Politica / Sardegna

Siamo già in campagna elettorale! Dietro lo scontro feroce nel centrosinistra ci sono le strategie in vista delle prossime regionali

Preparatevi domani ai soliti titoli di giornale: “Il centrosinistra si spacca”: Ma stavolta non è la solita storia, no. Stavolta non si fa la voce grossa solo per un posto di sottogoverno. Stavolta c’è il fumo perché c’è l’arrosto. E l’arrosto sono le prossime elezioni regionali. E anche qualcosa di più, e cioè: di che governo ha bisogno la Sardegna per uscire dalla crisi?

Seguitemi bene e non fatemi ripetere le cose.

Come sapete, in Consiglio regionale è recentemente passato un ordine del giorno votato da sardisti, Sel, Idv, Ucd e parte del Pdl, secondo cui l’aula presto verificherà quanto lo Stato italiano sia oggi leale con la Sardegna.

Il Sole 24 Ore, nella sua versione on line, ha fiutato la notizia e ha parlato di “prove tecniche di secessione soft”.

Ma qual è l’obiettivo politico di questo documento?

Da tempo sardisti e Sel si trovano d’accordo su di un punto: la Sardegna ha bisogno di un nuovo governo ma soprattutto di una nuova maggioranza che metta al centro del suo programma la Sardegna.

“Lo dicono tutti”, direte voi. Ma sardisti e Sel dicono qualcosa di più e cioè questo: “Se non spacchiamo i due poli italiani di centrodestra e di centrosinistra, non solo da noi comanderanno per interposta persona le oligarchie romane, ma soprattutto non avremo mai una Regione in grado di contrapporsi al Governo, di qualunque colore esso sia. Perché per risolvere i problemi della Sardegna c’è bisogno solo di liberarsi di Cappellacci, ma anche di contrapporsi frontalmente allo Stato. Quello Stato che non onora la vertenza entrate, che non smantella le basi militari, che manda da noi i 41 bis, che ci toglie le navi e gli aerei”.

Contrapporsi allo Stato non vuol dire necessariamente indipendenza. Vuol dire che non sarà più possibile (com’è accaduto ad esempio a Cappellacci) evitare lo scontro con il Governo romano solo perché da quegli stessi poteri discendono le elezioni di parlamentari o assessori in Sardegna. Cappellacci ora fa la voce grossa con Monti, ma solo perché non gli deve nulla. Infatti quando al governo ci stava Berlusconi, Ugo è stato zitto.

La Sardegna al centro del programma vuol dire dunque non rispettare più gli schemi politici precostituiti a Roma.

Il Pd di questo approccio politico ha paura. Terribilmente. Perché il partito è spaccato, diviso sia a livello nazionale che locale. Perché sa che se l’alleanza Sardisti- Sel diventasse qualcosa di più concreto avrebbe una forte presa sull’elettorato.

Ma soprattutto il Pd teme il rischio di perdere quell’egemonia all’interno dello schieramento di centrosinistra che consente al partito di Silvio Lai di poter decidere il candidato presidente alle prossime regionali.

Per questo il Pd ora sta facendo i salti mortali per cercare di spiegare ai sardi che se le cose nell’isola vanno male è colpa solo di Cappellacci. L’attuale presidente della Regione ci ha messo del suo, ma sappiamo bene che l’indifferenza dei poteri romani alle sorti della Sardegna prescinde dall’inquilino di viale Trento.

Secondo voi, cosa avrebbe potuto fare Soru in questa situazione, se non alzare il livello dello scontro politico con lo Stato, cioè fare esattamente quello che suggeriscono sardisti e Sel?

Ma Soru (giusto per fare l’esempio di uno che sta seriamente pensando di candidarsi alle prossime regionali in qualità di presidente) ammira Monti come pochi altri. Quindi non si può contrapporre a lui, anzi. Se oggi Soru fosse a capo della Regione approverebbe tutte le mosse dell’attuale presidente del Consiglio!

E allo stesso modo un altro pretendente del Pd, Mario Bruno (che oggi interviene sul blog del Sole 24 Ore), non se la sente di contestare frontalmente lo Stato perché se perde il rapporto con il partito perde anche l’opportunità di candidarsi (alla presidenza della Regione o alle politiche, si vedrà).

Il resto è gazzosa. Rifondazione e Comunisti Italiani attaccano Sel perché ne temono il potenziale elettorale, i Rossomori attaccano i sardisti perché si contendono lo stesso elettorato.

Il segretario regionale di Sel Michele Piras ha buon gioco a chiedersi come mai il suo partito non possa dialogare con i sardisti quando il Pd a Roma governa addirittura con l’Udc e il Pdl.

Venerdì prossimo nel vertice del centrosinistra se ne vedranno delle belle. Ma la domanda che resta è semplice: per risolvere i problemi della Sardegna basta uno schieramento di centrosinistra contrapposto ad uno di centrodestra, o bisogna pensare a qualcosa di nuovo e di diverso, che non riproduca gli schemi romani, in maniera tale da poter consentire alla Sardegna di contrapporsi allo Stato senza avere a vere a che fare con governi “amici” o “nemici”, ma semplicemente “diversi”?

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46 Comments

  1. Alessandro Mongili says:

    Fantastico tutto quanto. Perché non aprite un blog che metta assieme appassionati del gioco degli scacchi quali voi siete con qualcuno che ne capisca di politica e magari anche del resto, che non guasta. Rischiereste di uscirne fuori meglio.
    E i miei migliori saluti al compagno e amico Uras. Ca Deus (bo)s’agiudit.

    • Neo Anderthal says:

      Ale, io sono appassionato degli scacchi del gioco e del gioco a spacchi, a tacco, ma anche a cappello e a maglietta.
      Tu di politica ne capisci a cascioni, io no. Potremmo aprire un blog tugheder-forever?

      Chi Sa giustitzia (nos)si pighiri!

  2. Mai perdere nelle tenebre del tragico la fiammella del comico: deve essere questo il principio che ha ispirato i firmatari dell’o.d.g. n. 79. Intanto perché come tutti sanno il principio costituzionale di unità e indivisibilità della Repubblica è immodificabile e quindi non suscettibile di valutazioni che vanno nella direzione di una sua eventuale messa in discussione. A meno che non s’intendano percorrere, politicamente, strade volte all’indipendenza e alla secessione. Ma è questo che hanno in mente soggetti politici nazionali come PDL, UDC, IDV e SEL? Evidentemente no.
    Con quest’ordine del giorno il Consiglio regionale ha deliberato di “di avviare una sessione speciale di lavori, aperta ai rappresentanti della società sarda”. Per fare cosa? Per verificare “i rapporti di lealtà istituzionale sociale e civile con lo Stato che dovrebbero essere a fondamento della presenza e della permanenza della Regione nella Repubblica italiana”. Supponiamo che questa verifica abbia un esito positivo ovvero si dovesse constatare che le condizioni per la permanenza della Regione nella Repubblica Italiana sono venute meno – così come testualmente recita il testo dell’od.g – i firmatari che farebbero? Lavorerebbero per l’indipendenza con buona pace degli accorati appelli al rispetto della Costituzione repubblicana? E infine: i firmatari – con l’eccezione del PSD’AZ – come si rapporterebbero, in tal caso, con i rispettivi organismi nazionali? Suvvia, siamo seri…
    E’ evidente che si tratta di spicciola tattica elettorale. Gazzosa appunto. E senza resto. Buona ( forse!) per la campagna elettorale ( ma non ne sono tanto sicuro…). I problemi sono tanti e sono molto seri: una pesante crisi economica e una condizione sociale drammatica nella cornice di uno stato nazionale espropriato delle proprie prerogative sovrane dalla cd. Troika ( BCE-UE-FM) e dai mercati finanziari; un ceto politico in piena crisi di legittimità con le risorse pubbliche ridotte al lumicino che mettono in seria difficoltà la sua capacità di aggregare il consenso; senza uno straccio di piano industriale con un tessuto produttivo al collasso; un pesantissimo attacco di classe condotto in piena regola dai gruppi sociali dominanti; il salario ( diretto, indiretto e differito) falcidiato dalle politiche economiche e di bilancio; le piccole e medie imprese alla canna del gas per mancanza di credito.
    Il problema degli schieramenti di per sé, in questo quadro, è oggi secondario rispetto all’enormità dei temi da affrontare. Certo, posso capire che il ceto politico sia sintonizzato più sulla lancetta dei secondi delle campagne elettorali che su quelle della storia. Ma che almeno si chiamino le cose col loro nome. E soprattutto ci si risparmi la chiamata a difesa dell’interesse “comune”.

  3. Stefano reloaded says:

    Hanno “rimasto solo” a Maninchedda:
    http://www.pdsardegna.it/articolo.php?id=1468

  4. Anonimo says:

    Solo molta tristezza per l’evidente carenza d’argomentazioni del neo -anderthal.
    Ma lasciamo che chiuda la porta, altrimenti potrebbe mostrare qualche barlume d’umiltà. @Zunk: no, non necessito di 100 euro, nè di Grillo. Buon Lexotan a tutti.
    P.S. Il qualunquismo lo lascio alla politica da palazzo e da computer-dipendenza.
    Unico neo: nicks facilmente individuabili in solite avvelenate (Guccini mi perdoni).
    Noi Donne non è un movimento.
    Valeat.

    • Neo Anderthal says:

      Ma perché tristezza? Allegria! Si scherza, si coglie il paradosso, si osserva con piacere il marsupiale Revenant.
      E poi, scusa tanto, caro/a Anonimo, perché “carenza di argomenti”? Ne hanno proposti di magnifici, quindi perché esagerare e proporne altri?
      Ah se io avessi previsto tutto questo… di certo mi sarei speso per la campagna referendaria dei Sardi Riformatori del Sisma, vera svolta nel percorso dell’umanità su questo pianeta.

    • orni corda says:

      Chiedo venia: avevo fretta ed ho dimenticato di firmarmi.

      Perchè dare addosso ai giovani ?

      Questa è la vera tristezza: il gusto dell’apparire dei soliti nicks e la mancanza d’umiltà.

      Esagero, vero.

      Ma non in saccente presunzione.

      Chi dubita è vivo.

      orni

      • Neo Anderthal says:

        “I giovani”, cosi come “noi donne”, collettivamente intesi, non sono rappresentati o rappresentabili per cliché, e neppure sono rappresentati da gruppi di giovani, anche ben intenzionati.
        Il rispetto che si deve a questi ultimi è proprio il non trattarli con condiscendenza, con paterna indulgenza. Se sostengono punti di vista discutibili si discute, francamente, senza impermalirsi.

        Esubero, infatti

        però non presumo nulla e “nun saccio niente”,

        io sono uno zombie canguro,

        e certo son morto

        anche

  5. Gianni Fresu says:

    “I ladri di Pisa”.

    Ovvero:
    come far finta di aprire una durissima vertenza con il governo nazionale per poi continuare a governare la regione sotto il suo rassicurante ombrello.

    In merito al famigerato ordine del giorno (n. 79, approvato dal Consiglio Regionale il 21 marzo, primo firmatario Giacomo Sanna), la prima reazione spontanea, vista la credibilità dei soggetti proponenti, è stata una sonora risata. Tuttavia, al di là di fin troppo semplici battute, quest’ordine del giorno è in sé preoccupante per la faciloneria con cui si imbocca una strada vischiosissima solo per avere spazio sui giornali e smarcarsi giusto in tempo per il certificato di verginità pre-elettorale. Spararla così grossa serve solo a depotenziare il significato degli strappi istituzionali e ad assuefare i cittadini a una politica fatta di annunci sensazionali cui non seguono mai fatti concreti. Una tendenza tipica del vecchio massimalismo socialista: nel Congresso del PSI del 1919 (l’apoteosi storica del massimalismo parolaio) vennero proposti al voto degli ordini del giorno che predisponevano la rivoluzione per la domenica successiva all’assise. Ecco, quella mi sembra la strada intrapresa oggi dal Consiglio regionale sardo.

    Le parole sono importanti, e temo ci sia o incoscienza sul significato di quelle adoperate o, peggio, una consapevole strumentalità per nulla corrispondente a quel che sino ad oggi questi signori hanno fatto e, soprattutto, a quel che realmente intendono fare ora. L’ordine del giorno (patacca) testualmente recita: “Verifica dei rapporti di lealtà istituzionale sociale e civile con lo Stato che dovrebbero essere a fondamento della presenza e della permanenza della Regione nella Repubblica italiana”. Senza giri di parole ritengo che se la Lega avesse fatto approvare un dispositivo analogo in tanti avrebbero gridato allo scandalo. Fino a prova contraria, in un quadro costituzionale come il nostro, non è ipotizzabile alcuna verifica della “presenza e permanenza di una regione nella Repubblica italiana”. Anche il più somaro tra gli studenti di diritto costituzionale sa che l’Unità e indivisibilità della Repubblica, come del resto la forma repubblicana dell’ordinamento, sono principi non soggetti a sindacato, transazione o modifica.

    L’unica strada sarebbe, assolutamente legittima per carità, quella della secessione (con annessi e connessi). Ma se così fosse, tendenzialmente, mi verrebbe naturale nutrire qualche diffidenza sulla buona fede dei primi firmatari di questo Odg. Detta più brutalmente, se proprio dovessi dar credito a una prospettiva di quel tipo mi volgerei ad altri soggetti politici da sempre e con coerenza impegnati in quella lotta, non certo a chi fino ad ora ha esercitato e continua a esercitare ben altro ruolo nella dialettica Stato-Regione. Dietro quest’operazione mi sembra ci sia una gran voglia di spostarsi dal palazzo alla viglia del suo crollo, dopo averlo edificato con tanto impegno e amore (mattone per mattone), dando ovviamente la responsabilità del collasso ad altri. E’ chiaro, i governi Berlusconi, Prodi e Monti hanno una buona fetta di colpevolezza, forse la gran parte, per la condizione in cui versa la Sardegna, ma questo non cancella due dati che a me sembrano dolosamente nascosti sotto il tappeto:

    1) I governi nazionali hanno potuto operare in un determinato modo perché sostenuti dalle classi dirigenti sarde, compresi i firmatari di questo Odg (patacca);

    2) Le dolose responsabilità dei governi nazionali sono ampiamente compensate da quelle dei governi regionali, primo tra tutti, quello tutt’ora in sella che i principali proponenti dell’Ordine del giorno si guardano bene dal disarcionare.

    Per quanto riguarda il dibattito a sinistra, il vero punto politico è aver dato sponda proprio alle forze politiche maggiormente responsabili del disastro sardo che, incuranti del proprio fallimento, cercano ora di scaricare le loro responsabilità sul governo nazionale e su rapporti di forza (Stato-Regione) fino a oggi sostenuti. Il discorso sarebbe stato diverso se i proponenti della maggioranza avessero legato all’ordine del giorno alcuni atti politici in grado di aprire realmente una vertenza durissima Stato-Regione: 1) staccare la spina al Governo Cappellacci; 2) dimettersi dai ruoli in Giunta e nelle Commissioni; 3) proporre le dimissioni dell’intero Consiglio regionale (e magari anche delle amministrazioni locali). Si è invece preferita la strada più semplice (quella che non fa perdere i “benefici” del ruolo istituzionale ricoperto) lasciando credere che (da questo momento!) la Regione Autonoma della Sardegna era pronta a intraprendere un percorso tanto grave da ridiscutere la propia appartenenza allo Stato italiano (nientepopodimenoche!). Detta brutalmente, mi sembra l’ennesima operazione politicista con cui si prendono per i fondelli i sardi, fare come “i ladri di Pisa” del famoso adagio popolare toscano, quelli che di giorno litigano e la notte vanno insieme a rubare

    • orni corda says:

      Splendida analisi e sintesi dell’operazione politicista.
      Infatti: nessuna sostanza alla solita forma degli aspiranti e incartapecoriti barones.

      Umilmente, ringrazio.

      orni

  6. Sovjet says:

    Esatto, si entra in campagna elettorale. Ma mica solo noi qui nell’Isola, si entra tutti in campagna elettorale e le prime grandi manovre le si inzia a vedere sulla riforma del mercato del lavoro. Infatti il PD è in fibrillazione a Roma perché su questo punto si gioca i rapporti con la CGIL, che può piacere o meno, ma è l’unica organizzazione di massa seria rimasta. Non sarà certo un caso che il PDL prima con tutte le sue forze e i marimonti ora, cercano di farla fuori. Con tutti i limiti che si possono riconoscere a questa organizzazione, resta baluardo.
    E veniamo all’odg firmato dal compagno (e amico) Uras: credo che nella vita, così come nella politica, sia buona cosa dare un ordine di priorità alle cose. La priorità delle priorità, per chi non ha – come me – velleità da martire o da kamikaze (beato quel mondo che non ha bisogno di eroi…), è il “primum vivere”. Quello di cui si sono accorti il compagno Uras e gli altri firmatari è che non c’è più possibilità di manovra, non si può programmare né bene, né male, chiunque ci sia al comando, perché mancano le risorse. A questo punto, senza benzina in auto, che guidi la destra o la sinistra poco conta perché si sta fermi. Ma la benzina non c’è anche per inadempienze dello Stato. È cosa sbagliata verificare nel dettaglio quanto e come lo stato sia patrigno, misurandolo magari invece che lanciare strali inutili, velleitari e a volte anche folkloristici?
    Quando gli interessi sono comuni, ci si allea: come fecero, mi si perdoni il paragone blasfemo, comunisti, cattolici, monarchici e azionisti contro il comune nemico nazifascista. Il governo Monti è ferocemente centralista e attento solo alla quadratura del bilancio, anche a costo di stracciare ogni trattato stipulato con le povere tribù di Sardegna. Il PD, invece di farsi promotore delle rivendicazioni, se ne sta imbambolato. Che aspetti anche in Sardegna un governo tecnico che gli tolga le castagne dal fuoco, come è successo a livello nazionale, quando c’era la certezza di vincere le elezioni e poi, che fare? Meglio l’aiuto dei tecnici e per una volta, che il lavoro sporco lo facesse la destra, sia pure ridipinta di grigio (che fino ad oggi le peggio cose le abbiamo fatte noi ei centrosinistra, dall’apertura al precariato, alle provarizzazioni svendita, giù giù fino ai bombardamenti dell’ex Jugoslavia a beneficio dei nostri padroni tedeschi).
    Ma non mi pare ci sia nulla si rivoluzionario in quell’odg, se non la presa d’atto che se la pecora muore non ci sarà latte, formaggio e lana per nessuno!

    • Gianni Fresu says:

      Soviet, l’esempio potrebbe anche starci, però ti ricordo che Badoglio e il re prima dell’unità con le forze antifasciste rovesciarono Mussolini. Almeno che non ci sia stato un altro “25 luglio”, di cui eventualmente non ho notizia, mi sembra che Cappellacci non sia nella prigione di Campo Imperatore, o mi sbaglio?

      • Sovjet says:

        Caro Gianni, naturalmente ogni analogia non ricalca esattamente il fatto che si intende esemplicare. Resta il fatto che ci sono situazioni, almeno a parere mio, rispetto alle quali si può anche stare in compagni di alleati insoliti. Tutto qui.
        Io credo chenin questa fase si sta con chi ha lo stesso obiettivo, se l’obiettivo è lo stesso. Ci sarà tempo per trovare punti di disaccordo (arte in cui siamo maestri anche tra noi sinistra sinistra).

    • accasioneri says:

      Allora, caro soviet, a mio modestissimo avviso, e qualora mi sia consentito, ecco come stanno le cose dal punto di vista della pseudo-sinistra sarda: siccome non abbiamo un candidato credibile per le elezioni, e col dannato nurago finiamo sempre per sbruncarci amaramente, in specie quando votiamo con l’opposizione leggine-vergogna consociativiste che aggirano costituzione, meritocrazia e buonsenso; siccome anche nel capoluogo ci sono sempre gli ambientalisti autolesionisti e rompiballe che chiedono, ahi tadannu, il rispetto degli impegni presi in campagna elettorale; siccome ci stiamo bruciando, col nostro incedere da continuist, anche l’ottimo maximeddu, allora, forse, è meglio indugiare a oltranza e murigare ancora un po’ con l’opposizione, stando ben attenti ad essere molto, MOLTO indulgenti con paolo, quello che per “salvare la sardegna ci vogliono, seduti intorno al sacro fuoco, IO, renato, franciscu, gavino e gavallo”. .Insomma, facciamo finta che sia tutta colpa di monti, diamo un po’ di insperata legittimazione a ugo, isoliamo il murvone (l’unico vero nostro avversario per possibili primare) e votiamo con i sovranisti oppi e diana per salvare la Nostra Amata Sarda Patria, che tanto non ci caga nessuno.
      A parte Biolchini, s’intende.

      • Sovjet says:

        Cosa vuoi che ti dica Accasioneri, se tu stesso reputi la tua opinione “modestissima”, non sarò certo io a contraddirti. Ma come si dice, a Cesare quel che è di Cesare, a Monti quel che è di Monti. Se poi tu reputi più pericoloso “Paolo, Renato e compagnia cantante attorno al fuoco sacro, liberissimo di farlo. Secondo me, già il governo tecnico è un vulnus alla sovranità popolare, Monti è chiaro rappresentante di poteri che hanno sede ben lontano dall’Italia (con una visione insopportabilmente aristrocatica del potere, siamo al clero, nobiltà e terzo stato!). Bisogna iniziare a distinguere il grande dal piccolo, altrimenti siamo nei guai!

      • E se invece fosse il PD a respingere ferocemente i sardisti verso Cappellacci perché sprovvisti di candidato e timorosi di Soru?

    • Gentile Sovjet,
      se posso permettermi, la sua argomentazione mi ricorda un “rattoppo peggiore dello strappo”.
      «Quando gli interessi sono comuni, ci si allea»
      Mah, mi piacerebbe capire quali siano gli interessi comuni: quelli di un Maninchedda che sta al governo regionale fin dall’inizio e cerca di rimanerci anche nella prossima legislatura perché non è «né di destra né di sinistra?» Quelli dell’UDC?
      Capisco che abbiate bisogno di agitarvi (e il terreno di caccia quello è: a sinistra e forse nel localismo, tutto da dimostrare) però (detto con simpatia) qualcosa di meglio dei Podatari di Mongili potevate pure trovarlo, no?
      Cordialmente

      • Sovjet says:

        Gentile Ainis,
        Il proverbio è interessante, ma credo che colga appieno. Non siamo in presenza di un buco da rattoppare, ma in assenza di tessuto. Quindi ad una fase che precede sia la scelta del rattoppo, sia quella dell’assistente sarto.
        Quando si avrà un po’ di stoffa in più sarà tempo di discutere di strappi, rattoppi e sarti. Credo che il senso della rivendicazione sia tutta qui.
        In verità il problema non sta in chi c’è, ma in chi non c’è. Mi pare che la necessità di una dorte rivendicazione nei confronti del governo ci sia tutta.

      • Gentile Sovjet,
        mi riferivo al suo intervento (per l’OdG resto convinto che sia una mossa di piccola portata e del tutto funzionale alla visibilità pre-elettorale).

        Cordialmente,

        PS – Mi pare che nel suo commento sia scappato via un “non” , ma il senso si capisce benissimo.

      • Sovjet says:

        Beh, non pensando di avere la verità in tasca forse il problema sta sia in chi c’è, sia in chi non c’è e pure in chi c’è ma fa finta e in chi non c’è ma vorrebbe… 😀

      • Gentile Sovjet,
        appunto. Per questo le dicevo che il rattoppo è peggio dello strappo. Alla fin fine si cade nelle piccole politiche pre-elettorali. Ci vorranno anche loro (si ricorda del salvagente) però non travestiamole da chissà quale strategia…
        …si galleggia se si può.
        Cordialmente,

  7. jacopofiori says:

    Qualcuno ha scritto analisi politica perfetta. MAH

    Peccato che il suo ragionamento si inceppi in un punto cruciale!
    Perchè Biolchini sostiene che Soru voglia candidarsi alla Presidenza della regione. E ammette che Soru è un cane sciolto e che non si fa mettere i piedi in testa da Roma (quindi sino a qui pare non porre ostacoli all’opportunità di una candidatura di Soru). Tuttavia sostiene che il problema sia che Soru, dato che è un Montista, non oserebbe mettersi contro il governo.
    Ed ecco la fallacia: perchè nel momento in cui Soru dovesse diventare presidente della regione, Monti non sarà più PdCM, dal momento che nel 2013 andremo a votare anche per le politiche.
    E in questo caso se vincesse lo schieramento conservatore Soru non avrebbe motivo per non opporsi.

    GIA’ QUESTO DOVREBBE BASTARE, MA NOI SIAMO BUONI E PROVIAMO A SEGUIRE BIOLCHINI SINO IN FONDO:

    Ipotizziamo che vinca lo schieramento progressista e che Soru venga a trovarsi in una situazione uguale a quella descritta da Biolchini, ovverosia in una situazione nella quale è tenuto a rapportarsi con un governo “amico” del quale magari condivide non solo il metodo ma anche il merito dell’azione. Ecco, anche nell’eventualità di una tale ipotesi, perchè mai dovremmo supporre che Soru non si opporrebbe al governo amico di Roma, se già tra il 2006 e il 2008, dimostrò di saper affrontare di petto la vertenza entrate nonostante il Paese fosse guidato da Romano Prodi?

    Sorvoliamo sull’equiparazione del dialogo sel-finti sardisti con il fatto che il PD governi insieme a UDC e PDL. Mettere nello stesso calderone un governo tecnico in una situazione di emergenza nazionale e un eventuale accordo sel-sardisti non aiuta di certo i lettori nella comprensione, anzi, crea solo un’inutile confusione

    • Dove Biochini ammette che Soru è un cane sciolto e che non si fa mettere i piedi in testa da Roma?

    • Ernesto says:

      1) chi sarebbero i “veri sardisti”? i rossomori di muledda ormai vicini allo zero assoluto? tra i pochissimi reduci moltissimi sono ex diesse che il sardismo l’hanno visto qualche volta in tv.

      2) la vertenza entrate non è chiusa. quando si discute di ciò in consiglio regionale soru è assente, come nel 90% delle sedute,e non ha fatto niente in tre anni di opposizione per riaprirla.

      3) mi risulta che la ricandidatura alle regionali, senza primarie e con mezzo pd contro, soru l’abbia ottenuta grazia a un investitura romana dopo aver acquistato l’unità.

      4) monti (o chi come lui) potrebbe durare di più. può essere passera, il gioco non cambia.

      5) l’inutile confusione la crea il pd che in molti centri al voto questa primavera andrà spaccata e farà perdere il centrosinistra.

  8. orni corda says:

    Ciccio, sono un’anti pdl, un’anti pd, un’anti politica corrotta da sempre. Dev’essere nel DNA. Ma, nella cronaca dei fatti, bisogna pur dar voce alla verità. Alla proposta di Maninchedda, pd, pdl hanno votato contro. Altro dato: erano presenti solo una trentina di Consiglieri su 80…
    Gli altri, come ben annuncia Vito, e ben abbiamo cominciato a constatare, sono già partiti (sia per la tangente, sia per l’arrosto di cui sopra).

    I Partiti sono tutti zombies che cercano di resuscitare dalla fossa che essi stessi, con il loro angolarsi in moto perpetuo a 90°, qualsiasi vento soffiasse si sono scavati volutamente ed inconsapevoli di essere canguri dal marsupio abbondante, senza calcolare che il boomerang non è un freesbee. Quando torna indietro può fare molto molto male.

    Doddore, A manca po s’indipendentzia, IRS , Sardigna Natzione e tziu Paddori, stanno a pubblicare di grandi convergenze, ma non pare abbian fatto la revisione.

    Ero di Sinistra. M’accusano ora d’essere di destra. Beh, non han capito che non c’è più nè percorso, nè segnaletica.

    E da tempo.

    Ma che percezione si ha della politica nostrana ?

    E quali grandi riscontri, potrà mai avere un proclama di sovranità sarda, laddove i contenuti si limitano a dichiarare la volontà (ohi ohi, quante volte) di “vedere chiaro” nei rapporti tra RAS e Stato ?

    Non abbiamo già visto, sentito, toccato con mano la crisi profonda del nostro popolo ?

    Perfino SEL appare alquanto confusa, se Massimino nuntiat nobis, che dall’idea originaria di NON toccare Tuvixeddu, punta ora (soci annessi e connessi) di aver avuto la strabiliante e stravanata idea di aprirlo perennemente al Pubblico, di costruirci su un Nuovo Anfiteatro (che sia il teatro dell’ultimo imperatore ?) definito, per pudicizia involontaria, Spazio Spettacoli con annessi parcheggi da brivido (ma..nelle tombe ?), parco giochi e ristoro… Tuviland ?

    Credo che Caligola ne sarebbe alquanto invidioso.

    I baretti su palafitte, stile casotto, saranno aperti a Pasqua, annuncia lieto il nostro sindaco.

    Ma la sabbia pulita, ancora, attende le promesse di ripascimento.

    Forse potremmo avere la cenere da inceneritori di Vendola ?

    E’ passato poco tempo, mi si dirà: poaretto, lasciamogli modo di pensare.

    Intanto Tiana continua a gongolare su canoa ondulante sul Molentargius, pozzo d’oro.

    Deriu inventa dialogo sulle istituzioni e continua a lasciare inascoltati i Sardi del Nuorese.

    Ma dove stiamo finendo ?

    Hai ragione,tu, Vito.

    Bisogna ben distinguere il fumus dall’arrosto.

    Ed allora muoviamoci.

    Noi Donne, i giovani del SISMA, la Scuola, i Poli Teatrali e Musicali martoriati e ridotti all’osso, la gente che non arriva neanche ad una settimana con uno stipendio, non ne può più.

    Via TUTTE le spese (ed i proclami) inutili e pagati col sangue di tutti i sardi non-amministratori.

    C’è solo un senso. Unico: votare ai referendum e votare sì, in faccia a chi ha tentato per troppo tempo, di prenderci per…

    Riscriviamo lo Statuto.

    Insieme.

    Continuo a soffrire di malgoverno e mi viene la nausea, a sentire girare la demagogia di chi soffre di sole parole e NON va in giro a cercare -e creare- empatia, impresa e nuovo indotto, con nostre risorse e nostre forze.

    • ZunkBuster says:

      Perché non ti fai assumere da Beppe Grillo per il suo blog? Il talento (qualunquistico) c’è. Magari ti sgancia 100 euro per post.

    • Neo Anderthal says:

      Maccome? Una analisi catastrofista che nemmeno la buonanima di Alfonso Luigi Marra e il signorinaggio stratiggico e poi?

      Riscriviamo lo Statuto. (?)

      Insieme. (?)

      Ma Insieme a chi? Ma come? Ma per cosa? Ma per chi?
      Coi ggiovani del SISMA e dei Poli Teatrali? Quelli per cui Zagrebelsky e Forrest Fotocopia Pili sono in scena assieme per la tessa recita -vedi il post e i commenti (cummenti?)-

      Ma dai.

      Gongoliamo sul casotto palafitto sulla cenere di Vendola con Noi Donne e Deriu -che mi ricorda il saggio coreano Ky Gah Tzè, ma questo è un altro discorso, non perdiamo il filo- fino al ripascimento pasquale e angolati a 63° centigradi, plantigradi, centrifughi callifughi, con al sabbia pilta di Doddore, che Orrore, l’orrorre l’orrrrOOOree!!!
      (nnnooo, chi sieeeeteee, non quella camicia con le maniche luuuunghe senzapolsiniiiiii….)

      Scusate, sono un familiare del Povero Neo, la sua fragile mente non ha retto, abbiamo dovuto imporgli un TSO, ora è ricoverato sotto sedativo, vi faremo sapere.

    • Stefano reloaded says:

      Ma poi… chini esti custu “Ciccio”?
      Biolchini no! Ha una leggera pancetta da quarantenne, ma dirgli “Ciccio” è troppo.
      Sarà quello di Nonna Papera?
      Boooooh!!!

      • Neo Anderthal says:

        @Stefano Re Loaded: Secondo me Ciccio è un Caligola stile casotto, aperto a Pasqua -Massimino nuntiat nobis-.
        Uno che non ne può più di lasciare inascoltati i Sardi del Nuorese, i Poli Teatrali e Musicali martoriati e ridotti all’osso, la gente che non arriva neanche ad una settimana con uno stipendio. E da tempo. Uno che voterà il senso unico, al referendum, altro che ristoro!
        Uno inconsapevole di essere canguro, ma col marsupio abbondante, che gongola su un pozzo d’oro senza calcolare che il boomerang non è un freesbee. Uno zombie goniometrico che era di sinistra e ora gli dicono che è a destra, ma forse è in alto, con lo Statuto di Tuviland, insieme con SEL confusa con Maninchedda e Buonasera Doddore (ciao sono iiioooOOooo… ammorre miiiooo…non resisteeevo piiiiuuù…pensavo a teeEeee…mi aaaAmii o nOOooo? Io di piuuù)
        Non so se mi sono capito, Ciccio! Empatia ed Indotto, questa è la segnal-etica!

        http://www.youtube.com/watch?v=MR65aHN7nyU

        Scusate, sono il medico di guardia in psichiatria, il paziente -forse è tedesco: ha un nome strano e pronuncia frasi disarticolate in un italiano stravagante- delira, forse per effetto del fumus, si è infilato nella stanza del personale e si è impadronito del PC. Considerate con indulgenza quanto ha scritto, è sotto l’effetto dell’antanicomefossetrombadelvicesindaco, un potente psicofarmaco sperimentale, ora lo leghiamo, scusate ancora…

      • Stefano reloaded says:

        E meno male che ti eri quasi pentito del commento precedente. 🙂

  9. Stefano reloaded says:

    Maninchedda sta tentando di farsi candidare Presidente della Regione.
    Sel e IdV tentano di erodere voti al PD.
    Bona pisca.

  10. Angioy says:

    Prima volevano fare il pd sardo slegato da Roma ora fanno i paladini di mafialandia.Non c’e’ niente da fare ,hanno le fette di tricolore sugli occhi

  11. Aramis says:

    Ci potrebbe essere del vero, ma lo si diceva anche per le comunali di Cagliari prima delle primarie. Erano in molti a dire che senza un accordo trasversale non si sarebbe andati da nessuna parte. Poi si è visto come è finita… Ora, tatticismi e ambizioni personali ci stanno pure, ma credo che non debba sfuggire che il Pd è stato unito contro questo pittoresco odg. Soru avrebbe forse alzato anche di più lo scontro, è vero, ma qui si parla del tentativo di molti di mimetizzarsi, e di voler fare le rivoluzioni dagli assessorati spartiti, e del favoreggiamento di altri. Che avrebbero almeno potuto barattare il loro voto con un altro odg sulle inadempienze della Regione. Comunque, ci saranno le primarie e chi avrà pane in bertula lo dimostrerà. Per ora è stato dimostrato che 31 consiglieri su 80 hanno votato per un odg fumoso. Un po’ pochi.

  12. Gianni Fresu says:

    Per Antonio Quartu,
    non capisco perché mi parli del PD? Io non ne faccio parte, ma, a parte questo, il fatto che in quel partito abbiano fatto tante cazzate legittima gli altri a farne altrettante? E cosa centra se i sardisti di Melis diedero la bandiera dei 4 mori al PCI, Berlusconi e Berlinguer per te stanno sullo stesso piano? Io penso di no e in ogni caso il partito sardista di allora non mi sembra abbia mai proposto (ma può essere che mi sbagli) ordini del giorno come questo.
    Le parole sono importanti e temo ci sia o incoscienza sul significato di quelle adoperate o, peggio, una consapevole strumentalità che però non può corrispondere a quel che sino ad oggi questi signori hanno fatto e a quel che realmente intendono fare ora. L’ordine del giorno (pataca) testualmente recita: ‎”Verifica dei rapporti di lealtà istituzionale sociale e civile con lo Stato che dovrebbero essere a fondamento della presenza e della permanenza della Regione nella Repubblica italiana”. Senza giri di parole ritengo che se la Lega avesse fatto approvare un dispositivo analogo in tanti avrebbero gridato allo scandalo. Fino a prova contraria, in un quadro costituzionale come il nostro, non è ipotizzabile alcuna verifica della “presenza e permanenza di una regione nella Repubblica italiana”. L’unità e indivisibilità della Repubblica è un principio non soggetto transazione o modifica, almeno di non voler percorrere un’altra strada, assolutamente legittima per carità, quella della secessione, tuttavia, nutro qualche naturale diffidenza sulla buona fede dei firmatari di questo ODG: se proprio dovessi dar credito a una prospettiva di quel tipo mi volgerei ad altri soggetti (Sardigna natzione, A Manca, IRS ecc. ecc.) non certo a questi signori. Mi sembra che ci sia una gran voglia di spostarsi dal palazzo che sta per crollare dopo che con tanto impegno e amore lo si è costruito (mattone per mattone) dando la responsabilità del collasso ad altri. E’ chiaro che i governi Berlusconi, Prodi e Monti hanno una buona fetta di colpevolezza, forse la gran parte, per la condizione in cui versa la nostra regione, ma questo non cancella due dati che a me sembrano dolosamente nascosti sotto il tappeto da questa operazione:
    1) I governi nazionali hanno potuto operare in un determinato modo perché sostenuti dalle classi dirigenti sarde (compresi i firmatari di questo Odg patacca);
    2) Le dolose responsabilità dei governi nazionali sono ampiamente compensate da quelle dei governi regionali, primo tra tutti quello tutt’ora in sella che i principali proponenti si guardano bene dal disarcionare.

    Il punto politico è aver dato sponda proprio alle forze politiche maggiormente responsabili del disastro sardo che, incuranti del proprio fallimento, cercano ora di scaricare le loro responsabilità sul governo nazionale e su rapporti di forza (Stato-Regione) fino a ieri sostenuti.

  13. Gabriele Ainis says:

    Gentile Biolchini,
    arrivano le elezioni e si sgomita per tirare su la testa, ciascuno in casa propria, come sempre. Vede qualche novità? Per questo non ho commentato il post precedente sullo stesso tema (la mozione di SEL&C) ma ho fatto notare al gentile Sovjet che si fa politica anche aggrappandosi a qualunque cosa galleggi, sia pure il nazionalismo da tre per due (paghi tre, prendi due) di Maninchedda. Se vuole una citazione dotta, guardi cosa mi risponde (Sovjet, non Manichedda) ricordando Carlu Martzu, l’inventore del Casu Martzu.
    Per fortuna ci sono fini notisti politici, come ad esempio l’esimio Pintore che per l’appunto si domandano perché SEL pesti a sinistra e probabilmente si rispondono leggendo il punzone di Tricottu scritto in Paleoqualcosa. Avranno studiato scienze politiche da Marzullo? Mah, magari gli risponde Yahwé in persona!
    Però ci vuole l’indipendenza, così «risolverebbe almeno questa questione».
    Quale?
    Boh…Però mi sembra un ottimo motivo, come al solito, per quanto decisamente nuovo!
    A proposito di Zunkbuster e delle sue supercazzole! (Mi spiace ma non c’è partita: Pintore batte Zunkbuster 6-0 con abbandono del campo per manifesta inferiorità. Zunk buster se ne faccia una ragione.).
    Quando si dice che si è bravi…
    Cordialmente,

    • ZunkBuster says:

      Protesterò presso il Sindacato Supercazzolari, Pintore fa concorrenza sleale 🙂 .
      Quanto al merito, ho già detto altrove come la penso: secondo me il PD si è fatto fregare un’altra volta, magari SEL è a volte un po’ disinvolta, ma se il gruppo del PD in consiglio regionale si è fatto notare solo per un’opposizione sterile e improduttiva non è poi colpa né di Luciano Uras né di Michele Piras. Sono convinto che il segretario regionale e il capogruppo del PD andrebbero licenziati per “motivi economici” (giusto per restare in tema Fornero e dintorni), invece di prendere per i fondelli la base frignando quando la maggiore iniziativa di altri fa risultare la loro inutilità.

  14. stefanchis56@yahoo.com says:

    Analisi politica perfetta. Soprattutto per quanto riguarda il Pd. Dire che sia spaccato, soprattutto a livello locale, è dir poco. E del resto gli ultimi quadretti online, autoreferenziali, dei loro dirigenti, che danno cazzotti al nulla sono più che emblematici. Basta vedere http://www.youtube.com/watch?v=qbCTBRVEOtw e http://www.youtube.com/watch?v=5uSd1XcTGyE per capire a che punto è arrivata certa gente in cerca di adozioni e poltrone, quali che esse siano. Soru starà facendo salti di gioia, se continuano così lui ha tutto da guadagnarci.

  15. Antonio Quartu says:

    Per Gianni: evidentemente tu hai più fiducia in un Pd che non ha pudore di trattare la riforma della Giustizia col Pdl. Ti devo ricordare che il Pd, ministro Parisi, ha raddoppiato l’ampiezza del Poligono di Perdas? O ti devo ricordare che il Pd, presidente Prodi, ha addebitato alla sardegna la continuità territoriale e il trasporto pubblico locale? O ti devo ricordare che, secondo i dati della Corte dei Conti, i 900 esuberi in sanità sono stati reclutati in larghissima parte nel 2008, a bocca di elezioni regionali? Quanto alla bandiera, è stata regalata anche ai segretari del Pci ai tempi di Mario Melis; meglio regalare bandiere che non fare mai una legge sul conflitto di interessi per regalare a Berlusconi l’Italia, lo stesso Berlusconi con cui si sta negoziando una vergognosa legge elettorale.

  16. Non mi capita spesso di essere tanto d’accordo con te, caro Vito, ma su questo sì: “sappiamo bene che l’indifferenza dei poteri romani alle sorti della Sardegna prescinde dall’inquilino di viale Trento”. Far finta che nello Stato italiano ci possano essere governi amici della Sardegna è una specialità dei compradores, che siano di destra, di centro o di sinistra poco importa. Non vorrei sbagliare – si può controllare, però – ma nei due anni di governo, Prodi ha bocciato più leggi del governo Soru di quante leggi del governo Cappellacci abbia bocciato il governo Berlusconi.
    L’indipendenza risolverebbe almeno questa questione, ma basterebbe mettere in discussione il rapporto Sardegna-Italia come vuole quell’ordine del giorno fra gli altri da Sel, Api, Udc, Iv.
    A proposito, tu che sai, mi dici perché il Pd se la prende con la sinistra e non con i suoi alleati di destra dell’Iv?

  17. Fenicio says:

    Ottimo intervento Vito, unico dubbio non è che la cura è peggio del male?
    Sardisti e Sel secondo me non hanno i numeri per fare ciò, ergo anche la loro è Gazzosa.

  18. Gianni Fresu says:

    Votare un ordine del giorno sull’indipendenza della Sardegna proposto dal PSd’Az (quelli che hanno regalato la bandiera dei 4 mori a Berlusconi) e con il PDL (quelli che hanno regalato la Sardegna a Berlusconi) è come firmare una petizione contro la droga con dei narcotrafficanti. Un capolavoro di “gattopardismo” degno di questa classe dirigente codina e stracciona.

    • ciccio says:

      Gianni io ti stimo 🙂

    • El buitre emilio butragueno says:

      Il problema sono i partiti: entità pulviscolari incapaci di incanalare consenso. Prova ne è il fatto che oggi non sono in grado nemmeno di favorire l’elezione di chi li rappresenta formalmente negli organismi eletti nei congressi.

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