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Ascoltare tutti, mediare con tutti: ecco come il sindaco Zedda sta mettendo in crisi i poteri forti cagliaritani (e risolvendo molti problemi…)

Mi ha colpito molto leggere qualche settimana fa sull’Unione Sarda, all’indomani dell’ospitata di Massimo Zedda a Ballarò, l’opinione di uno stimato opinionista secondo cui “il sindaco non ha ancora fatto niente” (o una cosa molto simile).

Ora, certi ragionamenti vanno bene al bar, tra persone che non hanno accesso privilegiato alle fonti, che non devono informarsi di continuo, che non hanno l’obbligo di capire cosa sta succedendo in città. Peraltro i politici, per definizione “non fanno mai niente”. Quindi un giornalista che voglia farsi bello con la maggior parte dei suoi ipotetici lettori, basta che usi questa formula magica ed è a cavallo.

E’ ovvio che, a questo punto, il giudizio negativo sulla presunta immobilità della nuova amministrazione cagliaritana chiama tutti a farci una domanda secca: cosa sta facendo veramente il sindaco Zedda? Siano soddisfatti di come sta governando?

Per dare una risposta non serve fare un elenco delle cose finora fatte, perché queste sarebbero sicuramente di numero inferiore a quelle ancora da fare (e ci mancherebbe altro). Il nostro approccio deve essere diverso.

Quindi io dico la mia. A me sta colpendo molto il metodo di ascolto e di mediazione applicato a tutte le grandi questioni lasciate colpevolmente irrisolte dalle precedenti amministrazioni di centrodestra.

Ascolto e mediazione per quanto riguarda Tuvixeddu, con i lavori del parco che adesso riprenderanno dopo cinque anni.
Ascolto e mediazione con gli altri quindici sindaci dell’area vasta per non perdere i soldi per la metropolitana leggera.
Ascolto e mediazione per dare nuove regole al campo nomadi sulla 554.
Ascolto e mediazione con gli ordini professionali per iniziare a smaltire l’imponente mole di pratiche edilizie ferme negli uffici (ben 8500, alcune addirittura dagli anni ’80).
Ascolto e mediazione con tutti coloro che hanno un ruolo riguardo il traffico in viale Marconi.
Ascolto e mediazione che hanno impedito che le ruspe buttassero giù i baretti a luglio e non ad ottobre, salvando di fatto la stagione degli operatori economici.
Ascolto e mediazione con gli operatori culturali e di spettacolo (ed è di oggi la notizia che la Commissione consiliare competente, presieduta da Francesca Ghirra, incontrerà gli operatori settimanalmente).

Forse mi dimentico qualcosa, ma mi sembra che questi esempi bastino. Altro che “il sindaco non ha fatto ancora nulla”: con questo metodo secondo me la Giunta andrà molto lontano.

Ci sono poi gli effetti benefici di questo metodo. Perché ascoltare tutti vuol dire assumersi poi l’onere della sintesi politica. L’esatto contrario di quello che ha fatto e fa generalmente il centrodestra, che delega la gestione di questioni specifiche ai soggetti più forti di ogni settore. “Chi sono i costruttori più importanti? E gli imprenditori? E gli editori? E gli organizzatori di spettacoli? Assecondiamo i loro progetti e faremo il bene della città”: così ha sempre ragionato il centrodestra. E i risultati sono quelli che sono: tragici.

Ascoltare tutti vuol dire dunque dare spazio anche a chi ha idee, e quindi significa automaticamente limitare gli oligopoli e le rendite di posizione, vero ostacolo per la crescita di questa città. Infatti i poteri forti cagliaritani iniziano a restare spiazzati da questo atteggiamento. Abituati ad agire sempre da una posizione di forza, disabituati ad avere davanti un potere politico che pensa prima al bene comune e sicuramente non lo fa coincidere con quello dei privati dominanti, is amighixeddus sono in crisi.

Ma lo sono due volte: perché capiscono che, alla fine, questo metodo così pragmatico conviene anche a loro, che dalla politica hanno comunque preso molte fregature. E infatti Zedda inizia a piacere anche alle associazioni di categoria non proprio vicine alla sinistra come Confindustria.

Poi c’è un’altra cosa che mi ha colpito molto di questi primi mesi di amministrazione Zedda: sta effettivamente seguendo il programma e non sta ammorbidendo le sue posizioni per avere meno problemi con l’opposizione e con l’opinione pubblica da essa manovrata.

Ad esempio, sul parcheggio interrato di via Roma erano state dette parole inequivocabili. La Giunta sta seguendo la sua linea ed è curioso che ci sia qualcuno che ora chieda che cosa voglia fare il sindaco dopo aver bloccato il cantiere. La risposta è ovvia: niente. Bloccare il cantiere è il risultato massimo possibile, e la promessa elettorale è stata mantenuta.

Di fronte a tutte queste cose, il centrodestra vede Zedda su Ballarò e sclera. C’è da capirli: per loro il massimo della politica è finire in televisione per farci credere che va tutto bene.

E’ chiaro che anche Zedda farà le sue belle cazzate. Ma diamogli tempo, è sindaco solo da pochi mesi, e che diamine! Anche le grandi cazzate vanno pianificate con metodo. E Zedda, per fortuna, ce l’ha.

 

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32 Comments

  1. giorgi says:

    Intanto con il pensionamento di Cicero qualcosa nel sistema che si era sedimentato comincia a muoversi.
    Forza sindaco Zedda avanti così!

  2. ZunkBuster says:

    E intanto l’anatra zoppa … ma cali anatra zoppa …. a Farris e soci su ki anti donau a sa mongia zoppa (copyright Fisietto Pistis). NEEEEEEEEEEEEEEEEEH!

  3. giorgi says:

    Perchè cambino le cose in città, vorrei porre al sindaco Zedda la questione se non sia il caso di predisporre un rimescolamento dei dirigenti dei vari settori del comune.
    In modo particolare di quelli legati a filo doppio alla vecchia amministrazione, spesso messi al loro posto con concorsi costruiti ad hoc, che considerano l’ufficio come un proprio feudo personale. Ad esempio favorendo i soliti compagni di merende.

    • Io per i DIrigenti comunali sarei per un totale e assoluto spoil system.
      Hanno troppo potere per non dover essere in sintonia con la parte politica dell’Amministrazione.
      Questo perché in Italia non abbiamo una tradizione di funzionari pubblici di alto livello come, dicono, sia in Francia.
      E i peggiori in fondo non sono neppure quelli che restano fedeli all’antico padrone, almeno a quelli si riesce a prendere le misure e le contromisure, ma quelli che fanno più danni sono i voltagabbana leccaculo che fanno finta di collaborare ma poi in fondo tirano i freni o peggio sabotano le iniziative politiche.
      Se è vero che Zedda e la sua giunta sono dei “puri che vogliono solo il bene della città” (cit.) spero solo che non facciano l’errore frequente dei puri:
      essere ingenui.

      • Si. I soliti maledetti Dirigenti che vogliono ostacolare gli splendidi e inarrivabili progetti dei politici. E’ vero comandano i dirigenti in Sardegna, le leggi le fanno i dirigenti, a capo degli enti e dei vari consigli di amministrazione ci sono i dirigenti. Maledetti, maledetti….siano dannati. Io farei uno spoil sistem totale, alla aborigena: via tutti, via dirigenti e funzionari, via impiegati e uscieri, sostituiti tutti da attivisti politici. Ma non è forse già così….

      • In effetti temevo che il mio commento sarebbe stato, come dire, “esasperato” e frainteso.
        Probabilmente è colpa mia che non mi sono spiegato.
        .
        Chi mi conosce sa che ho lavorato in una pubblica amministrazione comunale e sono stato dirigente, mentre non sono mai stato nella parte “politica” dell’amministrazione.
        Poi, da quando ne sono uscito 10 anni fa, ho lavorato nel campo dei Lavori Pubblici (ingegnere libero professionista, progettista e direttore lavori) e non ho mai fatto politica attiva (come dirigente o quadro di partito, per essere chiari).
        Quello che intendevo dire, appunto da ex funzionario pubblico e da tecnico, era solo il mio parere basato sull’esperienza:
        purtroppo ho visto troppe volte progetti ed iniziative le cui impostazione ed obiettivi sono di assoluta competenza dei rappresentanti politici (ricordiamoci che sono i nostri eletti e che se non sono all’altezza è solo colpa nostra che li abbiamo votati) venire travisati e trascurati dagli uffici, spesso per ostruzionismo politico o per “delirio di onnipotenza” dei dirigenti che si sentono al di sopra delle volontà degli eletti e quindi in ultima istanza della volontà della cittadinanza (o anche per incapacità, ma questo è un altro discorso).
        Per questo sostengo che i dirigenti, che sono a capo dell’organizzazione operativa delle amministrazioni, dovrebbero essere di assoluta fiducia della parte politica e sottoposti a spoil system:
        perché non vorrei mai più sentire un politico potersi trincerare dietro la giustificazione che gli uffici non lo hanno supportato.
        Nel momento in cui anche i dirigenti fossero di scelta dei politici, questi non avrebbero più scuse sull’eventuale mal funzionamento delle amministrazioni e sul fallimento delle loro azioni politiche per mancato raggiungimento degli obiettivi.

        Che poi l’amministrazione pubblica sia stata largamente usata in passato come macchina per il consenso politico, dando lavoro a clienti ed amici, è ancora un altro discorso:
        un’altra volta parliamo dei concorsi pubblici con cui i dirigenti arrivano al loro posto …
        (e anche qui parlo per esperienza personale, non per luoghi comuni).

        Ecco perché preferirei un onesto, dichiarato e trasparente spoil system all’ipocrisia di concorsi pubblici pilotati e di funzionari pubblici che si sentono ad un tempo padroni e vittime dell’amministrazione.

        p.s.: è l’ultima volta che rispondo ad un commento anonimo.
        Preferisco avere a che fare con persone che hanno il coraggio delle loro opinioni.

      • Gentile ing. Castelli, premesso che ognuno di noi può avere mille motivi per non mettere il suo nome e cognome su un blog (non è, a mio parere, una questione di coraggio) voglio evidenziare che quando un politico per giustificare i suoi fallimenti tira in ballo l’ostruzionismo dei dirigenti/funzionari/impiegati/protocollisti è come se ammettesse la sua inettitudine. Se non fa trottare i suoi dirigenti devo forse venire io a farli lavorare ?
        Non solo ma quello che alcuni politici chiamano ostruzionismo dei burocrati è spesso l’atteggiamento prudenti di “tecnici” che mettono in rilievo che certe cose non si possono fare, le leggi non lo permettono o sono atti inefficaci. Provvedimenti tecnicamente sbagliati. Far notare queste cose è proprio la mission dei burocrati. Senza contare che i dirigenti sono responsabili civilmente, penalmente ecc. ecc. dei procedimenti.

      • giorgi says:

        Gentile Vito, data la discussione che si è aperta sull’argomento dirigenti del comune, mi piacerebbe, sapere qual è la sua opinione in proposito.

      • Soviet says:

        Premesso che sono d’accordo con l’amico e compagno Castelli (mi tengo il nick, tanto non è segreto e lui mi concosce), non solo funzionari e dirigenti a volte attenuano, modificano, depotenziano le iniziative degli amministratori, ma voi provate a dire al muratore che vi ristruttura casa cosa deve fare! 🙂

    • ZunkBuster says:

      Quello dello spoil system è un problema serio, ma con le leggi vigenti si può fare ben poco, a meno di non combinare le mirabilie della Moratti e, molto più in piccolo, di Matteo Renzi quanto ad assunzioni spesso irregolari di dirigenti esterni, metodi da cui credo Massimo Zedda sia lontano mille miglia. E c’è il rovescio della medaglia: se poi fosse rimasto il centrodestra ed Emiglio o Pantofolas avessero avuto la possibilità di scegliersi i dirigenti a loro immagine e somiglianza, avremmo avuto poco da lamentarci dell’esistenza di dirigenti alla Ada Lai, sicuramente più efficiente della media, ma con un marchio politico da assessore più che da dirigente.
      I tempi non credo consentano di assoldare consulenti esterni. Tocca arrangiarsi con le risorse che ha la politica, a cui comunque spettano le scelte, mentre l’apparato burocratico deve rivestirle degli “orpelli” giuridici e tecnici perché vadano in porto. La vicesindaco Piras, al di là di riserve di altro genere, è sicuramente una delle persone più competenti che ci siano in Sardegna, se non una delle più competenti, in materia di diritto amministrativo. In Consiglio Comunale ci sono alcuni giovani avvocati, da Fabrizio Rodin ad Andrea Dore, che possiedono gli strumenti tecnici per prestare la dovuta attenzione a questioni complesse.

  4. Stardust says:

    Secondo me la bontà del lavoro di una giunta si vede soprattutto dagli argomenti utilizzati dall’opposizione per contrastarla.
    Per una giunta che lavora male, l’opposizione ha vita facile nel sottolinearne mancanze e inadeguatezze, errori e lacune…
    a Cagliari c’è invece un’opposizione che il massimo che riesce a trovare per contrastare Zedda è il presunto copia/incolla del programma elettorale (cosa poi smentita, ma anche fosse vera, se le cose copiate fossero positive non vedo perché non dovrebbero essere prese a esempio), e si copre di ridicolo ricorrendo al Tar per la storia dell’Anatra Zoppa, dalla cui sentenza, in ogni caso, ci perderà (sia a livello di immagine che di governabilità, perché, se il Tar dovesse darle ragione, ci si troverebbe in una situazione di ingovernabilità anche per loro) e se si andasse alle elezioni il centrodestra prenderebbe una batosta ancor più sonora…

  5. Al momento Zedda mi sembra un pò anonimo ma considerato che è da pochi mesi sindaco aspetterei per dare un giudizio oltrettuto la tutti gli assessori sono privi di esperienza qundi bisogna lasciare tempo affinchè conoscano la macchina amministrativa.
    Le comparsate in tv fanno parte di quel voler mostrare che in Italia esistono anche i politici giovani (giustamente) e non i vecchi dinosauri della politica

  6. Angelo says:

    Anch’io sono favorevolmente colpito dalle poche cose che ho avuto modo di notare riguardo l’attività di questa giunta. Biolchini ha tratteggiato in modo serio e non trionfalistico le poche ma convincenti cose che finora ha prodotto: un buon inizio fatto di ascolto e di riflessione, che probabilmente gli eviteranno di compiere alcune di quelle “inevitabili cazzate”

  7. Francesco Sechi says:

    La concertazione è uno strumento indispensabile che sembra finalmente prendere corpo nella realtà cagliaritana. Ma la concertazione e, aggiungo, la disseminazione, è solo un piccolo tassello di un più complesso processo di pianificazione e decisionale. Voglio augurarmi che la Cagliari del futuro non sia un semplice puzzle di interventi mediati. I cagliaritani hanno bisogno di conoscere i numeri che riguardano gli interventi strategici: quanto costano in termini di realizzazione e gestione, che benefici produrranno per la collettività in termini finanziari (flussi di cassa) e in termini economici (esternalità positive e negative). In sintesi occore conoscere non solo l’utilità di un intervento ma la sua convenienza nel rispetto di obiettivi che devono essere dichiarati, misurabili e misurati. Tutto è misurabile con le tecniche della pianificazione speriamo veramente che sia la volta buona.

  8. gianni de magistris says:

    Caro Vito, purtroppo per Zedda, la politica non è solo “metodo”. Si può e si deve ascoltare tutti, ma bisogna decidere da soli. Aspetto il momento delle decisioni. Che verranno e -sono pronto a scommetterci- non piaceranno alla maggioranza dei cagliaritani. Quelle che Zedda ha preso finora sono poche e di scarso impatto sulla realtà; badano più a farsi bello a sinistra (partecipare a Ballarò ha solo questo significato) che a costruire qualcosa di nuovo e utile per la città che gli è dato di governare cinque anni. Per giunta ha assunto atteggiamenti “zapatteristi” che mi accentuano l’ orchite . Lascio a te ed al Manifesto di bearvi sul nulla di un giovane sindaco, demagogo quanto basta per piacere sulle piazze..

    • ZunkBuster says:

      A dire il vero Massimo Zedda mi pare l’esatto contrario del demagogo, e questo anche quando parla in contesti, come ad esempio le feste di Rifondazione, dove se facesse il demagogo potrebbe ottenere facili applausi. Sugli atteggiamenti “zapateristi” evidentemente c’è chi al riguardo crede di avere più autorità dell’arcivescovo Mani, che ha commentato la nota vicenda del crocifisso in modo estremamente equilibrato. Per il resto, non sono solo il Manifesto e Vito Biolchini a bearsi sul nulla (ma forse ci si riferiva all’opposizione del PDL) ma ancora una grande maggioranza di cagliaritani. Se per questo c’è chi rosica, ce ne faremo una ragione …

    • Soviet says:

      Bah, apodittico e ingiusto. Apodittico perché si atteggia a profeta, ma non so da dove derivi questa capacità di previsione, nella postura dell’ipse dixit. Naturalmente l'”ipse” è riferito a se stesso. Ingiusto perché esprime valutazioni ” a prescindere”. A prescindere da una eredità pesante che Zedda ha iniziato ad affrontare nell’unico modo possibile: con il buon senso. Si decide da soli? Mi sa che il modello a cui lei si riferisce è bello che superato. E fallito pure. Non si decide nulla da soli e chi l’ha fatto non può certo vantare successi. Mi sa che la situazione è più complessa di quanto lei immagina e uomini soli al comando sono il problema e non la soluzione.
      Se poi a lei un sindaco ” gradito alle piazze” dispiace, ce ne faremo tutti una ragione.
      Sarebbe interessante capire che artificio demagogico abbia utilizzato Zedda per piacere anche ad un tipino come Emma Marcegaglia, la classica casalinga di Voghera! Magari ce lo spiega più avanti, con dovizia di esempi. Non che la simpatia del presidente degli industriali sia cosa che ci renda particolarmente orgogliosi, che noi siamo di altre simpatie, ma evidenzIa l’inconsistenza dell’ipotesi del giovane sindaco demagogo (forse è pure il caso che si riveda la definizione, che troverà di sicuro esempi più calzanti…).

    • Soviet says:

      Demagogo: “chi cerca di ottenere il favore delle masse popolari con lusinghe ed esagerate promesse”. Attendo la lista delle lusinghe e delle esagerate promesse!

    • kratamma says:

      le decisioni non è che devono per forza piacere alla maggioranza dei cagliaritani.
      c’è differenza nello scegliere per piacere e nello scegliere per trovare la strada giusta.
      spesso, a Cagliari, si è scelto la via più facile:che quasi sempre accontentava la minoranza dei cittadini (contenti perchè appartenevano a sistemi di potere) e senza che la maggioranza dei cittadini si lamentasse troppo.
      forse forse i tempi di chi guarda solo il proprio orticello stanno finendo, se la maggioranza dei cittadini ha votato un sindaco che non prometteva solo palazzi, metro sotterranee e fuffa.
      e per ora non pare proprio che si sia rimangiato le parole.

      quando le decisioni prese saranno corrette in termini di buon senso e senso di responsabilità, a voglia che i cittadini saranno contenti. tipo i baretti del Poetto? tipo l’Anfiteatro? tipo eliminazione delle auto blu?..tipo la scelta di non edificare a priori in zona Terramaini in assenza di chiarezza pianificatoria e urbansitica generale?…tipo rivedere le modalità di finanziamento delle associazioni culturali e di spettacolo, non più con affidamento diretto (e quindi , senza gara….)…………..è sicuro che su queste poche cose, subito attuabili, la gente sia disinteressata?
      quanta gente è stata contenta di vedere, in questi anni, che Floris era molto più interessato a far costruire a Santa Gilla, o a Tuvixeddu, e a fottersene del traffico, della riqualificazione dei quartieri, della valorizzazione del Poetto, per non parlare della gestione dei rifiuti.,e della sua poca influenza nei confronti del CTM per quanto riguarda il trasporto pubblico??

      poi, se lei pretende in meno di 5 mesi la metro leggera in tutta Caglairi e hinterland, piste ciclabili, rifacimento del sistema Poetto, redazione e approvazione del PUL, traffico ottimizzato, sistemazione dell’Anfiteatro. riqualificazione dei centri storici………………………be, allora doveva continuare a votare il centro destra cagliaritano per altri 20 anni, come i pochi sfigati che ancora credono che se avesse continutato a governare la destra cagliaritana finalmente tutto sarebbe cambiato….uahhh!!!!

    • Realista says:

      Sorprende lo strafalcione prodotto nel tentativo di criticare a priori: mi risulta che, nel costruirsi un serio supporto alle decisioni (vedi i criteri di DSS arcinoti nella cultura anglosassone, solo per fare un esempio illuminante…), il decision maker debba prima processare una serie di dati socioeconomici, quali quelli che possono essere desunti dai confronti con le persone di tutte le categorie lavorative e non, oltre a quelli da “bacheche istituzionali” quali quelli dell’Istat, del Formez, ecc.. Solo dopo questo lavoro, un avveduto amministratore con chiare idee politiche deciderà, stavolta si, da solo, ma solo dopo essersi costruito una quota di ragione razionale e condivisa con coloro i quali è chiamato ad amministrare. Una cosa non esclude l’altra anzi, caro DeMag, mi sa che ci vogliono appieno tutte e due: Massimino ci azzecca ancora una volta!
      Per l’orchite, che direi psicosomatica, non c’è rimedio farmacologico: potrebbe però provare a prendere in considerazione il buon operato del giovane Sindaco…

  9. Massimo Zedda sarà un ottimo sindaco perchè è un’ottima persona, che tiene fede a ciò che si prefigge, che (come dice vito) sà ascoltare e decidere autonomamente, che sà sopratutto segliere per il bene della città e non delle lobby. Io conto molto sul miglioramento della mobilità, delle piste ciclabili e i mezzi pubblici che ci permettano di arrivare al Poetto e a Molentargius senza mischiarci alle macchine e al completamento del detto ‘Caglari città turistica’. Con Zedda, son sicuro, si pori fai…

  10. ZunkBuster says:

    Non ho il piacere di leggere l’Ugnione – leggo solo Sardegna Quotidiano, e a volte non ho tempo neanche per quello – per cui ringrazio Biolchini dell’informazione. Quanto detto su “ascolto e mediazione” corrisponde esattamente, mi pare, allo stile amministrativo che Massimo Zedda si è dato: perseguire l’interesse generale e accogliere i contributi di chiunque possa aiutare a perseguirlo. Non esclusi i vari Cualbu o Palmas se sapranno uscire dalla loro ottica del “siamo solo noi”.
    Forse lo spiazzamento dei destri deriva, casomai, dal fatto che lo stile di Zedda si è, su questo punto, dimostrato profondamente diverso da quello di Soru. E’ una piacevolissima sorpresa per noi di sinistra, è una sorpresa agrodolce per quelli di destra (diciamo della destra un po’ più responsabile, dai fantoliani all’UDC, non Farris che mira solo a mettere i bastoni tra le ruote in modo goffo) che per un verso non vedono le “ghigliottine” del sindaco bolscevico che immaginavano con terrore, per altro verso sono costretti ad ammettere che, si, nonostante qualche appannamento la tradizione di buona amministrazione della migliore sinistra rinasce e si conferma in persona di un 35enne, uno che, con gli standards della politica di 20 anni fa, avrebbe faticato anche a entrare in consiglio comunale.
    Alla fine della fiera una cosa è certa: magari Enrica Puggioni non sarà una personalità di quelle dominanti, ma sicuramente si resta molto più favorevolmente impressionati dall’approccio di una come lei che da quello dell’iperuranica M. Antonietta Mongiu.

    • Quindi quelle come la Mongiu si chiamano “iperuraniche”. Grazie. In questo blog si impara sempre qualcosa di nuovo.

      • Realista says:

        Comunque si chiamino, un sesto senso consiglia l’accordo con quanto espresso da ZunkB: al netto di facili battute, il feeling trasmesso dalla Puggioni si fa sentire più rassicurante di quello gelido della precedente assessore regionale alla cultura… Oltrettutto, neanche lei era dominante, bensì dominata dal Dominus di allora!

      • Soviet says:

        Dominante o dominata non lo so, ma in quanto a presunzione dava punti anche al dominus!

  11. l’articolo è buono, peccato il finale sulle cazzate date per scontate…boh!!?

    • Soviet says:

      Credo fosse ironico… 😉

      • Neo Anderthal says:

        Ironico, e anche fatalista. In fondo chi è che non commette errori?
        Non è mai successo nella storia dei “nati da donna”.
        Diamo allora per scontato il fatto -statisticamente inevitabile- che qualche errore lo farà anche Massimo Zedda.
        È profondamente inutile e vagamente infantile pretendere che in una democrazia, e quindi in regime sia di “check and balance” che di coalizione, siano soddisfatte attese miracolistiche e capovolgimenti da un giorno all’altro di annosi modi fare, sistemi dell’esistente che hanno scavato un solco nei decenni.
        L’uscita da questo solco, il balzo necessario mi sembra che Zedda lo stia compiendo, e per giunta assicurandosi un consenso largo, con un metodo semplice -a dirsi- che è quello di giocare a carte scoperte, non avere niente da nascondere e quindi non iniziare a nascondere niente, ma proporre e condividere pubblicamente giorno per giorno.
        Alla fine si trarranno le somme, e io spero -ma ci credo, ne sono convinto- che tra le cose ben fatte, quelle iniziate e i ritardi e gli errori eventuali il totale sarà molto positivo, e non solo e semplicemente perché fare peggio dei predecessori sarebbe stato difficile.

  12. kratamma says:

    A me, inoltre, è piaciuto il modo con cui si stanno affrontando i trasporti….oltre la metropolitana, penso al semaforo di Is Corrias…penso ai tavoli di discussione su Viale Marconi….ecco, tavoli di discussione…,,,,,discussione!!……Coni mi piace, perchè è uno competente che cerca di migliorare il traffico….coivolge i portatori di interesse…..e siccome sa che non si può fare tutto in 6 mesi, ha iniziato a fare le cose fattibili con poco, in attesa delle opere strutturali.
    Non ci voleva molto.

  13. ismaele says:

    chi dipingeva zedda come un ragazzino alle prime armi dovrà ricredersi. zedda sa fare politica punto e basta, come purtroppo non sa fare più quasi nessuno. ha capito quale è il mandato che la città, anche alcune frange di centrodestra, gli ha affidato: non quella del conquistatore ma quella di un giovane ed equanime amministratore. zedda si è messo sulla strada giusta senza rinunciare alle sue idee ma esprimendole senza eccessivi sensazionalismi e trionfalismi. d’altra parte chi sa fare politica sa che proprio in politica il primo errore è voler stravincere.

  14. Su Zedda e la sua giunta mi è piaciuto il commento di una mia cara amica, funzionario in Comune e di idee politiche di partenza, diciamo così, “avverse”:
    premesso che lei si riserva comunque di prendersi un anno per poter dare un giudizio più meditato, ha detto che sinora Zedda e l’assessore con cui lei ha a che fare le sono piaciuti molto, che sono “dei signori” e, con quasi una punta di stupore, che sembrano dei “puri” che “hanno davvero a cuore gli interessi della città” e che “non sembrano andati lì per fare affari”.
    La cosa promette bene … 🙂

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