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Sardegna Uno, vigilia di fuoco. Mazzella attacca la Fnsi, che replica: “Licenziamenti ritorsivi”. E intanto sui giornali cala il silenzio…

 

No, il clima non è dei migliori. Domani pomeriggio, lunedì 9, i rappresentanti del sindacato dei giornalisti incontreranno l’amministratore dell’emittente televisiva Sardegna Uno Giorgio Mazzella. Sul tavolo ci sono i licenziamenti di tre giornalisti (Gianni Zanata, Piersandro Pillonca e Andrea Sanjust) che l’imprenditore-banchiere ha sospeso dopo lo stop dello sciopero di tre giorni annunciato dalla redazione. Ma l’atmosfera è comunque incandescente.

Ieri la Fnsi (il sindacato unico dei giornalisti) aveva duramente attaccato Mazzella, che oggi ha replicato. E alle parole dell’editore il sindacato ha risposto (i tre comunicati li trovate alla fine del post). Insomma, il clima resta tesissimo. E Mazzella non sembra essere disposto a tornare sui suoi passi, e anzi prepara il terreno per arrivare ad una rottura, dando ovviamente la colpa al sindacato dei giornalisti, messo in contrapposizione a quello degli altri lavoratori.

La strategia è chiara. Mazzella dichiara di avere presentato proposte alternative (quali non si sa, visto che ha rifiutato l’applicazione del contratto di solidarietà), “proposte alternative serie ponderate formulate nel pieno rispetto delle norme vigenti che evidentemente la Federazione della Stampa ignora, dimostrando di essere più propizia a sterili polemiche di posizione che attenta al dramma vissuto dal personale dipendente, da essa evidentemente considerato alla stregua di un mero strumento e non già l’unico vero oggetto della tutela”.

Nei giorni scorsi Mazzella ha fatto convocare i lavoratori dell’emittente per un incontro domani mattina alle 11. Richiesta inusuale, visto che la vertenza riguarda il sindacato dei giornalisti e non si capisce cosa l’editore debba dire a tutti gli altri. L’obiettivo è ovviamente quello di spaccare il fronte sindacale e accusare i giornalisti di voler difendere i propri “privilegi”. Accusa assurda, visto che i giornalisti di Sardegna Uno hanno in questi anni rinunciato a gran parte delle opportunità offerte dal contratto (ad esempio nuove mansioni rilevanti non retribuite, drastica riduzione della maggiorazione del lavoro domenicale e festivo) e hanno fatto risparmiare un sacco di soldi a Mazzella. Ma si sa che la retorica “anticasta” ha sempre una grande presa e l’imprenditore-banchiere non esiterà ad utilizzarla.

Insomma, la situazione è difficile. E sinceramente lascia stupiti (ma neanche più di tanto) l’atteggiamento dei quotidiani sardi. A parte Sardegna 24 (che sta meritoriamente seguendo la vicenda con convinzione), l’Unione Sarda, La Nuova Sardegna e Sardegna Quotidiano stanno trattando questa vertenza con un interesse a dir poco superficiale.

È paradossale: l’ultima delle vertenze nell’ultimo paese della Sardegna trova ampio spazio sui giornali. Qui tre validissimi giornalisti vengono licenziati da un editore-banchiere, ed è il trionfo del “taglio basso”, del “riquadrino”, delle trenta righe che mettono assieme due o tre comunicati in croce. E i commenti? E le interviste? E gli approfondimenti? A parte Sardegna 24, nulla.

Scusate la brutalità, ma La Nuova Sardegna (in cui scrive il presidente del nostro Ordine professionale, Filippo Peretti) non può andare oltre il compitino stiracchiato fatto finora? Oggi ha dedicato una pagina ai… fari! E per Sardegna Uno? Un’apertura di pagina? Sembra brutto? E anche Sardegna Quotidiano, edito da una cooperativa di giornalisti, non può fare qualcosa di più? Perché i giornalisti non parlano mai dei problemi dei giornalisti? Solo per pudore? Non ci credo. Una maggiore solidarietà non guasterebbe.

Anche perché forse non si è capito quello che sta succedendo. Mazzella vuole agire al di fuori di ogni regola contrattuale, vuole imporre retribuzioni legate a improbabili criteri di produttività e sogna in maniera sfacciata di trasformare i suoi giornalisti in agenti pubblicitari occulti. Se la categoria dei giornalisti sardi non reagisce compatta adesso, quando varrà la pena di farlo?

Infine, le reazioni della politica. Dal loquacissimo presidente della Regione, Ugo Cappellacci, nessuna parola. A dimostrazione, per chi non lo avesse ancora capito, di quali appoggi goda oggi Giorgio Mazzella.

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EDITORIA: SARDEGNA 1; FNSI, GIORNALISTI NON SONO MARIONETTE (ANSA)
CAGLIARI, 7 GEN – L’Ufficio Stampa della Fnsi, con un comunicato, ha risposto duramente all’editore di Sardegna 1 che, dopo l’annuncio e la successiva sospensione del licenziamento di alcuni redattori a causa delle perdite di bilancio, si e’ detto pronto a incontrare i sindacati ma ha, nel contempo, confermato la sua posizione.
“Il signor Giorgio Antonio Mazzella – ha scritto la Fnsi – noto presidente di Banca (Credito Sardo) e editore e amministratore unico dell’emittente Sardegna1 Tv dovrebbe conoscere bene contratti, leggi e obbligazioni sociali del diritto del lavoro, nonche’ le regole della buona creanza.
Il sindacato dei giornalisti gli presentera’ nell’incontro di lunedi’ un compendio aggiornato. I lavoratori e i giornalisti della sua azienda non sono marionette, ne’ giocatori di calcio per puntate e paghe a premio. E un uomo pubblico come il Signor Mazzella non dovrebbe aver bisogno neanche di farselo ricordare”. (ANSA).

(ANSA) – CAGLIARI, 8 GEN – L’editore dell’emittente Sardegna 1, Giorgio Mazzella, passa al contrattacco dopo le accuse della Fnsi sulla vertenza della tv locale. Mazzella nella sua replica si “dissocia con fermezza e sdegno, dalle considerazioni ineleganti ed inopportune della Federazione della Stampa. Alla richiesta di una manifestazione di sensibilità, puntualmente accolta con la sospensione dei licenziamenti adottati – ricorda il proprietario della tv – la Federazione risponde irresponsabilmente con velenoso attacco personale nei confronti dell’editore puerilmente accusato di ineducazione e di scarso garbo in un contesto nel quale, pur in una situazione di estrema delicatezza per il futuro dell’emittente, l’editore ha mostrato di voler percorrere tutte le strade alternative a questa scelta dolorosa ricevendo – denuncia Mazzella – costantemente l’ostinato rifiuto da parte delle organizzazioni sindacali rispetto a qualsivoglia proposta di contenimento dei costi”. “Proposte alternative serie ponderate – aggiunge l’editore – formulate nel pieno rispetto delle norme vigenti che evidentemente la Federazione della Stampa ignora, dimostrando di essere più propizia a sterili polemiche di posizione che attenta al dramma vissuto dal personale dipendente, da essa evidentemente considerato alla stregua di un mero strumento e non già l’unico vero oggetto della tutela”. (ANSA).

COMUNICATO FNSI – 8 GENNAIO: EDITORIA: SARDEGNA 1; FNSI,IRRESPONSABILI SONO LICENZIAMENTI
“La Federazione nazionale della Stampa ha pochissime cose da dire ancora all’editore di Sardegna 1 Giorgio Mazzella. L’unico sdegno da avere in questa vicenda – ha detto la Fnsi in una nota di risposta all’editore della televisione – sono i licenziamenti ritorsivi ed ingiustificabili, a fronte di una massima disponibilità negoziale sulla base delle previsioni di legge e di contratto, comunicati ai colleghi, peraltro alla vigilia di una pausa festiva”. “Se l’editore ha una sensibilità sull’argomento – ha concluso la Fnsi – avrà modo di metterla sul tavolo sindacale dove come sempre la rappresentanza dei giornalisti avrà un comportamento leale quanto rigoroso”.

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4 Comments

  1. Pingback: A Sardegna Uno la crisi non finisce mai: “Mazzella non ci paga gli stipendi e scambia i giornalisti per esattori!” « vitobiolchini

  2. Bastiano Contro says:

    Nulla di cui stupirsi sul silenzio dell’Unione Sarda. Neppure sulle sempre più invisibili prese di posizione della Nuova Sardegna (che stanchezza questo giornale). Nessuna cattiveria Vito. Ma la legge di Pilato sembra ispirare come non mai la penna e la parola di certi giornalisti con incarichi presidenziali di primo ‘Ordine’. Forse, invece, nella redazione di Sardegna Quotidiano, qualcuno non si sdegna più di tanto per il semplice fatto che dopo il fallimento di Epolis (di cui alcuni redattori dell’attuale cooperativa furono parte fondante), la mobilitazione (pur debolissima) a sostegno dei lavoratori-giornalisti di via Trieste non produsse alcun risultato utile alla causa. E’ una mia idea ovviamente. Ma voglio dire: molti di questi ex a cui penso si sono poi proietatti su un altro progetto editoriale, senza padroni, e di tipo cooperativistico, nel tentativo di allargare il mercato dell’informazione nell’isola, e perchè no, anche di svecchiarlo. Ecco, provo dunque a immaginare: e se nelle formule televisive si sperimentassero altre strade? Un pizzico più innovative e indipendenti. Magari, che so, anche con chi, oggi, viene tagliato fuori dall’editore-banchiere di turno. Non dimenticando, soprattutto, che la rete ha dentro di se buona parte del futuro della televisione.
    Sai Vito, amaramente dico una cosa: eccetto rari esempi (il tuo ne è una prova), la solidarietà, non è un valore che fa parte della categoria dei giornalisti. La legge darwiniana in questo mondo, credo, sia la vera logica che fa da padrona.
    Un saluto solidale a tutti …A quelli belli (che forse da domani riprenderanno il loro lavoro) e a quelli Brutti (che invece continueranno a barcamenarsi nell’invisibile precariato senza che nessuno se ne accorga).

  3. AGGIORNAMENTI
    VERTENZA SARDEGNA 1: PRIMO CONFRONTO TRA LE PARTI
    (ANSA) – Cagliari, 9 GEN – E’ durato cinque ore il primo confronto sulla vertenza Sardegna 1 tra l’editore e i sindacati. Dopo l’annuncio del licenziamento di quattro giornalisti su dieci in organico, l’azienda ha sospeso il provvedimento avviando oggi il negoziato. Si profila una soluzione con il ricorso agli ammortizzatori sociali.
    Cauto ottimismo da parte dei sindacati. “I licenziamenti restano sospesi e domani ci sarà un approfondimento tecnico – afferma il segretario nazionale della FNSI Franco Siddi – ora si intravede qualche spiraglio per una soluzione non traumatica che porta a valutare meglio tutte le opportunità”.
    “Si è riaperta una trattativa – aggiunge Enzo Costa, leader della CGIL sarda – e nel dialogo si si stanno ricercando le possibili soluzioni per salvaguardare i posti di lavoro”.

  4. Stefano reloaded says:

    Ma Mazzella è, o è stato, membro della Fnsi per potersi “dissociare”, con fermezza e sdegno, dalle considerazioni del sindacato?
    Ma aundi boleus andai!?

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