Ambiente / Cagliari / Sardegna

Ci scrive Margherita: “E anche con la Giunta Zedda si rinnova a Cagliari la triste tradizione degli alberi potati in piena estate! Perché?”

Ricevo dall’amica Margherita questa riflessione sulla potatura di alcuni alberi in via Pacinotti a Cagliari. Ricordo che ai tempi della giunta Floris questa strana tradizione della potatura estiva veniva in prima battuta giustificata con motivazioni scientifiche (“Questi alberi si potano in questo periodo dell’anno”), salvo poi ammettere che in realtà le operazioni venivano condotte nel periodo estivo solo perché questo coincideva con quello in cui gli operai chiamati a svolgere il lavoro erano sotto contratto. Insomma, gli alberi si dovevano adattare alla burocrazia e non il contrario. E stavolta, cosa sarà mai successo?

***

Abito a Cagliari da sempre, abito nella stessa via a ridosso del mercato di San Benedetto da sempre e da sempre conoscevo quegli alberi che ricordo alti, belli rigogliosi, l’unica nota verde tra cemento, asfalto e lamiere dal clacson facile, arroganza e doppie file.

Erano una consolazione quegli alberi, che sì in primavera si riempivano di uccelli i quali per giunta cinguettavano e sì facevano la cacca magari sui cofani delle auto parcheggiate all’ombra dei ficus retusa in Via Pacinotti, e così si aveva coscienza delle stagioni: ora forse arriva una notifica su Facebook per avvertirci.

Facevano tenerezza quegli alberi possenti che avevano resistito a due legislature Floris senza essere passati per le motoseghe del Servizio Verde Pubblico di Cagliari.

Ma non è durata e come OGNI ESTATE (avete capito bene: ogni estate) quando si pensa che un po’ d’ombra faccia comodo e anche un po’ di bellezza naturale faccia comodo, ecco arrivare la fine.

Io non contesto la potatura in sé, sicuramente necessaria; contesto il periodo non adatto per la potatura della pianta, contesto la maniera barbara di trattare le piante oltre al risultato che, a seconda del carattere della persona, porta a una rabbia feroce o ad una profonda depressione.

Proprio non si può evitare di devastare le piante in estate, proprio non si può evitare di ingabbiare le piante nella plastica (altra cosa terribilmente deprimente).

Per coloro che lamentano la sporcizia ricordo che le foglie sono elementi naturali così come il guano che sino a prova contraria non ha mai ucciso nessuno, mentre lo smog pare proprio di sì, e nel caso forse basterebbero due spazzini che lavorino come han sempre fatto.

Naturalmente non si prenda mai e poi mai in considerazione la semplice considerazione estetica: la piazza già brutta di suo, ora è tragica.

Insomma, cambiano le amministrazioni ma le potature fuori tempo e di discutibile modalità no.

Ironicamente il partito cui appartiene il nostro Sindaco (speriamo faccia un giro da quelle parti e venga colto da sincero raccapriccio) si chiama SEL che sta per “Sinistra ECOLOGIA e Libertà”.

Non sarà che l’ecologia va di moda e la politica si è semplicemente impadronita di una bella parola dimenticando però il suo significato.

Margherita Zanardi

 

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60 Comments

  1. ZunkBuster says:

    A me pare che non ci siamo compresi fin dall’inizio, anche per colpa mia. Purtroppo i “gradevoli” scambi con Deliperi mi condizionano negativamente rispetto all’ecologismo e agli ecologismi. Comunque, non sono assolutamente “contro” gli alberi, e Margherita mi pare che con riferimento a quanto scrive Sovjet concordi su una cosa: non è così campato in aria il discorso dell’adeguatezza degli alberi alle zone che si vogliono “alberare”, e ciò premesso, allo stato non possiamo sapere se l’amministrazione intenda proprio fare questo. Si faccia un’interrogazione, finché il consiglio comunale non andrà in ferie, se ci andrà (cosa sono le ferie? ho dimenticato come sono fatte ahime …). Vedremo se i dubbi saranno dissipati.

    Comunicazione di servizio per Broz: guarda che Veleno Parlante non è chi dici tu, esaminane attentamente lo stile e ti accorgerai di chi è ….

  2. Dimenticavo…Grazie Margherita!

    • Prego Gabri, sono contenta ci sia qualcuno con cui condividere il desiderio di una città vivibile. Io me la ricordo Cagliari prima che gli alberi diventassero nemici del benessere e mi manca molto. C’ero anche io in piazza Garibaldi e sono felice di poter ancora godere di un po’ di verde specie in centro dove ammettiamolo, la bruttezza sembra un valore aggiunto. IL Gruppo di Intervento Giuridico ha pubblicato del materiale circa i periodi di potatura ma purtroppo anche se il periodo è quello giusto (e potrebbe comunque non essere l’unico) questa maniera di operare è palesemente volta al raggiungimento di non quale risultato ma sicuramente non il benessere del cittadino e sinceramente non credo proprio interessi quello della pianta. Come diceva anonimo poi basta fare una passeggiata per rendersi conto che non è certo una città verde la nostra e che la gestione del verde sia assolutamente sballata. Soviet diceva anche: cambiamo la tipologia d’albero, scegliamo quelli giusti che non provochino problemi strutturali: sì, facciamolo, creiamo occupazione, piantumiamo altri alberi regaliamo del verde che serve, e a tanto, checchè ne dicano i sostenitori della mattonella pulita. Non sarebbe difficile basterebbe la competenza e come ho ripetuto molte volte un progetto chiaro e a lungo termine.

  3. Lo possono constatare tutti (coloro che non hanno interessi di parte da difendere, o semplicemente le fette di prosciutto negli occhi) che queste “potature” sono un vero scempio per le piante. Di recente passando in Viale Trieste ho visto monconi di alberi che ancora stentano a fare foglie dopo la gli interventi barbari dell’anno scorso. Non c’è spiegazione logica per la distruzione degli alberi: non danneggiano la salute di chichessia (dove sono le statistiche in merito? ). Le blatte e i topi all’assalto di Cagliari invece la danneggiano eccome, gli interventi in città sono intempestivi e i media sostengono (per gli scarafaggi) che si tratta di un problema di igiene urbana e non di salute umana! Le potature fatte bene sono sempre esistite, ma in questo blog c’è chi casca dalle nuvole e all’alternativa dell’albero senza intervento dell’uomo vede fattibile e ragionevole solo l’assalto distruttivo. Gli alberi frondosi ci danno ombra, riparo dalla pioggia, ossigeno… C’è chi dice che per l’ossigeno basta andare a Monte Urpinu! Qualcuno ha idea di quanto sia inquinata questa città? Esistono rilevatori in merito? Io vedo spuntare come funghi solo telecamere! Il controllo dei cittadini prima di tutto, e vivremo in una prigione senza sbarre. Gli alberi sollevano lo spirito, inducono uno stato di benessere e rilassamento, specie se abitati da uccelli (sono le particolare frequenze del suono degli uccelli oltre al suono del vento tra le fronde, a indurre questo stato, un sentimento di pace e benessere). Chi come me ha praticato per anni trekking immersa nella natura sa bene quanto è benefica la vista, i colori e i suoni degli alberi, e come siano potenti nel favorire un mutamento della coscienza con rilascio di emozioni negative. Gli alberi curano. Nelle città, che non hanno niente di naturale, sono assolutamente necessari per il benessere di chi ci vive. Continuando di questo passo Cagliari diverrà invivibile per troppi, tra cemento e degrado. Già ora rievoca una città del terzo mondo, e la corruzione (di molti) e la follia di alcuni farà il resto. Le “anime scure” non avranno mai pace per loro natura, ma l’avranno tolta a noi che amiamo la luce, a meno che una grossa fetta della cittadinanza (o anche minoritaria ma determinata) non si sollevi contro la cattiva amministrazione della città. Le iniziative del Comitato dei Cittadini a cui avevo partecipato nell’estate del 2010 sono riuscite a fermare lo scempio degli alberi storici di Piazza Garibaldi e non solo. Ma bisogna essere sempre viglianti. Perché non iniziare da questo blog, da chi tra noi la natura e il nostro benessere lo vuole difendere prima che sia troppo tardi? Per me questo può essere un motivo di incontro, per cercare di fare insieme qualcosa per il bene comune.

    • ZunkBuster says:

      “Apocalittica Gabri” (liberamente ispirato a un noto appellativo di Vito Biolchini rivolto al “salvatore del mondo” Giorgio Todde)

      • Zunk, in che modo e in quale parte dello scritto sarebbe “apocalittica” la mia visione? Ci tengo a saperlo 🙂

  4. Adoro la mia città, ne sento la mancanza perché spesso sono lontano per lavoro. Ho visto che da qualche tempo è iniziata questa follia della potatura d’estate delle piante che adornavano la mia città. Una cosa posso dire, perché è una cosa che porto nell’intimo del mio cuore: provo una profonda pena che fatico a non far tracimare nel disprezzo per quelle persone che ritengono di dover operare questa devastazione triste, impoverente per la vivibilità dell’arredo urbano oltreché abbrutente.
    Un tempo alcuni viali della mia città erano luminosi d’inverno e piacevolmente ombrosi d’estate. Ora sono orrendamente spogli. Io me li ricordo i nomi di quei poverini che hanno preso questa decisione. Uno per uno, me li ricordo. E mi ricordo anche i loro complici.

    • credo abbia sintetizzato come mi sento io ogni volta che metto piede fuori di casa: pena e disprezzo. non è bello vivere tra pena e disprezzo a casa propria, perchè Cagliari è casa mia.

  5. Anonimo says:

    Cara Margherita, gli argomenti che le portano contro sono talmente deboli che vanno giù da soli, a iniziare dal giardiniere di Iglesias per finire con uno che si chiama Zunkbuster e dice che i torrioni dei Fenicotteri e la piazza dell’Unione sono belli (tra l’altro non trova neppure un albero, neppure una foglia in quel malinconico recinto di cemento). Li lasci perdere, sono fatti così. Resta il fatto grave della storpiatura degli alberi che dovrebbe interessare il Sindaco e l’Assessore i quali non stanno mica amministrando chissà che, sta amministrando Cagliari.
    Le torri di Zuncheddu sono vuote, la città è vuota, il costruito da Cualbu è vuoto, l’area intera di Cagliari e hinterland, l’area vasta più piccola d’Italia, ha lo stesso numero di abitanti da anni e il tasso di fertilità più basso d’Italia, salvo l’apporto degli extracomunitari che, si vede, non scrivono sui blog e fanno altro, Lo sprawl di quest’area, ossia la disseminazione incongrua dell’abitato, ha cifre americane e contraddice chi parla di stacco tra città e campagna (questa è una fortuna che non ci è toccata) e non vede cosa c’è nel tragitto tra Cagliari e Decimo. Qualcuno, in quest’inferno urbanistico vorrebbe costruire ancora. Insista, cara Margherita, se non altro perché la sua ragione è talmente evidente girando in città che chiunque l’abbia letta, salvo i bastian contrari di professione dei blog, ha trovato nelle sue parole quello che avrebbe voluto dire lui. Buona giornata.

    • ZunkBuster says:

      Chiedo scusa se non posso sempre timbrare il cartellino e prendere servizio come contestatore di Zedda in servizio permanente effettivo. Purtroppo sono un uomo libero, e considerato che Massimo lo conosco personalmente da tempo e siamo in ottimi rapporti, mi sembra di aver “dato” fin troppo in punto di apporti critici. Ho detto che le Zunk Towers sarebbero belle in un altro contesto, non lì, quindi riportiamo correttamente le citazioni, per piacere. Ovviamente è una questione di gusti, ad esempio per me i palazzoni di Cualbu sono invece orrendi e lo resterebbero in qualsiasi contesto, sebbene consideri Cualbu, sul piano personale e professionale, di gran lunga migliore dell’editore dell’Unione Sarda. Sullo stacco città-campagna, se rilegge bene, ho proprio detto che a Cagliari non c’è, e questo è un dato di fatto: entrare a Padova rilassa (a parte la viabilità piuttosto incasinata, comprensibilmente in una “città in bicicletta”), entrare a Cagliari a volte da un senso di angoscia. Ma è colpa di Zedda tutto questo?

  6. Volevo anche dire a Zunk che io non voglio andare al parco, voglio camminare sotto gli alberi in città, sotto casa mia come facevo prima e non voglio morire per il caldo, lo smog e tutto ciò che queste amministrazioni prive di un progetto, una visione che riguardi la natura mi impone ogni giorno. E mi dispiace moltissimo, ma bisogna riconoscere che nemmeno questa amministrazione ce l’ha un progetto del genere alla faccia della parola ecologia. Vorrei perciò chiedere alla giunta Zedda, se qualcuno di loro legge questo post: che ne dite di cambiare rotta? di dimostrare che siete diversi da chi vi ha preceduti, che per voi una città vivibile è una città che tutela il verde e permette ai cittadini una esistenza sostenibile senza condannarli alla bruttezza e al cemento? Perchè così… non se ne può proprio più.

    • ZunkBuster says:

      Margherita, tutti vorremmo una città giardino come Varese, o magari un equilibrio migliore come in molte città venete, Padova compresa, che non offrono un distacco così brutale nel passaggio da “campagna” a “città”. Cagliari, purtroppo, è fatta in un certo modo, e non l’hanno impostata così né Zedda, né Floris e neppure Delogu, che anzi mi tocca difendere perché mentre veniva irriso da parte della sinistra come “Il sindaco dei giardinetti”, qualcosa di concreto e visibile sul punto l’ha fatto. Sono scelte che risalgono a errori decennali. Ma Cagliari ormai è fatta così, raderla al suolo e ricostruirla non si può, teniamo di riserva per un futuro senza errori in altre realtà. Gli antichi Romani costruirono città perfette per i tempi (tipico esempio è Torino, con un’urbanistica razionale e squadrata che si conserva ancor oggi) proprio prendendo spunto dagli “errori” in base ai quali era cresciuta Roma, disordinata, sovraffollata, zeppa di “insulae” (i supercondomini dell’epoca) espostissimi ai crolli e agli incendi. I maligni dicono che Nerone incendiò Roma perché la città com’era fatta non gli piaceva, ne avrebbe voluta una più consona al suo gusto estetico molto grecizzante (poi che si sia rivelata una delle più grandi calunnie della storia, vabbeh … visto con gli occhi di oggi Nerone sarebbe un progressista ardito). Si capisce che chi è radicato in un quartiere sia affezionato ad ogni albero che vi cresce e vi pianta radici, ma voglio solo dire … prima di concludere che Zedda è il nuovo Attila e sta facendo le stesse cose di Floris, cerchiamo almeno di ottenere qualche spiegazione. Ci sono quaranta consiglieri comunali, qualcuno chiederà conto di queste iniziative (Sovjet, lo so che sarebbe meglio consultare un botanico e non importunare Massimo o un assessore per ste cosette, ma quando deve rispondere a qualche interrogazione Massimo ha un pregio: non racconta mai balle).
      Per Enrico Pau: mi faccia capire, lei cosa avrebbe fatto a Fangario? Avrebbe lasciato il muntronaxio attuale? Nessuno nota che quella zona della città ha fatto passi da gigante sia sul piano del verde pubblico, sia sul piano della realizzazione del parco di San Michele che quando ero ragazzino era una disgustosa discarica di carcasse di motorini rubati. A proposito della skyline: il paragone con le Zunk Towers mi sembra proprio inappropriato, quelli sono palazzi che sarebbero belli in ben altra zona della città, lì sono semplicemente ecomostri come dice giustamente Matteo Lecis Cocco-Ortu. Piuttosto, non si pone il problema che proprio la diversificazione dell’offerta abitativa ponga un freno agli appetiti di chi, avendo realizzato iniziative immobiliari faraoniche quando si confidava sempre nell’intervento salvifico di Mamma Regione che comprava sempre tutto, vorrebbe comunque scaricare sul mercato e sulla collettività il prezzo dei suoi errori imprenditoriali? Tornando a Fangario, fosse per me ci avrei creato forse un “microvillaggio” destinato ad accogliere i Rom in fuga dalla 554, secondo le idee di Antonello Pabis, ma confido che questo si riesca a fare altrove.

      • A dire la verità si capisce abbastanza bene che non ritengo Zedda responsabile della situazione in cui ci troviamo, allo stesso tempo sono terribilmente delusa. Io ho fatto la mia piccola parte durante la campagna elettorale per far sì che ci lasciassimo alle spalle quei mostri orrendi che ho sempre trovato oltre che disonesti, cattivi.
        Comprenderà quindi che vedere il signor Papoff che rimane al suo posto che continua a sterminare gli alberi come se fosse la sua missione nella vita mi da terribilmente fastidio.
        E non mi si dica che questo è il periodo giusto perchè non lo è, non mi si dica poi che questa è la maniera giusta di potare una pianta perchè basta informarsi un po’ e appare evidente la volontà di piegare il mondo naturale alla visione schizofrenica di un singolo o di pochi che immaginano la città come un giochino della lego.
        Ripeto poi che da quel che vedo e basta veramente fare una passeggiata in città, che riguardo queste tematiche la giunta Zedda non ha un programma e non ha un progetto preciso.
        E’ inutile fare la bella festicciola in piazza e regalare fiori se poi dobbiamo vivere nel deserto di cemento. Io non so se lei sia cresciuto a Cagliari ma le assicuro che negli ultimi anni è diventata una città claustrofobica. Ogni vuoto urbano come dice Pau è stato riempito o sta per essere riempito da palazzoni inutili destinati a rimanere vuoti. Non ci vuole poi tanto a prendere spunto da città vivibili che fanno della presenza del verde un loro punto di forza visto che sarebbe veramente troppo pretendere che abbiamo delle persone preparate e preparate sul serio che non insultino la nostra illigenza con cose come: IL VERDE DELLA PIAZZA RISULTA MONOTONO.
        Scusi ma io ho solo voglia di uccidere ogni volta che esco di casa e vedo i monconi a posto degli alberi che rendevano meno triste quella via sfigata che è via Pacinotti. La informo anche che pare i Pini di via Tuveri stanno per essere abattuti per far posto ad un autolavaggio, così avremo le macchine pulite e ci libereremo di queiu fastiodiosi aghi di pino che insozzano la strada…

    • Margherita, condivido in toto. Zunk, la tua affermazione “Cagliari è fatta così” non ha significato: qui si sta parlando del peggioramento avvenuto con l’abbattimento degli alberi (senza giustificazione valida per averlo fatto), e dell’utilità e civiltà di un progetto che preveda l’incremento del verde pubblico, fattibilissimo anche a Cagliari! Un pò di guano di uccelli si è sempre sopportato, in cambio di tutto il bene che gli alberi possono dare. Non ti auguro di doverti muovere come capita a me in questa estate torrida, per lunghi tratti a piedi in strade (spesso in pendenza) senza traccia di verde sotto il sole a picco. Scesi dall’autobus è come trovarsi nel deserto del Sahara, con tanto di miraggi. Chiedilo agli anziani se sono contenti delle “potature” e della sparizione degli alberi! Ma forse anche tu propendi per i centri commerciali dove parcheggiare gli anziani al fresco. E chi se ne frega di difendere Zedda, se è responsabile dovrebbe render conto, se non lo è renda conto chi ha preso la decisione di distruggere il verde (e lo dice una che ha votato per lui).

      • ZunkBuster says:

        Ripeto la stessa cosa che ho detto a Margherita: sei tanto sicura che la decisione relativa agli alberi sia stata presa così a capocchia, tanto per il gusto di offrirci un pezzo di città-Sahara? Non ho granché da aggiungere su una materia di cui mi intendo poco se non rinviare alle spiegazioni del botanico amico di Soviet, che mi sembrano ragionevoli. E se questa è la spiegazione razionale, che non potrà che essere ripetuta paro paro dal sindaco o dall’assessore competente se verranno chiamati a rendere conto dell’accaduto, e sono certo che arriveranno nuovi alberi più adeguati. Di difendere Zedda non me ne importa niente, si vede che anche tu ti sei persa tanti miei post precedenti dove non sono stato affatto tenero nei confronti dell’amministrazione, che pure ho contribuito ad eleggere non solo col mio voto, ma cercandone tanti altri forse destinati allo schieramento avverso. Cambiare dall’oggi al domani una città che reca le ferite di scelte devastanti risalenti non solo a prima di Zedda, ma in larga misura perfino a prima di Delogu, non è facile per nessuno.

      • O Zunk, ma cosa scrivi?”Alberi adeguati”?! E quali sarebbero di grazia? Ma forse ci azzecco,sono le palme, tanto amate dalle passate amministrazioni, ormai onnipresenti in città. Perchè ci troviamo in Marocco, non è vero?Per quanto riguarda le spiegazioni “razionali”del botanico amico di Soviet, ti rispondo che se anche fosse il padreterno in persona per me può razionalizzare quel che
        vuole, tanto per me conta ciò
        che vedo. Inoltre trovo che
        Margherita sia stata
        sufficientemente eloquente in merito.Certo che mi sono persa i tuoi numerosi interventi
        precedenti, perché ho altre cose da fare nella vita oltre che leggere i commenti nel blog di Vito.E comunque credo che le motivazioni di scelte così sconsiderate siano più articolate quanto tu mi attribuisca.

  7. Enrico Pau credo di amarla….

  8. efisio erriu says:

    ho visto e son rimasto di stucco e profondamente deluso, stavano potando in via dante.
    esistono tanti metodi per potare gli alberi molto meno drastici di quelli messi in pratica da Papoff.. basterebbe aggiornarsi

  9. enrico pau says:

    Fangario bene identintitario! Gentile ZunkBuster, ha vinto lei! Davanti a tali argomenti, io mi ritiro. Io parlavo della città e del suo corpo, martoriato, della volontà di occuparne tutti i vuoti che sono un elemento fondamentale, il confine fra la città e ciò che gli vive intorno, la natura nelle sue tante forme resistenziali, anche il “terzo paesaggio” di cui parlava, il controverso (per la nostra città) Gilles Clement. Noto con una certa malinconia che davanti a certi nervi scoperti le reazioni sono sempre le stesse. Non toccare l’equazione cemento = sviluppo altrimenti muori. Noi che proviamo a guardare verso il futuro, a immaginare un mondo più sostenibile ormai siamo dei conservatori, forse dei reazionari. E io comincio ad esserne fiero! Eppure in campagna elettorale, l’ho sentito con le mie orecchie si parlava di volumetrie zero, di recuperare, di ristrutturare, di investire nelle energie alternative, di guardare ai quartieri popolari come luoghi dove immaginare una nuova città. Ma quello era il momento dei sogni. Il Fangario è un vuoto che se lo si guarda con un occhio più libero ha anche un suo fascino legato alla memoria, e qualcuno, anche lei, lo vuole riempire, per migliorare lo sky line. E’ il solito vecchio gioco, cambiano i giocatori, ma le “ragioni” che si sentono sono sempre le stesse, per crederci bisogna essere ingenui o pretoriani. E la città in questo momento pullula di tutte e due le categorie. Così come ingenuo appare il discorso sulla crisi dell’edilizia. Siccome l’edilizia è in crisi continuiamo a cementare. Quando arriverà il momento in cui ci fermeremo? Quando riusciremo a vedere la campagna come spazio naturale e non come spazio edificabile? La sua soluzione qual è? Gli alberi sporcano? Li tagliamo così lei puo passeggiare tranquillo? Ci sono un sacco di modi per contenere il problema delle radici, se ne parlò moltissimo alla fine della scorsa consiliatura, ma oggi sembra che di nuovo si debba rifare la salita da capo. Quando arriverà la discesa? Quando decideranno di lasciar respirare i ficus? Di farli vivere sereni. Magari pulendo la strada regolarmente per evitare incidenti, togliendo il bitume che li soffoca dai marciapiedi penso a Viale Merello. Si ricorda Piazza Garibaldi? C’eravamo tutti. Incazzati. Le battaglie, le belle parole’. Lì c’è il solito squallore. Non ho sentito parlare di progetti di recupero. Ora forse sarà il turno di quei ficus. Troppa ombra, troppo verde, avanti con il progresso, con la città a misura di automobile. Chi ci ha lasciato questa eredità verde si starà rivoltando nella tomba, quegli agronomi, quei botanici, seppero guardare al futuro della città, immaginandola ombrosa e fiorita. Ecco il risultato anche le menti migliori della sua generazione ZunkBuster, anche i più eretici come lei, davanti a certi argomenti, a certe questioni scivolano, balbettando qualche luogo comune, qualche banalità. IL cemento si sa cementa.

    • ZunkBuster says:

      Egregio Pau, se si rilegge sembra una versione in prosa de “Il ragazzo della via Gluck” in versione casteddaia, peccato che “Il ragazzo della via Fangario” suoni male, e poi il grillino Celentano è già troppo impegnato a rompere le scatole a Pisapia per gli spostamenti di qualche mattixedda nel piazzale della Stazione Centrale di Milano, temo non abbia tempo per romperle anche a Zedda … già voleva fare “a modo suo” per i soldi del cachet di Sanremo ai poveri, e Massimeddu con Susanna l’hanno messo in riga. Sposi qualche altra causa, non quella di Fangario che è unu muntronaxiu, magari se ci vanno delle case di nuova costruzione il problema sarà che qualcuno non potrà monetizzare quanto ha già costruito, e per intenderci non parlo di Cualbu. Verde in zona ce n’è … poche centinaia di metri e si arriva al parco di San Michele.

      • enrico pau says:

        Vede che ho ragione io ZunkBuster, lei è un progressista, io un umile conservatore.

  10. Anonimo says:

    Zunkbuster, sono sbalordito. Anche lei antialbero? Mi dispiace davvero.

    • ZunkBuster says:

      Antialberi no, ma tra poco a Zedda qualcuno addebiterà anche l’inquinamento causato da chi troddia per strada. Non penso che il sindaco sposti gli alberi per il puro gusto di farlo. Poi vabbeh questa città va così, duas mattixeddasa contano più di due centinaia di esseri umani sulla 554 …

      • Anonimo says:

        Diventa anche volgare e propone paragoni fuori luogo, Zunkbuster? Peccato. Così, non è interessante discutere.

      • ZunkBuster says:

        Mica glielo ordina il dottore di discutere con me ..

  11. zunk, ma secondo te una città alberata significa una città sporca? Londra e Berlino o Barcellona sono sporche? Ma non ti senti triste in mezzo alle auto al casino e allo smog? preferisci i clacson agli uccellini? E se invece di tagliare e tagliare piantassimo altre piante? Se ripiantassimo quelle che sono morte? Se nelle zone ancora non pianellate piantumassimo degli alberelli, quelli giusti che non ti sfasciano le tubature? E se facessimo delle potature leggere, meno costose e meno drammatiche per le piante? E se i bambini potessero respirare un po’ d’aria e non c02 e gas di scarico e potessero crescere con la consapevolezza che la natura non è contro di noi ma che invece noi siamo parte di un ecosistema complesso?
    Pensaci magari se trovi un viale alberato al fresco d’estate

    • ZunkBuster says:

      Monte Urpinu non è lontano, Margherita. Quanto agli uccelli, dovresti farti raccontare da qualche abitante di Oristano quante ne hanno dovute tentare per allontanare gli storni che stavano riducendo piazza Roma a letamaio. Ci poteva essere più verde in zona? Prendetevela con Floris che ha voluto il parcheggio di via Manzoni .

      • E ringraziamo che c’è, e anche con del verde, del quale prima non c’era traccia!

      • ZunkBuster says:

        Peccato che non ci siano le auto, architetto. E’ quasi sempre vuoto. Ogni tanto ci parcheggio e pare un deserto.

      • Francamente, non credo che i dati siano questi.
        Vorrei comunque richiamare l’attenzione di quanti citano l’esubero (o presunto tale) di offerta, che proprio su tale certa disponibilità si gioca il ruolo dei parcheggi in struttura.
        Ma non a Cagliari in particolare, bensì ovunque essi esistano.
        A questi parcheggi si deve poter andare a colpo sicuro, nella certezza di trovare posto, circolando il minimo indispensabile.
        Tutto questo, naturalmente, fino a che non si costituisca – come spesso invoca il mio amico Franco Annunziata – una più evoluta alternativa basata sul trasporto pubblico.
        Anche allora, tuttavia, il sistema di trasporto sarà – e a lungo, presumibilmente – fondato su un equilibrio che vedrà ancora presente il veicolo privato.
        Presente, non – se possibile – in mezzo alle strade, a accupare spazi che potrebbero essere meglio utilizzati proprio per percorsi pedonali, ciclistici e per il verde, appunto.
        La cosiddetta “via dei fiori”, che ho cercato di far decollare da Piazza Repubblica all’Amsicora, era (è) concettualmente basata proprio su questo. Se si togliesse, infatti, la corsia destinata esclusivamente al mezzo pubblico che scende in via Pessina (contromano), e si facesse passare tale mezzo in via Scano e via Cugia, la parte pedonale e ciclabile della strada potrebbe diventare molto più ampia e fungibile.
        Ma questo e solo un esempio: la stessa cosa – secondo me – si potrebbe tranquillamente fare fare anche in via Dante.
        Confido in questa Giunta.

  12. ZunkBuster says:

    Sarebbe bello tenere tutti i marciapiedi pieni d’alberi, peccato che la merda degli uccelli sia nociva per il decoro urbano e per l’igiene (evidentemente meno dei Rom che per qualcuno non sono neanche esseri umani), e che le radici crescendo devastino i marciapiedi. Abbiamo già Monte Urpinu (dove sono state già spostati alberi col pieno consenso di Legambiente), San Michele, Monte Claro e altri parchi. Pensate che di verde pubblico ce n’è poco anche a Is Mirrionis, in compenso a San Benedetto potete fare tante cose senza mai prendere l’auto e spesso neanche la bicicletta.

  13. enrico pau says:

    Sono lontano dalla mia amata città in questi giorni, e assisto purtroppo a uno spettacolo a cui non avrei mai pensato di assistere a poco più di un anno da quelle radiose giornate di maggio piene di speranze e di illusioni anche arboree. Anche perché ricordo che durante la campagna elettorale il tema delle potature sconsiderate, umilianti, era stato un tema forte, almeno così mi sembra di ricordare, ma ora, forse, ricordo male, forse si era detto altro e io non avevo capito. Basterebbe leggere un bel capitolo di ” La pazienza del giardiniere” ( cito a memoria, non ho qui i miei libri) di Paolo Pejrone, senza dubbio il più grande architetto del paesaggio nel nostro paese, per sapere di più su questa brutale usanza delle potature fuori stagione, di queste tosature che trasformano gli alberi in barboncini, potature a palla, a quadrato, forme geometriche alle quali siamo abituati nella nostra città insieme alla umiliante capitozzatura, che suona più che come tosatura, come punizione severa, per questi giganti arborei, meravigliosi, che è vero, come sostiene ancora Pejrone, a volte sono stati piantati troppo vicini, ma sono necessari per le nostre città a cui regalano ombra e ossigeno, e che, ricorda l’esperto, andrebbero potati, tenendo la circonferenza fogliare almeno della stessa larghezza dell’apparato radicale, questo, al contrario di quanto si pensa normalmente, per renderli più sicuri e forti nel caso di avversità naturali. Questo dice il famoso paesaggista, anche se fra i commenti trovo altre opinioni, d’altronde Iglesias, dove ho lavorato per dieci anni, la ricordo come una città piena di alberi e di giardini, ma anche qui forse ricordo male. Appunto opinioni. L’unica cosa certa è che sta succedendo qualcosa di triste nella nostra città. Non avrei mai immaginato di dover assistere a una continuità che suona anche come una sorta di segnale ai cittadini sensibili da parte forse di coloro che decidono i destini del verde nella nostra amata città: “protestate pure, noi continuiamo come prima “. Questi alberi a qualcuno devono sembrare come i giganti che apparivano alla fantasia di Don Chisciotte. Prima di partire passando sotto quegli alberi di via Pacinotti, in una caldissima giornata di giugno ho provato l’emozione, e il respiro fresco, di quell’ombra, sono cose che fanno bene allo spirito. Soprattutto dentro una città che è tenuta continuamente sotto scacco da coloro che immaginano la sua “crescita” nella forma solida del cemento e dei metri cubi. Per, così recitano molti, come un mantra, dentro il consiglio comunale, “riportare le coppie” in città, questa è la parola d’ordine che risolve qualsiasi senso di colpa. Questi “sviluppisti”, rubo l’espressione a Giorgio Todde, immaginano la città come un immenso tabellone del Monopoli, da occupare perchè, come dice, l’Assessore Frau, da qualche parte la città dovrà pure crescere. Ecco l’idea è che la città cresce solo, con le nuove costruzioni, con i nuovi quartieri, sotto Monte Claro, ora nella zona del Fangario, a pochi metri dalla Stagno di Santa Gilla che per qualche consigliere comunale, di sinistra(sic!), è una zona degradata che il cemento può risanare, dando alla città, finalmente, un nuovo sky lane per completare il lavoro iniziato con le immense torri dell’Unione Sarda. Quello che resta della antica città campagna, va sacrificato, perché fuori, il progresso attende che la vecchia città degli orti, lasci lo spazio, alla nuova città che deve occupare tutti gli spazi vuoti, colmare, ogni spazio verde, per creare quell’immenso sprawl, che ormai unisce senza soluzione di continuità Cagliari e il suo hinterland, la città continua, il sogno di tutti i costruttori, i veri, ultimi, pensatori di questa triste epoca, gli unici capaci di imporre un pensiero, una visione del mondo, anche a una giunta di sinistra, con l’illusione, fallimentare, anche economicamente, che il futuro sia tutto dentro il sinistro tramestio delle betoniere. A ben guardare quelle braccia di legno, quei rami, protesi verso il cielo, quegli enormi giganti, privati della loro chioma, sono un simbolo, della natura, che dentro le città, deve essere dominata, piegata, “pettinata”, addomesticata, bisogna dargli una forma, e bisogna fare in fretta, perché il progresso, lo sviluppo, la crescita, là fuori, dentro i palazzi, bussano nervosamente. Quando tutti gli alberi e tutti gli spazi, saranno potati e messi in ordine, quando questo pensiero unico della crescita avrà trionfato, solo allora forse le anime scure di questa città troveranno pace, e magari andranno a riposarsi sotto l’ombra quadrata di qualche ficus, esausti, ma felici.

    • Ciao Enrico amico mio non so perche’ ma trovo poetico cio’ che scrivi.

    • Ma di quali betoniere si parla? Di quali metri cubi? Caro Pau, stai riportando le cose scritte da Veleno Parlante J.N. su Casteddu Online. Non raccontando la verità.
      Sugli alberi di via Pacinotti non mi sbilancio, non sono un tecnico. Magari fanno schifo, ma trasformarli in simbolo della presunta continuità con la scorsa giunta è prodotto della fantasiosa mente di un creativo.

      • enrico pau says:

        Gentile Broz (?) parlo della notizia apparsa ieri su molti giornali, parlo della zona del Fangario, 30 voti a favore 4 astenuti, 24500 metri cubi, non del deposito del CTM, su cui stendo un velo pietoso visto anche il risultato della votazione finale, 19 a 13, le risulta? A Monte Claro inoltre le risulta la lottizzazione sotto il Colle, della Cooperativa Cento? Ma che c’entra Veleno Parlante? Per sua sfortuna seppure da lontano ho seguito gli imbarazzanti interventi di alcuni consiglieri del PD( e non solo) nel corso della seduta consiliare di martedì scorso, stiamo parlando della stessa cosa? Oppure lei mi dà buone notizie, non è vero niente? Ho frainteso? Non ho capito? Mi tranquillizzi, la prego!

      • ZunkBuster says:

        Non mi dica che adesso anche la zona Fangario è un bene identitario … o gliel’ha suggerita Giorgio Todde questa?

      • Anonimo says:

        Si parla, ma lei era distratto, gentile Broz, di cinquemila persone deportate, secondo il piano, nell’area del Fangario e della pretesa che siano coppie che lasciano l’hinterland. Si parla di un piano inverosimile che prevede grandi volumetrie, opere di urbanizzazione e di una inverosimile sutura urbanistica, un tempo detta ritessitura, come i rattoppi invisibili delle suore. Si parla della solita storia di cemento inutile, case vuote e a costi folli, dell’arricchimento di pochi e dell’indebitamento di molti magari con mutui non subprime, ossia di seconda qualità. Si parla di una realtà che continua ora che speravamo altro. E’ chiaro così? Sono noti i proprietari dei terreni, è nota la società che dovrà costruire ed è noto anche l’affabile favore del Pd nei confronti del progetto. Si guardi i verbali del consiglio comunale anziché raccontarci di democrazia partecipativa che consisterebbe in due, tre riunioni per ora fortunatamente sospese. Si informi anche sull’area del deposito degli autobus, di quanto costerebbe alla comunità spostarla. Il disprezzo per gli alberi corrisponde alla perfezione con questo brutto piano di case, case e case vuote mentre la città è piena di appartamenti sfitti. Una follia. Si continua esattamente come prima. Questa si chiama, inoppugnabilmente, continuità. E lei è contento.

      • ZunkBuster says:

        Su Casteddu Online le era uscito meglio …

  14. Sono degli alberi stupendi, anche a me dispiace vederli così, purtroppo però vista loro mole la potatura è necessaria e su questo non si può discutere. Il motivo è anche legato ad un fatto di sicurezza, infatti capita che quando tira il maestrale, via Tiziano e via Pacinotti oltre a diventare una sfida interessante per chi và a piedi risulta essere abbastanza pericolosa per via di quegli alberi così grossi, e chi abita in quella zona sà di cosa parlo. Quando ci sono state le maestralate eccezionali mi è capitato di vedere rami spezzati anche di grosse dimensioni, ovviamente è un pericolo. Quindi la potatura è necessaria e purtroppo che io sappia si fa in questo periodo, l’unica cosa su cui ci può essere margine di discussione è il tipo di potatura, ma su questo argomento non sono molto ferrato. Saluti

    • Anonimo says:

      Quanti pericoli, Daniel, quanti morti sotto i ficus e sotto i pini. Quante vittime a causa di quelle palline che scrocchiano sotto i piedi. Quante famiglie in lutto. Quanto dolore proviene dagli alberi. Via Tiziano e via Pacinotti sono una jungla. Ha ragione, caro Daniel, lei non è ferrato.

      • Federico says:

        Immagino che la famiglia di Roberto Vacca troverà irresistibile la sua ironia.

        http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/200791

      • Anonimo says:

        Gentile Federico, non è mia abitudine fare ironia sulle disgrazie. Ma lei saprà certo a cosa era legata quell’infelice caduta. C’è una causa in corso con il Comune nella quale non voglio entrare pur conoscendone i termini. Si informi.

      • Il messaggio non è “l’albero va potato perché causa morte e distruzione” il messaggio è “l’albero va potato per essere messo in sicurezza”, a maggior ragione proprio in quell’area in quanto non c’e riparo dal vento. Che poi la potatura fatta in quel modo brutale sia orrenda siamo tutti d’accordo, Che possa essere fatta in modo diverso questo non lo so. Che debba essere fatta non vi è dubbio.

  15. ei broz sono d’accordissimo con te, infatti l’estetica in voga qui a Cagliari è quella degli alberi a palla o quadrati ci sarà un nesso con gli ultimi anni di centro destra? Io pensavo a degli alberi con la loro forma naturale, quelli che i bambini sino ad un po’ di tempo fa disegnavano ingenui, con le foglie e la chioma tondeggiante.

  16. L’ecologia che si collega con l’estetica e non con la salute del pianeta è un’ecologia di destra, antropocentrica, incolta e borghese.

    • Zaccheo says:

      Ricordate l’ormai mitico “…Noi gli alberi li pettiniamo????” nel mitico filmato in campagna elettorale? Ora lo applichiamo anche al Nostro?

  17. “frugando” su internet la cosa che trovo ovunque è: la potatura migliore è quella che non si vede, qui si vede eccome. ma secondo voi, la bruttezza non è proprio evitabile? perchè almeno questo me lo si concederà, che così sono brutti e fan tristezza. O no?

  18. Roberto, cosa le devo dire me ne farò una ragione. La bruttezza di quella piazza e ora di quegli scheletri è quasi paralizzante ma magari con il tempo…
    Anche se quando chiesi informazione al Comune anche a me dissero: sa, i contratti li han firmati adesso, a marzo non erano ancora pronti.

  19. A me sembra uno modo per far veloce le cose… questo ho trovato: http://www.technogreen.it/nocapitozzatura.html il profilo pare proprio coincidere.

  20. ZunkBuster says:

    Mah … Zedda ha avvicendato quasi tutti i dirigenti, se il contestato Papoff è rimasto al suo posto qualche ragione ci sarà. Magari l’indisponibilità di professionalità equivalenti. Comunque prima di fare illazioni il dubbio si può risolvere interrogando il sindaco o l’assessore competente e sentendo cosa risponderà. Sono certo che qualche consigliere lo farà.

    • Sovjet says:

      Magari si può sentire anche un esperto del settore che spieghi quando vanno potati gli alberi: che anche la botanica sia un’opinione francamente mi pare eccessivo!

      • ZunkBuster says:

        Deu de botanica no ‘ndi cumprendu una cibudda, magari appena posso chiedo al mio giardiniere …

      • Sovjet says:

        Io neanche quello posso fare…temo però che ci siano scuole di pensiero diverse anche fra botanici! Chiederò al mio amico di Sinnai che fa le gare di potatura. 😀

      • Sovjet says:

        Alla fine sono riuscito a parlare col mio amico che fa gare di potatura e che fa il giardiniere in un comune non lontano da Cagliari. Ho chiesto se la capitozzatura (o come si dice) è un modo serio di potare gli alberi. Mi ha risposto che il punto è un altro: ovvero se gli alberi su cui si fa, spesso Ficus, piantati in altri tempi, oggi sono compatibili in termini di animali che ospitano e influenza su manto stradale e viabilità e quindi sicurezza.
        A volte si potano per risolvere problemi che però non sono quello centrale: ovvero che un albero di tal tipo non è più adeguato a quello spazio. Allora sarebbe necessario toglierlo, trapiantarlo da qualche altra parte e sostituirlo con un altro albero più adatto, seguendo la logica di uno ne togli, uno ne metti.
        Questo ha detto il mio amico. Io poi non ne capisco nulla, ma non mi sembra una riposta priva di senso…

      • Federico says:

        Hai anche un amico economista a cui chiedere dove li troviamo i soldi per fare tutto ciò in questo periodo? 🙂

      • Spvjet says:

        Vedi, è un problema di scelte, di priorità e di valori. Dipende anche da quale scuola di pensiero fa riferimento il tuo amico economista – perché potrebbe anche calcolare che le radici di un ficus che affiorano sulla strada potrebbero creare incidenti e gli incidenti portano a cause e le cause a risarcimenti. E che alla fine la spesa che fai potrebbe evitarnene altre più grosse.
        Oppure che vale la pena tutelare gli alberi, rendere più vivibile lo spazio e spendere qualcosa in più per farlo. Quindi l’amico economista, che diciamo in questo periodo non gode di grandissima fama visto che come categoria una qualche responsabilità sulla situazione attuale ce l’ha (gli algoritmi che hanno portato all’attuale crisi finanziaria li hanno inventati loro e qualcuno ci ha pure preso il Nobel).
        Magari spostando e ripiantando alberi si fa pure lavorare qualche persona, oltre che migliorare l’ambiente.
        Come vedi, a ragionare, qualcosa in più si può farla. A ragionare… 😉

      • ottimo, sono d’accordissimo. é tutta una questione di ragionamento, di strategie e di avere chiaro il risultato che si vuole raggiungere. Insomma… normale, credo

  21. Cara Margherita, non ho visto gli alberi potati (capitozzati? cioè potati radicalmente?), ma se si tratta di ficus, questa è proprio la stagione per potarli e anche il modo. Si fidi, sono anche stato giardiniere del comune di Iglesias.

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