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La cultura a Cagliari è un fallimento targato Sel. Che in città replica gli errori di Progetto Sardegna nel 2004…

I politici, anche i migliori, spesso senza volerlo fuggono dalla realtà. Perché i politici vivono sempre nel futuro. Quello della loro rielezione per i peggiori, quello in cui i loro progetti si realizzano per i migliori. Per questo per i politici presente e futuro spesso si confondono. Infatti, quando si chiede loro “Cos’avete fatto?” rispondono quasi sempre con un “Faremo…”. È difficile ancorare i politici, anche i migliori, al senso di realtà. Perché reputano “realtà” quello che c’è solo nella loro testa ma e che invece non esiste ancora. E che infatti nessuno, a parte loro, può vedere.

Dite quello che volete, ma oggi Cagliari non è una città che ha a cuore la cultura. E i fatti sono lì a dimostrarcelo. In quasi un anno e mezzo di attività, per questo settore la Giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Massimo Zedda non ha messo in campo né politiche innovative né risorse consistenti.

Quella discontinuità che si è apprezzata in altri ambiti della nuova amministrazione (pensiamo ai trasporti e alla mobilità) non si è avvertita in questo settore, dove invece è tangibile una regressione. La prima vera estate dell’era Zedda è stata la più povera di spettacoli e appuntamenti culturali degli ultimi venticinque anni. E non è stato un problema di risorse, ma di progettazione e di idee che l’amministrazione non ha avuto. Perché gli operatori non possono, tutti e tutti assieme, aver mostrato un’incapacità mai vista prima.

Quest’estate sono rimasti solo i cosiddetti “grandi eventi”, contro la cui logica una parte dell’intellettualità cittadina (quella che sta a sinistra e di cui ora qualcuno nega perfino l’esistenza, ma solo perché le voci contrarie danno sempre fastidio) per anni ha combattuto, a favore di una cultura veramente popolare, veramente per tutti e soprattutto in grado di uscire dalla logica dell’evento estivo commerciale per creare occasioni di incontro e di crescita durante tutto l’anno.

Dopo la chiusura dell’Anfiteatro, incalzato più dalla stampa che non dall’opinione pubblica, il sindaco Zedda ha invece deciso di spendere 600 mila euro del Piano Straordinario per il Lavoro per la realizzazione di una Arena Grandi Eventi a Sant’Elia. Un’opera la cui inutilità è dichiarata dalla stragrande maggioranza degli operatori, perfino quelli che da tanta benevolenza avrebbero dovuto trarre giovamento. Senza copertura l’arena non servirà a niente, ma con la copertura sarà uno spazio difficile da gestire se non a costo di notevoli investimenti. Quindi cosa succederà? La Giunta Zedda investirà ancora nei grandi eventi?

Un anno e mezzo è passato senza che l’amministrazione abbia dato una risposta che una ai bisogni reali del settore. Il Piano Comunale per la Cultura in realtà è soltanto un piano per scaricare sui privati i costi di gestione dei centri culturali comunali. Oggi scade la presentazione dei progetti, e quando verranno resi temo che ne vedremo delle belle.

Le decine di gruppi e associazioni che operano in città attendono invece ancora un segnale per quanto riguarda l’assegnazione di spazi. Non teatri o grandi strutture, ma più semplicemente stanze. Nulla ancora si vede all’orizzonte.

Sull’esiguità delle risorse assegnate per l’anno 2012 e sulla modalità di distribuzione molto si è detto, ma qualcosa merita di essere ulteriormente puntualizzato. La Giunta Zedda ha deciso di non decidere. Una contribuzione a pioggia di questo tipo non la si vedeva dai tempi dell’assessore Fozzi (metà anni ’80). Ma allora aveva un senso, perché tutte le realtà dovevano crescere. Oggi no: oggi dalla politica si attendono scelte credibili, puntuali e responsabili. In ambito culturale, questa amministrazione fino ad oggi ha dimostrato di avere le idee molto confuse.

In un anno e mezzo, la Commissione consiliare non è riuscita a varare il nuovo regolamento per l’assegnazione dei fondi. Quando arriverà? Perché siamo già a settembre, a dicembre i gruppi presenteranno al Comune le loro proposte. O forse anche l’anno prossimo le poche risorse comunali arriveranno a settembre? Un altro disastro è dietro l’angolo.

Poi c’è la farsa del Teatro Lirico. La nomina del nuovo soprintendente era stata spacciata come quanto di più trasparente si sarebbe mai visto in città. Invece a tre mesi (tre mesi!) dalla scadenza dei termini, non solo Cagliari è ancora senza sovrintendente ma neanche si conoscono i nomi dei circa trenta candidati. Una vergogna.

E del Teatro dell’Arco definitivamente destinato ad ospitare un pub senza che il comune muovesse un dito vogliamo parlare? E dello Spazio Riverrun chiuso nel silenzio più totale?

E dello stato in cui versano i monumenti cittadini vogliamo parlare? E della totale assenza di una politica linguistica? Il sindaco si vanta di essere riuscito a tenere aperte alcune scuole grazie alle legge 482 sulle minoranze linguistiche. Ma per questa amministrazione la lingua sarda non esiste.

Questi sono i fatti. Incontestabili.

Cagliari ad oggi non è una città che punta sulla cultura come fattore di crescita. Chi lo afferma o è in malafede o non conosce questo settore. Oppure è un politico, che pretende di essere creduto quando scambia le sue visioni con la realtà.

Di fronte a tanta inconsistenza non si può chiedere di avere pazienza. Perché non stiamo denunciando la lentezza di un’azione che va nella giusta direzione, ma scelte completamente sbagliate e senza senso. Ecco perché non ci si può chiedere di aspettare. Né ci si può chiedere se la montagna abbia partorito il classico topolino. Qui non c’è nessuna montagna, purtroppo: c’è solo un topolino che ha partorito un topolino ancora più piccolo.

E quindi, che si fa? La situazione non mi sorprende perché non è nuova. Non è infatti la prima volta che un esecutivo di centrosinistra disattende in maniera così clamorosa le promesse fatte in campagna elettorale sui temi della cultura.

Avvenne anche nel 2004, all’epoca della Giunta Soru, che come prima cosa bastonò senza motivo operatori culturali e case editrici, con una politica scellerata e senza senso e che qualche anno più tardi generò due tra le leggi di settore più inutili che si siano mai viste: quella sullo spettacolo e quella sul cinema.

L’accostamento a quell’esperienza non è casuale: perché anche ora come allora, le tre cariche più importanti nell’ambito della cultura provenivano dallo stesso partito. Nel 2004 Progetto Sardegna esprimeva il presidente della Giunta (Soru), l’assessore (Elisabella Pilia) e il presidente della Commissione consiliare (Gianluigi Gessa). A Cagliari nel 2012 Sel esprime il sindaco (Massimo Zedda), che a sua volta esprime l’assessore (Enrica Puggioni), mentre la commissione cultura è presieduta dalla consigliera comunale Francesca Ghirra.

Il fallimento di questo primo anno di nuove politiche culturali in città è dunque tutto in capo a Sel, che non si sta mostrando all’altezza della situazione. Il partito di Vendola ha con tutte le sue forze imposto l’immagine di sé quale “partito della cultura”, ma il risultato al momento è sconcertante, largamente al di sotto delle attese.

Attenzione, qui non sono in discussione solo le capacità dei singoli: è proprio questa dinamica che non funziona. Perché in politica senza dialettica non c’è crescita. E se le tre cariche che governano le politiche culturali cittadine provengono dallo stesso partito, il rischio di perdere il contatto con la realtà e di non ascoltare le voci critiche (in sintesi, di suonarsela e di cantarsela) è proprio dietro l’angolo.

Le politiche culturali di una città come Cagliari non possono essere lasciate in mano ad un solo partito, tanto più se i risultati ottenuti finora sono pessimi. E’ evidente che l’assessore Puggioni non è in grado di contrapporsi dialetticamente al sindaco (di cui è diretta emanazione), mentre la Puggioni e la Ghirra si spalleggiano vicendevolmente. I compagni di Sel però sono tutti contenti, in via Rossini i complimenti alla Giunta e ai consiglieri si sprecano.  Ma il risultato di questa situazione è sotto gli occhi di tutti. Per chi lo vuole vedere, ovviamente.

E ora ditemi che questa non è una “critica costruttiva”.

Post scriptum
Qui si parla di cultura, ma evidentemente l’impressione che la Giunta abbia difficoltà ad ascoltare le istanze dei cittadini riguarda anche altri settori. Questa è la lettera che oggi il presidente del consiglio comunale Ninni Depau ha inviato al sindaco Zedda.

 

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167 Comments

  1. Michele says:

    Ciao Vito, sarà il caso di fare un nuovo articolo sull’assessore puggioni alla luce del bando di novembre per l’assegnazione dei fondi residui?
    si, quello che è rimasto aperto per 8 giorni, rapidi rapidi, e che non è stato pubblicizzato in maniera adeguata, quello nel quale gli assegnatari del contributo hanno ricevuto comunicazione personale e nulla sul suo esito si è visto online.
    Forse questa faccendo della Crivellenti, disdicevole per carità, ci sta facendo perdere di mira il vero problema della cultura a Cagliari ossia la Puggioni
    cordiali saluti

  2. Pingback: Altro che donne incinta! L’attacco di Zedda ai lavoratori del Lirico è solo l’ennesima dimostrazione che per la cultura a Cagliari non c’è proprio nessuna speranza… « vitobiolchini

  3. Al minuto 10 si parla di Cagliari.

    http://youtu.be/QyyM4tEXILQ

    • Supresidenti says:

      oltre al danno la beffa. grazie di questo post che vale più di mille commenti sul blog di biolchini.

      • Gianfranco Carboni says:

        O Su Presidenti sei ingeneroso con il prode condottiero. Ex Presidente

      • Non capisco né il danno né la beffa, ma forse sì: un video in cui due persone qualificate parlano del bando assegnazione spazi culturali di Cagliari vale anche più di mille commenti come questi due.

      • Supresidenti says:

        intanto ti chiedo broz di non mettere assieme i miei commenti con quelli di altri (in questo caso gianfranco ma il discorso vale a prescindere).
        in secondo luogo se la nostra guida culturale è la linea tracciata da hinna (o dal manifesto della cultura del sole 24ore, ovvero confindustria) io ho chiesto il voto per me e per il sindaco per attuare politiche opposte a quelle che ci vengono spacciate per innovative e che altro non sono che la solita minestra riscaldata. se poi per te questo è un problema da poco lo posso comprendere pure (del resto, chi sono io?). Mi consola, pur non essendo qualificato come l’esperto di cui sopra, che tanti in questa città vedano le stesse cose che sto vedendo io. e di queste mie parole, fanne ciò che meglio credi.
        a si biri.

      • Gringo says:

        Posso capire quale sarebbero le alternative? Io ho ben chiaro il piano tracciato da zedda-puggioni-hinna. Penso abbia qualche falla e forse nn sia il migliore possibile, ma non riesco a immaginare niente di alternativo che non abbia piú o meno le stesse problematiche. Tu che idee hai? Cosa intendi, in concreto, per “politiche innovative”?

      • Simplicius says:

        Riservare una quota del venti per cento dei contributi per la cultura ad azioni in favore dei bambini, riservare un’altra percentuale predeterminata per iniziative culturale da attuarsi nei quartieri periferici e a rischio, riservare premialità per chi chiede contributi e ha dei posti di lavoro a tempo indeterminato, riservare un’altra quota ai progetti di inclusione sociale e altra quota per i progetti di valorizzazione della lingua sarda. Queste sarebbero state “Politiche innovative” per la cultura. Altro che freddi numeri da partita doppia… Ti va bene Gringo?

      • Supresidenti says:

        ma tutto questo è troppo simplicius,

      • A me questa proposta piace! A parte alcuni punti che forse non sono di competenza di questo assessorato.

      • Supresidenti says:

        cosi ad esempio, finanziare chi è fuori dai grandi finanziamenti regionali in modo che, magari, se oggi il comune di cagliari investe dieci su di loro, il prossimo anno questi magari porteranno altri 10 da regione, 10 da provincia, 10 da fondazione banco di sardegna e 10 da privati. quindi scommetto 10 su piccole associazioni con grande potenziale e il prossimo anno me ne ritornano 40 che quest’anno non avevo. e scusami se non sono il dottor Hinna. altro che project financing,
        saluti gringo-

      • Gringo says:

        parlavo in particolar modo della gestione dei centri culturali.

      • Pure questa mi piace, riferita al regolamento per i contributi alle attività.

      • Supresidenti says:

        vedi broz che allora gli operatori culturali non sono “tutti” cadranche attaccate ai soldi e che anche in tempi di crisi come questa, che nessuno mette in discussione, ci può essere una divisione più intelligente dei pochi soldi a disposizione? bisogna solo avere un pò di coraggio e non temere le campagne stampa.. con cellino lo si è fatto benissimo..

        PS. Gringo, la gestione dei centri culturali è importante e non tifo certo per il fallimento delle proposte della giunta zedda. quello che vorrei sapere è questo: secondo te è normale che se voglio realizzare le mie iniziative in un centro comunale la maggior parte del contributo concessomi lo devo pagare in affitto (salatissimo, se non li conosci informati sui prezzi) a delle persone che poi, paradossalmente, concorrono con me al bando dei contributi? Sono pessimista su questi bandi, ma di solito quando sono pessimista spero anche di sbagliarmi. Vedremo.

      • Gianfranco Carboni says:

        Scusa Broz era un saluto via Blog ad un caro amico. E siccome ora ha commentato compiutamente ti affermo che sono d’accordo con M. a prescindere dalle risposte mixate. Ciao

      • Io la vedo diversamente: si sta tentando un approccio nuovo, un bando che tiene conto della sostenibilità economica, che coinvolge i privati e promuove sinergie.
        Ne vedremo i risultati e valuteremo assieme, ma per ora il mio parere è di reso dal tuo.

  4. Arrubiu says:

    Sto Ainis sarà pure logorroico ma bisogna riconoscere che ha il piglio professorale di un antropologo

  5. la verità è che Sel si è appropriata della giunta comunale e nonostante questo (o forse proprio per questo) non resce a dare risposte che siano un minimo convincenti. Al di là dell’imbarazzante Puggioni (che è stata scelta direttamente da Zedda e quindi è sua la responsabilità) ci sono anche altru assessorati che on funzionano. All’urbanistica non è cambiato niente. In compenso la cittá è piú sporca.

    • Gandone says:

      si, è famosa l’affinità tra l’urbanistica e gli altri assessorati con la sporcizia in città.
      io preferisco una pista ciclabile in più che gente che pulisce.Perchè la città è sporca mica perchè arriva il maestrale, ma perchè la gente è caddozza, e fa in strada quello che in casa sua non farebbe, altrimenti la moglie o la mammina gli darebbero due bastonate sulla schiena.Allora, siccome i soldi sono pochi, per la sporicizia basterebbe che ognuno di noi, magari anche quelli che scivono su questo blog, quando beccano gente incivile, agiscano di conseguenza, e avremmo una città meno immondezzaio, e con i soldi che rimangono si fanno opere e infrastrutture per migliorare e investire su una città moderna:per fare questo servono appunto i soldi,non basta il senso civico.Per non sporcare basta il senso civico.

  6. dubbio says:

    Dubbio 1-(tecnico)
    Provo a sviluppare sino alla sua logica conseguenza il ragionamento delle anime illuminate che per esorcizzare la paura di navigare nel mare in tempesta di questi tempi difficili alla ricerca di soluzioni si tranquillizano recitando il mantra “non ci sono i soldi per la cultura”.
    Premessa:
    siamo in piena crisi economica, i tagli sono pesantissimi e generalizzati, le risorse non sono sufficienti a coprire i bisogni essenziali e l’erogazione dei servizi primari per i cittadini, l’eredità di un passato di sprechi e l’elefantiasi e ignavia dell’apparato burocratico rallenta tutto.
    In questa situazione siamo costretti a concentrare le risorse per garantire il minimo di risposte alla domanda di sopravvivenza dei cittadini quindi anche se la cultura è importante prima viene l’essenziale perciò dobbiamo ridurre drasticamente le risorse destinatele e cercare di distribuire le poche rimaste in modo da accontentare tutti gli operatori.
    Premessa 2
    è necessario, nella situazione data, operare una ricognizione delle risorse a disposizione per la cultura e dei costi necessari a gestirle, nello specifico una ipotesi di spending review sulle risorse della cultura dovrebbe affrontare in parallelo alla quantificazione delle poche risorse a disposizione anche quello dei costi della macchina per gestirle.
    L’assessorato alla cultura quanto costa all’amministrazione? Non ho idea del dato ma si può ipotizzare che stimando i costi degli stipendi (assessore, staff, dirigenti, funzionari, uscieri etc.) delle sedi, della loro manutenzione e gestione, del costo di funzionamento (materiali di consumo, rimborsi, consumi energetici, pulizie etc.) più altre quisquilie che la cifra finale incida in discreta percentuale nel bilancio dei costi del comune (qualcuno sa se questo dato è mai stato diffuso e dove?) .
    Quindi la domanda è: dato che le risorse sono sempre meno quanto incide in proporzione quello che si spende per gestirle?
    A naso direi che lo sbilancio a favore dei costi-benefici nella pura ottica della buona gestione aziendale sia decisamente negativo.
    Paradossale conclusione delle premesse:
    Purtroppo l’assessorato alla cultura è un lusso che non ci possiamo permettere di questi tempi, meglio sarebbe dismettere al più presto il ramo d’azienda (al netto delle competenze per la pubblica istruzione che anche se presenta molte criticità e necessità di intervento rappresenta un servizio essenziale che non si può eliminare almeno fino a quando non passerà la linea che è un onere inutile anche l’istruzione pubblica e sarà il mercato a decidere quali servizi sono produttivi e quali eliminare), tagliare i rami secchi (prepensionamenti e mobilità di una bella fetta dell’apparato) e trasferire per ottimizzarla la gestione delle poche risorse disponibili ad un’altro assessorato più importante, il migliore per affinità di competenze a questo punto potrebbe essere quello dei servizi sociali che già gestisce gli aiuti ai settori disagiati della cittadinanza e ha una competenza e una professionalità specifica che garantirebbe un’ottimo aiuto a questa nuova fascia debole di varia umanità composta da (artisti, scrittori, musicisti, intelletuali etc.)
    Questi sono i dubbi che ho riguardo all’aspetto tecnico-economico del problema, ci sarebbero anche quelli politici che riguardano la figura dell’assessore alla cultura (chiunque e di qualunque parte politica esso sia) e alla sua “mission”, ma per non allungare troppo il brodo li riservo ad un prossimo intervento.

  7. Marco Zurru says:

    Dio è morto, Marx è morto, e Kundera sarà poverino ma è ancora in vita..
    Cordialmente

    • Sovjet says:

      Pienamente d’accordo:
      – Sciascia così definiva l’intellettuale: «Uno che esercita nella società civile la funzione di capire i fatti, di interpretarli, di coglierne le implicazioni anche remote e di scorgerne le conseguenze possibili. La funzione, insomma, che l’intelligenza, unita a una somma di conoscenze e mossa – principalmente e insopportabilmente dall’amore alla verità, gli consentono di svolgere» –

  8. Saliva Nel Naso says:

    Sono la mamma adottiva di Di Legno e vorrei dire anch’io la mia.
    Leggo i dati riportati da Simplicius su quanto pesa SEL a Cagliari. I ragazzi di SEL (ora tocca a noi) hanno preso saldamente il controllo degli unici due centri di spesa che pesano per i voti futuri: la cultura e i servizi sociali. Su quello Zedda è stato irremovibile.Sulla cultura ha fatto filotto con la presidenza della commissione data alla Ghirra che con la Puggioni sono “le dioscure” come qualcuno le ha nominate su questo blog.
    Quindi il sette per cento dei cagliaritani ha preso il controllo della politica culturale cittadina.
    E Zedda nelle sue decisioni se ne frega altamente di confrontarsi con qualcuno della sua maggioranza, quasi che avessimo eletto un dictator anziché un sindaco.
    SEL (leggete qui i commenti dei sellini) è convinta che i voti del ballottaggio siano tutti del loro partito e che il 60% che siglò la vittoria del Zedda sia una percentuale da ascrivere al loro partito.
    I giovani sellini sono cresciuti politicamente nell’era berlusconide e (come qualcuno ha già notato) confondono il governo delle istituzioni democratiche con l’occupazione militare delle cariche e con la assoluta assenza di confronto e di dibattito. Come Soru (bocconiano doc) fece, come Berlusconi fece.
    Sulla cultura Zedda ha voluto le dioscure a controllare tutto. Anche di fronte alle palesi sconfitte di questi primi sedici mesi (non parlate di un anno perché era metà maggio), le difenderà ad oltranza perché lui non sente la necessità di confrontarsi con nessuno, lui e il suo partito non hanno tradizioni democratica. Sono un partito carismatico sotto la guida di Vendola e i loro laboratori politici si chiamano “le fabbriche di Nichi” proprio perché sono figli di sinistra (???) del berlusconismo. Noi siamo il bene e gli altri sono il male.
    Pensano che il confronto sia negativo perché “dovete lasciarci lavorare”. Senza contrappesi, senza confronto, senza dialettica democratica. “Abbiamo il 60%” è il falso motto che si ripetono e che ripetono anche qui.
    Era ovvio che una forza politica non democratica come SEL esprimesse una politica culturale come questa: solo grandi eventi, contributi a pioggia mal distribuiti, unica preoccupazione per gli aspetti economicistici (i bandi per gli spazi) e finto dibattito con quella buffonata delle “adunate oceaniche” fra gli operatori culturali dove le dioscure fingevano di ascoltare per emanare poi gli editti come quello di consegnare gli spazi culturali solo a chi ha già i soldi.
    Non parliamo poi dell’Ente Lirico, fabbrica di buchi economici, risanata grazie alla regione e che Zedda sbandiera falsamente come un successo suo anziché dell’assessore Milia.
    Adesso Zedda si farà dettare la linea da Lissia che gli tira la giacchetta da mesi sostenendo che se nomina un qualsiasi vendolino pugliese vince lui, mentre qualsiasi altra nomina senza il “bollino blu” sarebbe un “cedere a manovre oscure”. E anche lì, ci scommetto, fra un anno saremo da capo.
    I conti si faranno alle elezioni prossime e vedremo. Per quanto riguarda me sono convinta che, come dice Biolchini, gli errori di Zedda sulla cultura sono gli stessi che fece Soru. Soru fu sconfitto perché lavorò male. Lo punirono gli elettori, non i complotti pluto giudaico massonici.

    • Di Legno says:

      Secondo me ti sei sbagliata.

    • zunkbuster says:

      Effettivamente, Sel fece le umane e le divine cose, spalleggiata da Idv e da qualche giornalista fiancheggiatore, per impedire l’assegnazione della presidenza della commissione cultura a Claudio Cugusi, che era sicuramente il consigliere più adatto al ruolo che il PD esprimesse (data anche la mancata elezione di Cristina Lavinio, forse vista meglio in quel di via Puccini, dove ogni tanto viene notata, e anche nel giro di Soru). Nei confronti di Cugusi si tirò fuori di tutto, da un inesistente conflitto d’interessi – e infatti, tra le associazioni a cui la Puggioni ha promesso i soldi, non ce n’è solo una che sia in qualche modo riconducibile a Cugusi, mentre c’è perfino Sardegna Concerti dei Palmas – al rinvio, in spregio al diritto all’oblio sancito dal Garante della Privacy e dalla Cassazione, a un precedente giudiziario risalente a oltre un decennio fa, risolto con condizionale e non menzione e che non impediva l’accesso a candidature e incarichi né in base allo statuto e al codice etico del PD, né tanto meno alle norme specifiche dell’ordinamento degli enti locali. Non dico che questi argomenti li abbia tirati fuori Sel, ma vari fiancheggiatori di Sel, tra i quali un odierno redattore di Casteddu On Line, si. Di fatto Sel ha preferito cedere la commissione Bilancio, anch’essa cruciale per il controllo sulle risorse del Comune e su come vengono impiegate, e dove magari, dato che l’assessore competente è di area PD, la nomina di un presidente di Commissione di un diverso partito sarebbe stata più congeniale. Toglietemi tutto, ma non la mia Cultura, assegnata a Francesca Ghirra, che oggi si cerca di accreditare come una “tecnica”, ma che non è stata, come la Puggioni, strappata a incarichi universitari a Monaco di Baviera, bensì è pur sempre una consigliera eletta nelle file di Sel. I risultati sono davanti agli occhi di tutti: se alla Puggioni, tra silenzi e cappellate, sfugge qualcosa di sbagliato, interviene pronta e servizievole la Ghirra un po’ a correggere il tiro – ma solo nella forma – un po’ a completare.
      Ma va detto che questo sarebbe anche un problema secondario, se non incidesse in modo determinante su un’altra evidente anomalia dell’attuale amministrazione, che è la frequente commistione di ruoli tra competenze degli assessori e competenze delle commissioni consiliari. Questo non crea problemi, soprattutto quanto al rapporto col PD – che, caro Sovjet, è e resta il primo partito della città, della maggioranza e dell’intero consiglio comunale, anche come voti dei cittadini, volente o nolente ci devi fare i conti – laddove c’è sufficiente consenso rispetto all’azione degli assessori competenti, come ad esempio per quanto riguarda trasporti e mobilità, bilancio (Cugusi ha difeso senza esitazioni Gabor Pinna le poche volte che ha ricevuto critiche) e tutto sommato, al netto delle incomprensioni su Tuvixeddu, anche urbanistica. In altri settori non vi sono contrapposizioni, ma piuttosto c’è un’eccessiva supplenza da parte delle commissioni, forse anche in virtù dell’indubbia competenza di presidenti come Fabrizio Marcello e Fabrizio Rodin. Nel settore cultura si verificano i più significativi attriti tra la “vision” del sindaco e di Sel e quella del PD – si, anche del PD, mica solo di Vito Biolchini o di Gianluca Floris, neh – e il fatto che vi sia un rapporto tra due persone espressione dello stesso partito che “se la cantano e se la suonano” non fa che accrescere le difficoltà.
      Può darsi che un banale avvicendamento alla guida delle Commissioni possa risolvere il problema. Sel si prenda pure un’altra commissione di peso, magari ne prenda due, ma è assolutamente inopportuno, in questa fase, che esprimendo (direttamente o indirettamente, per via di designazione del sindaco) l’assessore alla Cultura, esprima anche il presidente della relativa commissione competente. Senza nulla voler togliere alla competenza e alle capacità di Francesca Ghirra.

      • Miriam Lapis Lampis says:

        Claudio Cugusi il consigliere più adatto al ruolo….. Ah aha ah ah aha ah

      • Di cartongesso says:

        Ma Claudio non e assessore alla cultura? Me l’aveva detto in campagna elettorale.

      • Di paglia says:

        Ma sesi imbriagu? Ma se a me mi ha detto che minimo ne usciva assessore alle politighe sociali?

    • Di cartongesso says:

      Sellini o non sellini, non credo che la mia generazione sia molto propensa a farsi dare lezioni di antiberlusconismo da chi Berlusconi ce l’ha lasciato in eredità.
      Viva il confronto tra generazioni, senza accuse ridicole.

      • zunkbuster says:

        Qualcuno ve l’avrà lasciato in eredità, Berlusconi, ma la tua generazione l’ha pure ben coltivato. La regressione dell’impegno sociale a favore dell’edonismo mica sarà responsabilità solo dei “vecchi”. IO, quando avevo intorno ai 18 anni, facevo politica attiva, partecipavo a un sacco di eventi culturali, raccoglievo le firme per i referendum contro la caccia e il nucleare (molti negozianti di via Manno, quelli sopravvissuti, avranno ancora nelle orecchie la mia voce che strillava nel megafono di provenienza CGIL che usavamo), evitavo come la peste non solo qualsiasi forma di acquiescenza nei confronti dei modelli di vita “travoltini” o “paninari”, ma anche qualsiasi forma di frequentazione. Il fascista, se aveva qualcosa da dirmi, lo frequentavo, il paninaro per principio no. E voi, siete coerenti, voi gggggiovani?

      • Sovjet says:

        Hai raccolto anche firme per il reddito minimo garantito…

      • zunkbuster says:

        Ho partecipato alle discussioni (nella prima versione, approvata al congresso nazionale FGCI del 1988, a Bologna, si chiamava “Salario di cittadinanza”), quando si trattò di porlo in attuazione mi stavo già allontanando dalla politica attiva, e comunque si chiamava già “Reddito minimo garantito”. Ricordi Marco Ghinolfi, oggi dirigente PRC? Era lui il responsabile lavoro della FGCI in prima fila su queste iniziative. Dato che hai avuto Pietro Ichino come docente ricorderai anche un’iniziativa con lui sul C.I.L.O. (centro iniziative locali occupazione) in cui Ichino diede sfoggio di tutto il suo credo liberista e Luigi Cogodi lo rintuzzò duramente (il convegno fu a Carbonia, me ne riferì compiaciuto Ghinolfi). Comunque, se può soddisfarti, ho anche firmato la recente proposta di Sel, e convintamente.

      • Sovjet says:

        Lo ricordo, anche perché io ero segretario cittadino della Lega per il lavoro (La FGCI era strutturata in leghe al tempo…) con Sandra Casu, nel primo esempio di segreteria a due che io ricordi – eravamo piuttosto avanti. Marco era segretario provinciale, ma c’era anche Francesco Marras (successivamente sindaco di Guspini per il PD) segretario regionale e lui fu la vera anima della raccolta con 10mila firme che consegnammo allora sindaco Paolo De Magistris (che ci accolse in studio e ci fece pure i complimenti per l’iniziativa). L’iniziativa per i C.I.L.O. la organizzai io invitando Guido Contessa, che con Fulvio Montanari – che mi pare allora fosse assessore del lavoro del comune o della provincia di Forlì – era il padre dei servizi per il lavoro. Però questo avvenne a Cagliari, alla facoltà di Scienze Politiche, senza la partecipazione di Ichino. Dell’iniziativa di Carbonia non ho memoria… ma uno scambio Ichino – Cogodi me lo immagino! Certo che erano altri tempi…

      • zunkbuster says:

        Si, ricordo anch’io che si era fatta l’iniziativa con Contessa, anche se per motivi di studio non avevo partecipato. Quella di Carbonia con Ichino fu forse organizzata poco dopo. A quanto avevo capito “de relato” le idee ultraliberiste di Ichino non erano allora molto note, Luigi Cogodi dovette replicare duramente ma anche lui fu colto di sorpresa. Già allora Ichino sosteneva tesi molto più a destra di quelle della Fornero. Francesco Marras si è sempre fatto un mazzo così. Marco Ghinolfi fu una scoperta di Gabor Pinna: entrato “per caso” quale fidanzato (allora) di una figlia di Italo Ferrari, assessore ai Trasporti della giunta Melis, si rivelò un ottimo quadro. Continua ad essere un amico e a starmi simpatico, anche se, nonostante le sue insistenze, non faccio la tessera al PRC 🙂 . Eh si erano altri stracazzo di tempi, caro Soviet. Avevamo appena tirato il fiato per la non-sconfitta delle Europee 1989, quando, sotto attacco craxiano per il massacro di Tien An Men, si riuscì contro ogni aspettativa a mantenercisi sul 27%, che poi Achille Occhetto tirò fuori la Bolognina. Temo che per molti versi per la rielaborazione degli ideali di una sinistra moderna siano stati 20 anni persi, e anche quelle poche intuizioni positive di Occhetto divennero presto carta straccia. Ma finiamola qui che mi viene la malinconia …

      • Neo Anderthal says:

        “Sapesse, Contessa, all’industria di Aldo…”
        Vuoi vedere che più o meno c’ero anche io?

      • Aemilius says:

        Se parliamo di chi ha lasciato in eredità il berlusconismo, toccherebbe davvero tirare in ballo esponenti di primissimo piano di partiti con cui SEL ambisce irrefrenabilmente allearsi, senza peraltro averne garanzia alcuna perlomeno di discontinuità rispetto alla condotta passata. E quindi rischiando di contribuire fortemente a farla riproporre.

        E toccherebbe anche chiedersi come fa a ergersi a campione di antiberlusconismo un partito nel quale il confronto interno e le regole basilari di democrazia sono nelle condizioni pietose nelle quali si trovano in SEL, e in SEL sarda nello specifico. Rispetto alle quali spiace dover dire che da parte dei compagni di SEL Cagliari non si è mai sentita una parola men che perfettamente allineata e coperta con i padroni del vapore.

        Meglio lasciare perdere. Viva il confronto fra generazioni; che proprio in quanto confronto è una cosa in cui si prende e si dà, si impara e insegna. Tutti e due. Ma davvero: non solo nelle dichiarazioni pubbliche.

      • E quale sarebbero “i partiti con cui SEL ambisce irrefrenabilmente allearsi”?

      • Aemilius says:

        Quello di D’Alema, tanto per fare un esempio a caso di antiberlusconismo viscerale: di legno. O mi sto sbagliando? O è una diceria dei soliti detrattori-traditori, troppo arretrati per capire le profonde strategie di Niki Il Grande ?
        (E non parliamo della Sardegna, che se no tocca ricordarsi un certo regalo di una certa bandiera con i 4Mori a un certo Presidente del Consiglio, e i relativi personaggi della commedia. A proposito di alleanze).

      • zunkbuster says:

        Invece è meglio allearsi con Di Pietro che non perde occasione per dimostrare un encomiabile senso dello stato, vero? Oppure con Ferrero, Turigliatto e soci? Bella congrega settaria! A volte, quando critichiamo Sel “da destra” spariamo cazzate memorabili – e noto che Sovjet me ne ha contestate poche, forse non è in vena – ma i livelli eccelsi delle critiche “da sinistra” (o da posizioni “diversamente di destra”?) sono irraggiungibili. Apprezzo il pragmatismo che ultimamente sta mostrando Nichi Vendola e penso che Sel sia pienamente compatibile con un progetto di moderna sinistra di governo. Altri, no creu …

      • Aemilius says:

        Una sinistra di governo è una sinistra che al governo realizza politiche di sinistra. Se no è solo un fallimento, come sinistra e come governo. Una rigovernatura della minestra del 2006, peggio ancora che essere i migliori dei perdenti, che fanno tanto orrore al Capo. SEL, o Vendola personalmente che dir si voglia, ha pochissime chances persino di iniziare a fare qualcosa del genere. Tanto più con niente in mano in termini di capacità di pressione, avendo costruito un non-partito al quale perfettamente si attaglia la definizione che ne ha dato Bertinotti. Se vogliamo chiamare tutto questo “progetto di moderna sinistra di governo”… tanto i sogni non costano nulla e illudersi non è reato.

      • zunkbuster says:

        Ma tutti i partiti ormai sono non partiti, perché le ideologie sono evaporate. Forse il quadro politico si è spostato a destra? Può darsi. Ieri era Sel a fare da pungolo al PD, oggi magari tocca al PRC fare da pungolo a Sel, che a sua volte cerca faticosamente di pungolare il PD. La bellezza della sinistra è che le sue componenti si integrano e, quando sanno farlo in modo armonico, riescono a conquistare qualcosa di buono. Che non è il tutto, magari, ma è qualcosa. Ovviamente, se non continuiamo a commettere l’errore di considerare IDV una forza di sinistra. Io non mi sono dimenticato il recente tentativo di Di Pietro di accreditare IDV come una forza centrista, addirittura di strizzare l’occhiolino a Casini. Peccato che gli elettori lo stessero mandando al diavolo a favore di Grillo.

      • Aemilius says:

        Molto aristotelica quest’ “immagine dell’integrazione armonica delle componenti della sinistra” e dei suoi positivi effetti. Peccato che, come il sistema aristotelico (o tolemaico che dir si voglia), descriva assai poco l’effettivo funzionamento delle cose. Lo pigliamo come un augurio che si realizzi, ma sì, va 🙂
        Che le ideologie siano “evaporate”, potremmo anche discutere a lungo: ma l’essere a sinistra, o a destra, se è una cosa seria e non un gioco delle parti – come spesso è, soprattutto per molti politicanti sedicenti di sinistra, o aspiranti tali – si fonda su diversità e presupposti più solidi del granito del Sette Fratelli: c’è un vecchio libro del buon Emilio Lussu, “Essere a sinistra”, che dice sulla materia cose ancora valide, più dei molti vacui sociologismi che ci siamo sorbiti negli ultimi decenni.

        Comunque, Zunkbuster e Sovjet, siete due testimoni inestimabili di un pezzo di storia “alta” della sinistra sarda. Mettetevi a tavolino e scrivete a 4 mani una storia della FGCI in Sardegna, prima che le giovani generazioni si convincano che “sinistra” è solo quella minestra rancida che è il PD, con o senza la spolverata di prezzemolo di SEL: farete opera utile e degna di gratitudine 🙂

      • zunkbuster says:

        Ah beh, fino al tormentoso passaggio post-congresso 1991, le incertezze tra il gruppo di Cogodi (confluito in una fase successiva nel PRC), il PRC e i DS, fino a quando Massimo Zedda portava, metaforicamente, i calzoncini corti e lavorava alacremente nell’allora circolo Berlinguer della Sinistra Giovanile, potrei cooperare. Suppongo anche Sovjet, anche se non mi ricordo molto di lui, sebbene conoscessi suo fratello forse le nostre strade si sono incrociate direttamente abbastanza poco. Le giovani generazioni, ma quelle giovanissime direi, non hanno ancora perso, perché sono convinto che si potrà costruire qualcosa di “nuovo”, che più che dalla sinistra tradizionale comunista o socialdemocratica prenda spunto da fermenti quali quelli dell’America Latina, dall’esperienza di Lula al neoperonismo di sinistra argentino. Ma prima bisogna salvare la baracca: se esplode, a trionfare non sarà la giustizia proletaria, saranno i demagoghi come Grillo. A te ti alletta l’idea di farti governare da Casaleggio via computer? A me no. Forse tocca convincersi che la minestra rancida si può anche non mangiare, neppure nella versione insaporita col prezzemolo di Sel, ma mentre tu continui a mangiare le tue penne all’arrabbiata, intanto, insieme si salva la cucina. Poi, si vedrà se e come cambiare cuochi e ricette.

      • Sovjet says:

        Caro Aemilius, la politica si dice sia la scienza del possibile e un partito politico deve ambire a conquistare quanto più potere possibile perché:

        “Il potere è uno strumento per realizzare gli ideali in cui credo io e in cui credono i miei compagni. [Del potere] piace la possibilità di far avanzare la realizzazione di questi ideali. [Non piace che] il nostro potere sia ancora insufficiente per realizzare i nostri obiettivi” (Enrico Berlinguer a Mixer, 27 aprile 1983).

        Quindi se si vuole incidere sulla realtà, portare avanti processi di cambiamento, tentare di far progredire anche di poco questa società bisogna farlo con chi dà questa possibilità. Non mi pare ci siano le condizioni di una rivoluzione socialista in Italia e quindi l’unica soluzione attuabile al momento, preso atto delle intenzioni di voto del popolo italiano (che potrà anche non piacerci, ma preferisce il Pd, e di molto, a tutti gli altri partiti della sinistra messi assieme) è quella di una alleanza col Pd, all’interno del quale c’è un’anima laica e lavorista che può trovare sponda negli alleati oppure essere lasciata sola. Naturalmente, e Vendola mi pare sia stato chiaro, ci sono alcuni temi che formano la base minima per la partecipazione di Sel alla coalizione, che devono essere compresi nel programma. Quando il popolo italiano gratificherà Sel del 25/30% dei consensi allora potrà allearsi con chi vuole da una posizione di forza, fino ad allora può porre alcuni punti caratterizzanti, ma non può certo dettare la linea. Se questo ti sembra poco di sinistra, ti suggerisco la lettura di questo brano:

        “Per quanto abbiamo esposto nel capitolo II, la posizione dei comunisti nei confronti dei partiti operai già costituiti non ha bisogno di spiegazioni, e quindi anche la loro posizione riguardo ai cartisti in Inghilterra e ai riformatori agrari in America del Nord.
        I comunisti lottano in nome degli interessi e degli scopi immediati della classe operaia, ma nel movimento presente essi difendono e rappresentano allo stesso tempo l’avvenire del movimento stesso. In Francia, i comunisti si alleano al partito democratico-socialista contro la borghesia conservatrice e radicale, senza per questo rinunciare al diritto di criticare la fraseologia e le illusioni tramandate dalla tradizione rivoluzionaria.
        In Svizzera, i comunisti appoggiano i radicali, senza disconoscere che questo partito è composto da elementi contraddittori, per metà democratico-socialisti nel senso francese del termine, per metà borghesi radicali.
        In Polonia, i comunisti sostengono il partito che considera la rivoluzione agraria come condizione dell’emancipazione nazionale, vale a dire il partito che ha condotto l’insurrezione di Cracovia nel 1846.
        In Germania, il partito comunista lotta a fianco della borghesia ogni volta che la borghesia agisce in modo rivoluzionario, contro la monarchia assoluta, la proprietà fondiaria feudale ed il piccolo borghesume.”

        E questo lo dicevano i compagni Karl Marx e Friedrich Engels, non Vendola, Ferrero o Diliberto…
        Le alleanze servono per raggiungere risultati, se i risultati non si raggiungono, se non si migliora la condizione materiale di chi si rappresenta, tutto si limità ad un gioco delle parti, una recita, teatrino.
        Quindi non parlarmi di alleanze, ma di cosa vorresti fare, con chi e quali probabilità hai di riuscirci. L’ultima alleanza della Sinistra, nella Sinistra L’Arcobaleno, ha portato alla espulsione dei partiti di sinistra dalla scena nazionale. La deriva che ne è derivata è sotto gli occhi di tutti, con un parlamento dove il ruolo della sinistra avrebbero dovuto giocarlo il Pd o l’Idv.
        Quindi se si vuole ragionare di politica si utilizzi un minimo di argomentazione politica, senza parlare o scrivere cose a vanvera.

      • Aemilius says:

        Caro Sovjet, della potenza ermeneutica di Karl Marx e Friedrich Engels, ed anche dell’elevatissimo grado di spocchia loro e dei loro seguaci pretesi detentori di verità, me ne sono altamente infischiato quando su di essi si giurava ciecamente e marxisti (magari anche leninisti) si definivano anche le pietre delle strade, oltre a molti fieri rivoluzionari col tempo e le carriere divenuti timidissimi moderati: puoi capire quale conto ne faccia oggi.

        Io ti potrei parlare di cosa voglio fare se vedessi all’orizzonte qualche forza politica che oltre ad allearsi con il PD per prendere il tram del governo e del potere manifestasse una qualche fondata intenzione di esercitare su di esso una pressione significativa per fare qualcosa di più che non sia la ratifica del montismo con qualche ma, qualche bensì, e qualche congiuntivo coniugato correttamente. E che magari a questo scopo si attrezzasse, non a chiacchiere e bollicine, ma a radicamento nel paese con relativi mezzi, strutture e soprattutto apertura reale.
        Senza di questo, parlare di cosa si vuole fare è pura accademia, poco dannosa se si vuole ma anche poco costruttiva: o fare teatrino, ciò che considerato gli interessi particolari in gioco nel determinare questa scelta è in effetti il termine che preferisco. E’ proprio perchè non mi pare minimamente probabile che la scelta di andare al governo con il PD contribuisca a migliorare la condizione materiale della gente, che la ritengo altamente dannosa: considerato anche che la gente non ha solo bisogno che si migliorino le sue condizioni materiali (è da quarant’anni, dalla crisi del 1973, che ne sento chiacchierare…) ma soprattutto di ricominciare ad avere speranza in un deciso e sostanziale cambiamento. quella speranza che SEL rappresentava quando è nata e che rappresenta sempre meno. Come testimonia il post che stiamo commentando (tanto più visto che si parla di una realtà simbolica e dentro SEL intoccabile come Cagliari), come risulta chiaro a chiunque voglia leggere e soprattutto guardare le cose come stanno: utilizzando un minimo di argomentazione politica (e non atti di fede), senza parlare o scrivere cose a vanvera.
        Se poi invece il problema è tornare in Parlamento…. e mettere i propri uomini o donne in Regione…. o in Provincia… o in Comune…. costi quel che costi e a costituire gruppi di potere non diversi da quelli che si afferma di voler scalzare… chiudiamola lì che non vale nemmeno la pena di discutere. Ma diciamolo chiaro una buona volta, che in politica la menzogna e la mistificazione alla sinistra non hanno mai giovato: con buona pace di Karl Marx e Friedrich Engels, s’intende.

      • Sovjet says:

        Io ammetto i miei limiti, ma sinceramente non ho capito cosa hai scritto. Se c’è un modo fumoso, politico nel senso peggiore del termine, di esprimersi è il tuo.
        Nel primo paragrafo mischi Marx, Engels, la spocchia dei seguaci in un incomprensibile minestrone. Si capisce che non ne tieni conto e buon per te, qualsiasi cosa tu abbia voluto dire.
        Nel secondo paragrafo scrivi che potresti pure dirmi cosa vuoi, ma non essendoci forze politiche che…e poi il buio (ma ripeto, limite mio probabilmente).
        Nel terzo riprendi l’argomento precedente parlare di quello che si vuole fare è accademia, poco dannosa ma anche poco costruttiva… (?) Ammetto che la parte della realtà simbolica e dentro Sel intoccabile legata all’affievolirsi della speranza proprio mi sfugge. Per cui il “come risulta chiaro a chiunque voglia leggere e soprattutto guardando le cose come stanno”, sarà chiaro a te, a tutti gli altri lettori del blog, ma a me sinceramene sfugge dove tu voglia andare a parare.
        Sul fatto che in Italia si possa incidere fuori dalle assemblee elettive mi pare più un esercizio di wishful thinking che altro. Comunque, mi pare di aver scritto di tutto, ma di non aver confuso mezzi con fini: però io in parlamento e in tutte le assemblee elettive ci voglio entrare con Sel e possibilmente anche vincere le elezioni e governare e poi verifichiamo sesi può fare di più dentro o fuori le istituizioni. Ma se secondo te da fuori si fa meglio, è più semplice sia migliorare le condizioni materiali, sia alimentare la speranza, cosa vuoi che ti dica, ciascuno di noi è libero di pensare quello che vuole.
        Riguardo alla menzogna e alla mistificazione in politica, sono d’accordo. Ma non dovrebbe giovare a nessuno però. Però non capisco dove sia la mistificazione e dove sia la menzogna.

      • Aemilius says:

        Sovjet, non ti posso scrivere un trattato, a meno che non mi solleciti a farlo… vedo di andare per punti:

        1. mi citi Marx ed Engels come fonti di autorità, cosa che non ho mai considerato fossero, e di fatto hanno dimostrato non essere. E me li citi sulla questione delle alleanze (quelle da fare oggi, non a metà dell’800) rispetto a cui non vedo cosa dicano di nuovo o sostanziale: che in mancanza di meglio i comunisti si devono alleare ai partiti borghesi, salvo riproporsi di fotterli alla prima occasione buona? Capirai la novità. Ma con SEL questo che c’entra? Una delle pochissime cose buone che ha fatto SEL è stato aver capito che fare politica a sinistra è tutt’altra cosa dall’accendere lumini alle Vecchie Barbe Rivoluzionarie: anche su questo me la vuoi far tornare indietro?

        2. Il senso moderno di un alleanza politica non è usarla leninisticamente per esercitare un’egemonia (questo è magari il senso in cui la intendono alcuni del PD, cresciuti a giovanili ginnastiche rivoluzionarie ed approdati a senili tiepidissimi riformismi, ma pur sempre convinti di avere ragione sempre e solo loro), ma ritenere di poterci operare dentro con fondate speranze di risultati positivi relativamente agli obiettivi che si vogliono raggiungere (le “concrete condizioni della gente” etc.). Il PD sarebbe un partner credibile per la politica di cambiamento che SEL dice di volere realizzare? Lo sarebbe la sua “anima laica”, pateticamente subalterna alle componenti clericali e reazionarie (Renzi non se ne andrà dal PD se perde le primarie… e ne resterebbero comunque in abbondanza, di quella specie)? Dai, parliamo seriamente…

        3. A te pare che SEL abbia serie possibilità di condizionare un’alleanza di centrosinistra in questo senso? A me no. Per farlo, non c’è bisogno di agognare massimalisticamente all’obiettivo del 25-30 per cento, basta avere una forte capacità di proposta politica e di spostamento dell’asse politico della coalizione: ovvero quello che SEL ha avuto, p.es., a Cagliari nei suoi momenti migliori, tanto è vero che il risultato è stato quel che è stato. A te sembra che (in Italia, non a Cagliari che sarà capitale del Mediterraneo ma non è ancora caput mundi, anche se molti suoi abitanti lo pensano) SEL si sia attrezzata o si stia attrezzando per questo ? A me no, manco lontanamente. Stiamo conducendo campagne politiche qualificanti (reddito minimo garantito, unioni civili, art. 18) in una condizione pietosa di risorse e mezzi (non so a Cagliari, per la quale vale comunque quanto detto sopra), come vuoi che siamo in grado di pesare in modo serio su primarie di coalizione, per di più fatte con regole da Far West? Con due passaggi televisivi di Vendola? O con i sondaggi che vanno a picco (sempre tenendo conto che SEL i risultati accreditatile dai sondaggi non li ha mai raggiunti)?

        4. In queste condizioni, l’alleanza con il PD serve solo a fargli da sponda passiva, senza nessuna possibilità di incidere in modo appena sostanziale sulle porcherie che prevedibilmente farà, perchè già le sta facendo con il governo Monti, se anche volessimo dimenticare i due governi Prodi. In Italia si sta andando a fondare un regime che non ci toglieremo dal collo per i prox 50 anni; e noi stiamo andando a sostenere quest’operazione promettendo mari e monti di rinnovamento: potremmo sembrare i vispiteresi della coalizione, se non ci fosse il punto successivo

        5. A una cosa certamente servirà quest’alleanza: a tornare in Parlamento (per far cosa di concreto non si sa, se non riproiettare il film del 2006-2008), a mettere un po’ di compagni in posti di potere, da Roma giù giù giù fino all’ultimo comune. Con la prospettiva di farsi dire ciò che Bertinotti ha detto di recente di SEL; e di conseguire risultati di governo su cui si daranno i giudizi che vengono fuori per Cagliari (realtà d’eccellenza in SEL) da questo post e relativi commenti. A te sembra che questo sia un risultato politicamente rilevante, per conseguire il quale sia valsa la pena da tre anni di sbandierare ai quattroventi che volevamo ricostruire la sinistra, ridare una speranza al paese e tutti i wishful thinking di cui è infarcito il nostro documento congressuale di Firenze ? A me no; e mi cresce la sensazione di aver contribuito, mio malgrado, a perpetrare una grossa operazione di mistificazione politica (e quindi di menzogna).

        6. Che un’azione politica possa svolgersi solo dentro le assemblee elettive, ci sono pagine e tomi di Marx ed Engels che lo confutano efficacemente: hai solo l’imbarazzo della scelta, e non aggiungo altro.

        7. Io non amo affatto gli splendidi isolamenti nè i radicalismi rivoluzionari, semmai familiari a molti compagni di SEL provenienti (e non “transfughi”, ma che brutta parola…) da partiti di cui personalmente non ho mai visto nemmeno la porta, pur non essendo affatto un “giovane della politica”. Però penso che una politica di sinistra nei fatti e non negli slogan, non ci entri e non ci esca con le alleanze con il PD, o peggio, che garantiscono solo la continuità degli attuali e storici assetti di potere. Il mio obiettivo non è portare all’incasso i risultati di un paio di brevi anni di lavoro politico: è rompere questi assetti. Spaccando il blocco dominante, puntando non semplicemente a “far da sponda”, all’impotente anima laica del PD, ma assai più sostanzialmente a darle un’alternativa, a portarla in un blocco di sinistra europea, non subalterna al montismo; al liberalismo e al clericalismo. Se quelli che siamo in SEL ci fossimo dovuti far carico del problema di trovare mediazioni con il personale politico di quart’ordine del PD e i suoi giochetti di potere, lo avremmo entrandoci nel 2007 o dopo; personalmente me ne sono accuratamente guardato e i motivi per farlo sono semmai aumentati.
        Per ottenere questi obiettivi può darsi che ci voglia del tempo: ma l’obiettivo che la sinistra ha da raggiungere, nella storia d’Italia, è questo. Il resto ha già fatto bancarotta. Poi c’è anche chi dalle bancarotte ci guadagna: chi manda al diavolo le battaglie politiche ma nel frattempo si è fatto il suo posticino…. all’ombra delle fanciulle in fiore, con relativo ritorno materiale, di un’entità prevedibilmente non simbolica.

        8. Ti sembra utopia? Ti sembra wishful thinking? A me sembra che la linea che segue SEL siluri irrimediabilmente le speranze di costruire a sinistra qualcosa di serio e di subalterno. Così come l’ha silurata nel 2008 l’incapacità dei partiti dell’Arcobaleno di capire che una sconfitta elettorale in quelle condizioni era di carattere contingente, e non strategico; e che l’ultima cosa da fare era tornare ai biberon ideologici, salvo rendersi disponibili a tutte dicesi tutte le alleanze possibili, pur di mantenere le cadreghe.

        Spero quanto meno di essermi spiegato…

      • Francu says:

        No torna dircelo un atra borta soprattutto spiegaci meglio wishful thinking chi mi pariri cosa e buffai

      • Sovjet says:

        Non è cosa da bere, ma è cosa che imbriagada…

      • zunkbuster says:

        Mammamia Aemilius (Floris?) scrive quasi più di Sovjet e Ainis ….. ADBUSTER dove sei che oggi sono molto sotto col lavoro?????

      • Sovjet says:

        Paura che ti sottraggano il podio? 😀

      • Sovjet says:

        Caro Aemilius, va benissimo uno scritto articolato in punti…ma avrei preferito fosse meno contraddittorio:
        1: da un lato non ritieni Marx e Engels fonti di autorità, nonostante l’importanza dei due autori sia acclarata sia dal punto di vista storico, sia da quello politico, sia nel campo delle scienze sociali. Ma ogni opinione è legittima. Legittima non significa fondata, naturalmente. In ogni caso, Marx e Engels non sono fonti di autorità, mentre lo sono il “tenutario” e i commentatori di questo blog nel valutare l’azione di Sel a Cagliari? Ora con buona pace mia, di Zunkbuster, Gabriele Ainis, Su Presidenti e i tanti che qui scrivono, mi pare che qualche differenza ci sia ancora.
        2. Decidiamoci sulla definizione di “egemonia”, perché da un lato ne deplori il tentativo, dall’altro ti rammarichi che Sel non sia in grado di esercitarla sul Pd… Decidiamoci perché “condizionare un’alleanza”, è esercizio di egemonia.
        3. Riguardo alla “fragilità” di Sel, che è reale perché siamo un partito con poche risorse e che quindi deve attingere a riserve di entusiasmo e volontariato, mi piacerebbe sapere come rendere più solida la struttura senza la partecipazione alle assemblee elettive che garantiscono una fonte di finanziamento stabile all’organizzazione e la possibilità di darsi una struttura minima per operare efficacemente. Poi, non mi pare di aver detto che la politica si faccia solo nelle assemblee elettive – questo l’hai detto tu – ma se vuoi incidere nella vita delle persone devi essere anche in grado di trasformare le tue battaglie in proposta normativa e possibilmente farla approvare. Il progresso di questa nazione passa per leggi di civiltà, dallo Statuto dei lavoratori alla Legge 194 ed è sulla norme che passa, anche simbolicamente, la forza della sinistra. La vergognosa vicenda dei Pacs ne è un indicatore chiaro. Poi, mi sembra paradossale che tu sostenga al tua opinione coi tomi di Marx e Engels a cui non riconosci autorità…
        4. Quindi abbiamo un obiettivo comune, “costruire a sinistra qualcosa di serio e di [non] subalterno” su cui io sono perfettamente d’accordo. Resta da capire come e con chi. Ma questo non si capisce dai punti che esponi. Non so, magari con in trattato emergerebbe…
        Il documento di Firenze non è wishful thinking in quanto è un manifesto fondativo, all’interno del quale confuiscono valori, finalità, visioni del mondo. Letta in questo modo, anche tutta la prima parte della nostra Costituzione sarebbe wishful thinking. Ma non credo che tu arrivi a sostenere questo.
        5. Concludo ammettendo in torto: nelle mie risposte nei tuoi confronti ho usato toni che non meriti, perché in fin dei conti, pur nella differenza di posizioni, mi pare che entrambi stiamo cercando di dare significato ad un impegno politico e trovare soluzioni per una società sempre più fragile e disperata.

      • Aemilius says:

        Condivido le conclusioni del punto 5. …
        … e sul resto sono abbastanza meno d’accordo, ma non mancherà occasione per discuterne 🙂

        L’ho già scritto più su rispondendo a Zunkbuster: mettetevi ambedue a tavolino, tirate fuori un po’ di buona volontà e scrivete a 4 mani ‘sta storia della FGCI (a Cagliari, in Sardegna…) negli anni Ottanta: che senz’altro varrà la pena leggerla 😉

  9. Anonimo says:

    io ho una domanda per massimo zedda, visto che le ho datto il mio voto , domanda; quando una societa o fondazione come il teatro lirico di cagliari risulta piena di debiti e qundi fallita va’ chiusa,e inutile pagare i debiti pregressi con e soldi delle tasse dei cagliaritani

  10. Anonimo says:

    la mia non e una provocazione , ma se la cultura non vi da’ vivere , perche dai vostri commenti non paga,perche non cambiate mestiere ? dopo tutto non ci sarebbe niente di male.

  11. E per chi si lamenta dei pochi soldi alla cultura, ecco la notizia di oggi:

    http://www.regione.sardegna.it/j/v/13?s=207715&v=2&c=3&t=1

    In particolare, per gli enti beneficiari saranno complessivamente disponibili 3.044.456,83 euro suddivisi nel triennio 2012-2014 in 600.000,00 euro per l’annualità 2012, in 1.500.000,00 euro per l’annualità 2013 ed in 944.456,83 euro per l’annualità 2014.

    e anche questo:

    Politiche sociali: da Regione in pagamento 1,6 milioni per oratori e parrocchie

    Anche questa è …..cultura…………………………………..

  12. MMT'er sarda says:

    Il 27-28 ottobre a Cagliari si terrà il Summit della Modern Money Theory, la teoria economica salva stati-salva democrazia. 5 grandi economisti post keynesiani e Paolo Barnard spiegheranno come uscire da questa deflazione economica imposta dalla UE e come operativamente sia possibile rilanciare l’economia, l’occupazione e la democrazia. In ogni incontro di diffusione del summit ci sono agricoltori, artigiani, imprenditori, studenti che seguono con attenzione le spiegazioni su chi, come e perchè ha voluto che gli stati fossero ridotti a cadaveri in fin di vita da spolpare sino all’osso. Seguono con attenzione la spiegazione su come la macroeconomia si traduca di fatto nel loro benessere o nel loro declino a seconda dei principi e degli indirizzi che si vogliono dare. Ecco cosa accadrà a Cagliari, ecco il ruolo degli intellettuali (far capire i perchè/le cause di quello che la gente intuisce essere un reale problema), ecco il ruolo di un’amministrazione attenta a fare cultura e progresso (promuovere..o almeno capire..quali sono le attività e le iniziative che fanno fare un passo avanti verso il relae benessere del 99% delle persone), distinguendo queste dalle iniziative dal mero spirito radical chic

  13. Simplicius says:

    Allora, visto che nessuno lo fa, lo faccio io.
    Diciamo che il partito SEL ha preso in città il 7,03% dei voti dei cagliaritani (voti di lista). Per amore di precisione SEL ha collezionato (se sbaglio mi corigerete) 5954 voti per la lista e 4588 voti di preferenza ai candidati. Il PD più di quindicimila.
    Sempre SEL, ma questa volta all’interno della maggioranza che ha sostenuto Zedda (considerando sempre i voti di lista) pesa per un 18 per cento circa mentre il PD pesa per il 47 per cento più qualche briscola.
    Questi i dati delle urne delle ultime elezioni 2011 a Cagliari. Fonte: il sito del Comune

    • Sovjet says:

      Non commento altro perché sull’argomento ho già detto e on mi pare che quest’altro post meriti nessuna riflessione in più.
      Però a te, mago dei numeri rispondo volentieri e poi basta: mettiamola così, solo co SEL a Cagliari si è riusciti a vincere le elezioni con una coalizione di sinistra (il partito più a destra è il Pd), prima solo sconfitte.
      Se SEL non avesse presentato un suo candidato sindaco e se non lo avesse sostenuto con tutte le sue forze, anche a discapito del risultato di partito, adesso avremmo Massimo Fantola come placido sindaco di Cagliari. E il PD avrebbe solo qualche consigliere, qualcuno a brigare con la destra e qualche altro a gridare inascoltato nel deserto.
      E adesso prova a rifare i conti …

      • zunkbuster says:

        Sovjet, coi SE non si fa la storia. Il PD avrebbe vinto con chiunque fuorché con Antonello Cabras, sia primarie che elezioni. Massimo Zedda ha vinto perché era “il nuovo” e per le sue indubitabili capacità di comunicazione (quando però lo fa direttamente lui, senza delegare …) e di costruzione di un gioco di squadra, credo che avere avuto alle spalle Sel abbia avuto un impatto minimo. Ma prima che si facesse la scelta perdente della candidatura Cabras, giravano altri nomi: Marco Espa, Claudio Cugusi, e a quanto ho capito anche quello del tenutario di questo blog. Siamo tanto sicuri che contro Fantola non ce l’avrebbe fatta anche uno di loro? Con ciò onore al merito a Massimo Zedda e a come i militanti di Sel hanno saputo costruire questa campagna elettorale da manuale, ma murrungiando sui rispettivi pesi specifici di Sel e del PD (e qui la critica è anche a Simplicius) non è che andiamo molto lontano. Però un riequilibrio ci vuole secondo me: non di tipo “partitocratico”, ma quanto ad acquisire la collaborazione di risorse umane che paiono assenti da questa giunta. Per quanto gli si voglia bene, se Zedda, ammesso che non opti prima per politiche o regionali, vuole arrivare alle primarie tra quattro anni mantenendo lo stesso staff e gli stessi assessori di ora, mi sa che non vince neanche le primarie, altro che elezioni …

      • Sovjet says:

        Ecco bravo, da momento che con i se non si fa la storia, non farla. Il Pd ha vinto solo con Massimo Zedda e con Sel a farsi il culo da fine ottobre fino a giugno, fra primarie, primo turno e ballottaggio. Prima la sinistra aveva sempre perso.
        Logica Zunk, significa conclusioni coerenti con le premesse. Tutte quello che scrivi dopo “SE” è “SE”… Sì, la risposta è con Espa, Cugusi (Cugusi?) e Biolchini non ce l’avremmo mai fatta, con Massimo Zedda sì. Io posso provarlo. Tu no.

      • Vito Biolchini says:

        Anche io posso provarlo!

      • zunkbuster says:

        Sovjet, la tua è quasi un’istigazione a testare la validità del teorema alle prossime primarie. Attenzione che il teorema “senza tizio non si vince” è già stato formulato per Soru. Poi si sa come è andata a finire.

      • Sovjet says:

        Caro Zunkbuster, vediamo cos’è un teorema (non quelli attribuiti malevolmente ai magistrati…): “Ogni enunciato (o formula o proprietà) che può essere dimostrato e dedotto logicamente dagli enunciati primitivi, detti assiomi o postulati” (app Dizionario Treccani).
        Il punto è che qui non c’è alcun teorema, qui c’è un fatto reale e accertabile: Massimo Zedda è sindaco di Cagliari. Dati verificabili: la differenza fra i voti presi da Massimo Zedda e quelli della coalizione (ricordate il rischio dell’anatra zoppa? Ecco, il problema era che il gradimento della coalizione era molto inferiore a quello del candidato sindaco).
        La vicenda Soru non c’entra nulla: in Regione c’è sempre stata alternanza perfetta, le elezioni vinte da Soru le avrebbe vinte qualunque candidato del centrosinistra. Vero che Soru si mosse da outsider perfetto e in qualche modo impose la sua candidatura. Cagliari non era mai stata “espugnata” prima e anche questa volta non si era sicuri di farcela. Per dire, qualcuno ha iniziato a fare davvero campagna per il sindaco solo per il ballottaggio.
        Quindi a Cagliari senza Massimo Zedda non si sarebbe vinto. E ripeto, nessuno può smentire. Alle prossime amministrative vedremo.
        Magari il Pd pretenderà le primarie e presenterà un suo candidato. D’altra parte è già successo in Puglia per le ultime regionali…

      • zunkbuster says:

        Sovjet, anche a Quartu Sant’Elena se è per questo c’è sempre stata alternanza perfetta, idem ad Assemini, mentre Nuoro resta una roccaforte imprendibile del centrosinistra, Sassari meno ma vi è netta prevalenza del centrosinistra, in realtà come Oristano, Olbia e Selargius l’alternanza è più ciclica (e a Selargius con la legislatura 2002-2007 si è malamente sprecata un’occasione), ma in Sardegna non esistono le roccaforti del centrodestra. Dopo il 2011, neanche Cagliari. Il centrodestra in Sardegna è tendenzialmente minoritario, e se riesce a capovolgere la situazione, o talora a mantenere centri dove ha una prevalenza, ciò si deve perlopiù allo sfruttamento del malcontento per gli errori o l’incapacità altrui. Vedasi la mossa non perspicua, dovuta a Soru, di candidare sindaco a Cagliari nel 2006 Gian Mario Selis, mentre la città stava esplodendo tra mille proteste, per poi ripiombare in cinque anni di sonno.
        Questa premessa per dire che il dogma dell'”alternanza perfetta” è abbastanza imperfetto. Soru non ha perso perché la regola dell’alternanza giocava a favore di Cappellacci, ha perso perché non ha saputo dialogare, a volte esprimendo addirittura un atteggiamento ostile, con realtà importanti ed elettoralmente pesanti, aggiungendovi poi il “carico da undici” dell’impegno diretto di un Berlusconi ancora non del tutto bollito. Del resto diversi esponenti di Sel, e mi pare anche tu, hanno sempre messo in rilievo questo limite, che ha “perduto” Soru anche al cospetto di una nullità politica come Cappellacci.
        Ciò premesso, cosa vuol dire che il PD potrà “pretendere” le primarie? Se ci sono le condizioni è logico che le pretenderà, guarda che la sinistra italiana, sarda e cagliaritana non è il partito peronista argentino, non ci sono Peron, Evita o chicchessia da appoggiare per diritto divino. Negli USA, che sono il paese-padre delle primarie, quando c’è unanimità sul positivo operato del presidente uscente e sulla sua possibilità di rivincere le elezioni, nessuno, nel Partito Democratico, chiede le primarie, come è avvenuto per Bill Clinton e, oggi, per Barack Obama. Quando vi sono dubbi, si aprono le primarie, e qualcuno ricorderà l’asperrima lotta tra Jimmy Carter e Ted Kennedy per la conquista della nomination alle elezioni del 1980, poi vinte da Reagan. Idem qui. Se in buona fede all’unanimità o a larga maggioranza l’intera coalizione riterrà che Zedda avrà operato bene e che non si pone il problema di un’alternativa, nessuno, credo, chiederà le primarie, altrimenti il problema si porrà.
        In ogni caso, non comprendo dove si evincano, nel tuo ragionamento come sempre articolato, le ragioni che ti portano ad escludere inconfutabilmente, a priori, che magari Marco Espa, Claudio Cugusi o Vito Biolchini avrebbero potuto, una volta vinte le primarie, battere ugualmente Fantola. Hai la prova che Zedda ci è riuscito, non hai la prova del contrario. Ad esempio, potresti spiegare quali voti sono stati conquistati in più grazie a Massimo Zedda ed Espa, Cugusi o Biolchini non avrebbero mai potuto conquistare, oppure quali voti Massimo Zedda ha conservato e invece Espa, Cugusi o Biolchini avrebbero spinto verso l’astensione o verso l’avversario. Avanti, aspetto …

      • Ripeto: dei no c’intru nudda.

      • Sovjet says:

        Zunk, a volte mi stupisci…perché o mi stai prendendo per il culo oppure c’è qualche passaggio che sfugge a me (o a te).
        Allora, in Regione l’alternanza è perfetta, infatti il centrodestra alle ultime ha presentato un signor nessuno e il signor nessuno ha vinto. Certo, non è la cabala che aiuta a vincere o perdere le elezioni, molto ha fatto Soru, molto ha fatto il centrosinistra – tra cui il suo di partito – per perderle. Ma resta il fatto che dopo le giunte Pili-Floris-Pili-Masala chiunque il centrosinistra avesse candidato avrebbe vinto. Forse Soru, se avesse avuto una minima cognizione di cos’è la politica, avrebbe potuto costituire la prima eccezione. Ma così non è stato e la legge dell’alternanza si è confermata.
        Cagliari è stata roccaforte della destra fino a Massimo Zedda, che ha preso molti più voti della coalizione. La sua affermazione e i numeri con cui è avvenuta (fate contare a simplicius visto che gli piace) gli ha dato la possibilità di formare una giunta da una posizione di forza nei confronti dei partiti. Altrimenti gli assessori sarebbero stati altri e – parole sentite da me e non da miei – con qualche topo messo a guardia del formaggio.
        Resta il fatto che l’unico assessore Sel è Susanna Orrù, per me una dei migliori, a prescindere da cosa ne pensi qualche cazzabubbolo che ogni tanto si affaccia a questo blog.
        Riguardo all’onere della prova, non sono io che devo dimostrare niente: io posso contare sui risultati di Massimo, che Espa, Biolchini e Cugusi avrebbero potuto fare lo stesso devi dimostrarlo tu. Comunque, Cugusi non sarebbe mai riuscito a realizzare la campagna perfetta di Massimo, con qualche peccatuccio di gioventù da farsi perdonare e un carattere che lo rende non proprio simpatico a tutti. Vito Biolchini, come outsider poteva valere un Filippo Petrucci, forse con qualche voto in più, ma non avrebbe passato le primarie contro Massimo. Forse Marco Espa avrebbe potuto competere con Fantola, ma non ha avuto abbastanza coraggio e ha preferito (ma come non capirlo) il clima più tranquillo, ovattato e ben remunerato del Consiglio regionale. Nessuno ricorda che Zedda, giovane o no, ha dimezzato il suo reddito scegliendo di fare il sindaco. Resta il punto che per il momento, Zedda era una figura più adatta di Espa, perché incarna molto di più il rinnovamento.
        Le primarie vanno bene per scegliere uno sfidante, ma di fatto è un atto di sfiducia su un capo di esecutivo in carica. Infatti non mi pare che Obama stia correndo per le primarie: essendo il presidente in carica è il candidato naturale. Perché gli americani non è che sono sempre dei cazzoni! L’esempio a cui ti rifai, ovvero Carter, a parte che è una anomalia all’interno della prassi di nomina del candidato a presidente da parte del partito che governa, non avvenne tramite primarie, ma il confronto fu alla convention del partito democratico. Quindi l’esempio non calza. Calza invece l’esempio della Puglia, dove la voglia di laboratorio con l’Udc di D’Alema aveva bisogno del siluramento di Vendola. È finita come sappiamo.

      • zunkbuster says:

        Beh non è questione di andare contro Massimo Zedda, è questione di principio. Poi anche con le primarie si sbaglia a posteriori eh? Vedasi Assemini, dove il sindaco uscente era stato fatto fuori da un giovane semisconosciuto che ha finito per perdere malamente le elezioni contro una vecchia volpe di Forza Italia. Se il rischio è che qui un candidato perdente possa farsi strada grazie alle primarie, lunga vita a Massimo Zedda sindaco. Su questo non ci piove. Quando un presidente uscente è disastroso, gli americani non si fanno problemi a metterne in discussione la legittimazione, è avvenuto con Carter, è avvenuto altre volte in passato, o ancora, sebbene gli ultimi decenni in America siano stati contraddistinti da uno stabile bipartitismo (con l’eccezione dell’anomalia Ross Perot e di quelle numericamente meno influenti come Ralph Nader ed altre), in passato avvennero più volte scissioni, come ad esempio quella ben nota di Theodore Roosevelt. Voglio chiarire che non penso che Zedda sia disastroso, e neppure inefficace: troppo poco tempo per emettere verdetti. Talvolta anzi è molto efficace, altre volte emergono dubbi che forse sarebbe meglio approfondire. Evitiamo di litigare e pace, ok? Su Susanna Orrù non posso che condividere. Non ho abbastanza elementi per giudicare sulla questione Rom, e comunque considerato che è tra quelle che partiva maggiormente svantaggiata (non essendo propriamente un “tecnico”) non trovo che stia operando affatto male. E poi a parte il fatto che la conosco da tanti anni, mi è simpatica e credo di esserle simpatico, concedimi una licenza poetica un po’ maschilista … mi piace 😉 .

      • ichnos says:

        Ok, ci sto. Ti sfido a provare che con altri candidati il centrosinistra non avrebbe vinto.
        Vorrei sottolineare, inoltre, che Zedda e SEL non vengono da Marte. Sono tutti transfughi del PD o dei DS. Dove erano, quindi, quando il CXS perdeva a Cagliari?. Sbaglio o Zedda stesso era un consigliere comunale e addirittura un consigliere regionale? E prima ancora? Non era un alto dirigente dei DS della regione?

      • Sovjet says:

        Tutti appassionati di fantascienza vedo… Caro Vito, non ho capito cosa puoi provare, però dalla lettura dei post del tuo blog io posso provare che dalle primarie alle amministrative, con Massimo Zedda l’hai azzeccata solo quando ti sei convinto che fosse lui il candidato ideale. E tutto scritto, quindi perdonami, lo sai che ti stimo e ti apprezzo, ma come indovino ancora non ci siamo.
        Ah, io al limite sono “transfuga” del PRC, ma del gruppo che frequento io – a parte chi era nei DS (che non può essere definito “transfuga perché i DS non ci sono più) – molti sono alla prima esperienza politica. È il bello di avere giovani in squadra.
        Zedda è stato eletto nei DS, poi in congresso hanno deciso di confluire nel PD e una parte non ha accettato questa soluzione. Così come è successo dopo la svolta della Bolognina a molti compagni che decisero di costituire Rifondazione.
        Quindi, caro Ichnos, un po’ più di precisione, Massimo Zedda, Luciano Uras, Michele Piras, Francesco Agus, ma anche Pietro Maurandi e tanti altri (e non mio piccolo anch’io) non sono “transfughi”, ma fondatori di SEL in Sardegna, perché non sono passati da un partito all’altro, ma hanno contribuito a costruirlo. Posto che uno decide liberamente dove stare, mi auguro che tusia in grado di apprezzare la differenza.

      • Vito Biolchini says:

        Anch’io posso provare facilmente che se mi fossi candidato (come mi chiedevano diverse persone che ben conosci) non avrei vinto. E infatti non mi sono candidato a nulla.
        E comunque dalle primarie alle amministrative ho azzeccato diverse cose: compresa quella che, a una settimana dalle primarie, Cabras rischiava seriamente di perdere. Cosa che infatti è avvenuta.

      • Sovjet says:

        Infatti, io non ho detto che tu non abbia azzeccato nulla, ma che ci abbia messo un po’… 🙂

      • zunkbuster says:

        Compagno Sovjet, la tua logica è un po’ claudicante quando si mette in discussione Massimo Zedda. Biolchini ha forse fatto analisi rivelatesi errate sull’operato preelettorale e sulle prospettive della candidatura Zedda, ma ciò non vuol dire che necessariamente, al posto di Zedda, avrebbe fatto cazzate. Magari vuol dire che, al posto di Zedda, lui avrebbe agito diversamente, che poi ciò si sarebbe rivelato fallimentare o vittorioso, è tutto da dimostrare. Ah comunque Biolchini ha azzeccato la previsione nefasta su Cabras. A tale riguardo, visto che c’è polemica sul peso specifico di Sel e del PD, ti sfugge forse che un intero circolo del PD e vari elettori sparsi ma “pesanti” hanno silenziosamente sostenuto Massimo Zedda, determinandone la vittoria impossibile con le sole forze di Sel? Secondo uno schema già sperimentato in Puglia e parallelamente a Milano. Ma non è che per questo costoro siano diventati di Sel, sono e restano del PD, hanno semplicemente interpretato le primarie per quello che devono essere, un rapporto aperto tra candidati ed elettori che prescinde ampiamente da partiti e correnti (infatti i sondaggi sulle primarie per la premiership accreditano a Renzi consensi ben più ampi rispetto alla sua area di influenza diretta nel PD). Ciò significa che non deve esserci un equilibrio di poteri e responsabilità tra sindaco e maggioranza? Significa che Stefano Boeri, candidato del PD alle primarie milanesi sconfitto da Pisapia, non poteva avere un assessorato di rilievo nella sua giunta? L’ha avuto perfino Tabacci, che allora non faceva parte neppure della coalizione di centrosinistra.

      • Sovjet says:

        Io avrò una logica claudicante, ma tu una memoria debole (cosa strana a dirsi, visto che in genere sei piuttosto preciso e dettagliato): non hai esordito tu dicendo che la storia non si fa con i se? Mi pare che si “se” ne stai infilando parecchi di seguito.
        Non mi pare di aver detto che Massimo abbia vinto le primarie solo con le forze di Sel, che però ha fatto il massimo portando al voto tutti i suoi elettori. Anzi, avendo partecipato a quelle primarie prima come scrutatore al Pacinotti (con Susanna Orrù) e poi in via Emilia con Francesco Agus, so bene che una parte di Pd, per altro molti anziani, hanno sostenuto Massimo. Ma sulle primarie di Cagliari c’è anche uno studio del professor Fulvio Venturino, se si vuole approfondire.
        Quindi non capisco cosa stai cercando di dirmi sulle primarie, visto che non è che la pensi diversamente da te.
        Rispetto al rapporto tra sindaco e maggioranza il discorso si fa un po’ più complicato, perché è tutto politico e si basa su rapporti di forza e sul fatto che spesso i sindaci godono di molto più consenso delle maggioranze che li esprimono. Cosa questa che li mette in posizioni differenti: vedere (chiedi sempre al contabile simplicius) per esempio la differenza che c’è tra voti di coalizione e Massimo Zedda a Cagliari e quelle tra coalizione e Cappellacci alle regionali.
        A me poi gli uomini soli al comando non sono mai piaciuti perché li reputo semplicemente disfunzionali per affrontare problemi complessi come quelli contemporanei. Salvo il fatto che a volte, dietro “equilibrio di poteri e responsabilià” si nasconde semplicemente appettiti e voglia si spartizione.

      • ichnos says:

        Vedo che comunque non rispondi alla domanda. Perchè parli dei vari Massimo Zedda (ex DS), Luciano Uras (ex PRC), Michele Piras (ex PRC), Francesco Agus (ex Margherita, ex DS) solo per intestare loro la vittoria a Cagliari e non anche le sconfitte? Perchè, poi, non guardi ai gruppi consiliari per leggere il tasso di rinnovamento?
        In conclusione: è vero o no che i DS sono confluiti del PD? Chi non si è trovato in questa scelta è (legittimamente) andato via. Ergo è un transfuga.

      • Sovjet says:

        Beh, ti ho fatto un esempio che pensavo sinceramente fossi in grado di capire. Se si milita in un partito di recente costituzione, tutti quelli che facevano politica in precedenza saranno ex di qualcosa o no? Tutti quelli che hai citato hanno vinto e perso: abbiamo tutti perso le Regionali e abbiamo perso tutti le amministrative a Cagliari fino alla candidatura di Massimo. C’è da dire che con Sel fino ad ora abbiamo vinto provinciali e amministrative.
        Rispetto alla definizione di “tranfuga” che tu dai semplicemente evidenzia una scarsa confidenza col dizionario. Ma è un inconveniente a cui si può porre rimedio con una certa facilità.
        Ti scrivo la definizione così magari la prossima volta usi il termine a proposito.

        Transfuga: s.m. e f. [dal lat. transfŭga, comp. di trans- “trans-” e tema di fugĕre “fuggire”] (pl. m. -ghi). – 1. (lett.) Disertore, fuggitivo. 2. (fig.) Chi rinnega le proprie convinzioni ideologiche, politiche o culturali, passando a movimenti opposti o comunque diversi.” Evidenzi

      • Ichnos says:

        L’asprezza della risposta testimonia un nervo comprensibilmente e notoriamente scoperto in molti degli aderenti a Sel, innanzitutto quelli cagliaritani.
        Trovo davvero ardito dipingere il Pd come responsabile delle sconfitte del csx e rappresentare Sel come il salvatore della patria quando dentro quest’ultimo contenitore esistono i vari Zedda, Uras, Agus, Piras e via scendendo che non vengono proprio dalla società civile (anzi, tutti hanno trovato lavoro grazie alla politica). L’occpazione sistematica dei posti di sottogoverno di Sel al Comune di Cagliari testimonia, poi, la più vecchia delle propensioni politiche. Molti compagni di Sel, lo sai bene, sono molto critici verso le scelte che soo state portate avanti… ma di questo penso che se ne parlerà ancora molto nei prossimi mesi.
        La verità è che Sel è stato un formidabile autobus per le seconde e terze file che hanno sfruttato il vantaggio che sempre è accordato ad un partito. Basta vedere il personale politico che esprime in consiglio comunale. Proprio su quest’ultimo punto vorrei sentire l’opinione dei fedelissimi.

  14. sedda maria simona says:

    Scusa ma non ho la testa giusta in questi giorni per commentare degnamente il tuo articolo io ricordo che quando decisero di chiudere l’anfiteatro tu appoggiavi in pieno la decisione quindi non riesco a capire però ripeto non ho molta concentrazione in questi giorni quindi non vado oltre in linea di massima la penso come bimbo rosso non vedo l’ora poi che ricominci la trasmissione forse quando ti ascolto capisco di più le sfumature di ciò che pensi

  15. Gentile Biolchini,
    riprendendo la citazione di un mio corrispondente:
    «[…] l’amministrazione Zedda credo sia l’esperienza più avanzata immaginabile a Cagliari. E questo che i nostri baldi intellettuali non riescono a capire, che è un giocattolo imperfetto, migliorabile, a volte problematico, ma da maneggiare con estrema cura perché non ce ne saranno altri.
    Ma per capire questo bisogna ragionare almeno con l’orizzonte temporale di un giorno, non sul qui e ora.
    Che dio ci protegga dagli intellettuali di sinistra, dei quali la parodia più riuscita mi pare sia l’intellettuale in terapia interpretato da Antonio Albanese.»
    Condivido perché il tono e i contenuti del suo post ricordano i ragazzini che vogliono la scatola n°10 del meccano quando trovano sotto l’albero di Natale solo la n° 4 (ahimè, temo si noti l’età, adesso il meccano non usa più!). Il padre prova a spiegare di essere stato licenziato e che il meccano è solo uno dei componenti della macchina familiare (ad esempio c’è la carta igienica), però niente, poche storie: o la numero 10 o nulla, anzi meglio il brefotrofio di un padre così, che gli aveva promesso mirabilia!! E poi la carta igienica non serve a nulla, altro che storie!
    A lei non piacerà, credo (neppure a me piace ciò che scrive lei) ma in realtà i suoi argomenti sono due:
    1) i soldi stanziati sono pochi;
    2) sono mal distribuiti.
    Il resto – i ritardi, la mancanza di un regolamento, l’incapacità amministrativa – sono argomenti formalmente corretti che però finiscono per ricadere sotto questo:
    «Cagliari ad oggi non è una città che punta sulla cultura come fattore di crescita. Chi lo afferma o è in malafede o non conosce questo settore. Oppure è un politico, che pretende di essere creduto quando scambia le sue visioni con la realtà.»
    Che tradotto sarebbe: «O il sindaco capisce che la «cultura» viene prima di tutto, oppure non respiro più!» (Oppure, alla Adbuster: «Zedda, bogandi su dinai!»). (Detto per inciso: ma di quale crescita parla? Potrebbe spiegare cosa intende?)
    Altrimenti, come spiegare che quando Sovjet, correttamente, fa notare come l’azione amministrativa vada giudicata nel suo complesso e che ci sia da considerare che stiamo parlando di un solo anno, dopo lo sfacelo pluridecennale che ha preceduto, si risponda, come fa lei, che i politici sono lontani dalla realtà?
    Ma di quale realtà parliamo? Pensa davvero che i cittadini di Cagliari escano di casa pensando a Marina CN, oppure vogliono prima di tutto servizi decenti (e poi anche MCN, attenzione, mica dico di no)? E secondo lei: come si ottengono i servizi decenti, facendo della cultura il motore della città? (Cioè con uno slogan? Raddoppiamo i soldi alla «cultura» e gli asili nido spuntano come i porcini?)
    Vogliamo davvero esaminare alcuni commenti degli «intellettuali», quelli costruttivi?
    Arthemalle:
    «Chi non lavora nello spettacolo difficilmente riesce a capire cosa significhi ideare e pianificare un progetto, fare tutto secondo le regole e secondo i tempi, e poi dover subire la grossolana superficialità di delibere come quella di cui si discute qui. Per non parlare di tutti gli altri, millecinquecento euro a Origo, con quello che è riuscito a regalarci in tanti anni e con il suo alto profilo d’artista, fa provare vergogna.» Risposta: chi non lavora (davvero) non sa cosa significhi stare in piedi per dieci ore ad una fotocopiatrice per 650 euro al mese, con il capufficio che ci prova ogni mezzora e con la consapevolezza che se ti licenzia non sai cosa dare da mangiare a tua figlia (storia vera, non una pièce teatrale di un artista geniale).
    Pau:
    «[…]mi ero immaginato orti urbani felici dovunque e cultura a “gogò”, nuovi spazi, anche non convenzionali, aperti al teatro, alla musica, alla danza, alle realtà più interessanti, quelle più europee della nostra città, e non sono poche.» Manca solo un pollo in ogni tavola, poi ci siamo. Risposta: Gentile Pau, potrebbe andare a N’Djamena: vanno tutti in bici, ci sono gli orti in città (anche le galline e le vacche) e tutti danzano e cantano, suonano e sono felicissimi: può pensare una città più «europea» di quella? (Le assicuro che la descrizione corrisponde: a Bamako ci sono stato molto spesso, meglio di Berlino). Ah, ci sono anche gli stregoni che praticano la medicina alternativa, quella rotante.
    Zurru:
    «Qui non c’è nessuna autorità politica che provvede alla cancellazione della indesiderata presenza; qui sono gli stessi protagonisti che pian pianino si stanno allontanando, cancellando: è una consapevole auto-epurazione.» Risposta: non è che ha sbagliato citazione e al posto di Kundera (poverino, che si starà rigirando nella tomba) c’era da considerare Tafazzi? Oppure mi vuole dire che i cittadini che hanno votato Zedda l’hanno fatto per far sì che Origo avesse 50.000 euro? Detto da un sociologo? Questa sarebbe la sua analisi dei risultati dell’amministrazione Zedda?
    Floris:
    «Non dimentichiamo che questi fondi non sono rivolti agli operatori perché se li mettano in tasca, ma perché offrano ai cittadini spettacoli e cultura. Ché di questo si deve occupare la pubblica amministrazione: diffondere e distribuire cultura a tutti.» Traduzione: bisogna spiegare ai cittadini che gli operatori culturali non sono mica persone come le altre, che usano i soldi per campare (Floris non mangia, visse sempre d’arte e d’amore). Risposta: la prossima volta che lo vedo per strada gli chiedo se sa come funziona uno scaldabagno.
    E questi secondo lei sarebbero commenti costruttivi e/o analisi dignitose della realtà da cui i «politici» sarebbero lontani? E guardi che non mi aspetto nulla di particolare dagli artisti (vogliamo chiedere a un operario ALCOA se sia giusto o meno chiudere lo stabilimento? Andiamo!) ma Zurru, che diamine (come Mongili, che da tempo latita, chissà mai perché) essendo sociologo e docente universitario, dovrebbe mostrare di meglio: possibile che neppure lui si renda conto di cosa significa “amministrare” (Ma al “particulare” di Sovjet non risponde nessuno?? Ha fatto l’errore di non citare, a sproposito, Kundera?)

    Però, in definitiva, sono poco interessato ad argomentare in risposta a ciò che dice, per il motivo principale che la sua è tutt’altro che una critica (costruttiva?): lei vuole il meccano n° 10 e c’è quello n° 4, punto, altro non conta.
    Ciò che mi preme, al contrario, è altro.
    Precisamente: si rendono conto gli Arthemalle, i Floris, gli Zurru, Pau, Biolchini, che questo blog lo leggono anche i cittadini e non solo gli «operatori della cultura»? Credono, i suddetti, che i commenti prodotti con tanto sforzo intellettuale rendano un buon servizio alla «cultura», oppure non pochi penseranno (naturalmente da qualunquisti quali sono, eh, ci mancherebbe, mica tutti sono «intellettuali raffinati» che capiscono cosa vuol dire lavorare un anno): «Ma sono questi gli “intellettuali”? Noi diamo i soldi a questa gente?».
    Con la conseguenza, ovvia, già verificatasi con la politica: «I politici sono inutili e mangiasoldi»! Bene: di questo passo lo diventeranno anche gli intellettuali, soprattutto perché continuano a dire il contrario (che sono utilissimi alla società e, quando occorre un minimo di analisi, si cita Kundera, sbagliando!, meglio Aldo, Giovanni e Giacomo, piuttosto) senza che nessuno li accusi di ciò (i commenti di Floris in merito sono molto istruttivi: la mia insegnante di latino parlava di excusatio non petita, però, non essendo un intellettuale non capisco cosa significhi).
    Sperando di non creare un incidente, vorrei infine commentare ciò che dice LUCIDA, che si può riassumere così: «Ho fiducia in Zedda anche se è un cretino che non sa scegliere le persone da cui farsi consigliare; speriamo che cambi registro e si faccia consigliare da me»! Ma se è un cretino di tal fatta (possibile che non veda ciò che sta combinando) perché dargli fiducia? Come Mussolini che non vedeva come i gerarchi lo prendessero in giro? O Berlusconi poverino, che non sa di chi si circonda? Gentile LUCIDA, ma non le pare di esprimere una posizione infantile e miope?
    In definitiva, gentile Biolchini: davvero preferisce il brefotrofio al meccano n°4? Credo che stia percorrendo la strada migliore per ottenere i suoi desiderata, in ottima compagnia.
    Cordialmente,

    Ps – Naturalmente ben tornato: si è divertito?

    • zunkbuster says:

      Adbuster, riassumi!!!

      • Gentile Zunkbuster,

        non stia a scomodare Adbuster; basta chiedere, per lei questo ed altro:
        1) Biolchini&C vogliono il meccano n° 10 o niente, altrimenti preferiscono andare al brefotrofio;
        2) Può darsi che i cittadini di Cagliari non vedano l’ora e Biolchini&C non se ne rendano conto.

        Ci vorrebbe anche un commento di Di Legno:

        Nel metodo: «Ainis è il campione mondiale di sintesi!».
        Nel merito: «Dopo questo commento di Ainis, Biolchini si nasconde per la vergogna!»

        Cordialmente,

    • anonimo says:

      geniale!

  16. francu says:

    Mi pare ingeneroso prendersela solo con SEL. Il fallimento della cultura a Cagliari è generale. E’ un fallimento di noi cittadini mediamente ignoranti e rozzi, della nostra cosi detta intellighenzia intellettuale fatta di mediocri scrittori, mediocri musicisti e attori, mediocri docenti universitari. La conseguenza è una classe politica cresciuta in un contesto asfittico, piccolo borghese, provinciale e senza alcuna prospettiva. Non conosco gli assessori, ma quello che sta succedendo mi pare la logica conclusione di un percorso che ha radici lontane. Di loro sicuramente ci stanno mettendo molto e Massimo Zedda pure. Cominci almeno a nominare sto cazzo di sovrintendente!!!!

    • Antonello Pabis says:

      Non esagerare, Francu. Mi riferisco al “mediocre” rivolta praticamente a tutti. Comunque sia trovo giusto richiamare tutti alle loro responsabilità e noi alle nostre. Ma la responsabilità principale non è degli individui che non hanno personalmente qualità superiori al mediocre ma di chi per funzione (Partiti, Associazioni, Gruppi, Amministratori) dovrebbe mettere insieme le risorse che ci sono anzicchè dividere il poco che c’è. E’ qui che sta fallendo la politica dell’alternativa, perchè alternativa non è: la stessa presunzione e la stessa arroganza del vecchio portata avanti, ahimè da giovani. Si, è un fallimento di noi tutti ed è perciò che si può e si deve puntare ad uscirne insieme, facendo squadra. E non mi riferisco agli amministratori perchè quella è una squadretta e nemmeno la migliore possibile. Mi riferisco ad una squadra un po più grande, allo stare insieme generale perchè in tal modo anche il mediocre può dare utilmente il suo poco.

      • Francu says:

        Ma infatti il mio mediocre non ha sempre valenza negativa. Meglio mediocri molenti chi trabballanta che presuntosi mandroni.

      • Antonello Pabis says:

        Bravo, allora proviamo a convincere i ns che si stanno chiudendo e forse è il caso di riprendere quota e che lo possiamo fare chiamando, argomento per argomento, tutti quelli che sono disposti a dare una mano e qualche volta ne sanno anche di più, per ovvie ragioni di competenza.

  17. ti avevo augurato di tornare più cattivo…ma non COSI’ cattivo! 🙂
    avanti così, comunque: più le nostre aspettative sono alte, più è nostro dovere criticare quello che ci sembra sbagliato. Speriamo che qualcuno risponda, però!
    PS: interessante il confronto con le “epurazioni” del periodo soriano, per quanto il sindaco non mi sembri drastico come Soru…

  18. Supresidenti says:

    eh, uno vi lascia liberi una mattinata e al rientro articolone di biolchini e 43 commenti? scusate, ma prima di commentare pure io voglio leggervi tutti. a più tardi..

  19. Simplicius says:

    Sono sicuro che deve essere sfuggito a qualcuno il mio quesito precedente. Adesso lo riposto perché sicuramente otterrò risposta da qualche volonteroso. Qualcuno mi può fare il conto dei voti di preferenza presi dai consiglieri eletti sel e me li confronta con i voti presi dagli altri partiti della coalizione?

    • Rev. On. Cardiga says:

      La giunta è espressione del Sindaco. Tutta, anche Leo (espressione dell’idv), Orrù (dirigente di SEL) Marras, Sassu, Piras (Pd). Pinna e Frau sono macciottiani (pd e zone limitrofe) La Puggioni e Coni sono tecnici puri, totalmente slegati dai partiti.

      Ghirra è espressione di Sel, ed è l’unico presidente di commissione di questo partito. 7 commissioni su 10 sono guidate da esponenti del Pd, partito che esprime anche il presidente del consiglio.

      Anche volendo usare il cencelli mi pare che ad essere sovradimensionato sia il partito di Antonello Cabras, non quello di zedda.

      • Simplicius says:

        Non hai risposto.

      • ichnos says:

        Dire che il partito è di Antonello Cabras è una bugia. Al limite Antonello Cabras è del PD. Le presidenze di commissione assegnate al PD sono 6 e non 7. Perchè se SEL esprime un assessore (oltre la Puggioni), il partito di Di Pietro esprime un assessore è sbagliato che il Partito Democratico, che ha 13 consiglieri su una maggioranza di 24, non possa esprimere assessori?

      • Gringo says:

        Luisanna Marras, ex assessore a selargius e carbonia non viene dalla luna, vicina a tore cherchi e silvio lai, é del pd.
        Luisa Sassu é un iscritta pd.
        Paolo Frau aveva la tessera pd sino a due anni fa. non mi sembra un tecnico,
        gabor pinna é un macciottiano di ferro, pd.
        barbara argiolas é la cugina di soru, pd.
        paola piras é ormai vicinissima alla corrente di emanuele sanna che esprime in consiglio ninni depau e claudio cugusi.

        Mi sembra che ci sia molto pd, non credete?

      • Molto PD scelto dal sindaco con ampia liberta’ rispetto alle indicazioni del PD. Ergo: non c’e’ il PD. Ci sono iscritti e simpatizzanti PD scelti dal sindaco. Aggiungici l’autonomia del gruppo consiliare dalla direzione cittadina e provinciale. Insomma alla fine come cazzo deve rapportarsi il PD con la giunta? Con periodici vertici che secondo me servono a poco sia al sindaco che al partito, oppure facendo come Todde, e i soriani, sparando a zero tra Facebook, siti web vari e La Nuova Sardegna (se capita magari anche su Casteddu Online o sull’Ugnone)? Le frizioni tra il sindaco e il gruppo PD sono evidenti ormai, qualche volta ha ragione il sindaco, molte altre ha ragione il PD. Le nomine dovevano, dovrebbero essere concordate, non per un discorso partitocratico, ma perche’ senza un costante e solido raccordo a livello di vertice col partito che ha la maggioranza relativa dei voti e dei seggi in questa citta’ si finisce per governare male e per minare la coesione della maggioranza. O per non governare del tutto.

      • Gringo says:

        qui sei informato malissimo Zunk: Il nome della Marras é organicissimo alla dirigenza regionale del pd. Cosí come lo era all’atto della nomina luisa sassu.
        In giunta ci sono iscritti e simpatizzanti a sel, pd, idv scelti dal Sindaco. Leo, Orru e Sassu facevano parte di rose indicate dai loro rispettivi partiti. La Marras é uno concordato con la dirigenza regionale pd.

        Dal cilindro di Massimo Zedda provengono Puggioni (sua amica storica) e Coni.

        mo mi spieghi perché mai nei tuoi ragionamenti la orrú é di sel mentra la sassu non é del pd? e perché la marras é una tizia che passava per caso in via Roma mentre la Puggioni risulta organica al partito di Vendola?

        Direi di finirla di fare i paraculi.

  20. Sostengo Massimo Zedda, confido in una sua celere inversione di marcia.
    Sono convinta che un politico intelligente possa recuperare in tempi brevi. Gli errori servono a costruire percorsi migliori. Il nostro sindaco ha solo bisogno di figure autorevoli che lo aiutino, e non che gli facciano fare continuamente autogol. Sono convinta che aprire le porte alle forze che lo hanno sostenuto in campagna elettorale, sia ORA e non più in là, un passo determinante.

    • Di Legno says:

      Massimo Zedda ha statura politica e personalità in abbondanza per invertire la marcia qualora si dovesse accorgere che qualcosa non va. Soprattutto ha il coraggio necessario.

  21. maneferru says:

    NEMMENO IO ME NE FREGO

    Si, nemmeno io me ne frego e lo dico:

    Dico no ad una comunicazione comunale inefficiente dove ad esempio, per capire dove quando e quanto, nel caso ci sia una prezzo da pagare per partecipare a un evento, si è costretti a fare la media matematica tra tre, e dico tre, siti istituzionali e spesso nemmeno si risolve!
    Dico no a tutte quelle informazioni volutamente nascoste sui prezzi/costi di tantissimi eventi/attività, perché è assurdo constatare che ancora oggi si debba perdere un sacco di tempo sul web e a volte anche di persona (che poi è la cosa più dispendiosa in assoluto) per capire, sapere, valutare, il prezzo, il costo, il ticket di un evento.
    Un esempio su tutti: ho cercato, ma non sono riuscito a trovare nulla sul web per cui ho scoperto tutto, solo andandoci di persona.
    La torre dell’elefante! Apre? Non apre? Se si, quando? Se no, quando? E soprattutto lo vogliamo dire finalmente in modo chiaro che:
    Se hai la fortuna di trovarla aperta, sappi che scoprirai che il ticket è di 4€ e i bimbi fino a 6 anni non possono salire (quindi se hai figli di quella fascia…scordatelo!)
    Poi, la persona competente(in-?) ha pensato bene, oltre a non mettere queste info di base da qualche parte sul web, anche di posizionarle in maniera strategica in loco, spiego meglio:
    metti che passando per caso,vedi la torre aperta al pubblico, e metti che hai figli appresso e metti che con tua moglie siete in 5, metti anche che 2 dei tuoi 3 figli sia minore di 6 anni, bene allora scoprirai che, solo aver fatto due faticose rampe di scale con tutta la famiglia, 4 x 3 = 12€ (non è poco ma pazienza) ma gli altri due bimbi a chi li lascio?
    Ma non potevano mettere la biglietteria giù in strada, o magari anche solo un cartello?
    Dico no all’organizzazione del ritiro dei rifiuti in base al ceto sociale dei quartieri cosi come avviene ora, dove ad esempio, nei quartieri agiati il camion della raccolta (col suo inevitabile frastuono) passa ad orari decisamente più consoni rispetto ai quartieri popolari dove, invece, la sveglia-camion suona alle 06.30 con l’indifferenziata, alle 07.00 con l’umido, alle 07.30 con il lavaggio.
    Dico no alla sfilata continua a Castello, dopo la mezzanotte, quindi con ztl attiva, di auto stranamente di lusso, dove non si capisce come sia possibile che, seppur benestanti, possano permettersi di pagare centinaia di euro di multe alla, e, ogni settimana, essendo inoltre evidente che non si tratta di residenti, (autorizzazioni farlocche?) in quanto tali auto risultano essere più numerose dei residenti stessi.
    Dico no alla truffa legalizzata dei prezzi e della sporcizia dei chioschi del Poetto dove la stessa bottiglietta di birra ichnusa costa 5€ mentre invece, ad esempio alla marina, costa 2.50€ e dove, l’ormai Mojito istituzionale, viene servito con il 90% di ghiaccio (messo con le stesse mani che toccano i denari e quant’altro) e la menta lercia prelevata dalle stesse vaschette che fungono da arredamento dei chioschi stessi.
    Dico no alla ormai vomitevole carrellata di notizie sulla sporcizia della marina, dove, i moltissimi ristorantini convivono con una marea di scarafaggi (e i controlli asl?) e dove migliaia di bottiglie piatti e altro viene abbandonata sulle strade ogni notte (sarà perche perché i bidoni e i cassonetti sono inesistenti e anche perche magari li svuotano con frequenze troppo lunghe?)
    Dico no alle piazze ostaggio delle attività commerciali che si sono ormai appropriate anche degli arredi di uso pubblico privando cosi tutti i non-clienti.
    Dico no alle piste ciclabili perché prima vorrei vedere, giusto per dare l’esempio, magari il sindaco che pedala allegramente da piazza Giovanni alla Marina e magari fare pure un salto in Castello, ovviamente di notte, e ovviamente senza auto parcheggiata in zona (come molti stanno facendo per darsi un tono ecologista, salvo poi, di soppiatto al rientro, caricarla nel cofano e dirigersi furtivamente verso casa).
    Dico no all’utilizzo dei mezzi pubblici perché prima vorrei vedere, giusto per dare l’esempio, qualche assessora che, magari a mezzanotte, o anche più tardi, aspetta tranquilla in centro l’arrivo del n°1 per rientrare a casa, magari al Cep, tranquilla e spensierata.
    Dico no all’utilizzo dei parcheggi del Cis e della Stazione, perché prima vorrei vedere, giusto per dare l’esempio, magari una bella coppia di consiglieri comunali (l’amore a volte sboccia anche tra i banchi del Municipio) e magari con pargolo su passeggino annesso, rientrare alla propria auto dopo una cena alla marina (con scarafaggi) uno slalom protettivo-genitoriale (tra ubriachi esaltati lattine bottiglie e bigiotterie varie) e arrivare quindi sereni e incolumi (attraversando piazza matteotti o viale bonaria) felici e contenti della bella serata trascorsa.
    Dico no all’utilizzo del pressapochismo diffuso (e a livello istituzionale è ancor più deplorevole) di avere la sempiterna convinzione che tutti sappiano fare tutto.
    Ognuno deve fare quello che sa fare e deve essere scelto solo per le sue capacità professionali, del resto, nessuno di noi si sognerebbe ad esempio, di avere un tubo d’acqua rotto e chiamare l’elettricista, avere la diarrea post cozze alla marinara, mangiate nel locale amico, e poi correre tra gli spasmi, dal proprio carrozziere di fiducia per una flebo riparatrice.
    Dico no, quindi, a tutte le figure improbabili che a vario titolo organizzano gli eventi come ad esempio al ghetto dove, un professionista di sicuro (?), ha pensato bene di posizionare la zona palco entrando sulla sinistra (quindi bene, panorama perfetto) ma con la parte riservata al pubblico incastrata tra aiuole passatoie alberi e vasi giganti (quindi totalmente inutilizzabile e impossibilitata a inserirci delle normali sedie), e complimenti anche per il fatto di aver pensato bene di posizionare un bidone, e dico uno solo, a disposizione di tutta la gente che non solo beveva rigorosamente in bicchieri di plastica (siamo ecologisti!) ma mangiava anche in piatti di plastica e nemmeno a dirlo, macchinetta del caffè all’ingresso, costo 0,60€ mentre invece, caffè dell’evento 1,00€ (stesso discorso per le bottigliette d’acqua) ovviamente poi, sigaretta post, rigorosamente in terra o ancora peggio, giù dalle mura nel parcheggio sottostante, in quanto, di posacenere, manco l’ombra.
    Poco tempo dopo, altro evento, stesse mancanze e evidente mancanza di professionalità compenti, tranne una cosa, in questo caso probabilmente una mente più illuminata ha posizionato la zona musica nella parte larga; entrando a destra, in modo che il pubblico avendo più spazio per le sedie poteva stare comodamente a guardare il musicisti (quindi il pubblico vedeva il muro e i musicisti il panorama)
    Confido ora nel prossimo evento, magari qualche illuminato riuscirà a capire che la cosa più ovvia è sistemare la zona palco esattamente di fronte rispetto all’entrata, oltre naturalmente al fatto che in luogo cosi servono almeno 10 bidoni.
    Dico no al ritorno attuale dei parcheggi abusivi davanti all’Antico e per ritorno intendo questo tempo recente, visto che subito dopo le elezioni, tutti i vari macchinoni erano misteriosamente scomparsi dai loro ventennali parcheggi Vips.
    Dico no soprattutto all’idea di esserci, ancora una volta, illusi e pentiti di aver creduto ad un cambiamento vero, un cambiamento di coscienze prima ancora che di idee, un cambiamento della legalità quella vera, un cambiamento dal basso.
    A proposito, mi viene in mente un fatto dell’altro ieri: un tubo d’acqua del mio vicino si è rotto e gli ha allagato la casa.
    Lui parlava e parlava, diceva, ipotizzava i costi, i danni , la ristrutturazione ecc. e l’acqua usciva, usciva, e allagava, allagava…
    Sapete cosa ho invece fatto io?
    Non ho detto nulla e sono immediatamente andato a chiudere il rubinetto centrale.
    Partire dal basso, aggiustare prima il piccolo e l’urgente poi il grosso e l’urgente poi dopo, e solo dopo, si può pensare di fare il resto.
    Dire no a tante cose, piccole e banali come quelle sopra descritte, rende la visione di insieme, fa capire come un buon mattoncino possa creare un domani una solida casa, aiuta, attraverso l’esperienza e l’immedesimazione con gli altri, il vero corretto e necessario sviluppo di una città e dei suoi abitanti e, soprattutto, dei suoi amministratori.

    • senzasenzo says:

      Questo è il più grande OT della storia dei BLOG…

    • Quindi per riassumere l’off-topic più grande della storia dei blog:

      dici no perché non è gestita bene la torre dell’elefante
      dici no ai bambini piccoli che non possono andare sulla torre dell’elefante
      dici no ai camion dell’immondezza che fanno casino
      dici no al 90% di ghiaccio (sporco) nel mojito
      dici no alla sporcizia in marina
      dici no alla bici, ai mezzi pubblici e ai parcheggi
      dici no al pressapochismo diffuso ed alla sempiterna convinzione
      dici no al palco posizionato male
      dici no ad un solo bidone per tutta la gente
      dici no ai parcheggi abusivi davanti all’antico coi macchinoni
      dici no all’idea di esserti illuso e pentito di aver creduto al cambiamento (qui facevi prima a dire un si)

      Ne può venire fuori un bel programma di governo. Ti candidi?
      Bisogna aggiungere qualcosa però…

      Io aggiungerei:

      dico no ad un corvo morto sotto casa mia, coi gabbiano che fanno casino in cielo
      dico no alla linea wireless, che in camera arriva solo al 65%
      dico no alle donne che parcheggiano negli angoli di svolta dei pullman, ma soprattutto dico no al pullman che suona per 20 minuti

      mi sembra sufficiente.

  22. Martin Feldman says:

    L’analisi di Biolchini è corretta ma aggiungerei che nella difficoltà generale della Giunta Zedda oltre al maleducatissimo duo Puggioni (ovvero Ghirra – Puggioni) svetti per incapacità anche l’assessora Orrù, che alle Politiche sociali è lenta come il cocchio di Sant’Efisio. Diciamolo: paradossalmente è Sel con la sua prosopopea il punto più debole della Giunta. Zedda lo ha già capito però non può smarcarsi facilmente perché ha paura anche della sua ombra, non si fida del Pd e i nervi gli cedono facilmente

    • zunkbuster says:

      Zedda invece dovrebbe fidarsi un po’ di più del PD, ma più del PD direi della capacità propositiva di singoli consiglieri comunali, e nel PD ce ne sono di davvero preparati. Sovente la loro preparazione ha agito da criterio moderatore rispetto all’inesperienza, all’inefficacia e alle astrattezze ideologiche di alcuni assessori, e penso soprattutto ai contributi forniti da Guido Portoghese, Claudio Cugusi, Fabrizio Marcello, Matteo Lecis Cocco Ortu (che mi risulta abbia ottimi rapporti con Sel) e dallo stesso capogruppo Davide Carta. Poi magari le persone potranno liberamente continuare a stargli sullo stomaco, ma perché non provare a prescindere dalle persone e valutare le idee che esprimono?

      • Miriam Lapis Lampis says:

        Il contributo di Claudio Cugusi…….. Ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah

      • zunkbuster says:

        Puoi illustrare meglio i termini del tuo supercostruttivo contributo? Non ho capito bene, sarà la stanchezza …

      • Ci ho provato a non commentare, ma non riesco a trattenermi oltre… purtroppo non posso fare nomi, ma, come me, sono certa che anche molti di voi sono a conoscenza del fatto che c’è stato chi, dalle file del pd, in campagna elettorale, chiedeva il voto per Fantola e la preferenza per sé… con tutto il rispetto con quella parte del pd assolutamente degna di stima e rispetto, non facciamo finta che il marciume non esista!
        Mi risulta che lo stesso Zedda sia a conoscenza della cosa, il che giustificherebbe una certa diffidenza da parte sua…

      • Questa storia ha la stessa consistenza evanescente di quella secondo cui Gianni Chessa avrebbe chiesto voto per Zedda e preferenza per se’. So bene che e’ una leggenda metropolitana: Chessa magari non era molto entusiasta di Fantola ma non ha chiesto voti per Zedda. Sono stati i suoi elettori, spontaneamente, a votare Zedda e gliel’hanno detto in faccia. Circa le presunte manfrine in ambito PD, nomi e circostanze please. Altrimenti stai solo gettando fango.

  23. Sergio says:

    dici “Senza copertura l’Arena non servirà a niente”.Secondo me sbagli.
    l’Arena Grandi eventi non ha una copertura, non ce l’ha neanche l’Anfiteatro romano, e neanche la Fiera, non mi pare che queste due strutture non servissero a niente…..

    D’altra parte l’Arena è nata, anche in sostituzione dell’Anfiteatro, perchè oramai impossibile utlizzarla…e rappresenta una valida alternativa alla Fiera il cui utilizzo è di fatto veramente costoso perchè si paga all’ “Azienda Speciale Fiera Internazionale della Sardegna” l’affitto per fare i concerti.

    • zunkbuster says:

      Chi organizza concerti per lucro può ben pagarsi un affitto. I concerti della Pausini o di Tiziano Ferro non attengono all’interesse generale. Se Contini vuole acchiapparsi anche quelli, dopo il Cagliari, va bene lo stesso. Pensiamo piuttosto a procurare spazi per le band giovanili che devono combattere con le lamentele dei vicini per il troppo fracasso. E poi la Fiera è andata benissimo per i concerti per decenni, al limite era antieconomica per uno spazio permanente come il compianto Jazzino. L’Arena rispondeva a un’esigenza di Palmas e di qualche bimbominkia da social network che si strappava le vesti se non poteva assistere alle esibizioni di artisti commerciali magari già visti tante altre volte, non certo della collettività. Punto.

  24. Bordiga says:

    Quanto livore. Oh Vito, ma stai cercando carira?

    • zunkbuster says:

      Non solo lui, anche tutti noi della “sinistra contestatrice”. Come direbbe Banana ….. CARIRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!! 😀

  25. Gianfranco Carboni says:

    Boom bentornato Don Vito. Vorrei informarvi che per amore non mi candido al Condominio. A scusate mi informano dalla regia che nessuno me lo ha chiesto. ops

  26. Simone Tanda says:

    Caro Vito,
    Io sono iscritto a SEL e non mi sento parte del Partito della Cultura, ho una visione più ampia della Politica, mi sento di far parte di un partito che ricerca i valori della Sinistra, di Libertà e di riconquista dei propri diritti civili e di difesa dell’Ecologia…poi sicuramente la cultura ha un grande peso in tutto ciò, ma dopo un anno di governo del Comune da parte di questa giunta (e non 18 mesi come nell’articolo) non me la sento di cercare un capro espiatorio e sinceramente non me lo sarei neanche aspettato da parte di un ottimo osservatore della città come te, di errori ce ne sono stati, ci sono e ce ne saranno, ma queste critiche ci fanno capire quanto molti operatori fossero nel buio prima e si aspettassero troppa luce poi…nessuno ha la bacchetta magica, troppa luce dopo essere stati anni al buoi acceca, occorre avere pazienza per fare le cose con la dovuta accortezza e per farle durare nel tempo….capisco l’impazienza non solo degli operatori culturali ma anche di molta altra parte di cittadinanza attiva, ma come dici tu “Questi sono i fatti. Incontestabili.”: questa Giunta lavora, e non mi voglio nascondere dietro al fatto che le macerie trovate dopo più di 20 anni necessitino di un lavoro più lungo di un anno, ma sono anche stanco di sentire ancora paragoni tra la vecchia e la nuova Giunta e ti reputo una persona troppo intelligente per pensare che non ci sia stata discontinuità, anche se dal tuo articolo ciò non traspare.
    Detto questo giusto un paio di precisazioni, il Circolo Sergio Atzeni è in via Puccini e non in via Rossini, Enrica Puggioni non è un’iscritta a SEL, nonostante non nascondo che mi farebbe piacere lo fosse.
    Buon lavoro

    • Matteo says:

      Simone, non ti sembra di aver dato le stesse risposte che vi attribuisce Vito nell’articolo? Non riuscite ad entrare nel merito della problematica? Non riuscite a non chiudervi nel vostro cerchio? Non capisco, e come non capisco io (poca cosa), non capiscono tanti. Mettiamola così, magari diventa più chiaro: vi rendete conto di quanti voti si stiano perdendo in questi mesi? (non valgono le risposte di cui sopra, sallo).

    • Antonello Pabis says:

      Caro Simone, credo che il problema non sia accertare se il giudizio è eccessivo in durezza o “fa sconti” (Vito non ne fa, come è giusto) e serve a poco accertare se vi sono ragioni per “giustificare” i ritardi. Credo che il problema sia, per SEL ma anche per chi vuole difendere la città dai palazzinari e dalla destra, il solito “che si fa, allora”?
      Io non direi più “bisogna aver pazienza” e “lasciamoli lavorare” che è il ritornello prevalente di oggi tra i più intimi di Zedda e anche in SEL, ma che viene esattamente … dalla destra.

      Penso invece che ci dobbiamo rimboccare le maniche solidalmente e raccogliamo le forze degli eletti ma anche degli elettori (e non elettori che ci starebbero), per trovare le soluzioni necessarie in regime di partecipazione e condivisione. Tu hai scritto “capisco l’impazienza non solo degli operatori culturali ma anche di molta altra parte di cittadinanza attiva” E allora? Sta proprio qui il punto più dolente: Zedda e la sua Giunta si stanno allontanando dalla cittadinanza attiva, figurati da quella passiva. SEL fa bene ad invitare i cittadini alla sede di Via Puccini e a chiedere a Zedda e agli Assessori di partecipare. Ma Zedda e gli Assessori sbagliano a considerare sufficiente quelle “uscite” per dire che ascoltano i cittadini. Non può essere quella la sede ( o comunque l’unica sede) della democrazia comunale e dell’ascolto. Allora? Cosa si può fare? Spero che tu non mi risponda “ci vediamo in Via Puccini”.

    • zunkbuster says:

      Gentile Simone Tanda, tutte le cose che afferma mi sembra che siano ampiamente riconosciute, a parte qualche accento polemico, anche da noi accaniti contestatori di sinistra. Sul fatto che ci voglia tempo per riprendere terreno rispetto a un decennio abbondante di amministrazione lassista, assente e retriva, non si può ugualmente che concordare. Tuttavia, comprendo che lei, per il suo ruolo, non possa riconoscerlo apertamente – ma tra le righe del suo post traspare che forse anche in lei affiora qualche inquietudine – ma obiettivamente su alcuni settori di intervento vi sono lentezze e ritardi su cui forse una messa a punto sarebbe opportuna. Che poi ciò debba farsi nei modi che suggerisco da tempo, ossia con l’uso della zirogna nei confronti dei dirigenti che, nel rispetto della loro competenza amministrativa e tecnica, DEVONO attuare senza ritardo le determinazioni POLITICHE della giunta e del consiglio comunale – e dovrebbero essere puniti, e se possibile defenestrati, quando si mettono di traverso con le loro fesserie lentocratiche e burocratiche – ovvero con una verifica diretta sull’adeguatezza di alcuni assessori, si potrà discutere avendo dati più completi. Ad esempio, quanto a Enrica Puggioni ho il sospetto che non si stia rivelando la persona giusta al posto giusto, ma, non essendo al corrente nel dettaglio della dinamica del rapporto tra assessore e dirigenza, non saprei dire quanta parte di responsabilità nei noti ritardi sia sua e quanta parte della dirigenza stessa. Forse, dopo che si è istituita l’inutile commissione sull’amianto al Poetto, non sarebbe male cercare di propiziare l’istituzione di una commissione seria che indaghi sulle ragioni della lentezza burocratica dell’azione amministrativa del Comune, nella parte che riguarda direttamente dirigenti e funzionari.
      Per il resto, dirò una cosa in tutta onestà. Tempo addietro non escludevo affatto di potermi avvicinare a Sel, come non escludevo di poter sostenere la candidatura di Nichi Vendola come quella più idonea quale proposta di premier per il centrosinistra. Purtroppo, il tempo sta dimostrando che Sel ha iniziato a scrivere una bella storia, ma al contatto con la realtà ha enormi difficoltà a completarla, come anche un certo calo di consensi rispetto all’hype del 2010-2011 conferma. Se foste in grado di riannodare i fili e tornarla a scrivere, magari recuperando il valore della partecipazione che tanto era forte e percepito ai tempi di “Ora tocca a noi”, ne guadagnerebbe l’intero mondo progressista cittadino. Indipendentemente dal fatto che magari una Sel rafforzata toglierebbe voti al Pd o ad altri partiti di sinistra.

      • Simone Tanda says:

        Zunk, “il tempo sta dimostrando che Sel ha iniziato a scrivere una bella storia, ma al contatto con la realtà ha enormi difficoltà a completarla” …siamo ancora ai primi capitoli della nostra storia, non dare il libro gia’ per finito 🙂 poi io penso che per come siamo nati non e’ neanche nostro compito scriverla la storia, sin dall’inizio Vendola ha detto che il nostro era un progetto “a scadenza”, doveva essere un traino per riportare alcune idee fondamentali di Sinistra che sembravano dimenticate al centro del dibattito politico (e penso che Unioni Civili e Consulta degli Immigrati a Cagliari siano solo due piccoli esempi) e auspico che persone come te anziche’ essere osservatori esterni credano e partecipino a questo progetto.
        Penso sia anche normale che in campagna elettorale ci sia piu’ passione e piu’ coinvolgimento, l’obiettivo e’ uno e ben chiaro a tutti, ora SEL con il Sindaco e 5 Consiglieri cerca di fare quello che non ha mai fatto nella sua breve storia, ovvero amministrare una citta’ (senza dimenticare come e’ stata amministrata finora). Sicuramente non lo sta facendo in maniera perfetta (mi chiedo chi potrebbe farlo) ma certamente in una maniera nuova e diversa, ecco, io mi sento di dare fiducia e pazienza a questo nuovo metodo, poi magari sono un ingenuo io, ci mancherebbe.
        Per Matteo e Antonello: io non devo dare risposte, non sono un dirigente del mio partito ne’ tantomeno portavoce di alcun membro della Giunta, ho una visione diversa, non penso che ci chiudiamo in cerchio e non penso neanche che siamo l’unica sede dove si parla di quello che succede in Comune.

  27. Concordo in buona parte con le tue affermazioni. E mi permetto di correggerti quando affermi che oggi scade il bando sulla gestione dei centri culturali comunali. Infatti siamo dinanzi all’ennesima proroga (non più 20 settembre ma nemmeno 20 ottobre).
    A riconferma delle tue parole questo sta ad indicare come l’assessorato di competenza (o “incompetenza” tanto che poteva benissimo svolgerlo un altro assessorato) sia impantanato in una procedura sperimentale più grande di lui (lei). Procedura che, guarda caso, vede l’amministrazione cagliaritana essere la prima in assoluto a livello nazionale, impantanata in un procedimento più grande e complesso del previsto, in affanno nel cercare di rispondere ai diversi operatori, addirittura affiancata da “esperti” provenienti dalla direzione generale del MIBAC, ma che alla fine segna il passo dimostrando in pieno la propria inadeguatezza.
    A fine anno scadranno le convenzioni con i soggetti gestori e con esse saranno a rischio le diverse decine di posti di lavoro connesse. Qui salterà fuori l’ennesima emergenza… e dopo le ultime “elemosine” distribuite alle associazioni culturali dio mi scampi e liberi da sapere come si prevede di farvi fronte.
    C’è solo da sperare che le tue esortazioni, come quelle ragionevoli mosse dai tanti operatori culturali cagliaritani, siano uno sprone per la Giunta comunale che si svegli dall’incantesimo e dall’ebrezza post elettorale e metta in atto lo slogan tanto sbandierato: “ora tocca a noi”.

  28. anche zedda,
    come molti amministratori, sostiene a parole che il rilancio di un territorio debba partire dalla cultura ma poi si scontra inevitabilmente col popolo che gli chiede che i soldi siano investiti per il lavoro o le politiche sociali, altro che cultura, che con quella non si paga mica l’affitto.
    i soldi hanno destinazioni ben precise, quelli per le politiche sociali non sono gli stessi della cultura e via dicendo, quindi non bisognerebbe fare confusione abbandonandosi alle critiche populiste.
    io sono un dipendente del lirico e, con la cultura, cimangio. ci pago l’affitto e le bollette.
    per le altre realtà non so ma per il lirico posso parlare e devo dire che, dopo un primo periodo in cui stava seguendo le nostre vicende, prima dell’estate ha fatto una cosa molto buona: ha nominato il dott. alessio loi direttore amministrativo, il quale stava iniziando un processo di analisi e sistemazione dei conti mai visto prima.
    ma…ma l’incarico era di soli 90 giorni e, allo scadere, non gli è stato prorogato.
    anzi, il sindaco si è proprio dimenticato che il mandato era scaduto e non si è più fatto vivo con nessuno.
    nel breve termine avevamo più bisogno del dott. loi, piuttosto che di un sovrintendente ma ora non abbiamo nè l’uno nè l’altro.
    sono un pò deluso e anche sconfortato; il lirico è una macchina enorme che è vero richiede molte risorse ma a regime può restituire il doppio, potrebbe far girare l’economia, all’inizio del quartiere e poi a poco a poco di tutta la città.
    e vende un prodotto che sarà sempre sul mercato. sempre.

    zadda fai qualcosa per musica, teatro, danza, musei sport e quant’altro.
    ma fallo subito.

  29. Massimo Manca says:

    Operazione trasparenza. Sono 1392 i mandati, per 17milioni 843mila euro di spesa (mica noccioline). Il tutto contenuto in un allegato di 156 pagine approvato con la recente delibera di giunta n. 170/2012 (http://www.provincia.cagliari.it/ProvinciaCa/resources/cms/documents/allegato017002012.pdf). Eccoli i numeri nudi e crudi delle provvidenze di natura economica erogate dalla provincia di cagliari nell’esercizio 2011 (contributi, sovvenzioni, crediti, sussidi, benefici di natura economica di ogni genere e tipo, quote di partecipazioni). La lettura è oltremodo significativa e istruttiva (per certi versi imbarazzante). Sia per capire le “sensibilità” dell’amministrazione e sia la direzione che hanno preso i quattrini, a cominciare dal settore cultura/spettacolo/sport. Alla voce “imbarazzante” si potrebbero registrare gli oltre 90mila euro di provvidenze economiche corrisposte nell’anno 2011 (il riferimento non è casuale) all’Associazione Focus Europe dell’allora bis-presidente Milia (http://www.focuseurope.org/sito/index.php/it/chi-siamo/organigramma). Nel mentre, per la cronaca, io aspetto da 9 mesi che la provincia di cagliari mi rimetta 1000 miseri euro che ancora mi deve, che tra una scusa e l’altra questi signori non sanno più dove nascondersi. Questo per la cultura e la trasparenza. E per l’incazzo, of course.

  30. Gilberto Gattamelata says:

    Biolchini attento, c’e’ un tuo affezionato lettore che afferma che questa non è cultura, ma “spettacolo”. E guai a toccare la “pragmatica” Sinistra E Libertà. Inoltre nel tuo articolo ti sei dimenticato di citare la SARAS e le conseguenze, sulla cultura, del suo eventuale disimpegno dall’area metropolitana di Cagliari.
    Ho però capito che di questo noiosissimo lettore te ne freghi e per questo hai tutta la mia logaritmica ammirazione.

  31. Simplicius says:

    Sono i giochi della democrazia. SEL ha preso tutto il controllo sulla cultura, trattando la vittoria di Zedda come se fosse una vittoria di SEL anziché di tutta la coalizione. Qualcuno mi può fare il conto dei voti di preferenza presi dai consiglieri eletti sel e me li confronta con i voti presi dagli altri partiti della coalizione?
    Giusto per avere un’idea.

    • Rossello Ara says:

      Ma i tecnici del Sindaco sono per forza da considerarsi di SEL? e anche Francesca Ghirra é di Sel sui generis: non mi risulta faccia nemmeno parte della sua dirigenza.
      Sulla cultura la delusione é tanta anche per il sottoscritto, ma il tuo ragionamento fa acqua da tutte le parti.

      • Aramis says:

        La Ghirra non era candidata nella lista “Sui generis” e non è Presidente di Commissione in quota “Sui generis”. E la parola “tecnico” la stiamo un po’ abusando.

  32. Piccola correzione, Vito, sulla tua affermazione “Il sindaco si vanta di essere riuscito a tenere aperte alcune scuole grazie alle legge 482 sulle minoranze linguistiche”. In realtà ha mantenuto formalmente l’autonomia ad alcune istituzioni scolastiche sottodimensionate, ma poi lo Stato (il MIUR), come ampiamente prevedibile, non ha assegnato presidi titolari, solo reggenti. Dunque la classica vittoria di Pirro. Anche se devo riconoscere che Zedda non ha certo tentato di rivendere questa cosa come una vittoria.

    • Veramente lo ha fatto la settimana scorsa in Consiglio comunale, quando ha presentato il bilancio del suo primo anno di attività. Grazie comunque per la segnalazione.

  33. Carolina says:

    Vivo da anni lontana da Cagliari. Ma leggo spesso i nostri quotidiani per continuare a sentirmi parte della mia città. Visto da fuori il livello culturale è inesistente e la faccenda del Lirico ha fatto sprofondare Zedda non solo nel ridicolo ma anche nell’inaffidabile. Insomma lo ha messo sul livello di tutti gli altri politici di vecchio stampo, trafficoni e interessati, incompetenti e furbetti. Il collegamento con Vnedola poi….!! La Puglia è oggetto di un’inesorabile presa di potere monopolistico da parte di Vendola, Godelli e della sua cerchia (tra cui spicca Maselli recentemente al centro di una polemica perchè ha finanziato con i soldi pubblici da lui amministratati un film da lui ideato!) . I lavoratori del Petruzzeli stanno denunciando con forza e decisione questa schifezza. Gli attori pugliesi (indignati per un finto bando pubblico vinto dai soliti noti) hanno fatto un video per chiedere a “Nichi” di fermarsi…e invece la longa manu arriva a Cagliari, cercando di imporre il rampante giovane di squadra, per espandere il potere anche da noi, poveri isolani incapaci di esprimere una classe dirigente e dei seri professionisti del settore culturale. Me ne sono andata anni fa per necessità…ma tornerei se la città lo permettesse, se potessi fare a casa mia quello che sono costretta a fare lontano…Per questo ringrazio Vito e tutti quelli che continuano a parlare e a denunciare. Tenete duro..

    • Anonimo says:

      Cara Carolina, se leggi i nostri quotidiani non riuscirai mai a sentirti parte della nostra città e della nostra regione. Purtroppo. Oltre che spandere vasellina e diffondere narcotico non vanno.

    • Sergio says:

      Boh, parli di “livello culturale inesistente” in Sardegtna, dici che Vendola, dopo aver dimostrato i suoi limiti in Puglia, ha allungato le mani su Cagliari, e alla fine chiudi il ragionamento osservando che, “noi… poveri isolani incapaci di esprimere dei seri professionisti del settore culturale”.
      Il settore culturale in Sardegna è mica nato l’anno scorso? Se si dimostra incapace di esprimere seri professionisti già non sarà perchè Vendola dalla Puglia ha allungato le mani su Cagliari….mah, bizzarro!

  34. marcantoni says:

    Zedda si sta muovendo bene. In molti settori ha ben seminato. La gestione del bilancio e della macchina amministrativa é stata rigorosa (con una macchina comunale ancora nelle mani dei notabili di centrodestra). Lui stesso ha acquistato autorevolezza al punto da garantirsi per il futuro buoni uffici al livello nazionale, che per la cittá può essere grasso che cola. Qualche guizzo é venuto solo dai trasporti, é vero, però in altri settori complessivamente la Giunta ha retto urti assolutamente imprevisti. Poetto e chioschi su tutti.

    Diciamocelo: quello che non va é la Puggioni. Incompetente e piena di se, non ne ha azzeccato una. Tra l’altro anche esponenti del mondo culturale vicini a Sel hanno piü volte manifestato qualche perplessitá sull’operato dell’assessore sino a farmi pensare che, per il bene di questa cittá, Zedda farebbe bene ad andare nella prima agenzia di viaggio e acquistare un biglietto di sola andata per il prossimo volo Cagliari – Berlino.

    • zunkbuster says:

      Sul bilancio le cose vanno bene anche perché la scelta dell’assessore è stata azzeccata. Gabor Pinna è una persona competente, e non ha praticamente dato adito ad alcuna critica, salvo qualche brontolio sull’improvvisa applicazione di tasse che si credevano desuete.
      Zedda non è Mandrake. Qualche nomina l’ha azzeccata (oltre a Gabor Pinna, mi sembrano molto competenti Luisa Sassu, Pierluigi Leo – per quanto espressione del deleterio e settario partitino di Di Pietro – e Luisanna Marras, mentre Mauro Coni sarebbe perfetto se spesso non facesse prevalere l’ideologismo soriano sul buon senso) altre no. Ma questi sono i limiti del sistema leaderistico che regge i comuni. Se è il sindaco a scegliere direttamente gli assessori, non potendosi neanche trincerare su effettive o presunte imposizioni-intromissioni dei partiti, è ovvio che, riconoscendo di doverne sostituire qualcuno, il sindaco ammetterebbe anche un proprio fallimento personale. Oltre tutto non ha il coraggio di Luigi De Magistris, che non ha esitato a far fuori due assessori importanti – legalità e bilancio .- quando ha constatato che con le loro continue “pinnicche” erano di ostacolo all’efficacia dell’azione amministrativa. Ma De Magistris è un uomo pragmatico – infatti con l’ideologico Di Pietro non è che vada poi tanto d’accordo – e soprattutto uno straordinario comunicatore, è più maturo (ha 45 anni) e una significativa esperienza in magistratura alle sue spalle, pur tra luci ed ombre.
      Ecco quello che manca drammaticamente in questa amministrazione: persone che alla capacità politica sappiano coniugare un’indiscutibile esperienza. Dicono che, in mezzo a tanti tecnici spesso astratti (come Coni) o inesperti, sia Paolo Frau quello che tenta di salvare il salvabile, ponendoci il “quid pluris” della sua indiscutibile esperienza politica. Ma neanche lui sembra incidere abbastanza.
      Una notazione: Obama, quando ha dato la scalata alla presidenza degli USA, si è affiancato come vicepresidente uno come Joe Biden, sessantenne, con alle spalle un’esperienza parlamentare paragonabile a quella di Massimo D’Alema in Italia. Anche Angela Merkel, che agli inizi ha pagato molto lo scotto dell’inesperienza, forse non ce l’avrebbe fatta senza avere al suo fianco un uomo politico esperto, prudente ma capace di decidere come Wolfgang Schaeuble. L’amministrazione cagliaritana sembra a volte seguire maggiormente la tendenza Hollande: un uomo relativamente giovane, vecchia volpe della politica, ma totalmente privo di esperienza amministrativa. E, infatti, dopo qualche mese già da l’impressione di non saper dove sbattere la testa.

      • Rossello Ara says:

        Leo competente? Ma se la cittá é zozza che di piu non si può!

      • zunkbuster says:

        Frutto amaro dell’era Floris, secondo me. Venuti a scarseggiare i soldi, l’appalto attuale ha mostrato tutti i suoi limiti, a cominciare dalla pulizia della spiaggia meno tempestiva del solito che questa estate ha fatto gridare ai “caddozzones”. Zedda ha annunciato che l’appalto verrà rivisto, verrà instaurato il sistema del “porta a porta”, si farà un salto di qualità sul terreno della differenziata. Su questo punto il sindaco ha dato risposte: stiamo a vedere i tempi.

      • BimboRosso says:

        Su gran parte della linea concordo, ma sentire che Leo è competente non sta nè in cielo nè in terra.
        Piccola info ad uso e consumo dei naviganti: le tanto pubblicizzate deblatizzazioni sono state fatte con semplice acqua mandata nelle tubature, nessun prodotto che uccidesse le blatte o che intaccasse le uova, nessun disinfettante. (fonte: uno degli operai che se ne sono “occupati” che ha chiuso il breve discorso dicendomi:”Tanto a noi ci pagano lo stesso!”).

        Su Mauro Coni mi sono già espresso e sono in buona (e nutrita) compagnia nel considerarlo il più inappropriato degli assessori al pari della Puggioni.

  35. zunkbuster says:

    Sono stato facile profeta quando ho scritto che Vito Biolchini, dopo aver assistito allo spettacolo dei nostri commenti sgranocchiando popcorn, sarebbe tornato più combattivo di prima.
    E questo post tocca il cuore di un problema reale, che ad affrontarlo quasi dispiace di offendere i compagni di Sel, per molti dei quali, compreso il sindaco, continuo a nutrire stima e simpatia, ritenendo peraltro che il primo alleato naturale a cui il PD non potrà che guardare sia e resti Sel, indipendentemente dal fatto che le primarie le vinca Vendola o Bersani.
    A livello nazionale, Sel ha qualche padre nobile silenzioso (come Achille Occhetto) e un leader con enorme visibilità, profonda cultura, grande capacità immaginifica come Nichi Vendola; tuttavia alzi la mano chi riesce a fare il nome di un solo leader nazionale di Sel, al di fuori di Nichi Vendola e degli stranoti sindaci, tra cui con Pisapia il nostro Zedda.
    A livello regionale, la situazione, se possibile, è ancora peggiore. Non c’è un vero leader, con tutto il rispetto per Michele Piras, che mi sembra soprattutto un onesto coordinatore. Un leader d’immagine se non altro sarebbe il sindaco di Cagliari, che peraltro quanto al modus operandi nell’attività di governo di ogni giorno sembra talmente troppo moderato e prudente che Matteo Renzi al suo confronto è decisamente un avventato. Ecco, so che sto sparando quella che sembra un’eresia, ma talora mi sembra quasi un sindaco Udc. In fondo, le piste ciclabili le ha fatte anche Gianfranco Cappai a Selargius. Non è un leader vero e proprio, secondo me, neppure Luciano Uras, che sembra avere più il profilo di un esperto trafficone (in senso buono) delle assemblee elettive, un po’ un Joe Biden, il volpino vicepresidente USA, della situazione. Non essendo dei leader, molti dei giovani sembrano esprimere grandi energie di idealità e rinnovamento, ma quanto contano in realtà? Incidono veramente o sono chiamati a ratificare una linea sempre e comunque decisa prima, nell’ambito di un ceto politico che ormai ha mostrato tutti i suoi limiti negativi che lo accomunano al gotha di certa partitocrazia, e che vede nei componenti lo staff del sindaco la più limpida e talora poco simpatica espressione? Che fine hanno fatto, ad esempio, iniziative come Karaliscrazia, come Ideario per Cagliari, tutte bene o male targate Sel, e che, se portate avanti adeguatamente, potevano far espandere ancor di più l’area di raccolta di consensi del partito? Sparite, chiuse, sfumate. Oggi se si parla di Sel si parla solo di Massimo Zedda, ma non più di Massimo Zedda e “Ora tocca a noi”, ma di Massimo Zedda e i suoi addetti stampa, Massimo Zedda e i suoi assessori, Massimo Zedda e i burocrati comunali da lui troppo tollerati e coccolati (e spiace constatare che proprio uno scelto da lui ex novo per il settore viabilità, Mario Mossa, si è fatto notare per cappellate non da poco, come l’ordinanza anti camper). Si fanno spesso facili battute sull’edonismo che allignerebbe tra i giovani di Sel. Oggi Antonello Gregorini, su Facebook, ha fatto una battuta di dubbio gusto, o di indubbio disgusto, sul fatto che si sentirebbe più “sicuro” avendo un sindaco che non facesse le ore piccole nella Movida e che si alzasse presto. Questi saranno anche cazzi di Massimo Zedda, che altre voci mi dicono levarsi prestissimo e lavorare fino a tardi. Ma sta di fatto che, anche se sicuramente Sel esprime di più, e può esprimere di più, l’immagine che passa esternamente è questa. Delle pur meritorie iniziative del circolo Sergio Atzeni per la solidarietà ai poveri brasiliani, coi senegalesi, e tante altre si parlicchia per lo spazio di uno-due giorni, ciò che impera sono gli album fotografici di Dietrich Steinmetz al seguito dei nostri eroi impegnati di festa in festa.
    Intendiamoci, con questo non voglio certo dire che il PD non abbia problemi forse maggiori. Nel PD non è che manchino le idee, ma spesso si avverte un senso di grande scollatura tra i vertici, fin troppo nutriti, e la base, determinata più da disaffezione (e magari l’appoggio a Monti avrà pure inciso) che da ostilità a disertare anche i grandi appuntamenti come la Serata delle Idee. Ma almeno nel PD si discute, anche troppo. Dalle parti di Sel, è già accaduto più volte, ad esempio in occasione della diatriba sulle prebende dei consiglieri regionali, che si sia manifestata qualche inquietudine, ma che come è arrivato Luciano Uras, spalleggiato dai soliti giovani più realisti del re, a dettare la linea, tutti zitti e mosca.
    Tutto questo sproloquio per dire che purtroppo Vito Biolchini ha centrato il problema. Abbiamo supposto troppo su Sel. L’ho fatto anch’io che più volte ho condiviso talune loro posizioni ed iniziative, e che comunque ho sempre visto il partito di Vendola – ma qui, ahinoi, di Uras – come un utilissimo pungolo rispetto al rischio di deriva a destra del PD; purtroppo questo partito sta dimostrando, al di là della capacità di saper gestire bene una campagna elettorale al momento giusto, una clamorosa inadeguatezza della propria classe dirigente rispetto alle sfide che si pongono oggi, nella Cagliari del 2012. Devono rifletterci a Sel, ma dobbiamo rifletterci un po’ tutti. Perché alla fine il rischio è che con Massimo Zedda, anziché il redivivo Ottone Baccaredda che ci aspettavamo e, in larga misura, ancora ci aspettiamo, ci riscopriamo ad avere un Pizzarotti in salsa casteddaia, con alle spalle una classe dirigente altrettanto inesperta, impreparata e incline a farsi teleguidare di quella grillesca. Una fine e un giudizio che Massimo Zedda non merita assolutamente. Ma qui ueh, se non si smuove qualcosa, attenzione che la finiamo davvero così.

    • Anonimo says:

      Già. Abbiamo supposto troppo su Sel. E quando la supposta è grande….

    • Molto Deluso says:

      Ecco l’ideario per Cagliari, che dire alcune delle idee che sono ai primi posti per interesse non solo non sono state prese in considerazione, ma sono scomparse dall’agenda politica dell’amministrazione altre non sono state citate neanche nelle dichiarazione programmatica del Sindaco dimenticanza ho volontà politica….http://oratoccaanoi.ideascale.com/

      • Sergio says:

        Scusa Molto Deluso, dall’ideario leggo che l’idea di popolare sono le piste ciclabili, dici che non sono state prese in considerazione dalla Giunta Zedda? la seconda idea più popolare sono i trasporti pubblici notturni, dici che la Giunta Zedda non l’ha neanche presa in considerazione? ne sei sicuro?A me non risulta.
        dall’ideario leggo, poi, tra la varie idee “il ticket integrato parcheggi-bus.. metropolitana..sistema integrato di raccolta e ricilo di rifiuti”,dici che siano sparite dall’agenda della Giunta Zedda? non è che certe cose magari non le puoi “cagare” dall’oggi al domani? no, perchè se no qui mi sembra di vivere nel mondo delle bacchette magiche Harry Potter …

      • Molto Deluso says:

        Scusa Sergio, e gli Orti urbani come dice Enrico Pau che fine hanno fatto? e non credo che sia un problema di costi, la bozza di regolamento approvata dalla giunta nell’agosto 2011 e poi ritirata dal Sindaco in aula e poi più nulla…. perché….

      • sergio says:

        ah, be, tu ti riferisci solo agli Orti Urbani.Possiamo discuterne: un Sindaco dovrebbe fare le dichiarazioni programmatiche sulla base dell’ideario, accogliendo per forza le prime 10 idee? oppure le prime 15? così? giusto per accontentare le 185 persone che hanno votato gli orti urbani? diciamo, allora, che Zedda ha accontentato le quasi 700 persone che hanno votato le prime due idee.Quindi possiamo dire che ha seguito e accolto le proposte più votate nell’ideario, giusto? Poi magari il programma lo si fa anche senza guardare l’deario, che tutto quello che serve alla città non passa per forza da li.Anche perchè l’ideario è durato 3 mesi, da un anno non ci scrivono più.

        Poi il perchè è stato ritirirato il regolamento degli orti urbani?
        Non lo so, ma bastava all’epoca (e le trovi ancora con Google) seguire la vicenda: quando il Comune si è apprestato con l’associazione MUSA a realizzare gli orti urbani (forse anche prima che diventasse nell’estate scorsa strumento di grido) a Monte Urpinu è arrivata la diffida di un privato che ha rivendicato la proprietà dell’area a causa di un contenzioso col Comune di Cagliari su espropri avvenuti qualcosa come 30 anni fa.E’ arrivata al Comune la diffida a proseguire. Monte Urpinu era l’unica area immediatamente utilizzabile per il progetto orti urbani.
        Anche qui, se le cose fatte bene le puoi fare subito, bene. Altrimenti se per farle subito a marolla le devi fare male….allora, si, meglio pensare che Harry Potter le farebbe senza dubbio subito e bene, e non ci interessa come.

      • Molto Deluso says:

        Scusa Sergio, ma non è il privato che ha diffidato il Comune sulle aree di Monte Urpinu ma é il comune che ha diffidato il privato che giustamente rivendicava le aree di sua prorpietà , lo stesso privato che é stato risarcito dal comune con…..
        Rassegna Stampa
        L’Unione Sarda
        Comune, una valanga di debiti
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        Fonte: L’Unione Sarda
        12 gennaio 2012

        In aula polemica tra Chessa (Udc) e il presidente Depau sulla visione di un filmato

        Espropri illegittimi: risarcimento da 7,7 milioni di euro

        Nel 1978, con un decreto d’urgenza, il Comune occupa una porzione del colle di Monte Urpinu per costruire dei depositi d’acqua. L’amministrazione però non porta a termine la procedura d’esproprio così i proprietari dei terreni si rivolgono al tribunale e nel 1986 viene condannato a un risarcimento di circa due miliardi di lire. Una cifra che è lievitata, gonfiandosi con la rivalutazione monetaria e gli interessi. Fino ad arrivare alla cifra impressionante di 7.671 milioni di euro. Soldi che nei prossimi giorni verranno trasferiti sul conto di Adonella Colonna di Paliano, a cui è stato ceduto il credito vantato dagli eredi Sardagna-Halen, titolari delle aree di Monte Urpinu.
        DEBITI A VALANGA Un debito «fuori bilancio» approvato ieri dal Consiglio comunale insieme ad altre due delibere della stessa natura. L’assessore al Patrimonio Gabor Pinna ha presentato i documenti che influiranno sul bilancio per oltre 7,7 milioni di euro. Perché oltre alla vicenda dell’esproprio di Monte Urpinu, l’aula ha riconosciuto la legittimità dei danni (circa 35 mila euro) da ripagare a Franco Puddu, proprietario di un appartamento in via Pontano danneggiato dal «mancato funzionamento di una canaletta stradale», come ha ricordato l’assessore Pinna ai consiglieri. Altri 10 mila euro invece andranno a Agenzia per il Lavoro Spa, società che ha reclutato il personale per le «sezioni primavera» delle scuole materne cagliaritane.
        LA POLEMICA Ma se l’approvazione delle delibere proposte dalla Giunta comunale è scivolata via senza grosse difficoltà, la seconda parte della seduta di ieri è stata decisamente più movimentata. La pietra dello scandalo è stato il filmato che il consigliere Gianni Chessa ha chiesto di proiettare in aula. Un video realizzato dallo stesso esponente dell’Udc che rappresentava un piccolo tour nell’edilizia popolare cagliaritana. Dopo pochi secondi però il presidente del Consiglio Ninni Depau ha invitato Chessa a presentare la mozione a cui era riferito il video, lasciando andare avanti le immagini sullo sfondo. «È solo uno spot, senza alcuna presentazione». Chessa però si è rifiutato di presentare la mozione prima della fine del video: «Mi è stato impedito senza motivo di fare vedere all’aula un filmato molto importante», ha detto il consigliere che dopo un piccolo botta e risposta con Depau («Questa è una dittatura») ha abbandonato il suo banco in Consiglio. E se la maggioranza di centrosinistra ha sostanzialmente difeso l’iniziativa del presidente dell’Aula, parlando di «spot inutile» (hanno preso la parola i capogruppo del Pd Davide Carta e di Sel Sergio Mascia, oltre al consigliere dei Rossomori Giuseppe Andreozzi), l’opposizione ha invece fatto quadrato attorno a Chessa. Il suo collega di partito Paolo Carta ha definito «un’ottima iniziativa» quella della proiezione del video, «perché serviva a illustrare con dovizia di particolari una situazione drammatica, che molti qui in aula non conoscono». Anselmo Piras (Pdl) ha invece ricordato che qualche mese fa, in un’altra occasione, «il video era stato accettato: dunque era giusto prima vedere il filmato e poi illustrare la mozione».
        Michele Ruffi…per fortuna la vecchia Giunta aveva allocato le risorse per indennizare i proprietari senza creare ulteriori buchi sul bilancio Comunale…..l’asessore al patrimonio Gabor Pinna che a leggere nel blog e da considerare stimato e competente dopo il ritiro del regolanto sugli orti urbani doveva individuare uno spazio comunale dove far partire un progetto pilota sugli orti urbani e questo a distanza di un anno non è ancora avvenuto e questo mi sembra abbastanza preocupante….

      • zunkbuster says:

        Non è del tutto così, anche l’idea dei bus notturni è nata nell’Ideario ed è stata ripresa da Massimo Zedda (che poi siano risultati forse antieconomici è un’altro paio di maniche, dipende da abitudini consolidate dure da modificare in pochi mesi). Finché è stato operativo, l’Ideario ha funzionato, al netto di certe sparate estemporanee che potevano leggersi anche lì. Questo mi fa credere che Massimo Zedda l’Ideario lo leggesse e ne tenesse conto. Comunque non posso concordare al 100% con Sergio quando addebita la fine di Karaliscrazia e dell’Ideario alla disaffezione. Bene o male si trattava di iniziative con marchio Sel, soprattutto Karaliscrazia animata da militanti di Sel. Non è che una volta conquistata la stanza dei bottoni, queste iniziative parallele e magari poco controllabili abbiano incominciato a dare fastidio? E non tanto al sindaco, e neppure ai militanti di Sel, ma magari a qualche vecchio manovratore della stravecchia politica e di stravecchi poteri forti cagliaritani – che non sono, riduttivamente, solo i costruttori, i commercianti e la massoneria, ma anche in buona misura certi ambienti giornalistici, forensi-giudiziari e di tradizionale sottogoverno di era PCI e post PCI – che, così come sono le cose, controlla eccellentemente la situazione? Sarà una sparata, ma mi sto sempre più convincendo di questo.

      • sergio says:

        Secondo me l’ideario ha funzionato, proprio come “idea”.E’ stato utilizzato da molte persone, è stato luogo di scambio di idee, e ha dato un risultato.Era facile da utilizzare, stimolava, non era troppo impegnativo, e non richiedeva alle persone impegno continuo e responsabile.
        Karaliscrazia non ha funzionato. Sono state fatte 3 riunioni.Libere. Il progetto, pur valido, è imploso da solo. E sulle motivazioni, chi ha gestito il progetto, secondo me, ha fatto un quadro attendibile e realistico (bilancio terza riunione). E non riguarda i poteri forti.
        un conto è scrivere un’idea su un forum, un conto è sperare che bastasse partecipare alle riunioni per “canalizzare in maniera costruttiva le energie e le volontà di partecipazione della città”(cit.)
        Poi ovviamente ognuno si fa la sua “idea”.:-)
        Saluti

      • zunkbuster says:

        Si, forse oggi l’ideario rischierebbe di diventare un altro “brontolario”, come la pagina FB del sindaco quando ci scrivono quelli per cui il solo problema di Cagliari è lo stadio. E’ una buona cosa comunque che diverse idee valide sostenute in quella sede si siano ritradotte in idee o progetti dell’Amministrazione. Su Karaliscrazia, avendo seguito l’iniziativa da lontano, non saprei dire. In ogni caso, che a Cagliari i poteri forti di ogni genere siano ben lungi dall’essere sconfitti, e che continuino spesso e volentieri ad esercitare un’influenza, anche subdola e inconsapevole (per chi ne è destinatario) intesa a limitare i meccanismi di partecipazione democratica, è tutt’altro che da escludersi, come è tutt’altro che da escludersi che operino anche all’interno di Sel, nel PD, del complessivo centrosinistra cagliaritano. La partecipazione è sempre perdita di potere per chi la detiene. Vedasi il fenomeno del giornalismo online, che con le sue luci e le sue ombre ha fatto quel che i tanti effimeri “altri quotidiani” succedutisi a Cagliari non sono mai riusciti appieno a fare: erodere la base dei lettori, e conseguentemente l’influenza, dell’Unione Sarda.

    • Sergio says:

      L’Ideario e Karaliscrazia sono strumenti nati da lodevole e libera decisione di cittadini impegnati.Non sono strumenti che vanno avanti da soli e per inerzia, quegli stessi cittadini non l’hanno poi portata avanti. della loro non continuità e del loro impulso non se ne può fare carico un partito politico, perchè appunto sono nati come momenti di democrazia partecipata: se la gente non ci partecipa, o non ci ha più partecipato, be allora non può pagare sempre la politica.Piuttosto i cittadini devono chiedersi perchè non hanno continuato?

      le piste ciclabili, poi le ha fatte, a Selargius, anche Cappai.
      Le differenze stanno che Cappai le ha fatte per la campagna elettorale, E solo per questo. Tant è vero che fioccavano le foto sui social network dove appena fatte le due piste i cartelli con il divieto di parcheggio sono rimasti imbustati per settimane (in attesa che finisse la campagna elettorale), così gli automobilisti-elettori ancora non s’incazzavano per la riduzione dei parcheggi.
      la Giunta Zedda, con l’Assessore Coni, le fatte subito dopo che si è insediata, ha messo su non una pista ciclabile, ma un sistema di piste ciclabili, che sta diventado una rete ciclabile, effettivamente utilizzabile, e utilizzata.Ha siglato un accordo con il CTM per poter caricare le biciclette sulla metro. Io trovo una bella differenza tra il fare per far sembrare di aver fatto, e fare per realizzare qualcosa di utile e utilizzabile.
      Saluti

  36. Carlos I says:

    Non mi risulta che la Puggioni sia di Sel. Sino alla nomina ad assessore era in Germania, bel lontana da via puccini. È una nomina del Sindaco, poi che sia amica di vecchia data di Zedda e Ghirra è cosa nota.

  37. Menomale che era Floris l’incapace.

    • muttly says:

      Floris era un mandrone che non faceva fare nulla a nessuno, è una cosa diversa

      • zunkbuster says:

        Floris negli ultimi anni manco ha fatto il sindaco. Si faceva desiderare a palazzo Baccaredda e di fatto aveva affidato il ruolo di mastino ad Ada Lai. E anche lei, come facciamo spesso su queste pagine, si lamentava dell’inerzia di certa dirigenza. La logica era: non sono i programmi dell’amministrazione Floris ad essere cattivi, sono i dirigenti che non fanno una mazza per attuarli. Lo so che Sovjet non mi può sentire su questo terreno, ma se, nei limiti del possibile, non si adopera la zirogna nei rapporti con la dirigenza, questo è un rischio che corre anche Zedda (benché i programmi di Floris fossero, oggettivamente, anche una cagata, mentre quelli di Zedda, sulla “carta” al netto dell’effettività della loro attuazione, sono ben altra cosa).

    • BimboRosso says:

      Floris non faceva nulla da mattina a sera, negli ultimi tempi neanche si sforzava di riunire la giunta ed era raro il caso in cui anche il consiglio si riunisse. L’amministrazione Zedda deve correggere il tiro, per alcune cose anche di molto, ma non è un’amministrazione fantasma come quella del suddetto.

    • Anonimo says:

      ad essere sincere, sinceri, emilio, era cintura nera del tipo non fazzu nudda cosi non disturbo nessuno, e lui in questo caso fiara su mellusu’.oltre tutto lui era solo sindaco di nomina, ma di fatto era il bombolaio magico.

  38. BimboRosso says:

    A costo di ripetermi, per ora si è persa una grande opportunità con la scelta di assessori assolutamente incompetenti. Spero che cambi qualcosa a breve, magari proprio qualche assessore…

    In attesa di accuse di nichilismo, ingenerosità, disfattismo ecc., cordialmente saluto.

    Bentornato Vito!

  39. su frari says:

    Che dire, bentornato.

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