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Sardegna Uno, licenziamenti sospesi. Ecco come Mazzella ha distrutto l’emittente. Ma la Banca di Credito Sardo è gestita allo stesso modo?

I licenziamenti a Sardegna Uno sono stati sospesi. Non revocati, attenzione. Ma è chiaro che la tempesta mediatica che si è abbattuta sull’editore Giorgio Mazzella, dopo l’annuncio di voler allontanare dalla redazione dell’emittente televisiva Gianni Zanata, Piersandro Pillonca e Andrea Sanjust, è stata terribile ed efficace.

Da questa vicenda Mazzella ne sta uscendo a pezzi, com’è giusto che sia. Ieri il Partito Democratico è intervenuto con decisione. Il segretario Silvio Lai ha parlato di “spregio delle regole basilari della contrattazione di categoria”.

Come se non bastasse, Mazzella si sta facendo male da solo. “O taglio o porto i libri in tribunale” è una dichiarazione agghiacciante, che fotografa in maniera inequivocabile l’incapacità mostrata a Sardegna Uno da questo celebrato imprenditore e banchiere.

Infatti le difficoltà nelle quali da anni si dibatte l’emittente sono tutte responsabilità dell’editore. Inutile evocare i disastri provocati dal digitale terrestre: la crisi di Sardegna Uno è esplosa prima. Perché Mazzella in questi sette anni di gestione della tv ha dilapidato un patrimonio importante di pubblico e di credibilità, che aveva ereditato dalla intelligente gestione RagazzoAngioni. Nel giro di pochi mesi tutto il palinsesto è stato mortificato con scelte disgraziate e senza senso, imposte d’autorità dallo stesso Mazzella.

Prima l’emittente si è liberata dei suoi pochi collaboratori, come se tutto il peso della redazione potesse essere sopportato dai giornalisti interni. A fronte di un risparmio esiguo, il risultato è stato il crollo verticale della produttività. E non certo perché i giornalisti fossero dei mandroni, ma per una evidente dinamica interna alle redazioni. Il danno provocato alla gestione della tv è stato enormemente superiore al risparmio economico. Ma questo il celebrato imprenditore non l’ha capito.

Poi Mazzella ha devastato il telegiornale, cambiandone orari e durata. Una follia. Laddove tutte le televisioni del mondo allungano la loro striscia informativa, Sardegna Uno l’ha drasticamente ridotta. Perché?

Poi Mazzella ha smantellato i punti di forza del palinsesto. L’emittente aveva “Buonasera Sardegna”, una trasmissione in grado di fare concorrenza a Sardegna Canta. Secondo voi è stata programmata in contemporanea con la celebrata trasmissione di Videolina? Forse solo per un paio di settimane. Poi è sparita.

Vogliamo ricordare “Ma però”, la trasmissione di Giacomo Mameli? Era l’unico approfondimento televisivo riguardante la politica e l’economia in Sardegna e Mameli era una vera icona televisiva. Trasmissione sospesa per volontà del giornalista perché Mazzella si era opposto alla presenza in studio dell’allora segretario regionale della Cgil, Gianpaolo Diana. L’editore pretendeva dare il suo assenso preventivo agli ospiti, e non voleva il sindacalista a parlare in studio di precariato. Giacomo Mameli (che in tv lavorava gratuitamente ma portava in dote la sponsorizzazione della Fondazione Banco di Sardegna) preferì chiudere la sua lunghissima esperienza televisiva piuttosto che sottostare alle volontà impossibili dell’editore.

Poi Mazzella ha smantellato le trasmissioni sportive, un altro punto di forza di Sardegna Uno. Senza collaboratori che vanno in giro per la Sardegna nei campi più sperduti, le trasmissioni sportive non si possono fare. Quella che era una eccellenza della televisione è stata dilapidata, in nome di ridicoli risparmi economici.

Poche mosse, tutte azzeccate e in pochi mesi la televisione è scomparsa dalle case dei sardi. Mazzella ha mortificato i giornalisti, devastato il palinsesto. Tagliando i costi in maniera barbara, il celebrato imprenditore ha azzoppato la sua stessa creatura. Ma ha evidentemente favorito la concorrente Videolina, dell’imprenditore Sergio Zuncheddu.

Spesso mi sono chiesto che cosa se ne facesse Mazzella di una televisione ormai semiclandestina come Sardegna Uno. Non lo so, forse per celebrare il suo notevole ego, per aggiornarci quotidianamente sulle sue celebrate imprese ogliastrine, o per informare i sardi delle sue benemerite azioni filantropiche (lui e la moglie sempre sticchiti in qualsiasi trasmissione, senza alcun buongusto e senso del ridicolo. Ma si sa, i ricchi amano essere celebrati).

Così Giorgio Mazzella ha distrutto Sardegna Uno: gestendo la televisione contro ogni regola e buonsenso, evitando di ascoltare i consigli di chi la televisione la faceva da anni, e mortificando una redazione e uno staff tecnico di grande qualità.

Ed ora Mazzella si permette pure di dire di essere “fortemente dispiaciuto per i licenziamenti”? Ma non si vergogna? Di che crisi parla quando negli anni la struttura commerciale di Sardegna Uno è stata più volte stravolta ed oggi può contare su appena un agente? Dov’è Sardegna Uno su internet? Com’è possibile che un’emittente regionale così importante non sia presente in rete?

Ieri i licenziamenti sono stati sospesi. Lunedì proprietà e sindacati si incontreranno per fare il punto della situazione. È chiaro che Mazzella deve revocare la sua decisione, accettare di sottoscrivere i contratti di solidarietà (così come proposto dai lavoratori), e poi sarebbe auspicabile che passasse la mano. Perché per essere editori non basta avere soldi e un discreto egocentrismo: ci vogliono anche cultura, sensibilità, consapevolezza del ruolo pubblico che si va a ricoprire, importante per la vita democratica e sociale di una comunità. Tutte qualità che Mazzella ha ampiamente dimostrato di non avere. Perché gestire una tv non è come gestire un’impresa edile.

In effetti, da qualche tempo il celebrato imprenditore sta cercando di vendere l’emittente. Ma è chiaro che le cifre che pretende (si parla di otto milioni di euro) sono fuori dalla realtà. Soprattutto perché anni di gestione dissennata hanno impoverito Sardegna Uno.

Per cui, la domanda che mi pongo è, in ultima analisi, un ‘altra: ma Mazzella gestisce la Banca di Credito Sardo del gruppo Intesa (istituto locale di cui è presidente) allo stesso modo in cui ha gestito in tutti questi anni Sardegna Uno?

Si può fare questa domanda? O no?


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10 Comments

  1. Claudio M. says:

    E certo che si può !!! Domandar è lecito risponder cortese. Secondo me non si discosta dalla gestione scellerata della Tv visti gli insuccessi registrati negli ultimi anni… Quindi mi par proprio di capire che la sua filosofia fa acqua un po dappertutto, propongo candidatura nell’ente Abbanoa, si sa mai, potrebbe far del bene…

  2. Cesss…piccolino il boomerang che gli sta tornando contro!!!! Mazzella ha distrutto SARDEGNA1 per compiacere Zunkeddu! Altro che storie!!! Se fossi Banca Intesa lo licenzierei in tronco.

  3. LUCIANO URAS, SEL
    “Niente licenziamenti nelle imprese che beneficiano di contributi o finanziamenti pubblici a qualunque titolo percepiti. Questa condizione ha un particolare valore per chi garantisce una libera informazione ai cittadini, in una difficile situazione sociale e di crisi come quella attuale.
    Non voglio entrare in una discussione sterile sul valore dei dati sull’occupazione del terzo trimestre. Se qualcuno si illude che in Sardegna l’occupazione stia crescendo è un ottimista pericoloso e non ha ancora capito nulla della attuale situazione economica e sociale che ai più, motivatamente, appare disastrosa. Invito gli ottimisti a considerare le oltre 600 vertenze industriali e di lavoro aperte e prive di soluzione, i tanti lavoratori in cassa integrazione e in mobilità, i tanti licenziati senza sussidio e il fatto che la popolazione attiva in Sardegna è tra le più basse in Italia e i Europa.
    In questa situazione è veramente incomprensibile che aziende sostenute finanziariamente da commesse e contributi pubblici a vario titolo percepiti, come quelle dell’informazione radio-televisiva procedano a licenziamenti, senza aver esperito ogni utile tentativo per la conservazione dei posti di lavoro. Questo soprattutto se si considera che i finanziamenti regionali sono condizionati al rispetto integrale dei contratti collettivi di lavoro e degli accordi sindacali. Quanto sta succedendo a Sardegna Uno preoccupa molto. Sappiamo della disponibilità e della responsabilità dimostrata da sindacati e lavoratori ad affrontare – anche tramite l’attivazione di contratti di solidarietà – il contenimento delle spese di gestione. Di questa e altre questioni dovrà occuparsi il Consiglio regionale nelle Commissioni competenti, tra cui quella Bilancio e Programmazione.
    La Regione spende per comunicazione e pubblicità istituzionale cifre significative – circa 35 milioni di euro (nel triennio 2012/2014) solo contando quelle più direttamente riferibili alla Amministrazione Centrale. Ha quindi il dovere di occuparsi del rispetto della pluralità, completezza e trasparenza dell’informazione, che in questa fase non può assolutamente essere ancora colpita. La situazione sociale nell’isola richiede l’impegno di tutti, della politica, del sindacato ma anche dell’imprenditoria sarda .

  4. Bastiano Contro says:

    FNSI… Eppur si muove! Forse, da questo caso, occorrerebbe aprire finalmente una “Questione Sarda”.. Esistono situazioni ormai insostenibili. Ricordo a tutti che la crisi di Epolis è passata inosservata nonostante lo scalpore iniziale. Nel 2006 il movimento precari avviò un duro momento di confronto. Ripartiamo da lì.

  5. EDITORIA: SARDEGNA 1; FNSI, GIORNALISTI NON SONO MARIONETTE (ANSA)
    CAGLIARI, 7 GEN – L’Ufficio Stampa della Fnsi, con un comunicato, ha risposto duramente all’editore di Sardegna 1 che, dopo l’annuncio e la successiva sospensione del licenziamento di alcuni redattori a causa delle perdite di bilancio, si e’ detto pronto a incontrare i sindacati ma ha, nel contempo, confermato la sua posizione.
    “Il signor Giorgio Antonio Mazzella – ha scritto la Fnsi – noto presidente di Banca (Credito Sardo) e editore e amministratore unico dell’emittente Sardegna1 Tv dovrebbe conoscere bene contratti, leggi e obbligazioni sociali del diritto del lavoro, nonche’ le regole della buona creanza.
    Il sindacato dei giornalisti gli presentera’ nell’incontro di lunedi’ un compendio aggiornato. I lavoratori e i giornalisti della sua azienda non sono marionette, ne’ giocatori di calcio per puntate e paghe a premio. E un uomo pubblico come il Signor Mazzella non dovrebbe aver bisogno neanche di farselo ricordare”. (ANSA).

  6. “intelligente gestione Ragazzo-Angioni.” mi sembra eccessivo, considerato che lo stesso Angioni ha creato a Ragazzo un debito pazzesco…facile gestire con i soldi degli altri sopratutto quando gli altri non controllano…
    vito…non esagerare!!!

    • Guarda, mettiamola così: a parità di “debito pazzesco” (perché anche Mazzella afferma di averlo) almeno quella era una televisione con un minimo di identità e di ricchezza di contenuti. Oggi?

      • pienamente daccordo, ma sono due realtà imparagonabili, Angioni aveva i soldi da spendere, Oggi?
        questo comunque non giustifica azioni distruttive e drastiche. Le soluzioni esistono e non ci vuole poi tanto, credo che Mazzella sia molto solo in questo, e credo che ci voglia anche rimanere….solo!!!

  7. franco says:

    Come è gestito il CIS? Volevo estinguere il mutuo e mi sono recato alla sede centrale di Cagliari, dopo 6 mesi non ricevendo risposta ho telefonato e mi hanno detto che la responsabile si era licenziata e di rivolgermi dove avevo espletato la pratica. A Sassari, idem. Prendono i dati e nessuna risposta. Dopo 3 mesi chiamo io e mi dicono di rivolgermi alla sede della provincia in cui è situato l’immobile. A quel punto, come avrebbe detto Totò, ogni limite ha la sua pazienza. Dimenticavo: avendo contratto assicurazione al momento della stipula del mutuo, non sono in possesso di una copia della suddetta. Anche per questa mi rimbalzavano da una sede all’altra

  8. tra color says:

    Vito, il tuo articolo è, come direbbe Sandro Ciotti, “da antologia”. Solo una piccola aggiunta: da tempo, la redazione di Sardegna Uno sopporta un sacrificio economico (nuove mansioni, rilevanti, non retribuite, drastica riduzione della maggiorazione del lavoro domenicale e festivo). Grazie. Saluti.

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