Politica / Sardegna

Figuraccia Liori: criticava la Dirindin e in due anni fa debiti per mezzo miliardo di euro. Un vero esperto, complimenti!

Sono stato per due anni addetto stampa dell’assessore regionale alla Sanità, Nerina Dirindin, dal luglio del 2004 all’agosto del 2006. L’idea di Soru di affidare l’assessorato ad un tecnico piemontese, lontano dai giochetti locali, aveva fatto impazzire il centrodestra (e non solo). Sono stati anni durissimi, con attacchi continui, spesso in malafede, rivolti alla Dirindin, talvolta nell’indifferenza del centrosinistra che raramente interveniva a difendere l’assessore.

In prima fila a contestare, chiedere le dimissioni, mettere in cattiva luce e, sostanzialmente, a sbraitare senza costrutto, c’erano i consiglieri regionali di An, Mario Diana e Antonello Liori. Il primo adesso è capogruppo in Consiglio regionale del Pdl, il secondo è succeduto alla Dirindin alla guida dell’assessorato.

Liori veniva accreditato come uno dei dei punti di forza della Giunta Cappellacci, uno dei due “politici” (l’altro è Giorgio La Spisa) chiamati a far parte della prima versione dell’esecutivo (e per diventare assessore si è dovuto dimettere da consigliere). Un esperto, dunque.

Insieme al compagno di partito Diana, Liori pontificava sempre e comunque, su qualunque punto, con rara veemenza, accusando soprattutto la Dirindin di “offendere” i sardi.

Non voglio fare facili ironie perché ora la situazione è gravissima. Nei giorni scorsi gli alleati di Liori hanno trovato un buco di bilancio per il 2010 di ben 200 milioni di euro. Debiti inaspettati, perché la spesa sanitaria è in realtà in Sardegna totalmente fuori controllo.

Tutti nel centrodestra si lamentano di Liori. Il giudizio che dà l’ex manager del Brotzu Franco Meloni, ora consigliere regionale dei Riformatori, è severissimo. Oppure leggetevi cosa scrive un altro consigliere dei Riformatori, Pierpaolo Vargiu, sul suo blog.

A parte accumulare debiti spaventosi, Liori in questo anno e mezzo non ha fatto nulla, niente di niente. Ha però subìto l’onta di una manifestazione dei malati di Sla sotto il suo ufficio. E’ stato anche clamorosamente sconfessato dalla sua maggioranza sulla legge 162 per i disabili gravi, a cui aveva tagliato 25 milioni di euro senza sentire la necessità di integrare le risorse ma accusando i familiari di farsi strumentalizzare dall’opposizione.

Della famosa riforma sanitaria non si sa più nulla. Pensando di essere ancora all’opposizione, Liori ha dato la colpa del deficit del 2009 a Soru e alla Dirindin. Chissà adesso cosa avrà il coraggio e la faccia tosta di dire. Perché nel se nel 2010 il buco è di 200 milioni, la previsione per il 2011 è di quasi trecento. Un disastro.

Cos’altro volete che aggiunga? Questa è la classe dirigente selezionata dalla destra in Sardegna. A parole dei geni, scandenti alla prova dei fatti. Totalmente incapaci di essere all’altezza della situazione e con una faccia di bronzo senza pari.

Certo, Liori non riceve adesso lo stresso trattamento dai giornali che quotidianamente pubblicavano le sue esternazioni contro la Dirindin. L’Unione Sarda in questi giorni tace vergognosamente l’emergenza che si sta creando, oscurando perfino i comunicati che arrivano da Villa Devoto.

Ma ricordo bene quando diede la notizia di una “strage di bambini” all’ospedale Macciotta, strage che ovviamente non c’è mai stata ma che Liori fu lestissimo a commentare.

E vogliamo parlare dell’elisoccorso? Delle accuse rivolte alla Dirindin e del servizio offerto da Liori quest’estate?

E del pasticcio fatto con gli accreditamenti, vogliamo parlare?

E meno male che Liori è un esperto, che è medico, che è sardo, e che prima di diventare assessore è stato per dieci anni consigliere regionale e componente della Commissione Sanità. Però il prossimo 6 dicembre Liori poterà alla Fiera di Cagliari il ministro Fazio per parlare della “sanità che cambia”. Sì, ma in peggio. Che figuraccia. E che vergogna.

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17 Comments

  1. Stefano reloaded says:

    L’UNIONE SARDA si accorge del buco e ne da conto.
    Imperdibile l’attacco dell’articolo.
    http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/205381

  2. ricordiamoci che il piano regionale dei servizi sanitari (già approvato da quasi tutte le regioni italiane e tanto per cambiare la sardegna era tra le pochissime a non averlo) ha avuto bisogno della dirindin affinchè finalmente nel 2006 venisse completata la sua stesura.

    povera unione sarda…..caro vito ma come possiamo pretendere che questo misero quotidiano riporti le notizie reali che dovrebbero interessare tutti i cittadini se è stato così misero nel non riportare nessuna notizia nella pagina degli spettacoli (neppure flash) il giorno dopo il vs spettacolo all’anfiteatro?!

  3. stefano says:

    soru, capellacci, dirindin, liori, berlusconi, bersani…cosa pensate che interessi a queste persone? poltrone, potere, sistemate amici e amici degli amici. questo alla nostra isola martoriata non può portare niente di buono, dobbiamo svegliarci e organizzarci in modo indipendente, siamo pochi e con un vastissimo territorio, abbiamo le risorse…svegliamoci!!!!!!!!!!!

  4. Antonello Murgia says:

    Esistono sufficienti elementi scientifici per impostare le scelte di politica sanitaria corrette; l’operato delle varie istituzioni andrebbe valutato soprattutto alla luce di essi. Invece, le vicende degli ultimi 20 anni di sanità non solo in Sardegna, ma in tutta Italia, sono costellate di depistaggi e disinformazione con lo scopo di deviare la gestione dall’interesse della collettività verso quello di potentati economici e/o politici.
    Uno dei luoghi comuni più abusato (e più falso), su cui Confindustria nei primi anni ’90 iniziò a lavorare in modo sistematico è: “La sanità costa troppo: occorre affidarla ai privati per migliorarne l’efficienza”. Basta guardare le vicende della sanità USA (a prevalente gestione privata) ed eventualmente confrontarla con la sanità della Gran Bretagna (Paese omogeneo con gli USA per cultura, livello socio economico, etc., ma sanità in netta prevalenza pubblica), per rendersi conto che in ambito sanitario esiste una peculiarità, e cioè l’ordinatore di spesa diverso dal cliente/utente, che rende il sistema pubblico nettamente superiore sia come qualità che come costi. Dove per sistema pubblico deve intendersi un servizio non solo controllato, ma anche prevalentemente gestito dall’ente pubblico. Mettere a correre alla pari pubblico e privato ha sempre comportato finora che la domanda venisse “drogata”, con aumento dei costi e scadimento della qualità. C’è un ambito nel quale il privato ha svolto, giustamente, un ruolo preponderante ed è quello chiamato “terzo settore”, perché non riconducibile né allo Stato né al mercato ma a cavallo fra i due (cooperative sociali, associazioni di volontariato, ONG, etc.), che ha operato soprattutto nella fascia di passaggio fra assistenza sanitaria e sociale (nella quale il controllo del cliente/utente sulle prestazioni è più realizzabile). Ma nelle attività strategiche per l’insieme del servizio, la gestione deve restare prevalentemente pubblica; altrimenti si verificano, immancabilmente, le distorsioni che abbiamo potuto osservare ad esempio in Lombardia dove il sistema è sì prevalentemente pubblico, ma tendente ad un livello paritario come soggetto erogatore fra pubblico e privato. E dove l’uso del “voucher” (una sorta di assegno spendibile per prestazioni sanitarie presso il libero mercato) ha già avuto modo di dispiegare i suoi effetti nefasti.
    Alla luce di queste considerazioni, l’operato dell’attuale Giunta regionale e segnatamente dell’Assessore alla Sanità, deve essere giudicato negativamente non tanto per la poca attività finora manifestata, quanto per l’inversione ad U nella rotta sanitaria adottata pressoché immediatamente con il proprio insediamento. Infatti, uno dei primi provvedimenti, fu l’abolizione del tetto di spesa per le strutture sanitarie private posto dalla precedente Giunta. Sono convinto che al tetto di spesa sia preferibile un sistema di controlli che impedisca le prestazioni inutili o, peggio ancora, dannose. Ma le prestazioni erogate dai soggetti privati andavano oltre il fabbisogno deducibile dai più comuni indicatori e l’abolizione del tetto senza la predisposizione di un efficace controllo non poteva che generare un aumento incontrollato della spesa. Direi, per specificare ulteriormente, che la volontà di gratificare una fascia importante di “grandi elettori” dell’attuale maggioranza regionale comportava necessariamente l’aumento della spesa sanitaria. Il grave aumento del deficit sanitario regionale attuale va pertanto catalogato, a mio avviso, più che come inefficienza o inettitudine, come la conseguenza inevitabile di scelte strategiche che pongono l’interesse di pochi davanti a quello della collettività.
    All’abolizione del tetto della spesa seguì, nel settembre 2009, il sedicente Programma Regionale di Sviluppo che nella parte sanitaria prevedeva l’istituzione di nuove Aziende Ospedaliere moltiplicando quindi strutture dirigenti e spese conseguenti e separava la gestione amministrativa da quella sanitaria con l’istituzione delle Macroaree. Ma la perla più rara è costituita dall’intento di “affidare alle istituzioni locali ed ai privati tutto quello che non è strettamente necessario che venga erogato direttamente dal pubblico”; l’argomento utilizzato per giustificare tale scelta è stato che “le lamentele da parte dei pazienti delle Case di cura private sono ridotte, mentre negli ospedali pubblici esse rappresentano quasi una costante”. Si sono, insomma, utilizzate chiacchiere che definirei “da bar”, prive di sostegno scientifico e si è invece taciuto il ben più obiettivo tasso di utilizzo delle strutture sanitarie (intorno al 50% per le Case di cura e all’80% per gli Ospedali pubblici), per favorire lo spostamento di attività a favore dei privati.
    Se oggi le condizioni economiche della sanità sarda sono preoccupanti, va dunque imputato, certamente, a sprechi ed inefficienze, ma soprattutto all’applicazione di un modello che va contro l’esigibilità del diritto costituzionale alla salute e di cui sarebbe opportuno che la comunità sarda fosse molto più consapevole.

  5. Daniele says:

    Vergognoso il silenzio dell’Ugnone!

  6. E mentre continua il silenzio dell’Unione Sarda, leggetevi l’articolo del presidente della Commissione Bilancio, Paolo Maninchedda:”I giornali non capiscono quanto sia grave la situazione sarda: la sanità è un cancro. Provo a spiegarlo”, su http://www.sardegnaeliberta.it/?p=2787

    • caro Vito, Maninchedda sostiene questa Giunta e questa maggioranza, se non se ne fosse accorto.

      • docpretta says:

        strana la posizione di maninchedda. forse si è reso conto che il berlusconismo cappellacciano si sta esaurendo e gli sta dando le ultime badilate per sotterrarlo. oppure la sua è un opera di demolizione dall’interno. forse ci doveva pensare prima!

    • Stefano says:

      Letto.
      Bravissimo a fare i conti l’Onorevole. E vorrei vedere! E’ il presidente della Commissione Bilancio. Un po’ meno chiare le proposte. ” La Sardegna ha 1000 posti letto per acuzie (forse voleva dire post-acuzie) in più rispetto al fabbisogno” e allora ecco la proposta risolutrice: “Bisogna far fare le Rsa ai privati”. Strano… la Dirindin voleva tagliare un numero simile di posti letto e proprio ai privati. Diverse visioni del mondo. Quella dell’Onorevole Maninchedda in questo periodo è evidentemente influenzata dalla vicinanza ai Riformatori. Per quanto riguarda il Sisar l’Onorevole Maninchedda forse non lo sa, ma i tecnici di Sardegna IT stanno già intervenendo. E comunque mi auguro che stampi una copia dell’articolo e lo distribuisca ai suoi colleghi di maggioranza in Consiglio e in Giunta. Ché anche se dei fatti che cita l’Onorevole Maninchedda rimanesse traccia nella mia coscienza di lettore, ciò non cambierebbe la gravità della situazione e non aiuterebbe a risolverla. Meno filosofia, se questa serve ancora una volta a evitare di fare i conti, una volta per tutte, con l’incapacita conclamata di questo governo regionale.

  7. Ecco, a proposito di “berlusconismo in salsa sarda” di cui si parlava qualche giorno fa, la Dirindin era un classico esempio di politico berlusconiano, vero Francesco Cocco &C?

  8. Monica says:

    Rispetto a Liori la Dirindin è di un altro pianeta.

  9. monica says:

    potrei essere di parte avendo votato a suo tempo Soru, ma sono qui in veste di cittadina che ha avuto bisogno di visite mediche, di servizi e di ricoveri, e fortunatamente non per gravi motivi.
    era un’altra dimensione quella della sanità quando c’era la Dirindin, si intravedevano grandi sforzi per sostenerla in tutte le sue forme e per”controllare” che fosse più a misura di cittadino bisognoso.
    ma non voglio essere prolissa… ho solo una richiesta: Liori ci spieghi DOVE SONO FINITI TUTTI QUESTI SOLDI, dato che il cup non risponde quasi più, i tempi delle visite si sono vertiginosamente dilungati, in molti ospedali non si lavora più per il pubblico, ma per chi detiene il potere dentro… solo questo voglio sapere.
    LIORI ABBIA IL CORAGGIO E LA PROFESSIONALITA’ DI PRESENTARSI CON I CONTI IN MANO E DIRE, “ECCO DOVE SONO ANDATI INVESTITI I SOLDI DELLA SANITA’ SARDA”.

  10. muttly says:

    La sanità vista da destra: “Take the money and run”

  11. Elisabetta says:

    Una vergogna, una vera vergogna (parola abusata, ma – sarà pigrizia – anche a me è la prima che viene in mente e quella che sento più vera) che l’argomento principale contro la brava Dirindin fosse allora che era “continentale” e che “gli esperti” in Sardegna esistessero e fossero stati sconfessati da un Soru contro tutti.
    Forse di esperti davvero ne abbiamo (magari giovani, magari qualche neo master&back) ma questi sedicenti veteroesperti dovrebbero dimettersi e non farsi più vedere.

  12. maniacus says:

    La Dirindin è stata di gran lunga il miglior Assessore alla Sanità che la Sardegna abbia mai avuto. Certamente anche lei ha fatto degli errori (chi non ne fa!) ma di fronte a questa corte dei miracoli è un gigante lontano anni luce come capacità e cultura. Tornando ai nostri valenti (si fa per dire) amministratori ricordo anche le azioni sciacallaggio traversale tra riformatori (Meloni, Vargiu) e pseudo sinistra (Fadda, Ibba, ecc) spesso attacchi pretestuosi volti unicamente a distruggere e a preservare priviliegi e clientele. Che dire poi dell’altro gran fratello Giorgio Oppi: LA SANITA’ E’ KKOSA MIA! per dirla alla Libero Manca. Per chiudere ricordo che un Assessore va giudicato anche per la squadra che si sceglie, e in assessorato il livello dei funzionari è ………..

  13. Mon Dieu…Liori e la spietata fantasia di sardi malati che l’hanno votato!..
    La Signora Dirindin viaggia da sempre più su da simili ordinari personaggi

    L’Unione Sarda e gli interessi Economici del suo proprietario in più di una occasione
    hanno sporcato il nostro paese.
    Costruzioni sulle coste, e sui centri di importanza culturale che il nostro Zoncheddu certo non comprende…ma da bravo affarista come tutti pensa al suo tornaconto

    Si sveglieranno mai i sardi e gli italiani di tutte le regioni da questo letargo di coscienza morale e sociale?
    La vedo dura non fossaltro per il grande analfabetismo culturale e civile che serpeggia in tutto il paese..

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