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Tuvixeddu: aspettando il parco, brande e materassi ancora dentro le tombe, il Villino Mulas ridotto ad un rudere. Ecco le foto

Una domenica a Tuvixeddu. I ragazzi dell’Urban Center stanno preparando un documentario (qui potete vedere una prima versione provvisoria della durata di 15 minuti) e vogliono sentire anche me: perché alla loro età fa mandavo comunicati ai giornali e organizzavo nell’area archeologica visite guidate “proibite”. Questa gita invece ha tutti i permessi necessari, per cui facciamo un giro per il colle. La giornata è stupenda, anche a gennaio Cagliari è capace di dare il meglio di sé.

Tutto sembra immobile a Tuvixeddu, in realtà tante cose sono successe. I luoghi, intanto, non sono più quelli. Nel bene o nel male, l’area è cambiata: direi che è irriconoscibile per chi la scoprì come me intorno agli anni ’80. I lavori per il parco hanno profondamente mutato la zona, e non so se abbia senso chiedersi se la situazione sia migliorata o peggiorata. Ormai è così.

parco

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E le orrende “fioriere”? Anche sul destino pare ci siano poche speranze. La giunta Zedda aveva promesso che le avrebbe rimosse, ma ora gli esperti dicono che a toglierle si rischerebbe di fare più danno che altro. Ce le terremo?

Fioriere

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Di sicuro i lavori che dovevano rendere più accessibile la zona archeologica in realtà la precludono: il Comune sta continuando a recintare con degli orrendi gabbioni metallici le zone ritenute più sensibili. Quelli appena collocati sono leggermente più bassi di quelli che erano stati utilizzati in precedenza. Non ho voglia di chiedermi se non fosse stato il caso di immaginare l’adozione di materiali diversi (il legno, ad esempio). Quando si tratta di Tuvixeddu, è il caso di limitare le domande al minimo indispensabile.

gabbia

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Poi, le tombe. Quelle scavate più di recente (immediatamente alla destra di chi entra nel parco da via Falzarego) costituiscono forse la vera attrazione archeologica. Nella parte alta del colle, dei tavoloni di legno disegnano un percorso: ma ormai il tempo li ha deteriorati, e sembrano disposti così, a casaccio.

Tavoloni 1

Tavoloni 2

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Scendiamo nell’area più conosciuta. Abbandoniamo le passerelle e osserviamo le tombe da vicino. Ora Tuvixeddu la riconosco, ora rivedo quei luoghi a me cari, rivivo quelle emozioni di tanti anni fa. La vegetazione è rigogliosa e convive mirabilmente con la pietra mangiata dai secoli. Tuvixeddu andrebbe visitata così, da vicino, tomba per tomba. Perché solo così si capisce veramente quanto sia sacro questo luogo. Un luogo straordinario, ancora oggi. Nonostante tutto.

Bella 1

bella 2

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“Da un anno veniamo qui quasi ogni settimana e abbiamo notato come alcuni fregi si stiano deteriorando”, mi avvertono le mie guide. Mi sporgo, e noto a malapena una testa di toro: “Prima era ben visibile”. Mi avvicino ad un’altra tomba, e quasi non mi capacito: in fondo si intravvede un materasso. Nella tomba affianco invece c’è ancora una branda. Come tanti anni fa, quando la necropoli era il rifugio di tutti i disperati della città. Ma perché ci sono ancora delle tombe in queste condizioni? Perché? Com’è possibile? Qualcuno mi sa rispondere?

Brandina

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Risaliamo verso il Villino Mulas. Da lontano conserva una sua austera eleganza, ma la realtà è un’altra. Lo stabile, fuori dall’area in cui il Comune sta conducendo i lavori per il parco, è ormai ridotto a rudere. Un incendio ha provocato dei crolli e all’interno la desolazione è impressionante.

Mulas 1

Mulas 2

Mulas 4

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Sparsi per tutto lo stabile ci sono centinaia di documenti relativi all’attività della cementeria, un archivio importantissimo per ricostruire la storia di questo luogo lasciato alla mercé del tempo. Uno scandalo.

Mulas 3

Mulas 5

Mulas 6

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La visita è finita, e faccio i conti con il passato e con quello che sarà. Qui a Tuvixeddu non si costruirà mai, è evidente. Ma una soluzione va trovata. Quale? Non voglio tornare su questioni tecniche, vi prego risparmiamoci le disquisizioni in punta di diritto e oggi facciamo altri ragionamenti.

Secondo me il primo passo necessario è che i privati riconoscano di avere perso; riconoscano cioè che, al di là delle sentenze, degli accordi e dei diritti eventualmente acquisiti, il progetto da loro proposto è stato rigettato dalla città e non ha più senso. Perché quelle logiche che cercarono di imporlo sono superate, perché nuove normative e nuove sensibilità oggi lo rendono assolutamente improponibile. Perché quasi venticinque anni sono passati dal primo progetto, e se non si è costruito nulla è segno che le motivazioni proposte da una ostinata quanto infima minoranza (di cui mi onoro di aver fatto parte, quando la controparte era nientemeno che la Fiat con la sua controllata Impregilo) alla fine sono diventate un patrimonio condiviso.

Solo dopo questa ammissione si potrà iniziare a dipanare l’intricatissima matassa. Chi voleva costruire a Tuvixeddu ha perso, perché a Tuvixeddu non si costruirà mai. Altri invece hanno costruito, distruggendo il meraviglioso panorama che confortava il lutto dei cagliaritani di oltre duemila anni fa. Ma questa è un’altra storia.

zunck

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13 Comments

  1. Diego Belfiori says:

    Una vergogna, quando ero un ragazzino andavamo a giocare nell’area delle necropoli, noi piccoli malandrini appassionati dell’archeologia, si girovagava di nascosto all’interno della vecchia cementerai che fu dei Caschili, nella pineta del villino Mulas con un custode che fucile alla mano ci intimava di andar via, ricordo benissimo quando scavalcavamo il cancello della cementerai da via Is Maglias o Maglias che sia, e quando entravamo direrettemente dal “Gran Canion” da via Vittorio Veneto, ricordi, posti e memorie ormai andate. Peccato veramente per questa fantastica necropoli, vastissima e distrutta dagli speculatori, dal dopo guerra ad oggi…senza ritegno ne rispetto. Vergogna.

  2. Pingback: Tuvixeddu, volete sapere come la penso? Il sottoscritto intervistato dall’Urban Center sulle sorti della necropoli « vitobiolchini

  3. Alessandro says:

    Ho avuto modo di fare numerosi sopralluoghi sul sito grazie ad uno stage nel 2012.
    Il posto mi ha affascinato e sono del parere che l’amministrazione dovrebbe concedere a chi di dovere la possibilità di aprire il sito regolarmente per effettuare delle visite guidate.

    • Vorrei spezzare una lancia in favore sia dei responsabili di Coimpresa sia del capocantiere dei lavori del Comune: ogni volta che ho richiesto l’autorizzazione per poter fare delle visite, mi hanno fatto accedere con tutta tranquillità.

      • Anna Cabras says:

        …anche io vorrei fare una visita al villino Mulas! A chi devo rivolgermi? che tristezza…

  4. Realista says:

    Trovo singolare la scarsa partecipazione a questo tuo post, visto che il tema trattato, Tuvixeddu ed il suo futuro, ha da sempre scatenato in queste stanze focosissimi dibattiti, con numerosissimi commenti. Stavolta praticamente silenzio (non me ne vogliano i pochi intervenuti) e commenti blandi… Mi viene il sospetto che il motivo principlae sia derivante dal fatto che la tua analisi, porta inequivocabilmente a concludere che è giunto il momento di dire che cosa fare di questo tesoro, e non più di cosa si deve NON fare. Se l’ecomostro Cualbu è ferito a morte, contro chi ci si deve misurare? Con le idee da sviluppare. Con i progetti di rivisitazione, da sviluppare con coerenza e capacità. Con i fondi da trovare. Con gli indennizzi da pagare. Tutte cose per le quali ci vuole un approccio fattivo e non disfattista: mi sa che questo fatto dissuada molti dall’intervenire, perfino gli storici soloni che da sempre hanno tuonato su questo argomento!
    Deludente…

    • Anonimo says:

      E’ stato detto tutto, gentile Realista, anche e sopratutto quello che si dovrebbe fare. Che lei sia in astinenza da Tuvixeddu è però comprensibile. Ma il suo desiderio di riparlarne verrà esaudito a breve perché il Tar si deve pronunciare su un punto importante. Sempre Cualbu versus Regione. Allora toccherà parlare ancora di sentenze e del colle. Saluti cordiali.

      • Realista says:

        Anonimo a tutto tondo, anche nell’intervento. Lei dovrebbe esser uno della cerchia dei soloni prima ipotizzati, visto il leggero sarcasmo e, soprattutto, vista l’iniquità dell’intervento che, come spesso accade, è del tutto privo di proposte concrete nei confronti del tema centrale proposto da chi ci ospita.
        Cordiali saluti

      • Roberto says:

        Beccati questa anonimo cagliaritano!!!!!

  5. Sardegna Sotterranea Esplorazioni says:

    Ciao Vito. Questi video a puntate mostrano l’attuale stato dell’arte a Tuvixeddu e alcuni luoghi inediti… http://m.youtube.com/playlist?list=PL-t7eSbuWxQwZGEpRqLb_GAFEo0mQxl1d

  6. Paolo Curreli says:

    Non fare nulla però non restituisce la bellezza.

  7. spessotto says:

    Quante altre occasioni dovrà perdere questa città? Stiamo buttando via quel che di meglio può offrire Cagliari….riappropriarsi di Tuvixeddu significa dare il nostro piccolo contributo al recupero del patrimonio storico e artistico italiano.

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