Politica / Sardegna

Cappellacci, Prato, Soru, Palomba e Fantola, e l’insostenibile contraddizione politica dei dieci referendum regionali

“Nonostante la troppa demagogia e il fastidio per lo strumentale esibizionismo di alcuni, andrò a votare e ricordo a tutti di farlo” afferma l’ex presidente della Regione e consigliere regionale del Pd, Renato Soru.

Andremo a votare. Ma dopo aver affrontato il merito dei quesiti, forse sarebbe finalmente il caso di parlare appunto anche della troppa demagogia e dello strumentale esibizionismo ostentato da alcuni leader referendari.

Dal punto di vista politico, questi sono diventati i referendum di Ugo Cappellacci. Non passa giorno che il presidente della Regione non inviti i sardi ad andare a votare sì con toni che contrastano con la pochezza dell’azione politica da lui portata avanti finora. Questo sostegno presidenziale sta diventando stucchevole e temo che spingerà molti a starsene a casa domenica. Perché è evidente che Cappellacci si sta aggrappando ai referendum per mascherare una inadeguatezza che emerge ogni giorno di più (il caso Eon a Porto Torres è solo l’ultimo episodio).

I referendum hanno fatto tornare in pista perfino l’ex assessore regionale all’Agricoltura Andrea Prato, smanioso di nuova visibilità politica. Eppure io mi ricordo che nelle tante proteste di piazza organizzate dagli agricoltori in questi anni, spesso per strada sfilavano degli asinelli ribattezzati dai manifestanti “Prato”. Qualcosa avrà pure voluto dire.

E che dire dei professionisti dei referendum? Ma sì, quei Riformatori di Massimo Fantola che (come bene ha ricordato qualche giorno fa la Nuova Sardegna) nel 2000 votarono a favore delle nuove provincie, non aprirono bocca tre anni dopo quando un referendum veramente popolare chiese ai sardi di abolirle, e ora pontificano e si ergono rappresentanti della politica che odia gli sprechi e che ha sempre attuato il buon governo. No comment.

Ipocrisia, cattiva coscienza, opportunismo.

Ma c’è dell’altro. L’istituto referendario è nato per consentire ai cittadini organizzati in maniera spontanea e alle minoranze di far sentire la propria voce alla politica. Dunque che senso ha un referendum appoggiato dal presidente della Giunta, da un partito che sta in maggioranza e da altri autorevoli esponenti dell’opposizione o addirittura interi partiti dello schieramento di centrosinistra come l’Idv? Non potevano mettersi d’accordo e votare in Consiglio anziché far spendere alla Regione sei milioni di euro per chiedere ai sardi di esprimersi su dieci quesiti oggettivamente complessi?

Il referendum ha un senso quando chiede in maniera semplice e comprensibile alle persone di esprimersi su questioni che non attengono solamente alla sfera politica ma che interessano la vita di tutti i giorni. Il caso del nucleare è stato esemplare.

E infatti il Comitato referendario nei suoi manifesti vuol farci credere che “meno stipendi ai politici uguale più lavoro”. Ma questa è demagogia. Oppure, se vogliamo usare parole più terra terra, una solenne cazzata. E con le cazzate non si va da nessuna parte.

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25 Comments

  1. Anonimo says:

    Stavolta Vitixeddu hai toppato, e come te tanti personaggi della parte avversa a Cappellacci, ritengo che i referendum vadano fatti,certo sarebbe stato meglio accorparli alle amministrative, ma continuare a tenere in piedi enti che tra i compiti hanno la ricerca del tartufo nel Medio Campidano, gli elettori possono sempre votare “no” ma dopo l’ennesimo ricorso da parte di elementi come Deriu sarei andato a votare anche se a fare propaganda fosse stato il diavolo in persona.

    • sardinian observer says:

      Ma davvero credete che azzerando i Cda si assisterà all’estinzione degli enti? Poveri illusi…

  2. Radio Londra (nonostante Er Ciccio) says:

    Dispiace davvero parlar male dei referendum, che hanno spesso rappresentato uno strumento democratico e di partecipazione democratica di notevole valenza e, in molteplici casi, sono stati determinanti per la conquista di diritti umani insostituibili.
    Ma questi referendum danno l’idea di un populismo veramente senza precedenti.
    Per la prima volta nella mia vita sono indeciso se andare o no a votare.
    Alcuni sono anche condivisibili ma si ha l’idea di una ipocrisia infinita tesa a cavalcare l’onda pur di apparire sempre, dovunque e comunque nella ricerca di…. afferrare quello che si può in attesa di tempi migliori.
    Boooooo…. podidessi chi andi ma non du sciu.

    http://www.youtube.com/watch?v=DIOYHrUiCRs&feature=related

    • Radio Londra (nonostante Er Ciccio) says:

      Poi, tra una cosa e s’atra, mi ricordo il giorno della chiusura della campagna elettorale in Piazza S. Michele quando ero disperato pensando di non riuscire ad arrivare a casa per la folla imponente e inecisi… non ci fia nisciunusu.
      Va be… basta il 33%…. cumenti de is annus de Gesu Cristu.

      • Sardinian Observer says:

        Concordo con “Radio Londra (nonostante Er Ciccio)”. Trpppo populismo. Troppe falsità. Troppa demagogia. Troppe menzogne. E troppe sviste.
        Richiamo alla mente parole usate da Vito qualche giorno fa, con le quali il mio giornalista/blogger preferito evidenziava la gigantesca contraddizione di attaccare “la casta” (politici eletti) dimenticando che esistono alcune centinaia di migliaia di persone (non elette ma inculcate nelle amministrazioni, negli enti, nelle agenzie regionali, ecc) che vivono nel sottobosco della casta e prosperano allegramente (spesso senza adeguate competenze, sempre grazie a clientele, accozzi e scambio di favori tra clan)… Questo è secondo me il vero marciume. Sono disgustato dall’ipocrisia dilagante e, per la prima volta in 29 anni, NON andrò a votare.
        Sardinian Observer

      • Supresidenti says:

        deu seu abarrau in domu per i motivi di cui sopra..

  3. antonello says:

    Vito, mi interessa argomentare su due affermazioni della tua nota, per il resto il fatto che alcuni politici o promessi tali abbiano deciso di promuoverli mi porta solo a sperare che anche chi crede in loro vada domani a votare.

    1 . Il referendum ha un senso quando chiede in maniera semplice e comprensibile alle persone di esprimersi su questioni che non attengono solamente alla sfera politica ma che interessano la vita di tutti i giorni. Il caso del nucleare è stato esemplare.

    Il referendum è, storicamente, almeno per me che non sono certo un costituzionalista, un arma lasciata in mano al popolo per scardinare il sistema quando si ingolfa, su questioni in cui la maggioranza, dei cittadini, potrebbe pensarla in maniera diversa da chi siede nelle assemblee legislative. Il fatto che questo referendum sia stato promosso in particolare da una forza politica ma anche, non dimentichiamo, da seicento fra sindaci e consiglieri, dimostrerà pur qualcosa? Il fatto che fra i promotori vi siano dei noti politici o consiglieri significa (ma lo dicevano da tempo) che considerano il consiglio regionale uno zombie pur non ritenendo che la chiamata alle elezioni possa modificare il quadro. Si può pensare che invece dovrebbero dimettersi ma, in realtà, chi lo pensa e lo dice, guarda caso, è esattamente l’opposizione, quella più litigiosa che la pur tormentata storia della politica sarda ricordi. Uno squillo di tromba esterno, insomma, sarà sicuramente utile.

    2 . E infatti il Comitato referendario nei suoi manifesti vuol farci credere che “meno stipendi ai politici uguale più lavoro”. Ma questa è demagogia. Oppure, se vogliamo usare parole più terra terra, una solenne cazzata. E con le cazzate non si va da nessuna parte.

    Ho contribuito a scrivere questo sillogismo. E’ grezzo però corretto. Si può specificare affermando che un sano taglio dei costi della politica e della para politica serve a generare risorse da distribuire in investimenti e solidarietà. E’ palese. Starà a noi pretendere che la spesa delle risorse liberate sia bene esercitata.

  4. pisenti says:

    Salvade s’Italia Nostra
    Amadu Treu e Monti,
    chilcadebos unu ponte,
    chi siada unu bellu ponte,
    pro bos podere appiccare,
    si non ischides comente fagher,
    dimandade a Pisanu chi bos podede cossizzare!!
    Sos riferimentos suni puramente casuales.

  5. scusa Riccardo ma guarda che ti sbagli! i primi tre chiudono le nuove provincie e l’altro è un parere sulle vecchie provincie che non possono essere eliminate seduta stante! è ben diverso!
    domani ne chiudono 4 e le commissariano. le altre rimangono in piedi fino alla fine del mandato e sarà solo il governo nazionale a decidere sull’eventuale rinnovo!

  6. CARO GIGi per una volta non sono d’accordo con TE..FANTOLA e compagnia sono l’effetto. non la causa.

  7. riccardo says:

    scusate ma chi si riconosce nella sinistra è a favore delle nuove province? i primi 4 quesiti servono ad eliminare enti inutili!

    • Efis Pilleri says:

      Da indipendentista e federalista di sinistra sono a favore soprattutto delle nuove province in quanto:
      – sono al servizio di territori deboli e poco popolati che hanno necessità di unire piccoli paesi per dare migliori servizi in settori strategici come ambiente, scuole, viabilità, servizi sociali;
      – sono state istituite dal Consiglio Regionale, con larghissime maggioranze, nel concreto esercizio di autonomia e sovranità;
      – mitigano il centralismo dello Stato e quello della Regione.
      Se veramente si vogliono realizzare risparmi questo non si fa buttando 6,5 milioni di euro per dimostrare che Fantola-Cappellacci contano ancora bensì rivendicando l’eliminazione dalla Sardegna delle strutture del centralismo quali Prefetture, Soprintendenze, Equitalia ecc. e trasferendo queste funzioni a Regione e Province.

      • pisenti says:

        Sono favorevole alle province storiche via tutte quelle nuove non abbiamo soldi da spreccare in nuovi parassiti sono già troppi quelli che ci sono nelle varie amministrazioni pubbliche!

  8. Occhialonero says:

    Le parole di Renato Soru, l’antidemagogo per eccellenza, come sempre sono poche e chiare! Per chi cavalca i referendum no problem…..le regionali si avvicinano.

  9. Attilio says:

    Questi referendum rappresentano la contorsione estrema di personale politico alla ricerca di alibi alla propria inconcludenza. Anche qualcosa di utile che nei quesiti esiste e’ travolto dalla strumentalità del tutto

  10. Certo vorrei capire il senso di questo articolo e la certezza delle tue affermazioni riguardo alla dichiarazione di Federico Palomba (IDV). mi pare di aver letto (e ovviamente sono sarcastico perchè ho letto via mail la sua dichiarazione essendo un tesserato IDV) che l’onovervole abbia dato indicazione di voto per gli ultimi quesiti e basta, lasciando al cittadino la libera decisione sul come votare o se prendere addirittura le altre schede.
    detto questo, poco me ne frega se Soru, Fantola, Silvio Lai e Andrea Prato si sono espressi sul referendum.
    Potrei inziare a dire che potremmo fare delle osservazioni sulle offerte dall’ass all’agricoltura per meeting di Comunione e Liberazione di questi anni. a quanto ammonta?
    o sul fatto che, secondo me poi, qualcuno si stia mettendo in mostra in vista di primarie e ancora, qualche altro (i riformatori, stiano cercando un pò di visibilità al di fuori del governo regionale visto il movimento centrista da terzo polo che si profila tra le file di udc, fli, api e il pdl. o nessuno si è accorto di quanti si spostano verso un ipotetico centro (tra i consiglieri pdl intendo eh!)??
    poi se volete vi dico perchè non toccherò assolutamente le schede che riguardano le provincie!
    perchè sono un consigliere provinciale o perchè sono ogliastrino? o per tutti e due i motivi?
    di certo non ho intenzione di ritrovarmi appendice della vecchia provincia di nuoro e soprattutto è assai improbabile che, come in passato, Nuoro possa preoccuparsi di tutelare le scuole dell’entroterra ogliastrino. ma questo lo potremmo vedere con il prossimo ridimensionamento scolastico o la prossima modifica nazionale.
    quindi Nuoro può contare più dell’Ogliastra e/o anche per l’Ogliastra? No, non l’hamai fatto e non lo farà di certo domani.
    No, perchè raggiungendo il quorum, la mia provincia la silurano subito, Nuoro, Sassari, Oristano e Cagliari campano beatamente.
    Quindi immagino quanto Cagliari si preoccuperà dei problemi del Sulcis o del Medio Campidano!
    se anzichè creare Provincie di serie A e serie B, questi politicanti Lunatici o, passatemi il termine, LUSTRATICI, che appunto, ogni cinque anni si svegliano e cambiano idea avessero iniziato a non farle le nuove provincie e magari, anzichè pompare soldi ad enti inutili, da loro creati, avessero davvero creato UTILITA’ e non solo servizi utili a lavoro in sè, per il dipendente da assumere, per l’amico da sistemare, si fossero concentrati sul fatto che quattro provincie, 140 amministratori, costano 3 milioni e che loro, 120 amministratori regionali, ne costano 40 di milioni e non voglio sapere cosa sto perdendo, forse oggi avremmo visto davvero da cosa avremmo dovuto iniziare a tagliare.
    poi si, arriviamo anche alle provincie, ma solo dopo che mi avete riconosciuto una ASL funzionante, Un tribunale, un porto (l’aeroporto mi va bene anche quello che ho ma finitemi questa cazzo di SS 125 perchè ne ho le palle piene!!!! ah, e possibilmente, visto che tutto si tiene, cerchiamo di far dare i lavori ad aziende serie e non all’amico del fratello muratore (massone) di turno. qualcuno ricorda la Nuoro Lanusei? ecco l’esempio lampante!!!

    QUINDI NO, IL REFERENDUM E’ INGIUSTO E CLASSISTA,
    ANCHE SE LE ULTIME TRE SCHEDE MI INTERESSANO.

    E FATE ARTICOLI INTERESSANTI!
    Magari parlate dei soldini di quei consulenti che prima mangiavano in provincie varie e adesso non buscano più nulla!!!
    magari parlate dei soldini che escono per contributi agli amici di comunione e liberazione.
    magari fate articoli e interventi seri per quelle aziende che vengono in sardegna per aprire attività, fregarsi i contributi e scappare.
    vi faccio un esempio. iniziate dall’interessante (sarcasmo) proposta della Progest di aprire un cartiera ad Arbatax-Tortolì.
    a tempo perso cercate informazioni sulla progest.

    P.S. se ci sono errori pazienza. ho scritto di fretta

  11. Teorema sui referendum: sono stati proposti dai Riformatori (in maggioranza in Regione da oltre 3 anni), hanno ricevuto la piena adesione del Presidente della Regione ed ora persino del suo partito di maggioranza relativa (PDL), hanno come promoter un ex Assessore e uomo di fiducia del Presidente (Prato) tutti al grido di “basta casta” e “no agli sprechi”, hanno trovato diverse adesioni nei partiti di opposizione (parte del PD e dell’IDV), allora se i cittadini sono costretti ad andare a votare per ridisegnare (in modo frammentario) alcune istituzioni regionali che il Presidente e la sua maggioranza non sono stati in grado di tradurre in legge, mi pare ovvio che tutti i “referendari” che hanno ruoli istituzionali nella macchina regionale, lunedì mattina rassegnino le proprie dimissioni per manifesta incapacità, restituendo pure gli emolumenti fin qui percepiti. O no ?

  12. Concordo con Ale Sestu, dici che andrai a votare ma poi delegittimi i referendum.
    Mi chiedo come pensiamo di avviare un qualche cambiamento in questa povera isola se non approfittiamo anche di questi referendum. Credete davvero che una volta arrivato il centrosinistra alla Regione verranno abolite le province, i cda parcheggi per politici trombati e via discorrendo? E’ un’occasione per provare a smuovere le cose.
    Alziamo il culo e andiamo a votare, la Sardegna è uno stagno per insetti sanguisughe anche perchè siamo un popolo che passa 3/4 del tempo a lamentarsi.

    p.s Capellacci è stucchevole nell’appoggio, ma trovo altrettanto stucchevoli i consiglieri regionali che non si sono espressi o che invitano a stare a casa per mantenere i loro clientes nelle 8 (OTTO!!!) provincie.

    A votare!
    Grazie Vito

  13. Efis Pilleri says:

    Mi auguro veramente che i votanti non arrivino al 20%.
    Solo chi ha l’anello al naso può sostenere dei referendum proposti da gente che avrebbe potuto tranquillamente attuare le cose che propone semplicemente svolgendo l’attività politica per la quale sono lautamente retribuiti.
    I movimenti indipendentisti hanno perso una grande occasione per lavorare ad un astensionismo attivo, saldando il loro non voto a quello degli inkazzati, disoccupati e tartassati vari e contribuendo ad ottenere l’unico risultato positivo possibile: scongiurare futuri sprechi di milioni di euro e toglierci dai piedi quei politici che insistono a propagandare soluzioni neocentraliste e colonialiste come la ricerca di sviluppo attraverso nuovi campi da golf.

  14. Insospettabile says:

    Vito Biolchini parla a tutta la gente. Senza distinzioni. E tutti lo capiscono. Ci guida a capire come sono le cose, svelandoci meccanismi e dinamiche naturali e spesso contraddittorie
    della politica. Mette in ordine quello che è giusto e quello che è sbagliato, aprendo il dibattito a tutti,   rendendolo finalmente democratico.
    Grazie.

  15. Aramis says:

    Vito nel merito non sbaglia una virgola. E’ vero che molti poltitici sono stati ipocriti e sfruttano l’abbrivio del vento popolare. Ma l’alternativa quale sarebbe? Starmene a casa e non credere al referendum solo perché chi ha boicottato le riforme ora si nasconde dietro lo stesso referendum? No. La cosa migliore è andare, far andare a votare e stigmatizzare gli ipocriti. L’accoglienza tiepida non fa bene a nessuno.

  16. E’ incredibile infatti, come al solito hai centrato in pieno ogni contraddizione. Siamo arrivati ai politici che si aggrappano all’antipolitica per cercare consenso. A bellu puntu.

  17. Ribadisci che andrai a votare, però elenchi solo una serie di fatti che messi in relazione di causa-effetto, sottendono un esortazione all’astensione per tutte le persone che si riconoscono in una bandiera di centrosinistra.

    • Acronotau says:

      O Ale, fanno schifo questi referendum, chi li appoggia, la furighedda referendaria e la litania anticasta: non è un caso che la relazione causa-effetto induca all’astensione. Non è con l’astensionismo che si affossa l’istituto referendario ma con il suo inutile abuso…

    • non vorrei che il commento precedente fosse interpretato come un’accusa di ipocrisia: mi chiedevo quali sono i motivi che comunque ti spingono ad andare a votare.

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