Politica / Sardegna

Sale, Sedda e Demuru confezionano il suicidio di Irs: ecco cosa succede quando non si sa gestire il dissenso interno ad un partito e un leader storico non sopporta di finire in minoranza

Erano settimane che Irs scricchiolava ed ora è crollato. Miseramente, stupidamente, vergognosamente. Sarebbe molto più semplice mandarli affanculo tutti (Ornella Demuru, Gavino Sale, Franciscu Sedda, Michela Murgia e tutti gli altri) per il pessimo spettacolo che hanno dato nei giorni scorsi e anche oggi, quando in due conferenze stampa contrapposte si sono espulsi vicendevolmente da un partito che non si sa più di chi sia, ma che sicuramente non esiste più, destinato com’è ad una incredibile scissione. Che delusione.

Sarebbe facile, dicevo, chiudere tutto con un insulto, ma il ragionamento deve prevalere sullo sfogo, e allora ragioniamo. Non è semplice, perché molti elementi della contesa tra Sale e l’attuale dirigenza DemuruSedda al momento ci sfuggono: le organizzazioni politiche sono strutture complesse, dove testa e cuore interagiscono in maniera non sempre lineare. Per cui ragioniamo con quello che sappiamo.

Sappiamo certamente che la crisi tra le due anime del partito era in atto da anni. Anche nei mesi scorsi, Gavino Sale era stato invitato addirittura a farsi da parte, a costituire una sua associazione che si sarebbe poi dovuta federare con Irs. A me questa sembra la cosa più assurda: in ogni movimento politico che cresce, c’è una maggioranza e una minoranza. Sale era minoranza, dunque in una posizione più debole rispetto a quella della dirigenza. Perché lavorare perché lasciasse? Perché non gestire il dissenso, così come avviene il tutte le organizzazioni politiche del mondo, anziché provare a debellarlo? Un partito senza dissenso si trasforma in una setta. E le sétte non fanno politica.

Ma poi perché Sale doveva lasciare Irs? Per quale motivo? Solo perché non condivideva l’azione politica della dirigenza, o anche la sabotava? Ma questa è la politica, ragazzi! O pensate che sia tutto rose e fiori, “io ho ragione e tu hai torto”, “io ho più voti di te e tu fai quello che dico io”? E questo è un motivo sufficiente per augurarsi che un leader storico e carismatico sia indotto a lasciare il partito che lui più di altri ha incarnato? Questa è pura follia. Immaginare che Irs potesse andare avanti senza Sale è stato un atto di grave presunzione politica che forse soddisfa i suoi giovani (e inesperti) dirigenti ma che sicuramente danneggia il partito e i suoi elettori.

Infatti, ora che Sale ha lasciato Irs (anche se al momento chi rappresenti il partito non lo si capisce), il partito è più forte o più debole di prima? Io penso più debole.

Lavorare per far sì che Sale abbandonasse il partito (al di là delle mail che lo stesso presidente ha reso note oggi) era peraltro una mossa (per quanto sciagurata) che andava gestita meglio e che invece si è ritorta contro chi l’ha pensata e che si è dimostrato incapace di reggere un contraccolpo simile. Gavino Sale è un politico vero: quando ha sentito che intorno a lui stavano chiudendo il cerchio, con un calcio lo ha spezzato.

Anche sulla vicenda del simbolo, l’attuale dirigenza porta avanti una linea inverosimile. Tutti sapevano infatti che il simbolo era di Sale. Questo può piacere o meno, ma è un dato di fatto che non può eluso o liquidato con argomentazioni infantili, tipo “il simbolo è di tutti”. Balle. La proprietà del simbolo di Irs era l’assicurazione sulla vita (politica) di Sale e lui, che ha capito che lo volevano far fuori, ha usato questa carta a suo vantaggio.

Depositare a marzo il simbolo è stato dunque un atto ostile nei confronti di Sale, un’azione scriteriata, da dilettanti della politica. O pensavano forse Demuru, Sedda e tutti gli altri che Sale avrebbe detto: “Ecco questo è il simbolo del partito, è mio, ora ve lo regalo, fate quello che volete, io sono in minoranza, mi ritiro, mi faccio la mia associazione, è stato bello conoscervi, esco da Irs”? Pura follia. Eppure è successo così.

Ma perché si è arrivati allo scontro, a questa divisione? Condivido le informazioni e le riflessioni.

Gavino Sale, leader storico, ha mal sopportato la rivoluzione che ha travolto la sua creatura. Si riconosceva a stento, lui che era (ed è) abituato a buttarsi in tutte le mischie, in una struttura organizzativa che lo costringeva a recitare una parte che non si era necessariamente scritto da sé.

Per questo la dirigenza accusava Sale di non seguire la linea decisa dalla maggioranza e in maniera democratica. Perché Gavino tendeva ad andare per la sua strada. Ed essendo un leader vero, anche se in minoranza, metteva in crisi il partito.

Qual era poi la strada di Sale? Una strada ritenuta vecchia, ancorata ad una prassi ormai superata, e comunque legata al carisma di un leader che non era più riconosciuto da tutti.

La nuova linea politica di Irs è stata indubbiamente vincente, perché ha portato aria nuova nell’indipendentismo isolano, e perché ha portato tanti voti in più alle ultime amministrative. E forse questo Gavino Sale (che appena poco più di un anno e mezzo fa era stato il candidato presidente alla Regione) se l’è vissuto male.

Però Gavino Sale ha posto anche dei problemi politici concreti. “Perché Irs è stato assente durante le manifestazioni dei pastori? Qual è la sua posizione”. Verissimo: in un intervento sulla Nuova Sardegna la coppia Demuru-Sedda si limitò a dire che c’era bisogno di “interventi strutturali”. Ma la piazza intanto restava vuota, non c’erano le bandiere con l’albero deradicato: perché?

Molta teoria poca pratica, molta testa poco istinto: per Sale quel partito non era il suo partito.

Così come forse Sale non ha sopportato la rivoluzione estetica di Irs: dirompente. Gavino ha sentito aria di salotti, lui che è uomo di campagna e non di città. Ma è innovando il proprio bagaglio ideologico e simbolico che Irs è uscito dall’anonimato ed è diventata una realtà nuova, vera, in movimento, presente finalmente anche nelle aree urbane e non solo nelle comunità dell’interno. La dirigenza Demuru-Sedda ha fatto grande Irs, consentendo al partito di esplodere dopo anni di lavoro silenzioso, portato avanti anche da Sale. Sul merito del successo però il gruppo si è diviso.

Neanche la concentrazione delle iniziative su Cagliari secondo me è piaciuta a Gavino. C’è uno scontro più profondo, una diffidenza antica tra chi sta in montagna e chi sta in pianura. E aver spostato nel capoluogo il centro politico e simbolico delle decisioni, abbandonando il pozzo sacro di Santa Cristina ha segnato una frattura ulteriore. Però puntare su Cagliari è stato, a mio avviso, vincente.

Poi c’è uno conflitto generazionale. I militanti di Irs sono giovanissimi e per loro Sale rappresenta il “vecchio” che non si fa da parte, che non accetta di prendere ordini dalla maggioranza.

La presidenza, assegnata a Sale, era stato un modo, intelligente, di dare un ruolo al leader. Ma qualcosa è andato storto. La mia amica Michela Murgia, con un intervento incendiario e vagamente sprezzante, scritto sul suo blog e poi ripreso dalla Nuova Sardegna, ha fatto capire nei giorni scorsi che per Sale non era più aria. Ecco il risultato: un partito spaccato. Cara Michela, a volte bisogna anche saper mediare e soprattutto saper valutare le conseguenze delle proprie azioni. Ora che Sale è uscito da Irs così come voi volevate, il partito è più forte o più debole? I vostri elettori sono più fiduciosi o enormemente delusi da quanto è successo?

Lo ripeto: la storia politica italiana dimostra che le organizzazioni che sono state capaci di diventare grandi hanno gestito il dissenso al loro interno in maniera intelligente, senza negarlo e senza nemmeno volerlo debellare. La dirigenza Demuru-Sedda, pur avendo i numeri dalla sua, non è riuscita invece a gestire Sale, che, piaccia o meno, rappresentava un enorme capitale per il partito.

Poi ci sono le questioni private. Lo dico chiaramente: a capo di una qualunque organizzazione non ci può essere una coppia che condivide, non solo un percorso politico, ma anche sentimentale: il sodalizio Demuru-Sedda ha creato molti disagi e fraintendimenti all’interno di Irs. Forse non c’entra nulla con la rottura consumata in questi giorni con Sale, ma di certo (a sentire molti militanti) non ha fatto bene al partito.

Così come non ha fatto bene al partito, e anzi lo ha condannato alla scissione, l’uscita di Sale che ha parlato di “golpe” e “complotto”. Sono parole pesanti, oltre le quali non c’è ritorno. Non serve a nulla ora invocare la riconciliazione, bisognava pensarci prima. Ma adesso Sale tornerà ad essere leader, fosse anche di una forza politica irrilevante, ma pur sempre un leader riconosciuto e indiscusso. Forse è l’unica cosa che desiderava veramente, chissà.

Detto questo: che delusione. Irs sembrava un modello funzionante, una struttura capace di crescere senza le tensioni e i giochi di potere che si vedono in tutti i partiti. Invece anche Irs è un partito fatto di uomini con carne e sangue. Certo è che adesso la politica sarda è molto più povera e con qualche speranza in meno.

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72 Comments

  1. Francesco Pasella says:

    L’ennesimo sogno polverizzato. Riusciremo, un giorno, ad abbattere gli steccati e smentire finalmente chi ci definì pocos, locos y mal unidos? Riusciremo, a formare un grande partito indipendentista dove si smetta di sbraitare, dove la dialettica interna non sia sinonimo di divisione, di sete di potere, di personalismi; in cui la nostra follia sia sana esuberanza, il nostro isolamento uno splendido variegato scenario, i nostri micro-continenti mondi dalla porta sempre aperta, e la nostra bassa densità di popolazione si trasformi in un alto grado di rispetto per la nostra terra? Pubblico in calce, quello che pensavo di i.r.s subito dopo le scorse elezioni amministrative provinciali.
    “In Sardegna, vedo solo una certa coerenza tra idee e azioni in un partito indipendentista, l’I.R.S del “leone” Gavino Sale, che corre senza opportunistici apparentamenti, un movimento di persone che mi appare puro e leale, combattivo e contemporaneamente non violento, pronto a manifestare a ogni vento che spiri il proprio dissenso. Un movimento, il cui leader è l’unico a parlare di poesia in una trasmissione televisiva, a dire agli artisti e ai sognatori che i sogni sono irrealizzabili solo se vogliono farcelo credere. Un uomo forse troppo puro e leale, che se dovesse (risvegliando le coscienze sopite) riuscire nel progetto di trasformare in stato la nostra nazione (come spero), forse non potrebbe convivere col nuovo ordine costituito.
    La forza indipendentista morrebbe col raggiungimento del suo stesso fine. Sento, che l’I.R.S non finirà come uno dei tanti partiti “finto indipendentisti di Stato”, con fasulli proclami bellicosi e rigurgiti occasionali per il proprio elettorato. Un movimento, quello di Sale, che ha come segretaria nazionale Ornella Demuru,una donna che rappresenta al meglio le nostre donne: con intelligenza, forza e non ultima, bellezza. Un uomo, Sale, con grandi ideali e straordinaria intelligenza e creatività, che non si farebbe corrompere dal potere. A dispetto della nostra disgregazione, delle nostre peculiarità che invece di arricchirci servono a renderci deboli e subalterni giocattoli che piegano il capo senza esprimere il proprio dissenso, contenendo il nostro orgoglio e la nostra storia, dovremmo liberarci dalle catene di chi ci considera alle scadenze elettorali. Siamo uomini, o burattini pronti ad appoggiare di volta in volta il conquistatore di turno, che ci illude con false promesse e affari, separandoci con cause che non ci appartengono per una manciata di posti di lavoro e un’infinità di tumori. Se diventassimo artefici del nostro destino e tutti gli animi indipendentisti aderissero a questo grande progetto,capiremmo finalmente che il nostro grande nemico è la nostra stessa disgregazione”.
    Devo ammettere, purtroppo, di non esser stato molto lungimirante. D’ora in poi, starò ancor più attento a non farmi illudere da un altro sogno.

  2. A. Mongili says:

    Ho capito: iRS è/era Servire il Popolo in uno dei suoi travestimenti meglio riusciti. Al posto del compagno Brandirali c’è Gavino Sale, al posto dell’Unione della Gioventà Comunista (marxista-leninista) d’Italia e di Ogniequalsiasicosa Comunista (marxista-leninista) d’Italia gli TzdA, TzdE e TzdCalichisiatcosa (ne vogliamo parlare, di questo lato gogoliano della questione?), al posto di “costruire il comunismo” tutte le loro ca++onate del tipo “costruiamo la Repùbrica de Sardigna”.
    Mi ricordo come se fosse oggi, con un compagno di scuola che credo ora faccia l’istruttore di Pilates, in via Garibaldi, negli anni ’70, correre intorno al gruppo di Servire il Popolo schierato compatto in manifestazione con quaranta sigle diverse, otto bandiere e quattro gatti al grido immortale:
    “Enver Hoxha, c’ha la minca moxha” inseguiti da furibondi militanti costruttori di comunismo (marxista-leninista). Non ho mai riflettuto sulla profondità di questo gioco da ginnasiali, per noi quattordicenni uno “scuàrtaro” all’epoca non da poco. Servire il popolo, le cunfrarias dei partiti, i gruppuscoli come iRS alla fine c’hanno tutti la minca moxha, sono politicamente impotenti. No serbint a nudda.

  3. Franco Arba says:

    Ciao Giovanni Masala,
    ti ringrazio per lo studente, ma magari … Sono un semplice impiegato. Noi sapevamo del clima ad alta tensione, ma tu pensi veramente che noi, da Bologna, avremmo potuto fare da pacieri in quella che a me sembrava una ordinaria contrapposizione di vedute all’interno dell’organizzazione? Avviene in tutte le organizzazioni e in tutte le famiglie. No, non sapevamo assolutamente della volontà di scissione di tanti dirigenti. Anzi, mi pare che solo adesso si parla di scissione, non negli ultimi mesi o negli ultimi anni.
    Il TzdA di Bologna ha iniziato a crescere negli ultimi sei mesi. Prima ci si incontrava in tre o quattro con la volontà di crescere. Una crescita che stava prendendo piede negli ultimi mesi.
    Questa crescita si è fermata o solo rallentata? Non lo so. Io, personalmente, ho ancora abbastanza energie. Penso anche alcuni dei miei compagni di viaggio. Bisogna capire, come dici tu, in quale contenitore vogliamo muoverci. E penso che la politica sia un po’ come la vita : ci sono periodi in cui si Sale e periodi in cui si scende.
    Saludi e trigu meda a tui puru.

  4. Franco Arba says:

    Ciao Vito, ho letto con interesse il tuo intervento sulla questione IRS e l’ho trovato efficace e lucido. Nonché invitante ad alcune riflessioni che vorrei condividere. Premetto che non sono abituato a parlare di fatti per sentito dire e quindi scriverò di ciò che so in prima persona e di ciò che sento nell’intimo.
    Faccio parte del TzdA Sergio Atzeni di Bologna e sono uno degli organizzatori dell’Assemblea Disterru IRS che si è tenuta sotto le due torri il 2 ottobre. Quell’assemblea è stata pensata, voluta, realizzata da un gruppo di persone che si sono conosciute tra di loro avendo come catalizzatore comune proprio l’indipendentismo di IRS. In linea orizzontale si è deciso cosa fare, cosa tralasciare, chi invitare anche secondo le personali disponibilità dei relatori. A quell’assemblea parteciparono, tra gli altri, Sedda, Demuru e Gavino Sale. Il presidente non apparve sulla locandina perché, benché invitato da tempo, diede la sua disponibilità solo due giorni prima. Quell’assemblea fu un grande “salotto” organizzato anche attraverso il web per potersi incontrare “cara a cara”, conoscersi meglio tra di noi e farci conoscere alla popolazione sarda di Bologna. Guadagnammo altri simpatizzanti che volevano far parte del nostro TzdA Sergio Atzeni e fare politica sarda, qui, dall’altra parte del Tirreno. Quell’assemblea fu un successo che ci diede la carica come Regione Disterru.
    A fine ottobre ci fu l’Assemblea Nazionale degli Attivisti dove sette responsabili dell’esecutivo rassegnarono le dimissioni in polemica con il Presidente. Io personalmente sapevo che il clima interno era ad alta tensione ma speravo si potesse arrivare ancora sani almeno alla nuova elezione dell’esecutivo, prevista per dicembre. Noi del TzdA di Bologna ci consultammo per capire il da farsi e decidemmo di andare avanti senza prendere posizione.
    Per tacciare chi ci accusava di essere una setta chiusa, assieme ad altre due associazioni sardo-bolognesi organizzammo un dibattito sulla crisi della Sardegna che ebbe luogo il 4 dicembre. Un altro bel “salotto” che ci fece guadagnare altri simpatizzanti.
    Una piccola parentesi : alcuni dei simpatizzanti, probabili futuri attivisti, che si sono avvicinati qui a Bologna fanno parte della popolazione studentesca sarda; mantengono la loro residenza in Sardegna e possono quindi far crescere il bacino elettorale di IRS. Questo per evidenziare l’importanza dei salotti intellettual-chic così tanto stigmatizzati da Gavino Sale.
    Dall’entusiasmo post-dibattito del 4 dicembre siamo tutti passati allo sgomento degli avvenimenti che sono seguiti all’intervista sulla Nuova del 5 dicembre e che sono sfociati nelle due assemblee separate di domenica 12 dicembre.
    Ho letto – come tutti – gli stralci delle e-mail che i componenti dell’esecutivo nazionale si sono scambiati per oltre un anno. Non mi sono piaciute.
    Eppure … Ho guardato la luna che il dito mi stava indicando e non mi è piaciuta, ma ho voluto riguardare il dito e ho iniziato a riflettere. C’è qualcosa che non torna e che mi puzza.
    Facciamo un passo indietro e vediamo la cronologia degli avvenimenti.
    • Per il 12 dicembre era prevista da tempo l’Assemblea Nazionale dove si sarebbero dovute presentare le candidature per il nuovo esecutivo da votare poi a fine dicembre inizio gennaio.
    • Il 25 novembre Gavino Sale invia una “convocazione straordinaria dei soci” (come da oggetto) per discutere, tra gli altri punti, del “rinnovo delle cariche interne”. Data della convocazione: 11 dicembre, il giorno prima dell’Assemblea Nazionale…
    • Il 5 dicembre appare sulle pagine della Nuova la famosa intervista sugli intellettual chic
    • Il 7 dicembre c’è la video intervista sul sito di Ventirighe in cui Gavino Sale afferma di non accettare alcuna gabbia per la sua persona, che un leader non esercita alcun potere e non si diventa leader per nomina o per votazione ….
    • L’11 dicembre lo scoop sul complotto per delegittimare Gavino Sale con le famose 6800 e-mail: un incartamento anonimo, partito dall’ufficio postale di Nuoro, contenente documentazione cartacea e un cd in un plico recapitato il 7 dicembre scorso per raccomandata postale nell’abitazione di Gavino Sale a Banari.
    • Il giorno dopo, all’assemblea di Abbasanta, attraverso uno slide-show vengono mostrate numerose frasi tratte dalle conversazioni che i 10 cospiratori hanno avuto per far fuori Gavino Sale dal movimento.
    Questi i fatti.
    Di seguito alcune riflessioni personali. In primis le 6800 email. Non so quanto spazio possano occupare su un supporto cartaceo 6800 email, ma di sicuro ci vuole tempo per leggerle tutte. Chiunque lavori in un ufficio e apre la sua casella postale al mattino preferirebbe non aver nessun messaggio: io personalmente quando ho 40 messaggi per leggerli tutti ci passo una buona mezz’ora. Ma io posso essere lento. Però 6800 email sono tante: dal 7 dicembre al 10 dicembre (se la notizia è apparsa l’11 deve essere stata data almeno il 10 sera prima della chiusura delle stampe) Gavino Sale si deve essere messo di buona lena per leggere il plico e evidenziare quelle frasi poi presentate il 12 dicembre. Buona lena in questo caso vuol dire senza mangiare e senza neanche andare a lavorare … 6800 email… È probabile che una volta scoperto di cosa si trattasse il plico si sia fatto aiutare da qualche suo sostenitore per affrontare la mole di lavoro che gli si parava di fronte. Beh, si trattava di 6800 email, da leggere, capirne il senso e … farlo proprio, personalizzarlo per poi preparare uno stralcio e uno slide show da mostrare all’assemblea del 12 dicembre. Non era un lavoro da affrontare da soli.
    Il plico anonimo. Significa che all’interno dei “cospiratori” ci deve essere stato qualcuno che pentitosi della cospirazione abbia deciso di scaricare tutte le 6800 email e inviarle a destinazione fatale.
    Io guardo il dito che mi indica la luna e quel dito mi puzza. E la sensazione è che parlare di talpa può portare i “cospiratori” a guardarsi in cagnesco e quindi dividerli ulteriormente.
    La sensazione è che il plico di 6800 email sia stata preparato nell’arco dei mesi e i vari messaggi siano stati scaricati quasi in tempo reale. Anche per un modesto hacker è facile inserirsi nella posta privata di chiunque e fare quello che vuole.
    E poi c’è la cronologia degli avvenimenti che non mi convince.
    Nella sua prima intervista Gavino Sale diceva che era disposto a fare anche dieci passi indietro per non dividere il movimento. È ancora lì. Dall’altra parte, nei “cospiratori”, c’è chi ha detto di voler abbandonare la vita politica e lo ha fatto.
    6800 e-mail …

    • interessante. 6800 e-mail…

    • Ciao Franco,

      vorrei solo precisare una cosa: tu parli di posta privata ma non dimenticare che il fantomatico sottoforum segreto non va bene farlo nel sito di iRS perché quel sito “appartiene” a tutti gli attivisti e anche a lui e ai suoi “sgherri”. Se qualcuno mi porta via le chiavi della casa in cui vivo con altre persone e vengo a sapere che mi vogliono pugnalare alle spalle allora io entro dalla finestra se permetti. E se il contratto della casa l’ho firmato io i miei coinquilini posso anche buttarli fuori. Comunque sia la gente non è interessata a queste questioni, sicuramente alcune frasi vanno viste nel contesto di una mail integrale, allora che ci lascino leggere per intero le mail incriminate e sapremo giudicare meglio se erano scherzi e se c’era dell’ironia, cose alquanto improbabili.

      Inoltre, come ho sottolineato altrove “Per quanto riguarda la violazione del sito (se c’è stata) anche io penso che sia pareggiata dal reato per la registrazione di un simbolo già registrato. D’altronde, correggetemi se sbaglio, anche il presidente e tutti gli attivisti devono avere le “chiavi” per accedere al sito. E lascerei perdere le denunce perché altrimenti seguirebbero controdenunce in una spirale infinita e incontrollabile”. http://gianfrancopintore.blogspot.com/

      Ancora tu scrivi che: “personalmente sapevo che il clima interno era ad alta tensione ma speravo si potesse arrivare ancora sani almeno alla nuova elezione dell’esecutivo, prevista per dicembre. Noi del TzdA di Bologna ci consultammo per capire il da farsi e decidemmo di andare avanti senza prendere posizione”.

      Perché invece, voi studenti sardi in continente, se eravate al correnze dei dissidi non avete preso posizione, vale a dire una posizione aperta che richiamava all’unità, che lasciasse le antipatie e l’odio da una parte, che cercasse di far ragionare e convivere le diverse anime che caratterizzavano il movimento consapevoli che un movimento politico decennale non era trasformabile in partito “democratico” in 2 giorni con tutti i problemi che comporta questo tipo di trasformazione. Tu sapevi quindi che gli tanti dirigenti volevano la scissione da mesi, forse da anni, perché allora non ti sei adoperato per fargli cambiare idea? Perché loro sono professori universitari e intellettuali affermati e tu no? Non credo, da come scrivi, che sia stato questo il motivo. Io non sapevo di questi tentativi “scissionisti” altrimenti mi sarei adoperato in questo senso perché li conoscevo e li consideravo, intellettualmente, TUTTI allo stesso livello.

      Lui è ancora lì perché diverse migliaia di sardi hanno votato lui e i suoi “sgherri” e perché
      il fiuto politico è maggiore di quello di tanti altri.

      Non credo sia il caso di litigare per queste cose. “Ognuno vada per la sua strada e si cerchi un altro contenitore” (questa frase l’ho letta pochi giorni fa nel forum di iRS e allora ho iniziato a capire qualcosa ma era troppo tardi), allora che ognuno si cerchi il proprio contenitore e chissà, forse quando occorrà e quando il vostro entusiasmo giovanile avrà assimilato il termine “diplomazia” allora si potranno fare delle alleanze elettorali ma solo quando le acque si saranno calmate.

      Saludi e trigu meda

  5. ghostwriter di Biolchini says:

    parlo di questo cara: http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-ash2/hs393.ash2/67099_135266476530203_113251955398322_214551_2351703_n.jpg

    Sulla dittatura potrebbe scriverci qualcosa il nostro ospite riguardo la barbarie di spiare per anni la posta privata, scambiarla tra compagni di merende, spararla in pubblico, evidentemente nella Sardegna Indipendente immaginata dal clan Sale tutte cose buone e giuste.

    Ma Biolchini evidentemente dorme, e allora buonanotte!

  6. ghostwriter di biolchini says:

    Gavino Sale non ha MAI riconosciuto altro se non ‘associazione dei soci fondatori, 12 persone, 6 parenti e amici di Gavino e gli altri 5 in minoranza.
    Lo dimostra il documento ormai reso pubblico che ne ha determinato l’estromissione. Ai 7 gaviniani e a tutta la corte dei miracoli che gli stava incontro della democratizzazione non gliene poteva fregar de meno, a loro bastava il movimento circolare tanto decantato dal leader.

    • docpretta says:

      malaghe la maggioranza sono io !!! voi non contate gnente!!! ah siete di più? allora vi espello così sono di nuovo maggioranza! MTGZ partito e democrazia! la democrazia la decido io as’cumprè?

    • bosa marina says:

      hei ghostwriter, ma di quale associazione di soci parli? Gavino Sale ha il consenso degli elettori sardi; mentre gli altri nel loro sporco comitato d’affari tentavano di farlo fuori, altro che democrazia, questa è dittatura!

    • amos cardia says:

      Saludi a totus.
      Est de interessu mannu sa chistioni de un’indipendentismu “modernu”, “studiau” e “de tzitadi”, chi iat a essi su de sa truma de Sedda, contras a unu “de su connotu”, “de coru” e “de bidda”, chi iat a essi su de sa truma de Sale. Ma is contus no torrant, po medas arrexonis.
      1. Medas bortas is cumpàngius de currenti de Sedda ant nau ca s’indipendentismu insoru no fiat “né di destra né di sinistra” e candu ddi amostamus ca no podiat essi si difendiant narendi “destra e sinistra sono categorie politiche italiane”. Chi permiteis, innoi “stùdiu” nci nd’est pagu o nudda.
      2. Cumenti bariedadi ofitziali de su Sardu, Sedda e is cumpàngius suus ant scioberau sa Limba Sarda Comuna, narendi chi boliant “una lingua sola” e non “due lingue, quella campidanese e quella logudorese”. A nai ca campidanesu e logudoresu funt duas lìnguas, e no duas bariedadis de sa pròpiu lìngua, bolit nai a no essi “studiaus” pròpiu po nudda.
      3. Su de bolli una bariedadi ofitziali sceti est cosa pagu moderna, ca est cosa de su connotu natzionalista de s’Otuxentus, candu su pensamentu fiat po una natzioni sceti, una lìngua sceti, una bariedadi sceti.
      4. Mancai bolendi sighiri custu connotu, su de pigai sa LSC (est a nai una bariedadi fraigada in pitzus de su logudoresu, “de monti”, “perché più conservativo”) no est cosa “moderna” e “de tzitadi” pròpiu po nudda. Is minorias linguìsticas de oi faint ofitzialis duas o prus bariedadis, e candu ndi faint una sceti pigant sa de tzitadi, cumenti su friulanu ofitziali (fatu in pitzus de sa bariedadi de Udine) e su cadelanu ofitziali (fatu in pitzus de sa bariedadi de Barcellona).

      • to! ti femu abetendi, o sa moscardia!
        fiat ora ca, de tantu si prenni sa buca de indipendèntzia, calincunu imperarat su sardu po arrexonai…
        po su ki est sa polítiga asuba de sa língua de IRS, o ‘ta tiaulu s’at a nai imoi, postu ca est berus su ki naras tui de Sedda, no mi parit ca sa postura de Sale siat mellus.
        mancai custu, est berus ca est sa primu borta ca unu movimentu indipendentista pigat votus meda in sa tzitadi e ant postu domu in Casteddu. Mi parit ca funt cosas de importu mannu e tòcat a sighiri po custu tretu.

  7. Mormaii says:

    L’unico organo che può espellere qualcuno è il voto della maggioranza degli attivisti. Se si vogliono rispettare le regole del partito approvate sempre a maggioranza lo scorso anno.

    • bosa marina says:

      Sono sicuro che se votasse la maggioranza degli attivisti votata l’anno scorso, gli scissionisti andrebbero in minoranza, ma siccome loro stessi, come hai visto dal video e dagli e-mail del forum segreto, hanno ammesso che le votazioni dell’anno scorso erano pilotate allora con questa ammissione cessa qualsiasi legittimità. Buttateli subito fuori se non volete che ne nascano nuovi infiltrati! E per quanto riguarda i 2 consiglieri provinciali votati a Oristano e a Nuoro potranno tranquillamente governare a nome della “neonata” iNS, e con tanti saluti Mormaii!

  8. ma a parte barbe e berritte, cagliari o sassari, montagna o città, di cosa si parla? quali sono i termini del conflitto? è necessario essere iniziati per capirci qualcosa?

  9. Banana says:

    o’ vito, hai radunato tutti gli indipendentisti sardi in questo post! sono sempre loro, che sciamano, litigano, si maledicono, sproloquiano di forum in blog e di sito in community… il loro tasso di attività internettiana è inversamente proporzionale al loro peso politico!

  10. un solo fatto è certo:Gavino Sale ha i voti, gli altri no. E’ l’unico eletto di Irs. Quindi è chiaro che è lui l’unico di Irs in cui la gente crede. Né Sedda né la Demuru beccano un voto. Il resto è filosofia

    • Marco P says:

      non è esatto. sono eletti pure Bussa in prov. di Nuoro e Madau in prov. di Oristano

    • bosa marina says:

      Marco, sai in occasione della prossima assemblea di attivisti, che penso sarà a Ozieri a dicembre, basta espellere dal movimento i 12 membri (o sono di più o di meno?) dell’esecutivo nazionale di irs; nei partiti tradizionali personaggi così squallidi e pericolosi per la democrazia vengono espulsi per molto meno.

      Si fonderanno il loro partitino, che pare vogliano chiamare iNS, e pace all’anima loro. I partiti sono strutture i cui vertici sono troppo lontani dalla base, ma loro O sono manovrati dall’esterno O hanno perso la testa per invidie, manie di persecuzione e di onnipotenza. Il loro linguaggio somiglia molto a quello che usa la destra italiana per delegittimare l’avversario, la cosidetta macchina del fango di cui parla Saviano e altri. Non mi sorprendere che esistessero collegamenti con alcune frange italiote populiste a là Vittorio Feltri.

      IRS, anche senza di loro, ha tanti ragazzi e ragazze altrettanto preparati quanto i Seddiani, non preoccuparti, anche noi abbiamo intellettuali, studiosi e scrittori che camminano insieme ai pastori, agli operai, ai contadini, ai disoccupati ecc.

      E torniamo ancora a Gavino Sale che è un politico molto più fine e preparato di quanto i nemici raccontino; guarda e ascolta qua:
      http://www.ventirighe.it/index.php?option=com_seyret&task=videodirectlink&Itemid=533&id=309

      • Mormaii says:

        Le email anche se abbastanza esplicite non sono prova di nulla, trattasi di processo alle intenzioni. In conversazioni private, in particolare fra amici in confidenza e affiatati, le parole, le perifrasi, e in generale le figure retoriche che si usano possono essere forti o incomprensibili all’esterno. In realtà questi presunti “complottisti” stanno spiegando tutto: le assemblee non erano pilotate: pilotato voleva dire che il candidato avversario di sale alle scorse elezioni (strafavorito) ha ritirato la propria candidatura per non creare malumori all’interno del movimento, la tessera della Demuru esiste ed è stata registrata a nuoro nel 2008, il simbolo è stato depositato con un documento che dichiara che il suo utilizzo è vincolato dall’assemblea degli attivisti e tutte le altre spiegazioni arriveranno nei prossimi giorni. Gavino Sale e i suoi hanno raccontato solo la parte che fa comodo, che è servita a far gridare allo scandalo. Un trucco molto triste. Che è stato smascherato e denota solo la malafede da chi l’ha messo in atto. Gente che farebbe di tutto per rimanere alla guida di un partito col 4%.

        L’assemblea dei fondatori che Sale ha convocato sabato 11 non è prevista dal documento organizzativo del quale in quanto presidente avrebbe dovuto esserne il garante. Di fatto scavalca ogni carica eletta democraticamente nel gennaio scorso. I coordinatori regionali (che in seguito alle dimissioni di parte dell’esecutivo SONO l’esecutivo) hanno emesso una posizione chiara (e verificabile sul sito irsardinia.net) dove si dichiara che se il sig.Gavino Sale se non avesse ritirato la suddetta assemblea sarebbe stato sfiduciato, e varie altre sanzioni. Ovviamente non ha ritirato niente, ovviamente è stato sfiduciato e inseguito alle dichiarazioni deliranti alla stampa espulso.

        Riflettiamo anche che non si tratta di due personalità che si scontrano, c’è Sale contro la stragrande maggioranza degli attivisti che non lo riconosce come leader e non l’avrebbe votato alle elezioni interne.

        Riassumendo:
        Una parte espelle Gavino secondo le regole del partito.
        Un’altra fa un processo alle intenzioni basato su email private ottenute probabilmente illegalmente e pubblicate sicuramente illegalmente (è un reato grave, si rischiano fino a 4 anni di reclusione e svariate migliaia di euro di risarcimenti)

        Una parte è un gruppo di persone (150 fra attivisti presenti e in delega a Cagliari)
        Un’altra parte è gente che sta dietro uno che si proclama Leader Assoluto ma che non avrebbe mai avuto la maggioranza alle elezioni interne, infatti non si è nemmeno candidato.

        Insomma c’è una parte che rispetta le regole, e un’altra che non rispetta ne le regole del partito ne le regole del buon senso ne la legge.

        Da una parte c’è Gavino Sale. Dall’altra c’è iRS.

  11. docpretta says:

    Spaccatura nell’Irs, Assemblea espelle Sale. Sudando…

  12. Andria says:

    alle provinciali avrei votato iRS, poi demuru diventò segretaria, fu candidata e il mio voto quelli di iRS lo video col binocolo.
    Non credo in alcun movimento/partito/associazione a conduzione familiare (in irs ndi iant babbu, fillu e mulleri). il familismo amorale è una brutta bestia, e la sardegna “indipendentista” si macchia del peggiore dei difetti del mezzogiorno italico, e non fatemi l’esempio della Iotti che è un qualcosa che fa ridere i polli.
    Per il resto tirando le somme col senno de imoi…Sedda che non vuole trasformare il movimento in partito che sennò glielo sfilano da sottobraccio (poi si è visto cosa voleva fare lui); molti spot;grafica accattivante; idee molto astratte.
    i Seddas erano l’elite, Gavino era la base, se riuscivano a coesistere e a bilanciarsi sarebbe stato un mix vincente. Ma ma l’élite ha vouto soffocare la base…e se la son presa lì, in cussu logu.

  13. Antonella, hai gettato il sasso nello stagno… perché non ci illumini tutti?
    Anch’io sono ignorante sul tema, so poco o niente delle dinamiche interne ad Irs… se hai tempo e voglia postale qua per condividerle con noi e aiutarci a comprendere meglio le ragioni che hanno portato alla spaccatura di queste ultime giornate!
    Grazie ciao Paolo

  14. “U.R.N. Sardinnya, senza formalismi e senza fondare un nuovo partito, ma come libera comunità di cittadini ed elettori Sardi, è disponibile a subentrare nella collaborazione a tutte quelle componenti politiche che credono nello sviluppo della Sardegna, della sua automazione e della sua liberaldemocrazia.”

    http://www.sanatzione.eu/2010/12/solidarieta-ad-irs-u-r-n-sardinnya-estranea-al-plico-inviato-a-gavino-sale-ma-soru-non-e-il-problema/

    U.R.N. Sardinnya è estranea al plico inviato a Gavino Sale ma è disponibile a subentrare NELLA collaborazione… mmmh?! … ¿l’automazione della Sardegna?! qui si che mi perdo…
    Prof. Mongili, me la può spiegare lei qual è la strategia politica dell’ “indipendentista/autonomista” Adriano Bomboi?
    grazie.

    un vecchio alunno

  15. Stefano reloaded says:

    Non conosco le vicende interne di iRS e quando ho sentito Gavino Sale parlare di elezioni “pilotate” delle cariche dell’organizzazione mi sono stupito. Per questo vorrei chiedere, ai lettori del blog che siano a conoscenza dei fatti, se le elezioni del presidente e del direttivo (non so se si chiami così) siano state contestuali e con la medesima base elettorale; se per essere ammessi all’elettorato attivo ci siano delle regole condivise (ad es: essere in possesso della tessera da un periodo di tempo minimo stabilito; aver fatto la tessera entro una certa data; ecc); se, nel caso queste regole condivise esistessero, si siano verificati casi di palese violazione delle stesse (non ammissione al voto di soggetti che avevano i requisiti o, viceversa, ammissione al voto di elettori privi dei requisiti; casi di rifiuto immotivato del tesseramento in vista delle elezioni; ecc). Queste cose le ho viste fare in altri partiti (dei quali non farò i nomi ma solo le iniziali P_D), ma non mi è parso che Sale abbia portato di questi esempi quando ha parlato di elezioni pilotate. Se nulla di questo è successo, a me sembra solo il normale confronto/scontro tra due correnti di un partito che, normalmente, si risolve in un voto delle assemblèe preposte e costituite secondo le regole esistenti e accettate da tutti.

    • Mormaii says:

      Il problema è che Sale non condivideva le regola accettate dalla maggioranza. E di fatto non le ha rispettate,e non le sta rispettando tuttora. Tutto il resto è andato in maniera perfettamente regolare benchè nelle email illegalmente trafugate ci siano elementi che facciano pensare il contrario. Le spiegazioni alle email stanno arrivando sul sito per ora c’è quella della Demuru http://www.irsardinia.net/2010/12/come-neve-al-sole/

  16. banana says:

    cuatros, ridiculos y stontonados

  17. Neo Anderthal says:

    E’ l’ottovolante della Politica Indipendentista, Gavino Sale, ma poi Gavino Scende a precipizio, poi Sale di nuovo e via così, quasi si schianta contro deMuru e poi riprende la corsa, ben saldo in Sedda, Cumpostu.
    Che emozione!

  18. Mormaii says:

    Le scissioni nei partiti ci sono sempre state in tutti gli stati del mondo. Pocos locos y mal unidos sono allora tutti i popoli del mondo? Basta con questa idiozia che ci ripetiamo. E’ stato fatto un errore. Ha sbagliato Sale da una parte, ha sbagliato il 99% di iRS dall’altra. Perchè di 99% si tratta: la stragrande maggioranza degli attivisti, dei TzdA, dei TzdE, dell’esecutivo, e di quelle persone che costruiscono ogni giorno la repubblica di sardegna. Hanno sbagliato. Sbagliano solo i sardi? Non mi pare, sbagliano tutti, in quanto esseri umani. Se iRS è Sale allora tutto quel 99% è tutto fuori. Se iRS è quel 99% allora Sale è fuori.

    • Indi Pendente says:

      Mormaii permettimi di fare una precisazione: è risultato dai documenti presentati da Gavino Sale che i tesseramenti erano pilotati, in poche parole solo coloro che erano in linea con un certo modo di pensare diventavano attivisti iRS. E’ risultato anche che hanno epurato qualche attivista. Ecco perché Gavino Sale si è ritrovato ad essere in minoranza.

      • osservatrice says:

        ora sono curiosa. a parte gli pseudopapelli, mi citi un caso concreto a cui è stata rifiutato l’ingresso? quanti sono, in numeri reali, le persone a cui è stata negata l’adesione e le ragioni addotte? sennò sembra che parliamo della casa di montecarlo…..

  19. Il problema della proprietà del simbolo è regolato da leggi molto chiare che ne attribuiscono la paternità al soggetto che ne ha effettuato la registrazione. Se Gavino Sale si è occupato personalmente o tramite un proprio legale di effettuare questa operazione allora non credo che possano esserci ambiguità circa la legittima proprietà.

    Ma se andiamo a valutare quali sono le caratteristiche che attribuiscono a un segno (marchio, icona, ecc…) lo status di simbolo allora non possono essere etichettate come “infantili” le argomentazioni a sostegno della proprietà “comune” del marchio/simbolo dell’IRS.

    Il valore simbolico di un segno non può essere dato per imposizione o per decisione strategica. Un simbolo nasce e acquista forza nel momento stesso in cui le persone riconoscono in esso valori e idee.

    Ecco che quindi il simbolo non può essere di Gavino Sale in quanto possiede solo la titolarità del marchio. Ma il simbolo non è neppure di Francesco Sedda o di Ornella Demuru, è di tutti coloro che partecipando più o meno attivamente all’idea del partito, lo hanno fatto proprio e lo hanno esibito come simbolo di appartenenza e di condivisione di idee.

    L’albero deradicato degli Arborea era già un simbolo nel periodo giudicale, non saranno certo le beghe interne di un partito a decidere come e per chi questo simbolo possa essere utilizzato e condiviso.

  20. ATTIVISTA MEDIO CAMPIDANU says:

    Grazie per questa analisi puntuale che condivido almeno in parte. Non credo che si tratti di suicidio, secondo me è un bene che certe bassezze escano allo scoperto. Chi vota IRS deve capire e poter ragionare, deve poter leggere quei documenti che fino a prova contraria sono reali e soprattutto veri e riportano un quadro inquietante di come questa Maggioranza fosse costruita secondo piani precisi e quindi totalmente al di fuori di ogni etica e morale fondamentale.
    Gavino Sale resta il presidente di IRS eletto da una regolare Assemblea nel 2009 dire che non sopporta di finire in minoranza è una forzatura inoltre dalla sue ultime dichiarazioni pubbliche ha manifestato l’intenzione di non voler ricoprire cariche ma di voler lavorare libero e portare il suo contributo prezioso. Non dimentichiamoci che finchè ha fatto comodo Gavino è sempre stato applaudito anche da Sedda, Pale, Littera. Bussa, Federica Serra, Bellu, Sanna e altri membri dell’esecutivo che nel frattempo congiuravano e si esprimevano in bassezze e infamie per costruire questa loro risicata maggioranza di cui stai parlando.
    Quindi per me non è suicidio ma una nuova fase in cui attivisti come me , simpatizzanti sempre esclusi e sostinitori messi ai margini e vi assicuro che sono tanti hanno finalmente il coraggio di ESSERE e di fare auto critica, di sedersi in cerchio equidistanti tra loro e discutere , aprire le porte a tutti e dire abbiamo sbagliato , noi vogliamo restare un movimento organizzato e non diventare una forma partitica delle piu’ verticistiche. Gavino sale non è il mio padrone è solo una delle mie Guide politiche , nella storia c’è sempre stato un leader che ha dovuto prendere su di se la responsabilità di farsi portavoce di grandi idee ma un leader da solo non puo’ arrivare a nulla. Questa altra IRS , che per me non esiste, dichiarava a mezzo stampa ( la nuova sardegna ) che Ornella de muru era la nuova leader di iRS e tutti applaudivano , dopo esser stati smascherati dicono di non aver mai avuto leader. Noi siamo qui in tutte le regioni sarde lavoreremo nelle strade e tra la gente aprendo una nuova fase politica che coinvolgerà finalmente anche tutti gli altri movimenti indipendentisti , IRS finalmente potrà avere questa grande occasione di confrontarsi, è finita la primavera delle chiusure e del settarismo, dei tulipani e alberelli verdi, IRS per vocazione non si suicida perchè ama la vita e respimge chi augura la Morte.

  21. osservatrice says:

    Chissà perchè in Italia è sempre più importante una leadership forte e retorica rispetto a una politica seria e concreta.

    Biolchini una delusione la tua analisi.La teoria della Leadership….Mussolini, Berlusconi, Sale… ma da giornalista non sarebbe meglio analizzare il perchè conta più lo pseudo carisma di un uomo, che fa brecia, tra l’altro, solo su un tipo di sardo, rispetto ad idee concrete e realistiche? Non è la solita dinamica italiota, replicata in quello che si definisce indipendentismo? A livello politico cosa porta in più Sale rispetto alla dirigenza? Questa è l’analisi che mi aspetto….

    E poi la chiosa sulla coppia sedda demuru..che tristezza.. Nilde Iotti doveva rinunciare alla politica? (con ciò nn paragono le due politiche ma le due donne…) Siamo nel 2010 e ancora devo sentire discorsi simili, sarebbe meglio parlare dei meriti/demeriti politici delle persone che delle loro storie personali.

    Ti domando, non è che c’è anche un po’ di misoginia dietro questa crisi?

    • davide says:

      @osservatrice
      citazione “Sale… ma da giornalista non sarebbe meglio analizzare il perchè conta più lo pseudo carisma di un uomo, che fa brecia, tra l’altro, solo su un tipo di sardo, rispetto ad idee concrete e realistiche?”
      ci spieghi quale “tipo di sardo” parli?
      puoi precisare quali siano “le idee concrete e realistiche” di cui parli?
      ps “brecia” si scrive con due c

  22. Lauthinks says:

    Vito hai detto quello che in tanti pensiamo, con lucida chiarezza : distruggere iRS una scelta di misera e ordinaria follia e miopia politica..pro caridadi.. Pacos locos Y malunidos..congratulaciones a a todos.. sale, demuru,sedda..

  23. bosa marina says:

    Incredibile, fino ad avantieri leggevo spesso la discussione “itta at succedi imoi” sul forum di irs; durava da circa un mese e vi erano alcune centinaia di interventi. La discussione era stata cliccata oltre 11000 volte, sicuramente da 3-4000 persone. Dopodiché il sito è stato oscurato.

    Era interessante vedere come chi iniziò la discussione chiedeva informazioni circa le critiche che Gavino Sale aveva mosso al movimento verso ottobre. A queste richieste legittime rispondevano alcuni attivisti dicendo (chi in buonafede chi in malafede) che all’interno di ogni movimento ci sono dissidi e che poi le cose si discutono e si ricompongono. Ma c’era una sorta di reticenza nel raccontare le critiche mosse da Gavino alla nuova dirigenza. Poi queste finalmente sono venute fuori, in parte privatamente e in parte sulla stampa. Alchè è successo qualcosa di incredibile: Alcuni attivisti (pochi) criticavano la nuova dirigenza (sempre di più), alcuni semplici simpatizzanti muovevano critiche affermando che non volevano nessuna scissione e alcuni altri attivisti continuavano a dire (in modo sempre meno credibile) che non ci sarebbe stata nessuna scissione. Alcuni ragazzi, sicuramente molto giovani e sensibili, dicevano di non dormire la notte preoccupati per questa possibile scissione e invitavano i dirigenti a parlare con Gavino, altri dicevano di essersi avvicinati prima a Gavino e soltanto in un secondo tempo di aver conosciuto gli altri fondatori del movimento. Un altro ha scritto che la zia di 70 anni ha votato irs grazie a Gavino mentre lui lo ha fatto grazie alle informazioni attraverso il web e via dicendo.

    Ho notato anche la “fedeltà” di alcuni attivisti che sicuramente (lo spero per loro) non scrivevano nel forum segreto e che si sono fatti sedurre e trascinare (forse involontariamente e inconsciamente) in modo incredibile a favore della linea “dura”. Probabilmente anche una nota scrittrice, che comunque ho l’impressione che non sapesse niente e che sia stata soltanto “sedotta” alla pari di altri ma che, a questo punto dovrebbe chiedere scusa pubblicamente spiegando le sue ragioni.

    Alcuni scrivevano dicendo di essere stati buttati fuori dal movimento o di essersene allontanati perché non in linea con la nuova dirigenza. Si trattava comunque sia di una discussione molto interessante, anche da un punto di vista sociopolitico e gradualmente prevaleva una visione di persone molto preparate che consigliavano alla dirigenza che era meglio non lavorare per la scissione e che in questo movimento tutte le anime erano
    importanti. Alcuni giovani si lamentavano del fatto di non poter votare per le elezioni del direttivo nazionale in quanto sostenitori e non ancora attivisti e via dicendo.

    Quei giovanissimi che temevano la scissione e scrivevano che non dormivano la notte sono il sintomo che la “divorzio” di irs era per loro la perdita di un ideale coltivato da tanti anni, in questa epoca dove gli ideali non esistono più; alcuni di questi rischiano una grave crisi d’identità soprattutto ora che sono venuti alla luce fatti gravissimi commessi proprio dalle persone che loro avevano idealizzato. Credo allora che sia meglio riaprire al più presto il sito di irs, che era la loro casa, affinché questi essi possano di nuovo leggere e scrivere come facevano fino a pochi giorni fa ma con una nuova consapevolezza e maggiore spirito critico.

    Per concludere credo che la pace debba prevalere su tutto e andare al “congresso” il 2 gennaio senza una persona obiettiva (non di irs ma amica dei suoi fondatori) che assuma la moderazione della discussione in modo che i dissidi vengano risanati, altrimenti il nuovo anno rischia di iniziare con una rissa verbale e vergognosa per la Sardegna e per i Sardi. Qualora non si accetti questa soluzione sarà meglio che ognuno vada per la sua strada ma il sospetto che non sia stata solo “invidia” e che ci siano state manovre “strane” dall’esterno aumenterà.

    Un’ultima annotazione: come mai se Sale alle regionali del 2009 è stato votato da decine di migliaia di persone e invece la Demuru ne ha presi molti ma molti di meno al primo “congresso” di dieci mesi dopo non è stata eletta la Demuru presidente e Sale segretario?
    Anche così le due anime sarebbe potute convivere in attesa di un giovane segretario di belle speranze, perchè questa fretta di afferrare il potere, perchè questa fretta di trasformare in partito un movimento così ecclettico? La delusione di Sale, se c’è stata, sarà comunque stata grande e il suo desiderio di diventare segretario, più che legittimo, anche se, a mio parere egli è molto meno vanitoso di come viene descritto dai nemici.

    A prescindere da antipatie e cose simili nessuna dirigenza di nessun partito oggigiorno avrebbe messo da parte uno come Sale che garantisce ad ogni elezione provinciale quasi diecimila voti ed è stimato e apprezzato come persona democratica in tutta la Sardegna.
    Che ingenuità avete commesso ragazzi! O siete stati pressati da qualcuno per dividere
    l’indipendentismo sardo?

  24. Mossad says:

    Sarà anche vero che la classe dirigente cagliaritana è fighetta e contaminata, però nel cagliaritano vive il 51% dell’elettorato sardo. Che facciamo? O si divide lo Stato sardo in due (montagne e pianure) oppure tu in questo benedetto cagliaritano ti devi affermare, vivendolo, mescolandoti, facendolo tuo… Altrimenti tutto il programma di qualsiasi indipendentista non ha alcun senso, con buona pace di Ornella, Francesco, Graziano, Michele e gli altri carissimi amici che stimo per una battaglia in buona fede ma senza prospettive. O forse mi sbaglio, forse fra cento anni le cose saranno diverse e parlare di Sardegna indipendente potrebbe avere senso. Ma se non si risolve prima il dissidio originale (montagna vs pianura) da qui non se ne esce.

    • Alessandro Mongili says:

      Caro Mossad (che terribile nick!), a Cagliari non ci sono solo i fighetti, anzi la maggioranza è composta da gente normale che vota a destra, e da molta gente che ha difficoltà a sbarcare il lunario. A loro, non si rivolge mai nessuno da sinistra o dall’area sardo-indipendentista. Nessuno prende seriamente in conto i loro problemi, a parte Ada Lai e gente simile. Cagliari non è solamente San Benedetto e le zone bene, ma anche (per me, soprattutto) la Cagliari popolare e la maggior parte dell’hinterland che il Pd non si sogna più di rappresentare per conformismo congenito e idolatria fighetta. Come si può plaudire a una scelta parallela al Pd e che non modifichi la rappresentanza della gente normale, spostandola da destra a sinistra o, forse meglio, dalle clientele alla politica? Detto questo, gli insulti reciproci Sale vs Sedda-Sanna e v/v sono normali, per una separazione soprattutto in una formazione settaria come iRS. Basta osservare i litigi Fini/Berlusconi.

      • Mossad says:

        Ma certo che sono d’accordo con te, Alessandro, figurati, sono cagliaritano anch’io e conosco bene i miei concittadini, nei loro pregi e nei loro difetti, le bassezze di alcuni e l’onestà degli altri. Certo, chissà poi perché a Cagliari governa sempre e solo la Destra, quella più conservativa e retrograda, mica una Destra seria e liberale… Il mio nickname non me lo sono scelto, mi è stato affibbiato una volta a Radio Press e me lo sono tenuto, anche se non mi fa proprio impazzire (Mossad = il servizio segreto israeliano). In più, ti assicuro, l’anonimato su internet è ormai un’esigenza ineludibile: ho sempre scritto postando il mio nome e cognome e ne ho avuto solo guai.
        Vedremo l’anno prossimo chi governerà la nostra città, non azzardo pronostici.

  25. cioè: la lega sud, e chi la sostiene in sardegna

  26. io credo che dietro gli scissionisti ci sia qualche altro partito…la lega nord ad esempio

  27. Francesco says:

    Vito fai un buco nell’acqua…
    Questa non è una scissione…è la lotta tra la magigoranza degli attivisti che vogliono appartenere ad un associazione democratica e organizzata così come che vogliono che sia la società, e un superuomo egocentrico e convinto di essere fidel castro…

    La maggioranza degli attivisti ha preferito la democrazia a qualche voto in più ora.
    Sicuri che il lavoro portato avanti con serenità e tranquillità senza dittatori ne porterà tanti di più prossimamente….

  28. Sono sempre stato diffidente nei confronti di chi riduce un argomento serio e importante come l’autonomismo e l’indipendentismo a una specie di barzelletta folkloristica, fatta di vellutino, berritta, gambali e frasi ad effetto tipo “a fora sa razza isfruttadora” o “Sardigna no est Italia”. Avevo l’impressione che Irs si stesse affrancando da questo modo di fare politica, con proposte nuove frutto di un gruppo di studio molto attivo. Andai anche a un convegno precedente alle elezioni provinciali e successivamente votai per la candidata di Irs, in quanto donna, giovane, intelligente e valida, insomma, quel tipo di candidatura che gli altri partiti non hanno il coraggio di proporre. Ora vedo quegli stessi attivisti che mi coinvolsero allora sconvolti per quello che accade, per la cesura spietata che la dirigenza ha creato fra se stessa e la base, negando il confronto e oscurando il dissenso. Voglio vedere come va a finire, perchè magari Sale non ha tutti i torti e la coppia ineffabile potrebbe trovarsi, come si dice, “faccia a pari”, chiusa nella torre d’avorio. Mi piacerebbe che il mio entusiasmo per quella nuova forma di politica attiva avesse ancora motivo di esistere, anche se i presupposti indicano il contrario.

  29. Alessandro Mongili says:

    Quello che mi sconcerta è il commento di Biolchini sulla “positività” del fighettismo e del cagliaricentrismo, quasi a prescindere, visto che in questo caso si è trattato chiaramente di una mossa sbagliata (anche perché non dobbiamo dimenticare che iRS alle provinciali di Cagliari ha preso la metà dei voti presi da Sale alle regionali, nella stessa circoscrizione). E’ chiaro che Cagliari è uno snodo della realtà sarda, ma è altrettanto chiaro che le élite cagliaritane sono molto provinciali, poco preparate, e moralmente infette dalla pratica della corruzione normalizzata e dal cinismo. Cagliari non ha intellettuali che meritino questo termine, ed è un luogo di grande marginalità culturale. Per quale ragione sviluppare subalternità a un ambiente così arretrato come quello cagliaritano è una scelta discutibile, non capisco proprio come si possa eleggerla a “scelta giusta”!

  30. Alessandro Mongili says:

    Un’osservazione critica: la setta è una forma tipica di organizzazione politica, ma deve trasformarsi in organizzazione complessa. In genere il processo è sanguinolento (vedi il passaggio del Pc(b) al PCUS, che è uno dei casi più famosi), e segnato da uccisioni (anche simboliche), rotture, istituzionalizzazione del carisma, costruzione di un “canone”, rovina per i militanti della prima ora, riscrittura della storia della setta. Il più delle volte, il processo fallisce e la setta scompare o si riduce al lumicino.
    La migliore descrizione di questi processi è quella data da Fedor Dostoevskij nei suoi “Besy” (I demòni).
    Dopo le elezioni provinciali, scrissi una nota sul mio blog, poi pubblicatami anche sul sito sardegnademocratica, in cui dedicai una riga a iRS chiamandola “setta”. Per questo la Demuru pubblicò un comunicato stampa molto inca++ato diretto contro di me (con tanto di nome, cognome e titolo accademico, peraltro nella foga incrementato). Adesso capisco perché: con il mio scrivere confuso, direbbe V.B., avevo toccato un nervo scoperto.
    In seguito, ricevetti alcune email personali dai più alti dirigenti di iRS, in cui mi si attaccava su questo punto. Su facebook, mi ritrovai al centro di tanti messaggi e richieste di chiarimento proprio su questo punto, ovvero: come mai ci accusi di essere una setta?
    Da sociologo, capii che si trattava davvero di una setta, poiché è tipico delle sette sfinirsi in quello che chiamiamo il “boundary work”, cioè il controllo della purezza e dell’immagine del gruppo, con grande attenzione verso coloro che non si allineano sulle posizioni della dirigenza o verso coloro che corrono il rischio di essere visti con simpatia dai militanti (io, nella fattispecie). Con attenzione spasmodica verso l’ubbidienza e il conformismo (e qui penso anche ad alcune teorizzazioni veramente hard di Franciscu sulla bandiera, su aspetti “ontologici” dei sardi e della loro storia, ecc., ripetute su facebook e sul forum iRS dal coro dei responsabili di ogni TzdA o TzDE chi fessit).
    Più recentemente, sono rimasto colpito dall’ostilità della dirigenza sull’issue della lingua sarda, un altro problema che ha causato tantissimo sconcerto fra i militanti ma che per la loro costruzione di una sorta di theme park ideologico risultava probabilmente off-topic.
    Due sabati fa, sono stato invitato per un dibattito da emigrati sardi a Bologna (di iRS, del PD e indipendenti), assieme a Silvio Lai, Concetta Rau, Omar Onnis (responsabile di iRS-Disterru) e al poeta Alberto Masala. Erano moltissimi i militanti iRS. Moltissimi di loro operai o studenti. Nei dirigenti, però, ho notato ancora una volta la tipica tendenza settaria ad adirarsi per le critiche (la mia è stata scontatissima: “come mai non avete sostenuto Soru” ecc.), e quell’atmosfera da Servire il popolo del XXI secolo che li vedeva subito irritarsi per la sana tendenza dei militanti normali verso il “parliamone”, anche con l’eretico qui di fronte.

    La politica sarda mi sembra malata, in tutte le sue pieghe, da questa incapacità congenita a dar vita a forme organizzative aperte e plurali. PD e PdL mimano senza esserlo questo genere di organizzazioni, per il resto siamo in Libano e non c’è neanche un Jumblatt che almeno è affascinante.

  31. bel resoconto, Vito. concordo sul fatto che IRS sia diventato un elemento politico nuovo con gli “intelletuali”, ma che Sale andava gestito meglio. E che alla fin fine, è lui il leader carismatico tuttora, malgrado l’onnipresenza di Demuro.
    allo stesso tempo penso che, “golpe” o non golpe, nessun partito può reggere a lungo il logoramento della sua linea politica operata da esponenti di primo piano, come in questo caso il suo presidente. mi ricorda Veltroni che minava la posizione di Prodi. e adesso la linea di Bersani. come ben dici, la democrazia interna è imprescindibile, ma allo stesso tempo sono necessari tempi e sedi adeguate.

    la scissione è una sconfitta, in linea di principio. ma penso anche alla nascita di IRS, come scissione da Sardigna Natzione. la rottura del binomio Cumpostu-Sale è andata a tutto vantaggio di Sale, e anche dell’Indipendentismo in senso ampio, mi sembra.
    giustamente, vedendo volare gli stracci così tristemente, istintivamente vien da pensare “…e bacagai!” ma alla fine credo che sarà piuttosto il tempo, e i numeri come dice BleckMacigno, a definire la giustezza della scelta intrapresa da ciascuna delle due fazioni.
    sperando che non si risolva con una sconfitta per la politica in Sardegna.

  32. matteo murgia says:

    condivido la tua conclusione vito. il resto lo vorrei proprio capire. sale è davvero in minoranza? davvero gli aventi diritto di voto in tutta la sardegna sono 200, ovvero quelli di una media associazione culturale cittadina? e se sale avesse torto, da quale manuale hanno preso le contromisure questi dirigenti? proprio perchè i tanti militanti di irs sono giovani e alla prima esperienza politica, è possibile che qualcuno gli abbia usati (succede proprio in tutti i partiti)? tu vedi negli ultimi due anni di irs una crescita, io vedo l’esatto opposto. . cmq, dispiace davvero ciò che è successo e ancor di più non capire quale sia la vera causa di tutto sto casino. perche il protagonismo del leader vecchio a me non convince per niente… domani spero di capire qualcosa in più dalla trasmissione.. saludi e trigu..

  33. Dopo aver letto in giro per la rete vari commenti di dirigenti e militanti IRS ho iniziato a rivalutare il PD… eppure pensavo non si potesse arrivare oltre certi livelli…

    cmq somigliano anche agli Sconvolts: tu non ci sei e non puoi parlare, e tu che sei dentro non devi parlarne al di fuori…

  34. Ecco svelati tanti misteri:

    http://www.ventirighe.it/index.php?option=com_seyret&Itemid=533&task=videodirectlink&id=313

    Il male di IRS era solo una piccola parte, e solo in dirigenza…E’ ancora un movimento sano e a breve si riprende a correre!

    • Marco P says:

      ma come si fa a sminuire la portata della cosa sostenendo che l’eventuale male è solo una piccola parte e solo in dirigenza..? Gli scissionisti come li chiama sale sono la classe dirigente del partito, tra i quali i tre Franciscus fondatori, gli ideologi, l’essenza di ciò che è Irs nel bene o nel male. Sale non incarna ciò che è iRS oggi, non è espressione della base e di tutto l’elettorato conquistato in questi anni a seguito dell’elaborazioen ideologica e politica dei suddetti. Sale andrà per conto suo, con i suoi suoi seguaci, pochi o molti che siano, magari si porterà dietro simbolo e nome, per costituire un movimento alla sardigna natzione, ma l’idea iRS andrà avanti con gli altri.

  35. Carlo Lai says:

    Esprimo la mia più profonda delusione per ciò che è successo ad un movimento che, per primo, ha destato in me forte interesse e tanta speranza. Ciò che è accaduto mi ha riportato alla tremenda realtà sociale in cui viviamo: tanto egoismo, nessuna umiltà e niente rispetto per l’altrui pensiero. Vorrei ricordare a tutti quanti l’ALTO significato di fare politica: fare politica vuol dire dedicarsi agli altri, fare del bene agli altri, trovare soluzioni per migliorare il benessere degli altri. “Altri” è inteso come TUTTA la Comunità, non questa o quella persona, questo o quel gruppo, questa o quella categoria, questa o quella “casta”. Vi invito ad una profonda riflessione. Saluti.

  36. No Blogger says:

    ..l’indipendenza del Sardistàn…boh…

  37. Antonella Puddu says:

    Caro Vito

    leggo questo tuo scritto e con rammarico osservo che non conosci in modo approfondito la situazione.
    La critica viene dalla conoscenza.
    Informati meglio.

    Cordiali saluti
    Antonella Puddu

  38. Antonio says:

    Condivido in pieno l’articolo.

  39. Condivido molte delle considerazioni di Biolchini.
    Purtroppo, bisogna prendere atto del fatto che, malgrado un molto diffuso sentimento d’amore per la Sardegna e per una “politica sarda”, si passa nei fatti ad una devastante frantumazione strategica e tattica in relazione a obiettivi e metodi.
    Francamente, avendo personalmente partecipato diversi anni or sono – con Cumpostu, Sale e altri (ben noti) – al tentativo (non riuscito) di dar vita ad una “casa comune” (Casa Comune), sono rimasto un poco scottato dalla evidente incapacità di identificare un grumo di cose “da farsi”, ad ogni costo, magari pagando serenamente il prezzo di una personale invisibilità (parziale o totale), nel nome di un successo condiviso.
    Temo che questo limite derivi (o – quantomeno – sia dello stesso tipo) di quello che rende impossibile (o quasi), il governare in modo non antagonista, considerando come strumento chiave il “tanto peggio tanto meglio”, preferendo pagare il prezzo di un danno alla collettività piuttosto che quello di aiutare una maggioranza in difficoltà o accettare un aiuto da un’opposizione.
    Continuo, in questo spirito, a sperare che candidato guelfo e candidato ghibellino convengano – prima delle elezioni – su almeno alcune cose di buon senso, da “doversi fare a ogni costo”.
    Fra queste, sempre personalmente, credo che si potrebbero annoverare un certo numero di cose “pro patria sarda”.
    Gianni Campus

  40. pabblobabol says:

    direi un’analisi più che perfetta

  41. Caro Vito, mi hai tolto le parole di bocca…Peggio di così non potevano fare…

  42. docpretta says:

    il bambino è morto in culla

  43. paolo secci says:

    Condivido in pieno quello che hai scritto. E’ vero che i militanti di irs sono giovanissimi, quindi inesperti, però è innegabile che la situazione andava gestita meglio. Gavino Sale, piaccia o no, è il fondatore del movimento, probabilmente non si “vende bene”, ma è sicuramente un leader, con le sue idee e i suoi modi di fare, alle volte discutibili, ma sicuramente uomo di grande rispetto la cui perdita bloccherà l’avanzata del partito.
    Pocos, logos, malunidos…..che delusione!!! Purtroppo, gli spagnoli non sbagliavano, il detto di allora è purtroppo attualissimo.

  44. Così , alla fine, sono sempre i fattori psicologici ad essere determinanti.

  45. Ottimo articolo. Fin’ora, la migliore ricostruzione di un disastro annunciato e della fine di un partito che prometteva… RIP

  46. BlekMacigno says:

    Stavolta non ti capisco caro Vito.
    Proprio non riesco a dare un significato (politico) a ciò che scrivi.

    Che Irs si sia dovuto trasformare da Lega de’noantri a movimento moderno è palese.
    Sale ha avuto sicuramente tanti meriti in passato ma ora quello che serve alla nostra isola non è certo un movimento in velluto ed orbace.

    Forse la Demuru e la Murgia avrebbero dovuto/potuto usare altri termini, seguire altre strade più politically correct ma alla fine del circo quello che conta è che Sale, con la sua anima, non è più adeguato.

    Se il prezzo da pagare è la scissione, ben venga.
    Saranno i numeri, eventualmente, a parlare.

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