Politica / Sardegna

Un Alfano piccolo piccolo per un Pdl allo sbando: la dura vita del centrodestra senza Silvio. Con qualche novità all’orizzonte

Pochi minuti prima del suo ingresso alla Fiera di Cagliari, dove ad attenderlo ci sono circa mille persone (la metà di quelle accorse per il candidato alle primarie del centrosinistra Matteo Renzi), il segretario nazionale del Pdl Angelino Alfano dice ai giornalisti che se Berlusconi deciderà di candidarsi, le primarie del centrodestra verranno annullate.

La voce ovviamente circola in sala e getta un po’ di scompiglio: ma questa non era la prima uscita pubblica in vista delle primarie del 16 dicembre? Ma ci saranno o no queste benedette primarie?

La verità è molto semplice: il centrodestra è allo sbando e alla Fiera di Cagliari ne ha dato una rappresentazione evidente.

Mille persone venute da tutta la Sardegna, trascinate e precettate dai singoli esponenti territoriali: tantissimi anziani e pochi giovani irregimentati e dallo sguardo sperduto. Applausi tiepidi quasi sempre, come di chi è lì in nome dei vecchi tempi. Ma Silvio ormai non c’è più. Forse.

In Sardegna quel che resta del Pdl è sconvolto da durissime guerre intestine. Il partito è spaccato in almeno tre tronconi. La parte lealista è rappresentata dal deputato Salvatore Cicu, organizzatore della serata alla Fiera, e da gran parte dei parlamentari e dei consiglieri regionali. Cicu sostiene il presidente Cappellacci (tornato all’ovile del Pdl dopo una patetica autosospensione), ed è alla ricerca di una ennesima ricandidatura parlamentare: è infatti a Montecitorio dal lontano 1994, ma di tornarsene alla sua professione di avvocato si vede che non ne ha la minima voglia. Questa fazione scommette sulle primarie e su Alfano, e lo sostiene anche a costo di rinnegare Berlusconi, e questo con la speranza di avere confermati posti e candidature.

Poi c’è il deputato ed ex presidente della Regione Mauro Pili. A cui devono essere fischiate le orecchie in maniera insopportabile, perché (benché mai citato) è stato fatto oggetto di critiche durissime da parte di Cicu & friends. Perché Pili da tempo ha ingaggiato una guerra quotidiana contro il presidente Cappellacci ma anche contro il Pdl nazionale, votando quasi sempre di testa sua e contro le indicazioni del partito. Che fine farà Pili? Sempre senza citarlo, Cicu, Testoni e Pittalis hanno chiesto ad Alfano di rimettere in riga il ribelle. Ci riuscirà? Pili verrà ricandidato o verrà cacciato?

E poi c’è Claudia Lombardo. La presidente del Consiglio regionale, dopo la scomparsa del suo riferimento nazionale Comincioli è entrata in rotta di collisione con il partito, dal cui gruppo consiliare è uscita fondando “Sardegna è già domani”. Che ne sarà di lei? Mistero.

Senza contare la pesantissima assenza alla Fiera di Cagliari del coordinatore regionale del Pdl, Settimo Nizzi. Disastro.

In questo roglio, a Cagliari arriva dunque Alfano ad iniziare la sua campagna nazionale per le primarie, e poco prima di salire sul palco deve fare i conti con Berlusconi che dice “Forse faccio un partito mio e mi ricandido”. Catastrofe.

Nonostante tutto, dalla serata sono emersi spunti interessanti, che vado brevemente ad elencare ai pazienti frequentatori di questo blog.

Il primo. La verità (ed è emersa dalle parole dei tanti rappresentanti territoriali chiamati ad intervenire prima dei big) è che la base dei militanti non ne può più di Berlusconi e dei suoi metodi di selezione della classe politica. Tutti vogliono il rinnovamento, tutti vogliono le primarie, e le vogliono veramente. Esemplare l’intervento di un giovane di 27 anni, rappresentante del partito a Sassari, che ha sprezzantemente definito Berlusconi “un signore che ha 50 anni più di me” e che ha chiesto primarie a tutti i livelli, anche per scegliere anche candidati al consiglio regionale e al parlamento. Questa voglia sincera di rinnovamento come verrà interpretata dai capibastone del partito?

Secondo aspetto: dal punto di vista ideologico il Pdl che verrà si propone come un partito non più tendenzialmente laico ma appiattito sulla morale cattolica tradizionalista. L’assessore De Francisci ha richiamato i “valori della vita”, così come il capogruppo Pietro Pittalis. E lo stesso Alfano ha subito chiarito: “Crediamo nella famiglia, composta da un uomo e da una donna”. In questo modo il nuovo Pdl cerca dunque di sottrarre voti all’Udc ma allontana da sé la componente laica, che tanta importanza ha avuto nella storia del partito.

Terzo: il Pdl di Alfano non ha più una risposta ai bisogni dell’intera società italiana ma si rivolge esclusivamente al ceto medio. Ne coccola la paure, ne asseconda i supposti bisogni. Meno tasse, meno Stato, più libertà d’impresa, più ricchezza sono le parole d’ordine. Alfano non parla alla società nella sua interezza ma ai singoli, nelle sue parole non c’è un progetto per la crescita comune ma solo per la salvezza individuale di chi teme di scendere di qualche gradino nella scala sociale. Il Pdl si pone come punto di riferimento di una piccola borghesia terrorizzata dall’Ici e dalla patrimoniale, e niente più. E insieme a questo, le solite parole d’ordine contro i magistrati, contro le intercettazioni, contro la sinistra che odia i ricchi. Le tasse sono la prima delle ossessioni alfanesche; secondo cui l’evasione non è una emergenza (a differenza del debito pubblico e della spesa pubblica) ma solo la conseguenza di tasse troppo alte…

Quarto: sarà pure una posizione strumentale, ma nelle parole dei rappresentanti del centrodestra sardo la consapevolezza della specificità culturale e politica della nostra isola emerge in maniera più marcata che non nelle parole dei rappresentanti sardi del centrosinistra al cospetto dei loro leader nazionali di riferimento. Ripeto: in maniera strumentale o meno, i leader sardi del centrodestra sembrano essere più autonomisti dei loro pari grado del centrosinistra. I quali (forse mi sbaglierò) non rivendicano per la Sardegna un trattamento speciale, ma puntano maggiormente all’omologazione con le realtà del continente.

Quinto: al di la del sostegno fondamentate dato dall’Udc, i sardisti sono la vera indispensabile foglia di fico ideologica di questo impresentabile Pdl che guida la Regione. Il presidente Cappellacci non ha esitato a dirlo: “Siamo sardisti”. Perché è la presenza del partito dei quattro mori a rendere politicamente originale questa fallimentare esperienza di governo. Oggi Cappellacci di fronte ad Alfano ha avuto buon gioco a dire che la maggioranza che lo sostiene ha tratti innovativi, e dal punto di vista delle sigle che lo sostengono non gli si può dar torto.

In conclusione: il Pdl è in crisi profonda. Alfano sta raschiando il fondo del barile, posizionando il partito in una posizione difensiva da destra tradizionale, poco innovativa e poco coraggiosa. Se continua così e le primarie si fanno davvero, rischia di essere fortemente ridimensionato da una Giorgia Meloni qualunque. Perché questo sta diventando il Pdl: una forza conservatrice, confessionale, quasi reazionaria. E ha ragione Silvio a non riconoscersi più nella sua creatura.

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11 Comments

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  2. ZEPROF says:

    Un Alfano piccolo piccolo? Considerata la sua normale statura politica, c’è voluto un occhio molto acuto per notarlo! Se non addiritura il microscopio…

  3. pinupretzisu says:

    Silvio non convincerà forse gli attivisti maschi 27enni che, privi dei requisiti che hanno portato la Minetti in politica, ovviamente aspirano ad un cambiamento.
    Ma, a dirla tutta, tra i candidati leader solo Silvio riesce ancora a muovere le masse: magari con un po’ di rigetto, magari con le risate dei tanti che non lo voteranno, ma sicuramente una lista Alfano senza Silvio dietro non ha nessuna speranza di battere né il PD (a prescindere dall’esito delle primarie), né probabilmente Grillo, né la Meloni che, per tante ragioni, se candidata da una coalizione forte potrebbe essere davvero l’unica a sollevare qualche problema al PD: in un confronto con Bersani avrebbe la profondità per parlare di politica, in un confronto con Renzi non sarebbe oscurata dalla sua capacità mediatica.
    …Fermo restando che occorre capire se riesce a venire incontro al ceto medio senza far scattare il pugno in alto…

  4. Lucia Crobu says:

    E’ proprio vero che nel centro sinistra ci sono più tentazioni centraliste e italianiste. Del resto, il fronte moderato trova la strada per i valori della sardità solo quando è in disgrazia. E di Mario Floris ne vogliamo parlare? Naviga da un decennio con un finto partito che si definisce pomposamente ‘nazionalitario’ quando è formato dalla stessa piccola borghesia reazionaria che si lascia irretire dagli Alfano di turno. Direi che in questo momento i giochi sono molto incerti e il Partito Sardo, se ha coraggio, può capitalizzare la sua rendita. Colli non è male come segretario.

  5. Anonimo says:

    non si smentiscono mai il tg, di bideolina, ha nascosto la contestazione degli operai dell’alcoa al mitico Angelino,questa e la qualita’ dell’informazione in sardegna un giornale indipendente a parole ! una tv. evidentemente serva e dipendente dai poteri forti.un ex custode

  6. Massimo M. says:

    Riposizionamenti… tutto qui.
    In realtà, carto Vito, la tua analisi è perfetta. Certo, con qualche necessità di approfondimento in più (ad esempio che fine farà Cappellacci dopo il trappolone della sua eventuale, e potenzialmente perdente, ricandidatura alla Presidenza della Regione?… oppure, quale sorte avrà Pili nei prossimi anni: Direttore dell’Unione Sarda o “Piccolo Presidente” dell’Asteroide B 612? ), tuttavia, tu centri con chiarezza la decadenza di un partito che non riesci più a disegnare un’idea di società per la quale schierarsi, cosa che invece riuscì con astuzia a Berlusconi, sia nel 94 che nel 2001. Il punto di riflessione però continua ad essere la staticità della classe dirigente, gli uomini che ancora reggono il timone del partitone azzurro: ieri, avrai notato da editorialista esperto, che l’unico pizzico di movimento stava negli imbellettamenti della grande kermesse andata in scena: luci, video e slogan “SardinTesta”. Ma al di là del trucco, c’è un viso graffiato dalle rughe, una povertà di idee ferme nel tempo.
    Una cosa è certa però: se il centrodestra riuscirà a capire e raccontare i valori della società in cui crede, così come ha fatto il berlusconismo per quasi 20 anni pur in tutte le sue esagerazioni, anche il centrosinistra ritornerà a dirci qualcosa di sinistra. Diversamente, così come è accaduto ieri alla Fiera e così come accadrà domani per le primarie del centrosinistra, è la pericolosa dama dei riposizionamenti. Che non fa bene a chi crede nella poltica.

  7. efisio erriu says:

    Con tutta la buona volontà non riesco a staccarmi dall’impressione iniziale che ho della cosidetta discesa in campo di berlusconi: un partito nato per mettere il suo padrone al riparo dai guai giudiziari; liberismo, conservatorismo, garantismo, operaismo (il famoso presidente-operaio) sono state delle coperture di facciata fatte di carta velina. chi ci ha creduto (in buona o malafede) oggi raccoglie un’eredità fatta di nulla, anzi di debiti, di debiti?!!! sì di debiti, perchè se non è più strumento di difesa personale, Berlusconi di soldi nel partito non ne mette più.
    Data questa voragine ai pidiellini nostrani non resta che prendere il 4% come in Sicilia o aggrapparsi per poter sopravvivere alla zattera del sardismo, svilito al punto da diventare buono per tutte le stagioni (centro-destra o centro-sinistra).
    Riusciranno forse così ad avere una parvenza di partito. In questo riescono paradossalmente a superare il pd sardo che, pur raccogliendo l’eredità di una classe dirigente tradizionalmente all’avanguardia in campo nazionale, oggi è affetta da una tremenda afasia ed è al traino del direttivo nazionale. Muti e incapaci anche di rovesciare un governo regionale che non c’è, si fanno superare dalla destra anche sul tema dell’autonomismo oltre che su quello organizzativo visto che sono gli unici che sono riusciti a pensare di portare bersani al teatro massimo lasciando fuori la metà dei sostenitori

    Sempre meno di Bersani, ma quante cose sacrosante dice Renzi!

    E ora vado a votare, perchè il centrosinistra non esiste per effetto della volontà di un uomo, ma vive grazie al suo popolo, che paga e NON viene pagato per dire la sua.

  8. Anonimo says:

    Il Pdl (o Forza Italia o qualsiasi nome gli si dia) è nato per fare gli interessi di Berlusconi, questa è la sua unica ideologia.

  9. grazia pintore says:

    Povero Alfano,abbandonato da Silvio perchè vuole facce oneste, quando Berlusconi propone sempre corrotti.Spero che,finalmente,la gente si renda conto che questo vecchio è malato di testa e vorrebbe presentare una sua lista.Poi c’è qualcuno,al governo,che presenta la richiesta del quarto grado di giudizio per salvare Silvio,ma questa è pazzia pura.Come si può pensare che ci sia qualcuno che abbia fiducia in questo partito allo sbando?Cappellacci non ha fatto male abbastanza alla Sardegna?

  10. L’allineamento totale a certi principi cattolici ha lasciato basita anche me, per la chiarezza con la quale quasi tutti, dalla De Francisci alla rappresentante PdL de La Maddalena, hanno parlato di “difesa della vita” e di “valori cristiani ed evangelici”. E la famiglia è composta da “uomo e donna che ambiscono a procreare”. Mancava il creazionismo, con Silvio creatore ovviamente, e sarebbe stato perfetto.
    Per il resto, solita solfa e nessun riferimento a scuola o istruzione (forse al ceto medio non interessa più?): a questo punto, speriamo che torni l’eterno Berlusconi, con buona pace dei “giovani” del PdL, almeno ci divertiamo un pò di più.

    • Su bixinu says:

      E di che ti meravigli? E’ da tanto che una parte cospicua del PDL è appiattita sulle posizioni più reazionarie di certa chiesa. Non è un caso che Bagnasco preme sul nuovo movimento cattolico affinchè faccia l’alleanza col PDL.

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