavorato per demolire il sistema scolastico e la cultura nel nostro paese e lo dico con cognizione di causa da padre angosciato e da professionista (anche se non a tempo pieno) del Teatro. Mio figlio mi aggiorna costantemente sulla trasformazione e privatizzazione del suo ateneo (Cà Foscari). Il senso di andare a studiare fuori è quello di non aver trovato qui il percorso di studi ideale (che non è un capriccio, ma un sacrosanto diritto!). Tutte le forme di agevolazione possibili, sono state usate e percorse, purtroppo anche noi siamo stati vittime della burocrazia, perchè Andrea (mi piace chiamarlo per nome il mio piccolo uomo) pur sognando Lingue Orientali (cinese e giapponese), a causa dell’impossibilità di anticipare le spese, ha fatto il primo anno a Cagliari in Lingue (anche perchè sapeva che molti esami sarebbero stati convalidati a Venezia) maturando la borsa di studio, a quel punto ha fatto il trasferimento, ma il burosauro che non si mette d’accordo con se stesso considerava Cagliari come anno chiuso di un percorso di studi non coerente e Venezia come secondo anno coerente e seguente, ma con un piano di studi molto diverso e annullamento dei crediti con conseguente perdita delle agevolazioni (ci sarebbero stati gli estremi per un azione legale, ma non ce la siamo potuti permettere). A Venezia per quasi due anni ha utilizzato la residenza universitaria, che non è gratuita per i criminali come lui (anche se col riconoscimento dei requisiti per il reddito), ma addirittura è aumentata e questo insieme all’esternalizzazione e peggioramento dei servizi (e le assicuro che avere il riscaldamento e l’acqua calda a singhiozzo d inverno a Venezia non è piacevole), con un sistema di controllo quasi carcerario (ispezioni anche notturne e senza preavviso, alla continua ricerca di danni da conteggiare in più sul canone d’affitto), ci hanno convinto che era più conveniente pagare un stanza propria con regolare contratto, e così è stato. Ovviamente in questa scelta ha contato molto sapere dell’opportunità OFFERTA dalla Regione Sardegna e ribadisco OFFERTA, perchè qui sta il punto: noi non abbiamo ricattato la Regione per averla, non abbiamo minacciato la Regione per averla, non abbiamo abusato dei nostri diritti, non abbiamo dietro accozzo usato altri fondi impropriamente, abbiamo accettato un opportunità OFFERTA dalla pubblica amministrazione che si è impegnata con noi a rispettare questo impegno a sostenere il diritto allo studio dei nostri figli in nome del “patto di stabilità”. E dopo anni di ridicolizzazione della precedente giunta quando lottava per riavere dallo Stato i soldi del gettito fiscale spettanti alla nostra Regione (tranne l’inutile azione del finto barriccadero Cappellacci al tramonto del padre putativo Silvio e all’alba dietro il Monti), adesso non posso accettare la resa e la rinuncia di Andrea agli studi, che MERITA di proseguire. Andrea che non è rimasto con le mani in mano, anche perchè se no non avrebbe mangiato, ma ha cercato (e cerca) assiduamente lavoro, in una città sì con buone opportunità, ma con un esercito di giovani come lui che cerca; e per un anno è riuscito a lavorare in un bar (di pezzi di merda che con un contratto part time lo facevano lavorare anche 8/10 ore al giorno in condizioni igieniche e di rischio infami, ed è meglio che mi fermi qui!), ma a giugno è stato licenziato con la scusa di una finta ristrutturazione aziendale (un bar!!) e siamo punto e a capo e a meno di un anno dalla laurea; che lei ha pienamente ragione di dire che ancora serve, ma non solo e principalmente per trovare lavoro, ma per essere un uomo migliore e utile a costruire un paese migliore, anche se Andrea deluso vede il suo futuro in Australia e io padre deluso non posso che dargli ragione.

      • milena says:

        Quanto vi servirebbe?

      • alessandro (Cagliari) says:

        Milena quello che ci serve è solamente quello che ci spetta. Anche se il nostro redditto è basso, con le piccole buste paga che io e mia moglie mettiamo insieme, credo che in banca ci darebbero credito, o potremmo chiedere ad amici e parenti, ma non è giusto ammanettarci ancora più di quello che siamo con il sistema finanziario o aumentare i debiti, vogliamo, finchè ce la facciamo, vedere rispettato il nostro diritto. Grazie per la solidarietà

  13. So cosa vuol dire, dato che mio figlio ha studiato a Venezia.
    Quello che non so, invece, è cosa faranno i “sopravvissuti”, una volta tornati in Sardegna.
    A meno che la Regione non investa su giovani destinati ad altri mercati: un affarone!

    • E’ semplice…
      i sopravvissuti non torneranno in Sardegna.
      Mia sorella ha studiato alla Ca’ Foscari e adesso lavora a Milano.

    • Marcello says:

      Quando avremo più genitori (e figli cresciuti) che ragionano come Bouffier http://www.youtube.com/watch?v=YIFDlYqtXDA forse avremo qualche speranza di costruire una Sardegna e le relazioni con gli altri popoli diverse dalle guerre per le risorse e dal mercato per l’arricchimento di pochi. Il 14% della popolazione mondiale nel secolo a venire avrà la ricchezza, l’86% il precariato, la povertà e l’inquinamento con un Europa vecchia e senza linfa giovanile se non quella di immigrazione. C’è chi in questa abissale diseguaglianza vede il lato positivo e opportunità di crescita imprenditoriale. Io vedendo gli occhi di un bambino appena nato non ci riesco proprio – mi sento drammaticamente responsabile nonostante non mi sia mai venduto – e faccio di tutto perchè possa vivere serenamente in Sardegna.

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