Cagliari

Un lettore ci scrive: “In quel corridoio dell’ospedale Macciotta, con i bambini tra reflui fognari, esche per topi, freddo e sporcizia”

Quando si parla di sanità pubblica bisogna resistere alla tentazione di buttarla subito in politica: stiamo dunque ai fatti. Quella che segue è una denuncia circostanziata di una situazione realmente insostenibile che si sta verificando da tempo alla Clinica Pediatrica di Cagliari (per tutti noi, l’ospedale Macciotta). Chi può faccia qualcosa, grazie.

***

Gentile Direttore,

mi permetto di segnalarle la situazione dell’ormai fatiscente ospedale Macciotta di Cagliari, in procinto oramai da anni di trasferirsi al Policlinico di Monserrato e dove ancora si svolgono attività riabilitative per bambini. Le inoltro delle foto di un corridoio adattato a sala di aspetto per i bambini ed i genitori, allagatosi tre settimane fa di reflui fognari.

Il problema è stato risolto la sera stessa. Il fato è che si tratta di un un vecchio  corridoio trasformato in sala d’aspetto, con un continuo via vai di homeless che si servono serve proprio del bagno intasatosi.

Le correnti d’aria d’inverno sono mortifere, i miasmi che provengono dal bagno famigerato sono insopportabili: in più è un via vai di carrelli pieni zeppi di roba perché il corridoio porta ad un deposito cucine.

Qualche mese fa un bambino mentre aspettava di poter entrare a fare attività ha toccato un’esca per topi messa lì senza avvertimento alcuno. Sappiamo che qualcuno ha spedito un fax alla Direzione Sanitaria del Servizio di Neuro Psichiatra  Infantile alcuni mesi fa per segnalare la presenza di topicida alla portata dei bambini; non hanno mai risposto, in compenso da poco è sparito il topicida.

La sporcizia impera ovunque.

Non c’è riscaldamento, tanto meno una macchina che distribuisca piccoli snacks o caffè. Tenga presente che molti bimbi e i loro genitori arrivano da fuori provincia.

Ci sono quattro sedie contate ma spesso in attesa ci sono, ad esempio, sei genitori di cui due portano spesso anche l ‘altro figlio, per un totale di 8 persone.

Due ingegneri ci hanno elencato tutte le mancanze del piano di sicurezza di quel corridoio-sala d’aspetto: assolutamente non conforme.

Circa due anni fa tutti i genitori hanno presentato una petizione al Tribunale del Malato chiedendo che si accelerasse il mitico trasferimento al Policlinico di Monserrato, e non si è concluso niente.

La ringrazio per l’attenzione accordatami.

Lettera firmata

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13 Comments

  1. Babbo di Alberto says:

    Il fatto che i cosiddetti “minori” non abbiano diritto di voto e capacità di replica rende criminale non solo ogni atto illegittimo ma anche ogni omissione da parte di chiunque (infermieri, medici, direttori, dirigenti, amministratori). Sono in realtà “minori” i veri responsabili, qualcuno dovrebbe tatuarglielo in fronte. Dovrebbero assegnare ai genitori il diritto di un voto aggiuntivo per ogni “minore” a carico: vuoi vedere che anche la politica presterebbe, a monte, maggiore attenzione alle famiglie?
    Di fronte ad una mancanza di rispetto da parte di un camice bianco di questo “ospedale”, abbiamo investito qualche ora per scrivere un documento di rimostranza con nomi e cognomi, indirizzandolao a responsabili a vari livelli di controllo. Alcuni medici hanno immediatamente risolto il problema e per giorni ci hanno chiamato dall’URP per monitorare la situazione.
    Indignamoci di più, isoliamo i cretini, troviamo il tempo e i modi di metterli alla berlina, senza dimenticare i vari livelli di responsabilità con nomi e cognomi. E senza dimenticare che – nel rispetto della loro dignità – sono lì soprattutto grazie al nostro quotidiano impegno di cittadini e di genitori.

    • Grande babbo di Alberto, grazie!
      (Di recente il Tribunale del Malato ha avviato un’inchiesta nelle strutture ospedaliere attraverso le interviste dirette dei pazienti sulla qualità della degenza, dei pasti, delle strutture, del rispetto della privacy, sul consenso informato, sul personale medico e paramedico ecc. Non so se al Macciotta l’abbiano fatto, spero di si! So per certo che al Binaghi l’indagine si è svolta la scorsa settimana)

  2. genitore says:

    cosa bisognerebbe fare? io lo so. perdonate il cinismo. ma io lo so. bisognerebbe augurare a qualche pezzo grosso lunghe degenze da macciotta. come le mie. ad esempio, la nascita di un neonato di 700 grammi, da far sopravvivere in terapia intensiva neonatale. nello squallore, nella sporcizia clamorosa di ambienti che dovrebbero essere sterili. oppure, a scelta, il ricovero di un infante in prima clinica pediatrica. ho visto con i miei occhi le blatte sotto i lettini dei bambini, sulle lenzuola, vicino alle tettarelle. le mamme che vagavano per il reparto alla ricerca di qualcosa per scaldare il latte dei bambini, o le pappe. non c’era nulla. le camere sovraffollate dove i bambini si contagiavano di tutto. bambini in dimissione che venivano ricoverati di nuovo dopo una settimana perchè si erano presi qualcosa IN REPARTO. posso raccontare di tutto.
    o forse no. voglio solo dimenticarmene.

  3. MammaTigre says:

    Sono stata ricoverata con mio figlio di 10 giorni nel reparto di Puericultura del Macciotta nel 2003 e apprendo che ancora le cose non sono cambiate.
    Struttura assolutamente inadeguata, i neonati con patologie respiratorie infettive erano mischiati con neonati che necessitavano soltanto di assistenza specializzata alla nascita che venivano contagiati e rientravano dopo qualche giorno dalla dimissione affetti da bronchiolite.
    Inaudito il sovraffollamento di culle e incubatrici nelle stanzette, il districarsi tra i cavi elettrici; l’incubo di dover lasciare il proprio neonatino la notte nelle mani di persone che, per quanto professionali e umane – chi più chi meno! – non sono la sua mamma a causa del per la reale mancanza di spazi per rannicchiarsi la notte accanto al proprio figlio. “Signora, è meglio che torni a casa a dormire, rischia di perdere il latte per lo stress” ripetevano le infermiere a tutte; un bagno sporco, guasto e fatiscente, e l’impossibilità di curare l’igiene intima, cosa fondamentale per una puerpera…
    Siamo ancora così. Alla faccia dei diritti del malato.

  4. Anonimo says:

    Vedo che dopo 27 anni, giusto a questi giorni, la situazione non è cambiata, anzi………

  5. Ho avuto la sfortuna di “soggiornare” al Macciotta per un ricovero di mia figlia quando aveva 4 giorni di vita, e spero di non doverci tornare MAI più. Non discuto competenza e umanità del personale sanitario: come in ogni contesto umano e lavorativo, si incontra un po’ di tutto, e di certo lavorare in quelle condizioni materiali non aiuta la serenità degli operatori. A quali condizioni mi riferisco? Alla sporcizia, alla mancanza di materiali, all’impossibilità di lavare un neonato che ancora non regge nemmeno la testa se non sotto un rubinetto, all’assenza di letti per far riposare le mamme (per diverse notti ho dormito su una sedia, nonostante i punti e la stanchezza del post parto). Avere il proprio cucciolo in ospedale è sempre motivo di ansia e preoccupazione, un miglioramento seppur minimo delle condizioni in cui si vive in ospedale aiuterebbe ad affrontare meglio i problemi, piccoli e grandi, cui i nostri figli talvolta vanno incontro. Le responsabilità sono molteplici e puntare il dito contro una persona in particolare sarebbe miope, ma mi chiedo se uno, uno solo di questi personaggi, abbia mai affrontato un ricovero o una lunga terapia del proprio figlio al Macciotta. Permettetemi di dubitarne

  6. Alessandro Casula says:

    Credetemi, vedere proprio figlio esercitare il diritto alla salute in un corridoio squallido su cui si aprono dei magazzini e con un bagno, che sarebbe per i pazienti, frequentato da tossici, passanti, studenti e chi ne ha più ne metta, buttati lì nonostante esista l’alternativa valida da almeno due anni a Monserrato ti umilia. Solo l’amore che un genitore ha per il proprio cucciolo da la forza per ritornarci. Mi sembra di rileggere il trattato di Anna Harendt “La banalità del male”. Tutti ti dicono: “è uno schifo, non è da paese civile!”, ma non si impegnano perchè cambi. E se li incastri alle loro responsabilità ti rispondono: “ma, io eseguo solo gli ordini…”. A sentirli capisci che un male serpeggia in tutti noi: l’indifferenza, madre di tutti i mali. Ci rende più simili alle bestie che agli uomini. A questa situazione si può opporre solo l’operosità di chi ambisce ad essere giusto. Per proprio figlio ma, soprattutto, per i figli degli altri.

  7. Si deve scrivere non solo al Direttore, ma a tutte le persone che hanno titolo gerarchicamente sia nella struttura che nella AOU Azienda Ospedaliera Universitaria – sino ad arrivare all’Assessore Regionale e poi a tutti gli organi di stampa. Basta inviare i fax, possibilmente anche a quelli della penisola, così facciamo la gara a chi gli ospedali li ha più schifosi!!
    Il Tribunale del Malato non esiste? e l’Ordine dei Medici? …….
    Ormai abbiamo raggiunto anche il trentennale con a capo sempre la stessa persona.
    Non ci possiamo lamentare se le cose non cambiano.
    Scrivere a tutti

  8. Elisabetta Carta says:

    Non auguro a nessuna madre di percorrere quel corridoio per consegnare alle (gentilissime) infermiere del servizio cucina del Macciotta il proprio prezioso latte per un neonato ricoverato. E’ una discesa negli inferi della sanità italiana, uno squallore e una miseria materiale indicibile. Per una puerpera che faticosamente si tira il latte per il proprio bambino forse in pericolo di vita, passare di là è un’esperienza brutale.
    Ma senza dubbio va peggio a chi accompagna nella “palestra” per le attività psicomotorie bambini con disabilità, e li lascia lì – o li aspetta – nel buio, nella puzza, nella tristura infinita di quel linoleum e di quelle pareti scrostate.
    Forse i medici sono bravissimi, tra i migliori del mondo. Forse. Ma non è quello un posto dove portare i propri figli, dove affrontare i loro problemi, dove augurarsi che qualcuno li aiuti a risolverli.
    E’ una vergogna grandissima, assessore, una vergogna.

    • Precisando che condivido i giudizi, perchè: “assessore”?
      Prima del succitato, credo che ci siano primari, direttori vari, rettori, etc.
      Se poi si invoca l’assessore come “vertice”, rivolgiamoci direttamente al presidente:
      “caro Ugo, ma questi, dalla RAS, ricevono dei soldi?…”

      • Elisabetta Carta says:

        Ha ragione, il mio era un appello frettoloso. Esiste il direttore generale dell’AOU che meriterebbe di essere chiamato seriamente in causa. Però è ovvio: anche l’Assessore regionale proprio indifferente al tema non dovrebbe essere.

      • Sono d’accordo ma…: sussidiarietà, quanti peccati si commettono in tuo nome!

  9. Veronica Marongiu says:

    Non ci si può credere! Proprio ieri era la giornata mondiale per i diritti dell’infanzia.

    Riporto uno stralcio dell’art.3 della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, documento bellissimo e fondamentale, che vale la pena di leggere per intero:
    Articolo 3
    1….
    2. Gli Stati parti s’impegnano ad assicurare al fanciullo la protezione e le cure necessarie al suo benessere, tenuto conto dei diritti e dei doveri dei suoi genitori, dei tutori legali o di qualsiasi altra persona legalmente responsabile di esso, e, a tal fine, prenderanno ogni misura appropriata di carattere Legislativo e amministrativo.
    3. Gli Stati parte si impegnano ad assicurare che le istituzioni, i servizi e le strutture
    responsabili della cura e della protezione dei fanciulli siano conformi ai criteri normativi
    fissati dalle autorità competenti, particolarmente nei campi della sicurezza e dell’igiene e per
    quanto concerne la consistenza e la qualificazione del loro personale nonché l’esistenza di un adeguato controllo.

    I DIRITTI DELL’INFANZIA NON TRASCURIAMOLI, MAI.
    Spero davvero che la questione “clinica Macciotta” si risolva velocemente.
    Veronica Marongiu

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