Cagliari / Sardegna

Video del Brotzu, ci scrive il primario: “Niente di irriguardoso: prima di essere diffusa, la clip ha avuto il via libera dalle associazioni dei trapiantati”

Il dibattito su “Trapiantiamoci di felicità” si arricchisce grazie a quest’intervento (inviato a questo blog) del primario del reparto di Urologia e ideatore del video, Mauro Frongia, che ringrazio per il suo contributo.   

***

Sono Mauro Frongia, l’ideatore della videoclip “diabolica” al centro della tormentosa discussione mediatica. Spero di aver contribuito a risvegliare dall’oblio le coscienze di tanti che in trent’anni di lavoro intorno ai trapianti, non ho mai visto adoperarsi con tanta energia per migliorare, cambiare suggerire o semplicemente condividere anche con una piccola azione di volontariato, i tanti problemi presenti nel mondo dei trapianti.

Naturalmente tutte le mie dichiarazioni sono totalmente prive di polemica e vanno nella direzione di un invito a riflessioni più profonde in un campo cosi delicato come quello della morte e della vita.

Caro Vito, ti ringrazio per aver dato spazio nel tuo blog, che talvolta seguo volentieri, ad un tema cosi delicato e difficilissimo da moderare. Ma veniamo al tema incriminato.

Questa videoclip l’ho ideata e realizzata (non certo con fondi pubblici) per presentarla al congresso nazionale sui trapianti di rene da noi organizzato a Cagliari la scorsa settimana.
La clip è stata trasmessa al termine dei lavori scientifici con l’intento di condividere con gli illustri partecipanti e addetti ai lavori un approccio ancora inusuale in Italia sul tema dei trapianti.

Il video vuole in parte riproporre in Italia quello che il dr. Patch Adams ha già da tempo introdotto negli ospedali americani: la terapia del sorriso.
Non contiene, grazie alla delicatezza e alla professionalità del suo regista, niente di irriguardoso o offensivo nei confronti dei familiari di coloro che con la morte hanno salvato altre vite. Nel web si sono scatenati i commenti e alcuni ci considerano insensibili, cinici, ridicoli e banali giullari.

Dal 1988 a oggi, nel mio reparto, sono stati eseguiti 772 trapianti di rene. Io personalmente ho eseguito almeno 500 di questi trapianti e ho vissuto la mia vita affianco ai pazienti condividendo il dolore dei familiari per i loro morti. Ma è giusto che si sappia che, prima della diffusione del video, personalmente mi sono premurato di sentire l’opinione delle associazioni dei trapiantati, ma ho sopratutto ritenuto opportuno
confrontarmi con l’associazione che si dedica all’assistenza dei familiari dei donatori (intitolata alla giovane donatrice Elisa Deiana).

Ringrazio di cuore il papà di Elisa per le dichiarazioni spontanee ed inequivocabili in favore della iniziativa rese oggi su l’Unione Sarda.
Inoltre aggiungo che il mio team è impegnato nel trapianto da donatore vivente che con la morte non ha nulla a che fare e dove la serenità e il buonumore, l’ottimismo e la speranza concorrono alla riuscita dell’intervento.

Le due ragazze trapiantate che hanno ballato con noi hanno avuto un percorso doloroso dopo il trapianto, con una lunga ospedalizzazione. Vederle oggi cosi serene restituite alla vita di tutti i giorni mi fa accettare serenamente gli insulti gratuiti che ho ricevuto, per fortuna, da pochissimi.

Aggiungo che la Sanità Italiana gratuita per tutti è invidiata in tutta l’Europa ed è considerata una delle migliori del mondo. Mi ha consentito di trapiantare un extracomunitario che in qualunque altro paese sarebbe morto senza una assicurazione. Dovrebbe essere coccolata da tutti: politici, giornalisti, avvocati, e invece è massacrata quotidianamente facendo aumentare la distanza tra medico e paziente; il primo perché non vuole rischiare e il secondo perché non si fida. Nel mio piccolo ho provato a ridurre questa distanza.

In conclusione, è irrilevante che il video possa piacere o meno. Importante è che ciascuno esprima liberamente i propri pensieri come nei paesi civili. Inaccettabile è invece che questo argomento sia strumentalizzato da rappresentanti della politica con un linguaggio greve e offensivo e con fini lontani dal mio mondo.

Caro Vito, ti ringrazio ancora per avermi ospitato, ma non interverrò più su questo argomento lasciando a voi i commenti.

Mauro Frongia
Direttore del Dipartimento di patologia renale e trapianto di rene
Azienda Ospedaliera Brotzu – Cagliari

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36 Comments

  1. Anonimo says:

    Kathy….io sono un medico nefrologo…ma prima di tutto figlia di un uomo che per quasi 20 anni ha fatto la dialisi ed è poi stato trapiantato proprio al Brotzu. Non avete idea dello sguardo di mio padre quando è stato chiamato per il trapianto, del dolore nel sapere che la sua nuova vita dipendeva però dalla morte di un altro….ma allo stesso tempo dalla gioia di poter finalmente BERE UN BICCHIERE D’ACQUA SENZA AVER PAURA DI PORTARE TROPPO INCREMENTO IN DIALISI!!!! A Cagliari ha trovato persone competenti….preparate…serie ma allo stesso tempo pronte a scherzare e a fare un sorriso…..Io ho deciso di fare il nefrologo proprio per questo…e vi assicuro che spesso un sorriso e una parola amica…un gesto di affetto nei confronti dei pazienti vale più di mille compresse…..mi complimento con i colleghi di Cagliari…il video è bellissimo perchè racchiude in poche immagini…la vera essenza di quello che deve essere un reparto oggi…..competenza…professionalità….e allegria da trasmettere quotidianamente al paziente….

  2. Anonimo says:

    maurizio della dialisi acuti dice:
    in 23 anni di attività in dialisi NIENTE mi ha reso più orgoglioso del mio lavoro quanto l’espressione di felicità che leggo negli occhi dei pazienti trapiantati e dei famigliari degli stessi. Trapiantiamo felicità!!!!!! è vero, ogni trapianto è segnato dalla tragicità di un altro evento ma, obiettivamente non credo che niente possa lenire la perdita di un nostro caro se non la consapevolezza che questa non sia stata invano, che ,questo evento, nella sua tragicità, abbia potuto regalare un po di vita “normale” a chi l’ha perduta. Allora, che senso ha bacchettare chi, sistematicamente si adopera per procurare questa felicità. A tutti coloro, nessuno escluso,hanno partecipato a questo filmato, medici, colleghi infermieri, oss etc vada la mia stima e ammirazione e un augurio di continuare a TRAPIANTARE FELICITA’.

    • A più riprese è stato sottolineato che è ovvio quanto sia nobile l’attività di prelievo e trapianto, di quanto sia consolatorio e, se posso dirlo, assoluto e sublime l’atto di donare gli organi. Quindi dovrebbe cessare, in considerazione del tema, l’autoincensamento, la celebrazione del proprio lavoro e dunque di se stessi. Chi è intervenuto contro il video è disgustato per la trasformazione di un evento tragico in uno spensierato balletto, accompagnato da un’orribile musichetta. Provo ancora per parte mia l’imbarazzo che dovrebbero provare autori e partecipanti alla clip. Non è un giudizio sulle persone, ripeto, ma solo su una specie di micromusical assai infelice. Il mondo senza dolore non esiste e non esisterà mai. Nulla è più triste della felicità simulata.

  3. ceh, guarda quanti commenti anonimi si scrive Emanuele Sanna per applaudirsi!

  4. Monica says:

    Premetto che sono un medico e che ammiro incondizionatamente il lavoro del dott. Frongia. Per me la chiave è un’altra: il video, nel bene e nel male, è servito a parlare di trapianti? Ha stimolato gente che non è del mestiere non soltanto a esprimere una propria opinione sulla qualità del video ma anche a riflettere sull’opportunità della donazione? Se questo è successo, allora hanno fatto bene a fare il video, bello o brutto che sia, e a farlo girare. Diceva Machiavelli che il fine giustifica i mezzi e io penso che non ci sia un fine migliore del salvare più vite umane possibile. Sono una donatrice iscritta all’AIDO appena compiuti i 18 anni, contro il parere di mio padre che visse la cosa come un presagio di mia morte imminente. Da allora sono passati 27 anni e sono viva e vegeta e spero di vivere ancora a lungo, ma se questo non dovesse succedere vorrei che quello che di mio fosse possibile trapiantare venga trapiantato. Mi chiedo sempre come si possa sentire una persona in attesa di trapianto sapendo che le sue speranze di vita sono legate nella maggior parte dei casi alla morte di un’altra persona. Ma mi chiedo anche come ci si possa sentire dopo aver opposto rifiuto a un espianto sapendo che questo potrebbe portare alla morte di altre persone oltre a quella del proprio congiunto.

    • Franco Anedda says:

      Monica scrive: “Diceva Machiavelli che il fine giustifica i mezzi e io penso che non ci sia un fine migliore del salvare più vite umane possibile.”

      Ho già scritto prima che l’etica invece sostiene l’esatto contrario, senza ammettere deroghe.

      Leggere questa affermazione da chi afferma di essere medico, mi ha fatto venire i brividi alla schiena.

      Tanti medici hanno compiuto crimini immondi giustificandosi con Machiavelli.

  5. gentarrubia says:

    “Aggiungo che la Sanità Italiana gratuita per tutti è invidiata in tutta l’Europa ed è considerata una delle migliori del mondo. Mi ha consentito di trapiantare un extracomunitario che in qualunque altro paese sarebbe morto senza una assicurazione. Dovrebbe essere coccolata da tutti: politici, giornalisti, avvocati, e invece è massacrata quotidianamente facendo aumentare la distanza tra medico e paziente; il primo perché non vuole rischiare e il secondo perché non si fida. Nel mio piccolo ho provato a ridurre questa distanza.”

    per me il centro del discorso è questo.

  6. Anonimo says:

    Appoggio il commento dell’On. Emanuele Sanna: Credo che la serietà, la professionalità, l’entusiasmo e l’umanità dimostrata negli anni dal dottor Mauro Frongia, sono uniche e rare…continui cosi. Tutti i pazienti e non solo…sono con lei.
    Capo sala B.O.

  7. Anonimo says:

    Il pensiero dell’Onorevole Emanuele Sanna è perfetto “Presidente” Subito e Dott. Mauro Frongia “Santo Subito” …

  8. chissa cosa ci trovate di offensivo in questo video , forse hanno fatto centro nel cuore della gente, visto che se ne parla nel bene e nel male, e se il video puo’ aiutare il possimo dove’ il male ?

  9. Botero says:

    Da elettore di sinistra MI VERGOGNO di persone come Francesca Barracciu che ho anche votato alle europee e starò attento a NON votare MAI più!!! Ma d’altronde come si poteva pensare che una come la Barracciu potesse pensare altrimenti? Ma l’avete guardata in faccia? Sembra vivere in un perenne funerale… Così come Silvio Lai, il “giovane” segretario che sembra più vecchio di Ingrao. Che tristezza di sinistra.
    Il Brotzu è di gran lunga il miglior ospedale che abbiamo a Cagliari e dintorni. Fatevi una semplice passeggiata al Brotzu e poi al Civile, al SS. Trinità o al Marino e poi mi dite…
    W LA SANITA’ PUBBLICA!!!!

  10. Giovanni says:

    BALLIAMO ANCHE NOI SOSTENENDOLI! 🙂

    replica di Emanuele Sanna a Francesca Barracciu

    “La polemica sul video della Divisione Urologia del Brotzu di Cagliari a favore della donazione di organi sta assumendo aspetti grotteschi e politicamente disarmanti”: lo dice in una dichiarazione il pediatra Emanuele Sanna, ex assessore regionale alla Sanità. “Dispiace -aggiunge Sanna – che a capeggiare le critiche più virulente e poco ponderate ci sia la mia amica Francesca Barracciu che si è spesso contraddistinta per battaglie molto incisive in difesa dei presidi sanitari pubblici. Il video ovviamente può essere esteticamente criticato, ma usarlo come una clava per una stucchevole polemica politica o peggio ancora considerarlo un insulto alle sofferenze dei malati mi sembra – sotiene Sanna – francamente inaccettabile”. Sanna si rivolge direttamente alla Barracciu: “Cara Francesca, nel video hanno ballato trapiantati finalmente felici, medici, infermieri e familiari di donatori al solo scopo, a me sembra, di sollecitare una straordinaria mobilitazione umana e civile per sconfiggere la cultura della rassegnazione e della morte. Gli operatori sanitari che hanno ispirato e animato quello spot per la vita sono un’eccellenza e un vanto della medicina sarda. Balliamo anche noi con loro sostenendoli e – conclude Sanna – ringraziandoli assieme a tutti quelli che in ogni corsia degli ospedali sardi lavorano incessantemente per rendere più sicura e più felice la nostra vita”.

  11. Francesco Sechi says:

    Approfitto del blog e della discussione in atto per ringraziare tutti i medici che svolgono con passione il loro lavoro anche in situazioni molto difficili. Spero che la polemica di pochi non rallenti lo sviluppo della politica del sorriso negli ospedali. Andate avanti, tante persone silenziose vi sostengono.

  12. Giorgio Giardina says:

    Caro Mauro , sei stato grande e 100 anni avanti agli altri..

  13. Daniele G says:

    Mi sembra che il video sia tutt’altro che offensivo, sebbene poco riuscito stilisticamente perché prolisso e noioso. E’ riuscito pienamente, invece, nell’intento di pubblicizzare ciò che si voleva pubblicizzare: quindi, alla fine, perfetto.

  14. Biscia says:

    non credo che offenda i trapiantati, i pazienti, e tantomeno la dignità professionale degli operatori. Ma continuo a dire che un pensiero al donatore e ai suoi familiari sarebbe stato di buon gusto, giusto perchè una “piccola” parte l’hanno avuta anche loro in questo meraviglioso dono di felicità

  15. claudia says:

    Appoggio il commento di Emanuele: Credo che la serietà, la competenza e l’umanità dimostrata negli anni dal dottor Frongia, che mi onoro di conoscere da sempre, lo mettano al di sopra di questa oziosa polemica.

    Sono la figlia di un trapiantato

  16. Assicurata la buona fede all dott.Frongia, quel che stona in tanta allegria è che si è messo del tutto da parte che dietro un trapianto andato bene c’è una morte, spesso improvvisa e traumatica; ed è un peccato che a questo non si sia pensato

  17. Addetto says:

    Insomma, a tutti i pubblicitari nati che sono intervenuti in questo blog, a tutti i “dipendenti” dalle immagini senza ideazione, a tutti i semplificatori di un tema immenso come la morte e la donazione, a tutti i “creativi ospedalieri”, ricordo che informazione e pubblicità sono due cose ben diverse. La prima, l’informazione, è un dovere del sistema sanitario e rappresenta un diritto del malato. La seconda, la pubblicità, è un’attività che attiene all’economia e al mercato.

  18. Anonimo says:

    Capisco l’invidia di molti sopratutto “Politici” che non sanno fare altro che criticare a sproposito
    il video serve a sdrammatizzare la sofferenza dei malati e dei loro parenti
    Questo è il mio parere
    Viva altri video di questo tipo

    Forza ” MASH”

  19. Sarà costato poco e le intenzioni sono senz’altro buone, ma se è vero che il filmato è stato girato per la conclusione dei lavori di uno specifico convegno, lì doveva rimanere.
    Darlo in pasto a una utenza più vasta che si è persa la prima puntata, ha significato esporlo, evidentemente, alla critica di un pubblico cui non era destinato.

    E il messaggio che passa è distorto. La comunicazione appare molto “trash”.
    In alcuni tratti infastidisce più che rallegrare. Perché del paziente c’è molto poco, di Patch Adams c’è molto poco.

    Quello che passa è la visione di un carosello dove c’è gente che in reparto se la spassa a scapito della professionalità. Che non implica necessariamente la presenza di operatori sanitari in camice/divisa seri, musoni, poco umani e distanti dai pazienti, bensì un luogo dove le risorse – umane e non – sono gestite al meglio e da questo dipende moltissimo il buonumore di tutti.

    Il contesto in cui si svolge (seppur in un sistema di sanità pubblica in cui il paziente ha diritto alle cure invidiabile in altri Paesi) è quello di una sanità regionale in seria difficoltà e i pazienti hanno ben poco da star allegri.

    Ecco il perché delle polemiche, al di là delle prese di posizione di parte politica (chiaro che ora si può cavalcare l’onda e il filmato potrebbe divenire facile preda di strumentalizzazioni).

    Personalmente non credo che lo scopo del filmato fosse quello di far parlare di trapianti a tutti i costi, questo è piuttosto un effetto collaterale che, con tutta probabilità, non era stato preventivato.

    Ripeto, i propositi saranno senz’altro stati buoni ma rifletterei sulle mancanze e sulla fruizione di un messaggio proposto a un pubblico più vasto di quello delle sale convegni.

    Ahimè, questa è l’era della comunicazione dove paradossalmente non si comunica…

  20. Per come vedo io i simbolismi degli spot, sarebbe stato meglio che all’inizio ci fosse stata una parte drammatica, con le immagini di un intervento. Dopo la riuscita di esso, magari, tutti in festa. Senza voler offendere nessuno, ma così mi sembra piu’ “Casa della libertà, facciamo un po’ come ci pare” (per parafrasare Guzzanti). Ricordate che uno spot del genere potrebbe (e già è) essere indirizzato ad una forma mentis di massa. Così non si capisce che si deve sensibilizzare i trapianti, sembra più “entrate in ospedale, non abbiate paura, siamo tutti felici e festosi”. O peggio ancora “Là! Invecciasa de traballai, fainti faesta”. Bisognerebbe, ogni tanto, ragionare col punto di vista di chi è un tantino ignorantello! Ciao

  21. Davide Cao says:

    Salve,ho apprezzato subito il video durante il TG, non ho aspettato i commenti dei vari giornalisti però vi posso garantire che per me è stata lampante la “giusta intenzione” da parte degli Operatori del reparto Urologia…..Complimenti.!
    Davide (caposala ghilarza).

  22. Anonimo says:

    Dal fatto quotidiano:

    “Caro Pd, cantando, ballando, che male ti fò? ”
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/09/caro-pd-cantando-ballando-che-male-ti-fo/162634/

    • Riccardo Plaisant says:

      Non capisco le critiche espresse dal consigliere Barracciu e riportate nell’articolo del Fatto linkato qui sopra. Critiche di questo tipo, di questi tempi, sono oggettivamente fuori luogo.
      Il video, come qualcuno ha già indicato, è al massimo troppo lungo e non troppo chiaro rispetto al concetto (molto delicato) che vuole esprimere.
      Però a tante critiche non è seguita nessuna idea su come dovrebbe essere fatto un video di questo tipo per sensibilizzare l’opinione a un argomento così delicato.

  23. Ginetto says:

    Il video non può offendere nessuno, casomai annoia, troppo lungo, e il messaggio risulta incomprensibile, specie per chi gli ospedali li ha frequentati e tutto ci ha trovato tranne che allegria. Professionalità, umanità ma non certo allegria. E spesso, purtroppo, neppure cortesia. Cosa ci possa essere di allegro in un trapianto poi non riesco a capirlo.

    • Al mio ragazzo ha ridato una vita dopo nove dico nove mesi trascorsi in ospedale di cui sei a Milano ..mesi in cui ti sembrava di uscire fuori di testa, mesi in cui temevi un repentino aggravamento che avrebbe reso vana questa attesa (cosa che peraltro è successa ad una sua amica che purtroppo ora non c’è più ) ..ti posso assicurare che un trapianto ti ridà l’allegria, leggerezza, vita. Non nascondendo tutte le paure e incertezze con cui devi continuare a convivere. Impagabile vedere il mio ragazzo a meno di due settimane dall’operazione fare lo scemo in corsia per strapparmi un sorriso.

    • Allegro in un trapianto? una vita che rinasce…da una tragedia certo…ma un’altra vita rinasce..chi riceve un organo sarà sempre grato al donatore, non passerà giorno in cui un pensiero non vada al suo salvatore. Ancora non ci trovi niente di allegro? Forse allora ti piaceranno di più i trapianti da donatore vivente..ma sempre di trapianto si tratta!!!

  24. Alba Rosa Galleri says:

    Quello che voleva essere lo strumento per sensibilizzare alla donazione si è rivelato al contrario un oltraggio a tutti quei cittadini che hanno necessità di cure mediche in ospedali come quelli coi quali dobbiamo fare i conti in Sardegna e non solo!

  25. Davide says:

    Si sta parlando tantissimo di trapianti, numeri, statistiche, donazioni!obiettivo raggiunto e, magari anche la mente si sta aprendo un pò di piu!complimenti

  26. Emanuele says:

    Credo che la serietà, la competenza e l’umanità dimostrata negli anni dal dottor Frongia, che mi onoro di conoscere da sempre, lo mettano al di sopra di questa oziosa polemica.

  27. Marisa says:

    tutti i media ne stanno parlando di questo filmato, non solo in Sardegna.
    Tg3 e tg2 nazionali hanno dato ampio spazio.
    Perciò per via dei commenti è diventato un caso nazionale, dunque si è raggiunto lo scopo perchè di trapianti si parli…..Poi ognuno ha la sua opinione, come giusto che sia.

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